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www.zucenter.com Università della Reflessologia del Piede SCUOLA SUPERIORE REFLESSOLOGIA ZU TESORI DELLO ZU TESORI DELLO ZU Tesi fine corso Shao long SONNO E INSONNIA SONNO E INSONNIA cASO clINIcO cASO clINIcO Tesi di DAVIDE PIGATO
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SONNO E INSONNIA - Riflessologia Plantare – Corsi e terapie · nelle ore notturne oppure a cause derivanti dallo stress, dall’ansia o dalla depressione, in tutti i casi risulta

Feb 16, 2019

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Università della Reflessologia del Piede

SCUOLA SUPERIOREREFLESSOLOGIA ZU

TESORI DELLO ZUTESORI DELLO ZU

Tesi fine corso Shao long

SONNO E INSONNIASONNO E INSONNIA

cASO cl INIcOcASO clINIcO

Tesi di

DAVIDE PIGATO

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Un’altra notte insonne...

Per la maggior parte di noi esseri umani il sonno è un fatto così naturale che non ci sof-

fermiamo mai a riflettere sulla sua origine, sul suo significato, sulla sua importanza. Solo

quando è soggetto a disturbi ne acquisiamo la consapevolezza ed esso diventa “un prob-

lema”. I disturbi del sonno sono molto comuni ma spesso sottovalutati: tra questi, il dis-

turbo più diffuso di quanto si creda è l’insonnia.

Da un’indagine svolta da “Il Sole 24 ore” pubblicata il 21 giugno 2007 emerge che gli

italiani dormono poco e male. Dati alla mano, nel nostro paese il 20% della popolazione,

quasi 13 milioni di persone, soffre cronicamente d’insonnia.

Con il termine insonnia ci si riferisce alla sensazione soggettiva di non aver tratto suffi-

cientemente riposo dal proprio sonno, perché non adeguatamente lungo o perché privo di

sufficienti capacità ristoratrici.

Il fattore “durata” del sonno però non è significativo per fare una diagnosi di insonnia poiché

vi sono notevoli differenze individuali nella percezione della quantità di sonno di cui ciascuno

necessita. Infatti ci sono persone che dormono costantemente poco più di tre ore per notte

senza alcun disturbo (possiamo citare alcuni personaggi famosi come Winston Churchill,

Napoleone, Papa Giovanni XXIII, Pirandello e Thomas Edison che rientrano in questa tipolo-

gia), mentre ci sono individui che malgrado dormano poco meno di dieci ore non si sentono

in completo benessere e affermano di non aver dormito a sufficienza.

Introduzione

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Diversi studi scientifici hanno dimostrato inoltre che la durata del sonno varia notevol-

mente con:

• l’età: il neonato dorme anche venti ore al giorno, l’adulto circa otto, l’anziano non

più di se., bambini e adolescenti dormono di più perché durante il riposo il loro organismo

produce l’ormone necessario alla crescita, la somatotropina.

• il sesso: le donne adulte dormono meno degli uomini loro coetanei, persino i cam-

biamenti ormonali che avvengono nel corpo femminile durante il periodo della gravidanza

possono indurre un cambiamento del ritmo sonno-veglia.

Sul sonno influiscono anche fattori ambientali e sociali: vivere e dormire in un posto

inospitale o sgradito diminuisce la quantità e la qualità del sonno. Chi svolge lavori stres-

santi o di grande responsabilità dorme generalmente meno, anche a causa delle maggiori

preoccupazioni.

Per definire questo disturbo del sonno è quindi estremamente importante tenere conto

della soggettività di ognuno, in generale si possono definire insonni tutti coloro che,

indipendentemente dalla durata del sonno, non dormono bene e per questo non si sentono

in completa efficienza fisica e mentale durante il giorno.

Il disagio viene attribuito a fattori esterni come il caldo eccessivo, il rumore presente anche

nelle ore notturne oppure a cause derivanti dallo stress, dall’ansia o dalla depressione, in

tutti i casi risulta facile pensare che non ci possa essere una soluzione.

Come curarsi?

L’atteggiamento più diffuso sembra essere la rassegnazione, esattamente come stava

succedendo alla persona protagonista del caso clinico in esame, meglio non far nulla

sperando che la situazione migliori da sola. A dispetto di questi numeri così poco confort-

anti, c’è invece chi vorrebbe non dormire mai, per dedicarsi 24 ore su 24 alla carriera, agli

amici, ai divertimenti, alla famiglia, allo sport, ma che alla fine crolla esausto.

L’efficienza non-stop è impossibile e innaturale! Il nostro organismo non la prevede, e il

sonno è una funzione naturale ed essenziale, come mangiare e respirare, così importante

da essere venerato come una divinità: nelle leggende greche è Hypnos, figlio di Nyx, dea

della notte, e fratello di Thanatos, l’impietosa morte.

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Nelle filosofie e nelle religioni orientali il sonno viene talvolta rappresentato come la con-

dizione autentica dell’uomo, in cui individuo e universo sono una cosa sola: “Tutto è uno,

nel sonno l’anima è tranquilla e viene accolta in questa unità, nella veglia invece è distrat-

ta dall’osservazione dei diversi eventi del mondo” (Zhuangzi, 300 a.C.) Per il taoismo, che

sta alla base della Medicina Tradizionale Cinese, ogni essere vivente deve incessantemente

ricrearsi e rigenerarsi e il sonno permette quindi la ricreazione più sottile, immateriale,

psichica.

Comunque sia, ogni teoria basata su concetti di medicina occidentale o di Medicina

Tradizionale Cinese, contribuisce all’affermazione che il sonno è un processo attivo Yang

in una condizione corporea Yin ed è fondamentale per il mantenimento di un buon stato

di salute, facendo riferimento a questi due aspetti, in termini reflessologici Zu possiamo

anche affermare che il sonno estremizza notevolmente la distanza tra “ciò che è” da “ciò

che appare”.

La notte è dominio dello Yin in quanto vi è oscurità, freddo, immobilità, interiorizzazione,

rallentamento, passività, alla sera, una pienezza fisiologica dell’energia Yin porta l’or-

ganismo all’addormentamento. Il giorno invece appartiene allo Yang che prende il

sopravvento al mattino con la luce, il calore, l’aumento dell’attività fisica e del movimen-

to, portando il corpo al risveglio e la persona alla coscienza di sé. Quello che accade in

natura (macrocosmo) si riflette in ciò che accade nell’uomo (microcosmo): il sonno e la

veglia, ovvero lo Yin e lo Yang, come la notte e il giorno, il buio e la luce, si alternano

vicendevolmente

Processi attivi in una condizione corporea a riposo,

ritmi sonno e veglia, addormentamento e risveglio…

ecco apparire ancora una volta

l’immagine del grande capovolgimento.

Taijitu (fig. 1), e dei suoi 3 principali elementi caratteristici:

1. complementarietà

2. alternanza

3. trasformazioneFig. 1

太太極極圖圖

(Taijitu)

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1. Cos’è il sonno?

La Venere dormiente (Giorgione)

Da quando l’uomo ha cercato di capire di più di questo misterioso fenomeno chiamato

sonno, gli sono state attribuite diverse interpretazioni: per alcuni il sonno è analogo alla

morte perché, apparentemente, le funzioni mentali sono sospese, per altri costituisce, al

pari della veglia, una particolare attività mentale. Fu per questo che Esiodo, quasi 8 se-

coli prima di Cristo, chiamò il sonno “fratello della morte”, mentre Shakespeare faceva dire

ad Amleto di considerare il sonno alla stregua del sogno o come l’occasione per speri-

mentare forme particolari di attività mentale. Fu Freud che all’inizio del ‘900 sviluppò ulte-

riormente questo concetto pubblicando tutta una serie di lavori destinati a influenzare per

i decenni successivi le ricerche sul sonno.

Ancora oggi, lo studio del sonno costituisce uno degli argomenti più affascinanti nell’am-

bito della ricerca medica e psicologica. L’aumento della diffusione dei suoi disturbi impeg-

na medici, psichiatri e psicologi a individuare e se possibile, curare le problematiche che

si manifestano. Purtroppo il supporto delle moderne tecnologie non è di grande aiuto e le

conoscenze sull’argomento: “il sonno e i suoi disturbi”, restano ancora piuttosto limitate.

Non è perfettamente chiaro il motivo per cui si debba dormire, tutti gli studi svolti sinora

sul fenomeno sonno riescono sostanzialmente a descrivere solo le sue caratteristiche fisio-

ogiche.

Fisiologicamente, il sonno è gestito da elementi facenti parte del Sistema Nervoso

Centrale. I centri nervosi ritenuti come i principali responsabili delle manifestazioni del

sonno, sono collocati nel diencefalo e nel tronco encefalico, strutture che costituiscono le

porzioni più profonde e dal punto di vista evolutivo, più antiche del cervello.

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Nello schema encefalico fig. 2 sono evidenziati:

• la parte rostrale (IR) e quella caudale

(IC) dell’ipotalamo, strutture situate alla base

del diencefalo.

• la parte dorsale del tronco encefalico

(TED) e la Sostanza Reticolare Attivante (SRA):

un fascio di neuroni collocato nel tronco del-

l’encefalo e che continua nell’ipotalamo caudale.

È l’equilibrio dinamico delle cellule neuronali in queste

sezioni del cervello a regolare i meccanismi di sonno

e veglia e la produzione di serotonina, un neuro-

trasmettitore che porta l’organismo allo stato di son-

nolenza. Già alla fine degli anni ’40, l’italiano

Giuseppe Moruzzi e lo statunitense Horace W. Magoun

(fig. 3), avevano individuato nelle cosiddette

Sostanza Reticolare Attivante e Sostanza Reticolare

Inibente i principali sistemi neuronali implicati rispet-

tivamente nella gestione dell’alternanza veglia –

sonno.

Al sonno possono essere attribuite molteplici definizioni, quali ad esempio:

1. è un fenomeno biologico ciclico caratterizzato dalla perdita della coscienza e dall'in-

terruzione dei rapporti senso-motori che tengono unito il soggetto al suo ambiente;

2. è una sospensione temporanea della coscienza e di alcune manifestazioni della vita

di relazione dell’organismo, non si nutre ma continua a respirare;

3. è uno stato dell'organismo caratterizzato da una ridotta reattività agli stimoli am-

bientali;

4. è il periodo di riposo dell’organismo.

Le definizioni di cui sopra però non consentono di chiarire la reale natura di questo feno-

meno fisiologico e gli innumerevoli processi che si scatenano all’interno di un corpo che

dorme. È forse più semplice provare a fornire indicazioni su “cosa non è” il sonno e come

mai risulta essere così importante. Il sonno non è uno stato puramente passivo e comple-

tamente distaccato dalla realtà. Ciò che differenzia il sonno dalla veglia è la disconnessione

dell’attività cerebrale dagli stimoli esterni e da quelli provenienti dal nostro corpo. Il sonno

però non si svolge in condizioni di totale isolamento sensoriale in quanto il cervello

Fig. 2 – Sezione di un emisfero cerebrale.

Fig. 3

Giuseppe Moruzzi (1910-1986)

e Horace W. Magoun (1907-1991)

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mantiene, seppur in forma elementare, le percezioni sensoriali e gli stimoli visivi, uditivi e

tattili che sono in grado di interromperlo.

Si potrebbe ipotizzare che il nostro cervello abbia la necessità di interporre un blocco agli

input esterni per privilegiare operazioni di elaborazione interna. Infatti, quando dormiamo,

il cervello non riposa ma elabora gli stimoli raccolti nel corso della giornata, organizza un

proprio sistema di archiviazione dei dati ed elimina quelli ritenuti superflui; predispone in

pratica l'attività cerebrale al successivo stato di veglia, in modo che sia possibile utilizzare

tutto il bagaglio di nozioni raccolte per elaborare idee, intuizioni, strategie e tutto ciò che

consente all'individuo di lavorare ed esprimere il meglio di sé nei confronti della realtà.

Inoltre, durante il sonno, il livello basso di adrenalina e di corticosteroidi (gli ormoni asso-

ciati alla condizione di veglia) danno la possibilità all’organismo di sfruttare i più elevati

livelli di ormone della crescita, prodotto dall’ipofisi nelle ore notturne. Questa moltitudine

di processi Yang avviene all’interno di uno stato corporeo Yin in cui l’organismo è inco-

sciente, inattivo e con le funzioni metaboliche ridotte al minimo: rallentano i battiti del

cuore e il ritmo del respiro, cala la pressione del sangue e si riduce il tono muscolare.

1.1. Le funzioni del sonno

Unendo i risultati ottenuti con gli studi scientifici alle indicazioni tramandate dalla Medicina

Tradizionale Cinese, possiamo ipotizzare che il sonno svolge per l’organismo umano due

macro funzioni fondamentali:

1. una funzione rigenerativa che agisce sulla componente corporea più Yin

2. una funzione creativa che agisce sulla componente metafisica più Yang.

La funzione rigenerativa/Yin comprende:

• il riciclaggio di sostanze cellulari, tessutali e organiche

• la ricostruzione dei tessuti danneggiati da traumi o sottoposti allo stress derivante

da una intensa attività fisica (ad esempio i muscoli del body-builder che si ricostru

iscono durante il sonno) grazie alla produzione di ormoni, in particolare l’ormone

somatotropo, quello della crescita

• il recupero e la compensazione della fatica

• l’aumento della produzione di anticorpi e di globuli rossi

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• il recupero energetico e funzionale degli organi e dei visceri grazie al Qi (in parti

colare la Wei Qi) prodotto durante il giorno, che durante la notte difende e coopera

con l’organismo

La funzione creativa/Yang.

Si riferisce invece alla funzione metafisica del sonno. Quando una persona dorme e si

riposa, il Fegato accumula il Sangue mentre gli Hun, che proprio nel Fegato trovano allog-

gio, lo filtrano e lo regolano attraverso la loro spiccata propensione all’attività onirica: il

Sangue così ripulito contribuisce a ripristinare le energie per il giorno successivo.

É probabile che le funzioni del sonno siano assai più complesse rispetto a quelle preceden-

temente descritte in quanto, durante il sonno, il cervello non è affatto in una situazione di

riposo ma svolge attività intense e variabili in base alle diverse fasi del sonno (che verran-

no esaminate nel cap. 3).

In conclusione, le uniche certezze ci permettono di affermare che:

• dormire è una necessità istintiva per l’uomo come nutrirsi e dissetarsi; anche se

in forme diverse, è una reale necessità per tutti gli esseri viventi

• il sonno è essenziale per una buona qualità della vita, è fondamentale per l’orga-

nismo, per l'efficienza del sistema immunitario, per la crescita, per le corrette fun-

zioni organiche e quindi per la salute in generale

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2. Le onde cerebrali

Il Cranio e La Mente (Leonardo da Vinci)

Durante la vita quotidiana, tutti noi sperimentiamo in svariate circostanze diversi “stati di

coscienza” e ciò accade anche quando, nell’arco di una giornata, passiamo dallo stato di

veglia al sonno. Di questi stati di coscienza, anche quelli considerati “straordinari” fanno

parte delle nostre esperienze: sono i momenti in cui ci sentiamo particolarmente creativi

o intuitivi, oppure quelli in cui percepiamo di essere eccezionalmente lucidi o profonda-

mente rilassati.

Ordinari o straordinari che siano, tutti gli stati della nostra coscienza sono dovuti all’inces-

sante attività elettrochimica e neuronale del cervello, che si manifesta attraverso l’emis-

sione di onde elettromagnetiche a bassissimo voltaggio elettrico e frequenza: le cosiddette

onde cerebrali.

Durante i primi anni ’20, fu lo svizzero Hans Berger (fig.

4) ad applicare per primo una serie di elettrodi sulla

testa di un essere umano, riuscendo così a registrare in

un tracciato elettroencefalografico (EEG) le continue e

brusche variazioni dell’attività cerebrale. Fu poi nel

1929 che apparve il suo primo lavoro di elettroencefalo-

grafia clinica, che contribuì notevolmente alla diagnosi

delle forme di epilessia e di lesioni cerebrale.

La frequenza delle onde cerebrali viene calcolata in

cicli al secondo o Hertz (Hz), può variare in base al

tipo di attività in cui il cervello è impegnato; l’ampiezza viene invece espressa in MicroVolt

(µV). Relativamente al numero di Hertz, è possibile suddividere le onde cerebrali in sei

Fig. 4 - Hans Berger

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bande principali corrispondenti a sei fasce di diversa frequenza, classificazione che eviden-

zia un curioso parallelismo con le Sei Energie della Medicina Tradizionale Cinese.

Vediamole in dettaglio.

Onde Delta (inconscio). Sono le onde più lente, le più yin, la loro frequenza è compre-

sa tra 0,5 e 3,5 Hz. Si manifestano nel momento del più profondo rilassamento psicofisi-

co, durante il sonno profondo e senza sogni; sono associate a tutto ciò che riguarda l’in-

conscio e l’abbandono totale. In quanto tipiche della mente inconscia, vengono prodotte

anche durante i processi inconsapevoli di autogenerazione e di autoguarigione, risultando

quindi di particolare importanza per il funzionamento del sistema immunitario.

Onde Theta (preconscio). Hanno una frequenza compresa tra 4 e 7 Hz; sono caratter-

istiche della mente impegnata in attività di immaginazione e visualizzazione, tipiche del-

l’ispirazione creativa e dell’attitudine artistica. Hanno la tendenza ad essere prodotte

durante la meditazione profonda, il sogno ad occhi aperti. Durante la veglia, sono indice

di una conoscenza intuitiva e di una capacità immaginativa molto radicata nel profondo.

In natura, ad esempio, le onde oceaniche e i canti delle balene producono frequenze di

onde Theta.

Onde Alfa (coscienza a riposo). La frequenza delle onde Alfa è compresa tra 8 e 12 Hz;

una delle principali caratteristiche è la loro configurazione regolare e sincronizzata. Sono

associate agli istanti che precedono l’addormentamento e ad uno stato di veglia rilassata,

tipica di quando si sta ad occhi chiusi o durante una seduta di meditazione leggera, yoga

o Tai Qi, la mente, calma e ricettiva, di solito è concentrata sul raggiungimento di obiet-

tivi precisi, ad esempio, il suono emesso dalle ciotole tibetane produce onde Alfa.

Onde Sigma (il sonno). Onde dalla frequenza compresa tra 12 e 14 Hz che si presen-

tano soprattutto in forma dei caratteristici fusi, ovvero brevi treni d’onda di ampiezza cres-

cente e poi decrescente che con il loro inviluppo ricordano un fuso. Sono tipiche dei

momenti in cui avviene la perdita di coscienza e si comincia a dormire davvero.

Onde Beta (coscienza vigile). La frequenza delle onde Beta è compresa tra 15 e 35 Hz;

essendo associate alle normali attività di veglia, si registrano in un soggetto cosciente e

concentrato sugli stimoli che giungono direttamente dall’esterno. Le onde Beta infatti,

sono alla base delle nostre fondamentali attività di sopravvivenza, di ordinamento, di

selezione e valutazione degli stimoli che provengono dal mondo che ci circonda. Per esem-

pio, leggendo queste righe, il cervello sta producendo onde Beta. Permettono rapidità nelle

reazioni e nei momenti di stress o di ansia ci danno la possibilità di tenere sotto controllo

la situazione garantendo una veloce risoluzione dei problemi. Un’alta concentrazione di

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onde Beta è collegata ad un aumento della produzione degli ormoni da sforzo, in casi

estremi caratterizzano gli stati d’ansia e di preoccupazione.

Onde Gamma (supercoscienza). Sono le onde di frequenza maggiore, superiore a 35

Hz, le più yang. Risultano particolarmente evidenti durante pratiche come la meditazione

profonda. Le onde Gamma vengono associate agli intensi poteri psichici, tipo quelli del

medium che entra in uno stato di trance.

2.1. Gli emisferi cerebrali

Durante le lezioni di anatomia del primo anno di Reflessologia Zu, abbiamo appreso che il

nostro cervello è suddiviso in due emisferi cerebrali, uniti da una lamina orizzontale for-

mata essenzialmente da fibre nervose, il cosiddetto corpo calloso. Si è appreso inoltre che

gli emisferi sono anatomicamente simili ma svolgono funzioni diverse (riassunte in fig. 5)

elaborando i processi informativi in modalità distinte: in base alle regole Yin/Yang e nella

simbologia del linguaggio rappresentano un modello di “coppia di opposti” che interagi-

scono sinergicamente e costituiscono di fatto un’unica entità funzionale per l’adattamento

e lo sviluppo dell’essere umano. Lo studio della morfologia applicata al metodo reflesso-

logico Zu evidenzia che anche fisiologicamente, ogni emisfero ha competenze proprie tali

per cui tutta la parte sinistra del corpo è connessa all’emisfero destro, viceversa la parte

destra del corpo è governata dall’emisfero sinistro: ne è un esempio la differenziazione che

facciamo in piedi maschili o piedi femminili di una persona sdraiata sul lettino.

