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betania in forma www.villabetania.org N. 3 ANNO I DICEMBRE 2012 FARE sANITà di Pasquale Accardo Direttore Generale Ospedale EvangelicoVilla Betania INTERVIsTA A FRANcEscO MEssINA dIRETTORE UOc NEONATOLOgIA E TERAPIA INTENsIVA NEONATALE editoriale N on è facile fare sanità in Campania, in una Regione cronicamente malata ed oggi solamente convalescente, alle prese con tagli di bilancio, riduzione di posti letto e riorganizzazione del territorio. In questo contesto, l’Ospedale Evan- gelico Villa Betania, orgoglioso della sua diversità, si presenta alla collettività ed all’utenza con tutte le carte in re- gola, di una struttura capace di erogare buona sanità, coniugando efficienza ed efficacia. Struttura ospedaliera equiparata a quelle pubbliche, ma con i conti in ordine. Redige, da sempre, bilanci compatibili con l’attività che svolge, anche quando gli stessi sono stati appesantiti da voci incomprensibili, quali onerosissimi interessi passivi pagati alle banche a causa di ingiustificati ritardi nei rimborsi da parte della A.S.L. (Nel 2010 fino a 31 mesi!!!). Una struttura sanitaria che, pur co- stando meno della metà di una equi- valente pubblica, eroga il doppio delle prestazioni.Quale il segreto di così importanti risultati? Certamente molteplici. Un’autonomia amministrativa che ha garantito al- l’Ospedale una libertà di azione senza condizionamenti politici di sorta, e quindi, la capacità di dare risposte adeguate alle necessità della collettività. Qualche esempio. Il Dipartimento Materno Infantile con un centro na- scita completo di una T.I.N. in una Regione, da sempre con il più alto indice di mortalità neonatale. Oggi nascono a Villa Betania 1900 neonati a cui viene garantita un’assistenza completa, contribuendo a diminuire notevolmente la mortalità neonatale in Regione. In questo momento ben tre importantissimi reparti di terapia intensiva neonatale presenti a Napoli non sono supportati da un centro nascita. NAscERE sIcURI primo piano I n 11 anni di attività, l’Unità di senologia di Villa Betania è diventata punto di riferimento per le donne campane, seconda soltanto all’Istituto Napoletano dei Tumori. Grazie all’ eccellenza dell’equipe medica e l’utilizzo di sofisticati strumenti diagnostici presenti nell’unità, nel 2009 Villa Betania ha ricevuto dall’ASL NA 1 il riconoscimento di struttura di III Livello per il trattamento del cancro alla mammella. La patologia ogni anno in Italia colpisce 47mila donne e necessita di interventi integrati di chirurgia, medicina oncologica e radioterapia diagnostica per immagini e dalla stadiazione. In sinergia con le altre unità dell’Ospedale, vengono trattate diverse patologie della mammella e praticati circa 500 interventi, 300 dei quali per tumore. Oggi l’unità di se- nologia è attiva attraverso tre ambulatori, nei quali si visitano circa 3mila donne ogni anno, con tempi di attesa di appena 20 giorni. Il dottor Guerra spiega il motivo dei successi nella lotta al tumore e alle patologie mammarie, sottolineando l’importanza della prevenzione e di un maggiore investimento economico nella sanità pubblica. Riorganizzazione dei punti nascita e riduzione dei rischi per donne e neonati. L'esempio della Neonatologia di Villa Betania, punto nascita di III livello ed eccellenza campana. all’interno: giuseppe, fi glio di davi de, non temere di prendere con te Maria... pag. 5 La sospensione del processo e la messa in prova al centro sociale casa Mia - Nitti pag. 5 LA NAscITA dI gEsù UNdIcI ANNI dI sUccEssI IN sENOLOgIA periodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania prosegue a pag. 2 OPPORTUNITA' PER UNA VITA NORMALE fondazione evangelica betania ospedale evangelico villa betania prosegue a pag. 2-3 Q uanto è importante na- scere in un ospedale ben organizzato? Lo spiega il dottor Francesco Messina, primario della Neonatologia e della terapia In- tensiva Neonatale di Villa Betania.Tra i pochi punti nascita di III Livello della regione e ospedale di fiducia per un bacino di utenza che si estende fio alla Penisola Sorrentina. La sicurezza del percorso nascita, spiega il primario, è fondamentale per la salute della madre e del neo- nato e può essere garantita solo in una struttura grande e inserita in si- stema di rete territoriale. In termini di sicurezza per donne e nascituri, il parto cesareo rappresenta in Italia uno dei problemi più urgenti e ancor più in Campania dove la percentuale supera il 60% dei casi. Nel 2011, a Villa Betania, sono nati oltre 1900 bambini, e solo il 33% dei parti è stato chirurgico. Dotare la Campania di centri di III Livello con Terapie In- tensive autonome, come quella di Villa Betania, sarebbe un passo avanti di grande importanza per gestire l’in- tero percorso nascita anche nelle emergenze. di Gennaro Guerra Direttore UOS Dipartimentale di Senologia
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Oct 29, 2020

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betaniainformawww.villabetania.org

N. 3 ANNO I DICEMBRE 2012

FAREsANITàdi Pasquale AccardoDirettore Generale Ospedale Evangelico Villa Betania

INTERVIsTA A FRANcEscO MEssINA dIRETTORE UOc NEONATOLOgIA E TERAPIA INTENsIVA NEONATALEeditoriale

Non è facile fare sanità inCampania, in una Regionecronicamente malata ed oggi

solamente convalescente, alle presecon tagli di bilancio, riduzione diposti letto e riorganizzazione delterritorio.In questo contesto, l’Ospedale Evan-gelico Villa Betania, orgoglioso dellasua diversità, si presenta alla collettivitàed all’utenza con tutte le carte in re-gola, di una struttura capace di erogarebuona sanità, coniugando efficienzaed efficacia.Struttura ospedaliera equiparata aquelle pubbliche, ma con i conti inordine.Redige, da sempre, bilanci compatibilicon l’attività che svolge, anche quandogli stessi sono stati appesantiti davoci incomprensibili, quali onerosissimiinteressi passivi pagati alle banche acausa di ingiustificati ritardi nei rimborsida parte della A.S.L. (Nel 2010 fino a31 mesi!!!).Una struttura sanitaria che, pur co-stando meno della metà di una equi-valente pubblica, eroga il doppio delleprestazioni.Quale il segreto di cosìimportanti risultati?Certamente molteplici. Un’autonomiaamministrativa che ha garantito al-l’Ospedale una libertà di azione senzacondizionamenti politici di sorta, equindi, la capacità di dare risposteadeguate alle necessità della collettività.Qualche esempio. Il DipartimentoMaterno Infantile con un centro na-scita completo di una T.I.N. in unaRegione, da sempre con il più altoindice di mortalità neonatale. Ogginascono a Villa Betania 1900 neonatia cui viene garantita un’assistenzacompleta, contribuendo a diminuirenotevolmente la mortalità neonatalein Regione. In questo momento bentre importantissimi reparti di terapiaintensiva neonatale presenti a Napolinon sono supportati da un centronascita.

NAscERE sIcURIprimo piano

In 11 anni di attività, l’Unità di senologia di Villa Betania è diventata punto diriferimento per le donne campane, seconda soltanto all’Istituto Napoletanodei Tumori. Grazie all’ eccellenza dell’equipe medica e l’utilizzo di sofisticati

strumenti diagnostici presenti nell’unità, nel 2009 Villa Betania ha ricevutodall’ASL NA 1 il riconoscimento di struttura di III Livello per il trattamentodel cancro alla mammella. La patologia ogni anno in Italia colpisce 47miladonne e necessita di interventi integrati di chirurgia, medicina oncologica eradioterapia diagnostica per immagini e dalla stadiazione. In sinergia con lealtre unità dell’Ospedale, vengono trattate diverse patologie della mammellae praticati circa 500 interventi, 300 dei quali per tumore. Oggi l’unità di se-nologia è attiva attraverso tre ambulatori, nei quali si visitano circa 3miladonne ogni anno, con tempi di attesa di appena 20 giorni. Il dottor Guerraspiega il motivo dei successi nella lotta al tumore e alle patologie mammarie,sottolineando l’importanza della prevenzione e di un maggiore investimentoeconomico nella sanità pubblica.

