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NKAAU - RdT - la Rivista del Turismo - Trimestrale - 15 - Poste Italiane spa sped. abb. postale 70% LO/MI la RIVISTA delTURISMO C CE EN NT TR RO O S ST TU UD DI I T TO OU UR RI IN NG G C CL LU UB B I IT TA AL LI IA AN NO O R d T la RIVISTA delTURISMO C CE EN NT TR RO O S ST TU UD DI I T TO OU UR RI IN NG G C CL LU UB B I IT TA AL LI IA AN NO O R d T 1 | 2010 TURISMO E SPORT Coppia vincente TURISMO E SPORT Coppia vincente GOOGLE | Metti i viaggi nel motore VIE E CAMMINI | Il modello Santiago GOOGLE | Metti i viaggi nel motore VIE E CAMMINI | Il modello Santiago
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Rodolfo Baggio Articolo Jan 2010

Dec 18, 2014

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BTO Educational

Rivista del Turismo
Gennaio 2010
Sistemi turistici complessi
Rodolfo Baggio
Università Bocconi - Master in Economics and Tourism and Dondena Center for Research on Social Dynamics

Il Prof. Rodolfo Baggio è uno dei pionieri del web italiano, sicuramente uno dei più accreditati docenti universitari sui temi del Travel e ora del Travel 2.0.

Nato a Napoli si è laureato in Fisica a Milano. Si è occupato professionalmente di informatica in diverse aziende, in Italia e all’estero, specializzandosi in progettazione di sistemi informativi e formazione manageriale.

E’ docente di Informatica presso l’Università Bocconi di Milano, coordina l’area di Sistemi Informativi e Tecnologie di Comunicazione al Master in Economia del Turismo della stessa Università ed è research fellow al Dondena Center for Research on Social Dynamics.

Ha svolto ricerche e pubblicato lavori nel campo delle tecnologie per il turismo. Ha tenuto corsi e conferenze in università italiane e straniere. Attualmente si occupa dell’applicazione delle teorie del caos e della complessità e dell’analisi di reti alle destinazioni turistiche.

Su questo tema ha conseguito un dottorato (PhD) presso la School of Tourism, dell’Università del Queensland, Australia.
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TURISMO E SPORTCoppia vincenteTURISMO E SPORTCoppia vincente

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E D I T O R I A L E

La nuova bussola del turismo 3

M E R C A T I

La brochure non basta più 4Josep Ejarque e Sara Peiroleri

T E N D E N Z E

Se il bene è comune 10Martha M. Friel e Michele Trimarchi

F O C U S : T U R I S M O S P O R T I V O

Turismo e sport: coppia vincente 14a cura del Centro Studi Tci

La Commissione sport e turismo 16Stefano CagnoniGiro d’Italia e Milano City Marathon 20Matteo CavazzutiClub di prodotto: “Treviso. La Provincia dello Sport” 24Elena Bisiol e Matteo Marceddu La vacanza del tifoso 26Fabio Sacco

M A N A G E M E N T

Sistemi turistici complessi 30Rodolfo Baggio Altra spiaggia stesso mare 38Franco Gaiarsa

E S P E R I E N Z E

Seguendo la flecha amarilla 44Alberto ConteVenezia: maneggiare con cura 50Giovanni Santoro

R U B R I C H E

ON THE JOB Il NU.M.E. dei mercati emergenti 59

OPEN SPACE Google: i viaggi nel motore 62

SOMMARIO1 | 2010

Touring Club Italiano

Presidente: Roberto Ruozi

Direttore generale: Fabrizio Galeotti

Centro Studi TciDirettoreMassimiliano Vavassori

Area Ricerche e PubblicazioniMatteo Montebelli (responsabile)Marta BearzottiMonica MartinelliMaria-Chiara MinciaroniJacopo Zurlo

RdT - laRIVISTAdelTURISMOTouring Club ItalianoCorso Italia, 10 - 20122 MilanoTel. 02 8526331 - Fax 02 [email protected]

Direttore responsabileMarco Berchi

Progetto grafico e impaginazioneEmmegi Multimedia Srl

StampaGruppo Stampa GB Srl, Cologno M. (MI)

Ufficio PubblicitàTel. 02 8526216 - Fax 02 [email protected]

Ricerca iconograficaElisabetta Porro(Centro Documentazione Tci)

