Ordinary People Vs Extraordinary People.Ppt
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Ordinary People vs extraordinary people
Gruppo di lettura di Trento
Copyright Annamaria Manna 2008
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• Into the wild è un film che ci fatto pensare anche se in modi e tempi diversi.
• La preparazione a questa Officina ha dato modo di sviluppare ricordi, capirne meglio il perché e approfondire ulteriormente il sentire
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La prima opera richiamata
Personalmente ha richiamato subito alla mente il film Ordinary People di Robert Redford del 1980 che anche a suo tempo mi toccò nel profondo. Seguendo questa mia traccia si sono innestati e intrecciati i ricordi e le suggestioni degli altri componenti del gruppo.
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Aspetti comuni
Dalla solitudine e dalla freddezza di rapporti famigliari con un anelito di purezza scappano con gesto estremo i protagonisti di Into the wild e di Ordinary People. Entrambi compiono una sorta di viaggio dal risultato inatteso: la riconciliazione con il mondo.
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Il protagonista di Ordinary people, Conrad, si sta riprendendo dopo tentativo di suicidio in seguito alla morte di suo fratello Buck avvenuta in un incidente dal quale lui invece si è salvato.
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L’ONESTÀ È UN VALORE IRRINUNCIABILE
Conrad sente nostalgia dell’ospedale, definito: “Un posto in cui nessuno nascondeva niente”
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Conrad tenta ma non riesce a comunicare con una madre incapace di empatia col figlio superstite (video 7/19 da 3941 a 4310)
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FUGHE VISIONI E RICERCHE
• “C’è chi fugge felice da una patria obbrobriosa (infâme) e chi l’orrore della propria culla” Charles Baudelaire,I fiori del male
• Chriss di Into the wild rinuncia a tutto, anche alla seduzione di una adolescente in boccio.
• “Lei ti ama… Ti attenderà fino alla fine del mondo… -Che cosa ho a che fare con questa ragazza… Un altro mi attende altrove… Hic Zeno. Me stesso.” M. Yourcenair L’opera al nero
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Ciò che accade nella natura
“Vado e vengo nella Natura con una strana libertà e sono parte di essa” H. Thoreau, Walden
“L’atto del camminare era usato tra i dervishi per sciogliere i legami con il mondo e consentire agli uomini di perdersi in Dio. Lo scopo di un derviscio era diventare un morto che cammina, uno che con il corpo vive sulla terra ma che ha l’anima già in Paradiso. Alla fine del viaggio un derviscio non diventa il Viandante ma la Via, ossia un luogo su cui sta passando qualcosa, non un viaggiatore libero di seguire la propria volontà” Bruce Chatwin Le vie dei canti.
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Perdono- Accettazione - Riconciliazione
In Ordinary People, grazie all’aiuto di uno psicologo che riesce a fargli sentire la vicinanza dell’uomo più che del medico, Conrad accetta il male che c’è stato: la morte del fratello, la fragilità di sua madre e di suo padre e soprattutto riesce a perdonare a se stesso e anche ai suoi genitori.
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Accettazione non giudicante
“Ho appreso, nell’animo e nel corpo, che avevo molto bisogno del peccato, della voluttà dell’ambizione, della vanità e avevo bisogno della più ignominiosa disperazione, per imparare la rinuncia a resistere, per imparare ad amare il mondo, per smettere di confrontarlo, con un gesto immaginato, desiderato da me, con una specie di perfezione da me escogitata, ma per lasciarlo, invece, così com’è, e amarlo e appartenergli con gioia”
H. Hesse, Siddartha
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La colonna sonora• È sul Canone di Pachelbel di
Ordinary People che ci vogliamo soffermare.
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Inizio Film: 4 minuti iniziali
Il canone come forma musicale rappresenta un eterno ritorno, un sovrapporsi continuo e armonico di suoni uguali che, distanziati di qualche battuta, sembrano diversi, si sovrappongono per un pezzo, si risolvono e poi ricominciano.
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Il canone
Il canone di Pachelbel in Ordinary People potrebbe rappresentare le vite degli uomini. Esse si incontrano, sembrano distanti e differenti, eppure sono note musicali poste su un unico spartito.
Gli uomini passano ma rimane costante uno sfondo, che detta il ritmo (Il Re maggiore). Variano le disposizioni, ma gli sviluppi sono costanti.
Gli altri ci paiono diversi e lontani ma sono a metà del loro giro mentre noi siamo quattro battute avanti, o quattro indietro; solo unendoci ci innamoriamo della sinfonia che sappiamo creare.
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Il canone
Nel carattere ciclico del canone sembra celarsi il mistero della vita: suonare accompagnati per un poco, poi restare da soli a riempire il palco o aspettare che altri rinnovino il canto mentre noi ce ne andiamo. Poi tutto ricomincia e la grazia sta nel saper entrare a tempo, per non squilibrare l’insieme.
Le vite dei protagonisti dei due film (Ordinary people e Into the wild) come in un canone ritornano a formare una composizione armonica di reciproco riconoscimento anche se a passi distanziati.
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Il dibattito
Nel dibattito con il gruppo di Trento abbiamo concordato che prima ancora di portare agli estremi la ricerca di purezza rischiando di perdere la propria vita si può cercare il conforto di un amico o di un familiare con cui condividiamo “la stessa partitura”. La natura che ci circonda ma anche la natura biochimica dell’uomo (Tiziana ha pensato al viaggio allucinatorio della protagonista di Cuore sacro) possiedono elementi di illuminazione e ma anche abissi in cui si può smarrire il proprio nome.
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Un opera sulla quale abbiamo convenuto
Forse la mia ultima lettera a Maehmet di Nazir Hikmet
Non vivere su questa terra come un inquilino
oppure in villeggiaturanella natura
Vivi in questo mondocome fosse la casa di tuo padreCredi al grano al mare alla terra
ma soprattutto all’uomo.
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Senti la tristezza
del ramo che si secca
del pianeta che si spegne
dell’animale infermo
ma innanzitutto la tristezza dell’uomo.
Che tutti i beni terrestriti diano gioia,
che l’ombra e il chiaroti diano gioia,
che le quattro stagioniti diano gioia
ma che soprattutto l’uomo ti dia gioia.
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