Riorganizzazione dei punti nascita e riduzione dei rischi per donne e neonati. L'esempiodella Neonatologia di Villa Betania, punto nascita di III livello ed eccellenza campana.

all’interno:

giuseppe, figliodi davide, nontemere diprendere conte Maria...

pag. 5

La sospensionedel processo ela messa inprova al centrosociale casaMia - Nitti

pag. 5

LA NAscITA dI gEsùUNdIcI ANNI dIsUccEssI IN sENOLOgIA

periodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania

prosegue a pag. 2

OPPORTUNITA' PERUNA VITA NORMALE

fondazione

evangelica

betania

ospedale

evangelico

villa betania

prosegue a pag. 2-3

Quanto è importante na-scere in un ospedale benorganizzato? Lo spiega il

dottor Francesco Messina, primariodella Neonatologia e della terapia In-tensiva Neonatale di Villa Betania. Trai pochi punti nascita di III Livello dellaregione e ospedale di fiducia per unbacino di utenza che si estende fioalla Penisola Sorrentina.

La sicurezza del percorso nascita,spiega il primario, è fondamentaleper la salute della madre e del neo-nato e può essere garantita solo inuna struttura grande e inserita in si-stema di rete territoriale. In terminidi sicurezza per donne e nascituri, ilparto cesareo rappresenta in Italiauno dei problemi più urgenti e ancorpiù in Campania dove la percentuale

supera il 60% dei casi. Nel 2011, aVilla Betania, sono nati oltre 1900bambini, e solo il 33% dei parti èstato chirurgico. Dotare la Campaniadi centri di III Livello con Terapie In-tensive autonome, come quella diVilla Betania, sarebbe un passo avantidi grande importanza per gestire l’in-tero percorso nascita anche nelleemergenze.

di Gennaro GuerraDirettore UOS Dipartimentale di Senologia

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N. 3 ANNO I DICEMBRE 2012

Ospedale Evangelico Villa Betania

Comitato direttivo

PREsIdENTE geom. Sergio Nitti

VIcE PREsIdENTE dott. Luciano Cirica

TEsORIERE dott. Gaetano Marullo

sEgRETARIAsig.ra Cordelia Vitiello

cONsIgLIERE past. Vincenzo Cicchetto

Collegio dei revisori

PREsIdENTE dott. Giovanni De Pasquale

MEMBRI EFFETTIVIing. Paolo Olivierisig. Vincenzo Ermetto

direzione

dIREzIONE gENERALEDott. Pasquale Accardo

dIREzIONE sANITARIADott. Antonio Sciambra

dIRETTORE AMMINIsTRATIVODott. Paolo Morra

In un contesto territoriale ad altaincidenza di tumori, la nostra Unitàdi Senologia, con soli 5 posti letto

e 3 medici, ha effettuato nel 2011 n.2500 visite ambulatoriali ed operatocirca 300 pazienti per tumore allamammella. Senza liste di attesa! Sononumeri rilevantissimi.In un territorio, inoltre, ad altissimoindice di epatopatie abbiamo orga-nizzato un centro per lo studio e lacura delle malattie del fegato che,tra i primi in Campania, ha utilizzatola radiofrequenza per il trattamentodell’epatocarcinoma.E potrei continuare ancora con i Re-parti di Medicina d’Urgenza, Orto-pedia, Chirurgia Generale e Laparo-scopica, Oculistica o Oncologia. Que-sto il Presente, ed il Futuro?Garantire a tanta attività una strutturaadeguata ai tempi. In tal senso stiamocompletando lo studio di un progettodi ampliamento e ristrutturazionetotale che ci consentirà di offrireservizi sempre all’altezza con i tempi.Un programma che ci vedrà impegnatinel prossimo triennio!

betaniainformaperiodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania

Proprietario e editore: Fondazione Evangelica Betania,80147 Napoli, Via Argine, 604mail: [email protected]

Direttore: Luciano Cirica

Redazione: Pasquale Accardo, Salvatore Cortini, MartaD'Auria, Rosa Giannatiempo, GiovanniNapolitano, Sergio Nitti, Assia Piccolo, VincenzoPolverino, Antonio Maria Salzano, AntonioSciambra, Marianna Stingone, Cordelia Vitiello

Consulenza editoriale e redazionale: Npr Relazioni pubblichenprcomunicazione.it

Progetto grafico e impaginazione: Golden Agency, Napoli

Stampa: Russo Group, Volla (Napoli)

pubblicazione gratuita

editorialesegue dalla prima pagina segue dalla prima pagina

D. Quando un neonato è consideratoprematuro e perché si ricorre alla Tin?R. I nati pre-termine sono i bambini chenascono prima della 37ª settimana digestazione. Spesso, necessitano di es-sere trasferiti in una Patologia Neona-tale per stabilizzare le loro condizionie aiutarli nei primi giorni o nelle primesettimane di vita, per i più piccoli (sottole 32 settimane o i1500 grammi) è in-vece indispensabile il ricovero in TerapiaIntensiva Neonatale, per garantire emonitorizzare le funzioni vitali. In Italiaed in particolare in Campania i natipre-termine sono in aumento. Si trattadi un fenomeno in crescita, diventatoun problema di salute pubblica, delbambino e della madre. Ogni annoquarantamila neonati nascono preter-mine (6.9% dei nati vivi). La mortalitàneonatale dei pretermine è di poco su-periore al 10%, ma la quota principaleè rappresentata dai neonati preter-mine con età gestazionale inferiore alle30 settimane (30-35%). I sopravvissuti,possono presentare problemi più omeno gravi, spesso, inversamente pro-porzionali all’età gestazionale. D. Che correlazione c’è con il taglio ce-sareo?R. L’Italia, purtroppo, registra una per-centuale molto alta di tagli cesarei(circa 35%) rispetto ai dati internazio-nali (20-25%) ed   a quelliconsigliati   dall’OMS (15%). Qui, inCampania i dati raggiungono livelli chia-ramente” patologici “con valori medi dicirca il 60%. Percentuale che sale ancheall’80% nel caso di alcune strutturepubbliche ma soprattutto di struttureprivate “convenzionate”. Questa è unasituazione che bisogna denunciare conforza chiarendo che il taglio cesareo aqueste percentuali può più facilmenteprodurre effetti deleteri sia sulla madreche sul nascituro. Certamente non vacriminalizzata, tale procedura che at-tualmente eseguita correttamente, hadei margini di sicurezza elevati, però bi-sogna essere rigorosi e precisi sulle in-dicazioni, perché rimane comunque unatto chirurgico nonché una innaturaleinterruzione della gravidanza. Per quanto riguarda le conseguenzesulla madre, va detto che il taglio cesareinfluenzerà fortemente la naturale fisio-logia femminile poiché, dopo il primointervento chirurgico (tale è il T.C. ) lastessa sarà per l’80-90% condizionataalla medesima modalità di parto perquello successivo. Inoltre quando il TCviene eseguito, così come spesso av-

viene, prima della 38-39 settimana e/ofuori dal travaglio di parto, aumentanoi problemi ed i rischi. Il TC a 36 sett, adesempio, ha dei dati di mortalità ma-terna doppi rispetto a quelli effettuatia 38-39 settimane. Diversi gli effetti deltaglio cesareo anche e soprattutto peril neonato. Se è vero, infatti, che le com-plicanze sono minimi nel cesareo a ter-mine specie se effettuato durante iltravaglio sa), le stesse aumentano no-tevolmente e la situazione peggioramoltissimo, quanto più il parto cesareoviene effettuato in anticipo. D. Quindi con i tagli cesarei aumenta ilricorso alla Tin?R. Solo in Campania negli ultimi anniabbiamo registrato un media di circa1800 neonati trasferiti dal punto na-scita alla Tin con gravi rischi ed alti costi.Le conseguenze sono che sempre piùfrequentemente in Campania, si rendenecessario il trasferimento dei neonati,spesso con gravi patologie respiratorie,in ospedali dove è presente una Tera-pia Intensiva Neonatale (Tin). Questo scenario, piuttosto preoccu-pante, è aggravato dal fatto che moltidei punti nascita campani, hanno unbasso numero di parti e nella granparte dei casi non contemplano la pre-senza di reparti di Patologia neonatalee/o Terapie intensive neonatali, in gradodi offrire alla madre ed al bambino lanecessaria esperienza ed assistenza, siaper personale che per attrezzature.D. Come si può uscire da questa situa-zione?R. Il vero problema è senza dubbio or-ganizzativo per la mancanza di unaadeguata razionalizzazione della rete