Informazioni sugli abbonamentitel. 840 [email protected] Rivista del Turismo è in vendita in abbonamento (per le tariffe si veda la pagina con il coupon). Copie singole e arretrate sono disponibili al prezzo di ? 15 chiamando il n. 840 888802 o presso i Punti Touring (l’elenco è sul sitowww.touringclub.it)

Registrazione Tribunale di Milano 10 febbraio 1999, n. 94

© 2010 Touring Club Italiano,MilanoCodice NKAAUFinito di stampare nel mese di aprile 2010

ISSN 1972-1390

In copertina:Fausto Coppi ai Campionati mondiali di ciclismo svoltisi in Svizzera a Lugano,1953, Archivio Tci

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Parlare di turismo – e dell’andamento del settore negli ultimi mesi –significa fare i conti con una delle parole inevitabilmente più usate, e abusate, di questi tempi: “crisi”. Non è un caso, infatti, che anche alla recente Borsa Internazionale del Turismo di Milano l’interesse

di tanti operatori e giornalisti fosse capire com’era andato il turismo in Italia e quali fossero le prospettive per il 2010.Capire, dunque. Districarsi tra dati e statistiche, spesso contrastanti, che invece di spiegare rendono indecifrabile e oscuro un settore fondamentale per la nostraeconomia. È per rispondere a una diffusa esigenza di conoscenza che il CentroStudi Tci ha dunque realizzato un nuovo strumento di ricerca e divulgazione –TurisMonitor 2010 – che, in 80 pagine ricche di grafici, mappe e tabelle,rappresenta un distillato dei dati-chiave del settore a livello internazionale e nazionale a supporto di coloro che si occupano di temi legati ai viaggi e alle vacanze in ambito professionale e di studio.Cosa emerge, in sintesi, dal TurisMonitor? Senz’altro che il turismo ha subìto alivello globale una battuta d’arresto. Nella seconda metà del secolo scorso, infatti,il settore è cresciuto a ritmi impressionanti: gli arrivi internazionali sono triplicatiin trent’anni, passando la soglia dei 900 milioni. Lo scenario è cambiato a seguitodella crisi che ha provocato nel 2009 un calo dei flussi di circa il 4%: neppure leguerre, gli attentati, le calamità naturali e le epidemie degli ultimi anni eranoriusciti a frenare così bruscamente la “corsa” dei viaggiatori. E per l’Italia? Il consuntivo 2009 ci dice che l’incoming tricolore è rimastopressoché invariato rispetto al 2008. A cambiare sono stati, invece, icomportamenti di consumo: soggiorni più brevi che hanno prodotto un calo deipernottamenti e, conseguentemente, una spesa più contenuta degli stranieri (-7,3%). Per quanto riguarda le partenze degli italiani, al contrario, non sembradiminuita la propensione all’outgoing: alla diminuzione del turismo domesticonei primi otto mesi del 2009 (-2,6% per gli arrivi) è corrisposto un incrementodelle partenze verso l’estero (+3,7% tra gennaio e dicembre) anche se la relativaspesa è calata (-4,6%).Il prossimo banco di prova sarà l’estate che confermerà se la crisi – perlomenoquella del turismo – è realmente alle spalle o se farà ancora sentire l’onda lunga dei suoi effetti.

E D I T O R I A L E

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LA NUOVA BUSSOLA DEL TURISMO

RODOLFO BAGGIOdocente del Master in Economia del Turismo, Università Bocconi, Milano

ELENA BISIOLresponsabile Unità Programmazione Turistica, Provincia di Treviso

STEFANO CAGNONIresponsabile Comitato sport e turismo, Dipartimento per lo sviluppo e lacompetitività del turismo

MATTEO CAVAZZUTIgiornalista e ufficio stampa ciclismo RCS Sport

ALBERTO CONTEdirettore di itinerAria

JOSEP EJARQUEpresidente AIPMT e presidente e amministratore delegato Fourtourism

MARTHA MARY FRIEL Università IULM Milano e Centro Studi Silvia Santagata-EBLA Torino