In base a queste considerazioni, è possibile dare una diversa interpretazione alle onde

cerebrali a seconda dell’emisfero che le genera; oggi i ricercatori e gli studiosi concordano

Fig. 5 - Emisferi cerebrali e funzioni correlate

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sul fatto che il fenomeno denominato sincronicità, ovvero il funzionamento contempora-

neo dei due emisferi, è in genere associato a uno stato di benessere psichico: ad esempio

si è notato che in fase di meditazione profonda, la sincronicità può raggiungere livelli ele-

vatissimi. Per come è strutturata la società moderna, si può invece affermare che l’essere

umano abbia la tendenza a utilizzare principalmente le modalità di pensiero tipiche del-

l’emisfero sinistro, tanto che fino a poco tempo fa i neurologi definivano come “minore”

l’emisfero destro!

Emisfero cerebrale sinistro

È la sede delle attività che coinvolgono il linguaggio, la scrittura, il calcolo, ed è

• analitico: comprende i dettagli

• astratto: giunge all'interno, partendo dal dettaglio

• lineare: lavora in ordine sequenziale

• logico, numerico, razionale, simbolico, temporale, verbale.

Secondo il pensiero cinese è maschile, solare, YANG

Emisfero cerebrale destro

È la sede delle attività creative, dell’immaginazione, della fantasia ed è

• sintetico: comprende l’insieme delle parti

• spaziale: coglie le relazioni nello spazio

• intuitivo, irrazionale e creativo: usa sensazioni e immagini

• analogico: usa le metafore

• olistico: percepisce le strutture di insieme

• temporale e non verbale

Secondo il pensiero cinese è femminile, lunare, YIN.

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2.2. I fenomeni della risonanza e della risposta in frequenze

Nel 1665 il fisico e matematico olandese Christian Huygens

(fig. 6), tra i primi a postulare la teoria ondulatoria della luce,

osservò che disponendo a fianco e sulla stessa parete due

pendoli, questi tendevano a sintonizzare il proprio movimen-

to oscillatorio, quasi volessero assumere lo stesso ritmo. Dai

suoi studi deriva quel fenomeno che oggi chiamiamo risonan-

za, per cui un sistema oscillante è in grado di assorbire ener-

gia da una sorgente esterna in modo particolarmente effi-

ciente solo ad una (o più) frequenze ben precise.

Fig. 6 - Christian Huygens

Ciò significa che una qualunque sorgente sonora caratterizzata da una determinata fre-

quenza, se investita da un’onda di frequenza diversa, si comporta come un sistema

estremamente rigido; se invece le due frequenze differiscono poco l’una dall’altra, allora

la prima comincerà a oscillare in modo tale da raggiungere in breve tempo notevole

ampiezza, rinforzando quindi il suono.

Si dice allora che essa entra in risonanza.

Nel caso dei due pendoli dell’esperimento di Huygens, si dice che uno fa risuonare l’altro

alla propria frequenza; per lo stesso principio, se si percuote un diapason (che produce

onde alla frequenza fissa di 440 Hz) e lo si pone vicino a un secondo diapason silenzioso,

poco dopo anche quest’ultimo comincerà a vibrare.

Oggi, la risonanza può essere sfruttata anche in contesti riguardanti l’emissione di onde

cerebrali. Analizzando i dati delle elettroencefalografie risulta evidente che quando il cervel-

lo viene sottoposto ad impulsi (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, la sua nat-

urale tendenza è quella di sintonizzarsi secondo la cosiddetta risposta in frequenza.

Ecco un semplice esempio: un soggetto in stato di veglia sviluppa generalmente un’atti-

vità cerebrale basata soprattutto su onde Beta; se il soggetto venisse sottoposto per un

certo periodo a uno stimolo di onde alla frequenza di 10 Hz (la frequenza delle onde Alfa),

entrambi gli emisferi del suo cervello tenderebbero a modificare in modo uniforme le pro-

prie attività in direzione dello stimolo ricevuto. Il soggetto, entrando in risonanza con la

sorgente esterna, passerebbe dunque a uno stato di rilassamento tipico delle onde Alfa.

Uno strumento semplice ed efficace per riequilibrare il funzionamento degli emisferi cere-

brali sfruttando il fenomeno della risposta in frequenza, è il suono.

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2.3. Il ritmo bi-auricolare

La tecnica basata sul cosiddetto ritmo bi-auricolare sfrutta il fenomeno della risposta in

frequenza indotta proprio dal suono: si sottopone l’orecchio sinistro a un suono portante

con una determinata frequenza (ad esempio 500 Hz) e l’orecchio destro a un suono con

frequenza maggiore (nel nostro caso 510 Hz); la differenza di 10 Hz di frequenza, ester-

na allo spettro sonoro, viene percepita solo dal cervello che viene così stimolato ad entrare

in risonanza con il ritmo bi-auricolare di 10 Hz (la frequenza della onde Alfa) e con uno

stato mentale rilassato, calmo e tranquillo. L’induzione della risposta in frequenza sfrut-

tando la tecnica del ritmo bi-auricolare può rappresentare un valido approccio terapeutico

in casi di deficit dell’attenzione, stati di ansia e depressione, e anche in caso d’insonnia.

2.4. Effetto Mozart

In aggiunta alle tecniche reflessologiche più

tradizionali, il metodo Zu prevede la possibil-

ità di eseguire il trattamento seguendo un

ritmo musicale: dal semplice battito di un

tamburo (fig. 7), ai ritmi primordiali tipici di

una tribù di pellerossa, fino al suono di un’in-

tera orchestra in brani di musica classica,

preferibilmente composti da Mozart. (fig. 8).

Fig. 7 – Tamburo sciamanico Fig. 8 - Wolfgang A. Mozart

L’obiettivo di questa particolare tecnica di massaggio è quello di far giungere al cervello

stimoli dall’origine diversa ma con un ritmo omogeneo:

1. gli stimoli nervosi indotti dal massaggio del piede che raggiungono principalmente

le parti primordiali del cervello (ipotalamo e cervelletto)

2. gli stimoli sonori che sotto forma di musico-terapia raggiungono principalmente la

corteccia cerebrale (la neo corteccia)

Pur in assenza di esami scientifici che lo possano comprovare, da tempo si pensa che la

musica aiuti a strutturare il pensiero e il lavoro delle persone nelle fasi di apprendimento

delle abilità linguistiche, matematiche e spaziali, inoltre, sono molti ad essere convinti che

la cosiddetta intelligenza musicale influisca sullo sviluppo emotivo, spirituale e culturale

più di altre intelligenze.

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Nel 1993, i fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher hanno provato a confermare queste

ipotesi con una controversa teoria scientifica, pubblicata sulla rivista Nature nello stesso

anno e sul numero di Neurological Research del febbraio 1997: essa evidenzia come la

musica possa influenzare l’organismo modificandone lo stato emotivo, fisico e mentale

attraverso un fenomeno denominato Effetto Mozart.

Sempre secondo i due ricercatori, l’ascolto della “Sonata in re maggiore per due pianofor-

ti” (KV 448) di W. A. Mozart causerebbe infatti un temporaneo aumento delle abilità

spaziali in un gruppo di volontari. Tuttavia, nessuno in seguito ha mai potuto ripetere i

risultati ottenuti da Shaw e Rauscher.

Attualmente, uno dei maggiori studiosi del suono dal punto di

vista medico è il francese Alfred Tomatis (fig. 9) il quale sostiene

che l’ascolto della musica di Mozart è in grado di favorire l’orga-

nizzazione dei circuiti neuronali, migliorando i processi cognitivi e

creativi dell’emisfero destro di un individuo, attraverso lo svilup-

po del ragionamento spazio/temporale. A sostegno della teoria

elaborata nel 1993 da Shaw e Rauscher, egli ha dichiarato:

“Mozart è un’ottima madre, che provoca il maggior effetto cura-

tivo sul corpo umano”.

Fig. 9 - Alfred Tomatis

Non esistono ad oggi risultati scientifici che lo possano confutare ma è solo l’applicazione

pratica e la decennale esperienza dei reflessologi professionisti che sostiene e rafforza la

convinzione che l’Effetto Mozart possa rappresentare un eccellente supporto per una tec-

nica olistica come il massaggio reflessologico Zu, tanto da diventare materia di lezione

durante i corsi. Attualmente, possiamo solo ipotizzare che il massaggio reflessologico Zu

abbinato alla musica di Mozart, rappresenti una forma di ritmo bi-auricolare esteso all’in-

tero corpo umano in cui i 2 canali di ricezione, come fossero l’orecchio destro e sinistro,

in questa circostanza diventano la testa e i piedi.

Tecnica Yin Yang

Ritmo bi-auricolare Orecchio destro Orecchio sinistro

Massaggio Reflessologico Zu +

Effetto Mozart Piedi Testa

(orecchio destro e sinistro)

Tab. 2 – Comparazione del ritmo bi-auricolare normale ed “esteso”

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Proviamo ora ad inquadrare le tecniche sopra elencate nell’ottica yin/yang:

• sono yang la tecnica del ritmo bi-auricolare e l’Effetto Mozart che utilizzano

entrambe il suono, elemento yang, come elemento stimolante

• è yin il massaggio reflessologico che agisce sulla componente più yin del corpo, il piede

Risulta evidente come l’applicazione simultanea ed equilibrata del massaggio

Reflessologico Zu e dell’Effetto Mozart costituisca il perfetto complemento delle 2 energie

universali Yin/Yang. In entrambi i casi, i risultati sono simili per il raggiungimento del

benessere e dell’equilibrio psico-fisico in quanto:

• gli emisferi cerebrali sono indotti a funzionare in modo omogeneo

• i ritmi vitali (soprattutto quello respiratorio e cardiocircolatorio) si regolarizzano

Sarebbe auspicabile che prima o poi si potesse registrare tramite EEG l’attività cerebrale

di una persona sul lettino durante una serie di trattamenti di Reflessologia Zu eseguiti al

ritmo della musica di Mozart: in questo modo si potrebbe quantificare il funzionamento

omogeneo degli emisferi cerebrali e dimostrare così che si tratti effettivamente di una

tecnica bi-auricolare estesa, per poter poi perfezionare tecniche di massaggio combinate

a musico-terapia atte a produrre una “risposta in frequenza” specifica alle esigenze del-

l’operatore.

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3. Fisiologia del sonno

Il sonno (Gustave Courbet)

Lo studio delle fasi del sonno nell’uomo è relativamente

recente e l’invenzione dell’Elettroencefalogramma (fig.

10) negli anni ’20 ha dato il via ad analisi sempre più

approfondite sull’argomento. Fu proprio grazie a questo

strumento che si evidenziò per la prima volta il fatto che

il sonno non è come tutti pensavano, uno stato fisiologi-

co omogeneo bensì un processo che si evolve continua-

mente, mostrando in regolare successione, aspetti che

risultano bioelettricamente diversi tra loro.

Gli esperimenti di Moruzzi e Magoun del 1949 (cap. 1, fig. 3) spianarono poi la strada allo

studio dell’attività elettrica cerebrale durante il sonno: furono infatti i primi a focalizzare

l’attenzione sulle sue funzioni e sull’importanza dei diversi stati di coscienza del cervello,

dimostrando l’esistenza di un processo di attivazione responsabile delle onde elettriche

EEG e verificandone l’origine a livello tronco-encefalico. In seguito, si dimostrarono fonda-

mentali le osservazioni di Aserinsky, Kleitman e Dement i quali iniziarono nel 1950 uno

studio sistematico sul sonno.

La successiva registrazione dell’Elettrooculogramma

(EOG) condusse a una descrizione più articolata delle fasi

del sonno; fu nel 1961 che Hans Berger eseguì la prima

registrazione dell’attività elettromiografica (fig. 11)

durante il sonno.

Fig. 11 - Elettromiografia (EMG)

Fig. 10 – Dispositivo di registrazione EEG

di Hans Berger

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È da poco più di vent’anni che si è raggiunto un accordo di massima circa le metodologie

di siglatura e denominazione da attribuire ai diversi stadi che è possibile distinguere

durante il sonno nell’essere umano. Infatti fu nel 1968 che un comitato formato dai più

noti ricercatori sul sonno si riunì con l’obiettivo di uniformare e standardizzare le termi-

nologie da utilizzare nelle successive ricerche sul sonno: il risultato fu la pubblicazione del

“Manuale di Terminologia standardizzata e delle Tecniche e Sistema di siglatura delle fasi

del sonno nei soggetti umani” di Rechtschaffen e Kales (R&K) che stabilì i criteri di siglatu-

ra del sonno in soggetti adulti normali sulla base delle variazioni dei parametri fisiologici

registrati da EEG, EOG e EMG.

Oggi, la registrazione contemporanea delle variabili di EEG, EMG e EOG, insieme ai dati

dell’attività elettrica del cuore (Elettrocardiogramma), dell'attività meccanica dei muscoli

respiratori (Spirogramma) e della temperatura corporea durante il sonno, viene definita

“polisonnografia”.

In base alla classificazione stardandizzata da Rechtschaffen e Kales e in relazione ai diver-

si elementi qualitativi e quantitativi rilevati dagli esami polisonnografici, possiamo strut-

turare il sonno in due fasi distinte:

1. il Sonno REM (Rapid Eye Moviment) caratterizzato da sequenze periodiche

di rapidi movimenti oculari, con tracciato EEG desincronizzato, simile a quello di veglia ma

con una caduta del tono muscolare: per questo viene chiamato anche “sonno paradosso”

o “sonno attivo”

2. il Sonno NREM, ovvero non-REM o sonno inattivo, ortodosso, così definito in

contrapposizione al precedente, in quanto caratterizzato dall’assenza di movimenti oculari

rapidi e da una progressiva sincronizzazione del tracciato EEG; il sonno NREM a sua volta

viene suddiviso in ulteriori fasi enumerate da 1 a 4

Ogni fase o stadio è caratterizzata da un certo numero di variabili fisiologiche e di para-

metri polisonnografici standard che riflettono la macrostruttura del sonno. Questo model-

lo o pattern del sonno può variare a seconda di diversi fattori: endogeni come l’età o eso-

geni come il rumore ambientale, ma anche a causa della forte incidenza di droghe o di di-

sturbi del sonno. Il passaggio dalla veglia al sonno e al successivo risveglio non è un

processo casuale ma segue una struttura ben organizzata e definita.

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Vediamola ora in dettaglio.

Fase preliminare. Quando sta per avvicinarsi il momento in cui abitualmente ci si cori-

ca, senso di noia, stanchezza e sonnolenza ci avvertono che è ora di prendere sonno.

Comodamente distesi, si entra nella cosiddetta fase di “veglia tranquilla” caratterizzata da

un EEG che si alterna fondamentalmente tra due modelli principali:

1. Un modello chiamato di “attivazione” o pattern desincronizzato caratterizza-

to da onde a basso voltaggio (<20 µV) e ad alta frequenza (15-35 Hz)

2. Un pattern chiamato “attività alfa” caratterizzato da onde sinusoidali di 8-12 Hz

L’attività alfa è tipicamente presente e abbondante quando il soggetto è rilassato ad occhi

chiusi, mentre il pattern di attivazione è presente invece quando il soggetto è in stato di

attenzione con gli occhi aperti. La coscienza si conserva pur mantenendo gli occhi chiusi,

il sonno non è ancora subentrato.

• EEG evidenzia il ritmo delle onde cerebrali di tipo alfa in particolare dal retro del

capo, tipiche dello stato rilassato di veglia

• EMG indica un medio o elevato tono muscolare

• EOG registra saltuari e lenti movimenti degli occhi, in alcuni casi invece nessuna

attività

Stadio 1 N-REM. È uno stadio di sospensione (floating) e transizione con alternanza tra

coscienza, più o meno offuscata, e perdita di coscienza: è la fase di addormentamento

detta anche dormiveglia, normalmente questa fase dura solo pochi minuti.

• EEG è costituito principalmente da onde a basso voltaggio, registra una graduale

diminuzione dell’attività alfa che viene sostituita da frequenze beta

• EMG evidenzia un’attività tonica persistente benché di intensità inferiore rispetto

alla veglia

• EOG registra singoli movimenti lenti e oscillatori degli occhi

É una fase fisiologicamente e clinicamente diversa dal sonno vero e proprio, durante il

dormiveglia frammenti di pensieri, visioni o fantasticherie scorrono liberamente nella nos-

tra mente. Sussulti muscolari improvvisi, spesso associati a tachicardia, a sensi di angos-

cia, a shock sensoriali, suoni o luci improvvise, alla sensazione di cadere nel vuoto, pos-

sono provocare bruschi e transitori risvegli. Il respiro diviene oscillante alternando fasi di

maggiore e minore ampiezza.

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Stadio 2 N-REM È considerato l’inizio del sonno vero e proprio in quanto è il momento in

cui si verifica una completa perdita di coscienza, inoltre è considerato uno stadio di

estrema importanza in quanto occupa solitamente più della metà del periodo di sonno

complessivo.

• EEG è caratterizzato da un voltaggio relativamente basso, con frequenza variabile

nel range delle onde theta e dalla comparsa dei cosiddetti fusi del sonno, princi

palmente onde sigma e dai “complessi K”: alte onde singole bifasi seguite soprat

tutto da onde alfa che si registrano sulla sommità del capo.

• EMG evidenzia che il tono muscolare è notevolmente ridotto.

• EOG denota l’assenza di movimento degli occhi.

Stadio 3 N-REM È considerato lo stadio di “sonno profondo” incipiente.

• EEG denota onde cerebrali delta ad alto voltaggio e bassa frequenza, i fusi sono

solo occasionali.

• EMG denota ancora un tono muscolare sostanzialmente medio/alto.

• EOG rimane inattivo.

Stadio 4 N-REM É considerato “sonno profondo” a tutti gli effetti, in questa fase il cervel-

lo e il corpo si trovano in una situazione stabile di riposo.

• EEG è caratterizzato dalla presenza preponderante di onde delta, i fusi e i com-

plessi K possono verificarsi solo in modo del tutto occasionale.

• EMG evidenzia un tono muscolare per lo più medio/alto e solo occasionalmente

basso.

• EOG non registra nessun movimento degli occhi.

I risvegli improvvisi dal sonno profondo sono seguiti da uno stato di confusione mentale

che si manifesta con la difficoltà di orientarsi nel tempo e nello spazio. Riassumendo, gli

stadi da 1 a 4 vengono indicati come sonno non REM, gli stadi 3 e 4 insieme costituiscono

lo Slow-Wave-Sleep (SWS), detto anche sonno profondo o sonno delta.

Stadio REM Rappresenta una fase separata dagli stadi precedenti che di solito inizia dallo

stadio 2 N-REM, caratterizzato da un EEG a basso voltaggio con frequenze miste. Spesso,

compaiono anche sussulti nelle membra e nel tronco; il polso e il respiro si fanno irregolari.

• EEG registra un tracciato simile a quello dello stato di veglia a occhi aperti.

• EMG denota una caratteristica caduta del tono muscolare che risulta quasi del tutto

assente (atonia).

• EOG evidenzia rapidi movimenti degli occhi orizzontali o verticali coniugati,

entrambi gli occhi si muovono in modo sincrono e concorde: è il cosiddetto

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fenomeno dei Rapid Eye Movements

Il sonno REM presenta quindi questo aspetto paradossale per cui da un lato vi è una pa-

ralisi funzionale dei muscoli del corpo, e dall’altro il cervello entra in uno stato di grande

attività paragonabile allo stato di veglia, si potrebbe anche dire che durante il sonno REM

il corpo è profondamente addormentato mentre il cervello si risveglia.

In un giovane adulto, questa fase inizia di solito circa 90 minuti dopo l’addormentamento:

questo periodo è chiamato latenza del REM. La durata della latenza del REM assume un

importante significato diagnostico in quanto risulta più breve del normale nelle forme psi-

cotiche; anche invecchiando essa diminuisce fisiologicamente, tuttavia una latenza del

REM inferiore a 60 minuti in un adulto suggerisce la ricerca di un disturbo profondo.

Tabelle riassuntive delle onde cerebrali e delle attività corporee nelle diverse fasi del sonno:

Ritmo Frequenza Ampiezza Aree corticali Stati

EEG in Hz in µV comportamentali

Delta 0.5 - 3.5 75 - 200 Frontale Sonno (stadi 3 e 4 N-REM)

Theta 4 - 7 50 - 75 Frontale Sonno (stadio 2 N-REM, REM)

Sonnolenza

Veglia

Alfa 8 - 12 <50 Occipitale Veglia a occhi chiusi

Parietale Sonno (stadio 1 N-REM, REM)

Centrale

Sigma 12 - 14 <50 Centrale Sonno (stadio 2 N-REM, REM)

in misura minore

stadi 3 e 4 N-REM

Beta 15 - 35 <20 Precentrale Veglia, REM

Frontale

Gamma 35 - 50 <10 Precentrale Veglia/Meditazione

Frontale

Tab. 3 - Principali ritmi EEG. Per ciascun ritmo sono riportati i parametri di frequenza

eampiezza, le principali aree corticali dove il ritmo si registra in maniera più evidente, gli

stati comportamentali più caratteristici.

