Festival Città Impresa - Rassegna stampa
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Vicenza 20>22 marzo 2015
PROMOSSO DA MAIN PARTNER
MEDIA PARTNER PARTNER
CON IL PATROCINIO
COMUNE DI VICENZA
www.festivalcittaimpresa.it | direttore Dario Di Vico
MAURIZIO MARTINA PAOLO MIELI
MARINA SALAMON PIETRO ICHINO IVANA PAIS GIAN ANTONIO STELLA
CORRADO PASSERAGIANNI MION
ANNAMARIA FURLAN
INNOCENZO CIPOLLETTALORENZO BINI SMAGHI
ANTONIO CALABRÒ STEFANO MICELLI ILVO DIAMANTI SILVIA AVALLONE
FRANCESCO MORACE BRUNELLO CUCINELLIMATTEO MARZOTTOELENA ZAMBONALAN FRIEDMAN
FERRUCCIO DE BORTOLI
PIERGAETANO MARCHETTI
RASSEGNASTAMPA
QUOTIDIANI
Corriere della Sera Giovedì 19 Marzo 2015 ECONOMIA 41
Utili Finmeccanica a quota 70 milioni, più ricaviL’effetto delle cessioni sui conti 2015. Nessun dividendo, titolo in calo del 2,84%
CaviPrysmian corre in BorsaVoci di acquisizionedell’americana General Cable
Prysmian corre in Piazza Affari sull’ipotesi di un interesse per la concorrente americana General Cable. Il titolo della società di cavi e sistemi per l’energia e le tlc, la ex Pirelli Cavi, è cresciuto ieri del 4,6% in un mercato riflessivo. La voce di una possibile acquisizione Oltreoceano non è nuova ma è tornata d’attualità nelle ultime ora quando tutto il settore in Europa sembra essere in fermento. a cominciare dalla francese
Nexans, principale competitor di Prysmian e anch’essa in rialzo ieri alla Borsa di Parigi. Come già in passato, Prysmian ha smentito i rumor sui i contatti in corso sul progetto di acquisizione di General Cable che sarebbe già sul tavolo dell’amministratore delegato Valerio Battista (nella foto), limitandosi a confermare la possibilità di crescita per linee esterne. E l’attenzione a tutte le opportunità che si presentano sul mercato.
Diverse banche d’affari spingono sull’operazione e gli analisti non si discostano dalla linea, in considerazione della leva disponibile,e in vista dell’emissione di un bond. Il merger che permetterebbe al gruppo italiano di aumentare la quota sul mercato americano, si legge nei report, porterebbe anche a importanti sinergie sui costi.
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Il ministro Crediti, niente «bad bank»La formula di Padoan:«Una soluzione leggera»
di Stefania Tamburello
MILANO Potremmo definirli iprimi risultati della «cura»Moretti. Ieri il gruppo Finmec-canica ha approvato il primobilancio da quando il managerè amministratore delegato delcolosso di piazza Monte Grap-pa. Esercizio 2014 chiuso conun fatturato in crescita a 14,6 miliardi di euro (+7,1% rispettoall’anno precedente) e un utilenetto positivo per 20 milioni dieuro, nonostante la perdita di50 milioni per gli effetti deri-vanti dall’uscita dal segmentoautobus (Bredamenarini con-fluita nella newco Industria Ita-liana Autobus). I numeri nontengono in considerazione lecessioni appena effettuate nelsettore trasporti (la controllataAnsaldo Breda e il 40% del capi-tale sociale di Sts vendute aigiapponesi di Hitachi). Divisio-ne che negli ultimi esercizi ave-va influito pesantemente sui ri-sultati negativi di Finmeccani-ca e che ora invece permetteràdi far registrare a bilancio perl’anno in corso un assegno dicirca 810 milioni di euro con
una riduzione dell’indebita-mento prevista di 500 milioni.
D’altronde il managementsta perseguendo una politica diconcentrazione delle risorsesui settori strategici Aerospa-zio, difesa e sicurezza ritenutipiù profittabili. Linee guidacontenute nel piano industria-le 2015-2019 approvato dal con-siglio di amministrazione il 27gennaio scorso. La volontà è dipuntare sulle attività Finmec-canica controllate dalla capo-gruppo, tagliando quelle conquote di mercato marginali op-pure sacrificando le joint-ven-ture in cui chi comanda risiedein altri Paesi. Anche perché se-condo le nuove regole contabilieuropee possono essere conso-lidate soltanto le società con-trollate con oltre il 50% e nonpartecipazioni minori finoraconteggiate pro quota. Unesempio può essere il gioielli-no bancomat Mbda, in cui ilcolosso della Difesa detieneuna partecipazione del 25%, al-leata con l’inglese Bae Systemse Airbus Group, che si divido-
no alla pari il 70%. Il mercatoscommette da tempo su unasua eventuale valorizzazione, apatto che arrivi un’offerta con-grua. Si vedrà. L’esercizio licen-ziato ieri conferma l’ottimaperformance di Agusta We-stland, visitata recentementedal premier Matteo Renzi, gra-zie ai maggiori ordinativi di eli-cotteri (+27 unità rispetto al2013) e con un previsione di ri-cavi per l’anno in corso pari a4,5 miliardi di euro. Risultati
positivi anche per Selex Es pereffetto di alcuni contratti sulmercato interno ed export, chehanno portato il margine ope-rativo lordo a 185 milioni di eu-ro (71 nel 2013). Il board ha de-ciso però di non staccare il divi-dendo ai soci, in primis il mini-s te ro d e l Te s o ro ( t r a g l iazionisti rilevanti anche Deut-sche Bank Trust CompanuAmericas e la Lybian Invest-ment Authority). Siamo ancoranella fase di risanamento ed èpiù urgente mettere fieno incascina, visto un indebitamen-to di gruppo pari a 3,9 miliardidi euro. Oggi l’amministratoredelegato Mauro Moretti a Lon-dra si confronterà con gli anali-sti nella tradizionale conferen-ce call successiva all’approva-zione del bilancio. Il titolo inBorsa ha chiuso in flessione del2,84% al di sopra dei minimi digiornata anche per le prese diprofitto dopo un guadagno del50% circa da inizio anno.
Fabio Savellifabiosavelli
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I numeri di Finmeccanica
OrdiniPortafoglio ordiniRicaviRisultato netto
Risultato nettoIndebitamento
Organico
Dati in milioni di euro
GRUPPO
15.61938.23414.663
70
203.962
54.380
2014
15.05936.83113.690
(649)
743.902
56.282
2013
3,7%3,8%7,1%
n.a.
(73,0%)1,5%
(3,4%)
Var. %
d’Arco
ordinario
netto di Gruppo
Il profilo
l Mauro Moretti, 61 anni, amministratoredelegato di Finmeccanica da maggio 2014
l In passato ha ricopertoil ruolo di amministratoredelegato di Ferrovie dello Stato per 8 anni
L’ipotesi
l Per risolvere il problema dei troppi crediti deteriorati accumulati dalle banche nel corso degli anni di crisi, una cifra che ammonta ormai a circa 187 miliardi di euro, il governo sembra aver accantonato l’ipotesi di una bad bank
l Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha per la prima volta parlato di una «soluzione leggera. Cerchiamo - ha spiegato Padoan - misure specifiche di tipo regolatorio che possano facilitare la cessione dei crediti in sofferenza. Un’iniziativa in tempi rapidi»
ROMA Potrebbe essere solo unabattuta d’arresto nella defini-zione del progetto in sede eu-ropea. Oppure invece, sempli-cemente, un cambio di rotta.Fatto sta che per risolvere ilproblema dei troppi crediti de-teriorati accumulati dalle ban-che nel corso degli anni di crisie recessione, circa 187 miliardidi euro, il governo sembra averaccantonato l’ipotesi di unabad bank o comunque di un in-tervento di sistema. Parteci-pando al comitato esecutivodell’Abi, alla presenza quindidegli amministratori dei prin-cipali istituti di credito italiani,il ministro dell’Economia, PierCarlo Padoan, infatti, ha per laprima volta parlato di una «so-luzione leggera». Di quelle,tanto per intenderci, che nondevono passare per il via liberadella Commissione europeacon il superamento dei veti agliaiuti di Stato e che non hannobisogno neanche di una nuovalegge.
«Cerchiamo misure specifi-che di tipo regolatorio che pos-sano facilitare la cessione deicrediti in sofferenza» ha spie-gato Padoan nel breve scambiodi battute con i giornalisti altermine della riunione Abi. Equindi «puntiamo a una inizia-tiva da realizzare in tempi rapi-dissimi» ha aggiunto, senzafornire altri particolari.
Nel corso della riunione aPalazzo Altieri il ministro haspiegato che al dicastero di viaXX settembre gli esperti stannovalutando una serie di nuovemisure in grado di accelerare leprocedure esecutive di recupe-ro dei crediti che attualmente,secondo i calcoli della stessa
associazione dei banchieri, ri-chiedono sette anni con puntefino a vent’anni a fronte dei treanni e cinque mesi che occor-rono per le esecuzioni immo-biliari.
Padoan ha anche accennatoalla possibilità di incentivi fi-scali o comunque di interventivolti a «sollecitare fiscalmente
il mercato delle sofferenze»,magari cartolarizzate, dove so-no già attive le banche piùgrandi.
Lasciando comunque sullosfondo la possibilità di inter-venti più articolati da studiarein collaborazione con gli esper-ti di Bruxelles, il ministro hamostrato disponibilità rispetto
alla richiesta formulata daibanchieri e dallo stesso presi-dente dell’Abi, Antonio Patuel-li, di ottenere una nuova ridu-zione dei tempi – da 5 anni adun anno – per la deducibilitàdelle perdite su crediti, dopo ilgrande passo (da 18 a 5 anni)fatto con la legge di Stabilità,per mettersi al pari con le ban-che degli altri Paesi. Una dispo-nibilità peraltro mitigata dai«vincoli di finanza pubblica»che il ministro ha comunquepremesso.
Grande attenzione, infine, diPadoan alle critiche esposte daquasi tutti i banchieri nei con-fronti dell’eccesso di regole daparte delle autorità bancarie,dall’Eba al comitato di Basileaalla stessa Bce che ha preso inmano la vigilanza da novembredopo gli stress test. «C’è confu-sione regolatoria» ha ricono-sciuto Padoan.
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Fonti rinnovabili
Enel ed Enea insieme per l’energia dal mareEnel ed Enea hanno siglato un protocollo d’intesa che permetterà loro di lavorare insieme per innovare nel settore delle cosiddette «tecnologie di generazione», in particolare quelle che provengono da fonti rinnovabili. L’accordo prevede una collaborazione in materia di combustibili alternativi negli impianti tradizionali, come biomasse e residui vegetali, oltreché
nello sviluppo di tecnologie per l’ambiente, il clima e per aumentare la flessibilità di utilizzo delle centrali tradizionali. Un filone di ricerca specifico riguarderà l’ottimizzazione di soluzioni per produrre energia elettrica sfruttando il moto ondoso del mare, mentre un focus particolare sarà dato al fotovoltaico di nuova generazione.
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Gli esuberi
Alitalia, 2 giorni di scioperiL’Anpac ha confermato lo sciopero di 24 ore proclamato per il 7 maggio e ha invitato i propri iscritti, oltre 1.300 piloti e assistenti di volo di Alitalia, ad aderire allo sciopero del 20 marzo. Nelle ultime ore si è chiuso senza esito l’ultimo di una serie di incontri tra Alitaliae le organizzazionisindacali.
di Paola Pica
Le 67 «quotabili»al Festival Città Impresa
l Vicenza
Sono 67 le aziende delleVenezie individuate come quotabili dal Festival Città Impresa,dalle più note al grande pubblico come Calzedonia, Bauli, fino alle piccole eccellenze della meccanica o dei servizi.
La mappatura sarà presentata in apertura dell’ottava edizione del Festival Città Impresa domani venerdì 20 marzo, ore 10, alla Fondazione Cuoa di Altavilla Vicentina. Il rapporto, viene spiegato, «non ha nessun carattere di esaustività, né la pretesa di indicare una ricetta piuttosto di un’altra»; il dato che si vuole sotto-lineare è che, «negli anni della Grande Crisi, nelle Venezie è emerso un significativo numero di aziende che ha forti potenzialità di crescita». La Borsa è una delle vie percorribili, come dimostra il caso Ovs.
Brunello Cucinelli, PaoloMieli, Annamaria Furlan, Maurizio Martina, Gian Antonio Stella, Silvia Avallone, Corrado Passera, Matteo Marzotto, Pietro Ichino, Gianni Tamburi, Gianni Mion e Ferruccio de Bortoli sono alcuni tra i principali ospiti del Festival promosso da Venezie Post.
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Stipendi
Intesa Sanpaolo, a Messina emolumenti per 2,4 milioni Intesa Sanpaolo ha pubblicato la relazione sulla remunerazione dei consiglieri di sorveglianza e di gestione, in vista dell’assemblea. Il presidente Giovanni Bazoli per l’esercizio 2014 ha ricevuto 800 mila euro per la carica, 100 mila euro come consigliere e 13 mila euro di gettoni di presenza per la partecipazione ai comitati strategie e nomine. Il consigliere delegato Carlo Messina ha ricevuto invece uno stipendio di 1,63 milioni di euro lordi. L’importo rappresenta la sola componente fissa della retribuzione, a cui si aggiunge il variabile. Che per Messina ammonta a 190 mila euro per l’esercizio appena concluso. Il manager ha però anche una parte di retribuzione legata agli esercizi precedenti, pari a 200 mila euro in contanti e 462 mila euro in azioni come incentivi variabili. Il controvalore del bonus in azioni è aumentato per effetto dell’apprezzamento del titolo Intesa Sanpaolo, oggi a circa 3 euro. In totale il ceo guadagna 2,4 milioni.
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italia: 5049585154565257
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Corriere della Sera Sabato 21 Marzo 2015 ECONOMIA 45
L’integrazioneLa maxifusionetra le CoopGruppo da 4 miliardi
Semaforo verde per la fusione tra le tre grandi cooperative di consumatori del distretto adriatico: Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Consumatori Nordest daranno vita alla più grande coop italiana con 2,6 milioni di soci e 4,2 miliardi di euro di fatturato. Il Gruppo conta 334 punti vendita, di cui 45 ipermercati e 19.700 dipendenti. Ieri il progetto di fusione è stato votato all’unanimità dai consigli di amministrazione delle tre cooperative nelle loro sedi di Bologna, Modena e Reggio Emilia. «Con
questa scelta — spiegano — si vuole contribuire a sostenere e rilanciare ruolo ed efficacia della missione cooperativa sia nelle regioni del Nord che del Sud del Paese, confermando la idoneità e l’utilità del modello cooperativo anche in realtà sociali molto diverse». La nuova nata opera nei settori finanziario, immobiliare, assicurativo, turistico, della comunicazione e delle librerie.
Francesco Di Frischia© RIPRODUZIONE RISERVATA
Perdita a 19,1 milioniPer Fiera Milano nuovo piano industrialeFiera Milano chiude il 2014 con perdite in aumento a 19,1 milioni e ricavi stabili a 245,5 milioni. L’amministratore delegato Enrico Pazzali sottolinea però che il primo bimestre 2015 vede un aumento del fatturato del 50%. La spa incorre nella situazione prevista dall’articolo 2446 del codice civile ma le stime 2015 fanno prevedere «che la società possa ripristinare il capitale al di sopra della soglia dei due terzi». Il consiglio ieri ha approvato il piano 2015-2018.
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Nel quartier generale di Aeolus tra chimica e «pneumatici verdi»La missione in Italia e i piani del top manager Ren Jianxin, vicino al premier Li
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PECHINO Al telefono la signoraSun Jing, investor relator di Ae-olus Tyre, basata nella provin-cia cinese dello Henan, rispon-de che «è una giornata moltopiena, il nostro titolo è stato so-speso alla Borsa di Shanghai a
causa del levoci sull’an-nuncio immi-nente». Sonostaccati i cel-lulari dei por-tavoce di Chi-na NationalC h e m i c a lCorporation
(ChemChina), la capogruppo.Una fonte ci dice che «da tem-po era previsto un viaggio inItalia».
ChemChina, gruppo statale,ha 140 mila dipendenti, 40 mi-liardi di dollari di fatturato e 43miliardi di dollari di asset. Èimpegnato nella chimica, nel-l’agrochimica, nella produzio-ne di gomma e nella raffinazio-
ne di petrolio. Il presidente èRen Jianxin, 57 anni, laurea inEconomia, ex dirigente dellaLega della Gioventù comuni-sta, un centro di potere dalquale viene anche l’attuale pre-mier Li Keqiang. Nel 1984, aglialbori dell’economia di merca-to, Ren e sette amici comincia-rono con 10 mila yuan di capi-tale, meno di 1.500 euro di og-gi, la loro attività: una piccolaimpresa di detergenti per teie-re nella arretrata provincia del
Gansu. Fu un successo, dalleteiere Ren passò alla puliziadelle caldaie, degli impianti in-dustriali, del centro di lanciodelle navi spaziali Shenzhou.«Ho colto tutte le occasioni chemi sono capitate», ha racconta-to. Il salto all’inizio degli Anni90, quando Pechino ristrutturail settore statale, cedendo i ra-mi che sembrano moribondi:Ren, divenuto il re dei deter-genti chimici, se ne aggiudicò107. Compresa ChemChina. Nel
2004 ChemChina è tornatapubblica, con Ren sempre al ti-mone. E si è lanciata in un pro-gramma di globalizzazione,con acquisizioni all’estero: nel2007 il silicone di Rhodia; nel2011, per 1,5 miliardi di euro an-cora silicone con la norvegeseOrkla; poi, per 2,4 miliardi didollari, il 60% della israelianaMakhteshim Agan, primo pro-duttore mondiale di pesticidi.Ren non si accontenta: «Dopoanni di rapido sviluppo molte
industrie cinesi soffrono di ec-cesso di capacità produttiva,bisogna diversificare, non ci sipuò limitare a fare a fette unagrande torta, bisogna sapervendere la propria torta primadella concorrenza oppure cuo-cere qualcosa che gli altri nonhanno», ama ripetere.
T r a l e c o n t r o l l a t e d iChemChina c’è Aeolus. In man-darino il marchio è «Feng ShenLun Tai»: lun tai sono le gom-me per veicoli; feng è il vento, shen è la divinità. Di qui il no-me per i mercati internaziona-li: Aeolus, il dio dei venti dellamitologia greca. Fondata nel1965, è al 20° posto per ricavitra i grandi produttori mondia-li di pneumatici. Nel quartiergenerale di Jiaozuo ha impiantiper 1,3 milioni di metri quadra-ti e impiega 7 mila dipendenti.
Aeolus all’inizio era impe-gnata solo nella produzione digomme per grandi mezzi dimovimento terra e veicoli mili-tari. La svolta nel 2002, con l’in-gresso nell’automotive. Il presi-dente Wang Feng, 50 anni, è uningegnere che ha fatto tutta lacarriera nel gruppo. Uno deisuoi obiettivi è lo sviluppo di«pneumatici verdi», a bassoimpatto ambientale. Segno diquesta ambizione è anche lasponsorizzazione della vela: unequipaggio cinese partecipa al-la Volvo Ocean Race. Nome del-la barca «Dongfeng», il Ventodell’Est.
Guido Santevecchi© RIPRODUZIONE RISERVATA
Identikit
l Aeolus tyres, sede a Jiaozuo, è controllata della conglomerata ChemChina
l Nata nei pneumatici per camion, bus ed escavatrici, oggi produce oltre 5 milioni di set di gomme anche per il settore autovetture
Al vertice Ren Jianxin, 57 anni è il presidente del conglomerato cinese ChemChina
Il gruppo della Nutella
Utili Ferrero a 907 milioniFerrero International Sa, società di diritto lussemburghese che controlla il gruppo Ferrero, ha chiuso il bilancio al 31 agosto 2014 con utile ante imposte di 907 milioni, +14,2% e un risultato operativo, è scritto in una nota, «sostanzialmente stabile». Il giro d’affari si è attestato a 8,4 miliardi di euro, in crescita del 4% circa.
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Festival Città Impresa
Segafredo e le altreEcco le 80 quotabilidel Nord-EstDALLA NOSTRA INVIATA
VICENZA Se è Alberto Baban a dirlo, dev’essere vero. Questa era la terra delle piccole imprese familiari & padronali. «Familiari» lo sono anco-ra: l’80% delle aziende del Nord-Est appartiene alla categoria. «Padronali» lo sono invece — pare — sempre meno. Detta con le sue parole di ex lavoratore dipendente diventato imprendito-re di successo, come tanti altri da queste parti, nonché leader dei «Piccoli» di Confindustria: «L’idea del “paròn” da noi non esiste più, è roba da Anni 70». Con il che l’ottava edizione del
vicentino Festival Città Impre-sa, in scena da ieri mattina adomani sera, rompe già daldibattito d’apertura il diziona-rio dei cliché sui nordestini.
Con una pura constatazionegenerazionale: gli anziani chechiuderebbero, pur di nonaprire l’azienda a occhi esterni,certamente resistono, però igiovani il salto culturale l’han-
no fatto. Come ripetono tutti, dai vari palchi: ora che la
crisi è passata — sì, da qui la sensazione è que-sta, e non in omaggio al tema «Idee per la ripre-sa» — si può dire, che la recessione «ha fatto pulizia». Morale. In questa sorta di selezione più o meno naturale della specie imprenditoriale, anche nel Triveneto chi è rimasto e ha vinto è chi ha capito che, per crescere, aprirsi a capitali e/o manager esterni è un must.
La riprova è, al momento, una sfida. Il Festi-val, insieme a Tamburi Investment Partners, ha tracciato la mappa delle aziende nordestine «quotabili».
Sono ottanta, comprese le 13 che oggi non avrebbero i requisiti ma possono arrivarci via progetto Elite di Borsa Italiana. Una — Segafre-do — la quotazione l’ha annunciata giusto alla vigilia di Vicenza. Le altre, almeno un po’, segui-ranno?
Raffaella Polato© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alberto Baban, Confindustria
Global conference
Alumni Bocconi,da Grilli a Colaol’incontro di LondraDAL NOSTRO INVIATO
LONDRA Francesco Betti, 24 anni, laureando, si èappena trasferito nella City per lavorare in Deu-tsche Bank. Ha frequentato gratuitamente laBocconi perché portatore di una disabilità re-taggio di un incidente in motorino. Ha studiatoa Tel Aviv e San Paolo, ha lavorato anche in Bo-ston Consulting a Istanbul. I ragazzi come luiMario Monti, presidente dell’università mila-nese, li chiama esempi di mobilità sociale. Diun ateneo a vocazione internazionale. Che ieriha celebrato il terzo Alumni Global Conference
(dopo quelli di Singapore eNew York), appuntamento chemette a confronto gli ex stu-denti di via Sarfatti con diversepersonalità del mondo politi-co ed economico.
Ieri hanno partecipato, tragli altri, Vittorio Colao, ammi-nistratore delegato di Vodafo-ne, Vittorio Grilli, ex ministrodel Tesoro ora manager Jp
Morgan e Diego Piacentini, vicepresidente diAmazon (tra il pubblico anche il finanziere efondatore di Algebris Davide Serra). «Lo scopoè quello di rafforzare il senso di appartenenzaalla comunità bocconiana», dice Monti. Pro-prio qui a Londra molti ex alunni ricopronoposizioni di primo piano. Come Giulio Rindi,39 anni, direttore finanziario europeo di Ma-stercard, o ancora Michele Troiani, uno dei se-nior executive advisor del London StockExchange. Rileva il rettore Andrea Sironi, che in questi anni la Bocconi ha fatto registrare ri-sultati importanti nelle classifiche internazio-nali. E non può essere definita un’universitàelitista se ogni anno destina 24 milioni alle borse di studio. Aggiunge Stefano Caselli, pro-rettore all’internazionalizzazione, che uno deifiori all’occhiello è il corso quadriennale che consente agli studenti di frequentare i corsi traLos Angeles, Hong Kong e appunto Milano.
Fabio Savelli© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nella CityMario Monti
Si comunica che l'ASSEMBLEA ORDINARIA e STRAORDINARIA del CONSORZIO NA-ZIONALE IMBALLAGGI - CONAI è convocata a Milano, presso l'HOTEL PRINCIPE DISAVOIA in Piazza della Repubblica n. 17, il giorno 20 aprile 2015 alle ore 21,00 in primaconvocazione per la parte Straordinaria e il giorno 21 aprile alle ore 20 in prima con-vocazione per la parte Ordinaria e, occorrendo, alle ore 21,00 in seconda convocazioneper la parte Straordinaria, nonché eventualmente, il giorno 22 aprile alle ore 10,30,se necessario in terza convocazione per la parte Straordinaria e in seconda convo-cazione per la parte Ordinaria, per discutere e deliberare sul seguente:
ORDINE DEL GIORNOPARTE STRAORDINARIA1.Statuto consortile. Proposta di modifica degli artt. 2 (Durata), 5 (Requisiti e numero
dei consorziati), 6 (Ammissione dei consorziati - Quote di partecipazione), 7(Obblighi dei consorziati), 9 (Recesso dei consorziati), 10 (Esclusione del consorzia-to), 12 (Trasferimento delle quote), 14 (Contributo ambientale CONAI), 17(Assemblea dei consorziati), 18 (Diritto e modalità di voto), 19 (Assemblea ordina-ria), 20 (Assemblea straordinaria), 22 (Consiglio d'amministrazione), 23(Attribuzioni del Consiglio d'amministrazione), 24 (Deliberazioni del Consiglio d'am-ministrazione), 25 (Presidente - Vice Presidenti), 26 (Collegio dei sindaci), 27(Controllo contabile), 28 (Direttore generale). Inserimento del nuovo art. 35(Norma transitoria). Deliberazioni relative.
PARTE ORDINARIA1.Esame del Bilancio al 31.12.2014: Stato Patrimoniale, Conto Economico, Nota
Integrativa. Relazione degli Amministratori sulla gestione. Relazione del Collegio deiSindaci. Relazione della Società di Revisione. Deliberazioni relative.
2.Relazione del Collegio dei Sindaci al Bilancio Preventivo 2015, approvato dalConsiglio di Amministrazione.
3.Regolamento consortile: Proposte di modifica degli artt. 2 (Ammissione dei consor-ziati) 3 (Quote di partecipazione), 4 (Prelievo del contributo ambientale CONAI), 9(Elezione assembleare degli amministratori. Voto per liste), 10 (Libri obbligatori), 11(Controlli), 12 (Interessi di mora), 13 (Sanzioni), 15 (Versamento diretto del contributoambientale al CONAI), 17 (Comunicazioni). Deliberazioni relative.
4.Determinazione dei compensi degli Amministratori. Deliberazioni relative.
Le operazioni di registrazione inizieranno due ore prima dell’apertura dei lavori etermineranno all’ora di convocazione.La documentazione sulle materie all’ordine del giorno è depositata presso le sedi delConsorzio a disposizione dei consorziati, che hanno facoltà di prenderne visione.
Il PresidenteMilano, 18 marzo 2015 Roberto De Santis
www.conai.org
Sede Legale: Via Tomacelli, 132 - 00186 ROMA - Tel. 06 684141Sede Operativa: Via Litta, 5 - 20122 MILANO - Tel. 02 54044.1
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA
italia: 5049585154565257
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Corriere della Sera Domenica 22 Marzo 2015 ECONOMIA 31
L’INTERVISTA IL PRESIDENTE DI MPS
Profumo: «Lascio MontepaschiDopo l’aumento mi metto in proprio»
Uno spettro si aggira a Nordest: la successione Il confronto al Festival della Città Impresa. «L’errore? Inserire a tutti i costi i figli nei board»
Si ricomincia. E questa voltain proprio. Alessandro Profu-mo sta per chiudere la suaesperienza al Monte dei Paschi.Non deve essere stato facile perlui, abituato a essere visto comel’artefice di una delle maggiorie più difficili integrazioni nelcredito in Europa e nel mondo(quella tra l’italiana Unicredit ela tedesca Hvb, che ne ha fattoun colosso con il 3,5% del mer-cato europeo), passare gli ulti-mi anni a tentare di risollevareuna delle più sofferenti banched’Italia: il Monte dei Paschi. Azero compensi come Presiden-te (forte della liquidazione daUnicredit) ha trascorso 36 mesitra Banca d’Italia, la litigiosaprovincia senese, il ministerodell’Economia e Bruxelles.
Tre anni a tentare di far capi-re che l’istituto di Rocca Salim-beni poteva essere salvato; cheaver ingoiato il difficile bocco-ne della strapagata Antonvene-ta non significava necessaria-mente morire per soffocamen-to; che le inchieste penali nonsi sarebbero tramutate nellalenta estinzione dell’istituto. Eche soprattutto il sistema Paesepoteva permettersi, al pari diqualsiasi altra nazione dell’Eu-rozona , di sorreggere le diffi-coltà di un’istituzione finanzia-ria che all’epoca era la terzabanca in Italia. E che oggi si ap-presta a un nuovo e importantepassaggio.
E adesso Profumo …«E adesso è tutto più tran-
quillo. Sono arrivato il 28 apriledel 2012, Fabrizio (Viola ndr.)mi aveva appena preceduto nelgennaio come direttore genera-le. Pochi giorni dopo, il 5 mag-gio, c’erano 150 finanzieri alleporte della banca per una delletante inchieste penali cheavrebbero interessato le gestio-ni precedenti … ».
Un po’ pentito di aver accet-tato?
«Pentito proprio no. Non èstata una passeggiata però».
Anche perché non è finita.«Diciamo che adesso la stra-
da è segnata e, se permette, ilcompito sebbene non sempli-ce, è comunque facilitato. Per questo non ho nessun motivoper essere pentito».
Non sembra convinto.«No, sono convintissimo,
perché con il superamento deipassaggi rappresentati da As-semblea e aumento di capitalela parte più importante del risa-namento della banca potrà dir-si conclusa».
Lei usò l’espressione «ser-vizio civile» e ci fu chi ironiz-zò.
«In Italia ci sono maestri inquesto gioco della delegittima-zione. Dissero che avrei subito
litigato con Viola, che volevo fa-re il capo di Mps, non è accadu-to nulla di tutto questo e l’abbi-nata ha funzionato. La verità èche semplicemente volevo re-stituire un po’ della fortuna cheavevo avuto al Paese. Perché, ri-peto, tre anni fa la situazione era ben diversa».
Montepaschi ha avuto biso-gno di un forte aiuto pubbli-co, ben 4 miliardi dei cosid-detti Monti Bond.
«Aiuto restituito quasi com-pletamente. E con gli interessi:esattamente 720 milioni, una prima tranche di 480 e una se-conda di 240. Con il prossimoaumento di capitale restituire-mo anche l’ultima parte deiMonti Bond. Lo scenario che abbiamo dovuto affrontare fumolto peggiore del previsto. Esolo perché fummo ancora piùpessimisti sul quadro macro-economico che siamo riusciti auscire dalle secche di una crisiche poteva essere fatale».
Fatale…ha temuto di nonfarcela?
«Se dicessi che ero sicuro al100% di farcela, direi una bugia.Se devo essere sincero non eromica sicuro sa».
Addirittura…«Ma certo. Vuole mettere la
percezione che c’è del Paese og-gi e quella che c’era in queglianni? L’affidabilità dell’Italiaera ai minimi. Per una banca ilcontesto è decisivo, pensi soloal fatto che finalmente que-st’anno il primo trimestre vedràun segno più nel prodotto in-
terno lordo. L’eredità che aveva-mo ricevuto era di una bancapiena di incagli, di crediti chenon si riuscivano a riprende-re».
Ma oggi Mps è una bancapiù piccola.
«E’ più piccolo il bilancio ed,è più piccola la rete. Ma siamopiù efficienti. Segniamo un più28% nel risultato operativo».
Avete però chiesto prima 5 eora 3 miliardi al mercato.
«Ce li hanno dati allora edora abbiamo un consorzio digaranzia che evidentementecrede in noi, crede giustamentenel fatto che questa nuova Mpssarà ancora in grado di daresoddisfazione a chi punta sullabanca».
Ma avrete bisogno di unpartner, di un’aggregazione...
«E’ evidente che le dimensio-ni della competizione sono taliche pensare di farcela da solisarebbe presuntuoso. Starà aisoci decidere – anche per la ne-cessità di vedere il capitale in-vestito remunerato - ma io nonavrei dubbi».
A giudicare dal tempo im-piegato dai soci per fare unalista dei nuovi consiglieri nonhanno le idee molto chiare…l’hanno consegnata all’ultimominuto.
«Intanto li ringrazio per gliattestati di stima ricevuti. E poiqualche ragione ce l’hanno, loStatuto pone molti vincoli, daquello di genere a quello sugliindipendenti. Fatto sta che oggila banca ha un’ottima gover-
nance e un ottimo manage-ment».
Ma dovrà cercarsi un nuovopresidente perché lei lascerà.
«Sì, finito l’aumento di capi-tale, ritengo concluso il miocompito. Aiuterò, se mi sarà ri-chiesto, i soci nella scelta delnuovo presidente. Sono sicuroche il Patto sarà in grado diidentificare una persona di altolivello. Farò un po’ in ritardoquello che da tempo sto medi-tando. L’imprenditore».
L’imprenditore?«Sì, vorrei costruire una
struttura che fornisca capitali eassistenza a imprenditori mediche vogliano crescere e diventa-re grandi».
Auguri … non è una ten-denza molto in voga nel Paese
del piccolo è bello.«Al contrario, credo che ci
sia in questo Paese una gran vo-glia di giocare un ruolo all’altez-za delle aspettative. L’Italia èpiena di imprenditori che conpassione e metodo vogliono fa-re il salto».
Niente estero quindi?«Mi basta essere nell’ Inter-
national Advisory board delBanco Itau (la più grande bancaprivata in Brasile ndr.) e nel su-pervisory board della Sberbank(la maggiore banca russa e del-l’est Europa ndr.). Per il resto,l’Italia, oltre che una scommes-sa imprenditoriale e un Paeseche ha tutte le carte per tornareai livelli che merita, per me si-gnifica anche mia moglie, miofiglio, una nuora e dei nipoti,cose che contano, non crede?».
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Pochi giorni dopo l’arrivo a Siena avevo alla porta 150 uomini della Gdf per una delle tante indagini penali in corso
~ Vorrei costruire una struttura che fornisca capitali agli imprenditori medi che voglionofare il salto e diventare grandi
~
Chi èAlessandro Profumo, classe 1957, già Ceo di Unicredit, lascerà il prossimo luglio la carica di presidentedel Monte Paschi di Siena
La carriera
l Alessandro Profumo, 58 anni, ha iniziato ventenne al Banco Lariano, per poi passare alla consulenza in McKinsey e alla Bain
l È stato direttore generale della Ras e, dal 1994, è passato al Credito dove ha guidato le integrazioni con Hvb e con Capitalia
l Da tre anni è presidente del Montepaschi su designazione della Fondazione
DALLA NOSTRA INVIATA
VICENZA L’hanno evocato ilprimo giorno. Gli danno for-ma il secondo. Il fantasma chetutti vorrebbero esorcizzare, interra d’imprenditoria norde-stina, va sotto la voce «ricam-bio generazionale». Nelleaziende in cui si aggira – tante,grandi o piccole non fa diffe-renza - hanno spesso pauraanche solo a nominarlo: equi-vale a riconoscere che quel chesi è costruito in una vita è orfa-no di eredi «coinvolti» quan-do va bene, non adeguatiquando va male. Che poi,«non adeguati»: in dialetto ve-neto c’è un termine molto più
colorito, che non lascia proved’appello, ed è quello a risuo-nare dai palchi e dalle plateedel Festival Città Impresa. Epoiché è raro, che da questeparti se ne parli, quanto va in scena nella seconda giornatadell’appuntamento vicentinorompe un altro tabù del Nord-Est a capitalismo familiare dif-fuso. Qui, esempi di «affida-mento» a manager esterni cisono e funzionano: e Gian Car-lo Ferretto, presidente del-l’omonimo gruppo, mette il ca-rico della sua esperienza nel-l’affermazione convinta secon-do cui «la strada che dobbiamopercorrere è questa, anche inVeneto». Ma qui, ricorda con
felpata provocazione GiovanniCosta, vicepresidente esecutivodel consiglio di gestione di In-tesa SanPaolo, è anche dove unamministratore delegato«estraneo» dura (resiste?) «inmedia tre anni». E qui, ancora,si compie più spesso che altro-ve «l’errore più grande, ossiavoler inserire a tutti i costi figlie familiari nel consiglio d’am-ministrazione»: e Diego Bolzo-nello, per anni Ceo di Geox eoggi richiestissimo consulenteconosce a sufficienza il territo-rio e i suoi protagonisti perconcludere che così «il consi-glio finisce per non essere piùtale». Una soluzione ci sarebbe.Indicata all’unanimità, prevedeche l’imprenditore «insegni ai figli incapaci a fare l’azionista, non il padrone». Il problema, aquel punto, è se «incapace» sirivela anche il manager. Ma questa è tutta un’altra storia.
Raffaella Polato© RIPRODUZIONE RISERVATA
InterventoGiovanni Costa, vicepresidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo,è professore emerito all’Università di Padova dove insegna strategie d’impresa
La rivista Barron’s incorona Marchionnetra i 30 migliori supermanager globali
La rivista finanziaria Barron’s, considerata la «Bibbia» dei chief executive, incorona Sergio Marchionne nella Top 30 dei migliori amministratori delegati e unico esponente del settore automotive. Il manager che guida la Fca ha avuto il riconoscimento assieme ad altri «debuttanti» come Tim Cook (Apple), Robert Iger (Walt Disney) e Joseph Jimenez (Novartis). A Marchionne, la rivista attribuisce il merito di avere «creato un possibile gruppo vincente, mettendo insieme due aziende in perdita, dando vita a una impresa che potrebbe valere molto di più della somma delle sue parti». Barron’s ricorda come la fusione «ha messo alla prova tutte le capacità negoziali di questo ex avvocato, con una preferenza per i maglioni a giro collo».
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FirenzeLa banca Del Vecchiorinnova il consiglioStanghellini al vertice
FIRENZE La «Federico Del Vecchio», l’unica private banking di Firenze e cassaforte delle più importantifamiglie fiorentine, rinnova il consiglio di amministrazione. Ieri l’assemblea dei soci ha nominato presidente Lorenzo Stanghellini (foto) avvocato, docente universitario e vice presidente Pietro De Bernardi. Stanghellini, ordinario di Diritto commerciale all’università di Firenze, è considerato un uomo super partes e di grandi competenze. Subentra a Claudio Salini, già allievo di Beniamino
Andreatta, presidente da due anni che a sua volta aveva ricevuto il timone dall’attuale vice presidente di Confindustria, Antonella Mansi.Ma c’è un’altra notizia, se pur solo sussurrata, che ha fatto accendere i riflettori sulla piccola ma potente banca controllata da Etruria. Il commissario di Banca Etruria, ieri presente all’assemblea, ha promesso un rilancio della Del Vecchio che, secondo i piani del management di Etruria prima del commissariamento, doveva
essere ceduta. Dunque per almeno un paio di anni la Del Vecchio resterà a tutti gli effetti la banca del territorio. Ieri l’assemblea ha anche approvato il bilancio 2014. Il valore complessivo della raccolta diretta ed indiretta si è attestato a 689,5 milioni di euro, in crescita del 7,2% rispetto all’esercizio precedente. I crediti verso la clientela sono stati di 134,4 milioni ma la banca ha erogato 14 milioni.
Marco Gasperetti© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Daniele Manca
Il rimborso«I Monti bond li restituiremo pagando anche un bel po’ di milioni di interessi»
Sergio Marchionne, Ceo di Fca
italia: 5049585154565257
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Corriere della Sera Lunedì 23 Marzo 2015 15
CARO TARIFFEAcqua: +95,8% in dieci anniAumenti record rispetto all’Ue
Primo piano Il dossier
La data
l Ieri è stata celebratala Giornata mondiale dell’acqua. Una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite che nel 1993 ha stabilito ancheil giorno in cui celebrarla:22 marzo. Quest’anno il tema al centro della Giornataera «l’acquae lo sviluppo sostenibile»
l Un uomo consuma in media 2 litri al giorno di acqua per bere e 4 mila per alimentarsi: sono quelli che servono a produrre i cibi che mangiamo. Per produrre 1 chilo di carne, per esempio, servono fino a 15 mila litri di acqua, mentre per 1 chilo di riso 3.500
l Il 70% del consumo totale di acqua si deve all’agricoltura, il 20%alle attività industrialie il 10% al consumo domestico
Il dibattito
di Raffaella Polato
«La ripresa? C’è, ma servono riforme» Tre giorni di lavori a Vicenza. Bini Smaghi: contesto favorevole, vietato rallentare
DALLA NOSTRA INVIATA
VICENZA Complicato, parlare diEuropa ed euro nel Nord-Est.Complicato perché questa è unaterra a imprenditoria diffusache in materia è combattuta: trala razionalità, che allarga al con-tinente i confini del propriomercato domestico; e la «pan-cia», che finisce regolarmentetentata da chi di quello stesso continente brucerebbe per pri-ma cosa la moneta e dopo, viavia, tutto il resto. È dunque an-che per questo che il FestivalCittà Impresa chiude la tre gior-ni vicentina così, provando asfidare qualche altro tabù. Ci
riesce, se è vero che nella dop-pia intervista a Lorenzo BiniSmaghi (presidente designatodi Société Générale) e Ferrucciode Bortoli (direttore del Corrie-re), i consensi più forti scattanoalla seguente analisi: «Que-st’Europa ha avuto grandissimi meriti. Ci ha dato la pace, un se-colo senza guerre. Quello che
vedo oggi sono però politicipreoccupati solo di non perderevoti a casa loro. Vedo l’assenzadi grandi leader, salvo forse An-gela Merkel. Ed è pericoloso perla democrazia». Lo dice de Bor-toli. Bini Smaghi concorda. Laplatea del teatro Olimpico, gre-mita, sottolinea con l’applauso.Che qui arriva su una questionedi principio, ma non è diversodall’attenzione riservata pocoprima all’analisi più strettamen-te economica su «noi e l’Euro-pa», «noi e l’euro».