FRANCO GAIARSAconsigliere Lisagest, Lignano Sabbiadoro Gestioni

MATTEO MARCEDDUcollaboratoreUnità Programmazione Turistica, Provincia di Treviso

GIANLUCA MELCHIORREsenior industry analyst, Google Italia

SARA PEIROLERIresponsabile comunicazione Fourtourism

MARCO PISCOPOassistente per le Imprese e il TerritorioPromuovi Italia

FABIO SACCOconsulente in marketing turisticospecializzato in turismo responsabile

GIOVANNI SANTOROricercatore COSES, Consorzio per la Ricerca e la Formazione

MICHELE TRIMARCHI professore ordinarioUniversità di Catanzaro “Magna Graecia”

A U T O R I

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30 laRIVISTAdelTURISMO

SISTEMITURISTICICOMPLESSI

M A N A G E M E N T

SISTEMITURISTICICOMPLESSI

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312 l 2009

Come la scienza delle reti può essere applicata allo studio delle destinazioni turistiche

RODOLFO BAGGIO

Lignano Pineta, frazione di Lignano Sabbiadoro

(Udine) vista dall’aereo,1965, Archivio TCI

Come la scienza delle reti può essere applicata allo studio delle destinazioni turistiche

RODOLFO BAGGIO

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I sistemi biologici e chimici, Inter-net e il World Wide Web, i merca-ti finanziari, i gruppi sociali equelli economici – una destina-

zione turistica, per esempio – sonoesempi di sistemi complessi. Non sem-plicemente grandi o formati da moltis-sime parti. Un sistema complesso è talequando le sue (pur numerose) compo-nenti sono legate da relazioni non linea-ri. Nella maggior parte dei casi, poi, si-stemi di questo tipo sono dinamici ehanno intensi scambi con l’ambienteesterno. Evolvono, si modificano in ba-se agli stimoli esterni e, spesso, modifi-cano l’ambiente in cui si trovano. Que-ste caratteristiche fanno sì che siapraticamente impossibile comprendereil comportamento a partire da una sem-plice scomposizione del sistema neisuoi elementi e dunque che esso vadadescritto e studiato come un insiemeunitario. Alcuni di questi comporta-menti possono apparire strani o inusua-li. Un sistema complesso può essereestremamente sensibile a variazioni, an-che piccolissime, di alcuni parametri omostrare la capacità di dar vita a strut-ture che emergono spontaneamentesenza stimoli particolari. Tali caratteristi-che di innovazione e creatività lo rendo-no particolarmente robusto – in grado,cioè, di sopportare in maniera flessibilemolti disturbi esterni – ma anche fragile:in determinate condizioni può esserecompletamente distrutto da perturba-zioni all’apparenza insignificanti. Comportamenti come quelli espostinon sono facilmente descrivibili con imodelli che gli scienziati delle varie di-scipline sono abituati a usare. È quasiimpossibile formulare delle equazioniche simulino il loro comportamento equand’anche ciò fosse possibile, il lorotrattamento risulterebbe, nella maggiorparte di casi, impossibile.

POSSIBILI AMBITI DI APPLICAZIONILa struttura di un sistema complesso èdi tipo reticolare e di solito la configu-razione dei legami ha caratteristicheben definite e un’organizzazione nonomogenea. Proprio tali peculiaritàstrutturali sono quelle che, negli ultimianni, sono state associate a una serie di

comportamenti e di processi dinamicitanto da generare la convinzione, ormaiben assestata e condivisa, che la topolo-gia di un sistema complesso sia non piùda considerare come una curiosità acca-demica, ma una proprietà caratteristicae misurabile. Questa considerazioneporta naturalmente a chiedersi come glisviluppi recenti di quella che ormai è no-ta come scienza delle reti (Watts, 2004)possano contribuire a migliorare la no-stra conoscenza, e se e in che modo pos-sano fornire elementi utili per una mi-gliore e più efficace gestione del sistema.L’idea che i sistemi complessi possanoessere studiati attraverso la loro topolo-gia, ovvero la loro struttura, di fatto as-similabile a una rete, si è rivelata moltoimportante. Reti informatiche ed elet-triche, reti sociali o ecologiche o di tra-sporto possono avere una strutturaconnettiva casuale, ma più spesso lestrutture mostrano caratteristiche di-versificate. Nata nella seconda metà del XVIII seco-lo con il lavoro di Eulero, e la sua solu-zione al famoso problema dei ponti diKönigsberg, l’analisi delle reti si è svi-luppata per oltre due secoli essenzial-mente come branca della matematica.Poi, nella seconda metà del Novecento,ha cominciato a essere usata nello stu-dio dei gruppi sociali. Ma è solo nell’ul-timo decennio che essa ha raggiuntouna buona maturità e una certa notorie-tà anche al di fuori dei circoli accademi-ci. La possibilità di accedere a grandimasse di dati su reti naturali e artificia-li, Internet in primis, ha attirato l’atten-zione di un folto gruppo di fisici e ma-tematici e l’ha fatta diventare una dellelinee di ricerca più avanzate della fisicastatistica. Modelli e metodi della scien-za delle reti hanno permesso di descrive-re un insieme molto vasto di fenomenie sistemi. E di spiegarli: dalla neurobio-logia ai sistemi ecologici, dai sistemi dicomunicazione ai sistemi sociali ed eco-nomici, lo studio delle reti complesseha prodotto notevoli risultati nella com-prensione del funzionamento di strut-ture, meccanismi di evoluzione, o pro-cessi dinamici quali i meccanismi diformazione delle opinioni o l’efficaciadelle campagne di marketing o la diffu-sione delle malattie.