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Funzione Sonno N-REM Sonno REM

Vegetativa prevalenza dell’attività attività simpatica e

parasimpatica parasimpatica irregolare

Cardiocircolatoria Diminuita Irregolare

Respiratoria Diminuita Irregolare

Termoregolatoria Normale depressa o soppressa

Tab. 4 - Rispetto alla veglia, le variazioni di attività del sistema nervoso vegetativo nelle

sue due sezioni simpatico/parasimpatico e della funzione cardiocircolatoria, respiratoria e

termoregolatoria osservate nelle diverse fasi del sonno.

3.1. Ciclo del sonno

Applicando le norme di siglatura

standard dell’attività EEG, si ottiene

un ipnogramma (fig. 12) ovvero

una rappresentazione grafica delle

fasi N-REM e REM, dei diversi stadi

e dei periodi di veglia che si succe-

dono durante una normale notte di

sonno.

Fig.12 Ipnogramma di una notte di sonno di un giovane adulto

L’ipnogramma è caratterizzato da un andamento “a gradini”, statiche configurazioni, gli

stadi del sonno, interrotte da rapidi mutamenti, cambi di stadio.

L’architettura di una normale notte di sonno, si sviluppa perciò come un processo che inizia

con la fase di addormentamento, evolve attraverso il passaggio da uno stato di coscienza

all’altro, veglia/sonno, e da uno stadio di sonno a un altro (N-REM e REM), per finire con

il risveglio. Analizzando il tracciato, si può constatare che il sonno ha una struttura ciclica:

le fasi di sonno N-REM e REM si alternano ogni 90-120 minuti circa per 4-6 volte nel corso

di una notte.

All’interno di ogni ciclo, detto anche ciclo ultradiano, la durata degli stadi che compongono

le due fasi principali variano notevolmente:

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1. la prima parte della notte è caratterizzata principalmente dal sonno profondo (stadi

3 e 4 N-REM) e da una limitata quantità di sonno REM

2. nella seconda parte della notte gli stadi 3 e 4 N-REM si riducono mentre aumenta

progressivamente per ogni ciclo la durata del sonno REM

In un sonno ben strutturato la durata delle singole fasi è costante: il dormiveglia (fase 1)

non rappresenta più del 5% del sonno totale; il sonno leggero (fase 2) il 45%; il sonno

profondo (fase 3 e 4) e il sonno REM tra il 20 e il 30% ciascuno. Un buon dormitore non

dovrebbe presentare più di 1 o 2 brevi risvegli notturni. In un soggetto adulto la durata

media del sonno è di 7/8 ore ma ci sono persone che non riescono a dormire più di 4/5

ore per notte e altre che non si sentono riposate se non dormono almeno 9-10 ore.

Le fasi di sonno considerate più importanti relativamente alle funzioni ristoratrici, sono il

quarto stadio di sonno profondo della fase N-REM e la fase di sonno REM.

Cosa potrebbe succedere se ci privassimo regolarmente di questi cicli, creando così un

debito di sonno?

• Dormire meno ore consecutive di quanto necessario non permette di beneficiare

sufficientemente dell’ultimo e più lungo periodo di sonno REM, che risulta fondamentale

per il benessere mentale: chi soffre di insonnia ad esempio ha un sonno REM più breve

della norma e ciò può contribuire a una pericolosa spirale di ansia crescente essenziale per

il benessere psichico.

• Se le abitudini diventassero irregolari, si fanno solo una serie di sonnellini, risul-

terebbe difficile giungere anche al sonno profondo rigeneratore dell’organismo. Chi ha un

grave debito di sonno spesso riduce la capacità di attenzione, soffre di vuoti di memoria,

ha difficoltà a esprimersi per scarsa lucidità mentale e minore creatività.

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4. Il ritmo sonno-veglia

Il sogno di Giacobbe (Jusepe de Ribera)

Per la Medicina Tradizionale Cinese la notte e il giorno appartengono rispettivamente alle

energie Yin e Yang, che scorrono nell’universo, nella natura e nell’uomo, anche l’equilibrio

tra sonno e veglia è inteso come una delle numerose manifestazioni dell’alternanza e del

bilanciamento tra lo Yin e lo Yang, in cui la veglia è intesa come una condizione yang men-

tre il sonno è inteso come una condizione yin: quindi, il sonno e la veglia, ovvero lo Yin e

lo Yang, si alternano a vicenda.

Da un punto di vista reflessologico, paragoniamo gli stati di veglia e di sonno alle funzioni

digestive dell’organismo umano: lo stato di veglia è analogo alla ricerca del cibo e all’atto

del mangiare, mentre lo stato di sonno equivale alla digestione, all’impiego delle compo-

nenti nutritive del cibo e dunque ad un processo di acquisizione di forza attraverso l’ali-

mentazione.

4.1. L’orologio circadiano

L’orologio circadiano è una sorta di orologio biologico determinato da fattori ereditari insi-

ti nell’organismo che regola, attraverso l’azione di messaggeri chimici e nervosi, i proces-

si organici che avvengono ogni giorno nell’organismo degli esseri viventi: il ritmo cardia-

co, la pressione sanguigna, la digestione, la minzione, l’evacuazione, la crescita, il ricam-

bio cellulare, la circolazione energetica nei meridiani principali e anche l’alternanza dei

periodi di sonno e di veglia.

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Il termine “circadiano” deriva dal latino circa (“intorno”) e dies (“giorno”): quindi significa

letteralmente “intorno al giorno”, un ritmo circadiano corrisponde ad un ciclo di circa 24

ore che persiste in condizioni costanti, per esempio al buio costante.

I ritmi circadiani sono endogeni ma sono modulati e con-

dizionati da stimoli esterni come la luce solare, la temperatu-

ra e fattori geofisici come il campo magnetico o la rotazione

terrestre. Il ritmo circadiano può quindi essere azzerato da

un’esposizione alla luce o al buio oppure può essere compen-

sato dalla temperatura. La prima oscillazione endogena cir-

cadiana fu osservata nel 1700 dallo scienziato francese Jean-

Jacques d'Ortous de Mairan (fig. 13) il quale notò che, nel-

l’arco di 24 ore, i movimenti di apertura e chiusura delle

foglie di una pianta, la mimosa pudica, continuavano ritmica-

mente anche quando questa veniva isolata dagli stimoli

esterni e lasciata completamente al buio. Fig. 13 Jean-Jacques

d'Ortous de Mairan

Le variazioni dei parametri vitali sono ritmi circadiani indotti dall’alternarsi del giorno e

della notte; è in funzione della variazione di questi parametri che nelle prime ore del mat-

tino, generalmente, si prova una sensazione di benessere e vigore, i livelli ormonali com-

inciano a crescere, la temperatura corporea aumenta nelle parti più interne mentre

diminuisce alle estremità, vigore e benessere diminuiscono nelle ore serali in cui, contem-

poraneamente a bassi valori di adrenalina, aumenta la sensazione di stanchezza e

diminuisce la temperatura nelle parti più interne del corpo.

È stato rilevato che in generale, i parametri vitali tendono a diminuire progressivamente

durante la giornata fino a raggiungere i valori più bassi nella fascia oraria tra l’una e le tre

del mattino, ovvero durante il periodo di maggior attività energetica del Meridiano Jue Yin,

Fegato, un’ulteriore conferma del continuo rapporto e dell’alternanza struttura/energia

che, come analizzeremo nel capitolo 4.6, vede protagonista l’organo Fegato nella gestione

del ritmo sonno-veglia in cui:

• diventa deposito per il Sangue, rallentano le funzioni vitali

diminuisce la struttura

aumenta l’energia

• è al picco energetico, favorisce l’attività degli Hun

e del recupero energetico

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4.2. Il percorso circadiano

Le ricerche effettuate dal Dott. Paolo Sassone-Corsi (professore all’Università della

California di Irvine) e dalla sua équipe del Centre national de la recherche scientifique di

Strasburgo, pubblicate dalla rivista Cell, spiegano come l’orologio circadiano umano abbia

molti più compiti di quanto non si credesse in passato, confermano inoltre il collegamen-

to tra ritmo circadiano e ciclo luce-buio mediante l’identificazione del cosiddetto percorso

circadiano:

1. il percorso inizia dalla retina, le cui cellule producono una proteina sensibile ai cam-

biamenti della luce, la melanopsina.

2. la melanopsina permette alla retina di percepire la presenza o l’assenza della luce

e trasporta le informazioni al cervello sul ritmo giorno-notte comunicando con

l’ipotalamo

3. dall’ipotalamo, le informazioni raggiungono gli organi bersaglio attraverso i mes-

saggi ormonali

Il “direttore d’orchestra” nella comunicazione ormonale tra ipotalamo e organi bersaglio è

stato identificato in un gene denominato Clock, acronimo di Circadian Locomotor Output

Cycles Kaput.

Resta invece ancora da chiarire la funzione di un altro ormone, la melatonina, prodotta e

secreta dall’epifisi in quantità inversamente proporzionale alla quantità di luce percepita

attraverso gli occhi. Gli effetti della melatonina sull’organismo sono tuttora controversi:

secondo alcuni ricercatori deprimerebbe lo sviluppo degli organi sessuali, secondo altri

regolerebbe invece le funzioni vitali. L’attività dell’epifisi, scandita dall’alternanza luce-buio

secondo un ciclo circadiano che prevede il massimo della produzione di melatonina di notte

e il minimo durante il giorno, contribuisce alla formulazione dell’ipotesi secondo cui questo

ormone sia un importante mediatore nella regolazione del ritmo sonno-veglia e, di con-

seguenza, un naturale antidoto per l’insonnia e le sindromi da jet lag.

Era già nota, anche se solo a livello empirico, la differenza di efficacia nella somminis-

trazione dei farmaci in determinate ore della giornata: più efficaci in certe ore, inefficaci o

addirittura dannosi se assunti nel momento sbagliato, ebbene, la scoperta di Clock rapp-

resenta una conferma in proposito e ha dato il via a studi specifici sul suo utilizzo come

riferimento per l’elaborazione di tabelle di somministrazione di farmaci a supporto delle

terapie allopatiche contro l’insonnia o altre patologie.

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4.3. Funzione psichica nel ritmo sonno-veglia: gli Shen

Nella tradizione cinese si definiscono Shen (ideogramma in fig. 14) le

attività mentali, emozionali e spirituali che albergano in noi e con-

cretizzano la massima espressione dei principi vitali universali che ci

sono donati dal Cielo all’atto del concepimento. Ci permettono la vita

insegnandoci la via della virtù e del Cielo, si caratterizzano per la loro

capacità di muoversi liberamente e incessantemente verso il mondo

esterno, per relazionarsi con gli altri e verso l’interno per raccogliere

ed elaborare pensieri, sogni e sensazioni.

Gli Shen forniscono il principale sostegno agli orifizi e agli organi di senso: la loro luce bril-

la negli occhi rendendoli vividi e lucenti ed è grazie a loro che l’uomo ha la capacità di per-

cepire la propria anima e quella altrui, è in grado di discriminare sapori, riconoscere suoni,

odori e sensazioni.

Sono presenti in ogni parte del corpo ma trovano la loro dimora ideale nel Cuore e per la

loro natura Yang rimangono strettamente ancorati al Sangue:

1. il Cuore si erge a residenza dello Shen

2. il Sangue diventa la radice dello Shen

Gli stati di Cuore e di Sangue influenzano quindi la salute degli Shen e di conseguenza,

possono avere effetti su attività mentali ed emozionali, coscienza, memoria, pensiero e

anche sul sonno! Ecco perchè un Cuore forte e un Sangue abbondante favoriranno una

normale attività mentale, una vita emozionale equilibrata, una coscienza chiara e buona

memoria, un pensiero lucido e un sonno buono e regolare.

È il movimento ritmico degli Shen ad avere effetti sul ritmo di sonno e di veglia: quando

gli Shen permangono in superficie attraverso gli occhi e gli orifizi mantengono la persona

alla consapevolezza della vita, quando si interiorizzano, inducono ad una sospensione delle

attività psichiche superiori e allo stato di sonno.

Durante il sonno, gli Shen restano comunque vitali grazie all’attività degli Hun, il cui

dinamismo non viene arrestato nemmeno dal predominio dello Yin. Gli Hun, radicati al

Fegato e in conformità all’organo di residenza, prediligono infatti l’espansione e la diffu-

sione, si proiettano in spazi infiniti con sensazioni immaginifiche, fantasie e sogni: il sogno

è caratterizzato innanzitutto dalla possibilità di “vedere”, aspetto che ci riporta nuova-

mente a una caratteristica del Fegato.

Fig. 14

Ideogramma

Shen

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Un alterato equilibrio di Shen e di Hun può trasformare un’attività naturale come il sogno

in qualcosa di eccessivo, ripetitivo, carico di elementi angosciosi, i cosiddetti incubi, con

notevoli influenze sullo stato del sonno.

4.4. Funzione energetica nel ritmo sonno-veglia: la Wei Qi

La Wei Qi, energia difensiva, ideogramma fig. 15, è uno dei risultati della

trasformazione del Qi acquisito attraverso l’alimentazione da parte degli

organi Zang.

Fig. 15 – Ideogr. Wei Qi

Nel “Su Wen” al cap. 43 è scritto che:

“La Wei Qi deriva dalla parte grezza del cibo e dell’acqua, è di natura viscosa, perciò non

può entrare nei meridiani. Pertanto circola sotto la pelle, tra i muscoli, si vaporizza tra le

membrane e si diffonde nel torace e nell’addome”.

La Wei Qi scorre quindi all’esterno del corpo e ha funzioni di protezione e difesa dagli attac-

chi dei fattori patogeni esterni come il Vento, il Freddo, il Calore è l’Umidità, inoltre riscal-

da, umidifica e nutre parzialmente la pelle e i muscoli, regola l’apertura e la chiusura dei

pori e di conseguenza la sudorazione e la temperatura corporea. La Medicina Tradizionale

Cinese afferma che un’altra importante proprietà della Wei Qi è quella di assicurare i ritmi

di base della veglia e del sonno: modificando il luogo in cui essa circola, influenza la rego-

lazione dell’orologio biologico che sta alla base dei ritmi circadiani.

Fig. 16 – Circolazione della Wei Qi: sono eviden-

ziati il percorso diurno che inizia dal Tai Yang e

prosegue nei meridiani Yang e il percorso notturno

a partire dal Rene e che pro-segue negli organi

Zang secondo la legge di inibizione/controllo.

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La circolazione diurna fluisce sulla superficie del corpo attraverso i meridiani principali

Yang (fig. 16), ha inizio all’alba in concomitanza della fine dello Yin e pienezza dello Yang,

che si esprimono fisicamente con l’apertura degli occhi, simbolo dell’attività cerebrale e

della coscienza diurna. Il passaggio della Wei Qi dall’interno verso l’esterno si manifesta

con un aumento di afflusso emergente dall’angolo interno degli occhi, cioè al punto di

incontro dei meridiani di Intestino Tenue e Vescica a livello del Tai Yang. Durante la notte,

la Wei Qi attraversa tutti e cinque gli organi Zang concentrandosi inizialmente a livello del

Rene (fig. 16), da qui passa al Cuore e poi agli altri organi Zang seguendo la legge di

inibizione.

Il Rene dunque ha un ruolo fondamentale sia come organo di deposito che come ultima

stazione di purificazione dell’acqua e quindi di formazione della Wei Qi: ecco perchè nei

disturbi del sonno occorre sempre sostenere l’energia Renale.

4.5. Funzione energetica nel ritmo sonno/veglia:

i Meridiani Straordinari

I Meridiani Straordinari (detti anche Meridiani Curiosi) sono 8 e formano una rete energe-

tica a parte rispetto ai Meridiani Principali, essi rappresentano un anello di congiunzione

tra il Qi del Cielo Anteriore e il Qi del Cielo Posteriore in quanto traggono l’energia dai Reni

e fanno circolare il Jing nel corpo intero. Il Nei Jing paragona la circolazione energetica dei

Meridiani Straordinari a quella dei laghi o bacini affermando che essi agiscono principal-

mente come “serbatoi” di energia:

• possono raccogliere l’eccesso energetico in condizioni di sovraccarico

• possono immettere energia nella rete dei canali principali in caso di necessità

Per il nostro contesto poniamo l’attenzione sui Meridiani Curiosi denominati Yin Qiao Mai

e Yang Qiao Mai che trovano origine rispettivamente da Rene (punto di apertura: Zhao Hai

– 6R) e Vescica (punto di apertura Shenmai – 62V); essi diventano così una diramazione

dei Meridiani Rene e Vescica. “Qiao” si può tradurre sia come “calcagno” che come “equi-

librio”:

• anatomicamente, il calcagno è il luogo di apertura dei meridiani Yin Qiao e Yang Qiao

• funzionalmente, il calcagno è l’osso che permette al corpo umano di ergersi e

stare in equilibrio

Yin Qiao Mai è il vaso di equilibrio dei movimenti della parte yin del corpo, che supporta

la capacità di guardarsi dentro, di interiorizzarsi, di permettere di accettarsi così come

siamo, le sue funzioni sono perciò preponderanti nel periodo Yin del ritmo circadiano,

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ovvero durante il sonno e il riposo. Yang Qiao Mai è il vaso di equilibrio dei movimenti della

parte yang del corpo, favorisce la nostra “estensione” intesa anche come quel senso di

andare avanti nella vita, di procedere e migliorarsi, le sue funzioni sono quindi preponder-

anti nel periodo yang del ritmo circadiano, ovvero durante la veglia e l’attività. Yin Qiao Mai

e Yang Qiao Mai sono anche strettamente correlati per quanto riguarda le loro funzioni di

influenza sugli occhi. Infatti entrambi i percorsi dei Meridiani confluiscono agli occhi, pre-

cisamente nel cantus interno degli occhi in relazione al punto Jingming – 1V, a cui Yin Qiao

Mai e Yang Qiao Mai vi portano rispettivamente l’energia Yin e Yan, Yin Qiao consente quin-

di la chiusura delle palpebre mentre Yang Qiao ne determina e ne favorisce l’apertura.

Quando Yin Qiao è squilibrato, gli occhi non riescono a rimanere aperti, tendono alla

chiusura, la persona si sente assonnata, quando è Yang Qiao a essere squilibrato, gli occhi

non riescono a chiudersi, hanno la tendenza a restare aperti e di conseguenza la persona

non riesce ad addormentarsi (Ling Shu Jing – Il Perno Spirituale, cap. 21).

In conclusione, possiamo affermare che un buon equilibrio esistente fra i Meridiani Curiosi

Yin Qiao Mai e Yang Qiao Mai, consente un ritmo sonno-veglia regolare.

4.6. Funzione organica nel ritmo sonno-veglia:

Fegato e Sangue

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, il Fegato (ideogramma Gan fig. 17) svolge molte

funzioni importanti per il nostro organismo ed è l’organo Zang che risulta particolarmente

coinvolto nella gestione dei ritmi sonno-veglia.

Fig. 17 – Ideogr. Gan (Fegato)

Nel Su Wen, Domande Semplici, al capitolo 10 è scritto che “Quando una persona si riposa,

il Sangue torna al Fegato”; Wang Ping della dinastia Tang dice: “Il Fegato accumula il

Sangue… quando una persona si muove, il Sangue va ai Meridiani, mentre quando si

riposa va al Fegato”.

Fig. 18 – Ideogr. Xue (Sangue)

Tra le molteplici funzioni del Fegato, in questo capitolo consideriamo quelle di:

• accumulare il Sangue (ideogramma Xue, fig. 18)

• sovrintendere alle capacità del corpo di recuperare energia

• garantire il libero fluire del Qi in tutto l’organismo.

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Il Fegato è l’organo che immagazzina il Sangue regolandone, tramite il Cuore, il volume

nel corpo in ogni momento del giorno o della notte. Durante il sonno, con la cessazione

delle attività coscienti, il Sangue ritorna al Fegato mentre durante la veglia il Sangue ritor-

na ai muscoli in base a un processo di autoregolazione coordinato dai livelli di attività fisi-

ca e movimento: è come una chiusa che distribuisce il Sangue in circolo quando siamo

attivi e lo conserva quando dormiamo. Con il corpo a riposo, il Sangue che ritorna al

Fegato viene filtrato e disintossicato grazie anche al supporto dell’attività onirica degli Hun

(in MTC si dice che i sogni “ripuliscono” il Sangue) affinché, durante l’attività fisica, esso

possa refluire nei muscoli e nei tessuti nutrendoli, umidificandoli e fornendo loro l’energia

necessaria. Se questa funzione è compromessa, vi può essere mancanza di Sangue e di

nutrimento dove necessario: la persona manca di energia, si stanca facilmente e con-

seguentemeÈnte avverte la necessità di riposare e dormire per recuperare.