Questa è terra ricca, nono-stante i sette anni di crisi. Le fe-rite, a volte profonde, ci sonoperò anche qui. Proprio perciò
sembra quasi di sentirlo, ora, ilcollettivo respiro di sollievo: chiedi, e non c’è chi non rispon-da che «sì, dai, i segnali di ripre-sa finalmente ci sono». In mat-tinata, a Graziano Delrio hannoanche riconosciuto i meriti delgoverno: il Jobs act qui lo aspet-tavano da vent’anni almeno, percui certo che lo applaudono, ilsottosegretario alla presidenzadel Consiglio, quando dice che«il numero degli occupati e ladisponibilità delle aziende adassumere confermano che ab-biamo preso la direzione giu-sta». Adesso, nel pomeriggio,tocca però agli avvertimenti. Ri-corda Bini Smaghi: «Petrolio,
cambi, tassi: è vero che il conte-sto internazionale è favorevole,non è vero che non fosse maisuccesso prima». Era accadutonel 1999, con l’esordio dell’euro.E a metà degli Anni 80, con lochoc petrolifero. Bene. «Questonostro Paese straordinario nelleemergenze ma altrettanto pron-to a rilassarsi», come lo defini-sce de Bortoli, perse entrambele occasioni. Corre lo stesso ri-schio oggi se, ripete Bini Sma-ghi, «rallentiamo sulle rifor-me». O sugli investimenti, an-che privati: «Alzare i prezzi pen-sando solo ai profitti sarebbe unnuovo boomerang».
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31Mila euroIl Prodotto interno lordo (31.400 per la precisione) per abitante nel Nord-Est nel 2013. Al 2° posto dopo il Nord-Ovest
Qualcuno l’aveva anche previ-sto, subito bollato come uccellodel malaugurio. Quando peròtre mesi fa l’Ansa ha dato notiziache con il nuovo metodo stabili-to per calcolare le tariffe le bol-lette dell’acqua sarebbero salite quest’anno ancora del 4,8%, si ècapito che la profezia era tutt’al-tro che campata per aria. E unaindagine ancora inedita sull’an-damento dei prezzi nei servizipubblici locali ora lo conferma.Secondo l’ufficio studi dellaConfartigianato, dal 2004 al2014 le tariffe dell’acqua sonoaumentate mediamente del95,8%. Un aumento monstre,addirittura triplo rispetto allacrescita dei prezzi di quel servi-zio registrati nella media dei Pa-esi europei aderenti alla monetaunica (34,9%). Considerandoun’inflazione cumulata del21,1%, il rincaro reale è stato del74,7%, a un ritmo medio del7,5% annuo.
Stando così le cose il referen-dum del 2011 con il quale 23 mi-lioni di italiani, più del 96 percento di quanti si recarono a vo-tare, hanno deciso che i serviziidrici devono restare in manopubblica, non è certo servito acalmierare il costo dell’acqua.Un «bene comune», come reci-tava la propaganda referendaria,sempre più costoso: senza che siriesca a porre fine a una situa-zione che ci vede fra i più spre-coni del continente. Dicono idati ufficiali che nel 2014 ognifamiglia ha speso in media perla bolletta idrica 355 euro, finoal top di Firenze che con 563 eu-ro ha battuto tutte le altre città. Ese il prezzo è risultato in mediapiù alto del 6,6% rispetto all’an-no precedente, anche le perditesono aumentate del 3%. Fra bu-chi e furti si perde il 37% dell’ac-qua immessa nei tubi, con pun-te del 60% nel Lazio e in Cala-bria.
Nessun altro servizio localeha messo in evidenza dal 2004 aoggi dinamiche dei prezzi tantosostenute, a dimostrazione delfatto che l’equazione fra gestio-ne pubblica ed efficienza in Ita-lia non è affatto scontata. Ma gliutenti non si possono lamentaresoltanto dell’acqua. Prendiamo itrasporti. Negli ultimi cinqueanni i costi medi sono lievitatidel 16,2%, quasi il doppio dell’in-
flazione. Per non parlare dei ri-fiuti solidi urbani. In dieci annila tassa è cresciuta in media del61,9%: il triplo rispetto all’infla-zione e più del doppio dell’areadell’euro. Ed è un confronto chedice tutto a proposito della stra-da che abbiamo imboccato.
Nei cinque anni del federali-smo made in Italy, spiega anco-ra la Confartigianato, le tariffedei servizi pubblici non energe-
tici (acqua, trasporti e rifiuti) so-no aumentate del 25,9%, controil 13,3% nel complesso dei Paesia moneta unica. Di cui facciamoparte anche noi, contribuendocosì ad alzare decisamente lamedia dei costi. Ma non quelladella qualità.
La pulizia delle città, peresempio. L’indagine dell’euro-barometro sui livelli di soddisfa-zione degli abitanti di 83 città
dei 28 Paesi dell’Unione più Tur-chia, Islanda, Norvegia e Svizze-ra ha dato risultati sconcertanti.Quasi tutti i centri italiani presiin esame sono nelle parti bassedella classifica: Bologna occupala casella numero 46, Torino la 55, Roma è al posto 78, Napoliall’80 e Palermo addirittura al-l’82. Ci consola soltanto il dodi-cesimo posto di Verona: ma èuna consolazione piuttosto ma-
gra. Esiti non migliori arrivanoda un’altra indagine, quella cheriguarda la soddisfazione deicittadini per i trasporti pubblici.Fra i 28 Paesi dell’Unione siamoterzultimi, con il 53% di giudizipositivi, davanti soltanto a Cipro(49%) e Malta (31%).
Fuor di dubbio che la causa dicosti e inefficienza abbia a chevedere con un numero abnormedi società partecipate locali. Leamministrazioni locali hanno inportafoglio 35.311 partecipazio-ni in 7.721 imprese. Lo studio ri-corda che 3.035 di queste socie-tà hanno meno di sei dipenden-ti. Le dimensioni medie sonomolto ridotte: il 62% ha un fattu-rato inferiore a 10 milioni, rap-presentando appena il 7% dellaproduzione totale. I costi di am-ministrazione sono quindi ele-vatissimi, con 37 mila carichesociali distribuite su 26.500 per-sone. L’ex commissario straor-dinario alla spending review li aveva calcolati in 450 milioni. Lostesso Carlo Cottarelli aveva de-lineato un percorso che avrebbedovuto portare il numero diqueste partecipazioni da circa 8mila a non più di mille. La leggedi Stabilità del 2015 ha ora fissa-to il principio che entro il 31marzo gli enti locali debbano fa-re un piano di razionalizzazio-ne. Staremo a vedere. «Alle im-prese pubbliche locali è neces-saria e con urgenza una robustainiezione di efficienza. Ne vadella qualità dei servizi e dellaconvenienza di prezzi e tariffe.Le regole di una sana gestioneimprenditoriale non possonovalere solo per i privati», dice ilpresidente della Confartigiana-to Giorgio Merletti. Con un rife-rimento neppure troppo velatoal problema della concorrenza.
La sua associazione sottoli-nea che nei settori dei servizipubblici, gli affidamenti con ga-ra sono appena 269 su 13.134: il2%, contro il 52,6% di assegna-zioni dirette a società in house oimprese miste. Enorme il girod’affari. Tredici miliardi è il co-sto dei servizi, a cui vanno ag-giunti tre miliardi per trasferi-menti correnti e in conto capita-le oltre a un paio di miliardi percoprire le immancabili perdite.Totale: 18 miliardi.
Sergio Rizzo© RIPRODUZIONE RISERVATA
563Euro Il costo della bolletta idrica nel 2014 a Firenze. Ogni famiglia ha speso in media 355 euro per l’acqua
Nord-Est e impreseAl Festival Città Impresa gli applausi per Delrio quandoparla del Jobs act
TRASPORTO CIVILE SU STRADA
RACCOLTA DEI RIFIUTI
QUANTO COSTA PULIRE LE STRADE ALL’ANNOIn euro per abitante, prime cinque regioni
LazioPugliaSiciliaLiguriaValle d’Aosta
46,329,628
24,823
IL RAPPORTO 18 MILIARDI DI EURO
Variazione percentuale in 10 anni in Italia
61,5
21,1
40,4
I trasferimenti pubblici verso le partecipate locali
2 miliardi copertura perdite
13 miliardicontratti
di servizio
3 miliardi «altri trasferimenti»
Il confronto e la variazione dei prezzi (considerato 2005 = 100) *Area euro a 18 Stati
Corriere della SeraFonti: Ufficio studi Confartigianato Imprese
I dati
ItaliaArea euro*Differenza
46,716
30,7
ItaliaArea euro*Differenza
95,834,9
60,9
Variazione percentuale in 5 anni
ItaliaArea euro*Differenza
16,212,83,4
ItaliaArea euro*Differenza
33,332,40,9
Variazione percentuale in 5 anni
ItaliaArea euro*Differenza
24,210,5
13,7
ItaliaArea euro*Differenza
61,930,4
31,5
FORNITURA DELL’ACQUAVariazione percentuale in 5 anni
Variazione percentuale in 10 anni
Variazione percentuale in 10 anni
Variazione percentuale in 10 anni
Acqua, rifiutie trasporti
Inflazione
Differenza
Chi èLorenzo Bini Smaghi, 58 anni, ex membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea. È stato designato presidente di Société Générale
DAI RIFIUTI AI TRASPORTI I COSTI DEI SERVIZI LOCALI
italia: 5049585154565257
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26/03/15 08:42Vicenza, prove di dialogo tra governo e partite Iva | La nuvola del lavoro
Pagina 1 di 3http://nuvola.corriere.it/2015/03/26/vicenza-prove-di-dialogo-tra-governo-e-partite-iva/
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La nuvola del lavorodi Corriere - @Corriereit
Vicenza, prove di dialogo tra governo e partiteIva26 MARZO 2015 | di La Redazione (+5)LAVORO
Dario Di Vico ha moderato la discussione fra tre rappresentanti diassociazioni del lavoro autonomo professionale (Gaetano Stellaper Confprofessioni, Andrea Dili per Alta Partecipazione e io perActa) e Tommaso Nannicini e Tiziano Treu, in rappresentanza di
Il tempo stimato per la lettura di questo post è di 5 minuto\i.
di Anna Soru di Anna Soru
Sabato 21 marzo a Vicenza uno dei dibattiti organizzati nell’ambito del Festival CittaFestival CittaImpresaImpresa è stato dedicato al nuovo lavoro autonomo, ai freelance.
Rivista con spirale
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26/03/15 08:42Vicenza, prove di dialogo tra governo e partite Iva | La nuvola del lavoro
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Governo e Istituzioni. E’ stato un confronto vivace, a botta erisposta, senza discorsi preconfezionati, aperto anche adinterventi del pubblico, folto e interessato.
Anche sul fronte welfarewelfare potrebbe esserci qualche novità nelbreve periodo, in particolare sulla malattia (indennità piùconsistenti e sospensione dei versamenti INPS), forse con unpiccolo rialzo della contribuzione per assistenza, e sulla maternità(oltre all’eliminazione dell’obbligo di astensione per le mamme, cisaranno i congedi parentali per i papà?)
Numerosi i temi trattati: aliquota contributiva della Gestione Separata, fisco, accesso ai fondieuropei per i lavoratori autonomi, ammortizzatori sociali per i dipendenti di studiprofessionali, inadeguatezza delle pensioni contributiveinadeguatezza delle pensioni contributive.
Dopo l’intervento in extremis con cui il Governo ha prorogato la situazione del 2014 a tutto il2015, quali misure sono allo studio per agire in maniera più organica e strutturata suquest’area del lavoro trascurata da jobs Act e legge di stabilità?quest’area del lavoro trascurata da jobs Act e legge di stabilità?
Tommaso Nannicini ha spiegato che il Governo sta lavorando sulla delega fiscale e dovrebbemantenere in vita, con qualche ritocco, i due regimi attuali: quello “vecchio” (con aliquotaaliquotamolto bassamolto bassa) diretto a sostenere chi avvia un’attività, e quello nuovo, meno vantaggioso intermini di aliquota, ma aperto a tutti e con una soglia più elevata di quella attuale (pur nonvolendo “dare numeri”, ha accennato all’ipotesi di un innalzamento a 30.000 euroun innalzamento a 30.000 euro).
Sono previste anche altre misure di alleggerimento fiscale, tra cui il riconoscimento dellericonoscimento dellespese di formazionespese di formazione (si spera senza alcun vincolo di certificazione della formazione) e forseci sono margini per rivedere più in generale il sistema delle detrazioni e deduzioni, pereliminare alcune differenze con il lavoro dipendente (omogeneizzare la “no tax area” ) eprendere atto che gli investimenti e le spese del nuovo lavoro autonomo non sono quellicontemplati in uno schema che è rimasto modellato sull’impresa manifatturiera.
Per quanto riguarda la contribuzione pensionistica si è parlato di una possibile convergenzasu un’aliquota del 25-26%un’aliquota del 25-26%, ma questo non è un tema che sarà affrontato nel breve periodo.Speriamo di non dover ricorrere alla solita mobilitazione di fine anno.
Infine, decisamente non all’ordine del giorno il tema delle pensioni contributive, che interessanell’immediato gli iscritti alla Gestione Separata INPS e in prospettiva tutti. Treu ha ricordatol’esperienza svedesel’esperienza svedese. La Svezia, che ha introdotto il sistema contributivo subito dopol’Italia, per assicurare una pensione adeguata anche ai “contributivi” è intervenuta su duefronti: la costruzione di una pensione base, aggiuntiva a quella maturata con la contribuzione,a carico della fiscalità generale, e un parziale opting out che permetta di affiancare allapensione pubblica una pensione privata. Interventi di questo tipo tuttavia sono onerosi, moltoonerosi…
Insomma dal momento che mancano le risorse il problema è rinviatil problema è rinviato, anche perché nonc’è una pressione dell’opinione pubblica. Sino a quando? L’incontro si è chiuso con laproposta di Di Vico di organizzare un nuovo confronto tra 3 mesi, in cui verificare lo stato diavanzamento dei lavori.
MERCOLEDÌ 11 MARZO 2015 - ANNO XIV - N. 59 REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via F. Rismondo 2/E - 35131 Padova - Tel 049 8238811 - Fax 049 8238831 E-mail: corriereveneto@corriereveneto.it Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente
corrieredelveneto.itLE ALTRE EDIZIONI: Venezia-Mestre, Padova-Rovigo, Treviso-Belluno, Corriere di Verona VICENZA E BASSANO
Il volume«Uomini e libri»Andreose, una vita con gli scrittori
Lo spettacoloTorna il KaraokeSul palco si cantacon Pintus
a pagina 17 Visentin a pagina 18 Verni
Teatro«Psycho killer»La cronaca neradiventa narrazione
a pagina 19 Boccaletto
IL VOTO SUL BILANCIO
Fuochi elettoraliBilancio fermoConsiglio in stallo
L e tensioni tra Zaia e Tosi, lefrantumazioni interne alla
maggioranza di centrodestra ele alleanze per le prossime ele-zioni regionali hanno tenutobanco per tutta la giornata diconsiglio. E il bilancio? È statogiusto presentato dai relatori,poi il dibattito è andato a para-re su argomenti completamen-te diversi.
a pagina 5 Antonini
di Corrado Poli
Tra qualche giorno sarà aperto ilpenultimo tratto dell’autostrada A31Sud che collega Vicenza a Rovigo. Per ilcompletamento, sei chilometri, se neparla a maggio. Come sempre negli
ultimi trent’anni, s’è molto discusso sulla sua opportunità e sugli impatti paesaggistici e ambientali che provoca. Il ritardo nel completamento è dovuto anche a un’inchiesta dell’Antimafia per presunti interramenti di rifiuti tossici nel sedime stradale. Chiunque percorra l’intera autostrada nota la radicale diversità nel disegno del tratto Nord rispetto al nuovo. Alcune differenze dipendono dalle normative vigenti quando furono progettate; altre vogliamo pensare che siano solo scelte estetiche. A Nord s’è optato – con buoni risultati – di mitigare gli impatti visivi, mimetizzando caselli e ponti, nascondendo parte del tracciato in trincee e usando aree verdi di transizione. A Sud, invece, sembra che i progettisti abbiano voluto realizzare un manufatto il più evidente possibile, separandolo dal contesto naturale e insediativo. I ponti «strallati», cioè con piloni e cavi sviluppati in altezza, visibili a chilometri di distanza, non rispondono a imprescindibili esigenze tecniche considerata la modestia dei tratti da superare. I caselli – sempre più superflui grazie ai Telepass o alla Vignette – sono costruzioni evidentissime sul territorio ed estranee all’architettura locale. Anche in località minori sono state realizzate ben quattro stazioni e relativi svincoli (due in entrata e due in uscita) con quattro barriere, grandi tettoie e soprattutto con quattro torri circolari ben evidenti in territori poco costruiti dove l’agricoltura resta un’attività importante. Per non parlare della profusione di acciaio, di illuminazione e dell’evidenza dei sovrappassi anch’essi disegnati senza attenzione a un inserimento morbido nel paesaggio. Sui gusti non si discute, ma cosa s’è voluto comunicare con questa dimostrazione di materialità e di forza artificiale? Perché non s’è preferito un disegno a minore impatto visuale? Oggi, in Italia e in genere in occidente, le autostrade sono considerate delle necessità più che immagini del progresso. Viene da pensare che la scelta dei progettisti e degli amministratori dell’A31 si colleghi alla vecchia idea che lo sviluppo delle costruzioni e dell’industria rappresenti tuttora il futuro. E di questo vadano orgogliosi nonostante la crisi stia facendo chiudere molte industrie e comparti obsoleti che s’erano insediati nel basso Veneto grazie agli incentivi nazionali ed europei. Allo stesso tempo, queste aree, un tempo tra le più povere d’Italia, conoscono oggi un relativo benessere grazie ad alcune attività competitive in sviluppo. L’architettura dell’A31 Sud rispecchia indubbiamente una specifica cultura: siamo sicuri che sia quella più adatta ai tempi correnti?
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Valdastico, due modelli
IL NORD E IL SUDDI UN’AUTOSTRADA
Atto finale La nota dopo una giornata tra voci e smentite. Zaia: «Finite le beghe. Ora si volta pagina»
Salvini: «Tosi fuori dalla Lega»Il leader: «Ho provato a mediare ricevendo solo no». Il sindaco: «Matteo come Caino»
VENEZIA La nota arriva in seratadopo una giornata convulsa travoci e smentite. Nel pomerig-gio da via Bellerio, poche oredopo la scadenza dell’ultima-tum, arriva la comunicazioneche Flavio Tosi «non è statoespulso». Poi in serata, dopo latrasmissione tv Otto e mezzo incui il segretario veneto ha datola sua versione dello strappo, illeader ha mandato una nota:«Tosi è fuori dalla Lega».alle pagine 2 e 3 Bonet, Corazza
Il caso La scommessa di un gruppo di imprenditori e di Coldiretti
Il Veneto riapre le filande: rinasce una via della setaHanno importato bozzoli dal Sud Italia e hanno lanciato la scommessa sul mercato: aprire delle filande come già accadeva in Veneto mezzo secolo fa. È il progetto di alcuni imprenditori in collaborazione con la Coldiretti.
a pagina 7 Priante
Fusione Bpvi-Veneto Banca, sindacati cauti sull’ipotesi
I presidenti di Bpvi e Veneto Banca,Gianni Zonin e Francesco Favotto,riaprono il dialogo e fanno intrav-vedere il possibile ritorno di unpiano per la fusione, a valle della
trasformazione parallela delle due po-polari in spa. Il tema resta sempre il cre-dito in calo alle imprese servite da en-trambe le banche e le sovrapposizionidi filiali, con i relativi pesanti esuberi.
a pagina 15 Nicoletti
LA RASSEGNA
Dalla Borsa al Jobs ActFestival Città Impresa,le idee per ripartire
a pagina 15 Todescan
U na bravata pagata a caroprezzo quella compiuta la
scorsa notte da un diciottennetrevigiano di Mareno che senzapatente si è messo alla guidadell’auto del padrino. Seduto alsuo fianco l’amico sedicenne.Alla prima curva lo schianto: ilminorenne è gravissimo.
a pagina 9 Beltrame
NEL TREVIGIANO
SENZA PATENTESI LANCIA IN AUTODUE FERITI GRAVI
Distrutta L’auto dopo lo schianto
COSTI DELLA POLITICA
Spese dei gruppiAnche il 2014nel mirino dellaCorte dei conti
D opo i rendiconti del 2012 equelli del 2013, nel mirino
della Corte dei conti finisconoora anche quelli relativi allespese sostenute dai gruppi nel2014. Una richiesta di chiari-menti a tempo di record, quellaplanata lunedì sera a PalazzoFerro Fini: i plichi con i contrat-ti, le fatture e gli scontrini sonoinfatti stati depositati solo il 25febbraio e la delibera della Cor-te è datata 5 marzo. a pagina 5
NEL VERONESE
Parroco difendela moschea:i fedeli l’attaccano
I n un paesino nel Veronese ilparroco, durante l’omelia
domenicale, ha difeso l’apertu-ra di una moschea. Iniziativache ha scatenato polemiche e attacchi nei confronti del sa-cerdote. Che si difende: «Chimi critica si rilegga il Vangelo».
a pagina 9 Presazzi
TORRI Ha visto le fiamme in ca-sa e ha cercato di spegnerle dasola. Ma il caldo e il fumo l’han-no fatta cadere e poi urlare finoa svenire. A salvarla è stata uncontadino che passava neipressi dell’abitazione di AngelaSpiller, 78 anni, a Torri di Quar-tesolo. Ora l’anziana, che vivecon un figlio, è ricoverata inospedale. L’incendio sarebbescaturito da un corto circuitopartito da un vecchio frigorife-ro. A spegnere le fiamme che inbreve hanno avvolto la stanzasono stati i vigili del fuoco.
a pagina 13 Alba
Anziana salvata nella casa in fiammeTorri, la donna voleva spegnere il fuoco da sola ma è caduta. Aiutata da un passante
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Corriere del Veneto Mercoledì 11 Marzo 2015 VI15
Economia
Credito ed esuberi, sindacati cauti sulla fusione Veneto Banca-BpviMontebelluna manda avanti il piano industriale, dopo il dialogo riaperto
Aeroporti
Catullo in rosso ma senza debitiArena: «Prontiper il rilancio»VERONA Il Catullo chiude il bilancio 2014 con unaumento delle perdite ma si libera del fardellostorico del debito: «Mai successo negli ultimidieci anni», sottolinea il presidente Paolo Arena.Il cda ha approvato ieri i primi conti della nuovaepoca Save. Che sale al 40,3%, avvicinandosi al nocciolo dei soci pubblici di Aerogest (47%).
Presidente, si sta compiendo la conquistadel controllo del gruppo di Enrico Marchi?
«Si è compiuta solo un’operazione di acquistodelle partecipazioni del Banco Popolare, della Ca-mera di commercio di Brescia e della Provincia diMantova, tutti soci che hanno scelto il diritto direcesso in seguito all’integrazione con Save. E ilnuovo azionista ha esercitato il diritto a rilevarle.Ma non ci saranno ulteriori passi a breve: gli ac-cordi sottoscritti fissano per i prossimi 5 anni una differenza di almeno cinque punti a favore diAerogest nel confronto con le quote con Save».
Come commenta i numeri del bilancio?«Interessanti: se si guarda oltre l’ultima riga
che vede il risultato consolidato negativo, sco-priamo fondamentali in miglioramento. Mi rife-risco alla redditività (Ebitda in crescita del 27% a8,2 milioni), al fatturato (36,8 milioni, +9% rispet-to al 2013) e soprattutto al debito, che abbiamoazzerato. Anzi, la società ora mostra una posizio-ne finanziaria netta positiva per 10,3 milioni».
Questo è un effetto dell’aumento di capitale.«Certo. Ma li facevamo anche negli anni prece-
denti, e l’indebitamento non calava».C’è poi, però, questo sensibile peggiora-
mento del risultato netto: -8,8 milioni contro i-3,2 dell’anno precedente.
«Oggi la società è liquida e ben patrimonializ-zata. Questo è ciò che conta per farla ripartire».
Ma l’utile si potrà rivedere nel 2015?«Per quanto riguarda la business unit Catullo,
senz’altro. Resta la vicenda Montichiari, il cui ri-lancio dipende dall’intesa che stiamo cercandodi finalizzare con Sacbo di Bergamo».
Con molto ottimismo si era parlato di un ac-cordo entro i primi mesi dell’anno...
«La volontà di entrambi è di fare il più veloce-mente possibile. Ma in queste cose subentranoproblemi che richiedono tempi tecnici».
A giugno c’è la sentenza del Consiglio di Sta-to sulla concessione di Montichiari.
«Credo che lo sforzo sia di arrivare in tempoutile per quella scadenza».
E il piano industriale? Marchi ha parlato di70 milioni di investimenti.
«Il management sta lavorando per aggiornareil business plan da sottoporre ai soci. Presto si potrà avere un quadro completo di obiettivi di bi-lancio e risorse finanziarie».
Claudio Trabona© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fine di un’epoca
A Montebelluna
Un’assemblea di Veneto Banca: si terrà quest’anno il 18 aprile. Ma subito dopo la popolare punta ad un’assemblea straordinaria per la trasformazione in spa
A Vicenza
L’assemblea di Banca popolare di Vicenza. Quest’anno si terrà l’11 aprile; ma anche qui l’obiettivo è una convocazione bis per trasfor-marsi in spa già a giugno
VENEZIA Veneto Banca avanza supiano industriale e bilancio. Banca popolare di Vicenza av-via il confronto sulla trasfor-mazione in spa. Popolari vene-te al lavoro, ieri, sullo sfondodella riapertura del dialogo traVicenza e Montebelluna. Dialo-go riaperto dopo le dichiara-zioni di sabato del presidentedi Banca popolare di Vicenza,Gianni Zonin, riapertura poiconfermata dal presidente diVeneto Banca, Francesco Favot-to. A far saltare il muro contromuro, la necessità di confron-tarsi sul decreto di trasforma-zione delle popolari in spa e suirelativi piani. Dialogo accelera-to poi dalla scelta parallela del-le due popolari di trasformarsisubito in spa, sfruttando i dueanni di tetto azionario al 5%.Già a giugno, a Vicenza, comeha confermato sabato Zonin,secondo un piano che sarà sve-lato entro due settimane. Maanche a Montebelluna si puntaad informare i soci sulla con-versione nell’assemblea del 18aprile, puntando ad un’assem-blea straordinaria, se tutto filaliscio, già il mese successivo.Cosa che permetterebbe, in at-tesa del passaggio a spa, di so-spendere la delicata valutazio-ne dell’azione e di risolvere ilnodo del rinnovo dei 4 consi-glieri in scadenza con una loroconferma, in attesa del nuovocda della spa. Ma è chiaro chela riapertura del dialogo e ilprocedere su binari parallelipotrebbe da un certo punto inavanti aprire il dialogo vero sul-la fusione. Cosa ancora al di làda venire, per ora, da quel cherisulta.
Intanto a Montebellunaavanza la discussione sul pianoindustriale, che dovrebbe esserapprovato il 24 marzo. E si at-tende l’approvazione del bilan-cio 2014. Qui un rischio - dopoil precedente di Vicenza, cheaveva dovuto far salire la svalu-tazione degli avviamenti, tra inumeri preliminari e quelli de-
finitivi, dal 25% al 65%, da 230 a370 milioni, con le perdite dibilancio lievitate da 497 a 758milioni - è che il conto dellasvalutazione dei conti prelimi-nari dell’11 febbraio, per 390milioni, il 41% del valore nonsia sufficiente, e che l’operazio-
ne vada rafforzata. Con effetti ovviamente sui 650 milioni dieuro di perdita.
Fin qui i fatti. Che si muovo-no sulla prospettiva riaperta diun’operazione Vicenza-Monte-belluna. Che parte dalle stessevalutazioni che l’avevano bloc-
cata lo scorso anno: le imprese,affidate da entrambe le ban-che, che rischiano una riduzio-ne del credito; e le pesanti so-vrapposizioni di filiali e di duesedi centrali ad una distanza di50 chilometri (700 i dipendentisolo a Veneto Banca). Solo inVeneto, Banca popolare di Vi-cenza ha 272 sportelli, VenetoBanca 174. A confrontare le reti,saltano fuori 62 filiali in so-vrapposizione nei Comuni pe-riferici. Senza contare quelle nei centri principali. Per dire:solo a Castelfranco Veneto Vi-cenza schiera 5 filiali, Monte-belluna 3; a Mestre il confrontoè di 2 a 3, a Padova di sei perparte, a Treviso 4 per Bpvi e 6per Veneto Banca, a Vicenza 17sportelli per Bpvi e 3 per VenetoBanca, a Verona Bpvi ha 6 filialie Veneto Banca 7. Tenendosistretti, si arriva ad almeno a 90filiali in sovrapposizione.
Certo sull’altro piatto dellabilancia vanno tenuti in contogli elementi a favore: le basi so-ciali in buona parte sovrappo-ste e il vantaggio di limitare, suiprezzi delle azioni, i contrac-colpi rispetto ad operazioni con banche quotate. In più unafusione salverebbe la testa in Veneto di una banca di rilievo,più difficilmente scalabile. In questo quadro, i sindacati fre-nano sulla fusione. Ma sonocauti, viste anche le altre varia-bili in gioco. «L’operazionenon è favorevole per il persona-le - dice Luca Ongaro, coordi-natore Fisac Cgil in Veneto Ban-ca -. Poi non si può più ragiona-re per campanili e si tratta divedere se l’operazione vienegestita con un piano industria-le».«Meglio fusioni piuttostodi banche o fondi stranieri - di-ce Giuliano Xausa, coordinato-re Fabi in Bpvi -. Con VenetoBanca ci sarebbero uniformitàdi clientela e soci; ma restereb-bero preoccupazioni su credi-to, esuberi e sovrapposizioni».
Federico Nicoletti© RIPRODUZIONE RISERVATA
La rassegna Dalla Borsa al Jobs act: Città Impresaecco le idee per ripartire del Festival
VICENZA Con l’ambizione dimettere in fila le «Idee per la ri-presa», il Festival Città Impresasbarca quest’anno a Vicenza davenerdì 20 a domenica 22 mar-zo. Qualche spunto per il rilan-cio economico emerge già daititoli degli eventi: la propostadi puntare sulla quotazione inBorsa per le più solide medieimprese del Nordest stringen-do un’alleanza con il mondo fi-nanziario, la riforma del lavorocreata con il Jobs act come mo-tore per una nuova occupazio-ne specie giovanile, lo sfrutta-mento dei brevetti come formadi export immateriale alla por-tata del tessuto di micro impre-se che sanno innovare.
Promosso da Post Editori,Fondazione Cuoa e FondazioneCorriere della Sera con nume-rosi partner del territorio, perl’ottava edizione l’evento si spo-sta da Schio al capoluogo beri-co puntando a «mettere in re-
lazione le forze del territorio delle Venezie e le elite naziona-li», come spiega Dario Di Vico,editorialista ed inviato del Cor-riere della Sera e direttore delFestival, affiancato dall’econo-mista Stefano Micelli nel ruolodi direttore scientifico. Non ca-suale la scelta di Vicenza: «Un
omaggio – dice Di Vico - al mo-dello di welfare aziendale dicui fu pioniere Alessandro Ros-si cento anni prima di AdrianoOlivetti. Una tradizione in pas-sato snobisticamente bollata come paternalista, e che oggiinvece andrebbe recuperata».A Rossi è dedicato un convegnonella giornata inaugurale (ore15) alla Fondazione Zoé.
Poche ore prima, alle 10, alCuoa di Altavilla Vicentina saràpresentato uno studio su «Lequotabili delle Venezie. Finan-za e manifattura: nuove allean-ze per crescere». «C’è una pat-tuglia di aziende che avrebberole carte in regola, se volessero,per quotarsi andando a cacciadi risparmi sul mercato – diceDi Vico - Dopo sei anni di crisiabbiamo studiato alcune deci-ne di imprese del Nordest chepotrebbero sfruttare le oppor-tunità del mercato azionario,considerando che il risparmio
in Italia non è crollato, è solobloccato dalla paura dei rispar-miatori». La strada è quellatracciata dal colosso della mo-da accessibile veneto Ovs, gui-dato da Stefano Beraldo, che hadebuttato a Piazza Affari il 2marzo. Ne discuteranno il pre-sidente di Confindustria Vene-to, Roberto Zuccato, LucaPeyrano di Borsa Italiana, eGiovanni Tamburi, ad dellabanca d’affari Tip. Accanto a lo-ro le testimonianze di AlbertoBaban, presidente nazionaledella Piccola Industria di Con-findustria, l’ad di Fila MassimoCandela, il presidente di Benet-ton Group Gianni Mion e PaoloGubitta, docente di organizza-zione aziendale all’Universitàdi Padova e al Cuoa.
I dati sull’aumento delle as-sunzioni in Veneto, che sareb-bero state favorite dal Jobs Act edagli sgravi fiscali approvati dalgoverno, offrono lo spunto per
il dibattito «Il Jobs Act comin-cia dalle Venezie?», con il vice-presidente di ConfindustriaStefano Dolcetta, il presidentevicentino Giuseppe Zigliotto, lasegretaria della Cisl AnnamariaFurlan e il senatore Pd PietroIchino (venerdì 20 marzo, ore18, palazzo Bonin Longare).
Un altro spunto è quello chetraccia una strada alternativaall’export tradizionale «fisico»attuato dalle imprese, quelladel licensing, la cessione dibrevetti all’estero. Se ne parlain «Investire in proprietà intel-lettuale» (alle 16.30 di sabato 21marzo al Teatro Olimpico), do-ve sarà esaminato il caso studiodel padovano Gruppo Marmo-Arredo, che recentemente haguadagnato dal trasferire a unaditta neozelandese la licenza eil know how di una particolarelavorazione, evitando costi e ri-schi dell’invio del prodotto fi-nito.
A proposito di capitale im-materiale e lavoro intellettuale,una tavola rotonda sul nuovolavoro autonomo delle PartiteIva e dei freelance è in pro-gramma sabato 21 marzo, alle16.30, alla Fondazione Zoé.
Giulio Todescan© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dario Di VIco e Stefano Micelli, alla guida dell’edizione 2015 del FestivalCittà Impresa
Dove
l La rassegna Trentadue eventi e cento ospiti: il Festival Città Impresa si svolge fra il Teatro Olimpico, Palazzo Bonin Longare, la Fondazione Zoé e la libreria Galla, in centro a Vicenza, e al Cuoa di Altavilla.
Presidenti
Gianni Zonin (in alto) e Francesco Favotto, presidenti di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca: hanno riaperto il dialogo tra le due popolari intorno al decreto del governo ella trasformazione in spa, facendo intravvedere in prospettiva una fusione
Telecomunicazioni
Schneck presidente di InfracomAlbini è l’amministratore delegatoVERONA È Attilio Schneck il nuovo presidente di Infracom Italia. A nominare il presidente di A4 holding anche a capo dell’azienda controllata che si occupa di servizi informatici è stato il nuovo cda. Come amministratore delegato, invece, il cda ha scelto Giancarlo Albini, cioè proprio il presidente uscente di Infracom. Ieri, l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2014 che attesta ricavi in crescita del 2%, rispetto all’anno precedente, e pari a 97,3 milioni di euro, con un
Ebitda di 23,7 milioni che fa segnare una aumento del 5%. Anche gli ordinativi sono in crescita: 94,1 milioni, in un aumento dell’8%. Rimane negativo l’Ebit per 529mila euro, anche se in netto calo rispetto ai 13,7 milioni del 2012, mentre la perdita d’esercizio complessiva si attesta a 2,9 milioni rispetto ai 4,6 del 2013. Confermati, infine, 15 milioni di investimenti, la stessa somma stanziata l’anno scorso.
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SAVE S.p.A.ESTRATTO AVVISO DI AGGIUDICAZIONE
(D.Lgs. n. 163/2006)La società SAVE S.p.A. con sede in VialeGalileo Galilei, 30/1, Tessera Venezia, rendenoto l’esito della seguente gara: Appalto perla realizzazione della Nuova Centrale diTrigenerazione e relativa manutenzione.CIG 588505228B - C.d.P. 6.18nc. Importodi aggiudicazione € 20.178.467,12 IVAesclusa. Criteri di aggiudicazione: offertaeconomicamente più vantaggiosa. Numerodi offerte ricevute: 7. Appalto aggiudicatoin data 24.12.2014 all’Associazione Tempo-ranea di Imprese Siram S.p.A. (capo-gruppo), E.MA.PRI.CE. S.p.A. (mandante)Indirizzo postale: Via Bisceglie, 95 Milano.
L’Amministratore DelegatoPaolo Simioni
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Lunedì, 16 Marzo 2015 www.corrieredelveneto.it
R iflettere sulla ripresa. Su quali strade per-correre per far finalmente ripartire la no-stra economia, sul futuro dell’imprendito-
ria e su come i cambiamenti che ci attendono siripercuoteranno nella società. Una tre giorni diconfronto che trasformerà il Veneto, e Vicenzacome cuore della manifattura «evoluta» del Nor-dest, nella capitale delle idee.
È il Festival Città Impresa in programma da ve-nerdì 20 a domenica 22 marzo nei luoghi piùprestigiosi della città berica, tra monumenti pal-ladiani e palazzi storici.
A confrontarsi con il territorio, sarà l’élite delmondo industriale, politico, finanziario e alcunidei più importanti giornalisti italiani: tutti insie-me per ragionare su come indirizzare, anche dalpunto di vista produttivo e sul fronte degli inve-stimenti, gli anni a venire.
Questa ottava edizione del Festival organizza-to da VeneziePost (in collaborazione con Fonda-zione Cuoa, Comune di Vicenza e Fondazione Corriere della Sera) vede come presidente delComitato Scientifico Stefano Micelli, direttore diFondazione Nord Est, e avrà come filo condutto-re proprio le «idee per la ripresa», una riflessio-ne che toccherà tutti gli aspetti fondamentali agarantire il rilancio della produttività e lo svilup-po - economico ma anche sociale - del Paese.
«La manifestazione arriva in un momentoestremamente interessante in cui si notano i pri-mi segnali di rilancio dell’economia ma non si èancora delineata con assoluta certezza una ten-denza», spiega Dario Di Vico, giornalista, scritto-re, inviato del Corriere della Sera, al quale è stataaffidata la direzione dell’intero evento.
Molto di ciò che ci attende dipenderà da fatto-ri macroeconomici (petrolio, interventi della Bce e dal rapporto dollaro-euro) ma occorre an-dare oltre, viste le molte variabili - industriali,ma anche psicologiche - con le quali occorre farei conti per capire come «fare» la ripresa econo-mica, ma anche dove essa ci porterà. «Ci vuoleun’azione dal basso che sappia sfruttare appienoquei fattori che ci sono favorevoli», incalza Di Vi-co.
Da questi presupposti si svilupperanno i di-battiti che vedranno la partecipazione - tra gli al-
tri - del ministro delle Politiche Agricole Mauri-zio Martina, del direttore del Corriere della SeraFerruccio de Bortoli e del presidente Snam Lo-renzo Bini Smaghi.
Trentadue gli appuntamenti in calendario,che affronteranno tutti i temi chiave per inter-pretare le traiettorie di sviluppo e le grandi tra-sformazioni che sono già in atto. Dal Jobs Act alMade in Italy, dalle occasioni che si spalancanocon l’Expo al crowdfunding, fino al ruolo che,nella ripresa, devono giocare i giovani. Senzatralasciare le caratteristiche dell’imprenditoriadel Nordest, le aziende quotabili delle Venezie,l’importanza che ancora rivestono le partite Iva ei valori su cui si fonda l’industria veneta. Il rilan-cio del territorio parte da qui.
«Il Festival sarà anche l’occasione per chieder-ci quale ruolo possa avere la società nel favorirela rinascita della nostra economia», anticipa DiVico. «Viste le caratteristiche della crisi, che è stata così lunga e devastante, solo una mobilita-zione dell’intero tessuto sociale può determina-re una vera ripartenza».
Anche perché non sappiamo quale sarà l’eco-nomia del dopo-crisi. «Probabilmente avrà ca-ratteristiche molto diverse rispetto al passato: gliesperti dicono che i cicli produttivi lunghi ten-deranno a sparire. E, per capire che hanno ragio-ne, basta osservare quanto accaduto all’Electro-
lux: dopo la chiusura della vertenza ora c’è addi-rittura la necessità di fare straordinari, alternan-do quindi due tendenze completamenteopposte».
Festival Città Impresa vuole anche lanciare unmessaggio ben preciso: non sono soltanto gli«addetti ai lavori» a doversi interrogare su qualisiano le migliori strategie per salire finalmentesul treno della ripresa. Perché la crisi economicaha segnato profondamente gli italiani, mutan-done gli stili di vita e il modo di ragionare, dan-do vita a fenomeni nuovi ma subito entrati nellanostra quotidianità, come il car sharing e quindila disponibilità a condividere gli strumenti diservizio e di lavoro.
«Le aziende italiane devono tenere conto ditutti questi cambiamenti – conclude Dario Di Vi-co – perché gli italiani ora sono più attenti alleloro spese, alternano prodotti a basso costo al-l’acquisto di beni di lusso, hanno una maggioreattenzione alla qualità del cibo, perfino lo stilenell’abbigliamento ha risentito della recessione.E poi, a condizionare tutto, c’è la paura del futu-ro: un tempo si accumulava per potersi permet-tere una nuova casa, l’automobile dei sogni o unviaggio; oggi si risparmia per il timore che i gior-ni bui possano tornare o, addirittura, non finiremai».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Andrea Priante
Dal 20 al 22 marzo a Vicenza si riflette sulla crisi economica e sul futuro che ci attendeCompetitività e innovazioneper rilanciare il Paese
Idee per la ripresa
32Sono gli appuntamenti in programma a Vicenza per il Festival Città Impresa. Ca-lendario com-pleto su www.festivalcittaimpresa.it
Città ImpresaIL FESTIVAL DELLO SVILUPPO
Il FestivalAl giornalista Dario Di Vico è stata assegnata la direzione del Festival Città Impresa
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Supplemento al
Vicenza e Bassano
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VI3Lunedì 16 Marzo 2015Speciali Supplemento al Corriere del Veneto
I l «Festival Città Impresa»sceglie Vicenza come sededella sua ottava edizione. Edecide di guardare al futu-
ro, oltre il nero della crisi:«Idee per la ripresa» è il temaattorno a cui verteranno i tren-tadue incontri in settantadueore fra venerdì 20 e domenica22 marzo. Nella città berica siconcentreranno cento ospiti,protagonisti dell’impresa, del-l’innovazione e della politica.
La rassegna, diretta dal gior-nalista del Corriere Dario Di Vi-co e promossa da VeneziePost,Fondazione Cuoa, città di Vi-cenza e Fondazione Corrierecon numerosi partner del terri-torio, sarà un percorso con al-cuni concetti ricorrenti: dallevie innovative per uscire daltunnel della crisi ai giovani e illavoro, fino al destino dell’Eu-ropa e della sua moneta, l’euro.