dei punti nascita regionale. Non c’èstata una distribuzione ottimale dellerisorse umane, strutturali, strumentalied economiche. Sono state dispersenei troppi punti nascita (circa 73) pre-senti nella nostra regione, creando ilparadosso di strutture poco efficienticon molto personale poco espertoperchè sottoutilizzato, mentre le pochestrutture con oltre 1000-1500 parti,dotate di Reparti di Ostetricia e Gine-cologia di III° livello ed in cui è presenteanche la TIN, hanno problemi di man-canza di personale e si devono con-frontare con risorse “centellinate”. Proprio questi pochi centri di III° livello,sono quelli invece con i migliori risultatiper tutti gli indicatori di efficienza e dibenessere della coppia madre/bam-bino, anche se attualmente sono tuttigravati da carichi di lavoro difficilmentesostenibili, a lungo, poiché chiaramentesottodimensionati, in base alle esigenzedella nostra regione, per posti letto,personale e risorse. La nostra è l’unicaregione dove attualmente esistono 3TIN in Ospedali senza reparto diOstetricia, per cui molti dei neonatiche alla nascita hanno gravi problemi,spesso, con alterazione delle funzionivitali, devono essere “ trasferiti “ pressoquesti tre Ospedali (Santobono - Mo-naldi - Annunziata ), aggiungendo ulte-riori problemi ( trasporto del neonato,separazione dello stesso dalla propriamadre con danni evidenti per l’equili-brio psico-fisico materno e di tutta lafamiglia). D. Qual’è il ruolo attuale dell ’OspedaleVilla Betania e quali le prospettive fu-ture?Attualmente il nostro Ospedale serveun bacino d’utenza di circa 400 milaabitanti, però l’area”effettiva” di com-petenza del Dipartimento Materno -Infantile, specie per le gravidanze arischio, è nella realtà tutta la PenisolaSorrentina fino ad arrivare alla zonaorientale della città di Napoli, infatti es-sendo l’unico presidio Ospedaliero do-tato di Ostetricia + TIN + PatologiaNeonatale, siamo diventati , in caso diemergenze ostetrico -neonatologichel’unica struttura ospedaliera disponibile,per questa grossa area geografica, adalta densità abitativa. Proprio in virtù diun bacino di utenza così esteso, nono-stante l’efficienza del reparto, non sipuò riuscire a fare fronte a tutte le esi-genze assistenziali se non inseriti in unarete regionale che potenzi l’attuale reteperinatale.

primo piano

I numeri del reparto del 2011.Nati n° 1913 Ricoverati TIN 192 di cui 50prematuri < 1500 gr.Ricoverati Patologia Neonatale384 (172 tra 1500 gr -2500 gr)Posti letto TIN 8 + 2 sub-intensiva; 10 di PatologiaNeonataleD.H. dove si assistono in followup gli ex pretermine: 254ricoverati; con 684 accessi inospedaleOrganico: n. 10 Medici(compreso il Primario), n.1Coordinatrice infermieristica,n.30 infermiere pediatriche

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Un taglio ed eccomi! Sono venutaal mondo quando nessuno selo aspettava dopo appena ven-

tisei settimane di gestazione. Non misembra vero! Eppure stavo così benenel grembo di mamma: nuotavo, sognavoe dormivo avvolta dal caldo amorematerno. Quand’ecco ad un tratto nonsono più riuscita a nuotare, improvvi-samente una fitta, una corsa in autoverso l’ospedale, il cuore di mammache andava a mille....non come di solito!Poche ore di tentativi e consultazionitra i medici: visite, ecografie, monitoraggi,ma poi un taglio e sono nata di appena800 grammi. Le prime ore di luce nonsono un bel ricordo, anziché le bracciamaterne, sono stata messa al caldo inuna sorta di “scatola” trasparente doveero attorniata da medici e infermieriche si alternavano. Ricordo ancora ilfastidio dei tubicini e dei sondini, leflebo, le siringhe, i continui bip delle at-trezzature, le forti luci dei neon, quantipianti...non capivo. Solo qualche oraho visto i miei genitori, all’inizio non li8ho riconosciuti con i camici, le ma-scherine ed i calzari, ma poi man mano

ho cominciato a familiarizzare anchecon quei buffi vestiti. Sono venuti tuttii giorni a trovarmi in ospedale e li at-tendevo con trepidazione per esseretranquillizzata e accarezzata attraversole fessure dell’incubatrice. Mia mammastava qualche ora in più, il mio papàaspettava fuori perchè poteva entrareper poco tempo con gli altri papà(...chissà perchè...)! Talvolta ho percepitoli ho visti in silenzio, spesso li ho sentitiche non avevano neanche la forza dipregare, altre volte si alternavano perchèil mio fratellino si sentiva abbandonatoa casa! Talvolta ho percepito la lorostanchezza, ma mai un’ombra di dispe-razione: nei loro occhi ho scorto sempreuna luce di speranza.Ed infatti grammo dopo grammo, giornodopo giorno, preghiera dopo preghierasono cresciuta, ho imparato a respiraree mangiare da sola e dopo circa tremesi sono tornata a casa tra la gioia el’amorevolezza dei miei genitori chequotidianamente ringraziano Dio peril dono della vita, soprattutto di nottequando mi sveglio e non li faccio dor-mire!

Ed anch’io voglio ringraziare Iddio chemi ha donato la vita, è grazie a Lui cheposso gridare: la vita è una cosa mera-vigliosa, è davvero un miracolo! In pochesettimane di gestazione nel grembo dimia mamma già c’ero “io” un piccolobatuffolo di carne che ha fortementelottato dal primo respiro per vivere lapropria vita. Ma voglio ringraziare anchetutti i miei familiari, la comunità par-rocchiale, gli amici, i conoscenti e coloroche non conoscevo che ugualmentehanno pregato e hanno sostenuto mee la mia famiglia con l’affetto e la pre-ghiera! Il mio ringraziamento, inoltre,va anche agli operatori della Ginecologiae della Terapia Intensiva Neonatale del-l’Ospedale Evangelico Villa Betania, chehanno svolto e svolgono in manieraencomiabile il loro lavoro tutt’altro chefacile. Infine il mio ultimo pensiero, chesi fa preghiera davanti a Dio, non puònon andare a tutti quei genitori e iloro bimbi che, nati prematuri comeme, non sono tornati a casa o chestanno ancora lottando in ospedale!

La piccola Chiara

i tre liVelli di CUra

Il benessere globale dei piccoli pa-zienti è da sempre al centro dell’at-tenzione di tutti noi:medici, coordi-natrice e infermiere del reparto diNeonatologia e Terapia IntensivaNeonatale. La filosofia e l’azioneprofessionale di tutte le infermiereè improntata a considerare global-mente i bisogni del bambino, natu-ralmente dal punto di vista clinico,Prendendo in carico /accogliendo ilneonato e la famiglia. Pianificandol’assistenza, a seconda del livello dicure richiesto dal neonato in colla-borazione con i diversi professionistidell’equipe. Promuovendo l’ allatta-mento al seno , Attuando piano diassistenza del neonato con impo-stazione di intensità di cura e com-plessità assistenziale utilizzando pro-tocolli, procedure ed istruzioni ope-rative, senza pero’ tralasciare l’aspettoumano delle cure, considerando utileapplicare a queste il progetto dicare, parola inglese ricca di significatiche vuol dire innanzitutto cura maanche attenzione, protezione, pre-mura, affetto. Tante parole di-verse che esprimono insiemeuno spiccato senso di uma-nità, di altruismo e che, nelnostro ambito, significanopersonalizzare le cure di as-sistenza rivolte sia ai neonatiche alle famiglie. Quando ilneonato è in termoculla pro-poniamo al genitoreil Tocco dolce, uncontatto fermocon le mani confinalità di conte-nimento e di re-

lazione questo programma di sup-porto attuato in TIN, mira a pro-muovere la ricostruzione di un le-game che bruscamente si è inter-rotto, attraverso il massaggio dolce,che si adatta ai bisogni di un neonatoprematuro estremamente fragile.L’infermiera di neonatologia diventaun po’ la” zia”, “l’angelo custode” delreparto, pronta a far fronte alle ne-cessità dei piccoli guerrieri. L’ atten-zione è soprattutto rivolta ai lorobisogni : li accoglie in un ambienteprotetto da rumori e luci invadentie fa in modo che i giorni di perma-nenza nel reparto trascorrano se-renamente.