È quindi evidente l’importanza e l’interdipendenza dell’attività fisica e delle funzioni di

Fegato e Sangue nella regolazione dei ritmi di sonno e veglia secondo la Medicina

Tradizionale Cinese; stupefacente è anche il parallelismo con il processo bio-chimico che

avviene nell’organismo durante il percorso circadiano codificato dal Dott. Sassone-Corsi

(cap. 4.2) e che porta all’addormentamento:

• Il Fegato si apre negli Occhi La retina avverte i cambi luce-buio

• Il Sangue si accumula nel Fegato Il sangue trasporta il messaggio ormonale del sonno

• Il Fegato assicura il fluire del Qi Il messaggio ormonale arriva agli organi bersaglio

Il Fegato è molto più attivo di notte (fascia oraria 01.00 – 03.00) e al mattino che non nel

tardo pomeriggio, chi tende pertanto a prolungare la propria attività lavorativa ben oltre il

pomeriggio finisce per danneggiare il Fegato in quanto mobilizza una grande quantità di

Sangue e di energia. Anche coloro che tendono a “fare le ore piccole” strapazzano il

Fegato, proprio quando l’organismo in base ai suoi ritmi biologici richiede sonno e riposo…

e “berci sopra” non fa che aggravare la situazione!

Persone che soffrono di astenie croniche o di altre patologie caratterizzate da debolezza

generale o depressione del sistema immunitario, spesso presentano i primi sintomi in

seguito a periodi di irregolarità negli orari di sonno-veglia e di assunzione di superalcolici

o droghe: il Fegato, in questi casi, va in tilt. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, gli

squilibri del Fegato sono da considerarsi tra le principali cause di insonnia (cap. 7.2). Nel

capitolo 9, forniremo invece alcuni semplici consigli da seguire per assicurarsi un buon

sonno ristoratore.

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5. I sogni e l’attività onirica

Il sogno (Pablo Picasso)

Da sempre il sogno è elemento di fascino e turbamento per l’essere umano ma è con la

scoperta del sonno REM (cap. 3) che è iniziata una nuova era nell’onirologia.

Sognando, ci si trova in un ambiente a volte insolito, fantastico, che si può trasformare

lentamente o all’improvviso, in un altro. Ricompaiono scene e vissuti del passato, la strut-

tura spazio-tempo risulta allentata. Una peculiarità importante del sogno consiste nel suo

carattere coercitivo: l’attenzione viene catturata da determinate circostanze da cui non

riusciamo a staccarci per indirizzare altrove il nostro interesse. Ma in una mente contorta

come quella di colui che scrive può succedere anche l’esatto opposto. Infatti è ancora vivo

nei miei ricordi il periodo dell’adolescenza in cui, durante il sonno, sognavo e ne ero pie-

namente consapevole: ero perciò in grado di decidere la storia o il personaggio di fanta-

sia che preferivo e in qualche modo, gestire lo svolgersi delle situazioni a mio piacimen-

to… O almeno questo è quello che credo succedesse in quei momenti…

Mentre sogniamo, non ci vengono in mente altro come quando facciamo qualcosa in uno

stato di veglia, le visioni oniriche riempiono completamente il sogno e non rimane posto

per nient’altro. Il ricercatore statunitense Allan Rechtschaffen affermò, con un’asserzione

paradossale ma pertinente, che “il sogno difetta di fantasia”. Ma già dall’antica Cina ci

giungono notizie di un sogno che illustra perfettamente la paradossale compiutezza del

mondo onirico:

“Un giorno Zhuangzi sognò di essere una farfalla svolazzante qua e là e felice di vivere,

vivere senza sapere di essere Zhuangzi. All’improvviso si svegliò e si accorse con stupore

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di essere Zhuangzi non seppe più se era Zhuangzi che sognava di essere una farfalla o una

farfalla che sognava di essere Zhuangzi”.

Il mondo dei sogni scompare dopo il risveglio lasciando di solito dietro di sé solo un palli-

do ricordo. Spesso al mattino sappiamo solo di aver sognato ma non siamo in grado di dire

che cosa. Un fatto impressionante soprattutto se consideriamo che ogni notte si passa

molto tempo immersi nel sonno REM, stadio in cui gli eventi onirici sono assai frequenti.

Persino quando ci svegliamo da un sogno e abbiamo ancora chiaramente davanti agli occhi

le immagini vissute è difficile descriverle fedelmente. È come se la componente Yang degli

Shen, la più Yang in assoluto in un corpo umano, abbinata all’aspetto assolutamente

etereo e spirituale degli Hun, gli Shen maggiormente implicati nel contesto onirico, non

trovasse un aspetto complementare Yin per potersi concretizzare durante lo stato di veg-

lia, considerato anch’esso Yang rispetto al sonno Yin.

5.1. I sogni secondo la visione della MTC

In Medicina Tradizionale Cinese, l’interpretazione dei sogni rappresenta un elemento di

analisi per una delle fasi più importanti della diagnostica energetica: l’interrogatorio.

Zhang Jing Yue formulò la cosidetta “canzone delle dieci domande” (Ling Shu, cap. 28),

considerata attualmente come la formula di interrogatorio più completa, in cui l’indagine

sul sonno e sui sogni fa parte di un momento ben preciso nel corso dell’esame clinico.

Quando il contenuto dei sogni è ricorrente diviene infatti un importante elemento per la

diagnosi: i testi tradizionali come il Ling Shu e il Su Wen forniscono indicazioni per inter-

pretare, a partire dal sogno, sia la modalità di circolazione del Qi che lo stato di salute di

organi e visceri.

Saper interpretare correttamente un sogno può aiutare inoltre ad identificare la costi-

tuzione di un individuo: ad esempio i soggetti Legno, movimento di competenza del

Fegato, saranno coloro che sognano più facilmente, o meglio, coloro che ricorderanno i

sogni più facilmente; individui con costituzione Metallo, movimento legato al Polmone e

sostanza che non assorbe la luce ma la riflette, saranno coloro che invece ricorderanno

meno i sogni.

Attraverso i sogni è anche possibile evidenziare il miglioramento dello stato energetico del-

l’individuo. Per esempio, sognare acque che da scure e minacciose divengono calme e

tranquille indica una regolarizzazione del Qi del Rene; sognare di muoversi con agilità e

destrezza indica una regolarizzazione del Fegato e dello Hun; sognare l’elargizione di cibo

in luoghi sicuri e confortevoli indica una regolarizzazione del Qi di Stomaco e Milza.

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Talvolta, la regolarizzazione nel sogno avviene prima ancora dell’effettivo miglioramento

clinico e rappresenta perciò un importante elemento di prognosi. L’interpretazione dei

sogni in base ai disturbi di un organo evidenzia come la Medicina Tradizionale Cinese sia

non solo psico-somatica ma anche somato-psichica: attribuisce infatti ad un disturbo

organico una ripercussione a livello psichico e in questo caso a livello inconscio, onirico.

Sogni legati al Movimento Legno. Il Movimento Legno è associato al colore verde,

Fegato e Vescicola Biliare sono gli organi Zang/Fu di pertinenza. Sognare alberi, boschi,

foreste, funghi, montagne coperte di verde indica uno squilibrio di vuoto a carico del

Movimento Legno; in alcuni momenti, quando l’energia del Legno è esaurita, nel sogno si

avverte la sensazione di giacere ai piedi di un albero e non avere il coraggio di alzarsi. Al

contrario, in caso di pienezza, la caratteristica espansiva e la tendenza estrinseca degli

Hun, alimenteranno questi elementi naturali di tinte eccessive e aggressività, con sogni

densi di collera, ira, dispute, lotte e battaglie, in cui il proprio corpo viene tagliato e aper-

to a metà.

Sogni legati al Movimento Fuoco. Il rosso è il colore del movimento Fuoco, Cuore e

Intestino Tenue sono gli organi Zang/Fu di pertinenza. Sognare fuochi, incendi, fumo,

eruzioni vulcaniche, manifesta uno squilibrio dell’organo Cuore con eccesso di Fuoco o

vuoto di Yin. Anche sogni caratterizzati dalla presenza di persone che parlano molto o

ridono sconsideratamente fanno pensare ad una pienezza del Cuore. Quando i sogni

riguardano popolosi quartieri cittadini, strade principali, vie o passaggi stretti e angusti,

sono indice di deficit a carico dell’Intestino Tenue.

Sogni legati al Movimento Terra. Milza e Stomaco sono gli organi Zang/Fu di compe-

tenza del movimento Terra, il colore è il giallo. Quando nei sogni domina il colore giallo si

può pensare ad una situazione di deficit del Movimento Terra.

La Milza è l’organo che si occupa anche della costruzione e del mantenimento della forma

corporea: sognare di avere fame o di costruire abitazioni è segno di un vuoto a carico del-

l’organo. Un vuoto del Movimento Terra comporta una diminuzione anche delle funzioni di

trasporto e trasformazione nell’organismo, con conseguente accumulo di liquidi e pesan-

tezza: in tal caso si può sognare di trovarsi in ambienti paludosi o di sentirsi particolar-

mente pesanti, con difficoltà ad alzarsi.

Sogni legati al Movimento Metallo. Di pertinenza del Movimento Metallo sono il colore

bianco, il Polmone e il Grosso Intestino come organi Zang/Fu. Sognare metalli, colori chiari

o oggetti di colore bianco indica un vuoto energetico a carico del Movimento. Nei sogni si

tenderà al pianto, a volare, a spaventarsi.

Una pienezza del Polmone può essere evidenziata quando nei sogni, in cui è forte la pre-

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senza di pianti e gemiti, sogni associati al Grosso Intestino hanno come soggetti campi

incolti, paesaggi rurali e di campagna.

Sogni legati al Movimento Acqua. I Reni e la Vescica sono gli organi Zang/Fu di com-

petenza del movimento Acqua, come il colore nero, il freddo e l’oscurità. Sognare l’acqua,

di nuotare o tuffarsi, di trovarsi in mezzo al mare o a inondazioni, è indice di un vuoto

renale e del Movimento Acqua. Quando i sogni si caricano di paura e tinte scure e

angosciose significa che lo Zhi è debole e non è in grado di sostenere le decisioni e la

volontà di realizzazione dei propri progetti. Sogni relativi a viaggi, passeggiate, escursioni

sono di pertinenza della Vescica.

Sogni in relazione ai Tre Riscaldatori. Quando il riscaldatore inferiore si trova in uno

stato di deficit, il Qi tende a concentrarsi verso la parte alta del corpo e si può allora

sognare di volare, in una situazione opposta, ovvero quando il Qi ristagna verso il basso

per un vuoto nel riscaldatore superiore, si può sognare di cadere o di precipitare nel vuoto.

Sogni in base alla regola vuoto-pieno. Uno stato di deficit è indicato da sogni in cui il

soggetto tende a ricevere oggetti, doni, cibo; al contrario, lo stato di eccesso è indicato

dai sogni in cui si tende a donare agli altri.

Sogni in base alla regola yin-yang. Un pieno di Yin porta a sognare molta acqua come

inondazioni, naufragi o mare aperto; un pieno di Yang porta invece a sognare fuoco con

incendi, eruzioni vulcaniche, oggetti in fiamme ecc.

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6. Cos’è l’insonnia?

L'incubo (Johan Heinrich Füssli)

Il termine “insonnia” deriva dal latino insomnia e letteralmente significa “mancanza di

sogni”.

Non è una malattia ma un sintomo di svariate condizioni patologiche, psichiche o fisiche,

di alterati equilibri situazionali o ambientali. Viene frequentemente percepita come un dis-

turbo primario a causa del suo notevole impatto esistenziale e per la difficoltà nel

riconoscere le reali cause primarie che essa sottende. L’insonnia rappresenta una problem-

atica assai diffusa per la quale l’organismo non riesce a godere appieno delle funzionalità

riparatrici e ristoratrici del sonno. La mancanza di sonno diventa causa di estremo disagio

e comporta pesanti conseguenze come sonnolenza, difficoltà di concentrazione, irritabilità

e nervosismo con evidenti riflessi sul sistema immunitario e sullo stato di salute generale;

la continua privazione del sonno può provocare danni fisici sempre più gravi fino addirit-

tura alla morte.

Grazie agli studi compiuti dal neurologo viennese Costantin Von

Economo (fig. 19) su pazienti colpiti da encefalite letargica, la

spaventosa epidemia virale passata alla storia con il nome di “spag-

nola” e conosciuta anche come “malattia del sonno”, è noto già dal-

l’inizio del secolo scorso che nell’uomo l’insonnia può essere causata

da lesioni nelle parti rostrali (IR) dell’ipotalamo e nelle aree cerebrali

ad esso contigue (Cap. 1, fig. 2). Ad oggi, tra le patologie che più

frequentemente sono causa di insonnia è possibile menzionare:

• l’angina pectoris

• lo scompenso cardiovascolare

• le apnee notturne innescate da polipi nasali o sinusiti

• l’ipertiroidismo

Fig. 19

Costantin Von Economo

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• le disfunzioni prostatiche

• i dolori muscolari o articolari di tipo reumatico

• gastriti

• ansia e depressione

Pur se percepita come disturbo primario, spesso l’insonnia può insorgere come effetto sec-

ondario per l’uso di droghe e farmaci (cortisonici, anoressizzanti), l’abuso di alcool e para-

dossalmente, per l’uso cronico di sedativi o ipnotici (benzodiazepine, barbiturici ecc.).

Anche un lutto, un licenziamento, la rottura di un rapporto sentimentale, il cambio dei turni

di lavoro o di fuso orario, la cosiddetta sindrome da jet lag, la presenza di nodi di

Hartmann (cap. 8) in camera da letto o un’eccessiva rumorosità dell’ambiente in cui si

riposa possono diventare cause di insonnia.

6.1. Insonnia idiopatica

Da un punto di vista occidentale, si tende spesso a semplificare parlando di insonnia

idiopatica, detta anche insonnia da stress: insorge senza motivi apparenti, ha decorso

variabile in cui si alternano periodi di relativo benessere a periodi di peggioramento. La

risposta ai farmaci o ad altri trattamenti allopatici in genere è deludente. Si relaziona il dis-

turbo a qualsiasi evento sconvolgente o conflittuale, in ambito familiare, lavorativo o

sociale, in grado di turbare la quotidianità e lo si considera un problema transitorio in

quanto tenderebbe a scomparire una volta risolto l’evento stressante. Esiste però la pos-

sibilità che si instauri un circolo vizioso

stress insonnia idiopatica aumento dello stress derivante da insonnia

capace di trasformare le forme di insonnia da stress da transitorie a croniche (cap. 6.4).

L’insonnia idiopatica sembrerebbe colpire in prevalenza le donne, le persone più sensibili

o dal carattere più ansioso, coloro che non sono capaci di gestire o affrontare con sere-

nità una difficoltà, un problema o un ostacolo, i lavoratori che sostengono ritmi assai

impegnativi o hanno responsabilità particolarmente gravose. Nei casi di insonnia idiopati-

ca la medicina ufficiale tende a generalizzare anche relativamente ai sintomi: si eviden-

ziano semplicemente le difficoltà di addormentamento, la presenza di incubi, i risvegli

ripetuti e protratti notturni e quelli mattutini precoci.

Nel capitolo 6.4 esamineremo in dettaglio come questi sintomi sono però da attribuirsi a

tipologie di insonnia completamente differenti tra loro; ancora una volta, un segno evi-

dente di come la scienza coadiuvata dalle moderne tecnologie riesca sì ad analizzare mi-

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nuziosamente una problematica con tutte le sue parti in causa ma anche di come si trovi

poi in palese difficoltà nel formulare un rimedio altrettanto preciso e mirato. Vedremo

invece nel capitolo 7 come la visione della Medicina Tradizionale Cinese risulti essere assai

più meticolosa sia per quanto riguarda la formulazione di una diagnosi approfondita che

per l’approccio terapeutico, talvolta non limitato al trattamento della persona ma esteso

all’ambiente in cui essa vive regolarmente (cap. 8.2).

6.2. Soggettività dell’insonnia

Risulta evidente che l’insonnia manifesta caratteristiche di forte soggettività che vanno al

di là delle differenti eziologie che la determinano; può succedere infatti che nelle ore not-

turne, ognuno di noi rielabori fatti, dialoghi, discussioni e problemi vissuti durante la gior-

nata con connotati diversi dalla realtà, tanto da diventare fonti di turbamento per la nos-

tra sfera emotiva ed evocare sensazioni di forte ansia e preoccupazione.

Ecco perché si può affermare che l’insonnia è speculare dell’identità della persona che ne

soffre tanto da diventare la “sua” insonnia.

Questo carattere di soggettività trova conferma nel fatto che, secondo la Medicina

Tradizionale Cinese, il sonno è condizionato soprattutto dallo stato del Sangue e dallo Yin,

intesi come la dimora dello Shen (ovvero lo psichismo, cap. 4.3): se lo Yin o il Sangue sono

alterati, lo Shen si dice che non ha “radici” e di notte, cioè il momento in cui predomina lo

Yin, esso galleggia e vaga senza dimora causando insonnia. Abbiamo visto anche come lo

Shen rappresenti il complesso delle attività spirituali, mentali e psichiche che risiedono

nell’uomo dal momento del concepimento e lo caratterizzano univocamente nel macroco-

smo universale negli aspetti di coscienza, memoria e pensiero, nelle funzioni del sonno e

di conseguenza nelle sue manifestazioni di insonnia.

Proprio per le caratteristiche soggettive dell’insonnia e per i numerosi fattori eziologici di

origine organica, psicosomatica o energetica, si ritiene che la Reflessologia Zu, con il suo

approccio olistico supportato dalla visione taoista della Medicina Tradizionale Cinese, possa

rappresentare un valido approccio alla risoluzione del problema.

6.3. Classificazione dei disturbi del sonno

Con il termine “disturbi del sonno” vengono raggruppate problematiche di diversa origine

di cui le varie forme di insonnia costituiscono solo una parte. Attualmente il sistema più

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utilizzato per classificare e descrivere questi disturbi è quello proposto dall’American

Academy of Sleep Medicine (AASM, sul web http://www.aasmnet.org/).

In base alla suddivisione proposta dall’AASM si possono distinguere i seguenti disturbi del

sonno:

1. le dissonnie: sotto questo termine vengono inclusi i disturbi nei quali si verifica

un’alterazione della quantità, della qualità o del ritmo circadiano del sonno e che possono

essere associati alla sensazione soggettiva di avere dormito poco o male

2. le parasonnie: sono caratterizzate da comportamenti anomali o da eventi fisiopa-

tologici che si manifestano durante il sonno (sonnambulismo, pavor notturno, enuresi,

bruxismo, russamento, distonia parossistica diurna ecc.)

3. disturbi del sonno secondari a malattie medico-psichiatriche, cioè disturbi legati a

patologie psichiatriche, a malattie neurologiche o ad altre patologie mediche

6.4. Dissonnie e forme di insonnia

L’argomento della tesi fa sì che la nostra attenzione riguardi esclusivamente le dissonnie

che possiamo suddividere in 3 gruppi principali:

1. disturbi del sonno intrinseci direttamente correlabili a cause fisiche endogene e che

si possono manifestare con insonnia (psicofisiologica, idiopatica, sindrome delle gambe

senza riposo) o una eccessiva sonnolenza (narcolessia, ipersonnia).

2. disturbi del sonno estrinseci che dipendono da fattori esogeni, ambientali, la cui

rimozione spesso conduce alla scomparsa del disturbo.

3. disturbi del sonno da alterazioni del ritmo circadiano, cioè insonnie che prevedono

uno sfasamento del ritmo biologico in cui la persona non può dormire ne quando vorrebbe

ne quando il sonno è necessario.

Abbiamo già avuto modo di evidenziare come l’insonnia non sia una vera e propria malat-

tia ne tanto meno un problema uniforme e ben delineato: si presenta spesso in forme

diverse, varia da soggetto a soggetto e può subire cambiamenti nel corso della vita di uno

stesso individuo.

Ecco perché risulta più semplice fornire una sua classificazione basata sui parametri di

durata, eziologia e tipologia.

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In base alla durata. Rispetto alla durata, possiamo suddividere l’insonnia in:

• Occasionale: gli episodi sono isolati, durano solo alcuni giorni e sono generalmente

associati ad eventi particolarmente stressanti o particolarmente eccitanti, basti pensare a

quanto è difficile dormire la sera prima del matrimonio oppure riposare tranquilli se il

giorno dopo si deve affrontare un esame!

• Transitoria: può durare circa due o tre settimane consecutive, anche in questo caso l’in-

sorgenza è spesso dovuta a fenomeni particolarmente stressanti o eccitanti e l’ansia che

deriva dal fattore esterno crea un’eccitazione tale a livello del sistema nervoso che il

cervello rimane desto e in uno stato di veglia prolungato.

• Cronica: quando si protrae per più di un mese e deve essere risolta con uno specifico

intervento terapeutico.