Se prendiamo in esame un sistema turi-stico, una destinazione per esempio, lasua complessità appare evidente così co-me la sua organizzazione di rete. L’insieme di organizzazioni pubbliche eprivate che operano nel sistema e leconfigurazioni dei legami che si instau-rano fra di esse sono stati tradizional-mente studiati e analizzati in diversimodi con tecniche derivate dalle disci-pline economiche e sociali. D’altra par-te, proprio questa sua natura di sistemareticolare fa di una destinazione uncampo di applicazione naturale per lascienza delle reti.

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LE CARATTERISTICHE DELLE RETIUna rete (matematicamente: un grafo) èun insieme di elementi o agenti chiamatinodi, connessi fra di loro da un certo nu-mero di legami (archi o link) che posso-no rappresentare un qualunque tipo direlazione fra i nodi. Gli archi possonoavere associato un peso che rappresentala forza del legame fra due nodi (costo,velocità, intensità dei contatti ecc.). Moltissimi sono gli aspetti di una rete chepossono essere misurati (vedi per esem-pio: Boccaletti et al., 2006; da FontouraCosta et al., 2007). Le caratteristiche più

usate per la descrizione della topologia diuna rete sono le seguenti:- distribuzione dei gradi P(k): la distribu-zione del numero (e a volte del tipo) deicollegamenti fra i nodi;- distanza media L: la media aritmeticadelle distanze (il cammino minimo checongiunge due nodi qualunque) fra i no-di della rete e diametro D: il più lungocammino minimo fra due nodi;- coefficiente di aggregazione (o coefficien-te di clustering) C: rappresenta quantoben connessi sono i vicini di ogni nodo; dàuna misura della disomogeneità della di-stribuzione degli archi di una rete;

- modularità: la presenza di regioni piùdensamente collegate che rappresentanodi fatto delle comunità all’interno dellarete. La misura rappresenta la differenzain densità fra le connessioni all’interno diuna comunità e quelle verso gli altri nodidella rete.Queste misure definiscono le caratteristi-che strutturali di una rete che si rifletto-no poi nei comportamenti dinamici delsistema o influenzano il modo in cuimolti processi si svolgono. La distribu-zione dei gradi è un elemento fondamen-tale. Reti casuali hanno una distribuzio-ne Poissoniana (o gaussiana), alcune reti

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Veduta di Camogli (Genova) da Ponente, 1920-1930, Archivio TCI

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chiamate piccolo-mondo (small-world)possono essere caratterizzate da elevaticoefficienti di aggregazione (clustering) eda cammini medi relativamente bassi.Altre reti, chiamate a invarianza di scala(scale-free), mostrano distribuzioni a leg-ge di potenza (la cui forma è del tipoP(k)~kŸ). Molti sistemi naturali o artifi-ciali mostrano questa caratteristica: alcu-ni (pochi) nodi hanno un gran numero

primi studi di questo tipo è stato quellodi adattare le regole al caso specifico e dimettere a punto un percorso metodolo-gico rigoroso. I primi risultati sono digrande interesse. Gli attori (operatori turistici) di alcunedestinazioni e le connessioni esistenti fradi loro (legami di affari, informativi o or-ganizzativi) sono stati esaminati e rap-presentati come reti complesse (vedi per

di connessioni e fungono da hub della re-te, mentre la maggior parte dei nodi haun numero molto basso di link.