nidoNeonati nati a termine che neces-sitano di un’assistenza di base. Sonoeseguiti esami ematici, screeningmetabolici, audiologici e visivi (riflessorosso). Questi neonati se non cisono problemi legati alla madre oal bambino sono dimessi dopo le48 ore. Il personale Infermieristicopone molta attenzione sull’alimen-tazione al seno seguendo le mammedurante l’allattamento e questo hafavorito una riduzione notevoledella somministrazione del latte ar-tificiale.

terapia intenSiVaneonataleNeonati in situazioni di criticità evi-dente legati alla prematurità (neonatidopo le 24 settimane) o neonaticon patologie respiratorie ecc. Que-sti richiedono un’ elevata e specificaassistenza, manovre diagnostiche-terapeutiche particolari e un’attentamonitorizzazione in continuo deiparametri vitali. Appena superatala fase acuta, essi sono prontamentetrasferiti nella Post-Intensiva al finedi rendere liberi i posti letto peremergenze anche provenienti daaltre aziende. In T.I.N. poniamo par-ticolare riguardo alla prevenzionedelle Infezioni Ospedaliere essendoi nostri piccoli pazienti ad altorischio. (Sono presenti Protocolli eProcedure aziendali)

patoloGia neonataleNeonati pretermine in fase di ac-crescimento, neonati a termine conpatologie minime (ittero, ipoglicemie,infezioni localizzate ecc) e tutti ineonati a termine che necessitanodi osservazione per fattori di rischioche non possono essere lasciati alnido. Sono eseguiti esami ematici estrumentali. E’ posta molta attenzionesull’alimentazione cercando di fa-vorire l’allattamento al seno e ri-ducendo la somministrazione dellatte artificiale.

La ricerca scientifica ha mo-dificato l’ostetricia modernache da “arte magica” è di-

ventata branca superspecialistica:se prima l’attenzione era con-centrata al momento del parto,oggi invece è cresciuto l’interesseper il periodo della gestazionein quanto considerato condi-zionante per la salute del bam-bino e dell’adulto che sarà. Daciò nasce la “medicina maternofetale”.La diagnosi prenatale invasivaha aperto uno spiraglio per in-dagare non solo sulle cromo-somopatie ma anche sulle ma-lattie genetiche, che in passatocondizionavano le scelte ripro-duttive delle coppie che ango-sciate dal rischio di partorireun neonato malato preferivanonon aver figli. Con l’introduzione dell’ecografiainformatizzata si è dato la pos-sibilità di acquisizione e di con-servazione delle immagini chepossono essere analizzate anchein un tempo diverso rispettoall’esame ecografico o addiritturaessere inviate in centri specia-lizzati, evitando inutili viaggi dellepazienti e garantendo comunqueil massimo della professionalitàper ogni patologia anche le piùrare. La percezione dei progressicompiuti è senza dubbio mag-giore quando si pensa ad eventieclatanti come gli interventi inutero. Tuttavia anche nella routinedei reparti di medicina mater-no-fetale sono tangibili i miglio-ramenti. L’ecografia del I trime-stre con la misurazione dellatranslucenza nucale e l’ecografiastandard del II trimestre (dettaecografia morfostrutturale) co-stituiscono momenti imprescin-dibili per lo studio del benesserefetale con possibilità di diagnosidi anomalie anche in epocamolto precoce. Inoltre è mi-gliorato sensibilmente la gestionedelle gravidanze, complicate dapatologie come il ritardo di cre-scita intrauterino o il diabetegestazionale o la preeclampsia.Per tali patologie si può otti-mizzare il “timing del parto” at-tuando un approccio attendistaquando i rischi della nascita su-perano i benefici dell’attesa madi tipo interventista in caso con-trario. Con questo approcciopur aumentando i parti prema-turi su indicazione medica, si ri-ducono i casi di danno ipossicoin gravidanza e le successivesequele.

betaniainforma3

di Imma ComoCoordinatrice infermieristica TIN

il pUnto

LA MEdIcINAMATERNO-FETALE

LE INFERMIERE "MAMMA"

gRAMMO dOPO gRAMMOTEsTIMONIANzA

di Annalisa AgangiGinecologa

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Il nostro Centro è appena diventatomaggiorenne: la TIN ha infatti dapoco compiuto 18 anni (ottobre

1994/2012) e chi scrive ha avuto il pia-cere di vivere quest’avventura sin dal-l’inizio insieme a gran parte degli ope-ratori, sia medici che infermieristici.Questo negli anni ha garantito unacontinuità assistenziale ed una crescitasia personale che di gruppo nellacapacità di lavorare in equipe che sonoalla base dell’entusiasmo che ci accom-pagna ancora oggi nell’approccio al no-stro lavoro. Ogni anno vengono dimessi dalla nostraTIN circa sessanta neonati con pesoed età gestazionale tali da dover esserepresi in carico dal nostro servizio diDAY-HOSPITAL che grazie al lavoroed alla disponibilità di tutti i colleghi ha

permesso di individuare, nellaDott.ssaL.Faiella coordinata nel lavorodi ambulatorio dalla Inf.Pediatrica A.Tufo,il punto di riferimento per i piccoli, masoprattutto per le loro famiglie.L’ambulatorio eroga un servizio multi-disciplinare che coinvolge altre profes-sionalità del nostro Ospedale (Radiologia,Ecografia, Analisi chimico-cliniche, Ocu-listica, )ed è a disposizione dei piccolitutti i giorni feriali dalle 8, 00 alle 14, 30previo appuntamento e con l’impe-gnativa del pediatra di famiglia.Il punto focale è rappresentato dal ri-conoscimento e trattamento precocedella disabilità lieve, moderata o graveattraverso la somministrazione seriata

di test di sviluppo neurocomportamentaliche consentono di individuare eventualideficit e ci permettono di avviare versola maggiore autonomia possibile tutti inostri piccoli pazienti, grazie anche allapreziosa collaborazione di fisioterapistimirati e di centri di prestigio interna-zionale (Ospedale del Circolo di Vareseper il riconoscimento e trattamentodelle ipoacusie totali o parziali) checollaborano attivamente con il nostroservizio.Attualmente l’obiettivo del Servizio diDh è la cura del prematuro e della suafamiglia dalla fase immediatamente pre-cedente la dimissione ai primi tempi acasa quando più forti diventano le

ansie genitoriali e le aspettative sulbambino.Il progetto che attualmente è in corsoprevede due incontri mensili pomeridianimediati dalla dott.ssa Faiella con la par-tecipazione della dott.ssa Mustillo, espertafisioterapista e del nostro personale in-fermieristico, con l’obiettivo di migliorareil nursing del prematuro e favorire ilrapporto madre –bambino bruscamenteinterrotto con la nascita. Progetti satellite,ma sempre legati all’attività ambulatoriale,sono il massaggio neonatale e l’acquaticitàdel pretermine.

N. 3 ANNO I DICEMBRE 2012

La nascita a termine è  un eventoche coinvolge emotivamente so-prattutto i genitori. Questi in par-

ticolare devono far fronte alla nascitadel loro bimbo, che  si presenta conmodalità diverse da quella che potevanoessersi rappresentata durante l’attesa,e che necessita di un’assistenza parti-colare, più complessa di quella fornitaagli  bimbi che nascono a termine. Quali sono le reazioni dei genitori?La nascita pretermine sollecita intensee differenti reazioni emotive nei genitori,in particolare, acquista connotazioni af-fettive che possono avere un impattosul bambino e sulla relazione con lui  .Questo evento precoce giunge a  in-terrompere bruscamente il progettogestazionale della coppia, sconvolgendonele attese; invece di un lieto evento lacoppia genitoriale deve affrontare unarealtà molto differente da quella chepoteva essersi prefigurata durante lagravidanza..Qual è il primo impatto con la TIN daparte dei genitori? In genere i genitori sono abbastanza al-l’oscuro di ciò che può essere una TIN:questa realtà ospedaliera è così diversada un comune reparto di neonatologia;qui incontrano per la prima volta il loropiccolo da dietro l’oblò dell’incubatrice.L’incubatrice isola il bimbo da agentipericolosi e assicura protezione, ma si

pone come un ostacolo all’interazionefisica ed affettiva tra il genitore e ilbimbo. In queste condizioni la madrenon riesce ad attivare le modalità di ac-cudimento e cura che costituiscono ladimensione fondamentale della sua fun-zione di modulatrice degli apprendimentiche costruiscono la mente e il cervellodel bimbo.Quando i genitori tornano a casa con ilneonato che succede?La nascita pretermine è soltanto un