Si parte dal Cuoa, la businessschool di Altavilla Vicentina,subito con un tema caldo: i rap-porti tra «economia reale» emercati finanziari, spesso rac-contati come realtà contrappo-ste. La tavola rotonda inaugura-le, «Le quotabili delle Venezie.Finanza e manifattura: nuovealleanze per crescere», è vener-dì alle ore 10, e si concluderàcon l’intervista di Dario Di Vicoa Roberto Zuccato, presidentedi Confindustria Veneto.
E se lo sguardo si dirige ver-so la ripresa, ecco che si restasulla stretta attualità con «IlJobs Act comincia dalle Vene-
l’appuntamento per sabato. Al-le 18 con Innocenzo Cipolletta,Alan Friedman e Corrado Pas-sera per scoprire «l’Italia nelpassaggio della Grande Crisi».Di seguito, dalle 21, con il presi-dente di Marsilio, Cesare DeMichelis, il sociologo Ilvo Dia-manti e il presidente di Rcs Li-bri Paolo Mieli per un talk daltitolo «Sette anni di crisi: comesono cambiati gli italiani, comeè cambiata l’Italia».
Per cambiare servono anchenuove forme di finanziamento.Una di queste è il crowdfun-ding che sarà raccontato do-menica (ore 11, FondazioneZoé) da Eva De Marco, fondatri-ce della app L’Orto in tasca, conIvana Pais, docente di sociolo-gia economica e Federico Nico-letti, del Corriere del Veneto.
«La svolta buona sulla buro-crazia... quando arriva?». Se lochiederà, sul palco dell’Olimpi-co alle 11.30 di domenica, GianAntonio Stella, firma del Cor-riere e autore del saggio «Bolli,sempre bolli, fortissimamentebolli». A rispondere sarà Gra-ziano Delrio, sottosegretarioalla Presidenza del Consiglio eautore di «Cambiando l’Italia.Rinnovare la politica, ritrovarela fiducia».
Domenica, all’Olimpico, losguardo si allarga oltre i confi-ni italiani. Su «L’Europa e l’Eu-ro», alle 17, dialogano LorenzoBini Smaghi, presidente diSnam, e Ferruccio de Bortoli,direttore del Corriere. Sul-l’evento internazionale per ec-cellenza, l’Expo milanese, vertel’evento di chiusura delle 21. Il ministro dell’agricoltura Mau-rizio Martina dialogherà su:«Meno 39 giorni all’Expo. Ache punto siamo?».
E questo è solo un «assag-gio» di quanto riserverà il Fe-stival Città Impresa.
Giulio Todescan© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dal Cuoa all’OlimpicoGli appunta-menti in calen-dario si svol-geranno in diverse location: dalla sede del Cuoa ad Altavilla al Teatro Olimpico, dalla sede di Fondazione Zoé, a Palazzo Bonin Longare e alla libreria Galla (foto Martina Micalizzi)
Jobs Act, made in Italy e la grande sfida dell’ExpoUn viaggio (lungo 3 giorni) nel futuro che ci aspetta Si comincia venerdì 20Trentadue incontri per gettare uno sguardo verso la rinascita economica
Gli ospitiSono un centinaio le personalità del mondo della finanza, dell’imprendi-toria e del giornalismo che si confronteran-no a Vicenza, nell’ambito di Festival Città Impresa
«In Borsa si cresce, ma i capitani d’industria scelgono la strada comoda»Tamburi all’incontro sulle quotabili. Baban: «Motivi antropologici: 3 imprese su 4 di proprietà di una famiglia»
«I n Germania ci sonomille aziende quota-te, in Francia 800, inItalia appena 350.
Per essere la settima potenzaindustriale nel mondo c’è qual-cosa che non funziona».
Ne è convinto Giovanni Tam-buri, presidente di Tamburi In-vestment Partners (Tip), mer-chant bank milanese che dadecenni si occupa, fra l’altro, dianalizzare le caratteristiche diquotabilità delle imprese na-zionali.
Tamburi, fra gli ospiti dellagiornata di apertura del Festi-val Città Impresa 2015, il prossi-mo 20 marzo, al Cuoa di Alta-villa Vicentina, affronterà infat-ti il tema «Le quotabili delle Ve-nezie. Finanza e manifattura:nuove alleanze per crescere»confrontandosi con relatoriquali il presidente di Confindu-stria Veneto, Roberto Zuccato,il presidente della Piccola in-dustria di Confindustria, Al-berto Baban e il presidente diBenetton Group, Gianni Mion.
«Nei salotti – sottolineaTamburi – si sentono spessocapitani d’industria dichiarareil loro interesse alla Borsa mapoi, per qualche ragione, siscelgono strade più comode. Èvero che i numeri a posto nonbastano e che non è sempliceacquisire un atteggiamento diassoluta assenza di segreti ver-so gli investitori».
Sul fatto che la quotazionesia lo strumento migliore perchi voglia crescere attraverso lafinanza ci sono pochi dubbi.«Se compagnie come Google,Facebook o Apple, che di certonon hanno bisogno di liquidi-tà, decidono di andarci vuol di-re che il sistema capitalisticomondiale di meglio non ha in-ventato». Ci può essere un peri-odo intermedio con un fondodi investimento ma «i fondi de-vono fare i traghettatori, spie-gare cosa sono la trasparenza ela certificazione dei bilanci.Purtroppo a un certo punto de-vono uscire e a volte capita chelo facciano nel momento meno
opportuno per lo sviluppo del-la società. Tolgono capitali ma-gari quando è massimo lo sfor-zo per la ricerca e lo sviluppo,per il marketing, per la comu-nicazione, tarpano le ali e nellastoria italiana non mancanocasi di processi che per questosono stati distruttivi. PagineGialle, Saeco, Ferretti...»
Tornando alla Borsa, adessoin Italia si respira un mood po-sitivo. «Per la fine del 2015 pen-so che avremo contato una de-cina di matricole, l’ideale sa-rebbe almeno 15 l’anno. Credoche operazioni come BrunelloCucinelli o Moncler abbianodimostrato come le societàmedie, andando in borsa, be-neficino di una componente dimarketing implicita nella quo-tazione stessa, la visibilità suimercati cresce esponenzial-mente. Non è necessario quo-tarsi in Italia ma se l’Italia è co-nosciuta nel mondo come unhub finanziario specie nei cir-cuiti della moda e del design lapiazza di Milano è fondamen-
tale. Per questo credo che Ser-gio Marchionne, oltre che negliUsa, farebbe bene a quotare laFerrari alla Borsa Italiana».
Se le italiane sono renitentialla quotazione, è il punto di vi-sta di Baban, questo lo si deve auna questione «socioculturalee antropologica. Il 75% delleimprese sono di proprietà diuna famiglia ed il 70% di esse ègestito direttamente dai fonda-tori. Anche in Germania il 73%delle imprese sono familiarima la gestione è affidata per il70% a manager. Per noi, insom-ma, l’azienda è un ambiente fa-miliare che, come tale, si fa fa-tica ad affidare a terzi». Ma loscenario sta cambiando. «Nonmi stupirei – pronostica – senella seconda metà di questodecennio osservassimo una ra-pida inversione di tendenza.Con grande attenzione, tutta-via, perché già oggi il 38% dellanostra borsa appartiene a capi-tali esteri».
Gianni Favero© RIPRODUZIONE RISERVATA
ProtagonistiIl presidente di Confindustria Veneto, RobertoZuccato e, sotto, Giovanni Tamburi amministratore delegato di Tip
zie?»: il senatore Pietro Ichino,il segretario nazionale della Ci-sl Annamaria Furlan, due espo-nenti di Confindustria come ilvicepresidente nazionale Stefa-no Dolcetta e il presidente vi-centino Giuseppe Zigliotto ra-gioneranno sulla riforma dellavoro che promette di far ri-partire l’occupazione (venerdìore 18, Palazzo Bonin Longare).
Ma il Festival non dimenticai modelli del passato: al pionie-re dell’industria vicentina Ales-sandro Rossi e alla sua «inven-zione del welfare aziendale», èdedicato un approfondimento
alle 15 di venerdì, a Palazzo Bo-nin Longare. In serata, fra le co-lonne del Teatro Olimpico, ec-co il «Futuro Italiano» immagi-nato dall’economista StefanoMicelli, direttore della Fonda-zione Nordest (e presidente delcomitato scientifico del Festi-
val), con l’imprenditore delcashmere Brunello Cucinelli:venerdì alle 21.
Non poteva mancare, in que-sto viaggio nella possibile ri-presa italiana, un focus su«Partite Iva e freelance, il nuo-vo lavoro autonomo». Anna So-ru di Acta, Andrea Dili di Alta Partecipazione e Gaetano Stelladi Confprofessioni incontre-ranno l’ex ministro del LavoroTiziano Treu e il consigliereeconomico di Palazzo ChigiTommasi Nannicini (sabato 21,ore 16.30, Fondazione Zoè).
Al Teatro Olimpico è doppio
I promotoriIl Festival è promosso da VeneziePost, Cuoa, Fondazione Corrieree Città di Vicenza
«Essere ponti e facilitatori di relazioni, credere nellepersone e nella loro capacità di generare cambiamenti». È (anche) questa, la mission del Festival. Lo ribadisce Ilario Novella, partner Adacta, che affianca Città Impresa nell’obiettivo di diventare un luogo di incontro tra le culture riformiste dell’area nord-orientale dell’Italia. «La nostra è una partnership naturale e da “professional firm” che ha deciso di sfidare il mercato, anche con una nuova Spa dedicata
all’advisory: non possiamo che essere accanto al territorio dal quale siamo partiti per dare il nostro contributo alla sua rinascita». Così nasce la sfida per il 2015 di Adacta: accompagnare la ripresa delle aziende ed essere un punto di riferimento nelle aree tax&legal e dell’advisory con competenze qualificate e servizi innovativi per sostenerne il loro sviluppo e dare il proprio contributo al rilancio dell’intero territorio. (m.p.)
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Novello (Adacta)«Vogliamo credere nelle persone e nel cambiamento»
Fuori dalla crisi
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VI4 Lunedì 16 Marzo 2015 Speciali Supplemento al Corriere del Veneto
Fuori dalla crisi Cento borse di studio per studenti, dall’Italia e dal mondo. Il Festival Città Impresa tiene la barra dritta verso il futuro e accoglie a bordo anche i giovani. La rassegna di eventi, dibattiti e incontri promossa da Fondazione Corriere della Sera e VeneziePost, che si svolgerà in città dal 20 al 22 marzo, offre un’occasione unica al popolo dell’università: cento borse di studio saranno consegnate ad altrettanti studenti, i migliori selezionati negli atenei italiani e internazionali, e
daranno loro la possibilità di partecipare a tutti gli eventi del festival e incontrare i protagonisti. Inoltre, ai giovani spetterà la redazione del manifesto «Giovani e lavoro: che futuro si attendono?», che verrà elaborato durante il laboratorio curato da PeopleRise «Co-creiamo il futuro del lavoro» (sabato 21 marzo, ore 11.30, Fondazione Zoé).
G.M.C.© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’iniziativaBorse di studioper i cento miglioristudenti universitari
«Rimanere in Italia, una scelta coraggiosa»A Città Impresa la scrittrice Silvia Avallone incontra i giovani. «Giusto andare all’estero, ma provo rabbia per chi è costretto a non tornare. Non ci sono certezze, oggi il lavoro serve inventarselo»
Cresciuta tra fabbriche e bellezza,Silvia Avallone è una scrittrice diBiella che oggi, trentenne, vive aBologna. Cinque anni fa, con il
suo romanzo d’esordio «Acciaio», vinse il premio Campiello opera prima, il Flaia-no, il Fregene, e si classificò seconda allo Strega. Un romanzo tradotto in 23 lingue (in Francia, con «D’Acier», ha vinto il Prixdes lecteurs de L’Express 2011), dal quale è tratto il film omonimo, prodotto da Pa-lomar. La sua ultima fatica «Marina Bel-lezza», pubblicata a fine 2013 ancora da Rizzoli, è già uscita in Germania, Francia,Belgio, Olanda, Norvegia e a primavera inSvezia.
Sabato 21 marzo, a partire dalle 15, nel-la sede Odeo del Teatro Olimpico incon-trerà un centinaio di giovani, con la par-tecipazione di Gigi Copiello, ex operaio ed ex sindacalista, autore del libro «Bru-no da Cittadella, dottore in malta» (Mar-silio). Conduce Fiorella Girardo, giorna-lista VeneziePost.
Avallone, in «Acciaio» si narra la dif-ficoltà della trasmissione dei valori dai padri operai ai figli nell’ambiente della fabbrica. In «Marina Bellezza», invece, la transizione avviene, ma col salto di una generazione. Cosa è successo?
«Sono anni diversi. Nel 2008 nessunoparlava del lavoro che mancava. Io mi stavo laureando, volevo raccontare le ac-ciaierie di Piombino. Poi tutto è cambia-to e la crisi ha fatto irruzione nei media, anche se con drammatico ritardo rispet-to alla realtà da tempo lacerata».
Nel suo secondo romanzo, i giovanirispondono allo spaesamento col ri-torno alle origini. Come mai?
«È un racconto ancora sulla provincia,spazio dove si sogna, si progetta, dove c’è la fame e mancano le occasioni. Non posso individuare strategie per superare la crisi, non ne ho le competenze. Ma vo-levo raccontare una generazione che nonha nulla da perdere e sa tirar fuori lo spi-rito dei pionieri, di chi non si arrende, di chi rimane e riconquista».
Restare, appunto. Il mantra dei gio-vani, oggi, però, è un altro: partire. Fanno bene?
«Rimanere in Italia è una scelta corag-giosa, a volte masochistica. Non esiste più il lavoro tradizionalmente inteso. Esi-stono solo le vie azzardate e precarie. Per questo ho raccontato due reazioni oppo-ste. Marina, che punta tutto sul sogno delsuccesso in televisione. E Andrea, che neldeserto ritorna al lavoro dei nonni».
Entrambi, trovano stradine laterali,quasi folli. Emblema dei tempi?
«Non ci sono più certezze. Ci hannocresciuti convincendoci che avremmo fatto lo stesso lavoro tutta la vita: inse-gnante, operaio, impiegato. Ma non è co-sì. Il lavoro serve inventarselo».
La generazione dei figli sembraquasi abbandonata, come mai?
«Io racconto giovani soli, cresciutisenza punti di riferimento. Il dramma è che si sono dimenticati i valori della fati-ca, dello studio, della gavetta, della ricer-ca. È stato troppo propagandato un mondo illusorio, quello del “tutto e subi-to”, dove vince chi è più veloce ad arraffa-re la gloria».
E i genitori dove sono?«I padri che racconto hanno perso
l’autorità, sono fragili; le madri sono suc-cubi. In “Acciaio” il clima era più dispera-to, in “Marina” l’aria è più propositiva. Siamo una generazione che nasce sulle macerie culturali della precedente, serve reinventarsi».
Di nuovo, dunque, il tema del viag-gio. Per tornare o per scappare?
«È fondamentale provare esperienzeall’estero, cambiare. Ma mi fa rabbia pen-sare a chi è costretto a non tornare, a chi non può trovare un suo spazio qui. Per questo spero di trasmettere forza e con-sapevolezza, la miniera d’oro può essere in Italia, non per forza altrove. Certo, non è facile da recuperare. Ma è in epoche co-me queste che serve coraggio. E i nostri giovani ce l’hanno».
Mauro Pigozzo© RIPRODUZIONE RISERVATA
~La scrittriceSiamo una generazione che nasce sulle macerie culturali della precedente, serve reinventarsi
ore 10 | Fondazione Cuoa | via Marconi 103, Altavilla VicentinaAPERTURA DEL FESTIVAL CITTÀ IMPRESA 2015Saluti di apertura Matteo Marzotto, Ilario Novella, Filiberto Zovico
A seguire,LE QUOTABILI DELLE VENEZIEFinanza e manifattura: nuove alleanze per crescereInterventi di Luca Peyrano, Giovanni TamburiTestimonianze di Alberto Baban, Massimo Candela, Paolo Gubitta,Gianni MionIntervista conclusiva a Roberto Zuccato Conduce Dario Di Vico
ore 15 | Palazzo Bonin Longare | corso Palladio 13, Vicenza100 ANNI PRIMA DI OLIVETTIAlessandro Rossi e l’invenzione del welfare aziendaleIntroduzione Tiziano Treu, Lidia ZoccheIntervengono Piergaetano Marchetti, Nicola Pelà, Elena ZambonConduce Marco Alfieri
ore 16.30 | Fondazione Zoé | corso Palladio 36, Vicenza (Primo piano)IN TRUST WE TRUSTSTORIE AZIENDALI: CONSERVARE IL PATRIMONIODELL’AZIENDA DI FAMIGLIA ATTRAVERSO LE GENERAZIONIIntervengono Maurizio Casalini, Paolo Gubitta, Maurizio ZordanConduce Piero Erle
ore 16.30 | Galla Caffé-Libreria Galla | piazza Castello 2, Vicenza (Primo piano)In occasione della presentazione di IL GENIO DEL GUSTOdi Alessandro Marzo MagnoDialogano con l’autore Mirco Della Vecchia, Cristina GarettoConduce Luigi Costa
ore 18 | Palazzo Bonin Longare | corso Palladio 13, VicenzaIL JOBS ACT COMINCIA DALLE VENEZIE?Introduce Giuseppe Zigliotto Saluti di apertura Benedetto TonatoIntervengono Stefano Dolcetta, Pietro Ichino, Annamaria FurlanConduce Daniele FerrazzaIn collaborazione con Anthea e AIDP Gruppo Triveneto
ore 18 | Galla Caffé-Libreria Galla | piazza Castello 2, Vicenza (Primo piano)In occasione della presentazione di RACCONTARE IL MADE IN ITALYdi Marco BettiolDialogano con l’autore Eleonora Odorizzi, Marco Palazzetti, Lucio Quaglia
ore 21 | Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoFUTURO ITALIANOIntroduce Roberta RocelliIntervengono Brunello Cucinelli, Stefano Micelli Conduce Luca VignagaIn collaborazione con Imprese di Valori–Festival Biblico
ore 10 | Fondazione Zoé | corso Palladio 36, Vicenza (Primo piano)DALLA FABBRICA LENTA AL 3D PRINTING:GLI OPPOSTI CHE SI ATTRAGGONOIntervengono Giovanni Bonotto, Ignazio Pomini Conduce Francesco Venier
ore 10 | Odeo del Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoIn occasione della presentazione di LA MORALE DEL TORNIOdi Antonio CalabròDialogano con l’autore Jacopo Bulgarini d’Elci, Marina SalamonConduce Mariano Maugeri
ore 11.30 | Odeo del Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoWHAT DO BOSSES DO? MANAGER E IMPRENDITORI:COME INNOVARE RUOLI E POTERINe discutono Diego Bolzonello, Arnaldo Camuffo, Giovanni Costa,Gabriele Del Torchio, Gian Carlo Ferretto
ore 11.30 | Fondazione Zoé | corso Palladio 36, Vicenza (Primo piano)CO-CREIAMO IL FUTURO DEL LAVOROLaboratorio a cura di Peoplerise
ore 15 | Odeo del Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoI GIOVANI E IL LAVOROSilvia Avallone dialoga con Gigi CopielloConduce Fiorella Girardo
ore 15 | Fondazione Zoé | corso Palladio 36, Vicenza (Primo piano)In occasione della presentazione di CRESCITA FELICE.PERCORSI DI FUTURO CIVILE di Francesco MoraceIntervento di saluto Agostino BonomoDialogano con l’autore Susanna Martucci Fortuna, Giorgio Soffiato,Cristian Veller Conduce Francesco CancellatoIn collaborazione con Confartigianato Vicenza
ore 16.30 | Fondazione Zoé | corso Palladio 36, Vicenza (Primo piano)PARTITE IVA E FREELANCE: IL NUOVO LAVORO AUTONOMOAndrea Dili, Anna Soru, Gaetano Stella incontrano Tommaso Nannicini,Tiziano Treu
ore 16.30 | Odeo del Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoINVESTIRE IN PROPRIETÀ INTELLETTUALEIntervengono Raffaella Bisson, Ercole Bonini, Paolo De MuriCase study Filippo Scapin, Marco Scapin Conduce Sandro Mangiaterra
ore 16.30 | Galla Caffé-Libreria Galla | piazza Castello 2, Vicenza (Primo piano)In occasione della presentazione di LA VIA DEL NORD di Giuseppe BertaDialogano con l’autore Marco Alfieri, Cristina Giudici, Giorgio Roverato
ore 18 | Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoCRESCITA E SVILUPPO: L’ITALIA NEL PASSAGGIO DELLA GRANDE CRISIIntervengono Innocenzo Cipolletta, Alan Friedman, Corrado PasseraConduce Ario Gervasutti
ore 11 | Fondazione Zoé | corso Palladio 36, Vicenza (Primo piano)In occasione della presentazione di Crowdfunding. La via collaborativaall’imprenditorialità di Ivana Pais, Paola Peretti, Chiara SpinelliCROWDFUNDING: COME RACCOGLIERE CAPITALEPER FINANZIARE NUOVE IMPRESEIntervengono Eva De Marco, Ivana Pais Conduce Federico Nicoletti
ore 11.30 | Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoLA SVOLTA BUONA SULLA BUROCRAZIA… QUANDO ARRIVA?Dialogo tra Graziano Delrio, Gian Antonio StellaConduce Alessandro Russello, direttore Corriere del Veneto
ore 15 | Odeo del Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoNEXT DESIGN THINKINGDaniele Lago intervistato da Fabio Bozzato
ore 15 | Fondazione Zoé | corso Palladio 36, Vicenza (Primo piano)GIOVANI & LAVORO: CHE FUTURO SI ATTENDONO?A cura di Peoplerise
ore 15.30 | Galla Caffé-Libreria Galla | piazza Castello 2, Vicenza (Primo piano)In occasione della presentazione di L’Olivetti dell’Ingegnere di Paolo BriccoL’OLIVETTI DI CARLO DE BENEDETTIIntervengono Paolo Bricco, Maurizio Castro, Giampiero CastanoConduce Marco Alfieri
ore 17 | Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoL’EUROPA E L’EUROIntervengono Lorenzo Bini Smaghi, Ferruccio de BortoliConduce Ferdinando Giugliano
ore 21 | Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoCONTO ALLA ROVESCIA: -39 GIORNI ALL’EXPO. A CHE PUNTO SIAMO?Evento di chiusura con il ministro Maurizio MartinaIntervento di saluto Luigi Bocca, Gilberto MuraroQuestion time con il ministro Maurizio Martina Alberto Bauli,Antonio Bortoli, Camilla Lunelli
ore 20.30 | Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoIn occasione della XV edizione del Progetto BachBUON COMPLEANNO BACH!Orchestra barocca Il Teatro Armonico
ore 21 | Teatro Olimpico | Ingresso da Stradella del Teatro OlimpicoSETTE ANNI DI CRISI: COME SONO CAMBIATI GLI ITALIANI,COME È CAMBIATA L’ITALIAIntervengono Cesare De Michelis, Ilvo Diamanti, Paolo MieliConduce Paolo Possamai
Vicenza, 20-22 marzo 2015 | www.festivalcittaimpresa.it
IL PROGRAMMAVenerdì 20 marzo Sabato 21 marzo
Domenica 22 marzo
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VI5Lunedì 16 Marzo 2015Speciali Supplemento al Corriere del Veneto
Fuori dalla crisi
S tefano Micelli è docentedi Economia e Gestionedelle imprese all’Uni-versità Ca’ Foscari di Ve-
nezia e direttore scientificodella Fondazione Nord Est; èanche presidente del comitatoscientifico del Festival Città Im-presa e autore di «Futuro Arti-giano» (Marsilio Editori). Saràtra i relatori in un incontro inti-tolato «Futuro italiano» (Tea-tro Olimpico, venerdì alle ore 21) condotto da Luca Vignaga,direttore HR Gruppo Marzotto,cui parteciperà anche BrunelloCucinelli.
Professore, qual è la sfidaoggi per le medie e piccoleimprese del Nordest?
«È in corso una rivoluzionetecnologica senza precedenti:il digitale, dopo aver trasfor-mato tanti settori legati almondo dell’informazione, oramuta alla radice la manifattura.Perciò, siamo chiamati a elabo-rare una nuova idea di produ-zione capace di mescolare il sa-per fare italiano, ancora pro-fondamente radicato nei nostriterritori, e le opportunità offer-te dalle tante altre tecnologieche mettono insieme digitale eprocessi produttivi».
Dalle stampanti 3D ai lasercutter, gli strumenti non
mancano. Come possono in-cidere nel business?
«Le stampanti 3D, così cometanti altri strumenti oggi acces-sibili a costi davvero contenuti,consentono una varietà di pro-dotto e livelli di personalizza-zione senza precedenti. Ampli-
ficano la creatività dei più gio-vani e prefigurano nuovi modidi organizzare le attività delleimprese. Per vincere la scom-messa dobbiamo puntare suigiovani e sulla loro formazio-ne».
E fin qui siamo alla descri-
zione del prodotto. Ma dalpunto di vista del marketing?
«Siamo chiamati a sfruttareal massimo le potenzialità distrumenti come Youtube e itanti social network cui la gen-te partecipa attivamente. Ilmondo ama l’italianità, dob-biamo essere capaci di raccon-tare il nostro stile, i nostri mo-delli attraverso un nuovo rac-conto collettivo».
Esempi, in tal senso, nonmancano. Ma c’è qualcuno acui ispirarsi?
«Il mondo del vino ha antici-pato molto di queste trasfor-mazioni. Chi vende vino vendela storia di una terra, prima an-cora che una bottiglia. Diverseaziende di design e della modahanno imparato a raccontarsipuntando su artisti in grado disviluppare idee e progetti inno-vativi. Anche l’architettura dimolte imprese innovative rac-conta un modo di lavorare e divivere diverso e speciale. L’in-vestimento culturale, in questosenso, non è semplice mecena-tismo. Investire in cultura è unpo’ come investire in ricercatecnologica: è benzina per lacrescita. È questo il futuro chevedo per il Nordest».
Mauro Pigozzo© RIPRODUZIONE RISERVATA
Impariamo a raccontare il nostro stileMicelli, direttore di Fondazione Nord Est: «Il digitale trasforma la manifatturaIl mondo ama l’italianità, e noi dobbiamo sfruttare le potenzialità di internet»
L’incontroAnche i brevetti si possono esportare: così si investe sulla proprietà intellettualeSi può interpretare l’export come la vendita all’estero di prodotti finiti, ma anche come la cessione in «affitto» dei propri brevetti a imprese straniere: si chiama licensing ed è incoraggiato dal Patent Box, sgravio fiscale introdotto dalla legge di Stabilità 2015. Se ne parla al dibattito «Investire in proprietà intellettuale», alle 16.30 di sabato all’Odeo del Teatro Olimpico. «Gruppo Marmo Arredo ha concluso con
successo il trasferimento di licenza e di know how a una ditta neozelandese – è l’esempio portato da Ercole Bonini (foto), dell’omonimo studio - Con il licensing si realizzano flussi di denaro significativi senza dover esportare il prodotto, evitando problemi di trasporto e costi proibitivi». Ed è proprio questo il caso che verrà discusso da Bonini con Raffaella Bisson di Vpi, e Paolo De Muri di Adacta. (g.t.)
L’incontroMicelli, venerdì al Teatro Olimpico parla di «Futuro Italiano» con Brunello Cucinelli
EconomistaStefano Micelli è docente di Economia a Ca’ Foscari e direttorescientifico di Fondazione Nord Est (foto Micalizzi)
~Con il digitale, è in corso una rivoluzione tecnologica senza precedenti
Investire in cultura è un po’ come investire in ricerca: è benzina per la crescita
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VI7Lunedì 16 Marzo 2015Speciali Supplemento al Corriere del Veneto
Fuori dalla crisi
C’ è il primo museo inItalia dedicato al gio-iello e alla produzio-ne orafa vicentina e
pure un percorso espositivo ri-cavato nel palazzo di un istitutobancario. Due esempi di unacittà che per guardare al futuroritrova il passato, valorizza lesue eccellenze e - soprattutto -stringe il rapporto fra pubblicoe privato, fra istituzioni e azien-de, tradizione e modernità.
Vicenza si presenta così neigiorni del Festival Città impre-sa. La rassegna, promossa daVeneziePost, Cuoa, città di Vi-cenza e Fondazione Corrieredella Sera, approderà nella cit-tà del Palladio dal 20 al 22 mar-zo con eventi e dibattiti. Si par-lerà di innovazione e sviluppo,investimenti e nuovi orizzonti,in una città che per le sfide delfuturo ha già puntato in una di-rezione: «Un’alleanza con ilmondo privato» afferma il vi-cesindaco, Jacopo Bulgarinid’Elci. E le testimonianze spar-se in città sono concrete.
Il primo sguardo si posa sulMuseo del Gioiello, incastona-to sotto le arcate della Basilicapalladiana che in questi mesiospita la mostra TutankhamonCaravaggio Van Gogh. A duepassi dall’ingresso dell’esposi-zione si aprono i 410 metri qua-drati dedicati alla storia e allacultura del gioiello: un proget-to ideato da Fiera di Vicenza eComune e che si articola in unpercorso scientifico e didatticocon bookshop, mostre tempo-ranee e nove sale espositive chearticolano punti di vista etero-genei. «Per le aziende - sottoli-
Una sinergia fra imprese epatrimonio culturale, dunque,considerata strada maestra an-che dal mondo dell’imprendi-toria.
«Considerare quello dellacultura e quello dell’impresacome due pianeti a sé stanti -osserva il presidente di Confin-dustria Vicenza, Giuseppe Zi-gliotto - dovrebbe apparire unassurdo ormai per tutti. Il valo-re immateriale delle nostreaziende dovrebbe contarequanto il valore materiale dei beni prodotti. Marchio, storia, qualità, eccellenza, artigianali-tà: questo è ciò che ha fattogrande l’impresa italiana e quella del Nordest».
Gian Maria Collicelli© RIPRODUZIONE RISERVATA
VicesindacoJacopo Bulgarini d’Elci (sopra) sabato 21interverrà all’incontro dal titolo «La moraledel tornio» con Marina Salamon e Mariano Maugeri
Il Museo del Gioiello, la Basilica, le icone russeCosì Vicenza si presenta all’incontro con le impreseIl capolavoro restaurato del Palladio e le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari «Il futuro della cultura è legato agli imprenditori»
In vetrinaIl Museo del Gioiello, nella Basilica palladiana, offre 410 metri quadrati di esposizione dedicata alla storia e alla cultura del gioiello. Un progetto ideato da Comune e Fiera di Vicenza
Tradizione e innovazione: l’artigianato si sposa con il digitale Il Festival passa il testimone alla settimana dedicata al settore. Bonomo: «Il saper fare guarda alle tecnologie»
A rtigiani sì, ma con ilpallino del digitale. AlFestival Città Impresac’è anche un assaggio
della Settimana dell’Artigiana-to, il tradizionale appuntamen-to di Confartigianato Vicenza che, come in una staffetta,prende idealmente il testimo-ne iniziando domenica 22 mar-zo, ultimo giorno di Città Im-presa, per poi dipanarsi fino al-la domenica successiva.
Il punto di congiunzione èl’incontro dedicato a «Crescitafelice. Percorsi di futuro civi-le», dal titolo dell’omonimo li-bro di Francesco Morace (edi-zioni Egea), che si svolgerà sa-bato 21 marzo alle 15 presso laFondazione Zoé, al centro dellacittà berica.
Moderato dal direttore deLinkiesta Francesco Cancella-to, l’incontro offrirà un mo-mento di riflessione sul futuro
del settore, dando spazio aesperienze di artigianato digi-tale.
Come Alisea Recycled&Reu-sed Objects Design, che da Ca-vazzale progetta oggetti da ma-teriali di recupero come Perpe-tua, la pluripremiata matita digrafite di recupero, esperienzache sarà raccontata dall’ammi-nistratore unico della società,Susanna Martucci Fortuna. Maaccanto a lei ci saranno ancheCristian Veller, presidente delgruppo 100100-Ict, nato in senoa Confartigianato Vicenza per diffondere la cultura del digita-le, e Giorgio Soffiato, presiden-te di Marketing Arena, agenziadi marketing digitale con basea Rovigo.
Sarà l’occasione per unoscambio di esperienze ed ela-borazioni sull’artigianato digi-tale: due mondi apparente-mente antitetici e invece in via
di rapida contaminazione edespansione.
«Confartigianato è impe-gnata in attività incentrate sul-la manifattura digitale che co-niuga il saper fare con le tecno-logie, in particolar modo quan-do le imprese si confrontanonei mercati esteri» affermaAgostino Bonomo, presidentedi Confartigianato Vicenza, cheporterà il suo saluto al dibatti-to.
«Parlo di realizzazione diprodotti che dialogano con larete - prosegue Bonomo - e cheseguono il filone dell’internetdelle cose di cui oggi tanto siparla. Questo sarà il nostrocontributo al Festival Città Im-presa e di questo parleremonelle diverse occasioni del va-sto programma della Settima-na dell’Artigianato che si svol-gerà a Vicenza dal 22 al 29 mar-zo».
Il culmine della kermesse sa-rà giovedì 26 marzo quando alTeatro Comunale farà tappa ilRoad show «Italia per le impre-se» dell’Agenzia Ice per l’inter-nazionalizzazione del sistemaproduttivo.
In mattinata, dalle 9.45 alle11.30, sarà ospite il vice mini-stro dello Sviluppo Economico,Carlo Calenda, che illustrerà glistrumenti e le strategie persbarcare sui mercati globali.
Nella sessione pomeridiana,dalle 12.30 alle 18.00, gli im-prenditori potranno scambia-re, durante incontri faccia afaccia, informazioni utili per strategie per l’export con i rap-presentanti dell’Ice, dei Mini-steri dello Sviluppo Economicoe degli Affari Esteri, di Confar-tigianato, Rete Imprese Italia,Confindustria e Unioncamere.
Giulio Todescan© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza. Sabatol’incontro su «Crescita felice»
nea il presidente di Fiera di Vi-cenza, Matteo Marzotto - il mu-seo del Gioiello è un valore ag-g i u n to , u n’o p p o r t u n i t à ,un’occasione per avere visibili-tà e immagine, anche grazie al-lo spazio da duecento metriquadrati ricavato nel museo eriservato proprio agli eventiaziendali».
Il Museo diventa l’icona delnuovo rapporto imprese-cultu-ra-territorio: «Cultura e impre-se sono amiche e non nemiche- aggiunge Marzotto - perché lacrescita del turismo e dell’im-magine di un territorio nelmondo non può che giovare al-le aziende».
L’impresa che guarda allacultura e viceversa, come avvie-ne, poco distante, alle Gallerie
di Palazzo Leoni Montanari:nell’edificio di Intesa San Paolosi mettono in mostra icone rus-se e una raccolta di opere dipittura del Settecento venezia-no, in un dialogo armonico conl’architettura degli spazi apertoalle visite di vicentini e turisti,anche stranieri. Il Palazzo, instile barocco, ha subìto due in-terventi di restauro dagli anniSettanta a oggi finanziati dalmondo privato, che ne hanno
trasformato la vocazione daluogo di rappresentanza a spa-zi con vocazione culturale edespositiva.
«Il futuro della cultura e del-l’arte si gioca nel rapporto conle imprese - afferma il vicesin-daco di Vicenza, Jacopo Bulga-rini d’Elci - e in quella che iodefinisco un’alleanza fra i duemondi». Un esempio? Il restau-ro quinquennale del valore di21 milioni di euro sulla BasilicaPalladiana, finanziato da Fon-dazione Cariverona. «Ma non siferma tutto al mecenatismo -aggiunge Bulgarini d’Elci - lastrada maestra è quella di coin-volgere le imprese, renderlesocie e attive nel processo deci-sionale sull’utilizzo del patri-monio pubblico».
SinergieIl rapporto tra imprese e patrimonio culturale si fa sempre più stretto e fondamentale
«Trust» significa «affidamento», ed è proprio sulla fiducia che si basa questo strumento di pianificazione patrimoniale di origine anglosassone, riconosciuto in Italia dal 1992. Il trust può rappresentare un’opportunità importante e, attraverso il racconto di storie d’impresa, è più facile comprendere come non esista una soluzione adatta a tutti. Ecco lo spunto da cui nasce l’incontro di venerdì alle 16.30 in Fondazione Zoé, che, partendo dal
case history della famiglia Zordan, analizza le opportunità che il trust offre. «La conservazione del valore dell’azienda attraverso le generazioni è un tema centrale», sottolinea Maurizio Casalini, partner dello studio Casalini & Zambon. «Famiglia e patrimonio sono intrecciati e il fatto che ognuno di essi giri a una velocità diversa può creare tensioni irreparabili».
M.P.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il dibattitoIl trust, quale opportunitàper le imprese?
IndustrialeGiuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza, vener-dì parteciperà all’incontro sul Jobs Act con Ichino, Furlan e Dolcetta
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Corriere del Veneto Mercoledì 18 Marzo 2015 SPETTACOLI VI19
La rassegna«Cinemamme», al PortoAstra con i bebè tra consigli e curiosità
Appuntamento speciale a «Cinemamme». Domani, alle 10, al PortoAstra di Padova, alla rassegna che porta al cinema le neomamme, si parlerà di «Manovre salvavita pediatriche» in un incontro organizzato in collaborazione con la Croce Rossa Italiana (info www.cinemamme.net). Il
tema sarà la disostruzione delle vie aeree del bambino e le regole d’oro per il sonno sicuro.Il progetto delle «Manovre salvavita pediatriche» racchiude quei percorsi, formativi e informativi, che tendono, ad aiutare chi sta a contatto con i soggetti in età pediatrica a conoscere, ad acquisire e saper
eseguire azioni e modificare i propri comportamenti per mantenere e migliorare la salute dei bambini. L’ostruzione delle vie aeree in età pediatrica è un evento abbastanza frequente e il rapido riconoscimento e trattamento può prevenire conseguenze gravi, anche fatali. In più domani mattina si parlerà anche delle «Regole d’oro per il sonno sicuro»
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del calendario è più difficile e richiede spazi alternativi. Co-munque progetteremo tre sta-gioni diverse nei tre teatri, te-nendo conto delle specificitàdel pubblico e delle città e da-remo agli spettatori la possibi-lità di crearsi degli abbona-menti “su misura”».
Incideranno anche le pecu-liarità turistiche di Venezia, Padova e Verona?
«Cercheremo di sfruttarle almeglio. A Padova c’è un impor-tante turismo religioso, a Vero-na è forte l’interesse per il mitodi Romeo e Giulietta, a Veneziapotenzieremo gli spettacoli neimusei. Non mancheranno alle-stimenti all’aperto».
Come vede il futuro assettoeconomico dello Stabile?
«Dobbiamo attendere chevenga definita l’entità del fi-nanziamento del Ministero. Aquesto dovrà corrispondere unpari finanziamento degli enti locali, Regione, Comuni. Ci au-guriamo che continueranno asostenerci. Ma non nutro parti-colari preoccupazioni: abbia-mo i conti in ordine e bilancivirtuosi».
Pensa anche a un rilanciointernazionale dello Stabile?
«È uno dei nostri obiettivi-Cercheremo di realizzare co-produzioni con soggetti inter-nazionali, in modo da essere dinuovo presenti all’estero e altempo stesso essere attrattivi inmaniera bidirezionale.
Non è però mia intenzionegestire tournée in perdita: spet-tacoli di livello, ma a costi so-stenibili».
Caterina Barone© RIPRODUZIONE RISERVATA
F inito il tour nei negozi, per Chiara Galiazzoè tempo di tornare a cantare. Ci sarà soloun’opportunità per vedere Chiara live in Ve-
neto, il 9 maggio al Gran Teatro Geox di Padova,dove è stata fissata l’unica tappa dello «Straordi-nario tour 2015», che avrà la sua data zero il 22aprile al teatro Del Viale di Castellone, Cremona(ore 21.30, info www.zedlive.com). La cantantepadovana, di Saonara, si è classificata al quintoposto tra i big dell’ultimo Festival di Sanremodove si è esibita con il brano «Straordinario». Latournée sarà incentrata sull’ultimo album «Ungiorno di sole», uscito ad ottobre, e tornato neinegozi per il Festival nella riedizione «Un giornodi sole straordinario». Rispetto alla versionestandard, il disco contiene quattro canzoni ine-dite. Oltre alla sanremese «Straordinario», il cd èimpreziosito anche dalla cover «Il volto della vi-ta», che nella sua versione originale fu portata alsuccesso da Caterina Caselli nel 1968 e che Chia-ra ha cantato all’Ariston nel giorno delle cover, lapropria versione di «Titanium» di David Guetta,e l’inedito «L’uomo senza cuore», prima canzo-ne scritta da Chiara e arrangiata per l’occasione.«Un giorno di sole» segue il precedente «Un po-sto nel mondo» che aveva ottenuto il disco d’orodopo la prima partecipazione a Sanremo nel2013. L’ultimo disco, prodotto da Fabrizio Ferra-guzzo ha tra gli autori anche Daniele Magro, concorrente clodiense della seconda edizione XFactor.
F.Ver.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gran Teatro Geox
Chiara torna «live»unico concerto venetoil 9 maggio a Padova
P iù di sessanta persone rimaste senza bi-glietto e un teatro sold out ovunque. È ini-ziata nel migliore dei modi la tournée dello
spettacolo «Django manjak’s» che ha debuttatosabato, in anteprima assoluta, al teatro Filarmo-nico di Piove di Sacco, nel padovano. «Djangomanjak’s», realizzato con il contributo di Piove Amica e dell’assessorato della cultura di Piove,racconta, attraverso la musica, il teatro, la danzae la pittura, la vita di un genio della chitarra co-me Django Reinhardt.
A raccontare la storia del chitarrista belga,morto a 43 anni a Samois-sur-Seine nel 1953, èstato Eddy Krzeptowski, artista che ha lavoratoanche nel Cirque du Soleil, che dello spettacoloha curato testi e regia, e ne è stato l’interprete principale. Krzeptowski in scena ha recitato ecantato, condividendo la musica di Reinhardt, assieme al chitarrista Gianni Bertin, il bassistaGiorgio Pellegrini, e il violinista belga Benoit Le-seure. A completare il cast sul palco è salito an-che il pittore Franco B. Spada che ha tradotto indipinti istantanei le emozioni di Reinhardt, e laballerina Sonia Bertin. Visto il successo della pri-ma di «Django manjak’s» sono arrivate molte ri-chieste e di date (info www.facebook.com/Djangomaniaks). Ad agosto lo show sarà in sce-na all’Eddie Lang Jazz Festival di Monteroduni,Isernia, per poi sbarcare a fine anno al PennabilliDjango Festival, Rimini, e tornare in Veneto, aCastelfranco e Piove di Sacco.