UN’APPLICAZIONEAL MONDO DEL TURISMOLo studio di una destinazione turisticapuò essere affrontato con i metodi e letecniche messe a punto per l’analisi direti complesse. L’obiettivo principale dei

Isola d’Elba, il Golfo della Biodola (Livorno), 1963, Archivio TCI

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lo spazio web può essere utilizzato comecampione significativo della sottostanterete socio-economica. L’uso dei metodi dianalisi di rete richiede la raccolta di unadeguato insieme di dati, cosa di solitolunga e difficile quando si ha a che farecon organizzazioni o persone; il Web di-venta allora un ottimo surrogato per laraccolta di un campione significativo.Usando tale congettura, il confronto fradiverse destinazioni ha consentito di veri-ficare, anche se solo a livello qualitativo, lacorrelazione fra le modifiche della struttu-ra reticolare del sistema destinazione e ilsuo cammino evolutivo (Butler, 1980). Gli attori principali della destinazione so-no stati identificati attraverso la misuradelle loro caratteristiche come nodi dellarete e la buona correlazione fra queste el’importanza percepita assegnata a essi everificata con metodi tradizionali (inter-viste sul campo) permette di megliocomprendere la funzione dei singoli sta-keholder. I più importanti, infatti, si tro-vano nel cuore del sistema e possonovantare un insieme denso e importantedi connessioni con gli altri attori. Questaélite controlla di fatto i meccanismi disviluppo e la governance del sistema,confermando il fatto che la formazione digruppi coesi è necessaria per la creazionedi valore per il sistema (Cooper et al.,2009). Come ci si poteva aspettare, in ge-

esempio in Figura 1 la rappresentazionedella rete degli operatori dell’isola d’El-ba). La struttura topologica (una retescale-free) corrisponde a quella di moltealtre reti sociali, ma a differenza di altrisistemi le destinazioni esaminate mostra-no scarsa densità di collegamenti e ag-gregazioni locali molto limitate (Baggioet al., 2008; da Fontoura Costa & Bag-gio, 2008). Anche se parziali, questi ri-

sultati sono in accordo con quanto studipiù tradizionali avevano evidenziato. Laloro importanza risiede nel fatto cheun’identificazione accurata – e ora misu-rabile in maniera oggettiva – delle debo-lezze di coesione in una destinazionepuò essere elemento importante nellaformulazione di interventi di policy o dimarketing.L’approccio seguito mette in risalto lanecessità di un atteggiamento collabora-tivo che può essere misurato in terminiquantitativi a partire dalle metriche del-la rete, in particolare con il coefficientedi clustering. Esso infatti può essere in-terpretato come la probabilità che un at-tore sia coinvolto in una qualche formadi collaborazione con altri elementi del-la destinazione (Baggio, 2007). Anche la rete dei siti web è stata esami-nata con gli stessi criteri. I risultati con-sentono di valutare il livello di utilizzodi tecnologie di comunicazione avanza-te fra gli attori della destinazione e mi-surare in che modo risorse essenzialiper la sopravvivenza nel moderno pa-norama competitivo sono sfruttate osprecate (Baggio & Antonioli Coriglia-no, 2009b). Inoltre, l’analisi ha mostratouna sostanziale similarità fra le caratteri-stiche topologiche della rete reale (leaziende) e di quella virtuale (i siti web), ilche suggerisce un’importante congettura:

FIGURA 1LA RETE DELLE CONNESSIONI FRA GLI OPERATORI DELL’ISOLA D’ELBA

Fonte: elaborazione a cura dell’autore

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nerale le organizzazioni pubbliche svol-gono un ruolo decisivo in questo senso(Presenza & Cipollina, 2009) come pos-sessori delle risorse più critiche e comedetentori di potere sugli altri attori (Ti-mur & Getz, 2008). D’altra parte, attoriapparentemente poco importanti possonoinvece rivelarsi elementi essenziali per lasopravvivenza del sistema in quanto tale,garantendone la stabilità complessiva. Inaltri casi è possibile evidenziare tutti i col-li di bottiglia che rischiano di alterare inmaniera sostanziale alcune funzioni es-senziali per il sistema, quali lo scambioinformativo.