atto medico: la nascita psicologica avvienein un secondo momento, alle dimissioni,quando c’è la certezza della soprav-vivenza e della salute del bimbo. Igenitori spesso descrivono questo mo-mento come la seconda nascita delloro bimbo. L’impatto con questa realtàinaspettata può essere sconvolgente eai genitori può sembrare di vivere comein un incubo, con sensazioni di irrealtà,forte rabbia e sgomento, in cui sorgonoimpellenti le domande del perché questosia accaduto proprio a loro.Quali reazioni possono avere i genitoridei prematuri?La nascita prematura è un evento stres-sante per i genitori e la famiglia: lostress vissuto dai genitori durante il ri-covero dei bimbi nelle TIN ha un’influenzasul bimbo  e conseguenze emotive alungo termine sulle madri che avvertonouno stress   maggiore dei padri. La

nascita pretermine provoca nei genitoriansia e depressione, che possono giun-gere a livelli molto elevati e prolungati:le madri potrebbero sviluppare statidepressivi e ansiosi per mesi Spesso lemadri e i padri, nei loro racconti, parlanodella nascita del figlio come di unoshock, difficile da immaginare, accom-pagnato da molta confusione.Che cosa succede durante l’ospedaliz-zazione del prematuro I sintomi di stress traumatico possonoessere molto spesso presenti alla nascitadel bimbo, ma possono manifestarsianche più tardi a seguito di un altroevento stressante, collegati eventualmentealle fluttuazioni delle condizioni medichedel bimbo, come per esempio una ri-caduta improvvisa cui può far seguito lapaura per la sua sopravvivenza. L’ospedal-izzazione può così essere caratterizzatada frequenti traumi, come il prolunga-mento della degenza, o il trasferimentodel bimbo in un’altra unità di terapia in-tensiva, o in un altro ospedale; e questopuò rappresentare un ulteriore mo-mento traumatico.Come si vive la genitorialità dei bimbiprematuri I genitori vivono la loro genitorialità inuno stato di precarietà, sospesi nell’in-certezza, a seguito di prognosi tempo-ranee sulla salute del figlio: viene sospesaanche la progettualità sul futuro. Essidevono fermarsi nella dimensione delpresente, in cui spesso possono esserepredominanti le rappresentazioni di an-goscia e morte; l’incertezza rispetto al-

l’esito delle cure può diminuire l’investi-mento psichico sul bimbo: fino a quandoè ricoverato in terapia intensiva neonatale,la madre e il  padre allontanano neltempo l’investimento sulla propria gen-itorialità reale, come protezione dallapaura per la perdita del loro bambino. Il  genitore può trovare non indifferentidifficoltà a sincronizzarsi coi ritmi delbimbo attraverso le modalità che sipossono invece attivare con un neonatoa termine: il mancato contatto corporeoè pertanto un ostacolo, che può ritardareil processo autoregolatorio del bimbo.E all’approssimarsi della gravidanza delprematuro?Verso la fine della gravidanza le rap-presentazioni che consentono alla madredi sviluppare un sentimento di preoc-cupazione per il benessere del bimbo,la cosiddetta preoccupazione maternaprimaria, possono trasformarsi in rap-presentazioni che suscitano invece an-goscia in caso di nascite premature, inquanto la donna potrebbe non sentirsila madre “sufficientemente buona” chesperava di essere per il suo bambino..Quale è il ruolo dello Psicologo nel re-parto di Terapia Intensiva Neonatale?Aiuta i genitori dei neonati preterminea non farsi inondare completamentedalle angosce e dalla disperazione. Inun luogo protetto e scevro da ognigiudizio, le loro ansie, il loro senso dicolpa e le loro paure potranno essereascoltate e contenute. Lo psicologo ac-compagnerà i genitori di bambini pre-maturi nel graduale processo di consa-pevolezza della propria sofferenza, e liaiuterà a trasformare tale dolore in ri-sorsa. Egli rappresenterà quella reteprotettiva che non li farà sentire soli.

LO PsIcOLOgO IN TIN

di Antoniomaria Salzano Psicologo

LA RELAzIONE gENITORE-BAMBINO NELLA NAscITA PREMATURA è UN EVENTOPARTIcOLARMENTE EMOTIVO.

Il Perfezionamento delle cure perinatali ha permessonegli ultimi anni di raggiungere obiettivi fino apochi anni fa insperati, quali la sopravvivenza di

neonati estremamente prematuri e di bassissimopeso, riducendo così la mortalità pediatrica, ancoraoggi prevalentemente a carico del periodio neona-tale.Una moderna gestione delle gravidanze a rischiounita ad una migliore conoscenza delle problematicheneonatali, con il supporto di avanzate tecnologieha cambiato lo scenario dell’assistenza perinatale. E’ possibile con moderni ventilatori l’assistenza per-sonalizzata per ogni paziente, in rapporto alle diverseproblematiche respiratorie, riducendo al minimo idanni iatrogeni. E’ possibile oggi un’assistenza venti-latoria non invasiva anche per categorie di neonati

di basso peso ed età gestazionale. Le problematicherespiratorie si sono infatti ridotte anche grazie allasistematica profilassi prenatale con cortisone nellegravidanze a rischio di parto prematuro ed all’usorutinario e standardizzato del surfattante, costituenteindispensabile per permettere una migliore capacitàrespiratoria.Siamo oggi in grado di monitorare con fini stru-mentazioni le funzioni vitali dei piccoli paziente ri-coverati nelle terapie intensive. Moderne incubatricipermettono la regolazione in automatico della tem-peratura e dell’umidità riducendo al minimo lostress termico. L’utilizzo di sofisticati ecografi haconsentito di studiare in modo incruento alcuniaspetti emodinamici importanti per un’adeguatagestione dei pazienti critici.

Grandi passi avanti si sono fatti nell’assistenza aineonati asfittici, ciò grazie all’utilizzo dell’ipotermiaattiva. Si tratta di sottoporre questi neonati conproblematiche da mancanza di adeguata ossigenazionealla nascita a basse temperature, riducendo cosi ipossibili danni cerebrali. Ciò avviene con l’utilizzo dimaterassini raffreddanti, controllati da un macchinarioin grado di ridurre e mantenere la temperaturacorporea a valori compresi tra 33 e 34 C°.Il tutto ci permette di guardare alla moderna neo-natologia con un occhio sempre più futuristico,sicuri di un continuo e progressivo miglioramentodelle cure assistenziali ai nostri piccoli.

PROgREssI IN NEONATOLOgIA

LA NOsTRA TIN è MAggIORENNE

di Luigi BalestriereNeonatologo

di Marcello NapolitanoNeonatologo

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La procreazione medicalmenteassistita (o fecondazione in vi-tro) è stata nella ricerca bio-

medica un traguardo importante.Ha ridato la speranza di avere unfiglio a coppie che altrimenti nonavrebbero mai potuto generare.Però, accanto alla bontà di una tec-nica che cerca di risolvere un pro-blema, ben presto si presenta il ri-svolto della medaglia con le sueimplicazioni etiche, creando più pro-blemi di quanti ne risolva. Infatti latecnica nel volgere di pochi anni hapreso strade diverse da quella incui una coppia eterologa (uomo-donna) ricorre alla fecondazione invitro per avere un figlio. Utero inaffitto, fecondazione eterologa (do-nazione di ovuli o spermatozoi daparte di terze persone), maternitàdi donne single. Il risultato è statola messa in discussione sia del mo-dello naturale della genitorialità chedi quello tradizionale di famiglia. Ildono reciproco di sé nell’esperienzadella sessualità e il legame d’amorenel quale generare un figlio, permolti non è indispensabile della ca-pacità di accogliere adeguatamenteuna nuova vita. La tecnica inoltreporta alla produzione di un numerodi embrioni in sovrannumero ri-spetto al necessario. Quelli non uti-lizzati sono congelati e ciò per molticostituisce un problema morale. Siapre pertanto un’altra questione:l’embrione umano è da considerarsia tutti gli effetti un essere umanooppure no? E’ evidente che nelcampo bioetico nessuna decisionemette al riparo da possibili etero-genee conseguenze, a loro volta dariesaminare ed affrontare. Un puntodi consenso si potrebbe trovare inun ordine di reciprocità, di giustiziae di uguaglianza alla base di ognirapporto. Nel campo dell’azionesociale dell’essere umano abbiamola possibilità di orientarci, al di làdelle divergenze etiche, in base allacosiddetta regola d’oro, che ci im-pone di accettare per gli altri solole conseguenze che riteniamo pernoi auspicabili (l‘evangelico: fai aglialtri ciò che vorresti fosse fatto ate). Si potrebbero richiamare unaserie di valori, quali la responsabilità,l’equità e la tutela dei soggetti menofavoriti, che esprimono un bagagliodi valori cristiani e non solo. Inquesta prospettiva ciò che andrebbesempre garantito sono le miglioricondizioni ambientali ed affettivenelle quali un bambino possa esserecresciuto e avviato ad un’esistenzaautonoma a sua volta responsabile.