F.Ver.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Grande successo alla prima
«Django manjak’s»nuove date in agostotra Padova e Treviso
In scenaA sinistrala cantante padovana Chiara GaliazzoA destra, Eddy KrzeptowskiconGianni Bertin, Giorgio Pellegrini, Benoit Leseure e la ballerina Sonia Bertin
Il gelato nato nel Veneto e altre storieCuriosità e aneddoti appetitosi nella nuova edizione del libro «Il genio del gusto»
I l sorbetto era conosciuto nel-l’antica Mesopotamia, in Cina ein Egitto. Pare che Alessandro
Magno lo fornisse come refrigerioai propri soldati. Ma la rivoluzioneche trasforma il sorbetto in gelatoavviene in Veneto, quando gli abi-tanti della Valzoldana, a metà del-l’Ottocento, sostituiscono il latte all’acqua. Questa è una delle tantegustose storie che si possono leg-gere nella nuova edizione ampliatadel libro Il Genio del gusto. Come ilmangiare italiano ha conquistatoil mondo. L’autore è AlessandroMarzo Magno, 52 anni, giornalistae scrittore veneziano, che lo scorsoanno aveva pubblicato, sempre perCollezione Storica Garzanti, il libroche parlava del cibo italiano per ec-cellenza, la pizza, gli spaghetti, la polenta o il Prosecco.
«Nella prima edizione — spiegalo scrittore — mancavano alcunicibi fondamentali della gastrono-mia italiana e quindi abbiamo pen-sato di arricchire il libro con quat-tro nuovi capitoli, dedicati al risot-to, al gelato, alla cotoletta e al tira-misù». La nuova edizione escedomani, a quasi un mese dall’iniziodell’Expo a Milano. Il giorno suc-
cessivo, venerdì 20 marzo, alle16.30, sarà presentato in anteprimaal Galla Caffè in corso Palladio a Vi-cenza, nell’ambito dell’ottava edi-zione del Festival Città Impresa. Deiquattro nuovi capitoli, due riguar-dano il Veneto. In quello del gelato,
viene raccontata la rivoluzione de-gli abitanti che vivono tra Pelmo eCivetta. «Gli zoldani lavoravanonelle miniere di ferro, poi diventa-no famosi per la produzione dichiodi e chiavi. Non mancanomucche e galline e i gelatai zoldani
cominceranno ad amalgamare nelcomposto del dolce freddo anche illatte e le uova, in modo da trasfor-marlo nel gelato che conosciamooggi». Verso la metà Ottocento, «igelatai delle Dolomiti — zoldani,ma anche trentini e cadorini — co-minciano a comparire a Vienna,tanto da provocare verso la fine delsecolo le proteste dei pasticceri au-striaci. Così ai primi del Novecento,da Vienna sciameranno per il mon-do tedesco».
Nel capitolo sul tiramisù, Ales-sandro Marzo Magno intervista Ro-berto «Loly» Linguanotto, il papà«contestato, contestatissimo»,scrive l’autore, del più famoso dol-ce al cucchiaio al mondo. Lo scrit-tore veneziano intervista autorevolitestimoni della cucina trevigianaper cercare di mettere la parola finesui natali del tiramisù, citando an-che una tesi di laurea sull’argo-mento e dando spazio anche aglialtri personaggi che negli ultimianni ne hanno rivendicato la pater-nità. Al lettore tocca il compito di scoprire se con questo libro la di-sputa può ritenersi chiusa.
Antonino Padovese© RIPRODUZIONE RISERVATA
CopertinaIl libro di Alessandro Marzo Magno. A sinistra l’immagine di un gelato, che fu inventatoproprio dai veneti
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Corriere del Veneto Giovedì 19 Marzo 2015 VI11
Economia
Cattolica, maxi-cedola ai sociBedoni: «La spa? Non ci tocca»Il monte dividendi sale da 25 a 61 milioni. Il ramo vita spinge la raccolta premi
VERONA Il risultato più visibileriguarda la cedola. Cattolica, lacooperativa assicurativa quota-ta veronese, pagherà quest’an-no un monte dividendi che saleda 25 a 61 milioni di euro, quasiuna volta e mezza in più. Un da-to, approvato ieri dal cda con ilbilancio 2014, che soddisferà isoci che avevano scelto di so-stenere l’aumento di capitaleda 500 milioni di euro lanciatolo scorso autunno: i 35 centesi-mi di dividendo (in pagamentoil 20 maggio) che sarà propostoall’assemblea dei soci convoca-ta il 25 aprile è inferiore in valo-re assoluto ai 45 dello scorsoanno; ma c’è da considerareche nel frattempo, con l’au-mento di capitale, chi ha segui-to la società si trova con un nu-mero di azioni moltiplicato pertre. Ed anche chi avesse decisodi star fuori si trova su valorinon molto distanti dallo scorsoanno. In più il monte dividendirappresenta il 57% dei 107 mi-lioni di euro di utile netto, in li-nea con cedole tra il 50 e 60%promesse lo scorso autunnocon l’illustrazione del piano in-dustriale 2014-’17.
«Ma tutti i nostri indici sonoin linea con quanto illustratonel piano d’impresa. I dati sonobuoni e i risultati 2014 superio-ri a quanto pianificato», com-menta soddisfatto l’ammini-stratore delegato Giovan Batti-
sta Mazzucchelli. I numeri so-no chiari. La raccolta premicomplessiva del 2014 sale a 5,6miliardi, +29%. Ed anche a volerconsiderare come riferimentola metà dei 444 milioni di pre-mi 2013 da lavoro diretto porta-ti in dote da Fata dal secondosemestre, per Cattolica c’è co-munque un miliardo di raccol-ta in più; l’utile nett0 sale da 64a 107 milioni (anche se vannoconsiderati qui i 31 milionistraordinari di tasse dello scor-so anno e i 10 milioni di utile diFata nel 2013), il combined ra-tio (l’indice di efficienza misu-rato sul rapporto tra spese espese di sinistrosità rispetto ai
premi) migliora al 91,5% rispet-to al 93,5% di un anno fa; ilmargine di solvibilità sale da1,66 a 1,96. Sul fronte premi,Cattolica mette a segno un +41%sul ramo vita, a 3,7 miliardi,con un miliardo di raccolta inpiù; e poi c’è un +3,4% nell’auto,contando Fata, a 1,033 miliardi,e un +14% sui rami danni nonauto, a 820 milioni. E le even-tuali acquisizioni? «Siamomolto attenti a quello che av-viene», dice Mazzucchelli.
E poi c’è l’altro punto strate-gico che riguarda Cattolica, cherischia di rimanere l’unicagrande cooperativa quotata,dopo la trasformazione dellebanche popolari in spa per de-creto. Riforma che non ha toc-cato Cattolica, forse anche per-ché la società assicuratrice ha mostrato per tempo di saper ri-formare la governance, apren-do ai soci che hanno apportatocapitale, e di saper mettere incampo il rafforzamento patri-moniale dello scorso autunno.E in assemblea arriverannomodifiche statutarie che au-menteranno le deleghe in as-semblea e il numero minimo diazioni, da 100 a 300, per chie-dere l’iscrizione a socio. «Unatrasformazione in spa spette-rebbe all’assemblea. Ma è una questione che non ci riguarda -, dice il presidente Paolo Bedo-ni -. Poi non siamo assenti daltema. E siamo attenti alle scelteche faranno i partner». Ad ini-ziare dalla Banca popolare diVicenza, primo socio di Cattoli-ca, che ha annunciato una rapi-da trasformazione in spa; maanche altri partner strategici,come Ubi e Iccrea, toccate da ri-forme e autoriforme di popola-ri e Bcc. «Ma le novità per noi -conclude Bedoni - potrebberorivelarsi opportunità».
Federico Nicoletti© RIPRODUZIONE RISERVATA
Borsa, Segafredo pronta a quotarsi in maggioVeneto, 52 imprese adatte per i listini
Credito
Fondi alle imprese, il Banco chiede 5 miliardi alla BceRichieste in accelerazione, gli istituti vedono la ripresaVENEZIA Fondi alle imprese, il Banco accelera e chiede altri 5 miliardi in Bce. L’indicazione è arrivata ieri dall’amministratore delegato, Pier Francesco Saviotti, che ha confermat0 la richiesta a Francoforte di ulteriore liquidità da prestare alle imprese per 5 miliardi, nella prima asta di rifinanziamento del 2015, dopo i 3,7 miliardi chiesti nelle due aste di settembre e dicembre 2014. Altri 700 milioni di euro sono stati chiesto da Veneto Banca, dopo i 979 di dicembre. Indicazioni di richieste non sono invece venute da Banca popolare di Vicenza, che
aveva chiesto 1,2 miliardi a dicembre. Con due elementi da notare. Da un lato le richieste differenziate delle banche, da mettere forse in collegamento al capitale a disposizione per espandere gli impieghi. L’altro elemento più favorevole è l’accelerazione delle richieste: fa pensare che le banche si attendano un aumento della domanda di credito. I 5 miliardi chiesti dal Banco sono l’equivalente di quanto fatto complessivamente dalle tre popolari venete a dicembre. Numeri che fanno pensare ad una ripresa, se non iniziata, almeno attesa.
AL comando Mazzucchelli (a sinistra) e Bedoni in assemblea
VENEZIA Oviesse sta nel listinoda due settimane. Per Sega-fredo Zanetti basterà attende-re la metà di maggio e, in au-tunno, sarà la volta di Fedri-goni. Ma le società venete conconti e struttura adeguati aduna quotazione a Piazza Affa-ri sono 52, e un’altra decinaviene inserita in una catego-ria che implica una crescita fi-no alla soglia necessaria. È ilrisultato di uno studio con-dotto sulle aziende nordesti-ne da Tamburi investmentpartners (Tip) Spa e che saràpresentato domani nella gior-nata di apertura del FestivalCittà impresa, al Cuoa di Alta-villa Vicentina.
La classificazione, con unadisaggregazione per provin-cia, è stata condotta attraver-so i bilanci 2013 e, a secondadel punteggio assegnato in-crociando ricavi, margini eutili, a ciascuna di esse è statadata un’indicazione della pro-babilità di «quotabilità». Laprovincia che esprime il nu-mero più alto di sigle che, te-oricamente, domani stessopotrebbero affacciarsi allaBorsa è Verona, con 15 inse-gne, seguita da Treviso, chene conta 14 a cui si aggiungo-no però quattro casi di impre-se con percorsi di crescita. Se-guono, all’incirca con una de-cina di nomi ciascuno, i terri-tori delle province di Vicenza,Padova e Venezia, mentre ri-mangono fuori Belluno e Ro-vigo. Una quindicina in totale
sono, invece, le imprese quo-tabili individuate tra Friuli eTrentino Alto Adige.
Di tutte comunque si parle-rà più nel dettaglio nel con-fronto che ha per titolo «Lequotabili delle Venezie. Fi-nanza e manifattura: nuovealleanze per crescere», al qua-le parteciperanno l’autoredell’indagine, cioè il presi-dente di Tip, Giovanni Tam-buri «In Germania ci sonomille aziende quotate – ha ri-
cordato Tamburi - in Francia800, in Italia appena 350. Peressere la settima potenza in-dustriale nel mondo c’è qual-cosa che non funziona. Per fi-ne 2015 penso tuttavia cheavremo aggiunto una decinadi matricole, mentre un trendideale sarebbe di 15 l’anno».
Fra le debuttanti l’attesa èper Massimo Zanetti Bevera-ge Group che ieri ha formal-mente chiesto a Consob l’ap-provazione del prospetto su
cui avanzare l’offerta pubbli-ca. Le azioni riguarderannocirca il 30% del capitale e laprevisione è che la parte piùghiotta andrà in mano ad in-vestitori americani. In questigiorni è in corso un roadshow iniziato da Milano e chetoccherà Londra e New York.La quotazione, ha ricordato lostesso Zanetti, era stato deci-so per «mettere al sicuro ilpassaggio generazionale.Quando un’azienda ha azioniin mano al mercato non sonoammesse discussioni». I co-ordinatori globali sono BancaImi e Bnp Paribas che agiran-no anche da joint bookrun-ners, unitamente a Jp Morgane BB&T. Banca Imi sarà re-sponsabile del collocamentoper l’offerta pubblica; Bnp Pa-ribas agirà da sponsor.
Gianni Favero© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Festival Parte domani la tre giorni del Festival Città Impresa. Il convegno inaugurale alle 10 al Cuoa di Altavilla con Roberto Zuccato e Alberto Baban di Confindustria e il presidente di Benetton, Gianni Mion
~ZanettiMercato scelta per assicurareil passaggio generazio-nale
VENEZIA Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la ricapitalizzazione della società Veneto Nanotech con 2 milioni di euro spalmati tra il 2015 e il 2016 (previa verifica di compatibilità con il decreto «Salva Italia», ha avvertito l’assessore Ciambetti). Ma l’aula è arrivata al voto dopo quasi due ore di stallo, innescato dalla presa d’atto - rilevata dagli stessi esponenti del centrodestra - dell’impossibilità della maggioranza di garantire il numero legale. «Se la giunta è assente che senso ha che discutiamo di bilancio?» ha aperto il fuoco Leonardo Padrin (Forza Italia). «Se l’opposizione uscisse dall’aula mancherebbe il numero legale», ha evidenziato Renzo Marangon (Forza Italia) che ha puntato il dito sulla maggioranza squinternata e sbrindellata» e sulla «giunta fantasma» (Renzo Marangon). «Zaia dovrebbe essere qui a presidiare il bilancio non negli studi televisivi». «La maggioranza è frantumata e polverizzata, non ha più i numeri - è insorto Piero Ruzzante - Per ora la garantiamo noi, perché iveneti attendono risposte da quest’aula».
INNOVAZIONE
Veneto Nanotech2 milioni dalla Regione
PADOVA Roberto Vedovotto nel comitato esecutivo di Kering. Il manager veneto 49 enne, ex amministratore delegato di Safilo e ora alla guida di Kering Eyewear, la società che il colosso del lusso francese ha aperto a Padova dopo aver riportato in casa le licenze nel settore degli occhiali, per gestire direttamente il comparto, è entrato nel comitato esecutivo del colosso del lusso francese fondato da François Pinault. L’annuncio ieri, l’efficacia immediata. L’incarico porta Vedovotto al fianco di Marco Bizzarri, il manager che ha guidato il boom di Bottega Veneta per poi diventare, a gennaio, amministratore delegato di Gucci; e indica, secondo la nota emessa ieri sera da Kering, il valore strategico dell’iniziativa nel comparto degli occhiali «come una dei maggiori driver di crescita per il gruppo». Per Pinault «L’esperienza di Vedovotto nel settore dell’occhialeria e la sua conoscenza del mondo della moda forniranno un valido contributo al nostro comitato esecutivo».
LA NOMINA
Kering,Vedovotto nel comitato esecutivo
IN BREVE
La novità
Fedon lancia la sua linea di occhiali fatta in casa per i negozi negli aeroportiBELLUNO Otto modelli, ciascuno in tre varianti, con montatura in pelle, plastica e metallo e un logo quasi invisibile. È la prima collezione di occhiali a firma Fedon, la casa bellunese degli astucci per occhialeria con una linea di pelletteria e accessori che ora si allarga all’eyewear. «Abbiamo proposto quasi per scommessa un esemplare nel nostro punto vendita all’aeroporto di Fiumicino – racconta il direttore generale del gruppo, Maurizio Schiavo –e il successo è stato immediato. Abbiamo deciso di provare su larga scala».Senza disegnatori esterni e licenze, i modelli da sole sono
stati progettati in casa e la realizzazione affidata a tre laboratori, due in Cadore e uno nel Trevigiano, che dovrebbero sfornarne alcune decine di migliaia l’anno. Gli esemplari saranno disponibili dal 1. aprile solo nei negozi monomarca, con un intervallo tra 180 e 200 euro. Allo stessotempo Fedon sta spingendo nell’apertura di nuovi negozi propri, in prevalenza negli aeroporti. Un terzo punto vendita a Fiumicino sarà attivo fra pochi mesi, un altro sarà a Ciampino. A maggio un negozio aprirà i battenti a Orio al Serio, con trattative aperte sugli scali di Napoli e Catania, oltre che in hub europei.
35In centesimi di euro, il dividendo di Cattolica
5,6In miliardi di euro, la raccolta premi di Cattolica
REGIONE DEL VENETOAZIENDA U.L.S.S. 18 di ROVIGOViale Tre Martiri, 89 - 45100 Rovigo
ESTRATTO DEL BANDO DI GARAL’Azienda Ulss 18 di Rovigo ha indetto proce-dura di gara aperta, ai sensi art. 82 D.Lgs163/06 e s.m.i. per l’”Affidamento servizi as-sicurativi diversi per l’A.ULSS18 di Rovigo,per tre anni suddivisa in due lotti: Lotto 1) ri-schi diversi: incendio, furto, infortuni - Lotto2) autoveicoli rischi diversi (kasko)”. L’im-porto a base d’asta per il Lotto n. 1 è di€ 555.000,00 (IVA esclusa) per il Lotto n. 2 èdi € 139.995,00. Criterio di aggiudicazione:Prezzo più basso. Termine per la ricezionedelle offerte: ore 13,00 del 14/04/2015. Indi-rizzo al quale inviare le offerte: Azienda Ulss18 - Ufficio Protocollo - Viale Tre Martiri, 89 -45100 Rovigo. Data apertura plichi offerte:ore 11 del 15/04/2015. Documentazione digara: il Bando, il Disciplinare, i Capitolati,sono pubblicati sul sito internet dell’AziendaUlss 18 www.azisanrovigo.it - Sezione “Bandidi Gara” e scaricabili gratuitamente.F.to Il Direttore Generale - Dott. Arturo Orsini
CONSORZIO AGRARIO DI TREVISO E BELLUNOSoc. Coop.
Sede Sociale in Castagnole di Paese Via Feltrina n. 56AVVISO DI CONVOCAZIONE
DI ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEI SOCII Soci Delegati, eletti nelle Assemblee Parziali, sono convocati in As-semblea Generale per il giorno 28 aprile 2015 alle ore 6.00 in Casta-gnole di Paese (TV) - presso la Sede del Consorzio Agrario in ViaFeltrina n. 56, in prima convocazione ed occorrendo, alle ore 9,30 delgiorno MERCOLEDI’ 29 APRILE 2015, stesso luogo, in secondaconvocazione, per discutere sul seguente
ORDINE DEL GIORNO1) Approvazione del Bilancio 2014 redatto ai sensi dell’art. 2423 e se-
guenti C.C. e deliberazioni conseguenti;2) Varie ed eventuali.
IL PRESIDENTE - Fulvio Brunetta
&RGLFHFOLHQWH
Corriere del Veneto Giovedì 19 Marzo 2015 VI11
Economia
Cattolica, maxi-cedola ai sociBedoni: «La spa? Non ci tocca»Il monte dividendi sale da 25 a 61 milioni. Il ramo vita spinge la raccolta premi
VERONA Il risultato più visibileriguarda la cedola. Cattolica, lacooperativa assicurativa quota-ta veronese, pagherà quest’an-no un monte dividendi che saleda 25 a 61 milioni di euro, quasiuna volta e mezza in più. Un da-to, approvato ieri dal cda con ilbilancio 2014, che soddisferà isoci che avevano scelto di so-stenere l’aumento di capitaleda 500 milioni di euro lanciatolo scorso autunno: i 35 centesi-mi di dividendo (in pagamentoil 20 maggio) che sarà propostoall’assemblea dei soci convoca-ta il 25 aprile è inferiore in valo-re assoluto ai 45 dello scorsoanno; ma c’è da considerareche nel frattempo, con l’au-mento di capitale, chi ha segui-to la società si trova con un nu-mero di azioni moltiplicato pertre. Ed anche chi avesse decisodi star fuori si trova su valorinon molto distanti dallo scorsoanno. In più il monte dividendirappresenta il 57% dei 107 mi-lioni di euro di utile netto, in li-nea con cedole tra il 50 e 60%promesse lo scorso autunnocon l’illustrazione del piano in-dustriale 2014-’17.
«Ma tutti i nostri indici sonoin linea con quanto illustratonel piano d’impresa. I dati sonobuoni e i risultati 2014 superio-ri a quanto pianificato», com-menta soddisfatto l’ammini-stratore delegato Giovan Batti-
sta Mazzucchelli. I numeri so-no chiari. La raccolta premicomplessiva del 2014 sale a 5,6miliardi, +29%. Ed anche a volerconsiderare come riferimentola metà dei 444 milioni di pre-mi 2013 da lavoro diretto porta-ti in dote da Fata dal secondosemestre, per Cattolica c’è co-munque un miliardo di raccol-ta in più; l’utile nett0 sale da 64a 107 milioni (anche se vannoconsiderati qui i 31 milionistraordinari di tasse dello scor-so anno e i 10 milioni di utile diFata nel 2013), il combined ra-tio (l’indice di efficienza misu-rato sul rapporto tra spese espese di sinistrosità rispetto ai
premi) migliora al 91,5% rispet-to al 93,5% di un anno fa; ilmargine di solvibilità sale da1,66 a 1,96. Sul fronte premi,Cattolica mette a segno un +41%sul ramo vita, a 3,7 miliardi,con un miliardo di raccolta inpiù; e poi c’è un +3,4% nell’auto,contando Fata, a 1,033 miliardi,e un +14% sui rami danni nonauto, a 820 milioni. E le even-tuali acquisizioni? «Siamomolto attenti a quello che av-viene», dice Mazzucchelli.
E poi c’è l’altro punto strate-gico che riguarda Cattolica, cherischia di rimanere l’unicagrande cooperativa quotata,dopo la trasformazione dellebanche popolari in spa per de-creto. Riforma che non ha toc-cato Cattolica, forse anche per-ché la società assicuratrice ha mostrato per tempo di saper ri-formare la governance, apren-do ai soci che hanno apportatocapitale, e di saper mettere incampo il rafforzamento patri-moniale dello scorso autunno.E in assemblea arriverannomodifiche statutarie che au-menteranno le deleghe in as-semblea e il numero minimo diazioni, da 100 a 300, per chie-dere l’iscrizione a socio. «Unatrasformazione in spa spette-rebbe all’assemblea. Ma è una questione che non ci riguarda -, dice il presidente Paolo Bedo-ni -. Poi non siamo assenti daltema. E siamo attenti alle scelteche faranno i partner». Ad ini-ziare dalla Banca popolare diVicenza, primo socio di Cattoli-ca, che ha annunciato una rapi-da trasformazione in spa; maanche altri partner strategici,come Ubi e Iccrea, toccate da ri-forme e autoriforme di popola-ri e Bcc. «Ma le novità per noi -conclude Bedoni - potrebberorivelarsi opportunità».
Federico Nicoletti© RIPRODUZIONE RISERVATA
Borsa, Segafredo pronta a quotarsi in maggioVeneto, 52 imprese adatte per i listini
Credito
Fondi alle imprese, il Banco chiede 5 miliardi alla BceRichieste in accelerazione, gli istituti vedono la ripresaVENEZIA Fondi alle imprese, il Banco accelera e chiede altri 5 miliardi in Bce. L’indicazione è arrivata ieri dall’amministratore delegato, Pier Francesco Saviotti, che ha confermat0 la richiesta a Francoforte di ulteriore liquidità da prestare alle imprese per 5 miliardi, nella prima asta di rifinanziamento del 2015, dopo i 3,7 miliardi chiesti nelle due aste di settembre e dicembre 2014. Altri 700 milioni di euro sono stati chiesto da Veneto Banca, dopo i 979 di dicembre. Indicazioni di richieste non sono invece venute da Banca popolare di Vicenza, che
aveva chiesto 1,2 miliardi a dicembre. Con due elementi da notare. Da un lato le richieste differenziate delle banche, da mettere forse in collegamento al capitale a disposizione per espandere gli impieghi. L’altro elemento più favorevole è l’accelerazione delle richieste: fa pensare che le banche si attendano un aumento della domanda di credito. I 5 miliardi chiesti dal Banco sono l’equivalente di quanto fatto complessivamente dalle tre popolari venete a dicembre. Numeri che fanno pensare ad una ripresa, se non iniziata, almeno attesa.
AL comando Mazzucchelli (a sinistra) e Bedoni in assemblea
VENEZIA Oviesse sta nel listinoda due settimane. Per Sega-fredo Zanetti basterà attende-re la metà di maggio e, in au-tunno, sarà la volta di Fedri-goni. Ma le società venete conconti e struttura adeguati aduna quotazione a Piazza Affa-ri sono 52, e un’altra decinaviene inserita in una catego-ria che implica una crescita fi-no alla soglia necessaria. È ilrisultato di uno studio con-dotto sulle aziende nordesti-ne da Tamburi investmentpartners (Tip) Spa e che saràpresentato domani nella gior-nata di apertura del FestivalCittà impresa, al Cuoa di Alta-villa Vicentina.
La classificazione, con unadisaggregazione per provin-cia, è stata condotta attraver-so i bilanci 2013 e, a secondadel punteggio assegnato in-crociando ricavi, margini eutili, a ciascuna di esse è statadata un’indicazione della pro-babilità di «quotabilità». Laprovincia che esprime il nu-mero più alto di sigle che, te-oricamente, domani stessopotrebbero affacciarsi allaBorsa è Verona, con 15 inse-gne, seguita da Treviso, chene conta 14 a cui si aggiungo-no però quattro casi di impre-se con percorsi di crescita. Se-guono, all’incirca con una de-cina di nomi ciascuno, i terri-tori delle province di Vicenza,Padova e Venezia, mentre ri-mangono fuori Belluno e Ro-vigo. Una quindicina in totale
sono, invece, le imprese quo-tabili individuate tra Friuli eTrentino Alto Adige.
Di tutte comunque si parle-rà più nel dettaglio nel con-fronto che ha per titolo «Lequotabili delle Venezie. Fi-nanza e manifattura: nuovealleanze per crescere», al qua-le parteciperanno l’autoredell’indagine, cioè il presi-dente di Tip, Giovanni Tam-buri «In Germania ci sonomille aziende quotate – ha ri-
cordato Tamburi - in Francia800, in Italia appena 350. Peressere la settima potenza in-dustriale nel mondo c’è qual-cosa che non funziona. Per fi-ne 2015 penso tuttavia cheavremo aggiunto una decinadi matricole, mentre un trendideale sarebbe di 15 l’anno».
Fra le debuttanti l’attesa èper Massimo Zanetti Bevera-ge Group che ieri ha formal-mente chiesto a Consob l’ap-provazione del prospetto su
cui avanzare l’offerta pubbli-ca. Le azioni riguarderannocirca il 30% del capitale e laprevisione è che la parte piùghiotta andrà in mano ad in-vestitori americani. In questigiorni è in corso un roadshow iniziato da Milano e chetoccherà Londra e New York.La quotazione, ha ricordato lostesso Zanetti, era stato deci-so per «mettere al sicuro ilpassaggio generazionale.Quando un’azienda ha azioniin mano al mercato non sonoammesse discussioni». I co-ordinatori globali sono BancaImi e Bnp Paribas che agiran-no anche da joint bookrun-ners, unitamente a Jp Morgane BB&T. Banca Imi sarà re-sponsabile del collocamentoper l’offerta pubblica; Bnp Pa-ribas agirà da sponsor.
Gianni Favero© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Festival Parte domani la tre giorni del Festival Città Impresa. Il convegno inaugurale alle 10 al Cuoa di Altavilla con Roberto Zuccato e Alberto Baban di Confindustria e il presidente di Benetton, Gianni Mion
~ZanettiMercato scelta per assicurareil passaggio generazio-nale
VENEZIA Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la ricapitalizzazione della società Veneto Nanotech con 2 milioni di euro spalmati tra il 2015 e il 2016 (previa verifica di compatibilità con il decreto «Salva Italia», ha avvertito l’assessore Ciambetti). Ma l’aula è arrivata al voto dopo quasi due ore di stallo, innescato dalla presa d’atto - rilevata dagli stessi esponenti del centrodestra - dell’impossibilità della maggioranza di garantire il numero legale. «Se la giunta è assente che senso ha che discutiamo di bilancio?» ha aperto il fuoco Leonardo Padrin (Forza Italia). «Se l’opposizione uscisse dall’aula mancherebbe il numero legale», ha evidenziato Renzo Marangon (Forza Italia) che ha puntato il dito sulla maggioranza squinternata e sbrindellata» e sulla «giunta fantasma» (Renzo Marangon). «Zaia dovrebbe essere qui a presidiare il bilancio non negli studi televisivi». «La maggioranza è frantumata e polverizzata, non ha più i numeri - è insorto Piero Ruzzante - Per ora la garantiamo noi, perché iveneti attendono risposte da quest’aula».
INNOVAZIONE
Veneto Nanotech2 milioni dalla Regione
PADOVA Roberto Vedovotto nel comitato esecutivo di Kering. Il manager veneto 49 enne, ex amministratore delegato di Safilo e ora alla guida di Kering Eyewear, la società che il colosso del lusso francese ha aperto a Padova dopo aver riportato in casa le licenze nel settore degli occhiali, per gestire direttamente il comparto, è entrato nel comitato esecutivo del colosso del lusso francese fondato da François Pinault. L’annuncio ieri, l’efficacia immediata. L’incarico porta Vedovotto al fianco di Marco Bizzarri, il manager che ha guidato il boom di Bottega Veneta per poi diventare, a gennaio, amministratore delegato di Gucci; e indica, secondo la nota emessa ieri sera da Kering, il valore strategico dell’iniziativa nel comparto degli occhiali «come una dei maggiori driver di crescita per il gruppo». Per Pinault «L’esperienza di Vedovotto nel settore dell’occhialeria e la sua conoscenza del mondo della moda forniranno un valido contributo al nostro comitato esecutivo».
LA NOMINA
Kering,Vedovotto nel comitato esecutivo
IN BREVE
La novità
Fedon lancia la sua linea di occhiali fatta in casa per i negozi negli aeroportiBELLUNO Otto modelli, ciascuno in tre varianti, con montatura in pelle, plastica e metallo e un logo quasi invisibile. È la prima collezione di occhiali a firma Fedon, la casa bellunese degli astucci per occhialeria con una linea di pelletteria e accessori che ora si allarga all’eyewear. «Abbiamo proposto quasi per scommessa un esemplare nel nostro punto vendita all’aeroporto di Fiumicino – racconta il direttore generale del gruppo, Maurizio Schiavo –e il successo è stato immediato. Abbiamo deciso di provare su larga scala».Senza disegnatori esterni e licenze, i modelli da sole sono
stati progettati in casa e la realizzazione affidata a tre laboratori, due in Cadore e uno nel Trevigiano, che dovrebbero sfornarne alcune decine di migliaia l’anno. Gli esemplari saranno disponibili dal 1. aprile solo nei negozi monomarca, con un intervallo tra 180 e 200 euro. Allo stessotempo Fedon sta spingendo nell’apertura di nuovi negozi propri, in prevalenza negli aeroporti. Un terzo punto vendita a Fiumicino sarà attivo fra pochi mesi, un altro sarà a Ciampino. A maggio un negozio aprirà i battenti a Orio al Serio, con trattative aperte sugli scali di Napoli e Catania, oltre che in hub europei.
35In centesimi di euro, il dividendo di Cattolica
5,6In miliardi di euro, la raccolta premi di Cattolica
REGIONE DEL VENETOAZIENDA U.L.S.S. 18 di ROVIGOViale Tre Martiri, 89 - 45100 Rovigo
ESTRATTO DEL BANDO DI GARAL’Azienda Ulss 18 di Rovigo ha indetto proce-dura di gara aperta, ai sensi art. 82 D.Lgs163/06 e s.m.i. per l’”Affidamento servizi as-sicurativi diversi per l’A.ULSS18 di Rovigo,per tre anni suddivisa in due lotti: Lotto 1) ri-schi diversi: incendio, furto, infortuni - Lotto2) autoveicoli rischi diversi (kasko)”. L’im-porto a base d’asta per il Lotto n. 1 è di€ 555.000,00 (IVA esclusa) per il Lotto n. 2 èdi € 139.995,00. Criterio di aggiudicazione:Prezzo più basso. Termine per la ricezionedelle offerte: ore 13,00 del 14/04/2015. Indi-rizzo al quale inviare le offerte: Azienda Ulss18 - Ufficio Protocollo - Viale Tre Martiri, 89 -45100 Rovigo. Data apertura plichi offerte:ore 11 del 15/04/2015. Documentazione digara: il Bando, il Disciplinare, i Capitolati,sono pubblicati sul sito internet dell’AziendaUlss 18 www.azisanrovigo.it - Sezione “Bandidi Gara” e scaricabili gratuitamente.F.to Il Direttore Generale - Dott. Arturo Orsini
CONSORZIO AGRARIO DI TREVISO E BELLUNOSoc. Coop.
Sede Sociale in Castagnole di Paese Via Feltrina n. 56AVVISO DI CONVOCAZIONE
DI ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEI SOCII Soci Delegati, eletti nelle Assemblee Parziali, sono convocati in As-semblea Generale per il giorno 28 aprile 2015 alle ore 6.00 in Casta-gnole di Paese (TV) - presso la Sede del Consorzio Agrario in ViaFeltrina n. 56, in prima convocazione ed occorrendo, alle ore 9,30 delgiorno MERCOLEDI’ 29 APRILE 2015, stesso luogo, in secondaconvocazione, per discutere sul seguente
ORDINE DEL GIORNO1) Approvazione del Bilancio 2014 redatto ai sensi dell’art. 2423 e se-
guenti C.C. e deliberazioni conseguenti;2) Varie ed eventuali.
IL PRESIDENTE - Fulvio Brunetta
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Corriere del Veneto Domenica 22 Marzo 2015 VI17
Economia
VICENZA «Gli imprenditori de-vono stimolare la nascita di unPolitecnico regionale». Si parladi imprenditori e manager,della loro difficile convivenzanelle aziende familiari del Nor-dest, ieri a Vicenza, nella se-conda giornata del Festival Cit-tà impresa promosso da Vene-zie Post e Fondazione Corrieredella Sera. Ma Gabriele Del Tor-chio, il manager della Ducatidei miracoli e del miracolo delsalvataggio Alitalia, ritira fuori,nel dibattito al Ridotto del Tea-tro Olimpico guidato dall’eco-nomista Giovanni Costa, unnervo scoperto del Veneto. Ilmanager rientrato a Padova,dopo aver tirato fuori dal cilin-dro la soluzione Etihad per Ali-talia, ci arriva, parlando di cosaserva in questo momento alleimprese. E i manager, in paral-lelo all’apertura ai capitali fi-nanziari, non paiono l’unicaemergenza.
«Il Nordest ha avuto la fortu-na di avere imprenditori visio-nari, con intuizioni geniali sulprodotto - dice Del Torchio -.Che ora devono stimolare lanascita di un Politecnico regio-nale. In questa parte d’Italia,senza una struttura universita-ria che diventi motore tecnolo-gico, le imprese non potrannosvilupparsi. Resteranno al mas-simo subfornitori di secondo oterzo livello. Questo è il mo-mento giusto per pensarci». Ilsasso è lanciato e tanto bastaper far riemergere un temascomparso dai radar. Se ne par-la anche a dibattito finito, il dialogo va su una Univenetoche pare nata già morta. «Il Po-litecnico c’è già - sostiene Costa- è l’Ingegneria dell’Universitàdi Padova. Basta potenziarla».«Facciamolo, va bene, mettia-moci dentro soldi», riprendeDel Torchio. Ma a cosa pensa ilmanager? «In Veneto si è fattomoltissimo sull’innovazione diprocesso. Ma se non se ne fa diprodotto non si va distante. Leimprese han bisogno di unastruttura di ricerca e sviluppo
universitaria collegata alle im-prese. Ho in mente nella miaesperienza il rapporto tra l’Au-di e l’Università di Monaco».
Il filo conduttore è cosa servaper innescare una ripartenzadopo gli anni bui. Del Torchiospegne facili entusiasmi: «Lavedo controcorrente. Questo, sidice, è un momento favorevole.Ma la liquidità non è mai man-cata in Italia e la capacità diesportare, indice di competiti-vità, nemmeno. E allora che manca? Il coraggio di investire.Tradurre la stessa passione chegli imprenditori mettonoquando fondano le aziende».Assomiglia al tema della ritira-ta degli imprenditori. «Certo,guardi cosa sta succedendo amolte grandi famiglie impren-ditoriali che cedono e si ritira-no nella finanza, dov’è più faci-le guadagnare - commenta a fi-ne giornata l’imprenditriceMarina Salamon, presidente diAltana -. Lo vedo come un peri-colo a dieci, vent’anni. Nonpossiamo diventare né una
piazza finanziaria come Lon-dra, né la Silicon Valley. Per gliimprenditori ricreare impresee lavoro è un dovere morale».
Insomma, in ballo finisce ilruolo delle famiglie imprendi-toriali. Del perché, oltre unacerta soglia, non riescano ad
andare, facendo i passi neces-sari, dai manager all’aperturaalla finanza, come chiede Gio-vanni Costa a Diego Bolzonello,storico manager del boom diGeox e ora consulente. «Di so-lito - risponde lui - il punto discontro è quando il managerarruolato presenta il piano in-dustriale con relative necessitàfinanziarie. Se manager, im-prenditore e cda - spesso creaticon l’errore drammatico di in-filare familiari o consiglieri in-dipendenti accettati obtortocollo - non sono coesi, quellodiventa un momento difficile».
Tutto storto? Nonostantetutto, no. «Questo è il momen-to giusto per una fase nuova -sostiene Del Torchio -. Devepassare dalla managerializza-zione delle imprese e dalla lorocapacità di attrarre capitali».Qualcosa si muove, qui e sulcoinvolgimento dei dipenden-ti. Lo testimonia Giancarlo Fer-retto, uno dei decani dell’im-presa familiare veneta, con ilsuo gruppo dei magazzini edelle soluzioni per la logistica:«Noi stiamo ragionando suaperture di capitale: unire leforze è decisivo. E ci muoviamosulla partecipazione dei dipen-denti. Qui il problema resta co-gestire un’azienda con una par-te del sindacato che non ne hauna visione favorevole. Ma leideologie devono rimanerefuori dalle porte dei cda».
Federico Nicoletti© RIPRODUZIONE RISERVATA
Digitale Calici e social network, Zonin cerca la viaper far breccia nei gusti degli under 30
Il progettoCasa Vinicola Zonin ha riproposto ieri il progetto «Wine to many», costruito mettendo al lavoro studenti universitari sul tema di come avvicinare le fascie più giovani di consumatori, quella under 30.La giornata di eri è servita a fornire all’azienda vinicola veneta idee per creare un sito internet che tenga conto della necessità di avvicinare un pubblico giovane, meno avvezzo ai contenuti culturali che si legano al mondo del vino
GAMBELLARA (VICENZA) Il digitalecome leva per «ringiovanire»l’immagine del vino. E per se-durre una fascia di mercato,quella dai diciotto ai trent’anni,che oggi è lontana dall’interes-se per il vino per almeno duemotivi: economico (rossi e bia-chi di qualità costano) e cultu-rale (scegliere il vino «giusto»implica una conoscenza strati-ficata). Temi al centro dellagiornata di ieri a Gambellara, nel Vicentino, al quartier gene-rale del gruppo vinicolo Zonin,dove il vicepresidente France-sco Zonin, che presidia l’areacommerciale e marketing eguarda con interesse al frontedei «social», ha presentato laseconda edizione di «Wine tomany», l’evento che si collocaappena prima del Vinitaly. Loscorso anno l’accento era postosui blogger; ieri si è puntato suun obiettivo concreto: realizza-re il nuovo sito del brand perfar breccia sui più giovani. Perquesto sono stati coinvolti 18
studenti delle università veneteche, divisi in sei gruppi, hannoproposto la loro linea per unportale web dedicato al vino.Una full immersion, da mattinaa sera, fra seminari e lavori digruppo. Il progetto migliore èstato premiato da una giuria diesperti provenienti dalla cultu-ra digitale e dal giornalismoenogastronomico. Sulla basedelle idee emerse, fra sei mesisarà pronto un nuovo sito, ac-compagnato da una App. L’esi-genza emersa dai gruppi di la-voro è quella della formazione:quiz interattivi, «pillole» infor-mative per conoscere vitigni e abbinamenti, o per non farebrutta figura quando si invita ilpartner a cena.
«La domanda che abbiamoposto ai ragazzi è semplice: seapriste un sito di un brand vini-colo, che cosa vorreste vederesu quella schermata? - spiegaFrancesco Zonin –. Siamo nel2015, ma noi comunichiamoancora come negli anni Ottanta
o Novanta. E non credo sia un bene, in un momento storicoin cui la comunicazione è statastravolta dal web e dai socialnetwork, con messaggi veloci ebrevi. Mentre il mondo del vi-no, un prodotto agricolo legato
ai cicli naturali, è naturalmentelento. Per questo comunichia-mo poco con la fascia dei con-sumatori sotto i trent’anni,quella che legge più Facebookche i giornali di carta». E che, sipuò aggiungere, la sera al bar
preferisce probabilmente unboccale di birra a un calice divino, pensando sia al portafoglisia alla difficoltà nell’orientarsifra uve, botti e vitigni.
«Io, come tanti della mia ge-nerazione, ho imparato a cono-scere il vino in famiglia, a tavo-la – dice Francesco Zonin –. Maoggi sono cambiati modelli elinguaggi, è più raro pranzarein famiglia; e il vino è amman-tato da un’aura da specialisti,da sommelier». Così la casa diGambellara, 160 milioni di fat-turato nel 2014 per il 79% realiz-zato all’estero, punta a ridise-gnare la propria immaginespecie entro i confini naziona-li, dove il brand è più conosciu-to e più legato a un’immagine tradizionale. E dove si sono fat-ti i conti con l’ultima annata,penalizzata da un clima sfavo-revole alla vite: «La nostra pro-duzione è calata di circa il 20per cento nelle regioni delNord, Veneto, Trentino AltoAdige e Friuli Venezia Giulia –dice Francesco Zonin - mentreal Sud si è attestata sui livellidel 2013. La qualità media è co-munque buona, ma manche-ranno le eccellenze».