SIMULARE I POSSIBILI SCENARIUno dei maggiori vantaggi della rappre-sentazione di rete di un sistema comples-so è che in questo modo diventa possibileoperare delle simulazioni che rappresen-tano uno strumento formidabile per con-durre esperimenti in tutti quei casi in cuinon è possibile, per motivi pratici o teori-ci, fare altrimenti. È quindi possibile sperimentare situazio-ni e configurazioni diverse da quelle esi-stenti e capire in che modo queste posso-no influire sulle dinamiche del sistema osui processi che in esso si svolgono. Ladiffusione di informazioni e di conoscen-za è sicuramente un elemento crucialeper la buona salute e lo sviluppo armoni-co di una destinazione turistica. Un modoper studiare tale fenomeno è quello di ri-correre ai modelli usati dagli epidemiologinell’analisi della diffusione delle malattie,diffusione che, come è stato provato, di-pende fortemente dalla struttura delleconnessioni fra gli individui esaminati.Ora, se si assume che il processo di diffu-sione di un’informazione sia lo stesso – chipossiede l’informazione infetta e chi è col-legato trasmettendogliela – e si conosce latopologia della rete di connessioni fra uncerto numero di attori, è possibile non so-lo verificare l'andamento del processo, maanche controllare l’evoluzione del proces-so quando si modifichino la distribuzio-ne delle connessioni o alcune delle carat-teristiche dei singoli attori (come adesempio la loro capacità di assorbire e ri-trasmettere le informazioni ricevute).Le simulazioni effettuate hanno permes-so di confermare che la velocità e l’esten-sione dell’infezione dipendono sia dalla

struttura della rete che dalle capacità deisingoli. Inoltre, e cosa più importante, èstato possibile misurare il miglioramen-to nell’efficienza del processo quando siottimizzino le capacità dei singoli equando si modifichino, aumentandone ilgrado di coesione, le caratteristiche strut-turali della rete. Si è anche verificato chein quest’ultimo caso, aumentando il co-efficiente di aggregazione locale, e cioè ilgrado di collaborazione fra gli elementidella destinazione, si ottengono miglio-ramenti di gran lunga più sensibili (Bag-gio & Cooper, 2010).

SISTEMI AUTO-ORGANIZZATI E COLLABORATIVISe si accetta questo risultato, un’altraconsiderazione va fatta. Un sistema com-plesso tende ad auto-organizzarsi e laforza di questa auto-organizzazione è digran lunga più grande di qualunque ten-tativo dirigistico esterno. Tali condizio-ni possono essere verificate attraversoun’analisi di modularità. È possibile mi-surare la differenza fra la densità dei col-legamenti presenti fra gli elementi di ungruppo, o comunità, all’interno di unarete e quelli verso gli altri elementi del si-stema. L’indice di modularità misurato ri-sulta estremamente basso quando si con-sidera la destinazione divisa in terminitradizionali per tipologia di operatore oper localizzazione geografica. Se invece siutilizza uno degli algoritmi stocasticimessi a punto (Clauset et al., 2009) si ve-de che una certa modularità è presente,ma che le componenti di queste comuni-tà sono diverse da quelle che si conside-rava in maniera tradizionale (da Fontou-ra Costa & Baggio, 2009).In altri termini,gli attori di una destinazione, anche se inmisura troppo limitata come visto sopra,tendono comunque a formare raggruppa-menti collaborativi, ma lo fanno in manie-ra diversa da quanto ci si aspetterebbe sul-la base di ragionamenti di tipologia dioperatori o di posizione geografica. Laconseguenza immediata è che nel metterea punto misure di policy bisogna tenerconto di queste configurazioni, pena lascarsa efficacia delle soluzioni adottate.Un altro esempio riguarda la rete tecno-logica costituita dai siti web delle orga-nizzazioni di una destinazione. La lorovisibilità e navigabilità nello spazio Web

generale è, almeno in parte, influenzatadalla struttura delle connessioni esistentifra i diversi siti. Tali caratteristiche sonomisurabili e, attraverso una serie di simu-lazioni, è possibile ottimizzarle in mododa poter ottenere una maggiore visibilitàdei siti web (Baggio & Antonioli Cori-gliano, 2009a).