In base all’eziologia. L’eziologia dell’insonnia ci permette queste suddivisioni:

• Primaria o non organica: il paziente è sano e non ci sono cause apparenti che ne gius-

tifichino l’insorgenza, per cui l’eziologia risulta sconosciuta.

• Secondaria: l’insonnia è dovuta a malattie o abitudini pre-esistenti, a disturbi psichici,

depressione e morbo di Parkinson o malattie fisiche come dolori cronici, reflusso gastroe-

sofageo, asma, anche l’uso di sostanze medicinali o l’abuso di droghe o alcolici possono

alterare i meccanismi del sonno.

In base alla tipologia. Sulla base della tipologia l’insonnia può essere classificata in:

• Iniziale o di “primo tipo”: è faticoso addormentarsi, in genere a causa di ansie, paure

eccessive o continue rimuginazioni, ad essa può seguire un sonno anche prolungato ma

che viene spesso considerato insoddisfacente.

• Centrale o di “secondo tipo”: è caratterizzata da frequenti e sostenuti risvegli durante

la notte, in questo caso il problema è il mantenimento del sonno.

• Terminale o di “terzo tipo”: spesso è una conseguenza del “secondo tipo” ed è caratte-

rizzata da risveglio mattutino precoce, può essere anche associata a sindromi depressive.

Nei prossimi capitoli approfondiremo l’indagine su alcune delle forme di insonnia più dif-

fuse analizzandone le sintomatologie e fornendo le indicazioni terapeutiche per affrontare

i disturbi con trattamenti di Reflessologia Zu e rimedi naturali.

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6.5. Insonnia psicofisiologica

È una delle forme più comuni di insonnia primaria, le persone affette da questo disturbo

sono solitamente iperattive, dotate di forte autocontrollo e portate a pianificare il loro

lavoro. Durante il lavoro o lo studio non lamentano, in genere, stanchezza o sonnolenza

ma, esauriti i loro compiti, si sentono stanche e si addormentano all’improvviso davanti al

televisore o sdraiate su un divano. Quando però si trasferiscono in camera da letto, quasi

per incanto, il loro cervello si risveglia e lo spettro di un’altra notte insonne si ripresenta

alla loro mente, ostacolandone l’addormentamento. Per riuscire a riposare almeno per

qualche ora, molte di queste persone scelgono di dormire sul divano, davanti al televisore

acceso, fuori dalla stanza da letto.

Per la medicina ufficiale, il motivo per cui queste persone non riescono a prender sonno

nel proprio letto resta un mistero, da cui la classificazione di insonnia primaria. Dal punto

di vista della Medicina Tradizionale Cinese, coloro che soffrono di questa forma di insonnia

sono soggetti Legno, in cui spiccano le caratteristiche di iperattività, autocontrollo e piani-

ficazione tipiche del Movimento e dell’organo Zang di riferimento preposto allo svolgimen-

to di tali funzioni: il Fegato.

In questo caso il Fegato si trova in una condizione di pienezza per cui quando occorre

“staccare la spina”, risulta quasi impossibile lasciarsi andare, ridurre al minimo le forme di

autocontrollo per abbandonarsi al sonno. Ecco perché per alcuni risulta più facile addor-

mentarsi fuori dalla camera da letto: è come se davanti al televisore o in altre circostanze

simili, il Fegato stesse continuando ad esercitare le sue funzioni e la persona è quindi li-

bera di dormire.

Indicazioni terapeutiche naturali. Molto probabilmente la persona sul lettino si presen-

terà contratta, rigida, atteggiamento con piedi maschili, ci guarderà e ci ascolterà con l’oc-

chio e l’orecchio sinistro.

In questi casi, il trattamento di Reflessologia Zu va impostato per drenare la pienezza e

rimuovere le stasi del Fegato. Occorre intervenire in modo energico soprattutto sullo stra-

to corporeo muscolare per sciogliere tensioni e rigidità: la tecnica denominata “5 righe – 4

spazi” è un buon metodo per iniziare la seduta, anche stuzzicare i piedi sotto la testa dei

metatarsi con le dita ad uncino può aiutare la persona a respirare meglio, nel caso in cui

anche questa funzione vitale risultasse compromessa dalle eccessive tensioni muscolari.

Si massaggeranno poi gli agopunti specifici di tonificazione (2F – Xingjian) e accelerazione

(3F – Taichong) di Zu Jue Yin per muovere l’energia del Fegato e di Zu Shao Yang (40VB

– Qiuxu, 41VB – Lìnqì) per drenare la pienezza energetica del Fegato attraverso il suo vi-

scere collegato, la Vescicola Biliare.

Alla persona consigliamo anche di svolgere attività fisica aerobica: oltre alla possibilità di

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scaricare le tensioni con il movimento, il nostro obiettivo è far si che un adeguato allena-

mento aerobico comporti la maggior produzione di energia attraverso il metabolismo dei

grassi, con risparmio del glicogeno muscolare e la conseguente diminuzione della presen-

za di acidità nel sangue. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, è il Movimento Metallo

con il Polmone e una efficace respirazione che controlla il Movimento Legno.

Gli sport da combattimento con un avversario, non il classico sacco da allenamento sono

l’ideale, in quanto oltre allo sforzo fisico, permettono di scaricare l’aggressività attiva-

mente durante il confronto per favorire:

1. l’utilizzo dell’istinto per difendersi dai colpi in arrivo

2. la predominanza dell’emisfero cerebrale destro sul sinistro e quindi dell’intuizione,

della creatività, dell’istinto rispetto al controllo razionale

6.6. Sindrome delle gambe senza riposo

Descritta dal neurologo svedese Karl Axel Ekbom all’inizio del secolo scorso, è la forma più

diffusa tra le insonnie secondarie, conosciuta anche come Restless Legs Syndrome (RLS).

Questo disturbo consiste in una specie di fastidio alle gambe che insorge tipicamente

quando si cerca di prender sonno. Se si muovono le gambe, ci si alza o si cammina, il fas-

tidio scompare, per ricomparire quando, non appena cessato il movimento, si tenta nuo-

vamente di addormentarsi.

Il fastidio alle gambe e l’agitazione motoria si accompagnano a scosse muscolari involon-

tarie, soprattutto degli arti inferiori, che si susseguono periodicamente ogni 20/40 secon-

di. Il fenomeno viene denominato anche come mioclono notturno e si presenta soprattut-

to in persone di età avanzata. I pazienti hanno difficoltà a descrivere il loro disturbo e il

medico che non ne conoscesse l’esistenza potrebbe incorrere in diagnosi sbagliate come

quelle di nevrosi, ansia somatizzata, dolore reumatico. Per non apparire come nevrotici o

ipocondriaci, i pazienti finiscono addirittura per nascondere le loro sofferenze non solo ai

medici, ma anche agli stessi familiari.

Il senso di fastidio si localizza abitualmente tra ginocchio e caviglia ma può estendersi agli

arti inferiori e più raramente, a quelli superiori. Nei casi più gravi può diventare vero e pro-

prio dolore avvertito nello strato corporeo muscolare o sulla superficie ossea, associato al

bisogno impellente di muovere le gambe; la smania può comparire anche nel pomeriggio

o subito dopo cena, al cinema, davanti alla televisione, durante lunghi viaggi in auto, in

treno o in aereo.

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La medicina ufficiale ipotizza che la patogenesi di RLS possa essere ricondotta alla caren-

za di ferro o al difetto nel trasporto del ferro dal sangue al cervello: la terapia consiste

nella somministrazione di composti ferrosi, di farmaci dopaminoatagonisti e nei casi più

complessi di oppioidi.

Indicazioni terapeutiche naturali. Sintomi di dolori migranti, acuti, di insorgenza

improvvisa, con agitazione motoria della struttura muscolo-tendinea, evidenziano uno

squilibrio per pienezza o stasi nel meridiano Shao Yang. Un trattamento di Reflessologia

Zu deve favorire nell’ordine:

1. il ripristino del corretto fluire del Qi nel percorso accoppiato Shao Yang – Jue Yin

2. se necessario, il drenaggio dell’eventuale eccesso energetico in Shao Yang

Si proceda innanzitutto con la digito-pressione sugli agopunti 44VB – Qiàoyin, 1F – Dàdun,

2F – Xìngjian e 3F – Tàichong: 44VB e 1F favoriscono il passaggio del Qi da Zu Shao Yang

a Zu Jue Yin, 2F e 3F (punti Ruscello e Torrente di Zu Jue Yin) favoriscono la risalita del Qi.

Nei casi di eccesso energetico in Shao Yang, aggiungere il trattamento sul punto 38VB –

Yàngfu, punto Fuoco di dispersione del meridiano Zu Shao Yang. In questi casi, è indicato

l’uso dello stilomass di metallo: nell’ottica dei Wu Xing è il Metallo che controlla il Legno.

Come forma di auto-trattamento, consigliamo alla persona di svolgere esercizi fisici esclu-

sivamente a leggero carico come la cyclette o il tapis roulant poco prima di coricarsi.

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7. Cause di insonnia per la MTC

Dormitore d’insonnia (John Jude Palencar)

Relativamente alle energie Yin/Yang, la Medicina Tradizionale Cinese definisce il sonno

come uno stato indotto da una pienezza fisiologica serale dell’energia Yin contemporanea

ad un calo energetico dello Yang, afferma inoltre che durante il sonno, “lo Yang penetra lo

Yin, lo Yin abbraccia e accoglie lo Yang”.

Ne consegue che l’insonnia è considerata come uno stato di pienezza dello Yang serale

contemporaneo a un vuoto dell’energia Yin, cioè il contrario della normale situazione fisio-

logica. Quando lo Yin non cede allo Yang (vuoto di Yang) avremo di conseguenza manifes-

tazioni di ipersonnia, letargia e sonnolenza mentre quando lo Yang non cede allo Yin (vuoto

di Yin), avremo invece manifestazioni d’insonnia, sonnambulismo, risvegli precoci e sonno

agitato.

7.1 Instabilità degli Shen

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, una delle principali cause di insonnia è dovuta ad

uno squilibrio degli Shen e a questo proposito, abbiamo già visto nel Cap. 4.3 l’importante

funzione che essi svolgono nella corretta gestione dei ritmi circadiani di sonno e veglia.

Gli Shen sono “ospiti” del nostro corpo, in cui trovano una dimora dallo spazio assai limi-

tato e malgrado questo, ne sono attratti dalla forma e dai perimetri ben delineati come se

ciò compensasse il loro grado di immaterialità, si tratta ancora una volta dell’alternanza,

della complementarietà e della contrapposizione dello Yin e dello Yang. Nel nostro corpo,

gli Shen mantengono la loro natura eterea e la tendenza primordiale a tornare liberi dalla

materia, a dissolversi, se così fosse ci trascinerebbero nella loro sorte perché come affer-

ma il Ling Shu: “Se gli Shen ci lasciano è la morte”.

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È l’intimo legame con le sostanze corporee alle quali si mescolano e si compenetrano che

mantiene gli Shen solidamente ancorati al nostro corpo e radicati nella materialità, in altre

parole, l’attitudine Yang degli Shen a diffondersi, espandersi ed eccitarsi è trattenuta,

moderata e regolata dalle corporeità più Yin, in particolare Sangue e Jing. Per mantenere

nel giusto equilibrio questo rapporto simbiotico e vitale con il corpo fisico, diventa perciò

fondamentale garantire una dimora stabile agli Shen: una carenza delle sostanze che ra-

dicano l’immaterialità degli Shen, renderebbe questi elementi ancor più instabili, irrequie-

ti, senza pace.

Dal lato opposto, la stessa cosa potrebbe accadere in caso di eccesso di elementi Yang

come il Calore e il Fuoco: gli Shen ne sarebbero eccitati per l’alterazione del sottile equi-

librio che li relaziona allo Yin e un eccesso di Calore/Fuoco li spingerebbe a un movimen-

to eccessivo e a cercare di liberarsi verso l’alto.

Possiamo quindi definire instabilità degli Shen la loro eccessiva eccitazione condizionata da

una alterazione energetica dell’organismo ospitante, vedremo nei capitoli successivi quan-

to questo legame sia sottile e vincolante e quali conseguenze possa avere per l’insorgen-

za delle problematiche di insonnia.

Nella pratica terapeutica l’obiettivo non è certo quello di modificare gli Shen, cosa di per

sé impossibile, ma cercare di intervenire sulle relazioni che essi instaurano con il corpo fisi-

co: solo un ambiente equilibrato può garantire stabilità agli Shen e con essi, alle nostre

emozioni e a tutto il nostro stato mentale.

7.2 Cause di insonnia iniziale

L’alterazione degli assi del Cuore/Shao Yin e del Fegato/Jue Yin è da considerarsi come la

principale causa dell’insonnia iniziale, di “primo tipo”. La difficoltà ad addormentarsi può

derivare dall’agitazione degli Shen che non trovano nel Cuore la giusta residenza o da un

eccessivo controllo da parte del Fegato, che impedisce la possibilità di rilassarsi, di “las-

ciarsi andare”. Anche un deficit dello Yin di Rene può essere causa sia di uno squilibrio dello

stesso asse di pertinenza Shao Yin, sia del rapporto Acqua/Fuoco.

Vuoto del Sangue del Cuore.

Eziologia. Un deficit di Sangue può essere causato da perdite ematiche, da insufficiente

produzione conseguente ad una dieta scorretta o dall’impossibilità della Milza di formare il

Sangue. Anche fattori emotivi come paura ed eccessiva preoccupazione possono

deprimere le funzioni del Cuore e portare lentamente ad una sua carenza di Sangue.

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Sintomi. È difficile addormentarsi ma poi il sonno prosegue in modo regolare anche se

può risultare in parte disturbato da sogni.

Non riempito e nutrito adeguatamente dal Sangue, il Cuore manifesta il suo squilibrio

attraverso le palpitazioni mentre gli Shen, liberati dal loro ancoraggio alla componente Yin

del Sangue perdono di stabilità diventando particolarmente agitati ed eccitati, di con-

seguenza la persona risulta apprensiva, ansiosa, inquieta, impressionabile e facilmente

allarmabile. Risulta difficile prendere sonno ma una volta che lo Yin, ancora stabile, riesce

a portare gli Shen all’interno del corpo, permetterà di continuare a dormire regolarmente

e gli Shen, ancora eccitati, potranno dar segno della loro attività attraverso i sogni generati

dagli Hun, la componente più Yang.

La carenza di Sangue comporta un’insufficiente perfusione al capo con comparsa di

capogiri e di una diminuzione della capacità di concentrazione, il Cuore non sufficiente-

mente nutrito dal Sangue non riesce ad assolvere la sua funzione di controllo della memo-

ria insieme a Milza e Reni, per cui la persona tende a dimenticare facilmente fatti e avve-

nimenti.

Principio terapeutico. Nutrire il Sangue del Cuore e pacificare gli Shen.

Vuoto dello Yin del Cuore.

Eziologia. Può essere una diretta conseguenza di uno stato di carenza del Sangue o di

liquidi Jin, in seguito a malattie febbrili protratte a lungo, aggressioni di calore esterno per

un clima eccessivamente caldo, a terapie mediche inappropriate. Anche prolungate

apprensioni, ansie, preoccupazioni e pensieri aggrediscono profondamente il Cuore e com-

portano un consumo della relativa Yin Qi: situazioni assai frequenti nella nostra società

moderna dove i ritmi sono sempre più compressi, gli impegni diventano eccessivi e si è

sempre sollecitati a dare il massimo.

Sintomi. È un peggioramento generale del caso precedente in quanto, oltre alla fatica ad

addormentarsi, il sonno risulta assai disturbato e caratterizzato da ripetuti risvegli, anche

riaddormentarsi diventa difficile. Anche in questo caso gli Shen, non trovando “ancorag-

gio” per lo Yin carente del Cuore, restano senza giusta dimora muovendosi senza tregua

e generando agitazione che non favorisce l’addormentamento.

La persona quindi è ansiosa, nervosa, apprensiva, agitata e incline alla depressione.

Quando il sonno sopravviene, gli Shen non sono comunque stabili per il deficit dello Yin di

Cuore e generano, attraverso gli Hun, una forte attività onirica: si sognano immagini di

fuoco, incendi, fiamme, fumo, cioè gli elementi tipici dei sogni del Movimento di pertinen-

za dell’organo squilibrato, il Movimento Fuoco.

Lo Yin debole non riesce a trattenere lo Yang e nemmeno gli Shen perciò la persona si

risveglia e fatica a riaddormentarsi.

A livello generale possono essere presenti palpitazioni e sudorazione alle mani, punto di arri-

vo del meridiano del Cuore–Shao Yin, che aumenta nei momenti di tensione emotiva.

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Principio terapeutico. Nutrire lo Yin del Cuore e sedare gli Shen.

Vuoto dello Yin del Fegato.

Eziologia. Lo Yin del Fegato può diminuire creando una condizione deficitaria a seguito di

un’eccessiva attività sessuale nell’uomo, per la perdita continua di consistenti quantità di

sangue mestruale o parti ripetuti nella donna, per l’uso di farmaci non appropriati o per

diete inadeguate. Anche rabbia, frustrazioni, risentimento e collera possono essere una

causa del deficit dello Yin del Fegato, come risultato finale di un processo che vede nell’at-

tivazione del Fuoco l’elemento patogeno principale: se protratto nel tempo, la presenza del

Fuoco danneggia lo Yin sino a consumarlo e portarlo in una condizione di vuoto, si veda il

Fuoco del Fegato come causa dell’insonnia centrale.

Sintomi. Gli Shen sono fortemente coinvolti negli squilibri del Fegato: ciò avviene sia per

la relazione madre/figlio che lega il Fegato al Cuore nei Wu Xing che per l’intimo connubio

tra Shen e Hun. Gli Hun sono la parte più Yang, eterea e volatile degli Shen e la loro sta-

bilità dipende dal forte radicamento che instaurano con lo Yin del Fegato: se lo Yin è debole

gli Hun restano senza radici, vagano senza fissa dimora e il disequilibrio si riflette sugli

Shen del Cuore causando la comparsa di ansia, nervosismo e irrequietezza. Non si trova

il coraggio e la risolutezza nell’affrontare le situazioni ed essendo coinvolto il Cuore, viene

a mancare la voglia di vivere: è il continuo “vagabondare” degli Hun che si trasforma nel-

l’incapacità di dare un senso alla propria vita e può favorire l’insorgenza di forme di

depressione. Il Fegato è l’organo “risoluto” e un suo deficit può manifestarsi come man-

canza di decisione e facile scoramento: “Se il Fegato è in vuoto vi è paura” (Ling Shu, cap.

8). Con lo Yin debole, addormentarsi è difficile ma anche il sonno può essere disturbato

da numerosi sogni tipici del Movimento Legno (colore verde, foreste, montagne e alberi

ecc.) la carenza dello Yin comporta anche secchezza agli occhi e alla gola e può essere

causa del divampare di calore/vuoto che si traduce in sudorazioni notturne, febbricola

serotina, rossore agli zigomi, calore ai 5 centri.

Principio terapeutico. Nutrire lo Yin del Fegato, purificare l’eventuale calore/vuoto, sta-

bilizzare gli Hun.

Vuoto dello Yin di Rene.

Eziologia. Possono indurre a questo quadro molteplici cause come diete disequilibrate, te-

rapie farmacologiche inadeguate, paura e sensi di colpa protratti nel tempo, febbri

croniche, parti o aborti ripetuti o ravvicinati, un’eccessiva attività sessuale nell’uomo. Non

vanno dimenticati i fattori fisiologici che favoriscono il decadimento naturale dello Yin. La

carenza dello Yin di Rene è anche causa di alterazioni nel rapporto Acqua/Fuoco con con-

seguenti squilibri con il Cuore sull’asse comune Shao Yin.

Sintomi. Il volere/Zhi è collegato all’organo Rene ed essendo il fondamento di ogni altra

emozione rappresenta la solidità di tutto l’essere; nei Wu Xing, l’Acqua del Rene controlla

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e modera il Fuoco del Cuore affinchè entrambi i Movimenti si bilancino vicendevolmente

mentre lo Zhi consolida gli Shen in modo tale che la persona viva con un equilibrio emo-

tivo stabile. Un deficit dello Yin di Rene comporta perciò un calo sia della funzione di mod-

erazione dell’Acqua sul Fuoco che della gestione dello Zhi sulla componente più yang degli

Shen: di conseguenza la persona è agitata, irritabile, diventa facile preda di paure e ansie;

soffre di gola e bocca secche per scarsa umidificazione di uno Yin debole e ha il viso

arrossato, febbricola, palpitazioni, calore ai 5 centri con sudorazioni notturne per l’even-

tuale presenza di calore/vuoto nel Cuore.

I disturbi si accentuano soprattutto alla sera nel momento in cui lo Yin dovrebbe salire e

predominare sullo Yang, ma non riesce a farlo perché debole e carente.

È quindi difficile prendere sonno perché gli Shen restano attivi e vigili e anche il sonno può

essere disturbato da numerosi sogni tipici del Movimento Fuoco.

