1 Psicologia Sociale e della Comunicazione Social Cognition Cognizione di Sé Prima Impressione Attribuzioni Causali [email protected]
1
Psicologia Sociale e della Comunicazione
Social Cognition
Cognizione di Sé
Prima Impressione
Attribuzioni Causali
Il Sé
Non è solo riconoscere di avere un corpo
Video Rouge test
Twenty Statements Test
Il metodo di codifica più comune identifica quattro categorie di base della percezione di sé, ciascuna rappresenta diversi livelli di astrazione (Cousins, 1989).
● A. Physical. Attributi fisici e osservabili che non richiedono l’interazione, come i dati della carta di identità (es. età, genere)
● B. Social. Riferimento al ruolo sociale, istituzionale, appartenenza e altri status definiti socialmente (es. "studente")
● C. Attributive. Attore situation-free caratterizzato da stili personali di azione, sentimento e pensiero (es. “amichevole," "sveglio")
● D. Global. Definizioni ampie che trascendono il ruolo social e l’interazione e che non danno informazioni sulle caratteristiche individuali (es. "essere umano" "essere vivente").
Es. Leone, Siag, Sarrica, 2014: “I am Palestinian”, “I am a refugee”, “I am Arab”, “I am a young person”, “I am Muslim”.
Prospettiva Cognitivista
Sé: insieme di conoscenze che riguardano noi stessi
Schema di Sé: “generalizzazioni cognitive circa il sé, derivate dall’esperienza passata, che organizzano e guidano il processamento dell’informazione relativa al sé contenuta nelle esperienze sociali individuali” (Markus, 1977, p.64)
Modello 'solido'
Sé: struttura organizzata in maniera stabile…con possibilità plastiche in situazioni differenti e lungo il tempo
Sé
…
…
…
…
…
Sé – posizione centrale
Maggiore accessibilità: gli schemi di sé sono molto utilizzati e rimangono perciò altamente salienti ed accessibili.
Organizzazione intorno a stati interni: gli schemi di sé sono strutturati includendo informazioni non osservabili
Maggior intensità emotiva: il grado di intensità affettiva è maggiore per le informazioni legate al sé rispetto agli altri
Sé – Altri vicini: caratteristiche schematiche simili
Rappresentare sé a se stessi
Self-serving bias: tutte quelle distorsioni cognitive finalizzate a preservare una concezione positiva di sé.
Ricerca di autostima, efficacia, continuità, distintività: per lo sviluppo di una identità è necessaria la percezione di stabilità sia in situazioni differenti che lungo il tempo.
È fondamentale, inoltre la percezione di unicità rispetto agli “altri”.
Minacce all'identità
Molti Sé
Working self: non tutte le informazioni riferite al sé sono contemporaneamente accessibili. L’interazione con la situazione (informazioni provenienti dall’ambiente sociale) attiva alcuni elementi.
Sé reale, Sé ideale, Sé normativo (Higgins): non solo conoscenza di come siamo, ma anche di come vorremmo essere e come dovremmo essere.
Discrepanza tra diversi sé porta a forme diverse di reazione emotiva: riduzione del tono dell’umore, distress.
Molti gruppi – Molti “altro generalizzato”
Psicologia Cross-culturale
Non basta catalogare le somiglianze e le differenze esistenti, poiché queste non sono che il punto di partenza per l’indagine. È più importante dimostrare come le variazioni culturali sono dei fatti che hanno una direzione.Studiare le differenze culturali in termini di cambiamento e direzione è superare immediatamente la posizione del relativismo.(Asch, 1952, p.414 ed. it.).
Psicologia Cross-culturale
La cross-cultural psychology, è definita come:
lo studio scientifico del comportamento umano e della sua trasmissione, prendendo in considerazione i modi in cui i comportamenti sono definiti e influenzati dalle forze culturali (Segall et al., 1990).