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Maria era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta peropera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si proposedi lasciarla segretamente. Ma mentre aveva queste cose nell'animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno,dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei ègenerato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà ilsuo popolo dai loro peccati». (Mt 1, 18-24)

Innumerevoli ed importantissimi artisti,quali Caravaggio, Botticelli, Giotto, Pierodella Francesca, Giorgio Vasari, Domenico

Ghirlandaio e tanti altri, per più di quattrosecoli, hanno ambito dipingere la nativitàdi Gesù Cristo e non ce n’è uno che nonsia suggestivo, bello, commovente, incan-tevole; insomma tutti stupendi. Per caso mi sono imbattuto nella Nativitàdi Lorenzo Lotto e ne sono rimasto affa-scinato e colpito, e ciò per almeno tremotivi. In primis per la sua bellezza. In se-condo luogo per come ha raffigurato econsiderato la persona di Giuseppe. Interzo luogo per la sua brillante intuizioneteologica. È questa intuizione che soprat-tutto mi ha particolarmente toccato esorpreso. Chi ammira questo dipinto ècome se stesse ascoltando un sermonesull’incarnazione di Dio. Il Lotto da unlato è attento alla descrizione di unastalla con i simboli di una fede biblica; dal-l’altro diventa arguto teologo che adombranel mistero della natività di Cristo già ilmistero della sua morte in croce. Lottopresenta la verità della rivelazione evan-gelica: Cristo nasce con il destino di an-nunciare la salvezza, sconfiggendo la mortesul Calvario; ecco anche perché il Lottonon si lascia né coinvolgere, né influenzareda un certo sentimentalismo caratteristicodel Natale.L’uomo di fede, davanti a questa ineluttabileverità, può serenamente riflettere e gustarela gioia della venuta del Salvatore, madeve anche sapere che l’annuncio verràchiarito nei suoi contenuti, e sarà ripetuto

dall’alto della croce, «scandalo per i Giudeie follia per i pagani», come afferma l’Apo-stolo Paolo nella Prima lettera ai Corinzi.“Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nomeGesù”. È cosa innegabile nel leggere iracconti della Natività, di Matteo e diLuca, il fatto che ognuno di loro, metta inrisalto la peculiarità e vocazione, di en-trambi. Per Matteo è importante la com-ponente attiva della risposta umana daparte di Giuseppe: Tre volte egli riceveistruzioni in sogno da un angelo e trevolte deve fare qualcosa: “Giuseppe,destatosi dal sonno, fece come l’angelo delSignore gli aveva comandato e prese consé sua moglie”. Luca al contrario concen-trandosi su Maria, sottolinea l’essenzialepassività della risposta umana all’azionedi Dio: “Mi sia fatto secondo la tua parola”(Lc. 1, 38). Come partecipare all’Avvento e al Natalee soprattutto come piacere a Dio? Eccocosa scrive a tal proposito dal carcere diFlossenbürg, il past. Dietrich Bonhoeffer, inoccasione del suo ultimo Natale: “Se vo-gliamo partecipare all’Avvento e al Natale,non posiamo starcene in disparte, come se

fossimo in un teatro, e gioire per tutte le im-magini piacevoli, bensì in questi avvenimentiche qui accadono siamo noi stessi ad essertrascinati dentro, in questa trasformazionedi ogni cosa; dobbiamo essere attori suquesto palco, in cui lo spettatore dell’operaè anche parte della recita; non possiamochiamarci fuori. Che cos’è che recitiamo? Piipastori che si inginocchiano? Re che offronoi loro doni? Che cosa mettiamo in scenaoggi, il giorno in cui Dio viene al mondo nel-l’umiliazione della mangiatoia? A chi siaccosta alla mangiatoia; se ne potrà allon-tanare solamente o condannato o salvato;o vi soccomberà, o saprà di essere oggettodella misericordia di Dio. Ci sono solo dueluoghi in cui i “forti e i grandi” di questomondo perdono il loro coraggio, in cui sonospaventati nel più profondo della loro anima,da cui rifuggono pieni di paura e sono: lamangiatoia e la croce di Cristo. Attori, spettatori, figuranti, simpatizzanti,ecc, ecc. Chi siamo noi? Che ruolo cisiamo scelti? Da che parte stiamo? Siamofuori o dentro alla mangiatoia? Siamocon Gesù o con Erode? La Parola del Si-gnore interpella tutti e tutte e Dio non voglia che ci troviun po’ con l’uno e un po’ con l’altro,perché se così fosse, grande sarà: “il piantoe lo stridor di denti” (Mt 24, 51).Cari lettori e lettrici, vogliate accoglieregli auguri più sentiti di un sereno Natalee di un felice anno nuovo, dal sottoscrittoe dal Servizio di Cappellania Evangelica.

LA NAscITA dI gEsù

di Vincenzo PolverinoCappellano, Ospedale Evangelico Villa Betania

lapersona

Da diversi anni il Centro SocialeCasa Mia-E.Nitti accoglie ado-lescenti a cui Tribunale per i

Minori di Napoli sospende il processo(art. 28 D.P.R. 448/88). Questi ragazzivengono affidati ai servizi minorilidell'amministrazione della giustiziache in collaborazione con i servizisocio-assistenziali degli enti locali at-tivano i diversi percorsi di reinseri-mento : il ritorno a scuola, la ricercadi un lavoro oppure un impegno ditempo da dedicare al volontariatosociale. Il Centro da accoglienza aquesti giovani in prova e fornisceloro, attraverso il lavoro volontario,l’opportunità di poter contribuire alloro programma di reinserimentosociale. I volontari che, in questomodo vengono affidati al Centro,sono coinvolti principalmente nel la-voro di animazione ed intrattenimentodei bambini del quartiere.Storie famigliari di degrado sociale,emarginazione, povertà, che appar-tengo alla quotidianità di questi giovani.Come la vicenda di Pietro, 17 anni,che insieme ad altri due amici avevano

schiaffeggiato e maltrattato un turistaper derubargli il portafoglio e cheerano stati fermati subito dalla poliziaattirata dalle grida della vittima. Lafamiglia di Pietro è numerosa, Pietroè il primo di quattro fratelli. Vive inun alloggio popolare della periferiadi Napoli. In famiglia si sopravvive enon sempre c’è da magiare per tutti.La madre, che lavora facendo qualcheora di pulizia nelle case private, èquella che riesce a portare qualcheeuro a casa; sul padre non si puòsempre contare in quanto ha una di-pendente dall’alcool e quando riesce,

raccoglie metalli che cerca nei cas-sonetti della “monnezza”. I fratelli piùpiccoli passano le giornate tra lascuola e la strada, nonostante l’affi-damento ai servizi sociali del comune. La maggior parte dei ragazzi che ab-biamo accolto presso la nostra strut-tura presenta una situazione analogaa quella di Pietro. L’esito della messain prova per Pietro non è stato posi-tivo, non è riuscito a concluderla. Ametà percorso è ritornato alla strada.Aveva la testa da altre parti e attiratoda diverse prospettive. Ho volutoraccontare la piccola storia di un in-successo perché sono quelle che ciaddolorano e ci fanno riflettere sullasofferenza che abita vicino ad ognunodi noi e di cui troppo spesso neancheci accorgiamo. Fortunatamente dopoPietro abbiamo avuto Franco, Michele,Giuseppe, Alessandro sono i ragazziche invece hanno avuto successo.

di Salvatore Cortini Direttore Centro Sociale Nitti

pillole di bioeticaLAPROCREAzIONEMEDICALMENTEASSISTITAdi Giovanni NapolitanoBiologo

cENTRO sOcIALE cAsA MIA “E. NITTI” Viale delle Metamorfosi, 340 Napoli - Ponticellitel. 081.5965527web: centrocasamianitti.it email: [email protected]

sERVIzIO cAPPELLANIAInformazioni tel. 0815912452e-mail: [email protected]