Eventuali tendenze alla depressione sono da ricondurre alla diminuzione del volere/Zhi:

senza volere non ci sono iniziative, interessi, non si mette in atto nulla e viene perciò a

mancare la gioia e la voglia di vivere. Un calo dello Yin del Rene comporta inoltre astenia,

tendenza a dimagrire, disturbi della memoria.

Principio terapeutico. Nutrire lo Yin del Rene, rafforzare lo Zhi e sedare gli Shen, purifi-

care l’eventuale Calore/Fuoco.

Fuoco del Cuore.

Eziologia. I fattori psichici sono fondamentali nel determinare questo quadro clinico che

vede alla sua origine la permanenza cronica di tensioni, bramosie, preoccupazioni e ansia.

Sintomi. La persona è emotiva, irrequieta, agitata, impulsiva, con il viso arrossato, ha

sete e la bocca amara, l’organo Cuore “si apre” nella lingua, la persona è logorroica e può

manifestare afte nel cavo orale.

Il corpo cerca di drenare il Fuoco in eccesso attraverso il viscere associato al Cuore,

l’Intestino Tenue, a sua volta correlato energeticamente alla Vescica con il meridiano Tai

Yang: il Fuoco in eccesso viene quindi scaricato all’esterno con la minzione, caratterizzata

dalla presenza di dolore e dalle urine scure, classici sintomi da calore delle 8 Regole

Diagnostiche /Ba Gang.

Le palpitazioni sono un sintomo importante, fastidioso e mal tollerato perché induce ad

un’accentuazione dello stato di ansia e agitazione: sono dovute proprio all’effetto dinamiz-

zante che il Fuoco ha sul Cuore.

Quando il Fuoco occupa il Cuore, gli Shen sono al tempo stesso eccitati e senza lo spazio

per la loro dimora a causa della pienezza dell’organo, il loro movimento frenetico e senza

sosta contribuisce a rendere ansiosa e irrequieta la persona. Risulta quindi difficile addor-

mentarsi e anche il sonno spesso è agitato da sogni e incubi di fumo, vulcani in eruzione,

fuochi e incendi, tipici sogni del Movimento Fuoco di pertinenza del Cuore.

I possibili risvegli sono dovuti al fatto che gli Shen, sospinti dal Fuoco/Yang verso l’alto e

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la superficie del corpo, determinano la riapertura degli occhi e l’attivazione dello stato di

coscienza.

Principio terapeutico. Drenare il Fuoco del Cuore e sedare gli Shen.

7.3 Cause di insonnia centrale

L’alterazione dell’asse Milza/Tai Yin è considerata la principale causa dell’insonnia centrale,

di “secondo tipo”. Quando però il sonno è turbato da una eccessiva attività onirica che si

manifesta sotto forma di incubi, si può pensare ancora una volta ad una alterazione del-

l’asse Fegato – Jue Yin e degli Hun.

Vuoto dello Yin di Milza.

Eziologia. Un’alimentazione scarsa e non bilanciata, errori terapeutici, un eccesso di

lavoro, lunghe malattie, preoccupazioni, pensieri fissi e rimuginazioni continue possono

indebolire energeticamente la Milza e provocare anche un deficit di Sangue.

Sintomi. L’insonnia è caratterizzata da frequenti risvegli ma anche l’addormentamento

può essere laborioso. Le eccessive rimuginazioni non facilitano il mantenimento del sonno

e spesso ci si sveglia improvvisamente con un pensiero fisso in testa. Un deficit della Milza

può avere ripercussioni sulla sua funzione di produrre il Sangue: di conseguenza un vuoto

di Sangue rende instabili gli Shen che privati della loro ancoraggio allo Yin, generano ansia

e non favoriscono il sonno.

Il quadro clinico può essere completato dalla presenza di ventre gonfio, inappetenza, nau-

sea, palpitazioni, capogiri, diminuzioni della memoria, sudori freddi, colorito del viso pal-

lido, mestruazioni scarse o ritardate, se presente anche un vuoto di Sangue. Eventuali

eccessi alimentari possono nuocere anche al viscere del Movimento Terra, lo Stomaco: in

questo caso i sintomi dell’insonnia possono essere accompagnati da dolori gastrici, erut-

tazioni, pesantezza di testa, sapore amaro in bocca.

Principio terapeutico. Nutrire lo Yin della Milza.

Fuoco del Fegato.

Eziologia. Tensioni emotive prolungate, stati di frustrazione, risentimento e rabbia repres-

sa possono causare inizialmente un blocco nella circolazione del Qi del Fegato e successi-

vamente, il liberarsi del Fuoco. Possono favorire questo quadro clinico terapie farmaco-

logiche improprie, l’abuso di alcool, cibi speziati o fritti, il consumo eccessivo di carni.

Sintomi. Lo Yin non è debole per cui è in grado di accogliere lo Yang e gli Shen all’inter-

no del corpo per cui addormentarsi non è difficile. Ma il Fuoco del Fegato dinamizza gli Hun

che vagano senza pace e disturbano il sonno con numerosi sogni il cui contenuto è sug-

gestivo per identificare l’origine dello squilibrio, sogni del Movimento Fuoco come fiamme,

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incendi a causa dell’eccesso di Fuoco o la sua localizzazione, si sognano elementi tipici del

Movimento Legno come lotte e combattimenti a causa dell’eccitazione del Fegato.

Gli eventuali risvegli si concentrano nella fascia oraria di maggior attività del Fegato (01.00

– 03.00) e si caratterizzano per la necessità di alzarsi e muoversi in quanto il Fegato è cor-

relato al “movimento”. Il dinamismo degli Hun è forte anche durante il giorno: il loro

impeto conferisce alla persona coraggio che può però debordare in aggressività e collera;

la persona diventa irritabile, irrequieta, impaziente.

Eventuali sindromi depressive possono essere mascherate dall’evidenza degli atteggia-

menti appena descritti.

La spinta del Fuoco si manifesta verso l’alto, in conformità alla sua natura Yang, per cui

numerosi segni clinici si evidenziano nelle parti alte del corpo: il viso e gli occhi sono rossi,

la bocca è amara e asciutta, cefalee, nausee, vertigini e acufeni sono frequenti.

Le urine sono scarse e scure, le feci secche e comportano una tendenza alla stipsi: questi

sintomi sono la conseguenza del consumo di liquidi organici da parte del Calore/Fuoco.

Principio terapeutico. Disperdere e purificare il Fuoco del Fegato per stabilizzare gli Hun.

7.4 Cause di insonnia terminale

L’alterazione degli assi Cuore – Shao Yin/Vescicola Biliare – Shao Yang sono da consider-

arsi come la principale causa dell’insonnia terminale, di “terzo tipo”. La Vescicola Biliare è

l’unico viscere, al pari degli organi Zang, che svolge una funzione che agisce a livello psico-

emotivo, il Su Wen, al cap. 8, infatti afferma che: “la Vescicola Biliare ha un ruolo sulla

capacità decisionale”. Questo tipo di squilibrio può inoltre essere collegato alla presenza di

forme di depressione.

Deficit di Cuore/Vescicola Biliare.

Eziologia. Conducono a questo quadro clinico malattie di lunga durata che indeboliscono

il corpo e in particolare il Cuore.

Sintomi. Il sonno è leggero, agitato, disturbato da sogni di cui non si conserva il ricordo.

Il risveglio è precoce e spesso associato a sensazioni di paura, angoscia, palpitazioni, dif-

ficilmente ci si riaddormenta. Il Qi del Cuore è debole e perde la sua capacità di controllo

degli Shen: lo psichismo risulta quindi intaccato profondamente e per questo si è preda di

timori e paure, se lo squilibrio è particolarmente marcato possono manifestarsi segni di

fuga degli Shen con allegria e risa sconsiderate.

Emotivamente la persona si presenta timida, impacciata, timorosa, non si mostra né

prende iniziative, tende a rimandare le decisioni vivendo alla giornata: elementi analogi-

camente collegati al Movimento Legno e al deficit del suo viscere Yang, la Vescicola Biliare.

In questo caso anche l’organo Zang, il Fegato, ne risente: gli Hun si agitano inducendo ai

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• Sangue del Cuore

• Yin di Cuore

• Yin di Fegato

• Yin di Rene

• Yin di Milza

• Cuore/Vescicola Biliare

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numerosi sogni di cui però non resta memoria per il disordine degli Shen dovuto al vuoto

del Cuore.

Principio terapeutico. Tonificare Cuore e Vescicola Biliare.

7.5. Schema riassuntivo delle cause di insonnia per la MTC

Sulla base di quanto visto finora, possiamo delineare uno schema riassuntivo delle

molteplici cause di insonnia dal punto di vista della Medicina Tradizionale Cinese.

Uno “schema” è necessario dal punto di vista puramente teorico ma non dobbiamo mai

dimenticarci degli insegnamenti trasmessi durante le lezioni di Reflessologia Zu che invi-

tano a non farsi mai imbrigliare dagli schemi in quanto la realtà pratica si dimostra quasi

sempre assai più complessa e diversificata.

Ne daremo conferma analizzando il caso clinico nel cap. 10, in cui i sintomi dell’insonnia

possono essere ricondotti a più cause riportate nel nostro schema.

Per deficit, carenza, vuoto

Per pienezza, eccesso

• Fuoco del Cuore

• Fuoco del Fegato

• Meridiano Yang Qiao (*)

Per squilibrio, disarmonia

• Meridiani Yin

Qiao/Yang Qiao (*)

• Wei Qi (*)

Tab. 5 – Lo schema riassuntivo delle diverse cause di insonnia secondo il punto di vista

della Medicina Tradizionale Cinese.

(*) = si vedano le funzioni energetiche di gestione dei ritmi sonno-veglia della Wei Qi

e dei Meridiani straordinari nei capitoli 4.4 e 4.5

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8. Geobiologia

La dormiente (Renoir)

La geobiologia è una scienza moderna che deriva dalla bioarchitettura, studia gli effetti

delle radiazioni elettromagnetiche di origine naturale su tutti gli esseri viventi in funzione

del luogo in cui essi dimorano o svolgono le loro attività giornaliere.

La geobiologia ha evidenziato che i campi magnetici naturali terrestri possono essere

amplificati o distorti da corsi d’acqua sotterranei, da concentrazioni di minerali nel terreno,

cavità naturali, faglie e campi tellurici: queste alterazioni possono rendere le radiazioni

naturali nocive per l'organismo umano dando vita al fenomeno denominato stress geopati-

co, detto anche squilibrio geopatico.

Lo stress geopatico indebolisce il sistema immunitario, riduce il processo di assorbimento

delle sostanze nutritive introdotte con il cibo, può causare astenie, nervosismo e disturbi

del sonno e quindi favorire l’insorgenza dell’insonnia.

I siti in cui si verificano i fenomeni di distorsione delle onde elettro-

magnetiche terrestri sono conosciute come punti geopatici, nodi

geopatogeni o anche nodi di Hartmann, termine che deriva dal

nome del dottor Ernst Hartmann (fig. 20), il fondatore della geobio-

logia all’inizio degli anni ’50.

Fig. 20

Ernst Hartmann (1915-1992)

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Come facciamo allora a sapere se il luogo dove trascorriamo circa un terzo della nostra

esistenza, la nostra camera da letto, è a rischio? Sembra che alcuni animali domestici, in

particolare i gatti, siano attratti da nodi geopatici pertanto, certi posizionamenti abitudi-

nari di questi animali possono fornire un primo indizio.

Anche la presenza di piante malate o dalla crescita irregolare può far sospettare la pre-

senza di una zona di squilibrio geopatico.

8.1. Il Feng Shui

Il Feng Shui, che in cinese significa “vento e acqua”, è un’antica disciplina di origine cinese

e tibetana che da circa 5.000 anni fornisce precise indicazioni per ritrovare la giusta armo-

nia tra uomo, abitazione e ambiente.

È basata su di un insieme di pratiche di lettura e interpretazione del paesaggio, delle forme

delle costruzioni e degli spazi interni agli edifici, con lo scopo di evitare gli influssi nega-

tivi di varia natura che possono colpire le stesse costruzioni e di conseguenza l'uomo. I

principi di base del Feng Shui si basano sul fatto che così come il corpo umano è percor-

so da canali (i meridiani energetici) in cui scorre energia (il Qi), anche il globo terrestre è

percorso da una fitta rete di canali energetici: facile constatare come questi concetti

trovano riscontri anche nella moderna geobiologia, di cui il Feng Shui può essere conside-

rato a tutti gli effetti il capostipite.

Tutti gli esseri viventi vibrano d’energia, generando onde simili a quelle elettromagnetiche;

secondo il Feng Shui però, anche gli oggetti considerati senza vita, come per esempio una

lampada o un tavolo, hanno un'energia propria che può essere diversa in base alla forma

(quadrata, rettangolare, triangolare, sferica) e al materiale con cui l'oggetto è stato

costruito (legno, metallo, mattone, plastica).

Se gli oggetti presenti in una stanza o in una casa sono in armonia tra loro, trasmettono

agli abitanti energie positive. Viceversa, se per la loro forma o per il materiale di cui sono

fatti, non sono in armonia tra loro, diffonderanno nella casa squilibrio ed energia negati-

va, quindi l’applicazione pratica delle regole di base del Feng Shui può essere un valido

aiuto per individuare la presenza di eventuali nodi geopatici anche nella camera da letto e

valutare soluzioni idonee per la risoluzione del problema, agevolando di conseguenza i

flussi di energia positiva per migliorare la nostra vita, incentivare il benessere economico

e preservare la salute.

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8.2. La camera da letto e il Feng Shui

Considerata l’importanza del sonno nella vita biologica di un individuo, per il Feng Shui

anche la camera da letto rappresenta un elemento fondamentale della nostra vita quoti-

diana ed esso propone delle soluzioni semplici che non comportano una rivoluzione totale

dell’arredamento, il miglioramento della qualità del sonno che si può ottenere in una ca-

mera da letto ben strutturata, influenza positivamente anche le relazioni e la salute di co-

loro che abitano nella casa.

Il luogo migliore per la stanza da letto si trova il più lontano possibile dall'ingresso princi-

pale e dalla strada, oltre la linea mediana dell'edificio, possibilmente davanti a un tranquil-

lo paesaggio naturale, non dovrebbe essere posta sopra una cucina o una caldaia.

L’angolo sud ovest della camera da letto. Il settore sud-ovest della camera da letto è

quello che secondo il Feng Shui rafforza le relazioni sentimentali: a tale proposito, elemen-

ti simboleggianti l’amore ed elementi disposti a coppia vi troveranno la loro perfetta col-

locazione. Una tradizione cinese prevede la presenza di una coppia di anatre mandarine,

anatre tipiche in legno inciso e dipinto a mano.

La forma della camera da letto e l’arredamento. Sono da considerare favorevolmente

le forme simmetriche e regolari, sia per i terreni, per le case e le singole stanze; la forma

dovrebbe sempre essere quadrata o rettangolare, ossia di forma regolare e l’arredamen-

to dovrebbe privilegiare le forme morbide e arrotondate. Un sì quindi a cerchi, rettangoli,

quadrati, esagoni, ottagoni, arcate e portici, no invece ai parallelepipedi e ai quadrati a cui

manca un angolo, agli spazi triangolari, alle pareti oblique o ai soffitti inclinati, tipici delle

mansarde.

Un consiglio è quello di evitare anche le camere a forma di L, forma che spesso è gene-

rata dalla presenza di un bagno; la forma ad L comporta una distribuzione non omogenea

delle energie nonché la presenza di una “freccia avvelenata” che si crea dallo spigolo dei

due muri adiacenti a 90 gradi. Per ovviare al problema, si potrebbe regolarizzare la forma

della stanza posizionando strategicamente un paravento, un divisorio o delle tende.

Le piante invece, andrebbero sempre essere collocate all’esterno della camera poiché la

loro presenza fisica o la loro raffigurazione nella zona notte è troppo vitale e assume con-

notazioni negative.

Meglio limitare la presenza di luci troppo forti e colori vivaci che hanno una connotazione

yang che impedisce un riposo pienamente propizio, eccezione per la camera dei bambini,

bisognerebbe optare per i colori pastello dalle tonalità fredde (bianco, azzurro, blu, verde).

La forma e la disposizione del letto. Il Feng Shui attribuisce molta importanza alla

posizione del letto. Dovrebbe sempre essere della classica forma rettangolare, collocato

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trasversalmente e lontano dalla porta di ingresso, con una testata piena orientata a nord

(in questo modo i meridiani terrestri sono allineati con quelli dell’organismo) e adiacente

un muro: la presenza della testata e del muro infatti, favoriscono una sensazione di pro-

tezione e di sicurezza. La posizione ottimale del letto dovrebbe essere nell'angolo diago-

nalmente opposto all'entrata, in modo tale da non avere mai testa o piedi che puntino

direttamente verso l'ingresso della stanza. Il letto non dovrebbe mai ricevere la luce solare

direttamente, dato che troppa energia disturba il sonno. Il Qi dovrebbe circolare libera-

mente anche sotto il letto per evitare l’insorgere di mal di schiena e altri disagi, per cui

sarebbe preferibile un letto con gambe. Si consiglia di non posizionare il letto sotto una

trave: si ritiene che essa porti la “pressione” della casa, così come impedisca il passaggio

del Qi attraverso la stanza, un rimedio ottimale sarebbe quello di installare un controsof-

fitto per coprire le travi.

Meglio evitare i materassi ad acqua poiché favoriscono l’insorgere di sensazioni di insta-

bilità, inoltre la presenza dell’acqua, in forma fisica o raffigurata, dovrebbe essere evitata

nella camera da letto poiché simboleggia perdite economiche, in zone come l’ingresso e il

soggiorno l’acqua al contrario simboleggia la prosperità. Il materasso dovrebbe sempre

essere costituito da un solo elemento dato che i letti matrimoniali costituiti da due ma-

terassi singoli ricordano la separazione simbolica della coppia.

La camera da letto in relazione a porte e finestre. Il letto non dovrebbe mai trovarsi

in asse con la porta di accesso alla camera perché tale posizione simboleggia il malessere

e la malattia. Anche in questo caso, se non fosse possibile spostare il letto, si potrebbe

interporre nelle ore notturne un paravento o una tenda tra i due elementi. Idealmente il

letto dovrebbe trovarsi in diagonale rispetto alla porta in modo da avere un controllo visuale

sull’accesso e non essere “investiti” direttamente dalle energie in ingresso.

Evitare anche che il letto si venga a trovare sull’asse tra due porte, due finestre o una

porta e una finestra: questo tipo di disposizione è simbolo di energia distruttrice!

Se possibile, si consiglia anche in questo caso di rimediare con la presenza di un paraven-

to preferibilmente curvilineo o disteso in modo da evitare la presenza di spigoli in direzione

del letto. La porta della camera da letto non dovrebbe mai essere in asse con altre porte,

soprattutto se con la porta di un bagno poiché simboleggia la sfortuna: si può ovviare a

questo problema apponendo una tendina tra le due porte.

Nelle camere delle persone giovani, la finestra dovrebbe guardare verso est, per ricevere

l'energia del sole nascente in relazione agli aspetti collegati al Movimento Legno: il gio-

vane, la primavera, l’est, il sorgere del sole; al contrario, per gli anziani sarebbe preferi-

bile avere la finestra ad ovest, per beneficiare dei raggi del tramonto e di tutti gli aspetti

in sintonia con il Movimento Metallo: l’anziano, il declino, l’ovest, il tramonto.

Il Feng Shui ai giorni nostri: specchi e televisione in camera da letto. La funzione

dello specchio è quella di riflettere le immagini e di conseguenza, raddoppiare ciò che

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riflette: raddoppia il “piacere” del cibo in sala da pranzo, raddoppia la “lussuria” sul soffit-

to di una camera da letto di un motel. Gli specchi però andrebbero aboliti dalla camera da

letto, soprattutto se riflettono il letto. Se ciò non fosse possibile sarebbe meglio ricoprirli

con un drappeggio durante le ore di riposo, gli specchi disposti all’interno delle ante degli

armadi invece non generano problemi. In questo caso infatti, lo specchio raddoppia le

“presenze estranee” in camera da letto simboleggiando l’intrusione nella coppia e quindi

la negatività nella vita matrimoniale e sentimentale. Anche il televisore viene considerato

un elemento di intrusione nella coppia e non dovrebbe mai trovarsi nella camera da letto,

inoltre il nostro organismo assorbe le onde elettromagnetiche emesse dal televisore anche

dopo diverse ore dallo spegnimento favorendo l’insorgenza di problematiche simili a quelle

causate da “stress geopatico”

9. Norme igieniche per dormire bene

Hypnos e Thanatos (John William Waterhouse)

L’insonnia è un disturbo per il quale l’approccio stile “fai da te” è assolutamente sconsiglia-

to. L’ingestione di sonniferi senza consultare preventivamente un medico, ad esempio è un

comportamento altamente rischioso che può comportare fastidiosi effetti collaterali e una

rapida dipendenza biologica e psicologica. Fino a poco tempo fa per indurre e mantenere

il sonno venivano utilizzati solitamente i barbiturici, queste sostanze sono state a poco a

poco abbandonate per la loro tossicità e perché riducono considerevolmente la fase REM

del sonno con conseguenze nocive diurne come difficoltà di memoria, confusione mentale,

notevole riduzione dell’attenzione. L’uso improprio dei barbiturici è stato spesso causa di

gravissime conseguenze e in casi estremi, di decessi.