E il suo scopo è:
determinare i limiti entro cui le teorie generali di psicologia restano valide e i tipi di cambiamento di cui queste teorie hanno bisogno per renderle universali (Triandis et al., 1973).
the west toward the rest
Sé e cultura
Hazel Rose Markus e Shinobu Kitayama (1991)
due modalità fondamentali di costruire il sé in relazione all’ambiente circostante:
“per il sé interdipendente gli altri sono inclusi all’interno delle barriere del sé poiché le relazioni con gli altri in contesti specifici sono caratteristiche che definiscono il sé. […] Le caratteristiche attraverso cui si definisce il sé indipendente sono attributi, abilità, tratti, desideri e motivi che possono essere stati prodotti sociali ma che sono divenuti ‘proprietà’ dell’individuo” (Markus e Kitayama, 1991, p. 246)
Sé e cultura
Caratteristiche Sé Indipendente Sé Interdipendente
Definizione Separato dal contesto sociale Connesso col contesto sociale
Struttura Unitaria, stabile, definita Flessibile, variabile
Caratteristiche importanti
Interne, private (abilità, pensieri, sentimenti)
Esterne, pubbliche (status, ruolo, relazioni)
Compiti
Essere unici Esprimersi Autorealizzarsi Promuovere i propri interessi Essere diretti “di quello che pensi”
Appartenere, adattarsi Occupare il proprio posto Compiere azioni appropriate Promuovere gli obiettivi altrui Essere indiretti
Ruolo degli Altri
Self-evaluation: gli altri sono importanti per il confronto sociale, valutazione riflessa
Self-definition: le relazioni con gli altri in contesti specifici definiscono il sé
Basi dell’autostima
Abilità nell’esprimere il sé, validazione degli attributi interni
Abilità nell’adattarsi e nel contenersi, mantenimento dell’armonia nel contesto sociale
Sé come guida nell’elaborazione di informazioni
Markus (1977) esperimento basato sui tempi di reazione
lo sperimentatore chiede ai partecipanti di definirsi lungo la dimensione “indipendenza/ dipendenza” dagli altri.
Distinzione tra gruppi “schematici” o “aschematici”.
● Prova: leggere una serie di aggettivi su uno schermo e dichiarare, premendo un pulsante, se ogni aggettivo li descrive o meno.
Sé come guida nell’elaborazione di informazioni
Markus (1977) esperimento basato sui tempi di reazione
lo sperimentatore chiede ai partecipanti di definirsi lungo la dimensione “indipendenza/ dipendenza” dagli altri.
Distinzione tra gruppi “schematici” o “aschematici”.
● Prova: leggere una serie di aggettivi su uno schermo e dichiarare, premendo un pulsante, se ogni aggettivo li descrive o meno.
● Risultati: relazione tra schematicità e tempi di reazione
gli “schematici” sono più veloci nell’attribuirsi aggettivi coerenti con il proprio schema di sé;
gli “aschematici” sono impiegano gli stessi tempi nel giudicare ambedue i tipi di aggettivi
La prima impressione
Anderson (1965) modello algebricomedia ponderata: valutazione e successiva combinazione
Intelligente 4 x 3
Abile 3 x 2
Laborioso 2 x 2
Caldo 1 x 4
Determinato 1 x 2
Pratico 1 x 1
Prudente 2 x 1
Intelligente 4 x 3
Abile 3 x 2
Laborioso 2 x 2
Freddo 1 x 4
Determinato 1 x 2
Pratico 1 x 1
Prudente 2 x 1
La prima impressione
Fiske e Neuberg (1990) i due modelli non sono alternativi, la scelta del processo dipende dalle motivazioni cognitive
18
Psicologia Sociale e della Comunicazione
Social Cognition
Attribuzioni Causali
Questioni di prospettiva
Piaget: Superamento della prospettiva egocentrica - Sally e Anne (video)
Questioni di prospettiva
Teoria della mente: attribuire a sé (metacognizione) e agli altri degli stati mentali (pensieri, finalità, emozioni)... comprendere gli altri e prevederne il comportamento, agire e comunicare coerentemente.
Attribuzione causale
Come mai si è comportato così?