RETI E GOVERNANCE DELLE DESTINAZIONII principali metodi e le tecniche che lascienza delle reti ha sviluppato negli ul-timi anni possono essere applicati util-mente allo studio di una destinazioneturistica. Questi metodi sono indubbia-mente intriganti e stimolanti dal puntodi vista intellettuale, ma, cosa più im-portante, i risultati delle analisi e le im-plicazioni mostrano che essi possono es-sere di aiuto nella governance delsistema. Gli scienziati attivi in questaarea, però, sanno bene che, per quantosofisticati ed efficaci, modelli e teoriehanno poco valore se non è possibile at-tribuire un “significato fisico” ai risultatie alle simulazioni. Tradotto nella linguadelle scienze economiche e sociali ciò si-gnifica che una buona conoscenza del-l’oggetto delle analisi è di fondamentaleimportanza per ottenere risultati signifi-cativi dal punto di vista teorico e pratico,e questa conoscenza è quella che derivadai cosiddetti metodi qualitativi. Nelleparole di Gummesson (2007: 226): “eli-minando le sfortunate categorie di quali-tativo/quantitativo e scienze naturali/scienze sociali che finora sono state con-trapposte, e unendo le forze per unobiettivo comune – imparare sulla vita –si favorisce creatività metodologica”, per-tanto “qualitativo e quantitativo, naturalee sociale non vanno visti in conflitto madovrebbero essere trattati in simbiosi”.Di fronte alle grosse difficoltà che nellagovernance di una destinazione si hannoquando si cerca (nei purtroppo rari casiin cui si fa) di pianificare a lungo termineuno sviluppo sostenibile del sistema, lascienza delle reti può fornire un validoaiuto nella costruzione di scenari da ana-lizzare e studiare. Inoltre, l’uso di simu-lazioni numeriche permette di appronta-re migliori strumenti di gestione o dipreparare in maniera più efficace la rea-zione a possibili eventi esterni o interni

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riducendo il livello di incertezza e favo-rendo un approccio più coerente nelleformulazione di piani e policy.Al giorno d’oggi questioni quali colla-borazione, cooperazione o partnershipe i benefici di metodi per l’analisi di talirelazioni e dei loro risultati hanno tro-vato buon seguito nella letteratura spe-cializzata in management. Le implica-zioni, si ritiene, vanno ben al di là delsemplice studio delle reti e si riconosceun grosso potenziale come ausilio allasoluzione di problemi quali la diffusio-ne dell’innovazione o di messaggi dimarketing, l’uso della tecnologia, la for-mazione del consenso e la dinamicadelle opinioni e gli effetti che tutto ciòpuò avere sullo sviluppo e sulle presta-zioni di strutture organizzative com-plesse (Parkhe et al., 2006).

UNO SGUARDO AL FUTUROIn questo senso i metodi della scienzadelle reti possono risultare estremamenteutili ed efficaci nell’approfondire la cono-scenza di sistemi complessi e delle lorodinamiche e, insieme con il patrimoniodi procedure tradizionali già sviluppate,possono dimostrarsi strumenti potenti inquell’approccio adattivo che molti riten-gono l’unica via efficace per la guida ditali sistemi (Bankes, 1993; Farrell & Twi-ning-Ward, 2004).La possibilità di utilizzare metodi quan-titativi per analizzare fenomeni e relazio-ni finora affrontabili solo con tecnichequalitative apre nuovi orizzonti a chi èinteressato allo studio dei sistemi turisticie alla loro governance (Davies, 2003).Ricerche future forniranno quelle confer-me necessarie ai risultati presentati quiattraverso un maggior numero di casi edesempi. I metodi presentati necessitano,ovviamente, di maggiori raffinamenti, siadal punto di vista teorico sia da quelloapplicato, e il crescente impegno nellostudio interdisciplinare dei sistemi com-plessi e delle reti fornirà ulteriori spuntiper l’applicazione al mondo del turismo.Ciò, fra le altre cose, potrà contribuire aun maggiore rigore metodologico gene-rale che potrà consentire di fare più ordi-ne in quell’insieme a volte indisciplinatodi idee, modelli e teorie che oggi caratte-rizzano gli studi sul turismo (Echtner &Jamal, 1997; Tribe, 1997). n

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BIBLIOGRAFIA

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Page 12: Rodolfo Baggio Articolo Jan 2010