Oggi vengono prescritti prevalentemente due tipi di farmaci:

• le benzodiazepine che agiscono nella fase di addormentamento

• gli antidepressivi che regolano il sonno in generale ed agiscono sulla depressione.

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Entrambi questi tipi di farmaci devono essere assunti sotto stretto controllo medico, in par-

ticolare gli antidepressivi, poiché non sono privi di effetti collaterali e paradossalmente

possono causare un’insonnia secondaria. Questi tipi di farmaci, come tutti gli ipnotici in

genere, perdono la loro efficacia nel tempo e ciò può provocare una reazione paradossale:

la persona nel timore dell’inizio di una nuova serie di notti insonni entra in uno stato d’an-

sia che è causa a sua volta di insonnia!

Come Reflessologi Zu, possiamo invece fornire alcuni accorgimenti di tipo alimentare e

comportamentale per aiutare una persona a risolvere il problema dell’insonnia e soprat-

tutto a prevenirla. Ricordiamo che alcune delle indicazioni e regole di vita di seguito

esposte sono da considerarsi efficaci non solo per affrontare il problema dell'insonnia e gli

altri disturbi del sonno in generale, ma rappresentano buone norme di comportamento da

applicare il più possibile in qualsiasi circostanza.

9.1. Lo stile di vita

La mancanza di attività fisica è quasi sempre sconsigliata e non giova al sonno: un sonno

leggero o uno scarso sonno profondo sono disturbi tipici dei sedentari. Sarebbe quindi

opportuno praticare movimento fisico con moderazione e in rispetto delle proprie possibi-

lità individuali per migliorare la qualità del riposo e dormire meglio.

Meglio fare attenzione a non eccedere, specialmente nelle ore serali, in quanto uno sfor-

zo intenso favorisce la produzione di adrenalina che provoca eccitazione e stimola il senso

di stanchezza: sensazioni e situazioni estreme, molto Yang, che mal si adattano al riposo

notturno in cui c’è la predominanza dello Yin.

Gli antichi cinesi facevano ginnastica (Tai Chi, Qi Gong) subito dopo il risveglio intorno alle

06.00 del mattino, la fascia di maggior attività del meridiano del Grosso Intestino. Anche

al giorno d’oggi, sarebbe buona abitudine trovare il tempo per alzarsi lentamente qualche

minuto prima e fare esercizi per sciogliere e riscaldare i muscoli.

È molto importante mantenere una costante regolarità negli orari di coricamento e risveg-

lio affinché si possa assecondare al meglio il proprio orologio biologico interno. Non

bisogna sopprimere gli sbadigli: se vengono spontanei, essi sono un valido supporto per

facilitare l’ossigenazione del corpo favorendo l’eliminazione dell’anidride carbonica.

La camera da letto dev’essere un luogo confortevole, tranquillo, rilassante, con una tem-

peratura ideale tra i 16 e i 18°; non è il posto adatto per leggere, guardare la televisione,

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mangiare o altro. Il materasso e il cuscino devono essere scelti con attenzione: un letto

troppo rigido o troppo morbido può causare problemi alla schiena e di conseguenza un

sonno poco ristoratore.

La posizione di coricamento considerata energeticamente più favorevole è quella in cui ci

si appoggia sul fianco destro, con le gambe e le braccia leggermente piegate. In questa

posizione il cuore si trova in alto e non ostacolato nei suoi movimenti, può espletare al

meglio la sua attività di far circolare liberamente il sangue; il fegato si trova collocato nella

parte più in basso ed è agevolato nella sua funzione di raccolta e immagazzinamento del

sangue: in questo modo, gli Hun rimangono ben radicati e stabili; la posizione legger-

mente piegata degli arti non ostacola il libero fluire del Qi e del sangue.

Relativamente alle altre posizioni di coricamento assumibili, vale il concetto generale se-

condo il quale si trova giovamento nel comprimere le zone in stato di vuoto energetico las-

ciando libere quelle in cui vi è una condizione di pienezza ed eccesso.

Ne deriva che:

• è preferibile dormire sul lato sinistro in caso di pienezza del Fegato che posto in alto

e non compresso, permette un migliore deflusso di Qi e Sangue

• è preferibile dormire supini in condizioni di pienezza energetica dato che in tale

posizione gli organi toracico-addominali non sono compressi, se il pieno energetico è molto

acuto la persona può trovarsi costretta ad assumere una posizione ancora più elevata per

favorire un drenaggio degli organi: è una situazione che si può riscontrare in presenza di

patologie come l’asma e la pericardite

• si consiglia il coricamento in posizione prona in presenza di deficit degli organi

toracico-addominali: la compressione in questo caso mitiga la sensazione di vuoto ener-

getico, l’effetto risulta più marcato sugli organi e visceri addominali che non sono protet-

ti dalla rigidità della gabbia toracica ed è una posizione prediletta soprattutto da coloro che

soffrono di deficit a livello di stomaco

Le affermazioni esposte hanno validità anche in situazioni opposte: ad esempio, in presen-

za di stasi del Qi del Fegato risulterà più difficile dormire appoggiati sul fianco destro, in

casi generali di eccesso sarà difficile dormire proni, mentre in condizioni di vuoto energeti-

co non sarà facile dormire in posizione supina.

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9.2. L’alimentazione

Il sonno è disturbato dalla caffeina, dall'alcool, dagli stupefacenti e dalla nicotina: esclu-

dere o limitare l'uso di queste sostanze aiuta a riposare meglio. Così come un buon sonno

ristoratore permette di affrontare meglio il giorno successivo, si rammenta che è molto

importante iniziare un nuovo giorno con la prima colazione: un pasto equilibrato al matti-

no dovrebbe fornire il 25% delle calorie della giornata e garantire tutta l’energia neces-

saria per svolgere la gran parte delle proprie attività.

Meglio limitare il consumo di carne durante la cena, nella carne infatti è presente un

aminoacido, la tirosina, che è un precursore diretto della tiroxina, cioè l’ormone principale

prodotto dalla tiroide. La tirosina aumenta il tasso metabolico, agisce come regolatrice del

tasso di crescita ed è un aminoacido necessario per la produzione di neuro-trasmettitori

come l’epinefrina, la norepinefrina e la dopamina per cui si ritiene che abbia un'azione sti-

molante sul sistema nervoso centrale.

Il pasto serale dovrebbe quindi essere leggero, possibilmente vegetariano e ricco di amidi

come pasta e riso. Questi alimenti, come le banane, sono ricchi di elementi precursori della

serotonina, l’ormone dal leggero effetto sedativo che favorisce l’addormentamento.

10. Caso clinico d’insonnia

Amorino dormiente (Caravaggio)

Nathàlia si era già rivolta a me in più occasioni chiedendo se la reflessologia plantare

potesse esserle d’aiuto, in precedenza aveva già sperimentato farmaci e rimedi naturali a

base di erbe che però non avevano portato a nessun miglioramento stabile e duraturo;

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malgrado la mia piena disponibilità, non si era mai decisa a iniziare una serie di trattamen-

ti reflessologici, quasi fosse ormai rassegnata alla sua condizione di insonne: il disturbo

infatti aveva iniziato a manifestarsi 3 anni prima dei nostri primi contatti.

Solo dopo aver saputo della mia intenzione di scrivere una tesi sull’argomento, Nathàlia

ha scelto di affidarsi alla Reflessologia Zu: anche lei è laureata e quindi consapevole del-

l’impegno e della serietà necessarie per conseguire un titolo di studio che viene rilasciato

solo dopo la stesura di una tesi. Molto probabilmente, tutto ciò le ha permesso di consi-

derare la reflessologia plantare sotto una luce diversa e ha rappresentato un fattore deter-

minante nella scelta di affidarsi a questo approccio terapeutico naturale, in concomitanza

di un peggioramento delle sue condizioni di salute.

10.1. Quadro clinico iniziale

Il caso clinico riguarda una persona di sesso femminile di 32 anni, impiegata presso un

istituto bancario. Alta cm 1,76, pesa 57 kg. Tende a cibarsi di verdure e carboidrati a pran-

zo e di proteine a cena, non beve super-alcolici, poco alcool, in genere solo birra.

Un dato importante è relativo al fatto che soprattutto a causa degli impegni di lavoro, gli

orari di coricamento non sono regolari così come le sue abitudini in generale: ad esempio,

la cena spesso è posticipata a una fascia oraria intorno alle 21.00 e una certa predilezione

per la “vita notturna” fa si che Nathàlia non vada a dormire prima dell’una di notte per

almeno 3 o 4 giorni la settimana.

Al nostro primo incontro, Nathàlia lamenta un sonno molto leggero e un’insonnia primaria

terminale in quanto non è imputabile ad altre cause evidenti ed è caratterizzata da risve-

gli mattutini precoci che si concentrano soprattutto nella fascia oraria 03.00 – 05.30 del

mattino. La fase di addormentamento non sembra presentare particolari difficoltà.

Come già anticipato, la sua sensazione è di vivere ormai da qualche settimana una fase di

peggioramento in quanto l’insonnia ora si manifesta anche durante il week-end e nei giorni

di ferie o di riposo: a suo dire, fino a poco tempo fa, questi erano gli unici momenti in cui

poteva “recuperare” dormendo qualche ora in più e con una qualità di sonno migliore.

Talvolta i risvegli sono caratterizzati dalla presenza di scotomi scintillanti: vede lampi,

bagliori, luci improvvise, tachicardia e vampate di calore che si concentrano nella parte

alta del corpo, torace e spalle; non c’è sudorazione e il calore tende a disperdersi rapida-

mente per lasciar spazio a sensazioni di freddo per cui nel giro di pochi minuti si deve rico-

prire.

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Non riesce più a prender sonno per l’insorgere di pensieri e quindi dall’intensa attività

cerebrale. È presente una forma leggera di bruxismo (contrattura muscolare del muscolo

massetere) per cui le è stato consigliato l’uso di un bite. Non manifesta fervida attività

onirica e non ricorda quasi mai i propri sogni.

L’affligge una generale astenia che si manifesta soprattutto nelle prime ore del mattino e

la netta sensazione di non riuscire ad avere un buon sonno ristoratore e riparatore.

Afferma di essere una persona assai scrupolosa, razionale, una che “ragiona molto” e che

tende alla rimuginazione confessando la spiccata inclinazione ai pensieri fissi e ricorrenti

che riguardano soprattutto la sfera affettiva. Vengono denunciati ritardi del ciclo mestrua-

le, 10 giorni e anche di più, che si protraggono da almeno 3 anni, in alcuni casi è presente

anche dismenorrea.

10.2. Indagine reflessologica Zu

Nathàlia presenta piedi maschili tendenti a un piattismo morfologico. Il suo colorito gen-

erale tende al verde mentre quello dei piedi al giallo/bianco. I piedi sono morbidi e carnosi.

La temperatura è piuttosto fredda. Non sono presenti calli o callosità, le unghie sono nor-

mali e ben curate. Nathàlia è identificata come un soggetto Yin, di pertinenza dei

Movimenti Terra/Metallo, tipologia Tai Yin. Le dita non presentano particolari alterazioni

tranne per il fatto che il quinto dito, mellino, risulta essere leggermente più piccolo rispet-

to alla globalità su entrambi i piedi: è un segno della tendenza della persona a soffrire di

disagi legati a forme di paura e ansia anticipatoria che vengono immediatamente confer-

mate dal soggetto. Il quarto dito, pondulo, del piede destro è più corto rispetto agli altri,

infatti non le è mai cresciuto il dente del giudizio destro superiore. È evidente un vuoto

nell’area riflessa della Milza; ancora un vuoto, ma meno evidente, è presente nell’area rif-

lessa del Rene.

Sia il bruxismo che la presenza di scotomi scintillanti al momento dei risvegli, evidenziano

una condizione di eccesso energetico nel meridiano Zu Yangming. Il vuoto rilevato nelle

aree riflesse di Milza e Rene denota innanzitutto una condizione di deficit negli aspetti cor-

porei più Yin, inoltre una Milza che soffre, avrà difficoltà nello svolgere le sue funzioni di

gestione del Qi acquisito tramite gli alimenti e nella produzione del Sangue, da qui il ritar-

do nelle mestruazioni. Si ipotizza inoltre che i deficit di Milza e Rene, insieme alla mancan-

za di riposo, siano la principale causa dell’astenia conclamata.

Statisticamente, i risvegli precoci si concentrano nella fascia di maggior attività del meri-

diano del Polmone, quindi gli Shen più instabili sono i Po. Essi sono strettamente legati alle

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funzioni respiratorie e sono direttamente colpiti da tristezza o afflizione: deduco quindi la

possibilità che il soggetto stia sviluppando forme di depressione. Ciò verrà confermato da

Nathàlia nel corso delle sedute successive (vedi cap. 10.7).

Relativamente all’insonnia, il caso clinico non è ancora sufficientemente chiaro. Infatti, l’in-

sonnia terminale caratterizzata da sonno leggero e risvegli precoci è imputabile ad un

vuoto di Cuore/Vescicola Biliare (cap. 7.4) che non è giustificabile in relazione ai sintomi

finora denunciati.

I trattamenti reflessologici sono stati effettuati con cadenza settimanale, compatibilmente

con i numerosi impegni del soggetto.

10.3. Evoluzione del caso clinico (prima fase)

Prima ancora di iniziare con i massaggi, ho cercato innanzitutto di responsabilizzare il

soggetto sul fatto che la prima cosa da fare in assoluto è regolarizzare, per quanto possi-

bile, il proprio stile di vita (si veda il cap. 9.1) evitando tutto ciò che possa rappresentare

un ostacolo al riposo, l’assunzione da parte del soggetto di un atteggiamento più equili-

brato sarebbe già un passo fondamentale verso l’auto-guarigione ma Nathàlia non è con-

vinta di poter fare questo sforzo perché rinunciare a qualcosa, secondo la sua asserzione,

“vorrebbe dire non vivere abbastanza”.

Trattamento reflessologico. È una situazione che non si presenta semplice ma, sulla

base di quanto suggerisce il metodo Zu, se un problema ha un’origine psico-somatica, lo

si affronta cercando di invertire la polarità a livello somato-psichico. Decido quindi di

impostare i primi trattamenti reflessologici per iniziare da subito a sostenere il soggetto

sugli aspetti corporei profondi più Yin e in relazione ai Movimenti Terra e Acqua che risul-

tano al momento i più squilibrati.

Ecco un elenco dei principali punti trattati.

• Aree riflesse della circolazione linfatica paravertebrale, milza, stomaco e pancreas

in tonificazione, punto 36ST: per sostenere il Movimento Terra e tonificare il Qi in generale.

• Area riflessa del rene: in tonificazione, per sostenere l’Acqua e lo Yin.

• Punto 6 MP: utilizzato in quanto punto Lo di collegamento dei tre meridiani Yin del

piede per sostenere lo Yin nel suo complesso, tonificare la Milza, ma anche Fegato e Reni

e regolarizzare il ciclo mestruale.

• 4VC: per limitare la risalita dello Yang e l’insonnia derivante, per sostenere ancora

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una volta la Terra attraverso il “centro” del corpo e la zona uterina, fondamentale in una

donna, si tratta di un punto estremamente importante per tonificare il Qi e il Sangue e

fortificare il corpo e la mente in qualsiasi sindrome da vuoto di Yin. Calma lo Shen, nutre

il Sangue e lo Yin, permette di ottenere un buon effetto calmante.

• 24 VG, YinTang (Stanza dei sigilli), Yìmìng (Osservare la luce), Anmiàn (Suono del

sonno n.2): per calmare gli Shen ed eliminare l’insonnia.

I Punti 6MP, 36ST e 4VC sono stati trattati anche con l’ausilio della moxa, YinTang, Yìmìng

e Anmiàn sono punti “fuori meridiano” e sono situati nella linea mediana del corpo tra le

sopracciglia (YinTang) e dietro le orecchie sul bordo inferiore dell’osso mastoide (Yìmìng e

Anmiàn).

Risultato. Dopo le prime 3 sedute sono stati eliminati i sintomi di un peggioramento si-

stemico avvertiti dal soggetto nelle ultime settimane e il successivo ciclo mestruale si è

presentato puntuale e senza dolori.

10.4. Evoluzione del caso clinico (seconda fase)

Durante la quarta seduta, dal colloquio con Nathàlia emergono altri sintomi che non erano

stati raccolti prima:

• Una forte incapacità decisionale nell’ambito razionale e affettivo con la continua

tendenza a “rimandare” e a non prendere iniziative concrete e il disagio nel non veder

riconosciuto il proprio status di compagna e della propria importanza nel suo attuale rap-

porto sentimentale, sono indicazioni importanti perché di fatto le prime collegate diretta-

mente a una delle motivazioni di insonnia terminale per la Medicina Tradizionale Cinese,

ovvero il deficit di Cuore/Vescicola Biliare (si veda il cap. 7.4)

• Una tendenza a forme di bulimia che Nathàlia descrive come “fame feroce” e di-

sturbi all’apparato gastroenterico con digestione lenta e senso di appesantimento dopo i

pasti, stitichezza per mancanza di stimolo alla defecazione.

I trattamenti, che vengono vissuti in modo assolutamente positivo, evidenziano la diffi-

coltà di Nathàlia a “lasciarsi andare” alle numerose sensazioni di assopimento indotte

durante il massaggio, la difficoltà pare dovuta a paure e ansie profonde, ma dietro precisa

richiesta del soggetto, l’argomento non viene discusso e si decide di comune accordo di

affrontarlo probabilmente nelle sedute successive.

Trattamento reflessologico. Alla luce di queste ulteriori indicazioni, l’insonnia risulta

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quindi essere solo l’apice di uno squilibrio generale che affligge la persona ormai da parec-

chio tempo e che si stava ormai cronicizzando, non ci si deve quindi solamente soffermare

sul disturbo dell’insonnia avvertito come il principale disagio ma sostenere la persona nella

sua globalità. Ai punti già trattati in precedenza sono stati aggiunti i seguenti.

• Area riflessa del bacino e dell’addome su entrambi i piedi (calcagno, caviglia e tutte

le zone del piede adiacenti): il massaggio è tonificante per sostenere lo Yin a partire dalle

zone basse più yin del corpo che contengono organi e visceri; è lento, profondo e avvol-

gente per cercare di trasmettere al soggetto sensazioni di quiete, protezione, sostegno,

comprensione.

• 1, 2 e 3TR: per tonificare lo Zu Shao Yang attraverso il meridiano che lo precede

(Shou Shao Yang) e favorire lo stimolo alla defecazione.

• 41, 43 e 44VB: rispettivamente punti Legno, Acqua e Metallo di Zu Shao Yang, per

tonificare ulteriormente la Vescicola Biliare nelle sue funzioni decisionali, di coraggio e di

iniziativa, inoltre perché il deficit della Vescicola Biliare è causa di insonnia terminale per

la MTC.

I Punti 43 e 44VB sono stati trattati anche con l’ausilio della moxa, calcagno e caviglia sono

state trattate anche con crema da massaggio a leggera azione riscaldante. Per la bulimia

ritengo sia opportuno continuare a sostenere il Movimento Terra come già fatto sin dalle

prime sedute.

Risultato. Alla quinta seduta, il soggetto segnala la manifestazione di cambiamenti inat-

tesi relativamente ad alcuni suoi comportamenti nell’ambito lavorativo: afferma di aver

reagito diversamente da quanto fatto solitamente nelle precedenti occasioni e di essersi

sorpresa positivamente per alcune sue “prese di posizione” ferme e decise. La tonificazione

della Vescicola Biliare sta mostrando i suoi effetti!

L’insonnia si manifesta ancora, ma quella sensazione legata ad un processo di peggiora-

mento sistemico in corso avvertita all’inizio dei trattamenti, ora non è più presente.

10.5. Evoluzione del caso clinico (terza fase)

Questo periodo coincide con l’insorgere di una influenza virale che colpisce il soggetto a

livello polmonare, siamo verso la fine di febbraio e fa ancora molto freddo, le viene con-

sigliato dal medico di sottoporsi a cura antibiotica per una sospetta infezione ai bronchi.

Nei colloqui intercorsi durante queste sedute, Nathàlia prende coscienza di quanto sia ne-

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cessario assumersi le proprie responsabilità nella gestione dei ritmi sonno-veglia più rego-

lari rispetto al passato e asserisce che il peggioramento dell’insonnia è avvenuto nel

momento in cui ha intrapreso una nuova relazione sentimentale: situazione che le provo-

ca insofferenza e irrequietezza.