bisogno di spiegare gli eventi al fine di controllare, prevedere, agire, comunicare in modo congruente
Il locus
Locus interno: il comportamento è dovuto alle scelte (motivazione) ed alle caratteristiche (abilità) della persona
Locus esterno: il comportamento è dovuto alla situazione
Le Disposizioni
● Gli elementi più informativi sono
Effetti non comuni: le scelte effettuate non rientrano nella norma, ci informano circa preferenze specifiche della persona
Desiderabilità sociale: le scelte effettuate non sono dovute al desiderio di apparire positivamente agli occhi degli altri, ci informano circa disposizioni interne
Libera scelta: le scelte effettuate non sono dovute a coercizioni ambientali (o a ruoli ricoperti), non sono attribuibili a fattori esterni
(Modello delle attribuzioni di Weiner)
Weiner (1986): raggruppa i modelli precedenti
Le persone considerano molteplici cause prendendo in considerazione
Locus (interno-esterno)
Stabilità (stabile-instabile)
Controllo (si-no)
Cause complesse e prevedibilità dei comportamenti
(Modello delle attribuzioni di Weiner)
Interne Esterne
Stabili Instabili Stabili Instabili
Controllabili Padronanza ImpegnoRisorse continue
Risorse temporanee
Incontrollabili Disposizione EnergiaTipo di
Compito Fortuna
Tendenze sistematiche nei processi di attribuzione
Self serving bias: tendenza ad attribuire i propri successi a cause interne e gli insuccessi a cause esterne
L’errore fondamentale di attribuzione: tendenza a sovrastimare i fattori disposizionali e sottostimare i fattori situazionali
Es. Jones e Harris (1967).: lo studente comunista
Interpretazioni:
Heider (1958): le cause vengono attribuite a differente salienza percettiva: l’attore è percepito come figura saliente, la situazione o sfondo rimane in ombra.
● Gilbert (1989): due fasi nel processo: inizialmente l’individuo compie una attribuzione disposizionale automatica; se il contrasto fra evidenza e attribuzione è troppo grande, si compie un aggiustamento in base alle influenze situazionali
Tendenze sistematiche nei processi di attribuzione
La discrepanza attore-osservatore: tendenza ad attribuire le cause del proprio comportamento a fattori situazionali, e le cause del comportamento altrui a fattori disposizionali
l’attore dispone di conoscenze accurate sul modo in cui si è comportato in passato rendendo più difficili attribuzioni disposizionali verso sé (Coerenza)
per l’attore è saliente la situazione, mentre per chi osserva il fattore più saliente è chi compie l’azione (figura/sfondo)
● Interazione con comportamenti positivi o negativi
28
Psicologia Sociale e della Comunicazione
Social Cognition
Atteggiamenti e Comportamenti
Atteggiamento: un costrutto sfuggente
L’atteggiamento è un costrutto, ovvero un “oggetto ipotetico” introdotto per descrivere e spiegare processi cognitivi non osservabili.
Autori differenti, facendo riferimento a prospettive teoriche diverse, attribuiscono o sottolineano caratteristiche e funzioni differenti dello stesso costrutto.
Fishbein e Ajzen, nel 1975, identificano fino a 500 definizioni differenti di “atteggiamento”
Principali definizioni di atteggiamento
Thomas e Znaniecki (1918): “è un processo mentale individuale che determina le risposte sia attuali sia potenziali di ogni individuo…”.
Principali definizioni di atteggiamento
Allport (1935): “è uno stato di prontezza mentale e neurologica organizzato nel corso dell’esperienza, che esercita un’influenza direttrice o dinamica sulle risposte di un individuo a tutti gli oggetti e situazioni con cui è in relazione”
Principali definizioni di atteggiamento
Eagly e Chaiken (1993): “è una tendenza psicologica espressa attraverso la valutazione di una particolare entità […] Tendenza psicologica fa riferimento ad uno stato interno della persona e valutazione fa riferimento ad ogni classe di risposta […] cognitiva, affettiva o comportamentale”
Atteggiamento come costrutto tripartito
Componente cognitiva informazioni e credenze circa l’oggetto
Componente affettiva reazione emotiva legata all’oggetto
Componente comportamentale intenzioni di compiere azioni suscitate dall’oggetto
Atteggiamento
Atteggiamento come schema
Schema: struttura cognitiva, organizza in memoria le componenti.
È soggetto a bias e euristiche: disponibilità (è presente in memoria)
accessibilità (è facile richiamarlo dalla memoria)
che cosa ne so
che emozioni suscita in me
come mi devo comportare
Come si formano
Dagli approcci cognitivisti sono considerati un prodotto dell’apprendimento.
Possiamo distinguere tra atteggiamenti memory based e online.
. Esperienza diretta: più resistenti al cambiamento, forte associazione tra rappresentazione, ancorata nella memoria episodica, e valutazione
. Esperienza mediata: osservazione del comportamento altrui
. Comunicazione: ricezione delle valutazioni espresse sia a livello interpersonale che all’interno di gruppi di appartenenza.