OPPORTUNITà PER UNAVITA NORMALE

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N. 3 ANNO I DICEMBRE 2012

Attualmente in Italia si stima che ogni annosiano diagnosticate oltre 47.000 nuovi casidi tumore della mammella con aumento

d’incidenza anche al di sotto dei 40 anni con unpicco delle sessantenni di 300 casi per 100.000donne. Dal 1989 ad oggi sempre più donne sisono affidate al nostro ospedale per il trattamentodi tale patologia che comporta un continuo e co-stante aggiornamento professionale con uso ditecnologia adeguata (mammografia con stereotassi,ecografia, citologia, esame estemporaneo). Neglianni tra il 1990 ed il 2000, venivano trattati circa50 casi di cancro mammario annualmente e quindiin ospedale si era costituito spontaneamente unteam di esperti che si dedicava a tale patologia(radiologo, anatomo patologo, chirurgo, oncologo

medico). Ormai i tempi erano maturi perrealizzare un’unità di Senologia autonomadal Reparto di Chirurgia e così, dopo averpreparato i percorsi diagnostico-terapeuticisecondo i dettami dell’EUSOMA con per-sonale e spazi dedicati, nel 2001 nacquel’unità di Senologia. Quando fu istituitol’ambulatorio di senologia di prima visitanei primi tre mesi furono effettuate 45visite. Allo stato attuale dopo 11 anni ven-gono effettuate circa 3000 visite annualiripartite in tre ambulatori settimanali. Lasenologia del terzo millennio è un settore

complesso che si avvale di figure professionali chesi coordinano tra loro. Il trattamento del cancrodella mammella è definito integrato perchè siavvale della chirurgia, della medicina oncologica edella radioterapia e non può prescindere dalladiagnostica per immagini e dalla stadiazione chenegli ultimi anni ha fatto passi da gigante con leapplicazioni della meccanica quantistica introducendotecnologie quali R.M. e PET. Inoltre i livelli raggiuntidalla biologia molecolare ci hanno permesso ditrattare la malattia cancro non tanto per il suo vo-lume estensione ma per la sua caratterizzazionebiochimica. Sono convinto che per abbattere taleincidenza bisogna migliorare la qualità di vita, ridu-cendo l’inquinamento e quindi l’introduzione disostanze cancerogene nel nostro organismo e

nello stesso tempo incrementando campagne diprevenzione che ci permettono sempre di più dievidenziare neoplasie di pochi millimetri chepossono essere trattate rapidamente con guarigionecompleta e con costi contenuti per la comunità. Nel 2009 abbiamo ricevuto dall’ASL NA 1 il rico-noscimento di struttura di III livello per il trattamentodel cancro della mammella.La nostra unità di senologia è una realtà ed è se-conda solo all’Istituto dei Tumori di Napoli. Effettuacirca 500 interventi all’anno di cui 300 circa dicancro.Il nostro ospedale ha sempre avuto un’attenzioneparticolare per le donne ed il reparto di ostetriciae ginecologia è riconosciuto come un’eccellenzain questo settore. Quest’anno anche con il contri-buto della senologia ha ricevuto il secondo bollinorosa sia per l’attenzione alle donne sia per laquota femminile che opera nella struttura. L’impegno è costante ma come tutti sanno è unmomento difficile per la sanità pubblica. L’unità disenologia avrebbe bisogno di ulteriori spazi erisorse umane in quanto la domanda è in ascesa.Contenere la lista di attesa per cancro in 20 giorniè un impegno difficile che sottopone gli operatoria ore di lavoro oltre il dovuto. Il sorriso ed il grazie di tante donne che sonostate colpite da una così terribile e devastantemalattia ci permette di andare sempre più avanti.

l’approfondimento

LA sENOLOgIA TRAPAssATO E FUTURO

di Gennaro GuerraDirettore UOS Dipartimentale di Senologia

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QUALI SONO LE CAUSE DELLALUSSAzIONE DI SPALLA?La spalla è un’articolazione strutturatain modo da permettere di eseguiremovimenti relativamente complessi.La stabilità e la normale funzionalitàdella spalla dipendono non solodalla congruenza ossea di testa eglena, ma anche dall’integrità dellestrutture muscolari, legamentose ecapsulari. La lussazione si manifestadi norma a causa di un incidenteimportante (stradale, domestico osul lavoro) o per traumi sportivi(basket, calcio, rugby) e avviene, disolito, in direzione antero-inferioreprovocando la rottura delle strutturecapsulo-legamentose, e nei casi piùgravi anche la frattura dell’osso.COME SI CURA LA LUSSAzIO-NE?Il primo e immediato intervento incaso di lussazione è quello rivolto ariposizionare la testa dell’omeronella sua sede naturale, mediantemanovre dette di ‘’riduzione’’ eseguitesolo da mani esperte (a volte è ne-cessario ricorrere al pronto soc-corso). Seguirà, poi, l’immobilizzazionedell’arto per almeno 20 giorni conun tutore di spalla. Nel caso di reci-diva di lussazione, invece, il tratta-mento è di tipo chirurgico e puòessere eseguito mediante artroscopiao chirurgia ‘’classica’’ (‘’a cielo aperto’’).L’artroscopia permette di compiereun intervento poco invasivo e conottimi risultati. La nostra sala ope-ratoria è dotata di uno strumentariodi ultima generazione con monitorartroscopico ad alta definizione at-traverso cui si può rilevare e valutareogni minimo dettaglio anatomico.Pratichiamo, inoltre, un’anestesia pervia interscalenica che permette alpaziente di rimanere sveglio e diessere dimesso anche poche oredopo l’intervento. Il trattamento chi-rurgico a cielo aperto è praticatosolo ai casi di lussazione recidivante(oltre i 4-5 eventi), ove oltre ad unalesione capsulo legamentosa vi èuna notevole perdita del tessutoosseo difficile da trattare con la tec-nica artroscopica. IN CHE CONSISTE IL POST-OPE-RATORIO?Dopo un breve periodo di immo-bilizzazione, segue un programmadi fisioterapia cauto e progressivoper circa 3-4 mesi, fino a guarigionecompleta.

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Sin dalla sua nascita l’Unità di Se-nologia si è conformata agli stan-dard richiesti in campo regionale,

nazionale e della Comunità europea,relativamente al ruolo, di tipo inter-disciplinare ed alla qualità oltre cheal numero di prestazioni effettuate.Si avvale, infatti, dalla sua istituzione,della collaborazione di un secondochirurgo, di un Anatomo Patologodedicato, di un Radiologo, di un On-cologo Medico, di un Anestesista edello Psicologo. E’ attiva ed efficacela collaborazione con diversi Centrie Servizi territoriali ed ospedalieri diMedicina Nucleare e Radioterapia. Apartire dal 2008 è iniziato un proto-collo di collaborazione con l’Unità diPrevenzione e di Screening Radiolo-gico dell’ASL NA1 che ha consentitoun sempre maggior numero di casidi trattamento e cura delle lesioni infase iniziale di Ca mammario. Nel

corso degli anni l’attività ambulatorialee quella operatoria hanno registratoun costante incremento, fino alle3000 visite ed ai 555 interventi (dicui 278 per patologia maligna) del2011. A partire dal 2010 l’Unità siavvale della collaborazione di unterzo chirurgo senologo, e dal 2011di un Chirurgo Plastico. L’Unità diSenologia utilizza 5 posti letto, conun tasso di occupazione pari al 100%dell’attività chirurgica. Ubicato all’ultimoPiano dell’Ospedale, è dotato di unaCaposala e di personale infermieristicoaltamente specializzato nella cura deipazienti neoplastici, vista la condivisionedi spazi e personale paramedico conl’Unità di Oncologia. L’Attività ambu-latoriale è organizzata in modo daassicurare due sedute settimanali perle Prime visite (effettuate senza pre-notazione, senza richiesta del medicoCurante e con un costo contenuto)

ed una per il follow-up. Le attivitàambulatoriali di medicazione vengonosvolte due volte a settimana. Comeanche in due sedute vengono svoltel’attività di ricovero in regime di DaySurgery e di Pre-ospedalizzazione.Le sedute operatorie si svolgono in-vece tre volte alla settimana. Vengono trattati tutti i casi di patologiamammaria, a partire da quelli benignifino ai complessi interventi di ma-stectomia con risparmio di cute eposizionamento di protesi. Da semprela mission dell’Unità è stata quella diarrivare a diagnosi quanto più precoce,come attestato dall’elevato numerodi interventi di quadrantectomia condissezione del linfonodo sentinella.Estremo riguardo è sempre stato ri-volto all’aspetto del trattamento on-coplastico - ricostruttivo. Massimaattenzione è stata data alla cura deicasi complicati/avanzati richiedentiun approccio terapeutico oncologicoprimario in Neoadiuvante, che ven-gono trattati seguendo un corridoiopreferenziale. Altrettanto succede peri casi di neoplasia maligna che colpi-scono donne di età inferiore ai 40anni.