Giulio Todescan© RIPRODUZIONE RISERVATA
Think tank Francesco Zonin (al centro) tra gli studenti del progetto (Foto Galofaro)
18Gli studenti coinvolti nello studio del sito Internet di Casa Zonin
160In milioni di euro, il fatturato 2014 di Casa vinicola Zonin
79La percentuale dei ricavi realizzati da Vinicola Zonin sui mercati esteri
Rientro Gabriele Del Torchio, in un’immagine del periodo in Alitalia
VICENZA La tutela nei casi di malattie gravi,la giungla delle aliquote, il divario rispettoagli altri lavoratori. Soprattutto le novitàallo studio del governo sui freelance perun’armonizzazione globale e un taglio deicontributi previdenziali. Il popolo dellepartite Iva ieri ha avuto di fronte lo scena-rio che si prospetta con le idee su cui si stalavorando a Roma. L’anteprima sulla rifor-ma che sta scrivendo lo staff del premierMatteo Renzi è stata data ieri al Festival Città Impresa dal consigliere economicodella Presidenza del consiglio TommasoNannicini a confronto con l’ex ministro del Lavoro Tiziano Treu, e alcuni rappre-sentanti della categoria come Anna Soru(presidente di Acta), Andrea Dili (di AltaPartecipazione) e Gaetano Stella (presi-dente di Confprofessioni) moderati dal
giornalista del Corriere della Sera Dario DiVico.
Nannicini ha messo sul piatto spunti sucui si sta ragionando: come le aliquoteInps, con l’intenzione di «portarle più vi-cine a quelle del lavoro autonomo». AnnaSoru, prima dell’annuncio, aveva chiesto agran voce un blocco delle aliquote, controlo spettro del passaggio dal 27 al 33%. E ilconsigliere della presidenza del Consiglio,pur specificando di fare considerazioniproprie, ha accennato ad un abbassamen-to tra il 25 e il 26%. Poi la spiegazione degliobiettivi alla base dei provvedimenti: «Vo-gliamo risolvere il problema dei minimi,con regimi agevolati in particolare per lestartup». Il tutto con un intervento strut-turale nella legge di Stabilità. Nannicini,tra anticipazioni e visioni globali sui free-
lance, ha anche ammesso però le difficol-tà del tema «complesso della previden-za».
Sulle partite Iva Soru, in particolare, halanciato il grido d’allarme sull’indennità dimalattia. Sul tema, Treu, anche da ex com-missario straordinario Inps, ha lanciatodue provocazioni, una sulla previdenza euna sull’esistenza stessa del sistema parti-te Iva. «Perché per loro non si può imma-ginare una forma autonoma di previden-za? – ha detto – magari è un’idea balzana,ma voi siete una fauna diversa». Tanto di-versa da chiedere ai presenti: «La partitaIva è proprio necessaria? Per chi non ne habisogno è solo una complicazione buro-cratica».
Elfrida Ragazzo© RIPRODUZIONE RISERVATA
Festival Città Impresa
Del Torchio rilancia il Politecnico veneto:«Un motore tecnologico per le aziende»
I dibattiti di oggiAll’Olimpico Stella, De Bortoli e MartinaVICENZA Giornata finale oggi al Festival. Appuntamenti clou alle 11.30, al Teatro Olimpico, con il sottosegretario Graziano Delrio e Gianantonio Stella nel dibattito «La svolta buona sulla burocrazia... Quando arriva?». Alle 17, sempre all’Olimpico, il convegno su «L’Europa e l’Euro» con il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli e il presidente di Snam Lorenzo Bini Smaghi. Alle 21, all’Olimpico, l’evento conclusivo sull’Expo con il ministro Maurizio Martina. Il programma completo della giornata su www.festivalcittàimpresa.it
~La prioritàSenza una struttura universita-ria collegata alle imprese resteremo confinati nel ruolo di fornitori
La ripresaTutti dicono che è un momento favorevole Ma quel che manca ancora è la voglia di investire
La sfidaQuesta però è la fase giusta per cambiare, se nelle imprese entrerannomanager e capitali
~TreuPensiamo ad una previdenza autonoma
Partite Iva, prove d’intesa sulla previdenzaIl consulente di Renzi promette ai free lance un taglio strutturale dei contributi
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ILVICESINDACO«VICENZAATTRATTIVA»«Siamofieridelladecisionedegliorganizzatoridi spostarel'eventoa Vicenza». LodichiarailvicesindacoJacopoBulgarini d'Elci:«Unavoltadeciso dilasciarel'ambitoscledense,avrebbe potutoricollocarsiinqualsiasirealtàdiprestigioregionale.Leggolasceltacomeennesimosegnaledellacapacità attrattiva diunacittà cheha acquisito,negliultimi anni, nuovacentralità.Analogasceltaerastatacompiuta dalteatrodel Lemming.Oraèlavoltadel festival CittàImpresacheperaltro portariflessioned'alto livellosuuntema portantediquestaamministrazione:ilconnubiotracultura eimpresa,inunacittà chesiècandidata adessereilsoggettoconcui il mondodell'impresapuòdialogarepercostruirepolitichedirilancioe d'investimentonelterritorio».
CONFINDUSTRIA. Unseminario eincontritra gli esperti presenti(Strategy&Actione Popolare Vicenza)conleimprese
Export,laricettaperfrancesietedeschi
ECONOMIA&FINANZATelefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: redazione@ilgiornaledivicenza.it
FESTIVAL DAL 20AL 22MARZO. Quaranta eventiconcento relatori
Vicenzadiventa“CittàImpresa”elancialaripresa
Laura Pilastro
Tendenti a scommettere sullenovità, i francesi.Più“tradizio-nalisti” i tedeschi. No alle pro-poste “chiavi in mano” per iprimi, più inclini ad avere uncertomarginedimanovra.Po-chi e fidati fornitori per i se-condi. Sono alcunedelle diffe-renze culturali che caratteriz-zano le fasi di negoziazione evendita dei due Paesi. Cono-scerle è un imperativo per leimprese vicentine che per da-re scacco alla crisi puntanosull'export.Specialmentequel-lo che guarda a Francia e Ger-
mania, per lanostra provinciai due più importanti mercatidi riferimento, in grado di fa-gocitare il 20% delle esporta-zioni, soprattutto nei settoriarredo, concia e tessile.Se n'è parlato a palazzo Bo-
ninLongare,sedediConfindu-striaVicenza,davantiadecinedi imprenditori invitati al se-minario “Francia eGermania,come affrontare con successoi due mercati più importantiper il nostro export”. PresentiWalter Fortuna, vicepresiden-te degli industriali berici, Gi-lesUntereine eGerardoSerio,rispettivamente direttore ge-nerale e consulente di riferi-mento di Strategy&Action In-ternational, società di consu-lenza commerciale che operanei due mercati, e GiancarloBianchi della direzione esterodiBancaPopolarediVicenza.«Francia e Germania – esor-
disceFortuna-restanoinostrimercati di riferimento anchese i numeri delle esportazioniverso questi Paesi prima del-
l’euro erano doppi rispettoagliattuali.Nonpossiamotut-tavia dimenticare ciò che con-tinuano a rappresentare: 145milioni circa di consumatori,due tra le migliori capacità dispesa e, soprattutto, due mer-cati vicini, facili da raggiunge-reeseguire,certamentepiùaf-fini ai nostri modelli culturalirispetto a quelli con cui dob-biamo confrontarci bazzican-do le grandi economie emer-genti dell'Asia».Modelli simili al nostro, ma
«pur sempre diversi», sottoli-neaFortuna.Ecco,perchéèop-portunoaffrontare«questedi-stanzeculturaliperessereeffi-caci nella comunicazione epiù in generale nell'approccioalmercatoeaiclienti.Accantoagli stereotipici sonotanteco-sedasapereeapprofondire, inuncontestodimercatisemprepiù complessi e selettivi, dovela pura e semplice qualità diunprodottosembranonbasta-repiù».Lamattinata,proseguitacon
alcuni incontri di affari tra gliimprenditori e gli esperti pre-senti, si è trasformata, nellasuaprimaparte, inunaverale-zione di peculiarità culturalimaanche tecnico organizzati-vedei duePaesi.Subito le differenze sono ap-
parse chiare: «Ansia e pauradei cambiamenti caratterizza-no i tedeschi,per cuiunnuovofornitore può rappresentareuna minaccia, più che un'op-portunità. In Germania i nuo-vi clienti vengono sottoposti aun controllo attento. Mal'aspetto positivo è che i tede-schisonofedeli», spiegaSerio.Il suggerimento per le impre-se vicentine allora è «presen-tarsi con prodotti che vantinodiverse referenze clienti». «InFrancia, invece, nella sceltadei fornitori c'è una ricercapermanente di innovazione.Perquanto riguarda gli ordinistandard, l'ultimochevieneri-cevuto ottiene la commessa.Di conseguenza bisogna esse-re sempre presenti e non farsi
dimenticare. Quanto ai pro-dotti, in questo caso le paroled'ordine sono: diversificarel'offerta», dice il consulente.Inentrambi icasivale lostes-
so concetto: «Puntare al con-trollo diretto del mercato. Inaltre parole, essere presenticon personale e sedi proprie,evitando gli intermediari».Qualcunodal pubblico chiedepoi dove sia più opportuno in-sediare lapropria filiale incia-scunodeiduePaesi. RispondeUntereine: «Nelle zone in cuisonopiùpresenti icommercia-li».•
IDATI CGIA. In terrabericameno disoccupati
Veneto,afineanno+22milaoccupatiVicenzasegna+1,5%
Trasloco daSchio
CONFCOMMERCIO. IlpresidentedellaFimaa
Immobiliareoberatoditasse,orasegnalidiunprimorisveglio
Germania:«Novitàpocogradite,mafedelicoifornitori»Francia:«Vogliadiinnovazione»
Roberta Bassan
Il festival “Città Impresa” tro-va la suanuovacasaaVicenza,culla e cuore della manifattu-radelNordest ilprossimo finesettimana dal 20 al 22 marzo,una tre-giorni che si prean-nunciasenzarespiro:40even-ti, cento relatori, 19 parolechiavemessesultavolodel«la-boratorio»conlavolontàdico-struire“Ideeper la ripresa”,af-frontando i nodi cruciali dellosviluppoedel dopo-crisi in undialogo serrato tra territori edélitenazionali.L’ottavaedizio-ne della kermesse - promossada PostEditori/VeneziePost(conunacorazzatadipartner)che gestisce un centinaio traeventieappuntamentiannua-li nel Triveneto - si snoderà su4 palcoscenici cittadini: Tea-tro Olimpico per il confrontotra i “big” del festival, il GallaCaffè con i libri del momento,la Fondazione Zoè per gli in-contridedicatialruolodell’im-presa. E anche Palazzo BoninLongare, sede di Confindu-striaVicenza,perunodegli in-contri suuntema- lanuovari-formadel lavoro - consideratoclounell’avviodella ripresa.
DALLABORSAALL’EXPO.L’aper-turadelFestival,venerdì20al-
le 10, sarà invece localizzata alCuoa dove, dopo i saluti delpresidente Matteo Marzotto,di Ilario Novella (partnerAdacta) e dell’editore di Vene-ziepostFilibertoZovicoil “bot-to” sarà subito servito per unTriveneto che hamille chanceda cogliere: in un territorio dasempre restio alla Borsa e do-ve le quotate si contano sulleditadiunamanoverràpresen-tato uno studio sulle quotabi-li.Doposeiannidi“tunnel”co-struitodallacrisiunasessanti-na di aziende hanno i numeriper fare il gran salto, come haappena fatto la Ovs di Beral-do: conLucaPeyranodiBorsaItaliana e Giovanni Tamburidi Tip ne parleranno il presi-dente della Piccola di Confin-dustriaAlbertoBaban, l’ad Fi-la Massimo Candela, l’econo-mista Paolo Gubitta, il presi-dentediBenettonGroupGian-niMione il presidentediCon-findustria Veneto RobertoZuccato che sarà intervistatodaDarioDiVico, incaricatoal-la direzione del Festival. SaràinveceildirettoredeIlGiorna-le di Vicenza Ario Gervasuttiad individuare i nodi del futu-ro economico del Paese cer-cando di capire il “sentiment”degli italiani alla vigilia dellaripresa: lo farà sabato 21 alle18 con l’economista Innocen-
zo Cipolletta, il giornalistaAlan Friedman e l’exministroe presidente del neo partitoItalia Unica Corrado Passera.Ma le ideeda sviscerare sui ta-voli saranno tantissime: daitrust per conservare il patri-monio dell’azienda di fami-glia attraverso le generazioni(il caso Zordan, incontro con-dotto venerdì 20 alle 16.30 daPieroErle de Il Giornale di Vi-cenza) al “nuovo lavoro auto-nomo” (con Tommaso Nanni-cini, consigliere economicodella presidenza del Consiglioe il giuslavoristaTizianoTreu)al crowdfunding, cioè comeraccogliere capitale per finan-ziare nuove imprese, fino allatanto agognata “svolta buonasulla burocrazia” che vedrà ildialogo traGianAntonio Stel-la, “spina nel fianco” degli ap-parati con Graziano Delrio,sottosegretario alla presiden-za del Consiglio, braccio de-strodelpremierRenzi.Eanco-ra l’Expo2015: alla finedelFe-stival mancheranno 39 giorniall’apertura dell’Esposizioneuniversale a Milano, occasio-neunicainquantoachance, leVenezie starannoaguardareol’industria agro-alimenatredelle nostre regioni avrà voceincapitolo?Lochiederannoalministro all’Agricoltura Mau-rizio Martina nel gran finale
di domenica 22 alle 21 al Tea-tro Olimpico in una sorta diquestiontimeitreimprendito-ri Camilla Lunelli (del gruppocheproduce ilFerrari), il vero-nese Alberto Bauli e AntonioBortoli, dg di Lattebusche,una delle più grandi coop lat-tiero-casearie.
SLANCIO ALLA RIPRESA. Ma laripresa,dicui il Festival sipro-pone come lievito, si sta real-mentetoccando?Neè«certo»il professor Gilberto Muraro,presidente della Cassa di Ri-sparmio del Veneto, tra i part-nerprincipalidellamanifesta-zione, tra iprimiacoglierecheèsubitonecessariocapire«co-sa fare per sfruttare a pieno laripresa». «Forse dal tunnelstiamo uscendo - osserva Ila-rio Novella - e la progettualitàpuòaiutare il territorio».Ne èconvinto ancheGiuseppe Cal-diera, dg della FondazioneCuoa: «Oggi è quantomai ne-cessaria una forte riflessionesu come fare impresa». Cri-stianVellerdiConfartigianatoVicenza porta la bandiera del«manifatturiero tradizionaleche deve digitalizzarsi». Giu-seppe Zigliotto, presidente diConfindustria Vicenza, va ol-tre: «Sarà sempre più vincen-te il connubioculturae impre-sa».•
Lapresentazione delFestival CittàImpresa: sisvolgerà aVicenza
DallaBorsaalJobsAct,dalcrowdfundingall’Expo:unlaboratoriodiideepersfruttareilrilancioSonosessantaleimpresechepossonoquotarsi
È stato l’immobiliare, a suondi tasse, a dare ossigeno allecasse dello Stato. «Secondounarecente ricercadelCentrostudi Confcommercio - spiegaunanota-nel2014loStato ita-lianohaincassato31,88miliar-di di tasse sugli immobili, il14,7% in più rispetto al 2013 eil 115,4% in più di quanto gliitalianiproprietaridi immobi-li avevanoversatonel 2011. In-sommale tasse sugli immobili-dall’Iciall’Imu,dallevarieTa-si,Tarsu,TaresfinoallaTari -so-no più che raddoppiate negliultimi3annie l’escalationdel-la fiscalità sui fabbricati nonha certo giovato al settore im-mobiliare»provatodalla crisi.
CIFRE.NelVicentinonel2011 iltotale dei passaggi di proprie-tà di immobili erano poco so-pra gli 8 mila, nel 2012 sonopassati a 5.844: è il -27,68% ri-spetto all’anno precedente(poi 5. 563 nel 2013: - 4,8%) fi-no ad arrivare a registrare neiprimi due trimestri del 2014,2.697 cambi di proprietà. «Ilnostrosettoreharisentitomol-tissimo della crisi», commen-ta Serafino Magistro, presi-dente della Fimaa/Federazio-ne mediatori agenti di Con-fcommercio Vicenza, associa-zione che in provincia contacirca350agenzie immobiliari,per un totale di oltre 600 ad-detti. «L’annopiù critico è sta-to il 2012, poiché oltre alla cri-si generalizzata il settore hadovuto fare i conti con il pas-saggio dall’Ici all’Imu, che hapiù che raddoppiato la tassa-zione sugli immobili, dopodi-chélasituazionenonècambia-ta di molto, rimanendo noncerto favorevole. La pressionefiscale è il fattore che più con-dizionanegativamente le scel-
te di investimenti e di rispar-mio, e a quanto sembra pernulladestinataadiminuire».
SÌALLARIFORMA.Èattesaperòla riformadel catasto: oggi ca-pitachesiaattribuitounavalo-redi“casapopolare”aungran-de appartamento in zona cen-trale. «Al momento non si sase, e come,andrà inportoque-sta riforma. Ci auguriamo co-munquecheilGovernorestitu-isca equità e coerenza al siste-ma di tassazione degli immo-bili,e lariformadelcatastopo-trebbe essere un buon puntodipartenza».
QUALCHE SEGNALE POSITIVO.Ora sembra che qualcosa dipositivo per il settore comun-que simuova: «Confermo cheinquesti primimesi dell’annoanche il nostro comparto staregistrando un piccolo segna-le di risveglio» dice Magistro,cheperò smorza subito l’entu-siasmo: «È prematuro direche il peggio sia passato, manellanostraprovinciac’èmag-giore interesse all’acquisto diun immobile rispetto qualchemese fa.Credosi spieghi con ilfatto che, nonostante tutto “ilmattone” rimanga un investi-mento solido». E per i vicenti-ni contamolto anche la quali-tàdell’immobile.•
SerafinoMagistro
Walter Fortuna
Fortuna:«Sonoidueprincipalimercatidiriferimento,vicinieaffini»
VENEZIA
«Le statistiche ufficiali del2014 ci dicono che nel Venetoil numerodegli occupati è cre-sciuto»: anche l’Ufficio studidellaCgiadiMestre, in base aidati Istat, conferma un trendsottolineato nei giorni scorsidalla Regione. «Rispetto al2013 la platea di coloro che la-voravano è aumentata di qua-si 22mila unità (+1,1%)», perun totale di oltre 2 milioni dipersone occupate. Brilla inparticolareVerona: inuovi oc-cupati hanno sfiorato quota18mila (+4,5% sul 2013). Otti-me anche le performances diVenezia, con +9.333 unità(+2,8%) e di Vicenza, a quota358.400 occupati con +5.441unità (+1,5%), mentre ancheTreviso ha chiuso l’anno con4mila occupati in più (+1,1%).Diversa invece la situazionediPadova (-2,5%), e ancora peg-gioè andataRovigo (-4,6%).
«Se l’occupazione dà segnalidi ripresa - commenta il segre-tario Giuseppe Bortolussi - iltasso di disoccupazione, inve-ce, non tende a diminuire inmisura significativa, almenonella gran parte delle provin-ce.Manonva interpretatone-gativamente: quando l’econo-miaricominciaacorrere, ilnu-merodicolorochecercaattiva-mente lavoroaumenta».È Venezia ad avere il peggior
tasso di disoccupazione(9,4%), seguita da Rovigo(9,3%)eTreviso (8,3%). InveceVicenza ha visto calare il suonumero di disoccupati del-0,7%, passando dal 7,3% al6,7% di tasso disoccupazioneche equivale a 25.500disoccu-pati. Anche Padova ha ridottolapercentualedidisoccupazio-ne, pur non avendo però regi-stratopiùoccupati,mentrean-che in questo caso è Verona abrillare: la contrazione dei di-soccupati è stata del -0,9%,conun tassobasso. del 4,9%.•
STUDI DENTISTICI
GRANDESSOGrandesso dott. Lorenzo
Dottore in odontoiatria e protesi dentaria
www.studiograndesso.itstudiograndesso@gmail.com
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IL GIORNALE DI VICENZAGiovedì 12 Marzo 20158
ILPROGRAMMA.Lepoliticheindustrialielacultura(nonsolo)d’impresa
IlNordèsottoesame:èancoraun“motore”?
PASSAGGIO DICONSEGNE CON L’EXPO
L’EVENTO.DaVenerdì adomenica22 unaseriedi incontriedibattiti
LaCittà-impresacercaaVicenzaideeperlaripresaDall’Euroalwelfare,dallaburocraziaalMadeinItaly:comelamanifatturastasconfiggendolacrisiVICENZA
SaràVicenza,cittàsimbolodel-l’industria manifatturiera chetorna a vincere sui mercatimondiali, il palco-laboratoriodelle “Idee per la ripresa”, cheilFestivalCittà Impresa,diret-to da quest’anno da Dario DiVico, proporràda venerdì 20adomenica22marzo2015attra-versooltre40eventi concentoospiti e relatori di assoluto ri-lievo nazionale. Imprenditoriemanager, economisti e scrit-tori, giornalisti e ministri, siconfronteranno con il grandepubblico e con giovani prove-nientidatutteleprincipaliuni-versitàitalianesuinodicrucia-lidellosviluppoedeldopo-cri-si. Il Teatro Olimpico, gioiellointernazionaledell’architettu-ra palladiana, ospiterà i con-fronti tra i big del festival, alGallaCaffèsarannopresentatii libridelmomentoe laFonda-zioneZoé sarà la sededegli in-contri strettamente dedicatial ruolodell’impresa.
WELFARELasceltadiVicenzacomesededel Festival Città Impresanonè stata affatto casuale o legatasolo alla fortissima tradizioneindustriale che ne fa unadelleprovincie più industrializzatedelPaese.Nel vicentino,piùdiduecentoanni fa,ènata l’espe-rienza della città sociale diuno dei più grandi innovatoridell’industriaitalianaediquel-locheoggichiameremoWelfa-reAziendale: AlessandroRos-si. A lui, a quella esperienzastraordinaria che sta ancoraoggiallabasedellosviluppoin-dustriale dell’intera provinciaenonsolo(Faggin, ilmiticoin-ventore dei microchip, escedall’ITIS A. Rossi), viene dedi-cato unodei convegni di aper-tura venerdì 20 alle ore 15,presso la Fondazione Zoé. Apartire da una ricerca di LidiaZocche, a confrontarsi saran-noilgiàministrodelLavoroTi-zianoTreu, il responsabiledel-le risorse umane di LuxotticaNicolaPelà,e lapresidentedel-
l’industria farmaceutica Zam-bon, Elena Zambon, e il presi-dentedellaFondazioneCorrie-redellaSeraPiergaetanoMar-chetti.
MADEIN ITALYLarivistaamericanaTheRakegli ha appena dedicato la co-pertina: Brunello Cucinelli,l’imprenditorecultdel ritornoalla manifattura italiana diqualitàediunmodelloinnova-tivo di coinvolgimento dei la-voratori nella vita dell’azien-da, e Stefano Micelli, l’econo-mistaautoredelbestsellerFu-turo Artigiano vincitore delCompassoD’Oro si confronte-ranno sul Futuro Italiano ve-nerdì 20 marzo, alle ore 21, alTeatroOlimpico.
CRISISabato 21 marzo alle ore 18,semprealTeatroOlimpico, sa-ranno invece l’economista In-nocenzoCipolletta, il giornali-staeautorediAmmazziamo ilGattopardo Alan Friedman, eil già ministro dello sviluppoeconomico Corrado Passera atentare di individuare i nodidel futuro economico del Pae-se:macom’è il sentimentode-gli italiani alla vigilia della ri-presa? La Grande Crisi ci hacambiati? La seratadel sabatosarà l’occasione invece di unconfronto tra tre intellettualitra i piùacuti osservatori delletrasformazioniculturaliepoli-tichedelPaese: IlvoDiamanti,PaoloMielieCesareDeMiche-lis discuteranno infatti su co-me laGrandeCrisi ha cambia-to l’Italia e gli Italiani.
BUROCRAZIADomenica22marzo, alle 11.30(Teatro Olimpico), in occasio-ne anche della presentazionedei loro recenti libri, sarannoil Sottosegretario alla Presi-denza del Consiglio GrazianoDelRioe il giornalistadelCor-riere della Sera Gian AntonioStella ad affrontare i temi del-la riforma della pubblica am-ministrazioneedellaburocra-zia. Il finaledel festivalsarà in-vecetuttodedicatoaduegran-di temidiattualità:
EURO/EUROPAIl sistema industriale è già ri-partito? L'export è sufficientea trainare il Paese? E le politi-che dell'austerity avranno unimpattominore dopo il lanciodel programma di quantitati-veeasingdellaBce?Questi i te-mi che saranno al centro delconfronto su futuro dell’Euroe dell’Europa tra il direttoredelCorrieredellaSera,Ferruc-ciodeBortoli, e l’economista epresidente della Snam Loren-zo Bini Smaghi (moderati dal-l’economics correspondentdelFinancialTimesFerdinan-do Giugliano), in programmadomenica 22 marzo, ore 17, alTeatroOlimpico.•
VICENZA
IlNordèancora ilmotoredel-losviluppodelPaeseolaGran-de Crisi ne ha fiaccato la resi-stenza al punto da mettere indiscussione la coesione socia-le, la capacità di resistere allapenetrazione della criminali-tà organizzata, i processo dimodernizzazione? È da que-staprovocazione,allabasedel-l’ultimo saggio dello storicoGiuseppe Berta, che parte ilconfronto – sabato 21 marzo,ore 16.30 – sull’ormai storicotema della “questione setten-trionale”, con i giornalisti Cri-stinaGiudici, autoredi “Pada-nia Perduta“, e Marco Alfieri,autoredi “NordTerraOstile“.
POLITICA INDUSTRIALEL’Olivetti dell’Ingegnere, cioèquelladiCarloDeBenedetti, èil titolo del libro del giornali-sta del Sole 24Ore PaoloBric-coche fornisce l’occasionepermettereaconfrontosullepoli-tiche industriali due espertidel calibro di Giampiero Ca-stano, responsabile Unità diGestionedelleCrisi Industria-li, Ministero dello SviluppoEconomico, e Maurizio Ca-stro, manager e tuttora com-missario straordinario del-l’ACCdiMel.
CULTURA DELCIBOAl Festival Città Impresa tro-va anche spazio un focus sullacultura del cibo “made inItaly”:unastoriafattadi inno-vazione,contaminazioneeco-raggio imprenditoriale. Laracconterà, venerdì 20marzo,alleore16.30,AlessandroMar-
zo Magno, autore di “Il geniodel gusto“, dialogando conMirco Della Vecchia, artigia-no del cioccolato e presidentenazionale CNA Alimentare, eCristina Garetto, titolareAzienda Agricola CecchettoGiorgio.
MANAGER/IMPRENDITORIIl ruolo dei manager e degliimprenditori e l’equilibrioche si deve creare tra la pro-prietàe lecompetenzesarà in-vece al centro del confrontotra due manager di primissi-mo livello come Diego Bolzo-nello, già amministratore de-legato di Geox, Gabriele delTorchio, già amministratoredelegato di Ducati e Alitalia el’imprenditoreGiancarlo Fer-retto. Arbitri del confronto iprofessori Giovanni Costa eArnaldoCamuffo.
CROWDFUNDINGSempre a proposito di stru-menti finanziari innovativi sa-rà il crowdfunding come stru-mentoperfinanziare leimpre-se il tema che verrà discussodomenica 22, ore 11, presso laFondazione Zoé con IvanaPais, co-autrice del libroCrowdfunding.Laviacollabo-rativa all’imprenditorialità,ed Eva de Marco, fondatoreL’Orto inTasca.
PASSAGGIO GENERAZIONALEI temi del passaggio genera-zionale e degli strumenti pergarantire la tenuta di valoredei patrimoni e delle aziendesarà al centro della testimo-nianza che porteranno – ve-nerdì20marzo,ore16.30,Fon-dazione Zoé - l’imprenditore
Maurizio Zordan e l’avvocatoMaurizio Casalini: due esem-pi virtuosi che, se seguiti dalleimprese, potrebbero aiutarein modo concreto a superareunodeigrandi traumichepor-tano spesso alla fine di grandiepiccole aziende.
INNOVAZIONEAltrettanto interessante saràl’esperienzachesaràportata–sabato 21 marzo, ore 16.30,Odeo del Teatro Olimpico –dagruppoMarmoArredoedaErcoleBoninidelloStudioBo-nini relativa alla possibilità disfruttare a livello globale il li-censing dei brevetti sviluppa-ti in Italia e difficili da com-mercializzare per le aziendechenonhannostrutturesuffi-cientemente internazionaliz-zate.
GIOVANIE LAVOROSabato 21marzo, ore 15, OdeodelTeatroOlimpico,unadellegiovani scrittrici italiane dimaggior successo, Silvia Aval-lone,da sempreattenta aque-sta tematica che trova ampiospazio nei suoi romanzi - daAcciaio aMarina Bellezza – siconfronterà con un vicentinoeclettico come Gigi Copiello,exsindacalistaeautorediBru-no da Cittadella, dottore inmalta. E proprio i giovani sa-rannoprotagonistidi “Co-cre-iamoil futurodel lavoro” labo-ratoriopromossodaPeopleri-se sabato 21 marzo, alle ore11.30, che utilizzando il for-mat del world café porterà al-la stesura di un vero e propriomanifesto, la cui presentazio-ne è in programma domenica22marzo, alle ore 15.•
Unodegliaffollati incontridellascorsa edizione del“Festivaldellacittà-impresa“, aSchio
Sottolalenteigiovanieil“passaggiogenerazionale“
Allafinedelfestivalmancheranno39giorniall'aperturadell'Expo.LeVeneziestarannoaguardareol'industriaagro-alimentaredellenostreregioniavràvoceincapitolo?LochiederannoalministroMaurizioMartinatreimprenditori:CamillaLunellidelgruppocheproduceilFerrari,ilveroneseAlbertoBaulieAntonioBortoli,direttoregeneralediunadellepiùgrandicooperativelattiero-casearie,laLatteBusche.
BORSAÈiltemadiaperturadelfestival.Venerdì20marzo,ore10,allaFondazioneCuoadiAltavillaVicentina,saràpresentatounostudiosulleaziendequotabilidelNordest.AdiscuteredeipercorsiperriconciliareindustriaefinanzacisarannoGianniMion,presidenteBenettonGroupepromotoredelVeicoloSpace,MassimoCandelaamministratoredelegatoeazionistadiFila,
LucaPeyranodiBorsaItaliana,ilprofessorPaoloGubittaeAlbertoBaban,presidentedellaPiccolaIndustriadiConfindustria.AtrarreleconclusionisulleprospettivedicrescitadelleimpresedelNordestsaràilPresidentediConfindustriaVenetoRobertoZuccato.
JOBSACTIlVenetosicandidaaessereilmotoredellaripresadell'occupazione?Daiprimidatichevengonodalleassociazionidicategoriasembrapropriodisì.IlFestivalnediscuteràvenerdì20,ore18,aPalazzoBoninLongare,sedediConfindustriaVicenzacontrequalificatiospiti: ilgiuslavoristaPietroIchino,ilsegretarionazionaleCislAnnamariaFurlaneilvicepresidentediConfindustriaGiovanniDolcetta.L’incontrosaràapertodaun'intervistaalPresidenteConfindustriaVicenzaGiuseppeZigliotto.•
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IL GIORNALE DI VICENZAMartedì 17 Marzo 2015 Regione 9
IERI.Giovani incercadi futuro
OGGI.A capodell’azienda
Leesigenzedellafamigliarispettate.ManelVicentinoancorapocodiffusoMAURIZIO CASALINIESPERTO DITRUST
VENERDÌ20-Ore10: “LequotabilidelleVenezie. finanzaemanifattura: nuovealleanzepercrescere”.FondazioneCuoa-Ore15: “100anni primadiOlivetti:AlessandroRossie l'invenzionedelwelfareaziendale”. PalazzoBoninLongare-Ore16.30:“Intrust wetrust.Storie aziendali:conservareil patrimoniodell'aziendadifamigliaattraversole generazioni”.FondazioneZoe.-Ore16.30:“Il geniodelgusto”. LibreriaGalla.-Ore18: “Il JobsactcominciadalleVenezie”.PalazzoBonin Longare.-Ore18: “Raccontare ilMadeinItaly”. LibreriaGalla.-Ore21: “Futuro italiano”.TeatroOlimpico
SABATO21-Ore10: “Dallafabbricalentaal3d printing:glioppostichesi attraggono”.FondazioneZoe.-Ore10: “Lamorale deltornio”. Odeodel TeatroOlimpico.-Ore11.30:“What dobossesdo?Managereimprenditori:comeinnovare ruolie poteri”.OdeodelTeatro Olimpico.-Ore11.30:“Co-creiamoilfuturodel lavoro”.FondazioneZoe.-Ore15: “Igiovanie illavoro”. Odeodel TeatroOlimpico-Ore15: “Crescitafelice.percorsidi futuro civile”.OdeodelTeatro Olimpico.-Ore16.30:“Partive iva efreelance,ilnuovolavoroautonomo”. FondazioneZoe.-Ore16.30:“La viadelnord”. LibreriaGalla.-Ore16.30:“Investireinproprietàintellettuale”.OdeodelTeatro Olimpico.-Ore18: “Crescitaesviluppo:l'italianelpassaggiodella grandecrisi”. Teatro Olimpico-Ore21: “Sette annidicrisi:come sonocambiatigliitaliani,come ècambiatal'italia”. TeatroOlimpico.
DOMENICA22Altri7eventi dalle11 sucrowfunding,burocrazia,design,lavorogiovanile,Olivetti,euro, fino alle21,quandoilministroMaurizioMartinafarà ilpuntosull’Expo2015cheapreil1˚ maggio.•
Roberta Bassan
Lo hanno chiamato Attilio,nel nomedel padre.Un “pattodisangue”trafratellipersalva-guardare il futuro dell’impre-sa come fonte di ricchezza perla famiglia, unmodo più ordi-nato di trasferire il patrimo-nioallegenerazioni future.At-tilio Zordan è il nome del loropapàmorto nel 2008. Loro so-no il primogenitoMaurizio, lasorellaMartae il fratelloAlfre-do, a loro volta sette figli. Eunapreoccupazione: che il ce-lebredetto«parenti serpenti»non arrivi un domani a mina-reunpatrimoniopreziosoma-gari per velleità, incapacità, fi-losofia di gestione minandol’unità di famiglia e azienda.Loro stessi del resto hanno at-traversato un passaggio gene-razionale «disordinato», atratti «cruento» dal quale so-no usciti con tenacia. L’azien-
da oggi gira amille: la Zordansrl di Valdagno (chedetiene al100% la Delta Arredamenti diSchio), falegnameriadoveil le-gno diventa lusso, ha consoli-dato nel 2014 un fatturato di16 milioni, +30% sul 2013, 48dipendenti.Orail78%dellaso-cietà è detenuto da un trust -istituto giuridico di matriceanglosassone - che si chiamaAttilio Zordan. Essi si sono“spogliati”dellapartepiùpret-tamentegestionaleriguardan-te il patrimonio: c’è chi operaper loro (trustee) e chi sorve-glia (protector). Loro conti-nuano a concentrarsi sull’im-presa, tranquilli sul fattoche ilpassaggio generazionale nonè destinato a creare rotture. Èun case history: venerdì alle16.30 sarà al centro di un in-contro del Festival Città Im-presaallaFondazioneZoèaVi-cenza con Maurizio Casalini,Paolo Gubitta, Maurizio Zor-dan, condotto da Piero Erle,
de IlGiornalediVicenza.
VALORIDAMANTENERE.Mauri-zio Zordan, presidente e am-ministratore delegato dell’a-zienda ne fa subito una que-stionedivalori:«Pernoi lacre-azione del trust ha rappresen-tatounsollievoperchécosìgiàabbiamo definito le linee gui-dadel passaggio generaziona-le. Si lavora per tanti anni sulvalore con il rischio poi di liti-gare sui valori e questo non lovolevamo. I soldi, insegnavamiopadre, nonsiportanonel-la tomba. Quello che voleva-mo era trasmettere alle gene-razioni future sia il percorsoin entrata nell’azienda per chilo vorrà basato sulla merito-crazia, sia quello in uscita te-nendo conto, per chi non vor-rà proseguire nell’attività, diun fondo che potrà corrispon-dere alle loro aspirazioni».Tutto alla luce del sole fin dasubito:«Chiarisceiruoliefaci-lita i rapporti tra lepersone».
EVITARE FRAMMENTAZIONE.Uno dei nodi nei passaggi ge-nerazionali èper esempio il ri-schio della sgretolazione del-l’impresa. I fratelli Zordan lohanno vissuto sulla loro pelleed è stata una delle molle cheli ha portati ad indirizzarsi altrust. LaZordan fu fondata da
Attilio nel 1965, una storia difamigliaconilcuorenellalavo-razione del legno. Poi si ag-giunsero i due fratelli: a queltempol’aziendaeralamaggio-re falegnameria sul territorioefornitoredelgruppoMarzot-to,viaviaspecializzataneglial-lestimenti. Struttura artigia-nale e pianificazione debole,ma tutto sommato un equili-brio:eranopochiadecidere. Ilsuccessivo ingressodiun“plo-tone” di cugini in cda, senzachiara gerarchia, moltiplicò ilnumero di chi decideva au-
mentando la complessità del-la gestione. «Nel 1966quandoentraia farpartedell’azienda-raccontaMaurizioZordan-re-alizzai che il futuro sarebbestato nelle produzioni di altovalore aggiunto, per seguirequesto percorso avremmodo-vuto migliorare i processi in-terni, cercandodi renderli piùefficienti». Ed ecco la primaspaccatura: «Io, mio padre e imie fratelli volevamo entrarenelmercatodel lusso, imieiziie cugini sviluppare l’imballag-gio industriale». A seguire la
seconda: «Noi volevano ri-muovere la filosofia egualita-ria, loro no». Finì con i figli diAttilio che acquistarono la so-cietà: era il 2008. A settembrebancarotta Lehman Brothers,poi lacrisi.Poi lamortedelpa-dre.«Conunpatrimonio inde-bolito e senza la guida del pa-pàprendemmoalcunedecisio-ni tra cui mantenere solo iclientidel lussopiùprofittevo-lieacquisireknowhowspecifi-co suimercati esteri».