Queste affermazioni e la debolezza dell’apparato respiratorio colpito dal virus influenzale,

sono interpretati come segni della possibile presenza di sindromi depressive nel soggetto

in cui anche il Cuore, l’organo dimora delle emozioni e degli Shen, sta soffrendo, ciò con-

fermerebbe inoltre il quadro clinico per cui, secondo la Medicina Tradizionale Cinese, l’in-

sonnia terminale sia dovuta ad un deficit di Cuore/Vescicola Biliare (cap. 7.4).

Trattamento reflessologico. Riepilogo dei principali punti trattati durante le sedute.

• Area riflessa della circolazione linfatica paravertebrale, soprattutto la zona cervi-

cale/dorsale e in corrispondenza dei punti 2 e 3MP, per sostenere l’organo Polmone e

tonificare il meridiano corrispondente Shou Tai Yin attraverso il suo predecessore Zu Tai

Yin.

• 4GI, anche con l’ausilio della moxa, per combattere la forma influenzale e rin-

forzare il sostegno all’organo Polmone.

A questi, si prosegue il trattamento sui punti già descritti in precedenza con le stesse moti-

vazioni.

• Aree riflesse di milza e rene, 6 e 9MP, 36ST per sostenere Yin e Qi nel loro com-

plesso.

• 24 VG, YinTang, Yìmìng, Anmiàn per calmare gli Shen e combattere l’insonnia.

• Area riflessa del bacino e dell’addome su entrambi i piedi, calcagno, caviglia e tutte

le zone del piede adiacenti, per sostenere lo Yin a partire dalle zone basse più yin del

corpo.

• 3 e 6TR (Shou Shao Yang, punti Legno e Fuoco), 41 e 43VB (Zu Shao Yang, punti

Legno e Acqua) con l’ausilio della moxa per tonificare la Vescicola Biliare.

Risultato. Alla settima seduta, il soggetto avverte un netto miglioramento dei disturbi

legati all’insonnia ed è più semplice addormentarsi anche durante il trattamento stesso.

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10.6. Evoluzione del caso clinico (quarta fase)

In questa fase del trattamento si manifesta nel soggetto la presenza di “freddo interno”

che causa crampi intestinali con scariche diarroiche concentrate soprattutto alle prime ore

del mattino: le feci sono chiare e liquide; anche le mani sono fredde. Nathàlia è debilita-

ta e astenica e si pensa che tutto ciò sia dovuto all’uso eccessivo di antibiotici sommini-

strati per la sospetta infezione ai bronchi, anche i piedi evidenziano una callosità nell’area

riflessa dei cavi ascellari, segno che i gruppi linfonodali superiori si sono attivati per difen-

dere i Polmoni, già debilitati dall’influenza.

Trattamento reflessologico. I punti principalmente trattati durante questa fase sono i

seguenti.

• Aree riflesse di milza e rene, 6MP, 36ST, 4GI: per sostenere Yin e Qi nel loro com-

plesso.

• Punti 3 e 7R: per sostenere l’effetto di tonificazione dell’energia renale e apportare

calore (con la moxa) attraverso il meridiano più profondo, lo Shao Yin.

• 24 VG, YinTang, Yìmìng, Anmiàn per calmare gli Shen e combattere l’insonnia.

• 20VB e 10V: per sostenere l’effetto contro i disturbi del sonno; in quanto con-

siderati “punti finestra” e assai sensibili nel soggetto, perché si presuppone che il freddo

perverso possa essere penetrato da qui.

• 6 e 7P: utilizzati per tonificare il quartier generale della respirazione e di trasfor-

mazione del Qi, il Polmone, che si trova attualmente in una situazione deficitaria e va asso-

lutamente sostenuto. Sono punti importanti anche per eliminare i fattori patogeni esterni

(Vento-Freddo o Vento-Calore) e per combattere gli stadi iniziali delle malattie da raffred-

damento.

• 7C (Shénmén – Porta dello Shen): è il punto Terra e Yuan del meridiano Shou Shao

Yin, tonifica e regola il Qi cardiale, di conseguenza calma lo Shen e favorisce la discesa

dello Yang.

Gli agopunti sui meridiani Tai Yin, Shao Yin e Yang Ming sono stati trattati anche con

l’ausilio della moxa. Durante i trattamenti, ho aggiunto alcune tecniche di Ortho-

Bionomy® per la mobilizzazione della schiena che hanno evidenziato una spiccata sensi-

bilità in corrispondenza di molti punti lungo il percorso del meridiano Zu Tai Yang, dalle

zone più alte del collo fino al bacino. Il meridiano Zu Tai Yang è il più esterno e superfi-

ciale, il più sensibile al freddo inteso come energia cosmopatogena; attraverso questo

meridiano è probabile che sia penetrato il freddo perverso che poi ha attaccato gli intesti-

ni (da Tai Yang/Intestino Tenue fino a Yang Ming/Stomaco e Grosso Intestino) dando vita

a diarrea con feci liquide e chiare. A supporto del trattamento reflessologico, ho consiglia-

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to al soggetto l’applicazione di sale caldo sui reni per apportare calore all’interno del corpo.

Risultato. Dopo la 9° seduta, sono terminate le scariche diarroiche, anche l’intestino si è

regolarizzato ma solo dopo un’eccessiva perdita di liquidi e sali minerali essenziali che si

ritiene responsabile, insieme alla massiccia dose di antibiotici ingeriti, dell’astenia e della

debilitazione.

10.7. Evoluzione del caso clinico (quinta fase)

Dopo una pausa nei trattamenti durata circa un mese, il soggetto conferma la netta

percezione di un miglioramento del disturbo dell’insonnia manifestatosi dopo le preceden-

ti sedute. In questo periodo Nathàlia si sta sottoponendo ad una serie di esami all’appa-

rato gastroenterico perchè ha scarso appetito e poco dopo aver mangiato, spesso è colpi-

ta da scariche diarroiche con feci non formate: sospetta l’intolleranza a qualche cibo per-

ciò sente la necessità di sottoporsi ad esami clinici approfonditi.

Dal punto di vista della Medicina Tradizionale Cinese ci sono chiari sintomi di un vuoto dello

Yang della Milza, confermati dall’area riflessa sul piede sinistro completamente in vuoto:

solo con una leggera pressione, il dito sembra attraversare il piede da parte a parte!

Durante i colloqui, lamenta il fatto di non trovarsi bene nel luogo in cui vive attualmente,

di non riuscire a trovare una nuova casa e un uomo che sia in grado di farla sentire rea-

lizzata come donna e come compagna. Ha da poco concluso una relazione sentimentale

ed è forte il lei la voglia di poter concretizzare cambiamenti importanti nella sua vita pri-

vata. Le sue dichiarazioni sembrano confermare perciò la presenza di quelle forme depres-

sive che erano state solo ipotizzate durante la prima indagine reflessologica (cap. 10.2).

Le caratteristiche morfologiche dei piedi: tendenza al piattismo, colore della pelle biancas-

tra, consistenza morbida e fredda della componente carnosa, la tipologia Tai Yin del

soggetto, l’orario dei risvegli precoci che si concentrano nella fascia circadiana collegata al

meridiano del Polmone, diventano ora elementi a confutazione dell’ipotesi formulata. In

questo attuale quadro sfavorevole, il desiderio di Nathàlia di operare un “cambiamento” è

senza dubbio un fattore positivo, su cui vale la pena continuare a puntare anche a scopo

terapeutico.

Trattamento reflessologico. Nelle successive sedute imposto il trattamento per acce-

lerare i processi già instaurati in precedenza e limitare gli effetti della depressione.

• Massaggio in tonificazione delle aree riflesse di milza, stomaco, intestino tenue e

grosso intestino: per sostenere nel suo complesso un apparato gastroenterico assai debi-

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litato in questa fase.

• Massaggio dell’area riflessa della circolazione linfatica para-vertebrale, con partico-

lare attenzione alle zone relative all’innervazione metamerica di stomaco e polmone: per

aumentare il sostegno dell’apparato gastroenterico e iniziare a tonificare l’organo più col-

pito dalle sindromi depressive.

• 6MP, 36ST: per tonificare il Qi della Milza, svuotata anche dalle eccessive rimugi-

nazioni.

• 1P (Zhongfu – Residenza Centrale), 2P (Yùnmén – Porta delle nuvole), 15ST (Wuyì

– Stanza nascosta): per aiutare Nathàlia a respirare in modo efficace e invertire la pola-

rità della sindrome depressiva, intesa come una diminuita pressione respiratoria.

• 40VB: in quanto punto Yuan, per accelerare il ripristino delle capacità decisionali

già avvenuto in precedenza, per alimentare l’energia della Vescicola Biliare e la sua capa-

cità di spazzare via le rimuginazioni, è il Vento del Legno che rimuove l’umidità della Terra,

riequilibrando così anche il deficit che è causa dei precoci risvegli mattutini (cap. 7.4).

• 7C: per calmare lo Shen e favorire la discesa dello Yang.

Gli agopunti 6MP, 36ST, 40VB e 7C sono stati trattati con il supporto della moxibustione.

Risultato. Il giorno successivo alla prima seduta impostata in questo modo, ricevo un

messaggio da Nathàlia la quale mi scrive che subito dopo il trattamento si è sentita

alquanto agitata e che, per la prima volta, dopo un risveglio precoce è riuscita a riaddor-

mentarsi senza problemi.

10.8. Conclusioni

Analizzando le fasi di evoluzione del caso clinico, quella che inizialmente era risultata

insonnia primaria va successivamente inquadrata come insonnia secondaria, la quale rap-

presenta il disagio più fastidioso di una condizione generale deficitaria che si manifesta con

squilibri soprattutto nei Movimenti Terra e Metallo.

Il “disconoscimento del sé”, le eccessive rimuginazioni e la perdita dell’auto-stima stanno

indebolendo la Terra e il movimento Metallo di cui la Terra è madre, dando vita a forme di

depressione, scarsa vitalità, ansie e preoccupazioni. La Terra sta franando e si sta rivoltan-

do anche contro il movimento che la controlla, il Legno: da qui l’incapacità di prendere

concretamente delle decisioni.

Come sempre accade nella realtà, il quadro clinico comprende sfumature e sfaccettature

tali da non permettere l’identificazione di una sola origine patologica per l’insonnia anche

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se, in relazione ai sintomi descritti, può essere ricondotto ad una carenza di

Cuore/Vescicola Biliare (cap. 7.4).

I trattamenti di reflessologia plantare sono stati impostati per eliminare questo tipo di

squilibrio e per sostenere il Movimento Terra nel suo complesso.

Nel mese di Giugno 2008, Nathàlia ha messo in atto cambiamenti importanti nella sua vita

privata.

Innanzitutto ha trovato una nuova casa e si è avvicinata alla zona in cui trascorre la mag-

gior parte della giornata sia per gli impegni di lavoro che per il suo tempo libero: ciò le ha

permesso sia di assumere orari più regolari in cui andare a dormire che di ricominciare

l’attività fisica, si allena col metodo Pilates e segue corsi di yoga.

Il disturbo dell’insonnia viene avvertito in modo notevolmente ridotto e quando le capita

di risvegliarsi durante la notte, il riaddormentamento non presenta più particolari difficoltà.

Statisticamente, l’orario dei risvegli si è spostato dalla fascia oraria 03.00 – 05.30 alla fas-

cia compresa tra le 06.00 e le 07.00 del mattino per cui, nell’orologio circadiano, si evi-

denzia il passaggio dal meridiano Tai Yin (Polmone), al suo accoppiato Yang Ming (Grosso

Intestino). Dal punto di vista clinico della Medicina Tradizionale Cinese, il passaggio si sta

manifestando sotto forma di uscita, superficializzazione, dallo Yin verso lo Yang e ciò rap-

presenta senza dubbio un netto miglioramento della situazione generale. Il poter dormire

meglio e l’esercizio fisico conferiscono a Nathàlia un miglior tono e anche il viso appare più

disteso e rilassato rispetto a prima.

Le ultime sedute sono eseguite alla fine del mese di Giugno, siamo perciò in piena estate

ed è giunto il periodo delle meritate ferie, restiamo d’accordo di riprendere i trattamenti

di mantenimento a partire dal mese di settembre 2008.

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APPENDICE

A. Hertz

L’hertz (Hz) è l’unità di misura internazionale delle frequenze che

può essere applicata a qualsiasi evento periodico; prende il nome

dal fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz (fig. 22) che portò impor-

tanti contributi alla scienza, soprattutto nel campo dell’elettroma-

gnetismo.

Un hertz significa semplicemente “uno al secondo” per cui 50 Hz =

cinquanta al secondo, 100 Hz = cento al secondo e così via; per

esempio, si può dire che un orologio ticchetta a 1 Hz.

L’unità dimensionale dell'Hertz è t-1 o, in termini frazionari, 1/t.

Nelle vecchie pubblicazioni si può trovare l’unità equivalente cicli

per secondo (cps).

B. Elettroencefalografia

L’elettroencefalografia (EEG, fig. 23) è la registrazione dell’attività

elettrica del cervello. Questa tecnica fu inventata e perfezionata

negli anni ’20 dallo svizzero Hans Berger (cap. 2, fig. 4), il quale

scoprì le differenze di potenziale elettrico tra aghi infissi nello

scalpo oppure tra due piccoli dischi di metallo, i cosiddetti elettro-

di, quando essi sono posti a contatto sulla cute sgrassata del cuoio

capelluto. La continua fluttuazione della normale attività cerebrale

induce tra vari punti del cuoio capelluto piccole differenze di poten-

ziale elettrico espresse in milionesimi di volt (Microvolt - µV) che

vengono amplificate e registrate in modo da ottenere un tracciato

che evidenzia, per ciascun elettrodo, le variazioni del voltaggio nel

tempo: questa rappresentazione grafica viene denominata

Elettroencefalogramma (nelle fig. 24 e 25 due diversi esempi di

Fig. 22

Heinrich Rudolf Hertz

Fig. 23

Moderno EEG

Fig. 24

Tracciato EEG normale e a basso voltaggio

Fig. 25

Tracciato EEG patologico

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tracciato encefalografico).

C. Elettromiografia

L’elettromiografia (EMG) misura i potenziali elettri-

ci che si formano in un muscolo durante la sua

contrazione volontaria.

Questi potenziali sono causati dalla depolariz-

zazione elettrica delle fibre muscolari in risposta

all’arrivo di un impulso elettrico alla sinapsi neuro-

muscolare, ovvero il punto di contatto tra la termi-

nazione di un nervo periferico e la membrana di

una fibra muscolare.

L’esame di EMG permette la distinzione tra una

miopatia, ovvero una malattia muscolare come ad

esempio la distrofia, la miosite o la miastenia e

una neuropatia, una malattia del sistema nervoso

pFig. 28 - Tracciato EMG patologicoeriferico come

esempio una neurite, una sindrome di compres-

sione di una radice di un nervo periferico da ernia

del disco o la sindrome del tunnel carpale.

Fig. 26 – Elettromiografia (EMG)

Fig. 27- Tracciato EMG normale

Fig. 28 - Tracciato EMG patologico

D. Elettrooculogramma

L’elettrooculogramma (EOG in fig. 29) costituisce la regi-

strazione del campo elettrico peri-orbitario secondario alla dif-

ferenza di potenziale fra polo anteriore e polo posteriore del

bulbo oculare, a sua volta dipendente dalla differenza di potenziale esistente fra gli strati

esterni (elettronegativi) e interni (elettropositivi) della retina.

La registrazione avviene tramite due elettrodi posti al cantus interno e al cantus esterno

dell’occhio, facendo compiere agli occhi movimenti laterali durante una prima fase di adat-

tamento al buio e una successiva di adattamento alla luce: il rapporto fra la massima dif-

ferenza di potenziale ottenuta in condizioni di luce e la minima differenza di potenziale

ottenuta in condizioni di buio determina l’indice di Arden, ovvero il parametro di riferimen-

to per la valutazione dell’EOG.

Fig. 29

Elettrooculogramma

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E. Lo sbadiglio

Lo sbadiglio è un riflesso che consiste in una profonda inspi-

razione seguita da un’altrettanto generosa espirazione.

Nonostante si tratti di un gesto particolarmente comune per

uomini e molti animali, si conosce ancora poco sui meccanis-

mi fisiologici dai quali trae origine. Si sbadiglia in diverse situ-

azioni, in ognuna delle quali si può riscontrare un significato

differente: sbadigliamo, per esempio, nei momenti che pre-

cedono il riposo dettato dai ritmi circadiani, durante e dopo

un pasto, ma anche in situazioni che hanno un determinato

significato sociale e sessuale.

Per l’essere umano, lo sbadiglio è anche un atto particolarmente contagioso: infatti c’è chi

sostiene che sia un modo per comunicare apatia, da cui nascerebbe la contagiosità del

gesto, condividendo il comportamento e lo stato fisiologico di chi ci sta attorno.

Relativamente ai motivi fisiologici per cui si sbadiglia sono state avanzate numerose ipote-

si ed è molto probabile che tale riflesso derivi dall’integrazione di diversi stimoli.

Una delle prime ipotesi formulate e sostenuta ancora oggi è che lo sbadiglio sia un’azione

avente lo scopo di migliorare l’efficienza fisica mediante l’aumento della quantità di

ossigeno nel sangue e nell’organismo, in risposta ad una eccessiva presenza di anidride

carbonica.

Alcuni esperimenti effettuati ponendo dei copricapo riscaldanti o raffreddanti sulla testa di

soggetti intenti a guardare video di sbadigli, hanno evidenziato che sbadigliare è anche un

modo per mantenere costante la temperatura corporea, evitando che questa salga ecces-

sivamente.

Altre teorie riguardano la possibilità che lo sbadiglio possa essere:

1. un riflesso scatenato dai neuro-trasmettitori, soprattutto dalla serotonina, che,

agendo a livello cerebrale, influenzi emozioni, umore, appetito e altri aspetti della vita.

2. un riflesso inconscio di imitazione che sta alla base dell'apprendimento umano, così

come succede nell'acquisizione del linguaggio.

3. uno strumento di comunicazione non verbale per segnalare ai membri di un grup-

po il proprio stato di stanchezza.

Tutte queste diverse teorie sono un chiaro esempio di quanto complessi siano i meccanis-

mi fisiologici che regolano le diverse funzioni corporee e quindi anche un atto spontaneo

come lo sbadiglio che proprio per questo non andrebbe mai represso.

Fig. 30 – Un bello sbadiglio!

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INDICE

Introduzione 3

1. Cos’è il sonno? 6

1.1. Le funzioni del sonno 8

2. Le onde cerebrali 10

2.1. Gli emisferi cerebrali 12

2.2. I fenomeni della risonanza e della risposta in frequenza 13

2.3. Il ritmo bi-auricolare 14

2.4. Effetto Mozart 14

3. La fisiologia del sonno 17

3.1. Ciclo del sonno 22

4. Il ritmo sonno-veglia 24

4.1. L’orologio circadiano 24

4.2. Il percorso circadiano 25

4.3. Funzione psichica nel ritmo sonno-veglia: gli Shen 26

4.4. Funzione energetica nel ritmo sonno-veglia: la Wei Qi 27

4.5. Funzione energetica nel ritmo sonno-veglia: i Meridiani Straordinari 28

4.6. Funzione organica nel ritmo sonno-veglia: Fegato e Sangue 29

5. I sogni e l’attività onirica 31

5.1. I sogni secondo la visione della MTC 32

6. Cos’è l’insonnia? 35

6.1. Insonnia idiopatica 36

6.2. Soggettività dell’insonnia 37

6.3. Classificazione dei disturbi del sonno 37

6.4. Dissonnie e forme di insonnia 38

6.5. Insonnia psicofisiologica 39

6.6. Sindrome delle gambe senza riposo 40

7. Cause di insonnia per la MTC 42

7.1 Instabilità degli Shen 42

7.2 Cause di insonnia iniziale 43

7.3 Cause di insonnia centrale 47

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7.4 Cause di insonnia terminale 48

7.5. Schema riassuntivo delle cause di insonnia per la MTC 49

8. Geobiologia 50

8.1. Il Feng Shui 51

8.2. La camera da letto e il Feng Shui 51

9. Norme igieniche per dormire bene 54

9.1. Lo stile di vita 55

9.2. L’alimentazione 56

10. Un caso clinico di insonnia 57

10.1. Quadro clinico iniziale 57

10.2. Indagine Reflessologica Zu 58

10.3. Evoluzione del caso clinico (prima fase) 59

10.4. Evoluzione del caso clinico (seconda fase) 60

10.5. Evoluzione del caso clinico (terza fase) 62

10.6. Evoluzione del caso clinico (quarta fase) 63

10.7. Evoluzione del caso clinico (quinta fase) 64

10.8. Conclusioni 65

APPENDICE 67

A. Hertz 67

B. Elettroencefalografia 67

C. Elettromiografia 68

D. Elettrooculogramma 68

E. Lo sbadiglio 69