l’esperto risponde

LUssAzIONEdI sPALLA

di Giacomo NegriResponsabile Unità Operativa Semplice di

Chirurgia ArtroscopicaL'ORgANIzzAzIONEdELLA sENOLOgIAdi Pierfrancesco MaioneSenologo

Visito ogni giorno donne am-malate di cancro al seno.Lapaziente, non è mai la prima

ad entrare, ma sempre come se-conda o terza preceduta da altradonna (sorella, figlia maggiore, mam-ma, suocera) mai da un maschio. Il maschio partner di una donnaammalata di cancro è sempre unafigura secondaria, si presenta comeuna “vittima” della personalità fortedella donna, è accondiscendente epronto a giustificare e ad assecon-dare.Esteticamente queste pazienti ma-nifestano sempre due opposti: osono estremamente curate (trucco,profumo, etc.) o non hanno alcuninteresse per la cura del propriocorpo. Inizialmente, o si prolungano inun’esposizione di fatti e situazioniche non hanno attinenza con la ma-lattia, o si presentano silenziose,poco propense al dialogo, “chiuse”.Alcune volte entrano con occhialida sole e non li tolgono se non sumio esplicito invito.Il momento anamnestico è fonda-mentale per mettere a proprio agiola paziente, creare un clima distensivo,conquistarne la fiducia e abbassarela resistenza. Nella mia personale esperienza, hobandito completamente di accennareai risvolti psicologici della malattiase non dopo l'intervento. In questafase, la paziente cerca innanzitutto ilchirurgo, non chi le attesti che lasua è una malattia anche con aspettipsicologici. La fase successiva, quellachirurgica, è appunto molto im-portante. Nei giorni che precedonol’intervento c’è un approfondimento

della conoscenza reciproca, che cul-mina nel concordare il trattamentochirurgico.Dopo l’intervento, si apre un nuovoscenario.La paziente apparentemente non èpiù la stessa. Non è più chiusa. E’contenta di aver risolto la malattiaed è più disponibile a un dialogoaperto. Giorno per giorno, special-mente quando la medico, le facciocomprendere l’importanza di amareil proprio corpo, specialmente quellaparte che è stata devastata. In questigiorni, la paziente si abbandona piùfacilmente a raccontare della propriaesistenza, delle infelicità e dei suoiaffetti ed è più sensibile alla com-prensione che la guarigione è legataanche a un miglioramento esisten-ziale. Da qui a farle comprenderecome è importante per una guari-gione totale non star bene solo fisi-camente, ma anche psicologicamente,il passo è diventato più semplice.

Ora la paziente ha risolto l’aspettosomatico della malattia ed è prontaper la riabilitazione psicologica. Le pazienti che si ripropongonosempre con gli stessi schemi mentali(paura, ansia, insoddisfazione, allacontinua ricerca di risposte assoluteall'esterno) sono destinate alla rica-duta somatica, perchè questi aspettiprotratti abbatono le difese immu-nitarie. Quelle invece che, pur non avendorisolto la causa della malattia, hannomitigato quella rigidità interiore at-traverso una migliore storicizzazionedella propria persona (realizzandosinel sociale, ritornando a lavorare ocambiando lavoro, dedicandosi dinuovo ad un vecchio hobby accan-tonato, ad esempio la pittura o laceramica, anche con risvolti econo-mici positivi) sono quelle avviatealla guarigione totale.

Gennaro Guerra

sI PUO’ gUARIRE

Page 8: New betaniainforma · 2016. 10. 6. · betaniainforma N.3 ANNO I DICEMBRE 2012 FARE sANITà di Pasquale Accardo Direttore Generale Ospedale EvangelicoVilla Betania INTERVIsTA A FRANcEscO

Le nuove regole sulla formazione continua pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale(n.98 del 14 maggio 2012) regolano il sistema su tutto il territorio nazionalee sanciscono il passaggio definitivo dall’accreditamento dei singoli eventi aquello dei provider e coinvolgendo in maniera significativa Ordini, collegi edAssociazioni.

Vediamo di seguito alcune delle principali novità.

Confermati i 150 crediti per il triennio 2011-2013 con l’obbligo di acquisireun minimo di 25 e un massimo di 75 annui. Sarà possibile riportare fino adun massimo di 45 dal triennio precedente.

Le tipologie di formazione che consentono l’acquisizione dei crediti sono le:

• FORMAzIONE RESIDENzIALE (RES)

• CONVEGNI e CONGRESSI

• FORMAzIONE RESIDENzIALE INTERATTIVA(RES)

• TRAINING INDIVIDUALIzzATO (FSC)

• GRUPPI DI MIGLIORAMENTO O DI STUDIO, COMMISSIONI, COMITATI(FSC)

• ATTIVITA’ DI RICERCA (FSC)

• AUDIT CLINICO E/O ASSISTENzIALE (FSC)

• AUTOAPPRENDIMENTO SENzA TUTORAGGIO (FAD)

• AUTOAPPRENDIMENTO CON TUTORAGGIO (FAD)

• DOCENzA E TUTORING + ALTRO

La scelta è lasciata al professionista ma sono stati definiti dei limiti: convegni,congressi, simposi conferenze, gruppi di miglioramento, attività di ricerca,docenza e tutoring consentono un numero massimo di crediti acquisibili chenon può eccedere complessivamente il 60% del monte crediti triennaleottenibile da un singolo operatore sanitario (n. 90 crediti formativi su 150).La stessa regola entra in vigore per la FAD ma esclusivamente per gli infer-mieri.

Nuovo stop alla formazione sponsorizzata, i professionisti possono conseguiremassimo 1/3 dell’intero ammontare dei crediti del triennio, l’eccedenza datale limite non verrà considerata dall’anagrafe ECM.

Viene introdotto il “dossier formativo individuale” di ogni professionista chedovrà integrare obiettivi formativi di sistema, di processo, e tecnico-professionali articolati nelle 29 aree individuate tra quelle di particolarerilievo per il SSN e SSR. Non potranno rientrare nel sistema ECM i corsi diformazione sulle medicine non convenzionali.

Il calcolo dei crediti spetta al professionista mentre la verifica e la certificazionedei crediti formativi all’ordine/collegio competente che attueranno attraversoi dati archiviati dal CO.Ge.A.P.S. (Consorzio Gestione Anagrafica delleProfessioni Sanitarie) inviati dai provider come rendicontazione finale delleattività formative.

Nel prossimo futuro la Commissione Nazionale, gli Ordini, i collegi e le Fe-derazioni elaboreranno le disposizioni che regolamenteranno l’obbligo di ac-quisizione crediti e le relative sanzioni in caso di inadempienza

Per quanto concerne gli esoneri dall’obbligo ecm si confermano le disposizioniprecedenti integrate da nuove specifiche con particolare riferimento alpersonale sanitario che frequenta corsi di formazione post-base delleseguenti categorie:

corsi di specializzazione, dottorato di ricerca, master, corso di perfezionamentoscientifico e laurea specialistica disciplinati dal decreto del MURST 3/11/99,n.509

corso di formazione specifica in medicina generale, di cui al Dlgs 17/08/99,n.368

formazione complementare; es. corsi effettuati ai sensi dell’art. 66 “idoneitàall’esercizio dell’attività di emergenza” di cui al Dpr 28/07/00

corsi di formazione e di aggiornamento professionale svolti ai sensi dell’.art1,comma: “piano di interventi contro l’AIDS” di cui alla legge 5/06/90

Infine restano esonerati dall’obbligo ECM i soggetti che usufruiscono delledisposizioni in materia di tutela della gravidanza di cui alla legge 30/12/71n.1204, nonché in materia di adempimento del servizio militare di cui allalegge 24/12/86, n.958.

EcM: qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchiodi Maria Anna StingoneResponsabile Formazione e Aggiornamento

Una buona coscienza è un Natale perpetuo(Benjamin Franklin)

Buon Natale eFelice Anno Nuovo

ai nostri pazienti e alle loro famiglie, ai nostri dipendenti, ai nostri amici e ai...nostri lettori!

La Redazione