LA FIDUCIA. L’azienda comin-cia a girare con la squadra af-fiatata: Maurizio presidente ead, Marta delega alla finanza,Alfredo al commerciale. I figlicrescono, lo spettro della sta-gione dei cugini. L’incontrocon Maurizio Casalini, part-nerdello studio legale tributa-rio Casalini & Zambon di Vi-cenza, membro dell’Associa-zione “Il Trust in Italia”, unodei50iscrittialregistroprofes-sionistiaccreditati intrust.Èalui - spiegaZordan-cheabbia-mo affidato la progettazionedel nostro trust ed è semprelui ad essere il nostro “consi-gliere” nella funzione del tru-stee attraverso la A.B.SoluteFamilyOffice&Consulting, dicui è presidente. Lo invitano atutti i loro cda e con lui hannocondiviso l’acquisizione del70% della Marzorati Rocchet-ti di Cantù, rogito venerdì. Iltrust ha 80 anni di durata, 3sottofondi intitolati ai fratelli,beneficiari idiscendenti.Casa-linitraccialelinee:«Leesigen-zedella famigliaeranodicrea-re unmeccanismo che assicu-rasse nel futuro una leader-ship inbaseacriteri dimerite-volezza, una valutazione su-perpartes delle performancedei componenti apicali, la cre-azionediunpatrimoniosegre-gato alle future esigenze dellafamiglia». Il trustee accumu-la, amministra e protegge il78% degli utili. Un tesorettoche si accumula. «Mia curache non distribuiscano trop-po». Il trust nonè aggredibile.«Nel Vicentino istituto anco-rapocodiffuso».•
ILTRUST ZORDAN. Case history venerdì alFestivalCittàd’impresa
“Pattodisangue”nelnomedipapàblindal’impresa
Ilprogramma
«Segnalipositivisulfrontedel-l’occupazione per il compartodellameccanicaedellasubfor-nitura veneto, soprattutto perchi investe in formazione e in-novazione». È questo in estre-ma sintesi il quadro tracciatodall’Osservatorio Mecspe rea-lizzato da Senaf in occasioneproprio di Mecspe, ovvero lafiera internazionale delle tec-
nologieperl’innovazioneospi-tataalleFierediParmadagio-vedì 26a sabato28marzo.Il quadro è nazionale, ma
scende nel dettaglio della re-gione veneta e anchedelle sueprovince, per cui è in grado didare indicazioni sulle «figurechel’industriadiVicenzaricer-ca maggiormente da inserirenell’organico come dipenden-
ti»,anchese -precisanogliau-tori-«ildatononindicaneces-sariamente un incremento dioccupazionesulterritorioper-ché non considera le cessazio-ni di rapporti lavorativi, chepossono superare i nuovi in-gressi».Ebbene, «nella provincia di
Vicenza, secondo i dati Excel-sior-Unioncamereedelabora-
tidaSenaf inoccasionediMec-spe-sottolinealanota-nelpri-mo trimestre 2015 si prevedo-no 2.040 assunzioni di dipen-denti. Di queste il 46%, pari a930, riguardano l’industria,con contratti che saranno atempo determinato per circail 48%».«Nello specifico - precisa la
nota- leindustriemetalmecca-
nicheedelettronicheprevedo-no di assumere, in questi pri-mitremesidell’anno,460ope-ratori (49% del totale indu-stria); le industrie tessili, dell'abbigliamento,delcuoioedel-lecalzature220(24%); leindu-strie dei gioielli e delle pietrepreziose 20 (2%); le “Altre in-dustrie” 230 (25%)». Il profilopiù ricercato «è quello di ope-rai specializzati e di condutto-ri di impianti emacchinari; sirichiede in generale esperien-zaspecificamentre il candida-to ideale èmaschio».•
Ifratelli Zordantra ilpapàAttilioe lamamma M.LuigiaGasparini
LalezionediunpassaggiogenerazionalecruentohaportatoasalvaguardarepatrimonioevaloriL’ad:«Enonvolevamochesi litigasseperisoldi»
MaurizioZordan alcentro, trala sorellaMartae ilfratello Alfredo
ILREPORT SULLAVORO PER IL SALONE MECSPE.Una su dueriguarderàl’industria, soprattuttomeccanica etessile
«Vicenza,in3mesi2milaassunzioni»
L’industria meccanica
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IL GIORNALE DI VICENZAMercoledì 18 Marzo 2015 Economia 11
MarinoSmiderle
S e una delle provincepiù industrializzateed export oriented è
fuori dalla Borsa ormai daun decennio, vuol dire chec’è qualcosa chenonva.E seVicenza è un gigante dellaproduzione non può accet-tarediessereunnanofinan-ziario. Anche perché, allalunga, la carente strutturapatrimoniale finisce col fargrippare il motore indu-striale. Come si è notato inquestiannidicrisidelcredi-tobancario, ilprincipaleca-nale finanziario usato dalsistemaeconomicoberico.Le realtà più attente han-
noapertoleportedelcapita-le facendo entrare dei fondiche, di fatto, fungevano daBorsameno invasiva e pri-vadell’oscillazionedeiprez-zicherischiadicondiziona-re l’attività operativa. Mala maggior parte è rimastadipendente dal rubinettodelle banche che, specie inquesti anni di recessione, èrimasto chiuso. Il rischio èche l’attuale livello dei tassid’interesse, il più basso del-la storia, induca le impresea restare attaccate al grem-bodimamma-bancaperac-ciuffare la ripresa. Sarebbeun errore: la Borsa, lungidall’essere il demonio, po-trebbe riportare Vicenza inparadiso. •
© RIPRODUZIONERISERVATA
FESTIVAL CITTÀD’IMPRESA.Convegnod’aperturasulle“quotabili”
SbarcoinBorsaPronte67società«Nonc’èscelta»
Illistinoimponeregoledimercato“senzaanimaesenzacuore”enontuttisonodispostiPAOLOGUBITTADocenteUniversità di Padova eCuoa
Ilnanismofinanziariodasuperare
I l ricordo di AlessandroRossi cui è dedicato unconvegnoaVicenzadoma-
ni ci richiama un pezzo dellastoriamigliore delnostropae-se, di quando l'Italia primeg-giavanello sviluppo enella in-novazioneindustriale. Il ricor-do fornisce buonimotivi a chinon si rassegna a vivere in unpaese mediocre ,in stagnazio-neo indeclino.Rossi èunper-sonaggioemblematico, inreal-tàeccezionale,dellastoriadel-l’industria italiana. Rileggereoggi i suoi scritti, o anche solole schede preparate per il con-vegno,ci presenta una figura
di grande modernità e forni-sce spunti di riflessione su te-miattualissimi.Colpisce la complessità della
sua traiettoria personale, nonsolo di grande industriale in-novatore, ma anche di uomopolitico e di imprenditore so-ciale lungimirante. Rossi co-mincia a lavorare 'di spola edinavetta' molto giovane nellafabbricapaterna,perconosce-re con esperienza diretta la vi-ta e le condizioni degli operai.Viaggia subito in Europa perfarsiunamentalità internazio-nale e acquisire le tecnicheproduttive più avanzate, coin-volgendo anche tecnici stra-nieri, 'una colonia poliglottadi manifattori' come scriveva
la Gazzetta veneta nel 1841. Aproposito, quanti sono oggi imanifattori poliglotti? Eppu-recenesarebbebisognopiùdiallora.Rossi sidimostraunimpren-
ditore eccezionale che porta ilLanificio nel 1876 a essere lapiù potente industria italianae fra le prime in Europa, conoltre 5mila operai. Crede nell'innovazione tecnologica co-memotore dello sviluppo,maresta legato ai valori spiritualie religiosi della sua terra.L' attenzione e la curadelbe-
nessere degli operai ,secondoquesto paternalista organico,non costituiscono beneficien-za ,ma previdenza e sono es-senziali per la crescita oltre
che per il bene comune. Oggil'Ue ci ricorda che il welfarenon è, o non dovrebbe essere,solo un costo ma un investi-mento sociale.Per questo all’innovazione
tecnica Alessandro Rossi ac-compagnanelle sue fabbrichelainnovazionesocialeecontri-buiscedirettamenteasostene-re le 'istituzioni operaie', conparte degli utili e del suo stes-so stipendio.Leiniziativediqueglianniso-
no anticipatrici di molte diquelle che oggi costituisconoil welfare aziendale moderno.Vogliono soddisfare anzituttoi bisogni fondamentali deglioperai e delle loro famiglie -mense,alloggiaprezziaccessi-
bili, asili - ma si estendono acostituireiprimifondipensio-ne e casse di mutua assisten-za, a proporre l'azionariatodeidipendenti;einoltreantici-pano la cura di bisogni imma-terialicomelaculturae l'istru-zione.La promozione della forma-
zione degli operai, dei bambi-niedeimaestri, occupaunpo-sto centrale nella attività diRossi,nelVenetoepoia livellonazionale.Una sua idea, an-che qui anticipatrice, era chela diffusione della formazionetecnicaeprofessionaledovevaessere la priorità assoluta perlosviluppoeconomicodelpae-se; e l’IstitutoRossi diVicenzada lui fondato doveva essere il
prototipo di questa formazio-ne, comprendente “scuola, of-ficinaeconvitto”.Questo richiamoèattualissi-
mo oggi che si riscopre, purcon tanto ritardo, l’importan-za della istruzione tecnica e diuna buona combinazione frascuola e lavoroper lo sviluppodi quella manifattura intelli-gente decisiva per la
competitivitàdellanostraeco-nomia.Le iniziative sociali di Rossi,
al di là dei singoli contenuti,hannoduepuntifondamenta-li di modernità. Anzitutto laconvinzione che di welfare sidovesseoccupareinprimaper-sona l’impresa ,anche oltre leiniziative statali, un’impresacome si direbbe oggi social-mente responsabile e capacediagire in sussidiarietà.In secondo luogo l'idea che
sviluppo economico e svilup-posocialedovesseroandarein-sieme per motivi sia di giusti-zia sia di efficienza, cioè per-ché solo così lo sviluppo puòessere sostenibile e umano,ma anche perché solo una im-presa innovativa e competiti-vapuòsostenerebuonecondi-zionidi lavoro ediwelfare.•
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Analisi
Roberta Bassan
Sono67leaziendedelTrivene-to mappate come “quotabili”dal festival Città Impresa incollaborazione con TamburiInvestment&Partners,11han-no sede in territorio vicentino(di cui due stannopartecipan-do al programma di crescita).Almomento la ritrosia èanco-ra tanta: solo la Favini di Ros-sano Veneto, per restare al Vi-centino, ha avviato l’iter neimesi scorsi per l’ingresso inBorsa. È il momento giusto?«Andare a veleggiare nell’oce-ano della Borsa non sarà pertuttimasaràpermolti -rispon-de il professor Paolo Gubitta,
docente di organizzazioneaziendaledell’UniversitàdiPa-dova,direttorearea imprendi-toriale del Cuoa -, i cosiddetti“happy many”, felici e parec-chi.Edèunpassaggiomanage-riale più che culturale». Lamappa delle “ quotabili” delleVenezie sarà presentata nelconvegno di apertura dellatre-giornidel festivalCittà Im-presa domani alle 10 alla Fon-dazione Cuoa, occasione persviscerare opportunità, rischiediverse opzioniper ilmondoimprenditoriale verso la Bor-sa, ma anche verso altri stru-menti utili alla crescita, tra glialtri i minibond. Dopo i salutidi Matteo Marzotto presiden-teFondazioneCuoa,IlarioNo-
vella partner Adacta e Filiber-to Zovico editore VeneziePostpromotore del festival, si di-scuterà di “Finanza emanifat-tura: nuove alleanze per cre-scere”: interventi di LucaPeyrano e Giovanni Tamburi,testimonianze di Alberto Ba-ban, Massimo Candela, PaoloGubitta, Gianni Mion,intervi-sta a Roberto Zuccato, presi-dente di Confindustria Vene-to, condurràDarioDiVico.
LA MAPPA.Tra le 67 con tutti icrismi per Piazza Affari chetengonocontodi variparame-tri si va da 47 società note algrande pubblico come Calze-donia, Bauli e Only the Brave(la holding di Renzo Rossocon l’ammiraglia Diesel) a 17aziende che sono entrate nelprogetto Elite di Borsa Italia-na(anticameradellaquotazio-ne) comeMasi o Lago, fino adaziende che pur non avendoparametri di ricavi sopra i 70milioni(consideratatagliame-dia), stanno realizzando risul-tati tali da essere in teoria ap-petibiliper ilmercatoborsisti-
co. La mappatura si concludecon il profilo di 12 società (tracuilevicentineForgitaleRigo-ni) che pur non essendo “quo-tabili” partecipano al pro-grammadi crescitaElite. Nes-suna pretesa di esaustività - siaffrettanoaprecisare gli orga-nizzatori -ma lavolontàdievi-denziare che, negli anni dellagrandecrisi traVeneto,Trenti-no Alto Adige e Friuli VeneziaGiulia,«èemersounsignifica-tivonumerodiaziendeconfor-ti potenzialità di crescita» eche, tra i molti strumenti c’èappunto lo sbarco in Borsa. ÈlastradasceltaperesempiodaOvs, fondataaPadova,gruppoattivo nel mercato dell’abbi-gliamento (opera anche con ilmarchio Upim) che i primi dimarzo ha fatto il suo debuttosul listino, dopo averlo rinvia-to alla fine del 2014 per l'arianon proprio di gran festa chetirava sui mercati azionari.Sceltaperaltroadottataanchedal gruppoveronese della car-taFedrigoni,cheloscorsootto-bre ha deciso di rinunciare acausa del deterioramento del-
le condizioni dei mercati fi-nanziari. Ieri invece il gruppotrevigiano Massimo ZanettiBeverage ha comunicato diaver presentato a Consob ilprospettoinformativodioffer-ta per il processo di quotazio-neavviandocosì la cavalcata.
LOSFORZO.«Vadatoattodellosforzochemolte aziende stan-no facendo in questa direzio-ne - affermaGubitta - peraltrol’attività che porta alla quota-zione è quasi un mestiere perl’imprenditore, gravatodiunanotevole pressione sulla strut-tura organizzativa». L’iter -esemplifica Gubitta - assomi-glia per certi versi alla trasfor-mazionedellapropria vecchiacasa alla classe A: bisognasventrarla. E il vantaggio qualè? «In Borsa si ha un giudice“giusto” che è il mercato, tal-volta può subire delle sventa-gliate dalle speculatori, matendenzialmentenonbara, im-pone disciplina, regole d’in-gaggio e comportamento. Eogni tre mesi devi portare ri-sultati. Aspetto questo che a
volte fa a pugni con il capitalepaziente delle famiglie. Unpercorso lungoda fare che im-pone cambiamenti importan-ti». Diverse aziende oggi sonosul trampolino, finora pochilanci. «Le ragioni almeno unpaio - spiega il professore -. Laprimaèoggettiva, ladimensio-ne: non ci sono tante aziendemedio-grandi che hanno esi-genzadiavere capitali per cre-scereequestaèunacausaean-cheuna conseguenzadel fattoche non sono in Borsa. In se-condo luogo la Borsa imponeregole di mercato “senza ani-maesenzacuore”ancoradiffi-cilidaaffrontareincontestige-stionali e di governance anco-ra legittimamente guidati an-chedavalutazionidinaturafa-miliare».«Ogginoncisonoal-ternative all’ingresso in Borsa- spiegaGubitta - e tra le ragio-ni il fatto che non sempre nel-le famiglie imprenditoriali glieredi hanno le stesse capacitàdei genitori, a volte le hannopiù elevate, a volte no. E secambimestiere nondevi esse-re “condannato”».•
Nellamappatrivenetachesaràpresentatadomanianche11impresevicentinecontuttelepotenzialità«Servepassaggiomanagerialepiùcheculturale»
L’INTERVENTO.Domani il convegnosull’industrialevicentino: capìperprimo che l’impresadeveoccuparsi diwelfare
Rossi,quandolosvilupposocialecreaefficienza
AlessandroRossi
Tiziano Treu
GW17990
IL GIORNALE DI VICENZAGiovedì 19 Marzo 2015 Economia 11
L’INTERVENTO
Veneto,servel’addioaimillecampaniliFuturometropolitano
OGGI,VENERDÌ20-ore10, FondazioneCuoa:“LequotabilidelleVenezie.Finanzaemanifattura, nuove alleanzepercrescere”(M. Marzotto, F.Zovico, L.Peyrano, G.Tamburi,A.Baban,M. Candela, P. Gubitta,G.Mion, D.Di Vico,R. Zuccato,I.Novella)-ore15, palazzo BoninLongare:“100anniprima di Olivetti.AlessandroRossi e l'invenzionedelwelfare aziendale”(P.Marchetti,T. Treu, N. Pelà,E.Zambon,M. Alfieri,L. Zocche).-ore16.30,libreria Galla: “Ilgeniodel gusto”(A.MarzoMagno,L.Costa,C. Garetto, M.DellaVecchia)-ore16.30,FondazioneZoe:“Intrustwe trust. Conservareilpatrimoniodellafamiglia
attraversole generazioni”. (P.Gubitta,M. Zordan,M. Casalini)-ore18, libreria Galla:“Raccontareil madein Italy”(M.Bettiol,E.Odorizzi, M.Palazzetti,L.Quaglia,A.Maconi)-ore18, palazzo BoninLongare:“IlJobsactcomincia dalleVenezie” (P. Ichino,A. Furlan,G.Zigliotto,S. Dolcetta,D.Ferrazza,B. Tonato).-ore21, teatroOlimpico:“Futuroitaliano” (S.Micelli, B.Cucinelli,L.Vignaga, R.Rocelli)
DOMANI,SABATO21-ore10, Odeodel teatroOlim-pico:“Lamorale del tornio” (M.Marzotto,A. Calabrò,M.Salamon,J.Bulgarini d'Elci,M.Maugeri,R.Cappellari)
-ore10, Fondazione Zoe:“Dallafabbrica lentaal3d printing:glioppostichesi attraggono” (F.Venier, G.Bonotto, I.Pomini)-ore11.30,Fondazione Zoe:“Co-creiamoilfuturo dellavoro” (A.Rossi, F. Fabiani,D.Bottega,M.Visentin)-ore11.30,OdeoDel TeatroOlimpico:“What dobossesdo?Managereimprenditori:comeinnovare ruolie poteri” (D.Bolzonello,A. Camuffo,G.Costa,G.Del Torchio, G.C.Ferretto)-ore15, Odeodel teatroOlimpico:“Igiovanie illavoro”(F. Girardo, S. Avallone,G.Copiello)-ore15, Fondazione Zoe:“Crescitafelice. Percorsidifuturocivile” (F. Morace, A.
Bonomo,S. MartucciFortuna,G.Soffiato, C. Veller, F.Cancellato)-ore16.30,FondazioneZoe:“PartiveIvae freelance, ilnuovolavoroautonomo”(T.Treu, A. Dili,A.Soru, G.Stella,T.Nannicini)-ore16.30,libreria Galla: “LaviadelNord” (M.Alfieri, G.Berta,C. Giudici,G.Roverato)-ore16.30,Odeodel teatroOlimpico:“Investireinproprietàintellettualeillicensinge ilsupporto delpatentbox”(R.Bisson,E.Bonini,M. Scapin, F. Scapin, P.DeMuri,S. Mangiaterra)-ore18, teatroOlimpico:“Crescitae sviluppo:l'Italianelpassaggiodella grandecrisi” (I.Cipolletta,R. Zuccato,C.
Passera,A.Gervasutti, A.Variati)-ore21, teatroOlimpico:“Setteanni dicrisi: comesonocambiatigliitaliani,come ècambiatal'Italia” (C.DeMichelis,I.Diamanti,P.Possamai,P. Mieli)
DOMENICA22-ore11, FondazioneZoe:
“Crowdfunding: comeraccoglierecapitale perfinanziarenuove imprese” (I.Pais,F. Nicoletti, E. DeMarco)-ore11.30,teatro Olimpico:“Lasvoltabuonasullaburocrazia...quandoarriva?” (G.Delrio,G.A.Stella,AlessandroRussello,Achille Variati)-ore15, FondazioneZoe:“Giovani& lavoro:chefuturo si
attendono?”(A.Rossi,F.Fabiani,D.Bottega, M.Visentin)-ore15, Odeodel teatroOlimpico:“Nextdesignthinking”(D.Lago,F.Bozzato)-ore15.30,libreria Galla:“L'Olivetti diCarloDeBenedetti”(M.Alfieri, M.Castro,G.Castano, P. Bricco)-ore17, teatroOlimpico:“L’Europa el’euro” (F. DeBortoli,L.BiniSmaghi, F.Giugliano)-ore21, Odeodel TeatroOlimpico:“Conto allarovescia:-39giorniall'Expo. Achepuntosiamo?”. Eventodi chiusura conilministro MaurizioMartina.Altrirelatori: G.Muraro,A.Bortoli,C. Lunelli,A. Bauli,L.Bocca.•
OGGIAPRE ILFESTIVAL CITTÀD’IMPRESA.Domanialtro casehistory
IlbrevettocorreinNuovaZelandaecreabusinessDallacessionedidirittialpatentbox:piccolipassiversogli investimentinellaproprietàintellettualeIlcasodiun’aziendacheha“affittato”lasuaidea
Nellaleggedistabilitàmisureditassazioneagevolataperfavorireattivitàdiricerca
I lsistemaNordesthaintra-preso una lunga marciaperusciredalladimensio-
ne periferica della provinciaitalianaeprovaaentrarenelladimensione dello spazio me-tropolitano europeo. Questain sintesi la tesi sostenuta dalnuovo libro di Giancarlo CoròeRiccardoDallaTorre.Siamo ancora ametà strada,
ma l’abolizione delle provinceimprime un’accelerazione aquestoprocessoventennale.Il ritorno del concetto di Ve-
nezie, alpostodiNordest, rap-presenta la tensione verso unnuovo modello di crescita. Ilmodellonatoneglianni ’70,co-me alternativa al sistema na-zionale della grande indu-stria, il modello periferico de-scritto da Enzo Rullani e Bru-noAnastasiaall’iniziodeglian-ni ’80, è in crisi. Attenzione!Non i distretti industriali e lepiccole imprese come sistemaorganizzativo, che sono anco-ra vitali. È in crisi lo schematerritorialedellafabbrica(ozo-na industriale) per ogni cam-panile, dei centri direzionali,formativie logisticiconcentra-ti nei capoluoghi di provincia.Per partecipare alle sfide delprossimo futuro serve unmo-dello nuovo, un’organizzazio-ne metropolitana delle forzeproduttive, della manifattura,dei servizi internazionalizzati,delle nuove forme di turismoindustriale.IlNordestèstatoa lungouna
piattaforma di servizio, per laGermania e gli altri sistemiproduttivi del Centro Europa,nell’epoca del capitalismo na-zionale. Oggi sta diventandoun’altra cosa. È un nodo pro-duttivo e logisticodel capitali-smo globale. Giocoforza devediventareunospaziometropo-litanoper il Sud-Europa (Nor-dest Italiano, parte dell’Au-stria,Slovenia,Croazia,Slovac-chia eRomania). Con una for-te autonomia, ma anche conunanuova “centralità”.Corò e Dalla Torre sono eco-
nomisti conunavisionemoltoparticolare del rapporto traterritorioe industria.Si sonoalungooccupatidiproblemiur-banisticieosservanolosvilup-podelNordestconl’occhiodel-l’esperto di pianificazione. Ve-dono le trasformazioni in cor-socomeun’opportunitàpoliti-ca, oltre che economica.Ecco perché il loro libro,
“SpazioMetropolitano”.Perri-lanciare la competitività delNordest, appena pubblicatodaMarsilio, è importante.Le Venezie, Venice City Re-
gion, Venice ManufacturingDistrict?Non sappiamo anco-ra quale nome il mondo daràalnostro territorio.Ècertope-rò che non saranno solo le ri-formeamministrativeadargliforma e forza. Serve uno scat-to di orgoglio dei cittadini edelle imprese. Serve il corag-gio di costruire quartieri, an-chementali,chesuperinol’an-gustolimitedeimillecampani-li e dei sette recinti provincia-li.•
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ILPROGRAMMA:25 APPUNTAMENTI INCITTÀ INTRE GIORNI. DaMatteoMarzottoe Brunello Cucinelli aGraziano Delrio eMaurizio Martina
Roberta Bassan
«Le idee sono un concetto dacui si può creare ricchezza, avoltechepiùdallastessamani-fattura». Detto dagli esperti,nellaculladellaproduzionein-dustriale a Vicenza, può sem-brare tantomenobizzarro,marappresentaunodei tanti sug-gerimenti per la ripresa. Lo èstato per esempio per un im-prenditorediTombolo,nelPa-dovano,chedetieneunbrevet-togenialeper il suosettoredelmarmo arredo. Il nome, “invi-sibleline”lineainvisibile, ladi-ce tutta sulla sua particolari-tà:nonsivedeunafugachesiauna inunpianodiquarzo lun-
goanchepiùdi3metri,uncol-pod'occhiodafavolaperesem-pio per piani cucina di un cer-to livello senza quelle sgrade-voli giunzioni tra le lastre.Maun conto è produrre e fornirein loco o in un raggio adegua-to, un conto è dall’altra partedel mondo. Questo per direche si può essere un operosoimprenditore del Nordest congrandi intuizioni,magari oggicomeoggi frenatonellaprodu-zione da mille motivi non daultimo i costi di realizzazione,come pure di esportazione. Eallora perché non sfruttare lapropria “opera d'ingegno" fa-cendola produrre ad altri? Èuno dei cardini del licensing,alla cui base c'è in buona so-stanza il concetto che la circo-lazionedelcosiddettobeneim-materiale, evidentemente tu-telato da brevetti o marchi,non ha confini fisici. Un po’quellocheaccadenelle transa-zioni finanziare: circolare congrandissima facilità e crearebusiness.
DALLA PROTEZIONE AL BUSI-
NESS.È dedicato agli “Investi-menti inproprietà intellettua-le" unodegli incontri del festi-valCittád'Impresa, latre-gior-ni di Veneziepost dedicata all'economia (si apre stamattinaalCuoa) chedomanialle 16.30affronterà il tema all'Odeo delteatro Olimpico con RaffaellaBisson, Ercole Bonini, PaoloDeMuri,FilippoeSandroSca-pin condotto da SandroMan-giaterra. Il punto d’inizio è lanecessitàdiprotezionedelbre-vetto,cosacheconsentediatti-vare la cessione in licenza delbrevetto stesso consentendodi fare business. Questa è unastrada che all’estero è moltoconosciutaeutilizzatamapur-troppomoltopocoinItalia,pe-raltro fanalino di coda per do-mande di brevetto europeo.«Non perché qui si difettinodi idee innovative - spiega Er-cole Bonini, fondatore dell’o-monimo studio con sede a Vi-cenzachesioccupadiproprie-tà industriale nel nord Italia -ma piuttosto di consapevolez-za delle necessità della prote-zione (brevetti) e della valoriz-
zazione dell’innovazione (li-censing)». Emblematico il ca-so del GruppoMarmo Arredocon headquarter a Tombolo,che verrà raccontato domani:l’aziendahamesso a punto l’i-dea della cessione dei dirittidel suo brevetto di punta (chepermette di produrre piani diquarzodiqualunque lunghez-za senza giunzioni visibili allosguardo)adun’impresaneoze-landese che distribuisce i pro-dottipercontodell’aziendate-desca che fa parte del gruppo,la Quarzforms®. «Spesso -spiegano - utilizziamo il knowhowdiMarmoArredonella la-vorazione degli agglomeratidi quarzo per fare formazioneaiclientidiQuarzforms®,ven-gono invisita in Italia e seguo-no un breve corso di buonepratichenella lavorazionedel-la materia prima. In questaparticolareoccasione,vistaan-che la localizzazione geografi-ca che non fa entrare in con-correnzaledueaziende,abbia-momesso a punto l'idea dellacessionedeidiritti».
INVESTIMENTI IN INNOVAZIONEINLEGGEDISTABILITÀ.Labatta-glia dell’innovazione si giocaanche sul terreno del suppor-to nei confronti delle aziendeche hanno investito in ricercae sviluppo e che hanno eserci-
tato il diritto di fare businessutilizzando le innovazioni.«Con il nome di patent box -commenta Paolo DeMuri, di-rector dello studio professio-naleAdacta, - laleggedistabili-tà 2015 ha introdotto una mi-sura di tassazione agevolataperiredditigeneratiutilizzan-do e sfruttando brevetti indu-striali, opere dell'ingegno,marchi d'impresa e in generebeni immateriali giuridica-mente tutelabili. Ladisciplinaintroduce un regime del tuttonuovo che mira a rendere fi-scalmente conveniente la de-tenzione degli intangibles inItalia,colmandoungapconal-triPaesi europeidove sonogiàattive normative incentivantiinquest'ambito.C'ègrandeat-tesa per il decreto attuativoche il Ministero dello Svilup-po economico deve emanare,percomprendereseladetassa-zione, che raggiungerà il 50%dei redditi prodotti e le intereplusvalenze realizzate, sarà diimpulso per favorire l'investi-mento in attività di ricerca esviluppo e per incentivare ilmantenimentoinItaliadelno-stroknow-howtutelato».Trat-tenere in Italia le aziende chefannoinnovazioneestimolaregliinvestimenti inricercaesvi-luppo ha un’importante «va-lenzaeconomica».•
PaoloDeMuri(Adacta) ErcoleBonini(studioBonini)
di PAOLO GURISATTI
GX26539
La Casa del VentoThe House of Wind
ÆOLUS HIC CLAUSO VENTORUM
CARCERE REGNAT
ÆOLIA
GX26539
Ristorante Gelateria Artigianale in CostozzaChiuso il martedì
Piazza Da Schio 1, - Longare -Vicenza - Tel. 0444 555036
Membro Fondatore Magnifi ca Confraternita
Ristoratori DeCo
Ristorante Venerabile Confraternita del Bacalà
alla Vicentina
IL GIORNALE DI VICENZAVenerdì 20 Marzo 2015 Economia 13
Landinifondaunpartito?AffariinterniallaCgil,madisicurononfabenealsindacato
Marino Smiderle
La genovese Annamaria Fur-lan non è avara di critiche algoverno Renzi. Quasi volessefare concorrenza a MaurizioLandini. «Per carità - attaccail segretario generale della Ci-sl, nella sede diVicenza col se-gretario regionaleFrancaPor-to e quello provinciale Gian-franco Refosco - Landini stagià facendo abbastanza dannial sindacato confuso per unpartito politico di opposizio-ne.Maquando il governo sba-
gliaononfaquellochedovreb-befare, iocredochesiadovero-so farlonotare».
E la prima annotazione criticaqual è?Diciamo che amio avviso nonsta facendomolto per trasfor-mare le straordinarie occasio-nicongiunturali globalidell’e-conomia.
Dollaro forte, petrolio debole......Draghi che inietta liquiditànelsistema.Tuttolasciapensa-re che, specie per un sistemaindustrialecomequellovicen-tino, incentrato su pmi edexport, questo sia il momentobuonoperdecollare.
Non è così?Sì, è così.Maquesti fattorima-croeconomici positivi non ba-stano. Potrebbero trasformar-si inoccasioni perse senon sa-ranno accompagnati da seriepolitiche di sviluppo che ab-bianolacrescita,e igiovani,co-meobiettivoprincipale.
A Vicenza Cgil, Cisl e Uil hannofirmato con Confindustria unaccordoquadrosullapartecipa-zione dei lavoratori alla gestio-ne dell’impresa. Può essere unpasso avanti verso un percorsodi crescita economica?Come no, è sicuramente unpassoavanti.Eancoraunavol-
ta le parti sociali dimostranodi avere tempi ben più rapididiquelli istituzionali.Sonoan-nichenoiattendiamouna leg-ge a sostegno della partecipa-zione dei lavoratori, che giacechissàdoveinparlamento,maquesti accordi in qualche mo-do rimediano alle lungagginipolitico-amministrative.
Può diventare uno strumentodiffuso anche oltre i confini vi-centini?In altri Paesi questo modelloviene applicato da tanti anninelle relazioni industriali, ba-sti pensare alla Germania, ehacontribuito inmododecisi-vo alla produttività nelle im-prese.Speriamochesiaunsol-lecito alla parte legislativa chedovrebbe prevedere delle age-volazioni, a partire da quelledinatura fiscali,perchidoves-se adottarequesto strumento.
A proposito di fisco, la Cisl staportando avanti un progetto dilegge di iniziativa popolare perredistribuireilpesodelleimpo-ste,dandoun bonus dimille eu-ro per chi ha redditi inferiori ai40 mila euro. Renzi ci sente?Meloauguro, intantochiedia-moaicittadinidi firmare. Il si-stemaèsemplice:sottoi40mi-la euro lordi l’anno, pensiona-ti, lavoratori, anche quelli au-tonomi, mille euro di tasse inmeno.
E a pagare saranno i più ricchi...Abbiamo fatto il conto che il 4per cento della popolazioneha un patrimonio, tra titoli fi-nanziari che non siano di Sta-to e immobili che non sianoprima casa, superiore ai 500
mila euro. Chiedere a loro unpiccolo sacrificio nonmi parescandaloso.
Su questo sarà d’accordo an-che Landini, non crede?Guardi, detto che si tratta diuna questione interna allaCgilecheiononvoglio interfe-rire, ribadisco che chi provocaconfusione e scambia il sinda-cato per un partito politico fasolodannoai lavoratori.
Lasceltadiinserireancheired-diti dei lavoratori autonomi nelcalcolo del tetto sotto il qualescatta il bonus di mille euro èsignificativa. Siete diventati ilsindacato delle partite Iva?Il problema è che in passatoc’è stata una proliferazione dipartite Iva che io non esito adefinirefalse.Sonoqueigiova-ni che, per trovare un lavoro,sono stati costretti a inventar-si lavoratori autonomi persbarcare il lunario.
Cambieranno le cose con ilJobs act?Certo che cambieranno ed èperquesto cheabbiamososte-nuto questa riforma. Restanodeipuntimigliorabilimaque-sta leggeè il coronamentodel-le idee portate avanti daMar-co Biagi. Nell’Italia del Jobsact, il suopensieroèpiùattua-le chemai.
Furlan, Camusso, la qui presen-te Porto. Come mai il sindacatoè l’istituzione più avanti quan-to a incarichi di responsabilitàa donne?Il sindacatononèun’istituzio-ne. Forse èperquesto. •
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Dolcetta: «Giudiziopositivo ma l’occupazionenon si crea per decreto.Ora via la burocrazia»
GianfrancoRefosco(Cisl Vicenza)conFurlan.COLORFOTO/F. IMPIUMI
Glieventi di oggi
Laura Pilastro
«Ilnostrogiudizio èmoltopo-sitivo. Il governohaagito rapi-damente e in modo corretto.Maricordiamocichel'occupa-zionenonsicreaperdecreto».Promozione a pieni voti per ilJobs act con l'augurio, però,chel'aria«buona»portatadal-la riforma del lavoro «incida
anche su altri fronti: burocra-zia, giustizia e formazione»,perilvicepresidentediConfin-dustria nazionale, il vicentinoStefano Dolcetta, intervenutoieri all’incontro “Il Jobsact co-mincia dalle Venezie?” per ilFestival Città Impresa. Conlui, al tavolo dei relatori di pa-lazzoBoninLongare,modera-ti dal giornalista Daniele Fer-razza, c'erano il senatore delPd Pietro Ichino e la segreta-ria nazionale della Cisl Anna-mariaFurlanchehannopresola parola dopo il saluto del pa-dronedicasa, ilpresidentedel-la Confindustria vicentina
Giuseppe Zigliotto. Anche lui«soddisfatto» della riformaappena varata che porterà gliimprenditori italianiestranie-ri a «superare un bloccomen-tale». Blocco che induceva iprimi «a ricorrere a tanti con-tratti per non affrontare quel-lo a tempo indeterminato», isecondi«aevitare investimen-ti in Italia a causa dell'articolo18».Ma se i sintomi della ripresa
«sono visibili e confortano,con l'aumento del numero diassunzioniatempoindetermi-nato - spiega Dolcetta - Il veroproblema resta la
competitività che non crescesoltanto intervenendo sul co-sto della manodopera, ma suuninsiemedifattori, comel'ef-ficienza della pubblica ammi-nistrazione, la velocità dellagiustizia e la formazione. So-no tanti i temi su cui lavorareper recuperare il ritardodi cuisoffre il nostro Paese che inquesto momento vede la pre-senzadifattoridisviluppoeso-geni,comelasvalutazionedell'euro suldollaro».E a proposito di formazione,
il senatoreIchino fanotareco-me «siano 45 mila in Veneto,sulmezzomilione in tutta Ita-
lia, ipostidi lavororimastisco-perti per mancanza di mano-dopera qualificata». Per que-sto, riprende il parlamentaregiuslavorista, «mi piacerebbechelaRegioneneiprossimian-ni misurasse la coerenza tra ipercorsidi formazioneprofes-sionale esistenti e gli sbocchilavorativi,magariconunaspe-cie di “cruscotto” sul sito permonitorare la situazione».È soprattutto ai giovani, in-
fatti, che si rivolge anche ilJobsact,secondoIchino,«ine-vitabileperchévanelladirezio-ne incuiva la storia, cioèversolenuovegenerazioni».Unari-
forma, prosegue con entusia-smo il senatore, «che visto ilritmo con cui avanza, potreb-be essere completata entro iprossimi seimesi».Altro capitolo importante da
affrontare, conclude, è «la ri-formadella pubblica ammini-strazione,conl'efficientamen-to delle strutture. Che si otter-rà anche legando gli incarichi
dei dirigenti a degli obiettivida raggiungere. Pena, la rimo-zione dal ruolo. Occorre chel'amministrazione metta alprimoposto l'interessedei cit-tadini, non quello dei suoi ad-detti.Restaancoraildualismograve tra l'inamovibilità delpubblico impiego e l'Italia cherischia, che affronta il merca-to».•
FESTIVAL CITTÀIMPRESA. Ilsegretario generaleCisl: soddisfazione perlariformadel lavoro,ma timore chelacongiunturaeconomica favorevole non venga sfruttata
«Questogovernofapocoperlaripresa»
AnnamariaFurlan, segretario generaledellaCisl, ieria Vicenza
AnnamariaFurlan:«L’accordoconConfindustriaVicenzasullapartecipazionedeilavoratoriallagestionecolmalacunedilegge»
Spingiamoperdareunbonusfiscaledimilleeuroachiprendemenodi40milaeurol’anno
-ore10, Odeodel teatroOlimpico:“Lamorale deltornio”-ore10, Fondazione Zoe:“Dallafabbricalentaal3dprinting:gliopposti chesiattraggono”-ore11.30,FondazioneZoe:“Co-creiamoil futurodellavoro”-ore11.30,OdeoDelTeatroOlimpico:“What dobossesdo?Managereimprenditori:comeinnovare ruolie poteri”-ore15, Odeodel teatroOlimpico:“Igiovanie illavoro”-ore15, Fondazione Zoe:“Crescitafelice. Percorsidifuturo civile”-ore16.30,FondazioneZoe:“Partive Iva efreelance,ilnuovolavoroautonomo”-ore16.30,libreria Galla:“Laviadel Nord”-ore16.30,OdeodelteatroOlimpico:“Investireinproprietà intellettualeillicensinge ilsupporto delpatentbox”-ore18, teatroOlimpico:“Crescitae sviluppo:l'Italianel passaggiodellagrandecrisi” (I. Cipolletta,R.Zuccato,C. Passera,A.Gervasutti,A. Variati)-ore21, teatroOlimpico:“Setteanni dicrisi: comesonocambiatigliitaliani,comeè cambiata l'Italia”(C.DeMichelis, I.Diamanti,P. Possamai,P. Mieli)
DIBATTITOSULLAVORO ESULLO SVILUPPODEL VENETO.Ilvicepresidente nazionalee quello vicentino diConfindustria
Industriali:«Jobsactok,manonbasta»
Lasalaaffollata:StefanoDolcetta(centro)e GiuseppeZigliotto(des.)
GW17990
IL GIORNALE DI VICENZASabato 21 Marzo 2015 Economia 13
ILDIBATTITO. Al Teatro Olimpiconell’ambitodel Festival CittàImpresa
Culturaemanifattura«Cosìsivincelacrisi»
L’INTERVISTA. Il presidentedi ItaliaUnica sulleelezioniin Veneto
AvvisodiPassera«PiùvicinoaTosiMaluiconchista?»
Lariformadellepopolari?InaccettabilefarlapassareperdecretoCORRADOPASSERAPRESIDENTEITALIA UNICA
PoliticaeterritorioDalFestivalCittà Impresaalla corsainRegione
2IMINISTRIOGGIAVICENZA
ALFESTIVALDELECITTÀIMPRESA
AlFestivalCittàImpresa,oggi,ancheilministrodell’Agricoltura,MaurizioMartinaeilsottosegretarioallapresidenzadelConsiglio,GrazianoDelrio
5ICANDIDATIALLAPRESIDENZA
DELLAREGIONEVENETO
Almomentoèunacorsaacinque:LucaZaia(Lega),AlessandraMoretti(Pd),FlavioTosi(civico),JacopoBerti(M5s)eAlessioMorosin(IndipendenzaVeneta)
AlTeatroOlimpicoil dibattitocon Passera, Cipollettae Zuccato moderato daGervasutti.COLORFOTO
«L’hoconosciutoeapprezzatoperil lavorofattocomesindacodiVerona:oraleggeròiprogrammiNoalpartitounicodelrenzismo:noil’alternativa»
Oggidueministri
Innovazione, cultura e mani-fattura. La spallata finale allacrisi passa da questi elementi.Meglio, più che elementi sitrattadisceltedellapolitica,vi-stocheisettoriproduttivi la lo-ro parte l’hanno già fatta o lastanno facendo. È quantoemerge dall’incontro “Cresci-ta e sviluppo: l’Italia nel pas-saggio della grande crisi”, unachiacchieratainunaffollatissi-mo Olimpico tra il leader diItalia Unica Corrado Passera,il presidente di ConfindustriaVeneto Roberto Zuccato e l’e-conomistaInnocenzoCipollet-ta all’interno degli appunta-menti promossi dal “FestivalCittà Impresa”. Moderato daldirettore de Il Giornale di Vi-cenzaArioGervasutti, ilpernodell’incontro è ruotato intor-
noadununicograndeinterro-gativo da dove, come previsto,ne sono scaturiti a ruotamoltialtri: il modello nordest e, ingenerale quello italiano, fun-zionaancora?«Sì - rispondeCipolletta -ma
aunacondizione. Il Paesepuòcrescere solo se c’è innovazio-
ne. Un’innovazione che possacambiare i consumi delle per-sonestimolandoilmercatoin-terno». Ma esiste la culturacollettiva per permettere que-sto ulteriore salto? «Bisogne-rebbe usare la politica del ba-stone e della carota - osserval’economista -. Prendiamo gli
Marino Smiderle
Arriva da piazza San Babila, aMilano, dove ieri mattina hapartecipatoallaraccolta firmeper il lancio di Italia Unica.CorradoPasserahaappenaav-vertito che «bisogna fare at-tenzioneaquestagiustizia fat-ta di intercettazioni e avvisi digaranzia». Ogni riferimentoal ministro Lupi («Se ha deci-so di dimettersi avrà avuto lesuebuone ragioni») è voluto.
Alle prossime regionali ItaliaUnica non presenta candidatimaassicural’appoggioaicandi-dati giudicati meritevoli. In Ve-neto è Tosi il candidato merite-vole di sostegno da parte vo-stra?Ci siamo conosciuti per ragio-niistituzionalieabbiamolavo-rato bene insieme. Credo ab-bia anche saputo bene inter-pretarealcunedelle istanzeco-struttive del suo partito, madaquiaparlarediappoggiocene passa, non avendone anco-ramaiparlato.
Allora rovesciamo la domanda:cosapotrebbeindurvianonso-stenere Tosi?Guardi, noi giriamo da un an-no per l’Italia e abbiamo co-struito un programma che ri-teniamo completo e adatto acambiare il Paese.Tosi, sepos-so dargli un consiglio, scrivaunbelprogrammaper ilVene-to, sulle soluzioni concrete dadareai problemi.E saràanchemolto importante capire conchi si allea...
Il fatto che abbia rotto con Sal-vini e Zaia è però, dal vostropunto di vista, un punto a favo-re.Beh, conoscendo Tosi credo
chequella fratturafossepreve-dibile.Eaggiungerei inevitabi-le: non poteva fare diversa-mente.
Gli eventuali appoggi che dare-te alle regionali saranno il pre-ludio alle prossime elezioni po-litiche, dove per vincere ItaliaUnica non potrà correre da so-la. Che schieramento immagi-nate e che Paese proponete?Noi vogliamo essere l’alterna-tiva al partito unico del renzi-smo. E cerchiamo di portareconnoipersonechecondivida-no il progetto di un’Italia libe-rale e popolare. Porte aperteanche a chi ha amministratobenelacosapubblica inprece-denti occasioni.
Non crede che Renzi abbia giàfatto razzia dei voti moderati?Un momento, Renzi la suascelta di campo l’ha già fattaquando ha portato il Pd nelgruppodelPse.Noi ci rifaccia-mo alla tradizione del Partitopopolare europeo, cercando
di aggiungere una bella dosedi spirito liberalee riformista.
Ma qualcosa di buono Renzil’hafatta? Il Jobs act, per esem-pio, lo ritiene un passo avantiper il mondo del lavoro?Sull’inserimento nel mondodellavorononèstatofattonul-la per l’apprendistato e ai con-tratti di produttività a livelloaziendale sono stati preferitiincentivi estemporanei e nonstrutturali.
E l’articolo 18?Uninterventoirrilevante.Ildi-ritto di reintegro doveva esse-re limitatoai licenziamentidi-scriminatori. E inpiùsanciscecheesiste ilmercatodel lavoroprotettoequellononprotetto.
Edellariformadellebanchepo-polari cosa pensa?Io ritengo intollerabile cheuna riforma così importanteper il sistema creditizio nazio-nalesiastataintrodottaperde-creto. Ed è una vergogna quelche è successo poi in Borsa.Dettoquesto, il sistemadelvo-tocapitarioper lepopolaripiùgrandidovevaesseremodifica-to.Manoncosì.
Lei è stato ministro dello Svi-luppo economico con Monti:perché quell’esperienza è fini-ta male?Nella prima fase siamo riusci-tia fareciòcheilpaeseciavevachiesto: evitare il commissa-riamento. Passata l’emergen-za,dopoleprimeriformevota-te da Pd e Fi in prima fila, ilparlamentoha fattoaltre scel-te, puntando alle elezioni or-mai vicine. Ora vogliamodarenoicomeItaliaUnical’occasio-ne di fare le scelte forti che ri-mettano inmoto il Paese. •
© RIPRODUZIONERISERVATA
ILPROGRAMMADELFESTIVALSarà unagiornatariccadiappuntamentie di grandiospitiquella chesi apriràquestamattinaalle11, perilFestival CittàImpresa.Tra lepresenzeannunciate,anche ilminsitrodell’Agricoltura,MaurizioMartinae ilsottosegretarioallapresidenzadelConsiglio,GrazianoDelrio.