. Mere exposure
Che funzioni svolge?
Tendenza valutativa stabile: una volta formati esprimono valutazioni relativamente strutturate e quindi stabili nel tempo
Adattamento sociale: sono appresi nel corso della socializzazione e sono legati a norme e valori del gruppo di appartenenza (o cui si vuole appartenere)
Conoscitiva: come tutti gli schemi organizzano l’elaborazione e il mantenimento dell’informazione
Ego-difensiva: le valutazioni strutturate, ad es. sulle altre persone, possono servire a difendere il sé (loro sono diversi da me)
Influenzano il comportamento…
Atteggiamenti e Comportamenti
Atteggiamento come disposizione comportamentale ma alla prova dei fatti…
La Piere, 1934 – In viaggio coi cinesi
Comportamento: rifiutati in 1 solo caso su 251 alberghi
Atteggiamento: 92% degli albergatori dichiarano di non accettare membri della razza cinese
Anni ’60, incongruenza tra atteggiamento e comportamento porta alcuni ad abbandonare il costrutto (svolte discorsive), altri a ridefinire il costrutto e la sua relazione con l’azione
Teoria dell’azione ragionata - Premesse
Atteggiamento come processo valutativo dell’azione specifica: no a valutazioni di atteggiamenti generali e comportamenti particolari
Atteggiamento verso il
comportamentoComportamentoIntenzioneCredenza
Credenza
Credenza
Modello Aspettativa per Valore A= Σ (Aspettativa x Valore)
L’atteggiamento è la somma delle credenze, costruite su 2 domande:
Quanto è probabile che l’oggetto abbia certe caratteristiche?
Quanto valgono per me?
Teoria dell’azione ragionata – Fishbein & Ajzen 1975
Intenzione comportamentale
Credenze circa le norme sociali (aspettative di dis/approvazione x Motivazione
a compiacerle)
Norme soggettive
Credenze e Valutazioni circa le conseguenze del comportamento
Atteggiamento verso il comportamento
Comportamento
Contesto● (info?)
ComportamentoInformazione Atteggiamento
Contesto● (info?)
Informazione e cambiamento di atteggiamenti
Promuovere il cambiamento senza dire niente…
Mere exposure (Zajonc): la semplice esposizione ad uno stimolo privo di significato fa migliorare la valutazione dello stimolo
Dissonanza cognitiva (Festinger ‘57): gli elementi cognitivi sono collegati tra loro in modo consonante, dissonante o irrilevante. La dissonanza dipende dalla quantità e dalla rilevanza per la persona degli elementi discordanti nel sistema.
Modificare un elemento
Aggiungere dati cognitivi
Modificare l’importanza attribuita ai dati disponibili
Dissonanza
il ruolo dell’iniziazione
Aronson e Mills (1959)
Soggetti: studentesse di college che devono partecipare ad un incontro di educazione sessuale
Variabile manipolata: iniziazione
severa (leggere e mimare atti sessuali espliciti)
leggera (leggere un testo edulcorato)
Compito noioso di ascolto di una discussione di gruppo
Dissonanza
Chi è sottoposto ad iniziazione severa considera la discussione più interessante…
…così come in alcuni gruppi…
20 $ per una menzogna
Festinger e Carlsmith (1959)
Soggetti: studenti universitari
Procedura: gli studenti svolgono un compito noioso quindi, viene chiesto loro di dire al prossimo soggetto che l’esperimento è divertente (situazione di dissonanza)
Variabile manipolata: ricompensa offerta per la menzogna
20 $ (alta ricompensa) vs. 1 $ (bassa ricompensa)
Variabile dipendente: viene infine chiesto ai partecipanti di valutare il compito (atteggiamento)
Chi riceve 1 $ modifica l’importanza attribuita ai dati disponibili e cambia atteggiamento per tornare in equilibrio
DissonanzaNuovo equilibrio
Kenworthy et al., 2011 ERSP
Kenworthy et al., 2011 ERSP
Variabili alla base della dissonanza:
● Percezione di avere una scelta (illusione della scelta)
● Natura pubblica o privata dei comportamenti
● teorie del Sé: competente, coerente, moralmente positivo
● Conseguenze per sé e per gli altri
● Attribuzione causale