L’APERTURALagiornatasiapriràalle11allaFondazioneZoèconilconvegno dal titolo“Crowdfunding: comeraccoglierecapitale perfinanziarenuove imprese”.Alle11.30,invece, alTeatroOlimpicol’interventodelsottosegretarioDelrioall’incontro“La svoltabuonasullaburocrazia...quandoarriva?”. Con l’esponentedelgoverno, il sindacoVariati eil giornalista GianAntonioStella.
NELPOMERIGGIOAncoradibattiti e tavolerotondesul futuro dellanostraeconomia. Alle15allaFondazioneZoèilconvegno“Giovani&lavoro,chefuturosi attendono?”.Semprealle15, all’OdeodelTeatro Olimpicol’incontrodaltitolo“Nextdesignthinking”, mentrealle15.30,allalibreriaGalla,l’appuntamentosu“L’Olivetti di CarloDeBenedetti”. Infinealle17,all’Olimpico, l’economistaLorenzoBiniSmaghi saràpresente,assiemealdirettoredelCorseraFerruccioDeBortoli aldibattitosu“L’Europael’euro”.
LACHIUSURAL’eventofinale dellagiornatasiterrà alle21ancoraall’Odeo del TeatroOlimpico:“Conto allarovescia:-39 giorniall’Expo,a che puntosiamo?”. Alla tavolarotondaparteciperà ilministroperl’Agricoltura,MaurizioMartina.Tra irelatorianchel’economistaGilbertoMuraro.•
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Ilpubblico presenteierial TeatroOlimpico.COLORFOTO
L’economista Cipolletta:«Innovazione via maestra»Zuccato (Confindustria)punta sul capitale umano
GZ05533
IL GIORNALE DI VICENZADomenica 22 Marzo 201514 Cronaca
ILMONITO. Ilministro dell’agricolturaieri ospitealteatroOlimpico
«MultesullequotelatteOranonc’èpiùtempo»
IlmododidireVeneto
IlproverbioISantidelgiornopatroni
eguaritori
MOBILITÀ.Domanisarà invertitoil trattofinale divialeBacchiglione
NuovaviabilitàaS.MarcoCambianoisensidimarcia
C’èun veroaffollamento di santi inquestogiorno. TuribiodiMogrovejoè ilpatronodegli Indiose vieneinvocato perpotermigliorare lavista;GiovannidaCapistranoassisteicapidi statomalati:
numerosi calendarifesteggiano questosantoil23ottobre;Lazzaro aiutae nonesserevendicativi; Sibillao SibillinaBiscossièanch’essa addettaalbuonfunzionamentooal miglioramentodella
vista;Guglielmo faguariredallacataratta;Felice evita leliti nellaspartizionedelle eredità; Frumenzioimpediscespesesconsiderate;Vittorianocancellai graffi.
che ha il compito di scrivere idecreti e i documenti, dovreb-be essere licenziato nel mo-mento in cui utilizza termininon presenti nel dizionario».«Certo - replica Delrio - nonposso accettare questa affer-mazionema si potrebbero co-munquestabiliredegliobietti-vi in questo senso». E propriogli “obiettivi”, secondo il sotto-segretario, diventano fonda-mentali per cambiare la pub-blica amministrazione. «Pur-troppo la colpadell’inefficien-za dellamacchina - continua -è di tutti. Della politica, chenondàobiettivi,maanchedeisindacati». Delrio non si na-sconde: «Non è possibile cheperunprogettosidebbaaspet-tare così tanto. Secondo i no-stri calcoli il 40 per cento deltempo necessario per la pro-gettazione di un’opera vienespesoperilpassaggiodellecar-te da un ufficio all’altro». Laparola d’ordine è “rapidità”. Omeglio, lentezza, visto che almomento il motore della co-siddetta macchina è inceppa-to.«Cisonooltre800leggichesono state approvate ma chenonhannoundecretoattuati-vo. È un numero spropositato- concludeStella - chenonpuòessere accettato da un Paesechevuole “svoltare”». •NI.NE.
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Tosi:«C’èunpo’ditristezzapercomeèandata»Zaia:«OgnunofaquellochevuoleÈlademocrazia»
Roberto Luciani
DaVinitalyall’Expo.A39gior-ni dall’apertura dei cancellimilanesi, Maurizio Martina,ministrodellepoliticheagrico-le, alimentari e forestali, af-frontalaplateadi imprendito-ri convenuti all’odeo del Tea-troOlimpicoper“CittàImpre-sa” senza tralasciare nessunarisposta.Acominciaredaquel-le sulle quote latte. «Di frontea quanto è successo in questigiorni a Vicenza, ho letto spe-culazioni politiche vergogno-se. Credo invece che la politi-ca, in casi tragici comequesto,debba fermarsi. Detto questo,far finta che il problema dellemulte non esista è folle. L’Ita-lia ha già pagato 4,5 miliardi
di euro all’Europa, soldi deicontribuenti, degli allevatorichehannorispettato le regole,non si può pensare di uscirneconunbuffetto. Ioho ildoveredidirea tutti, alPaese chenonc’è più tempo da perdere. An-che perché questa èuna que-stione che continuiamo a pa-gare in termini di immagine a
Bruxelles».Zahlen,bitte:paga-re. Anche perché tutto è nellemani della Corte di giustiziaeuropeaeognigiornochepas-sa gli importi aumentano. L’u-nica, dunque, è rateizzare. Ecominciare a ragionare in al-tri terminiconuncomparto, illattiero-caseario, «nel qualehoverificatounagrandedisor-
ganizzazione».Milano,chear-rivadopoShanghai eprimadiDubai, può essere una tappaimportante, purché non ci sifermiapizzaespaghetti.«L’ul-timo congresso del partito co-munista cinese ha messo l’ac-cento sul prossimo cambia-mento di dieta. Dall’altra par-te, 40 Paesi africani che inter-verrannoall’Expocihannopo-stolaquestionedellaconserva-zione dei cibi e della necessitàdipoterdisporredi tecnologiaadeguata.Bisogna fare dellescelte e debbono cominciarele stesse aziende». E se la di-mensione artigianale dellamaggiorpartedellenostre im-preseèunlimiteoggettivo,sul-la carta la partita è durissimae complessa su tutti i campi,dalla distribuzione alla difesadel made in Italy dai prodotti“italian sounding", che italia-ni non sono ma richiamanonei nomi e pure nei colori lanostra tradizione culinaria:«È una battaglia complessa,che impone un’opera conti-nua dimediazione. In Europasiamo riusciti a far riconosce-reformaggi IG,maquandovaia parlare con un americano,che ha un’altra visione, e gliparli di indicazione geografi-ca, questononcapisce».•
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Novità in arrivo nelle stradedelquartierediSanMarco.Co-meannunciato, terminati i la-vori alla nuova pista ciclabiledi contra' dellaMisericordia evialeBacchiglione, inquest'ul-timo da domani viene inverti-to il senso dimarcia, con usci-ta versovialeD'Alviano, ea se-guire vengono introdotte mo-difiche alla circolazione di al-cunealtrestradepermigliora-re la mobilità generale delquartiere.Nel dettaglio, l'inversione
del senso di marcia di viale
Bacchiglioneriguarda il trattocompreso tra via Volta e vialeD’Alviano, indirezionedique-st’ultimo.AncheviaVicoaseguirecam-
bia senso di marcia, nel trattotra viale Bacchiglione e viaFra’ Paolo Sarpi, in direzionedi quest'ultima, mentre in viaGalilei l'inversione riguarda iltratto tra via Sarpi e via Volta,indirezionediquest'ultima.Infine, viene introdotto il
doppio senso di marcia deltratto di via Volta compresotra via Galileo e viale Bacchi-glione.«Lanuova viabilità - ha spie-
gatol’amministrazione-servi-rà per agevolare le auto cheescono dal park Fogazzaro eper limitare il traffico di attra-versamentonelquartiere». •
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Da una parte Luca: «Il rispet-to deve esserci sempre». Dal-l’altra, Flavio: «Siamo amiciche hanno lavorato per tantianni insieme». Inmezzomanichesi stringono, concontornodi sorrisi, dichiarazionidinonbelligeranzaescattidi fotogra-fi. E poi entrambi i rivali in gi-ro tra gli stand del Vinitaly,maognunoper la sua strada.È stata l’inaugurazione della
rassegna enologica nell’audi-toriumdiVeronafiereamette-re di fronte per la prima voltadopo lo “strappo" Zaia e Tosi,fino a una decina di giorni facompagni di partito, dal 14marzo sfidanti alla carica digovernatore regionale. Daquandocioèil sindacodiVero-naespulsodallaLegaNord(dicui era segretario nathional)haannunciatodivolersicandi-dareallaguidadelVenetocon-tro il candidato del Carroccio,dopo unamilitanza durata 25anninelmovimento.Nel primo faccia a faccia è
prevalso il fair play. Normale,visto il contesto . «Credo chenè io nè Zaia possiamo farecampagna elettorale qui - hadetto Tosi. - Siamo presentiperunruoloistituzionaleecia-scunohalepropriecompeten-zerispettoaquestosettore».Epiù tardi: «Con Zaia non c’ènessun problema. Forse unpo’ di tristezza per come sonoandate le cose con laLega.Maadesso c’è un progetto da co-struire».«Perchénondovrei stringer-
gli lamano»,ha replicatoZaiaai giornalisti. «È da una vitachesiamosuipalchipolitici in-
sieme. Non cambia assoluta-mente nulla. In democraziaognuno fa quello che vuole.Flavio ha deciso di candidarsie staremo a vedere chi vince-rà». ha aggiunto il governato-re, prima dell’incontro con ilministrodell’agricolturaMau-rizio Martina, probabilmenteil più a suo agio dei tre: «Rin-grazio Tosi e Zaia a nome delPd ediAlessandraMoretti...»,ha commentato.Per i pretendenti alla poltro-
nadipalazzoBalbi la giornataal Vinitaly è proseguita neglistand,traunmareditelecame-re e macchine fotografiche,strette di mano e richieste diselfie. Il rendez-vous non hamancatoperòdiscatenarerea-zioni e commenti, anche all’e-sterno.«Sisonodati lamano,confer-
mo, e io l’ho data a loro» si èaffrettato a dichiarare il presi-dentedellaLombardiaRober-toMaroni. Che si è poi lancia-to in un pronostico elettorale:«Primo Zaia, dal secondo inpoinonconta».«I rapporti personali sono
personali» ha chiosato a di-stanza Matteo Salvini, riba-dendo di non provare «astio»nei confrontidinessuno.Esuicontatti che sarebbero in cor-so tra Tosi e l’Ncd di Alfano eItaliaUnicadiPassera:«Lalo-ro Italia non è quella che cre-do sia in grado di competereinEuropa».A brevissimo il leader della
Lega si vedrà con Berlusconi.Per parlare di alleanze per leRegionali, anche inVeneto.Latensione tra i due resta alta.Forza Italia chiede a Salvini«di non pretendere di fare ilcaliffo del centrodestra, ta-gliando con la spada della tuasharia pezzi di qua e di là perimporre latuaegemonia».Tragli azzurri la parola d’ordine è“moderazione”. «Si vince gra-zie a un’alleanza dove il bari-centro della proposta è sana-mente liberale e moderata.Non rincorreremo le derivespericolatedi Salvini» .•
© RIPRODUZIONERISERVATA
VERSOLE REGIONALI. IeriaVerona primo faccia a facciaall’insegna del fairplay pergli sfidanti del centrodestra.E ForzaItalia“avvisa” Salvini
Zaia&Tosi,geloesorrisialVinitaly
IerialVinitalyla strettadi mano trailsindaco di VeronaFlavioTosi eil governatore delVenetoLuca Zaia, orasfidanti perla Regione
IdueexalleatiorasonoavversarinellacorsaperguidareilVeneto«Matradinoinoncambianulla»Martina:«LaMorettiringrazia»
Ilministro dell’agricoltura Martinaieria Veronae Vicenza.ANSA
«L’Italia ha già versato4,5 miliardi di euro all’Uema continua a pagarein termini di immagine»
InviaBacchiglione è arrivata laciclabile: domani cambiailsenso
IL GIORNALE DI VICENZALunedì 23 Marzo 2015 9
AGENZIE
26/03/15 08:36Il festival "Città Impresa 2015" si trasferisce a Vicenza - Adnkronos
Pagina 1 di 7http://www.adnkronos.com/fatti/pa-informa/arte/2015/03/11/festival-citta-impresa-trasferisce-vicenza_60mwGGIgfa2n77qR4vZbFM.html
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Fatti . PA Informa . Arte, cultura, intrattenimento . Il festival "Città Impresa 2015" si trasferisce aVicenza
Fonte: comune vicenza
Il festival "Città Impresa 2015"si trasferisce a VicenzaAnnunci Google
Articolo pubblicato il: 10/03/2015
“Siamo estremamente fieri della decisione degli organizzatori delfestival Città Impresa di spostare l'evento a Vicenza”. Ladichiarazione è del vicesindaco e assessore alla crescita JacopoBulgarini d'Elci in occasione della presentazione del festival che saràospitato anche al Teatro Olimpico da venerdì 20 a domenica 22marzo. “E' un'iniziativa – prosegue il vicesindaco - di grande qualitàe di indiscusso successo che, una volta deciso di lasciare l'ambitoscledense, avrebbe tranquillamente potuto ricollocarsi in qualsiasirealtà di prestigio regionale. Leggo la scelta di venire a Vicenzacome ennesimo segnale della capacità attrattiva di una città che hafinalmente acquisito, in questi ultimi anni, nuova centralità. Qualchetempo fa analoga scelta era stata compiuta dal teatro del Lemming.
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26/03/15 08:36Il festival "Città Impresa 2015" si trasferisce a Vicenza - Adnkronos
Pagina 2 di 7http://www.adnkronos.com/fatti/pa-informa/arte/2015/03/11/festival-citta-impresa-trasferisce-vicenza_60mwGGIgfa2n77qR4vZbFM.html
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Ora è la volta del festival Città Impresa che peraltro porta a Vicenzauna riflessione d'alto livello su un tema portante di questaamministrazione: il connubio tra cultura e impresa. Nomi di granderilievo dell'ambito pubblico e privato affronteranno questa riflessionenon a caso, a mio avviso, in una città come la nostra che si ècandidata con forza ad essere il soggetto con cui il mondodell'impresa può dialogare per costruire nuove politiche di rilancio ed'investimento nel territorio”.
Comunicato stampa
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http://www.comune.vicenza.it/albo/notizie/index.php/123509
TAG: festival, Jacopo Bulgarini, Vicenza
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Industria: a Vicenza Festival Città Impresa spiega dopo-crisi Dal 20 al 22 marzo forum sui nodi cruciali dello sviluppo VICENZA (ANSA) - VICENZA, 10 MAR - Sarà Vicenza a ospitare dal 20 al 22 marzo l'ottava edizione di 'Festival Città Impresa', promossa da VeneziePost, Fondazione Corriere della Sera e Fondazione Cuoa. Nel capoluogo berico, definito dai organizzatori "cuore della manifattura evoluta del Nordest", sono in calendario oltre 40 appuntamenti con un centinaio di ospiti e relatori di rilievo nazionale. Ministri, imprenditori, manager, economisti, scrittori e giornalisti si confronteranno con il grande pubblico e con i giovani provenienti da tutte le principali università italiane sui nodi cruciali dello sviluppo e del dopo-crisi. Proprio per questo l'edizione 2015 di 'Festival Città Impresa' avrà come titolo "Idee per la ripresa"; saranno affrontati argomenti cardine come il made in Italy, giovani e lavoro, Europa ed euro, oltre all'Expo, a cui sarà dedicato l'evento finale in programma al Teatro Olimpico, a 39 giorni dall'apertura a Milano, con la presenza del Ministro Martina. L'apertura del Festival è invece prevista il 20 al Cuoa di Altavilla Vicentina, con un convegno sul tema "Le quotabili delle Venezie", ossia le aziende del Nord-Est in possesso dei parametri per entrare in Borsa. Altri eventi sono invece in programma a Palazzo Bonin Longare, sede di Confindustria Vicenza, al Galla Caffè e alla Fondazione Zoè, dove si terranno gli incontri dedicati al ruolo dell'impresa. (ANSA). YLB-BEV/ S41 QBXV
Governo:Passera;situazione positiva rilancio,ma cambi marcia VICENZA (ANSA) - VICENZA, 21 MAR - "L'Italia vive una situazione molto favorevole per il rilancio, ma il Governo deve cambiare marcia". E' quanto afferma all'ANSA, Corrado Passera, fondatore di Italia Unica, a margine di un convegno a Vicenza nell'ambito del "Festival Città Impresa - Idee per la ripresa". "Si è creata una condizione incredibilmente favorevole - dice - visto che nella storia non era mai successo che ci fosse contemporaneamente un tasso di cambio così favorevole, con tassi di interesse a zero, e contemporaneamente il costo dell'energia bassissimo. Per questo ci aspettavamo che, avendo fatto il Governo una previsione di 1,5% di crescita per il 2015, dopo questi effetti si potesse arrivare al 2-3%. Invece ci dicono che alla fine dell'anno saremo allo 'zero e virgola', che vuol dire che se non ci fosse stato Draghi saremmo ancora in recessione". "All'oggi siamo un Paese che ha enormi possibilità - continua Passera - ma anche 10 milioni di persone che non hanno lavoro o ce l'hanno ma non è sufficiente. Per questo noi continuiamo ad insistere perchè si faccia molto di più per fare arrivare risorse alle imprese, per pagare i debiti della pubblica amministrazione, per facilitare il credito, ad esempio attraverso il fondo centrale di garanzia, per rilanciare gli investimenti utilizzando meglio i fondi strutturali europei e perche si mettano in tasca più soldi alle famiglie". "Tutte mosse strategiche - ripete - che però si continuano a non fare". "E' fondamentale e necessario cambiare marcia - conclude - ma purtroppo non vediamo succedere niente. Vediamo invece cose da vecchia politica, come le assunzioni senza concorso e la distribuzione a pioggia di soldi. Invece servono riforme profonde e stimolo all'economia, che ha invece ha bisogno di una scossa dopo quasi vent'anni di non crescita".(ANSA). YLB-CO/ S41 QBXV
Ripresa: Cipolletta;persa capacità produttiva,recupero lento VICENZA (ANSA) - VICENZA, 21 MAR - Ottimista nella ripresa economica in Italia: è la posizione, espressa questa sera all'ANSA, da Innocenzo Cipolletta, presidente di Ubs Italia Sim e dell'Università di Trento, intervenuto a Vicenza ad un convegno del "Festival Città Impresa". "Il 2015 - precisa - sembra finalmente poter essere un anno positivo. Indubbiamente ci sono le condizioni per una ripresa, in virtù di un clima migliore e di fattori esterni, come la svalutazione dell'euro, l'afflusso di denaro da parte della Bce, la caduta del prezzo del petrolio ma anche un ritorno di interesse per il nostro Paese di investitori internazionali". "A fronte di questo va tuttavia rilevato - aggiunge - che dopo sette anni di recessione l'Italia ha perso capacità produttiva, quindi la capacità di recupero è lenta. La domanda interna resta ancora bassa, non sarà facile rimettere in moto un meccanismo favorevole". Per Cipolletta lo scenario internazionale è chiaro. "I mercati che tirano sono solamente quelli esteri - dice - per la nostra economia è importante il fatto che si stia risvegliando l'Europa, in particolare la Germania e altri Paesi. Il motore della ripresa sarà estera, perchè continuiamo con politiche di austerity, che alla fine deprimono la domanda interna". "Comunque il Governo ha fatto un buon lavoro - conclude - sia mettendo un po' di soldi in busta paga ai lavoratori con reddito più basso, gli 80 euro dello scorso anno. Ma anche grazie alle riforme, anche se non sono state tutte completate, che dipingono un'Italia in movimento, che ha anche provocato un certo interesse dall'estero".(ANSA). YLB-CO/ S41 QBXV
Lupi: Delrio, dimissione dopo valutazione personale VICENZA (ANSA) - VICENZA, 22 MAR - "Il ministro Lupi si è autonomamente dimesso, quindi la sua è stata una valutazione personale". E' quanto ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio a margine di una tavola rotonda al Teatro Olimpico di Vicenza. "Lupi - ha aggiunto Del Rio - ha fatto una valutazione personale, peraltro che io ritengo apprezzabile sull'opportunità o meno di rimanere al suo posto". Sul successore di Lupi, Delrio ha spiegato la "decisione spetta al presidente del consiglio assieme al Presidente della Repubblica". "Io posso solo garantire - ha osservato - che il Governo ha assunto degli impegni con degli atti legislativi per accelerare le opere, per dotare il Paese delle infrastrutture di cui ha bisogno e per essere sempre più competitivo. E questi impegni, chiunque sia il responsabile, verranno mantenuti". Anche sulla cosiddetta "struttura di missione" che si era tentato anche prima di "sganciare" dal ministero, il sottosegretario ha osservato che l'analisi spetterà "al nuovo responsabile del ministero". Precisa, infine, la posizione di Delrio in merito ai quattro sottosegretari sotto indagine: "come abbiamo già detto in Parlamento ci sono delle valutazioni che farà il presidente del Consiglio, quindi come Governo non dobbiamo prendere chissà quale posizione". (ANSA). YLB-CS/ S41 QBXV
Lavoro: Delrio, con riforme sistema protezione rafforzato VICENZA (ANSA) - VICENZA, 22 MAR - Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio, "con le nuove riforme - ha detto Del Rio - il sistema di protezione sociale viene notevolmente rafforzato per chi perde il posto di lavoro". "Il nostro Paese - ha detto Delrio a Vicenza - avrà un sistema di welfare, legato al lavoro, tra i più avanzati d' Europa e questo grazie ai decreti già approvati. Invece da approvare rapidamente abbiamo tutto il tema dell'incontro domanda/offerta, dell'agenzia nazionale del lavoro e dell'articolazione sui territori. E' questo- ha osservato - un capitolo molto importante che in Italia, purtroppo, non funziona al meglio e che può dare una spinta notevolissima all'incremento dell'occupazione che già si sta registrando, ma che noi vogliamo sia molto più robusta". "A darci ragione in questo momento - ha aggiunto il sottosegretario - è il numero degli occupati e la disponibilità da parte delle aziende ad assumere, a conferma che la direzione che abbiamo preso è quella giusta. Noi ci auguriamo che questo trend venga confermato, anche per i nostri giovani in cerca di lavoro". "Il 2015 - ha concluso Derio - sarà sicuramente un anno di svolta: entro la fine dobbiamo accelerare molto e non farci cogliere impreparati a questa ripresa". (ANSA). YLB-CS/ S41 QBXV
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La riforma della PA?
Inizia dalle parole
di Daniele Lettig e Adriano Palazzolo
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della crescita a Nordest
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Marzotto: «La palla ai soci»
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La riforma della PA?
Inizia dalle paroleDI DANIELE LETTIG E ADRIANO PALAZZOLO
A fare le pulci a Graziano Delrio,
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio,
sullo stato della burocrazia italiana il Festival
di Città Impresa non poteva che chiamare un
pezzo da novanta del giornalismo italiano
come Gian Antonio Stella, autore di quel 'La
Casta' che ha stigmatizzato un fenomeno noto
ai più, ma mai messo nero su bianco con tale
precisione.
Il dibattito tra i due al Teatro Olimpico di
Vicenza si anima subito con il giornalista che
chiede al sottosegretario di leggere un testo incomprensibile, che tra le risate del pubblico si rivela
essere uno dei decreti varati dal governo Renzi. Ma, ilarità a parte, il problema di leggi, regolamenti
e direttive che i cittadini e, a volte anche gli stessi addetti ai lavori, non riescono a capire è serio, e
Stella lancia una provocazione: «Da domani, chi usa in un documento pubblico termini che non si
trovano più neanche nel vocabolario, come 'velocipede', viene licenziato».
Ai cittacini poi non farà di certo piacere sapere, come ci informa Stella, che circa 900 decreti
attuativi di leggi approvate in Parlamento non sono mai stati scritti, con il risultato che esse non
sono mai entrate in vigore. L'esempio limite è quello del famoso federalismo fiscale, su cui si sono
fondate intere campagne elettorali, mentre in realtà nulla è ancora mai partito.
Graziano Delrio, che ha alle spalle una lunga esperienza di sindaco a Reggio Emilia, sa bene che la
gente giudica un governo soprattutto da come le scelte politiche incidono sulla vita quotidiana, e per
questo dipinge la riforma avviata dal governo come un’operazione per avvicinare i cittadini alla
Pubblica Amministrazione. «Quella in discussione al Senato non deve essere l’ennesima riforma
uguale alle precedenti, ma servirà per ridare orgoglio ai dipendenti pubblici e soprattutto per fare in
modo che le leggi vengano davvero applicate». E aggiunge per spiegare meglio il concetto: «Ci vuole
un follow-up delle cose fatte, cioè le leggi vanno seguite nella loro applicazione e verificate alla luce
dei risultati che producono».
La vera difficoltà, sostiene il sottosegretario, è cambiare il modo in cui la burocrazia statale è
abituata a funzionare e che è difficile da modificare. Stella indica a riprova di questo fatto il modo
in cui sono scritte le procedure per determinare l’importo della Tasi: «Un cittadino come può pagare
le tasse senza ricorrere al commercialista? Se neanche un governo per certi versi rivoluzionario
riesce a cambiare innanzitutto il linguaggio, allora come se ne esce?». Una soluzione - propone - è
chiedere ai ministri di firmare solo le leggi che effettivamente capiscono: «Se non le comprendono
neanche loro, vanno scritte e riscritte, come fanno i bambini in prima elementare, perché deve
poterle capire anche il comune cittadino».
Tra le intenzioni del governo, per Delrio, c'è la volontà di dare alla Pa non solo efficienza ma anche
'accountability', cioè la possibilità per il cittadino di controllare e valutare il modo in cui lavora
l’apparato burocratico e i risultati concreti che produce. In questo scenario si inserisce un aspetto
che le ultime notizie di cronaca hanno riportato all’attenzione dei cittadini. «Una burocrazia
farraginosa e piena di problemi va a braccetto con la corruzione, e di conseguenza diventa ancora
peggiore», dice Stella, che alla fine chiede a Delrio quali responsabilità ha il sindacato in questo
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di Federico Nicoletti
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imprese che scelgono le fusioni»
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la crisi»
di FE.MU.
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di Andrea Alba
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basta»
di Laura Pilastro
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Borsa, Segafredo pronta a quotarsi in
maggio Veneto, 52 imprese adatte per
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di Gianni Favero
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Brunello Cucinelli: Jobs Act e caso
Moncler
Paolo Gubitta: "Come conservare
l'azienda di famiglia"
Pietro Ichino sulla cassa integrazione
Annamaria Furlan: "La Buona Scuola
è dei lavoratori"
Giovanni Costa: se la Cina controlla
Pirelli
Stefano Dolcetta: "Il jobs act va nella
direzione giusta"
Giovanni Bonotto: Dalla Fabbrica
lenta al 3D printing
Alessandro Marzo Magno: Il genio del
gusto italiano
sistema. «Il sindacato ha le proprie responsabilità - è la risposta - perché spesso si preferisce
difendere la categoria dei dipendenti pubblici in generale, piuttosto che accettare di sottoporsi a una
valutazione dei risultati. Non bisogna però trascurare le responsabilità della politica: troppe volte si
indicano obiettivi vaghi, che non toccano nel concreto la vita delle persone. Quello che ci vuole è una
maggiore concretezza»: solo così lo Stato potrà cessare di essere visto come un nemico.
Domenica 22 Marzo 2015© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Rinascimento manifatturiero
di Brunello Cucinelli
di Adriano Palazzolo
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Il coraggio di essere imprenditori
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Ichino: «Stiamo cambiando,
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Giovani e lavoro,
tra rabbia e dignità
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Il successo? Bacia i coraggiosi
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Il Rinascimento manifatturiero
di Brunello CucinelliDI ADRIANO PALAZZOLO
Non poteva scegliere cornice più suggestiva
Brunello Cucinelli per presentare la sua visione
di manifattura e impresa. Elegante e garbato
siede su una poltrona Lago al centro del
palcoscenico del Teatro Olimpico di Vicenza,
invitato dal Festival Città Impresa, e quando
non parla si guarda tutt’attorno, genuinamente
stupito dalla magnificenza che lo circonda.
L’imprenditore del lusso equo e sostenibile
ripete tante volte una parola: dignità. Ed è
proprio attorno a questo concetto che si
sviluppa la sua azienda. «Volevo dare dignità economica e umana al lavoro. È quello che noi
dobbiamo ritrovare. Se io do dignità, questa genera responsabilità e dopo arriva la creatività».
Stefano Micelli, direttore della Fondazione Nord Est, interviene sul palco insieme a lui e spiega come
oggi è in discussione l’idea stessa di crescita. «Stiamo ripensando il valore del lavoro. Bisogna
immaginare che ci sia la possibilità di mettere al centro la persona insieme a un percorso di crescita
economica. Le due cose non sono distinte». E a riprova di questo ragionamento indica proprio il
caso Cucinelli.
L’industria di oggi è pensata come uno spazio che emargina la figura della persona. Invece, la
cultura della dignità umana non deve essere riconosciuta successivamente, ma diventa elemento
costitutivo del valore di quello che noi produciamo. Esistono un mondo e un mercato che iniziano
ad apprezzare merci e prodotti per il valore della persona che li fa. È questo che ha portato a parlare
di Rinascimento manifatturiero. L’Italia in questa prospettiva può fare da apripista. La crescita
economica e la manifattura italiane possono essere portati come esempio nello scenario
internazionale.
«Abbiamo attraversato un periodo di crisi non solo economica ma morale e spirituale» dice
Cucinelli, «Adesso c’è una grande rinascita. Bisogna investire negli ideali, nella famiglia, nella
religione, nel territorio e nella terra. È una rinascita globale».
A svolgere un ruolo fondamentale in questa visione delle cose è soprattutto l’attenzione verso i
giovani. Micelli precisa, infatti, come sia indispensabile puntare sulle scuole superiori e ripensare le
scuole di mestiere, dando forza e qualità a una struttura che deve guardare al futuro.
La scuola che Brunello Cucinelli ha creato all’interno della sua azienda è un modello da imitare,
precursore di quello che il sistema dell’istruzione dovrebbe fare per affiancare formazione e lavoro.
Secondo l’imprenditore, infatti, «Le nostre scuole sono particolarmente speciali;; siamo diversi,
siamo elastici, siamo umanisti. Per natura noi italiani abbiamo un tasso di genialità più alto, che
viene dalla nostra cultura».
La speranza è che tutti diventino protagonisti del cambiamento: «La mia è un‘idea non solo di
scuola per l’impresa, ma di scuola per la società;; è l’esperienza del fare che dà sicurezza, non
possiamo negare ai giovani questa possibilità».
Ma nel concreto cosa significa ridare dignità al lavoratore? Secondo Cucinelli. «Non si può vivere
lavorando tutto il giorno col rumore di un telaio per 920 euro al mese con la speranza che dopo 5
anni guadagnerò 100 euro in più. La dignità in questo dov’è? Bisogna pagare almeno 1500 euro al
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mese. E poi, cos’è questa idea che essere stravolti dal lavoro fa chic? Ma perché? Io sono riposato e
vivo bene così!».
Un’ultima riflessione va alla cura dei luoghi di lavoro. Le imprese che operano in un territorio
devono avere rispetto anche dell’estetica e occuparsi della riqualificazione. «Perché dobbiamo fare
un profitto assurdo?» si chiede in chiusura Brunello Cucinelli. «Si può fare tutto in maniera garbata
e curata. Siamo artigiani, siamo creativi. Se riusciamo a fare questo, riusciamo a vendere
un’atmosfera anche un po’ speciale».
Sabato 21 Marzo 2015© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Anche il Nordest scopre la BorsaBaban: «La paura ci ha cambiato»L'ottava edizione del Festival Città Impresa parte da un incontro sulle "quotabili" delNordest. Perché l'apertura alla finanza permette di superare i difetti dell'autarchiafamigliare
DI D.P.
C’era un volta un Nordest terra di grandi epiccoli “padroni”, gente sospettosa abituata agestire l’azienda come casa propria. Oggi parenon sia più così. Tra gli altri ne è convintoAlberto Baban, presidente della PiccolaIndustria di Confindustria nazionale. «Lastoria passata la conosciamo: è la storia per cuinoi in Veneto siamo aziende famigliari – diceil presidente di Tapì – le aziende non sivendono, e quindi siamo chiusi al mercato deicapitali. Ma questo – aggiunge – è successo
fino a ieri: oggi dopo 8 anni di paura non è più così, perché la crisi ha fatto capire quantoimportanti siano gli investimenti». E così l’indagine condotta dalla TIP di Giovanni Tamburi inoccasione dell’ottava edizione del Festival Città Impresa non è un puro esercizio per vedere qualisono le imprese che negli ultimi anni hanno saputo farsi notare. È anche un quadro che presentaelementi vicini a concretizzare il grande salto in Borsa. Sono 67 le “quotabili” del Nordest, a cuiTamburi ha aggiunto le 13 coinvolte nel percorso Elite, per un totale di 80 aziende che naturalmentenon andranno tutte in Borsa ma di sicuro si pongono tutte il tema di come reperire nel modomigliore i capitali da investire.
Anche perché le occasioni non mancano. «Basta con lo scetticismo – dice Tamburi – io sonoassolutamente convinto che la crisi è finita, è alle nostre spalle, non avrà altri colpi di coda. Questoperché gli ordinativi delle nostre aziende migliori negli ultimi mesi sono cresciuti come mai primain tempi recenti. E soprattutto la crisi ha fatto selezione. Ci ha permesso di capire chi è più bravo echi meno. E alla fine la discriminante è una sola: chi ha davvero voglia di crescere non può trovarenulla di meglio del mercato finanziario». Provocazione che Paolo Gubitta, professore di Economiaal Bo, raccoglie così: «Non tutte le aziende migliorano entrando in Borsa. Ma quelle adatte a questotipo di cambiamento, superano i peggiori difetti della dimensione strettamente famigliare». Difettiriassumibili in un eccesso di autarchia: «C’è spesso l’indisponibilità a condividere i processi digovernance, ma la caratteristica delle aziende adatte alla quotazione è all’opposto il fatto cheriescono a superare i retaggi famigliari e diventano affascinanti per il management».
E il tema del fascino è in qualche modo decisivo, se anche Luca Peyrano, capo dei PrimaryMarkets europei per la Borsa Italiana, dice che «non sono le aziende che devono essere ispirate daicapitali». «Al contrario – dice – sono le iniziative imprenditoriali che ispirano i capitali a muoversi.La Borsa perciò è solo uno dei vari modi che un’azienda ha per raccogliere capitali, ma spesso èvista con sospetto». La diffidenza deriva da alcune specifiche difficoltà: «Il processo che porta finoalla quotazione – dice Peyrano – è lungo. Molti imprenditori hanno l’impressione di perdere ilcontrollo totale che hanno sull’azienda. Ma si tratta di un errore perché gli investitori non sono altro
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Baban: «Sconti fiscali per le piccoleimprese che scelgono le fusioni»di Federico Nicoletti
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Welfare, il modello veneto daLanerossi a Luxotticadi Andrea Alba
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Segafredo e le altreEcco le 80 quotabili del Nord-Estdi Raffaella Polato
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Annamaria Furlan: "La Buona Scuolaè dei lavoratori"
Giovanni Costa: se la Cina controllaPirelli
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che interlocutori che vanno governati. Se dopo tre mesi sono scontenti, pazienza: possono vendere ecambiare investimento».
E in sala per l’occasione si trovavano due storie molto diverse: le matite Fila e il caffèSegafredo. Quest’ultimo ha annunciato pochi giorni fa di aver deciso di riprendere il percorso dellaquotazione. «In realtà noi non stiamo riprovando a quotarci – spiega il chief operating officer,Pascal Héritier – ma stiamo proseguendo un percorso iniziato lo scorso anno e che era stato sospesoa ottobre su consiglio degli advisor solo perché le condizioni di mercato erano negative». Per laMassimo Zanetti Beverage Group la quotazione è una strategia che vuol dare continuità a un gruppoche nel 2014 ha avuto un fatturato di 780 milioni (65 di Ebitda), ha tremila dipendenti nel mondo,ed è «l’unico gruppo ad avere tutta la filiera del caffè dalle piantagioni alle macchine professionali».«Lo scopo della quotazione – spiega Héritier – è rendere più agevole il passaggio generazionale,evitare i contrasti tra figli, dare più peso ai manager».
Massimo Candela, ad di Fila (gruppo lombardo leader nelle matite), ha invece scelto lastrada della “spac”, veicolo quotato che ha al proprio interno cassa. «Abbiamo trovato come partnerSpace, spac di cui fa parte anche il presidente di Benetton Group, Gianni Mion – spiega Candela – eper noi è stato l’ideale perché questo metodo ci ha dato alcune certezze che la quotazioneindipendente non avrebbe avuto. Sappiamo con certezza quale sarà il nostro valore il giorno dellafusione, affrontiamo un processo più corto e questo banalmente mi permette di avere tempodisponibile per incontrare alcune aziende internazionali che sono potenziali target, così non perdo ilmomento favorevole». Insomma gli strumenti non mancano, ma si può fare di più. «Il governo –conclude Baban – sta per varare l’investment compact in cui recepisce alcune idee di Confindustria.Lì ci saranno strumenti per incentivare gli investimenti nelle aziende innovative». Ma come diceRoberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto, la finanza da sola non basta: «In Venetoabbiamo bisogno di infrastrutture. Perché possiamo anche aprirci al mercato, ma se poi nonabbiamo un tessuto metropolitano capace di abbattere i tempi degli spostamenti, non possiamoattrarre da tutto il mondo i manager di cui abbiamo bisogno».@dpyri
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e quel passo indietro per crescere
di Fiorella Girardo
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ma vertici Cgil fuori dal mondo»
di Fiorella Girardo
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La cultura a servizio del prodotto
di Cinzia Caserio
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della crescita a Nordest
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Il coraggio di essere imprenditori
e quel passo indietro per crescereIl Festival Città Impresa 2015 affronta il nodo del passaggio generazionale. Cda,Private Equity e management: passaggi necessari per far crescere le aziende. Trapaure e reticenze, il Nordest si mette alla prova per agganciare la ripresa e non perderele opportunità del momento. E pensa al futuro politecnico
DI FIORELLA GIRARDO
«Se non ora quando». Dario Di Vico, inviato
del Corriere della Sera e moderatore
dell’incontro, lo ripete in continuazione. Il
contesto internazionale non è mai stato così
favorevole e il 2015 è una finestra fantastica
difficilmente ripetibile: se non ne
approfittiamo, da questo lungo tunnel
faticheremo molto ad uscire. La sala dell’Odeo
del Teatro Olimpico di Vicenza è stracolma.
L’appuntamento sulla governance delle
aziende, inserito nel programma del Festival
Città Impresa, ha richiamato molte persone interessate a capire come si fanno crescere le imprese.
D’altronde, quello berico è un territorio che pullula di aziende, con una densità unica in Italia.
Attorno al tavolo siedono due manager di caratura nazionale, Gabriele Del Torchio, ex ad di Alitalia,
e Sergio Bolzonello, già amministratore di Geox, il docente della Bocconi Arnaldo Camuffo, e Gian
Carlo Ferretto, patròn dell’omonimo grupppo. «What do bosses do?» è il titolo dell’incontro scelto da
Giovanni Costa, professore dell’Università di Padova e vicepresidente del Consiglio di Gestione di
Intesa SanPaolo, che spiega come «rimandi al libro di un economista radicale americano. La
traduzione scelta dall’editore italiano è ‘a cosa servono i padroni’ e si rifà al problema in generale
della gerarchia all’interno dell’azienda».
Costa distingue tre generi di possesso dell’azienda: quello legato all’imprenditore a cui si associano i
rischi e i poteri legati alla proprietà, quello legato al possesso delle azioni e al controllo dell’operato
del management, e quello in cui il possesso non ha la proprietà del bene, ma ha gli strumenti, cioè le
competenze, per dirigerla. «In questo momento, quando si dice che l’imprenditore deve cambiare
ruolo, s’intende il passaggio dal fac totum al controllo senza l’accentramento di tutte le funzioni»
spiega il docente, percorso essenziale nella crescita di un’azienda ma doloroso, al punto che il
passaggio generazionale è diventato lo snodo fondamentale su cui si misura la forza
imprenditoriale. «La famiglia è importante – commenta Ferretto -, ma bisogna capire se i figli sono
in grado di gestire l’azienda, altrimenti bisogna avere il coraggio di lasciarli fuori. A un certo punto
devi fare un passo indietro per andare avanti». Proprio il coraggio è il termine attorno al quale si
gioca il futuro dell’impresa: coraggio di dire no ai propri eredi, coraggio di passare la mano a uno
staff manageriale in grado di fare il salto di qualità necessario per crescere e, spesse volte, per non
morire.
Tuttavia il rischio esiste, e la paura dell’imprenditore di buttare una vita di lavoro è giustificata.
«Perché il ceo va scelto con attenzione, non deve essere orientato al profitto di breve termine –
chiosa Del Torchio -, ma il problema vero sono gli investimenti. Bisogna capire che si deve aprire
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FRANCO
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Del Torchio rilancia il Politecnico
veneto: «Un motore tecnologico per le
aziende»
di Federico Nicoletti
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tradisca»
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imprese che scelgono le fusioni»
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la crisi»
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di Andrea Alba
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basta»
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Segafredo e le altre
Ecco le 80 quotabili del Nord-Estdi Raffaella Polato
Borsa, Segafredo pronta a quotarsi in
maggio Veneto, 52 imprese adatte per
i listini
di Gianni Favero
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Moncler
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l'azienda di famiglia"
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è dei lavoratori"
Giovanni Costa: se la Cina controlla
Pirelli
Stefano Dolcetta: "Il jobs act va nella
direzione giusta"
Giovanni Bonotto: Dalla Fabbrica
lenta al 3D printing
Alessandro Marzo Magno: Il genio del
gusto italiano
l’azienda agli investimenti esterni, altrimenti lo sviluppo rimane lontano. Manca il coraggio
d’investire, occorre avere il desiderio di crescita e diventare leader di settore;; in questo senso è
importante il ruolo delle banche e dei Private Equity, ma gli elementi che convincono ad investire su
un imprenditore sono la sua visione e un management che sappia affiancarlo». L’apertura
dell’azionariato ai Private Equity o alle stock options per i dipendenti sono due delle possibilità
individuate: da una parte si tratta di accedere a risorse finanziarie in grado di aumentare gli
investimenti aziendali, dall’altra di remunerare nel giusto modo e fidelizzare il personale.
Rimane, però, la difficoltà della scelta del management. Camuffo ha spiegato come il consiglio di
amministrazione giochi un ruolo fondamentale nelle scelte operate all’interno dell’impresa. «Gli
attori si sceglono a vicenda – commenta il professore della Bocconi - e pessimi azionisti scelgono
pessimi manager. Non dimentichiamo che molto spesso i manager migliori stanno lontani dalle
sfide perchè pesano scelte pregresse o emergono situazioni complesse di governace interna». «Nel
cda vige la regola aurea di mettere i membri della famiglia – aggiunge Bolzonello – invece si tratta
di uno degli errori fondamentali che vengono commessi. Lo scontro avviene nel momento in cui l’ad
elabora il piano industriale a medio periodo, quello è il momento più pericoloso per l’azienda». Per
il manager ‘piccolo è bello’ è ormai una considerazione anacronistica e l’imprenditore ha il dovere di
analizzare quanto il mercato offre per far crescere il proprio prodotto.
Insomma, un cane che si morde la coda. Che fare? In aiuto deve giungere la formazione, intesa sia
come preparazione dell’imprenditore, sia come innovazione continua. «Dopo la fase pioneristica
dell’imprenditore che inventa un nuovo business, lo sviluppo va condito con l’innovazione in tutte le
sue sfumature: che si tratti di processo o di prodotto, occorre che ci siano luoghi deputati a farla –
dichiara Del Torchio -. E’ giunta l’ora di un politecnico regionale: questa parte d’italia vive di
manifattura avanzata e se non si percorre una strada in cui il mondo universitario si allea con
l’impresa, non si va da nessuna parte. E’ il momento di visione mecenatistica che ponga le basi di
una realtà di sistema». Appunto, se non ora quando.
Domenica 22 Marzo 2015© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il coraggio di essere imprenditorie quel passo indietro per cresceredi Fiorella Girardo
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Brevetti, l’anello debole della crescita a Nordestdi Cinzia Caserio
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Ichino: «Stiamo cambiando, ma vertici Cgil fuori dal mondo»
DI FIORELLA GIRARDO
«L’unico vantaggio di essere un Paesearretrato, e noi siamo arretratissimi sulmercato del lavoro, è di poter sfruttareparassitariamente le esperienze che altri paesihanno affinato nel corso di decenni. Così inpochi mesi stiamo facendo il cammino chealtri hanno fatto in tanti anni». Pietro Ichino,senatore del Pd, è tra i padri del tanto discussoJobs Act, prima come relatore al Senato deldisegno di legge delega poi nell’elaborazionecollettiva del primo decreto attuativo, quello sul
contratto a tutele crescenti, approvato in consiglio dei ministri alla vigilia di Natale. E’ a Vicenzainvitato dal Festival Città Impresa per parlare proprio della riforma del lavoro. La sala di PalazzoBonin Longare, sede di Confindustria berica, è stracolma. Tanti imprenditori e sindacalisti sonoassiepati per discutere il 'tema dei temi' economici del momento.
«Veniamo da mezzo secolo di applicazione di un sistema basato sul job property, ovvero il diritto diproprietà del posto di lavoro, perché l’articolo 18 era essenzialmente questo, - prosegue Ichino - cheha prodotto un pesante dualismo sul mercato tra lavoratori protetti e non protetti, una gestionepessima delle crisi occupazionali basata sulla cassa integrazione a perdere, senza costrutto e con untotale disinteresse del sindacato da una parte e del legislatore dall’altro. I risultati sono sotto gliocchi di tutti». Il politico non usa mezzi termini. «Peggio di così non può andare perchè abbiamotutti gli indici di efficienza insopportabilmente bassi, un tasso di occupazione sia giovanile chefemminile tra i più bassi in Europa;; una disoccupazione di lunga durata tra le peggiori del VecchioContinente, una produttività del lavoro tra le più contenute della Ue».
Una fotografia disperante, che fare? «Dobbiamo voltar pagina ed è quello che stiamo facendo». Lastrada non è facile, visti gli attacchi che una parte del sindacato continua a lanciare. «Vengo da unincontro organizzato dalla Cisl in cui mi è stato chiesto di esporre le regioni della riforma e leprospettive di riprogettazione del ruolo del sindacato nel nuovo mercato – comenta Ichino -. Bene,ho trovato una platea, pur con qualche accento critico, finalmente sintonica rispetto alla legge chesta muovendo i primi passi. Una metà del movimento sindacale italiano sta capendo quello che ilgoverno sta facendo, e personalmente sono convinto che anche buona parte della Cgil lo stiaafferrando, ma i suoi vertci sono in grave ritardo. Non dimentichiamo che sono gli stessi vertici chehanno invitato a votare no al piano industriale di Marchionne, hanno indetto lo sciopero nellostabilimento di Melfi con 5 adesioni su migliaia di lavoratori, sono quelli che di fronte al decollo delprogetto pilota per la crisi Alitalia, basato sulla ricollocazione dei lavoratori, hanno detto che sitrattava di un pericoloso precedente. Ricordo che abbiamo alle spalle 7 anni di cassa integrazione incui i dipendenti sono stati messi in freezer, e questi hanno coraggio di parlare di ‘pericolosoprecedente’. Sono dirigenti sindacali fuori del mondo e non possono stupirsi che i lavoratori voltino
FRANCO
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Alessandro Marzo Magno: Il genio delgusto italiano
loro le spalle».
In Veneto, però, anche il sindacato guidato da Camusso ha partecipato attivamente ad accordiaziendali che hanno limitato le crisi. Eppure si tratta della stessa organizzazione che opera a livellonazionale. «In Veneto la Cgil è un sindacato minoritario e più che altrove è costretto a fare i conticon un sindacalismo più attento ai segni dei tempi. Purtroppo non è così in Emilia e Toscana, peròanche lì i lavoratori si chiederanno che senso abbia chiudere gli occhi sulla nuova realtà che è fattadi aziende con vita media di 5-6 anni e non più decenni come un tempo. I lavoratori non possononon chiedersi che senso abbia un rapporto di lavoro come protezione ‘dal’ mercato del lavoro,ignorando invece la necessità di protezione ‘nel’ mercato del lavoro. Abbiamo l’idea che si tratti diun buco nero, invece è il luogo dove il lavoratore esercita la sua libertà di scelta, la sua mobilità e lasua possibilità di lasciare un posto dove è trattato male e andare dove il lavoro è migliore».
Venerdì 20 Marzo 2015© RIPRODUZIONE RISERVATA
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La bellezza trova casa in fabbrica
La cultura a servizio del prodottoPresentato oggi nella sede del Treato Olimpico di Vicenza il libro «La morale del
tornio» di Antonio Calabrò che indaga com’è cambiata la fabbrica
DI CINZIA CASERIO
L’impresa è cultura e la cultura è impresa.
Questa semplice constatazione è il perno di
molti dibattiti al Festival Città Impresa in
corso a Vicenza, e lo è stato anche nel caso della
presentazione del libro “La morale del tornio”
di Antonio Calabrò, consigliere
d’amministrazione di Fondazione Pirelli. Sotto
gli affreschi dell’Odeo del Teatro Olimpico,
l’autore ha discusso di tecnica e di umanesimo
in compagnia di Jacopo Bulgarini d’Elci,
vicesindaco di Vicenza, Marina Salamon,
presidente di Altana e Mariano Maugeri, giornalista de Il Sole 24 Ore.
«Una fabbrica produce cultura, e questo lo si percepisce benissimo dal libro di Antonio Calabrò, –
afferma Bulgarini d’Elci –. La fabbrica è un luogo di cultura, innovazione, in cui si imparano cose
nuove. È un luogo in cui ci si confronta e si crea dibattito nel territorio, ed è proprio così che
arrivano le nuove idee». La creatività è un’altra colonna portante del dibattito sulle imprese italiane
in questi giorni. Un vanto del made in Italy, che sa coniugare tecnica, saper fare e cultura
umanistica, generando creatività e quindi qualità.
Mariano Maugeri si dice d’accordo col vicesindaco di Vicenza e aggiunge: «Nel Rinascimento era il
principe che chiamava alla corte gli artisti e i poeti, oggi è la fabbrica che chiama le persone a un
processo che è prima di tutto culturale».
Eppure, non si possono ignorare i suicidi degli imprenditori italiani negli ultimi tempi. Come non
si possono ignorare le difficoltà dei giovani a entrare nel mercato del lavoro. Sono tante le domande
cui “La morale del tornio” cerca di dare risposta. Ad esempio, perché le scuole di avviamento tecnico
sono considerate scuole di serie B? Maugeri azzarda una proposta: «Si potrebbe ripartire dal nome e
quindi dalla comunicazione. Se queste si chiamassero “scuole politecniche” o “licei tecnici”, magari
i giovani potrebbero rivalutarle e tornare a fare lavori che da tempo hanno smesso di fare». La
mentalità è tutto, ammette l’autore: «La crescita è stata un’illusione degli anni ’80-’90, quindi ora
dobbiamo tornare a un processo di sviluppo sostenibile».
L’autore cerca di capire anche quali sono le ragioni per cui le nostre aziende sono rimaste e
continueranno a rimanere in piedi, nonostante tutto. «La fabbrica rappresenta l’identità profonda
del nostro Paese, e le imprese italiane riescono a essere ancora competitive proprio grazie alla
cultura umanistica», ha detto Antonio Calabrò.
La sfida di oggi e dei prossimi anni, secondo Marina Salamon, presidente di Altana, è quella di
riuscire a dire di nuovo: «Sì, possiamo farlo. We can do it». Senza perdere di vista quella
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Brunello Cucinelli: Jobs Act e caso
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Paolo Gubitta: "Come conservare
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Giovanni Costa: se la Cina controlla
Pirelli
Stefano Dolcetta: "Il jobs act va nella
direzione giusta"
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gusto italiano
responsabilità che dovrebbe animare ogni imprenditore: rifiutare di fare profitti velocemente,
aggiunge Calabrò. Solo così gli effetti positivi si faranno sentire nel tempo, coniugando produzione e
umanesimo, profitto e saggezza. Contenuto estetico e funzionale insieme: questa è la sapienza del
tornio.
Sabato 21 Marzo 2015© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Giovani e lavoro,tra rabbia e dignità
DI BARBARA MONTRASIO
Cosa unisce la scrittrice Silvia Avallone e ilsindacalista della Cisl Gigi Copiello? Rabbia.Basta accennare il tema “giovani e lavoro” e glianimi si scaldano. Un argomento di cui siparla e si scrive tanto, discusso in una chiaveoriginale al festival Città Impresa di Vicenza.«Nel 2008, quando ho cominciato a scrivereAcciaio (Rizzoli, 2010), che è ambientato aPiombino, una grande città industriale, non siparlava mai di lavoro, mai di fabbriche, mai dioperai. Vivevamo nell’Italia della cuccagna, ma
quando aprivo la finestra vedevo le fabbriche dove lavoravano i miei coetanei e sapevo che la realtànon era affatto quella rappresentata dai media», spiega la giovane autrice, vincitrice del PremioCampiello Opera Prima. Poi aggiunge: «Ho incamerato talmente tanta rabbia e frustrazione che adue esami dalla laurea in Lettere ho deciso di raccontare la mia verità: una fabbrica dove nessunoaveva spiegato ai giovani la dignità del lavoro e l’importanza di quello che stavano facendo». Poisiamo arrivati al 2011 e i riflettori si sono accesi sugli scandali dell’Ilva di Taranto e sullospegnimento della Lucchini di Piombino. Un risveglio drammaticamente in ritardo su un tematroppo importante;; in un attimo siamo diventati dal Paese del Bengodi al Paese martoriato dallacrisi e dalla disoccupazione. Alcuni dati: in Veneto i giovani neet (non impegnati nella formazione,né impiegati, né in cerca di lavoro) sono il 16%, più di 80.000 ragazzi sono andati all’estero e, diquesti, il 13 % è laureato in Italia. Ma cosa cercano i ragazzi che vanno via dall’Italia? Sicuramentela possibilità di mettersi in gioco, vedendosi riconosciute le competenze, più che le conoscenze. MaMariano Maugeri, giornalista del Sole 24 ore, sostiene che l’emigrazione è formativa, non undramma: «Può servire a colmare il gap delle lingue e consente di crearsi un background moltovantaggioso. E poi il mondo è sempre più piccolo, si può sempre tornare a casa». Gigi Copiello,autore del libro Bruno da Cittadella, dottore in malta (Marsilio 2013), conferma che il Veneto è laseconda regione, dopo la Lombardia, per numero di emigrati all’estero. Nel suo saggio parla di unmuratore che, per rimanere competitivo sul mercato, un giorno decide di darsi la qualifica didottore in malta. «È importante porre l’accento sulle proprie capacità e bisogna cambiare il modo diraccontare il mondo. La rappresentazione del lavoro è datata. I termini muratore, manovale,impiegata non sono poveri, ma sono stati impoveriti. Il lavoro è una cosa importante e bisognadarne una rappresentazione degna», dice Copiello. E la Avallone rincara la dose: «Quando eravamopiccoli ci chiedevano cosa avremmo voluto fare da adulti, ma nessuno ci ha insegnato a reagire aldeserto dei Tartari che abbiamo trovato alla fine di un lungo percorso scolastico. Non c’è niente dipiù deprimente per una persona di dover tornare a casa a 27 anni e continuare a essere figlio,quando invece desidererebbe diventare genitore». Ancora: «Io volevo il mio posto fisso nel mondo.Non volevo la flessibilità». Secondo la scrittrice il problema è insito nel nostro Paese: «Viviamo inun luogo con una ricchezza culturale, industriale e paesaggistica senza eguali, ma troppo spesso èmancato il coraggio di arrestare l’invecchiamento. La zona di Biella, dove sono nata, è incancrenita,è uno di quei posti da dove le persone scappano. La sfida è quella di ridare al biellese una secondavita, perché è una zona talmente abbandonata da poter tornare vergine. Quest’Italia che cade a pezzi
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è piena di tesori».
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Il Rinascimento manifatturiero di Brunello Cucinellidi Adriano Palazzolo
Anche il Nordest scopre la BorsaBaban: «La paura ci ha cambiato»di D.P.
Il coraggio di essere imprenditorie quel passo indietro per cresceredi Fiorella Girardo
Ichino: «Stiamo cambiando, ma vertici Cgil fuori dal mondo»di Fiorella Girardo
La bellezza trova casa in fabbricaLa cultura a servizio del prodottodi Cinzia Caserio
Giovani e lavoro,tra rabbia e dignitàdi Barbara Montrasio
Il successo? Bacia i coraggiosiAnche in fabbricadi Adriano Palazzolo
Brevetti, l’anello debole della crescita a Nordestdi Cinzia Caserio
Il trust che salverà imprese e famigliedi Elena Iannone
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Il successo? Bacia i coraggiosiAnche in fabbrica
DI ADRIANO PALAZZOLO
Nell’universo dell’impresa ci sono mondiapparentemente lontani. Invece, GiovanniBonotto, direttore dell’omonima casa diproduzione tessile e Ignazio Pomini, designer ecapo di Ex Novo, azienda che produceLampade e oggetti d’arredo realizzati constampa 3D professionale, ci hanno mostratocome fabbrica artigianale e stampanti 3dpossono trovare punti di incontro inaspettati.Ciò che accomuna questi due mondi è stato inprimo luogo ripensare le aziende tradizionali
attraverso il saper fare artigianale, riuscendo a creare realtà che crescono e superano le crisi conprospettive lungimiranti rispetto a quelle dell’imprenditore tradizionale.Ignazio Pomini racconta come la sua HSL prenda il nome dalla frase romana Hic sunt leones, cheindicava le terre incognite del deserto libico ai tempi dei romani. «Terre da esplorare, per pionieri,per chi non si perde d’animo», dice.E deve essere stato proprio questo spirito che lo ha portato dopo la crisi economica del 2008 -quando il fatturato della HSL l’anno dopo è calato del 60% - a ridisegnare la sua impresa,guardando a un modello che lo liberasse dall’indotto automobilistico per rivolgersi al mondo deldesign, utilizzando le stesse tecnologie per creare lampade.Giovanni Bonotto, invece, ha rivoltato il concetto di sviluppo e innovazione in una direzione cheinizialmente i suoi competitor non riuscivano a capire. E a sentirlo parlare di occhiali della fantasiasi può ben capire il perché. «La fortuna più grande che la mia famiglia mi ha lasciato è stata quelladi vivere in una casa e in una fabbrica piena di artisti. Queste persone venivano da noi, lavoravanocon gli operai per prendere i materiali e realizzavano performance e installazioni. Era impossibilestare con certa gente ed essere normali il giorno dopo;; loro mi hanno dato gli occhiali dellafantasia».La strada che ha voluto percorrere è stata quella della lentezza artigianale, per dare vita al prodottosenza considerarlo solo il passaggio finale di un procedimento freddo e asettico.«Umberto Eco una volta mi disse che chi legge il cartello non mangerà mai il vitello. Ecco, io hodeciso di non leggere più i cartelli ma di lavorare a sensazione». Questo lo ha portato a vivereimmerso nel lavoro: «Ho deciso di vivere dentro la mia fabbrica. Mi ero costruito un appartamento,perché alle 5 del mattino volevo essere già lì. Per cambiare il sistema dovevo essere presente eriscrivere le regole industriali». E quando cita Marcel Duchamp – «Vivere la vita con significato èfare un’opera d’arte» - aggiunge: «io ho creato la mia opera d’arte, la mia vita è in fabbrica».Questa visione apparentemente naive in realtà si basa su una modernità più pragmatica: «Lafabbrica deve essere collegata al wi-fi del contemporaneo». Il monito è che oggi ci sono degliartigiani che hanno la cultura nelle proprie mani, ma sono così “fuori wi-fi” che non riescono avendere, perché non interessano alla gente.L’ idea è che oggi non stiamo vivendo una crisi, stiamo cambiando alfabeto. I ragazzi parlano unlinguaggio completamente diverso. Nessuno conosce ancora il segreto delle loro richieste. Chi riescea interpretare questo nuovo linguaggio, secondo Bonotto, ha l’infinito di fronte a sé. Insomma, non
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Giovanni Bonotto: Dalla Fabbricalenta al 3D printing
Alessandro Marzo Magno: Il genio delgusto italiano
mancano i clienti;; è che non si riesce più a capire le loro necessità.Il concetto stesso di lusso è invecchiato. Adesso è una cosa che cambia, perché i giovani lo stannocercando in una forma diversa dai loro genitori.Vincere questa sfida sarà possibile solo grazie ai nuovi mercati: «Abbiamo una sola chance comemanifatturieri tessili;; ci salveremo solo se i nuovi ricchi del mondo saranno i primi innamoratidella nostra cultura e della nostra bellezza».Un concetto che conosce bene anche Pomini: «Il 3d printing all’inizio era solo uno strumento perfare pezzi;; dopo ci siamo resi conto che la qualità non era elevata a sufficienza per fare business.Bisognava dare qualcosa di più al pezzo. Ho pensato alla bellezza. Così è partita una dimensioneartigianale di cura nell’oggetto. Il bello ha vinto sugli aspetti tecnici. Da qui è nato il cuore dellanostra attività: la tecnologia a servizio della bellezza».Il problema di fondo però è che ognuno ha una propria ricetta, non c’è una linea guida. Aspettareche questo processo virtuoso accada, non è la strada che tutti possono percorrere.Ma Bonotto un idea ce l’ha: «Ricordo l’ossessione di Leonardo da Vinci: dipingere l’aria. Si è cosìimpegnato per rappresentare su tela una cosa impossibile da catturare, ma alla fine ci è riuscito».Noi siamo figli di quel Rinascimento, abbiamo un dna che nessun altro possiede.Dipingere l’indipingibile con le nostre fabbriche. E’ questo che deve fare il mondo dell’impresa pervincere.ADRIANO PALAZZOLO
Sabato 21 Marzo 2015© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Rinascimento manifatturiero
di Brunello Cucinelli
di Adriano Palazzolo
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di D.P.
Il coraggio di essere imprenditori
e quel passo indietro per crescere
di Fiorella Girardo
Ichino: «Stiamo cambiando,
ma vertici Cgil fuori dal mondo»
di Fiorella Girardo
La bellezza trova casa in fabbrica
La cultura a servizio del prodotto
di Cinzia Caserio
Giovani e lavoro,
tra rabbia e dignità
di Barbara Montrasio
Il successo? Bacia i coraggiosi
Anche in fabbrica
di Adriano Palazzolo
Brevetti, l’anello debole
della crescita a Nordest
di Cinzia Caserio
Il trust che salverà
imprese e famiglie
di Elena Iannone
Da LaneRossi a Luxottica
«Il welfare è competitività»
di D.P.
Fusione fiere Verona-Vicenza
Marzotto: «La palla ai soci»
di Davide Pyriochos
Marzo Magno, «Il genio del Gusto»
che sfata i falsi miti
di Barbara Montrasio, AlessandraTeichner
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Uno spettro si aggira a Nordest: la
successione
di Raffaella Polato
SpecialeEventi
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Brevetti, l’anello debole
della crescita a NordestDI CINZIA CASERIO
«Investire in proprietà intellettuale» non è solo
il titolo della conferenza che si è tenuta nel
corso del Festival Città Impresa all’Odeo del
Teatro Olimpico di Vicenza. È una sfida che
l’Italia dovrà cogliere per diventare davvero
competitiva in Europa e nel mondo.
L’espressione “proprietà intellettuale” è già un
tentativo di guardare oltre i nostri confini
geografici, perché, diversamente da quanto
accade all’estero, in Italia questa fa riferimento
ai prodotti artistici, ma non alla “proprietà
industriale”. Visto che la comunicazione è cultura e fa parte dell’impresa, come ricordano in questi
giorni i protagonisti del Festival, è giusto ridare il giusto valore ai nomi, alle definizioni.
Per Sandro Mangiaterra, giornalista e moderatore dell’incontro, «bisogna ripartire dalla ricerca e
dallo sviluppo». Ma i dati non sono confortanti: l’Italia investe solo l’1,25% del Pil nella ricerca, il
che ci colloca fra gli ultimi in Europa. «È il nostro tallone d’Achille», commenta Mangiaterra,
ricordando che il Veneto si colloca al terzo posto per i brevetti e al quinto per numero di marchi
depositati, ma non riesce comunque a decollare. Il motivo è semplice e spinoso allo stesso tempo:
molti imprenditori sono convinti che investire in un brevetto sia inutile perché questo verrà copiato
e che difenderne la proprietà sia troppo costoso, vista la lentezza della giustizia italiana.
A detta di Ercole Bonini, fondatore dello Studio Bonini, tutti i beni materiali sono la cassaforte
dell’innovazione. Purtroppo, il numero di brevetti italiani depositati parlano chiaro: «Lo scorso
anno l’Italia ha depositato 4500 brevetti, contro i 31.000 della Germania e i 16.000 della Corea del
Sud – ricorda Bonini –. Per quale motivo? Perché da noi costa. Gli italiani non hanno meno idee
degli altri, ma non sono abbastanza consapevoli dell’importanza dell’innovazione in vista di un
ritorno economico».
Paolo De Muri, director presso Adacta, sostiene che negli ultimi anni qualcosa si sta muovendo.
«C’è più attenzione verso questi temi, infatti è stata introdotta l’agevolazione fiscale per le imprese a
patto che aumentino le spese destinate alla ricerca e allo sviluppo». È il “patent box”, una nuova
norma che entrerà in vigore nel corso del 2015 e che prevede un risparmio sull’imposta pari al 50%
per le imprese virtuose. E poi c’è il “work for equity”: «In questo modo i giovani possono essere
remunerati nelle Pmi o nelle start up con forme di partecipazione al capitale – spiega De Muri –, in
vista di una futura monetizzazione».
Raffaella Bisson, coordinatrice VPI-Venice Platform for Innovation and Technology Transfer,
racconta invece un nuovo sito web che permette ai ricercatori di esporre le loro idee. «Andiamo a
caccia di progetti pronti all’uso per le industrie. Qui un imprenditore può avviare una ricerca sulla
piattaforma per competenza, settori e parole chiave», spiega Bisson.
Che qualcosa finalmente si stia muovendo lo dimostra anche il successo del gruppo MarmoArredo.
“Invisible line” è il loro brevetto. Filippo Scapin, marketing manager dell'azienda, spiega: «Siamo in
grado di fare piani di marmo di qualsiasi dimensione». Infine, un consiglio per gli aspiranti
imprenditori: meglio far veicolare un’idea in un’azienda strutturata, piuttosto che buttarsi subito in
una start up.
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Del Torchio rilancia il Politecnico
veneto: «Un motore tecnologico per le
aziende»
di Federico Nicoletti
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tradisca»
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la crisi»
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maggio Veneto, 52 imprese adatte per
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è dei lavoratori"
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Pirelli
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direzione giusta"
Giovanni Bonotto: Dalla Fabbrica
lenta al 3D printing
Alessandro Marzo Magno: Il genio del
gusto italiano
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Il trust che salverà imprese e famiglie
DI ELENA IANNONE
La famiglia Zordan ha scelto di fidarsi,letteralmente: ha sottoscritto un trust. Stiamoparlando di un patto giuridico, una protezione.Uno strumento per salvaguardare i patrimoni,tutelare le aziende e, soprattutto, le persone.Maurizio è il presidente della Zordan, unaflorida azienda di famiglia, fondata da suopadre e i suoi fratelli, gli zii. Dopo lagenerazione dei padri è stata la volta dei figli,ma durante la gestione dei cugini, sono sortealcune divergenze di visione e prospettiva che,
nel tempo, hanno logorato i rapporti fino alla rottura.Insieme a suo padre e ai suoi fratelli, Maurizio è riuscito a rilevare l’azienda e, dopo pochi anni, havisto crescere il giro d’affari in maniera esponenziale. Il tempo passa e arrivano i figli, i nuovicugini. Maurizio ne ha due, sua sorella Marta altri due e Alfredo tre. Sette cugini e un copione giàvisto? No, non questa volta. L’Ad torna a scuola: capisce che ha bisogno di nuovi strumenti perproteggere la sua famiglia e quelle dei suoi fratelli. Si iscrive al Master Cuoa di Altavilla Vicentinadiretto da Paolo Gubitta che si occupa di organizzazione aziendale e insegna all’Università diPadova.Gubitta è illuminante: con grande semplicità scardina convinzioni e preconcetti alla base di tantierrori: «Perché un imprenditore non va mai in pensione? Diventano obsoleti impiegati, operai,manager, ma mai gli imprenditori». Un po’ provocatorio, quel che basta a innescare unmeccanismo virtuoso. Si rivolge ai suoi allievi imprenditori e chiede loro: «Perché non lasciate che ivostri figli siano liberi di fare ciò che vogliono, anche di non seguire le vostre orme». SecondoGubitta sono tre gli ingredienti del successo: coraggio, coesione, e competenza.Maurizio Zordan torna a casa, ha scoperto l’esistenza del trust, una gestione esterna che puògarantire armonia per le generazioni future e sviluppo virtuoso delle scelte imprenditoriali. Ne parlacon i suoi fratelli: gli affari vanno molto bene, loro vanno d’accordo. E’ il momento giusto peraffrontare la questione legata all’eredità che lasceranno ai propri figli.Qui entra in scena lo studio Casalini & Zambon, che si occupa di diritto tributario e può offrire aifratelli quello che cercano: diventeranno i trustee di un patto con cui gli Zordan, come disponenti deiloro beni aziendali, accetteranno di trasferirne le proprietà per farle gestire a beneficio dei loro figli.Casalini è molto fiero dell’accordo che hanno stipulato. E mentre snocciola le condizioni con le qualiha risolto le diatribe aziendali e familiari che si sarebbero potute ripresentare nel futuro dellafamiglia Zordan, ha solo un monito che ripete come un mantra: «evitare che i guai della famigliavadano a influire sull’azienda e evitare che l’azienda vada a influire con le relazioni della famiglia».Perché un trust in fondo non è altro che una tutela legale, proprio come un fondo patrimoniale o unfondo comune d’investimento. In più, però, è un patto di sviluppo che ha come obiettivo l’interessedei beneficiari. I trustee, i gestori, hanno il dovere di inserire in azienda i figli che sarannointeressati e meritevoli, ma potranno anche respingerli se non si dedicheranno con serietà agliaffari, senza negare a nessuno degli aventi diritto la quota di ciò che spetta loro.Tante clausole, ma un’unica conclusione: per gli Zordan il trust è lo strumento giusto. E la socia di
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Casalini, Elena Zambon lascia che a parlare sia Sèbastien Roch Nicolas de Chamfort: «Il pessimistasi lamenta del vento, l’ottimista aspetta che il vento cambi, il realista aggiusta le vele».
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Da LaneRossi a Luxottica
«Il welfare è competitività»Nella sede di Confindustria Vicenza si ricorda la figura anticipatrice di Alessandro
Rossi. Il cui testimone passa da Adriano Olivetti e arriva fino a Leonardo Del Vecchio
DI D.P.
«Io sono convinto che esista una via italiana
del fare impresa. Anche se abbiamo tasse
svedesi e salari greci. Nella via italiana
all’impresa c’è un’identificazione assoluta tra
due elementi che storicamente sono stati in
conflitto: capitale e lavoro». Nicola Pelà,
direttore Risorse Umane di Luxottica,
riassume così l’effetto ultimo del welfare
aziendale, strategia che Luxottica ha
implementato in tempi recenti, a partire dal
2009, ma che affonda le radici in una storia
antica, dove i modelli si chiamano per esempio Adriano Olivetti, e prima ancora Alessandro Rossi.
Si è tradotta in un’indagine sulle sfide di oggi e sull’inadeguatezza dell’ideologia ultra-liberista a
comprendere il marcato, l’incontro su Alessandro Rossi che ha aperto il primo pomeriggio del
Festival Città Impresa. Perché Rossi (la cui storia è stata tracciata dalla responsabile Cultura del
Comune di Schio, Lidia Zocche) ha anticipato un modo di concepire l'attività aziendale, che
certamente migliora la vita ai dipendenti, ma soprattutto rende le imprese più forti.
Tiziano Treu, ex ministro al Lavoro, lo dice molto chiaramente: «Quando Luxotticachiede ai dipendenti turni nuovi e difficili, li ottiene senza problemi perché chi ci lavora, grazie al
sistema di welfare aziendale, è contento della propria condizione ed è ancorato all’azienda. Ed oggi –
aggiunge – questa caratteristica è decisiva, perché l’unico vero vantaggio competitivo delle migliori
aziende globali è la capacità al cambiamento. E cambiare è difficile, richiede fatica e sacrifici. Sforzi
che solo i dipendenti motivati sanno dare». Perciò Piergaetano Marchetti, presidente della
Fondazione Corriere della Sera, dice che occorre criticare una visione troppo liberista dell’economia:
«Negli ultimi anni – afferma – troppe volte abbiamo riempito le pagine dei giornali con fautori del
liberismo sfrenato per i quali la società è nulla, la solidarietà è nulla, e le uniche regole sono il
profitto e il sapersi arrangiare. Sembrava così che un modello economico più orientato al welfare
fosse pura utopia, ma utopia non è affatto». E Luxottica non è che uno degli esempi.
«Noi facciamo la nostra parte – dice Pelà – ma non siamo all’avanguardia, non siamo imigliori. In California o in Cina abbiamo aziende che davvero riescono a dare libertà al lavoro, con
flessibilità spinta anche sugli orari. Noi cerchiamo di stare al passo e abbiamo notato un
cambiamento molto forte nei giovani. Mentre un tempo l’interesse dei lavoratori era tutto
concentrato sul salario, oggi i Millennials, cioè indicativamente i ragazzi nati tra il 1980 e il 2000,
vogliono essere pagati il giusto ma vogliono soprattutto valori. Vogliono lavorare in un’azienda che
sia responsabile e che rispetti elevati standard etici». Anche da lì viene il modello di welfare
Luxottica che oggi si concretizza in un ampio portafoglio di aiuti ai dipendenti, che vanno dalle
spese sanitarie rimborsate, ai piani pensionistici integrativi, al supporto all’istruzione fino ai corsi
di yoga e al benessere fisico. «Io in passato ho lavorato alla Olivetti – dice Pelà – e idealmente mi ha
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sempre colpito il fatto che Adriano Olivetti sia morto nel 1960 e che Leonardo Del Vecchio abbia
fondato Luxottica nel 1961. Ma certamente anche Alessandro Rossi rientra tra gli ispiratori di
questo modello».
Storico patròn della LaneRossi di Schio, Alessandro Rossi – ricorda Zocche – «entrò inazienda molto giovane lavorando per un periodo in produzione spalla a spalla con gli altri operai, e
poi fece un viaggio formativo all’estero». Lì comprese (era la metà dell’Ottocento) che occorreva
portare in Italia l’industrializzazione, ma il suo cruccio fu evitare i disagi che questa procurava alla
civiltà contadina che veniva strappata dalle campagne. «Al suo ritorno in azienda creò la società di
mutuo soccorso, alla quale versava metà del suo personale stipendio da direttore, oltre che altre
risorse aziendali, e poi comprese che il problema maggiore per i dipendenti era la casa e così creò il
quartiere operaio. Dove – aggiunge – era vietato aprire bar perché Rossi temeva fortemente la piaga
dell’alcolismo tra le classi lavoratrici».
Ma guai a limitare la figura di Rossi a questi aspetti pensando che siano puramentefilantropici. Lui infatti era prima di tutto un grandissimo manager. Come nota Marchetti: «Volle far
crescere l’azienda, trovò soci importanti, la portò in Borsa, e quando dopo un anno il mercato era
andato molto male e il valore delle azioni era inferiore all’investimento, disse in un’accesa
assemblea, che bisognava tenere lo sguardo sul lungo periodo, e non seguire la linea degli
speculatori interessati solo agli investimenti mordi e fuggi». Ma anche sull’istruzione aveva saputo
guardare lontano: «Sull’Università italiana – racconta Zocche – disse che andava cambiata perché
era obsoleta, serviva solo a produrre avvocati e dottori, era inadatta a guidare l’industrializzazione
del paese e serviva solo ad alimentare le fila di una classe parassitaria». Correva l’anno del signore
1894. «Mi pare evidente che la storia – conclude Treu – insegni davvero molto poco».
@dpyri
Venerdì 20 Marzo 2015© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Fusione fiere Verona-Vicenza
Marzotto: «La palla ai soci»Il presidente della Fiera di Vicenza parla del "Sistema Vi-Ve" perché il lavoro deiconsulenti è terminato. E a titolo personale sogna in grande: «In Borsa sarebbe unarealtà interessante»
DI DAVIDE PYRIOCHOS
«Siamo arrivati alla fase conclusiva dello
studio sulla fusione. I consulenti hanno
terminato il lavoro ed ora spetterà agli azionisti
valutare i numeri e decidere. Non so come
finirà, ma per me già il fatto di essere arrivati a
questo punto è un grande successo». Matteo
Marzotto, presidente della Fiera di Vicenza,
non ha mai fatto mistero di essere un
grandissimo sostenitore della fusione tra l’ente
che presiede a la Fiera di Verona, ma ha scelto
la cornice del Festival Città Impresa, partito
stamattina al Cuoa di Altavilla Vicentina, per comunicare che il progetto sta per fare qualche
importante passo avanti, forse decisivo. «In questo momento siamo in una fase di pre-due
diligence, perché non è ancora arrivata dai soci l’indicazione di avviare un confronto che porti alla
fusione. Ma i consulenti Deloitte e Price Water House – spiega – hanno terminato il loro lavoro. E i
numeri, per come li vedo io, indicano che la fusione è opportuna e utile». Addirittura Marzotto fa un
passo in avanti: «Levandomi il cappello da presidente della Fiera – dice – e parlando da semplice
cittadino, dico che dopo la fusione potremmo anche andare in Borsa. Penso che il sistema Vi-Ve
sarebbe infatti una realtà molto interessante, anche per gli investitori».
Un percorso suggestivo, quello indicato da Marzotto, che però deve passare attraversomolte tappe. La prima sono le assemblee. Come dice Enrico Toffali, assessore alle Partecipate del
Comune di Verona (azionista forte, ma non di assoluta maggioranza della Fiera di Verona): «Sulla
fusione non mi esprimo perché non ho visto i numeri. Quando mi saranno presentati li
commenterò». Non dovrebbe mancare molto, perché i percorsi di avvicinamento hanno camminato
in parallelo tra Verona e Vicenza. «Ciò che è capitato finora è che le due fiere si sono esaminate
vicendevolmente – prosegue Marzotto – ed ora i due cda dovranno spiegare ai rispettivi soci cosa
emerge da quest’indagine». Ma se a Vicenza basta la figura del sindaco Achille Variati, che è anche
presidente della Provincia, per prendere una decisione, a Verona il confronto riguarda Comune,
Camera di Commercio, Fondazione Cariverona, Banco Popolare, Cattolica Assicurazioni, Bpvi. Una
platea articolata a cui il cda di VeronaFiere probabilmente presenterà l’indagine sulla fusione in
occasione della prossima assemblea ordinaria per l’approvazione dei conti 2014.
Ad ogni modo Marzotto non vuol forzare la mano a nessuno. Piuttosto vuol sottolineareche il momento è propizio per attuare quelle sinergie che il Veneto da anni invoca ma che fino a ieri
non è mai riuscito a realizzare. «Anche se i soci di entrambi gli enti dicessero di avviare una vera e
propria due diligence – avverte – ciò non significa ancora che le due società si fonderebbero, perché
l’esito non è necessariamente positivo. Due diligence vuol dire infatti che c’è l’interesse a continuare
a valutare la fusione. Però noto che l’appello a “fare sistema” in Veneto suona vuoto, sembra una
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frase fatta che si è sentita mille volte senza che producesse conseguenze. Invece ora diventa qualcosa
di molto concreto. Il percorso di dialogo con la Fiera di Verona – conclude – è iniziato lo scorso 26
giugno. Io avevo detto che i consulenti avrebbero presentato le conclusioni al 31 gennaio, e
considerato che siamo al 20 marzo il ritardo non è molto. Penso che passato il Vinitaly qualche altro
passo avanti potrà essere compiuto».
Marzotto ovviamente non ha spiegato quale sarebbe secondo i consulenti il rapporto tral’una e l’altra Fiera nel caso di una fusione (deve ancora comunicarlo ai soci). Però se Verona è più
importante per volume del fatturato (negli anni con un calendario favorevole supera i 90 milioni),
Vicenza (che ha un fatturato superiore ai 30 milioni) vanta una migliore redditività perché ha
alcuni prodotti molto forti come l’oro che permettono di fare utili. Di certo da una fusione
nascerebbe un gruppo da 120 milioni di fatturato che potrebbe levare lo sguardo a un livello
europeo, smettendo di limitare la concorrenza agli sgambetti tra fiere limitrofe che fino ad oggi
hanno caratterizzato il panorama italiano.
@dpyri
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Marzo Magno, «Il genio del Gusto»
che sfata i falsi mitiDI BARBARA MONTRASIO, ALESSANDRA TEICHNER
La pasta al pomodoro è nata in Italia?
Sbagliato. Le spezie venivano usate per coprire
i cattivi odori dei cibi avariati? Sbagliato
anche questo. Sono solo alcune delle tante
bufale che vengono smentite nel libro "Il Genio
del Gusto" di Alessandro Marzo Magno,
presentato oggi alla libreria Galla di Vicenza in
occasione del Festival "Città Impresa". «Un
libro poderoso - introduce il relatore Luigi
Costa, giornalista e autore di "A tavola con le
Venezie" - È diviso in capitoli interessanti e
provocatori, riguardano ad esempio la pasta, il tiramisù, lo spritz».
«Il libro è poderoso ma non noioso, ci tengo a sottolinearlo perché il mio fine è quello di dimostrare
che la storia è divertente, e la storia della gastronomia italiana, del cibo, del bere, è una storia molto
variegata e spassosa", commenta l'autore. "Ci sono delle gigantesche fandonie nella storia della
gastronomia: ciò che oggi sappiamo non è quasi mai vero, ci tramandiamo un sacco di cose che in
realtà non sono vere», racconta ancora Alessandro Marzo Magno. Tra le bugie, appunto, quella della
pastasciutta che, come precisa l'autore, al contrario di ciò che si pensa, è di origine araba. E
tantomeno è made in Italy la tradizionale salsa, dal momento che il pomodoro proviene
dall'America. Le spezie invece erano carissime, chi poteva permettersele aveva anche la facoltà di
acquistare cibi freschi, perciò nessun cattivo odore derivante dai cibi avariati era coperto con le
spezie. E dunque, qual è il genio del gusto? Il genio del gusto italiano sta proprio nella capacità di
saper mettere insieme ingredienti che vengono dall’estero e farne un capolavoro.
Si parla poi di cambiamento: «il nostro gusto varia» dice ancora Marzo Magno. «Quello che
mangiavano tra Medioevo e Rinascimento, ad esempio, oggi lo troveremmo immangiabile. Non
esisteva distinzione tra dolce e salato, tutti i sapori venivano mischiati. Un cuoco rinascimentale
non avrebbe apprezzato l’attenzione alle materie prime sulle quali puntano gli chef di oggi» spiega
Magno.
Tra i presenti all'incontro c’è un’altra sostenitrice del cambiamento, Cristina Garetto, titolare
dell'Azienda Agricola Cecchetto Giorgio che produce il vino Raboso. «È un vino che assaggi anche
per la memoria storica, magari perché ti ricordi che lo beveva tuo padre o tuo nonno. Ma oggi invece
noi vogliamo sia un vino convincente sulle tavole, che si relazioni bene anche con i tempi moderni»
dice.
Più tradizionalista risulta invece Mirco Della Vecchia, presidente nazionale della CNA Alimentare,
che con la sua azienda, creata quando aveva solo 17 anni, produce cioccolato alla vecchia maniera,
ossia lavorato con macchine per la produzione artigianale, oggi molto difficili da trovare dal
momento che in Italia il settore è per la maggior parte composto da grandi industrie. «Tutto quello
che ho fatto nella mia vita l'ho fatto partendo dall'origine. Ho cercato macchine degli anni
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Cinquanta per poter produrre il cioccolato in maniera artigianale. Sono radicale, se fossi uno chef e
dovessi fare un piatto di pasta al pomodoro probabilmente anziché comprarli produrrei da solo la
pasta e il pomodoro».
Sabato 21 Marzo 2015© RIPRODUZIONE RISERVATA
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