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Anno 06 GIUGNO/LUGLIO 2012 COPIA GRATUITA CO MARILYN FOREVER Omaggio alla donna che il mondo sogna ancora L’intervista ELENA BAROLO Musica IVANA SPAGNA Ecologia IL PLANET SOLAR Arte I NATURAL GRAFFITI Moda VICTORIA’S SECRETS SWIM COLLECTION SPECIALE VINI & COLLINE
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Marilyn Monroe

Mar 12, 2016

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Marilyn for ever
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Page 1: Marilyn Monroe

Anno 06 GIUGNO/LUGLIO 2012 COPIA GRATUITACO

MARILYN FOREVER

Omaggio alla donnache il mondo sogna ancora

L’intervistaELENA BAROLO

MusicaIVANA SPAGNA

EcologiaIL PLANET SOLAR

ArteI NATURAL GRAFFITI

ModaVICTORIA’S SECRETS

SWIM COLLECTION

SPECIALE VINI & COLLINE

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CO

ITALIANS DO IT BETTEROvvero gli italiani lo fanno meglio: non pensate male, fa troppo cal-do per avere pensieri impuri, ciò che riteniamo di fare meglio è quel semplice e complicato esercizio chiamato vivere. Perennemente in burrasca, in preda a gente che ruba e mai si dimette, ad un’econo-mia senza fiato come a migliaia di tasse da pagare, questo popolo sa trovare sempre un modo per restare in piedi, dribblare tutti e piazzar-si in prima fila, un attimo prima che parta il click della foto finale. L’ha dimostrato la Nazionale di Prandelli, partita con sonore lezioni di calcio e finita alla stesso modo, ok, ma dopo aver dettato legge ancora una volta, di fronte ad un mondo costretto a chinare la testa e ammettere a malincuore che sì, quando tutti ci danno per finiti e iniziano a ridere, sappiamo trovare dentro la forza per ricacciare la risata in gola a tutti. Come diavolo faranno, questi mangiaspaghetti, lo sanno solo loro.E un po’ lo stesso è successo al Premier Monti alla riunione dell’Eu-rogruppo, nelle stesse ore in cui il calcio faceva da padrone delle prime pagine dei giornali, così testardo e convinto da tornare a casa solo dopo aver ottenuto quello che voleva, dimostrando anche lì che non siamo finiti, ma decisi a venirne fuori e dare anche noi regole, non solo a subirne. E per finire, onore alla forza del popolo emiliano, piegato da migliaia di scosse di terremoto ma così testardo da riuscire a fermare la terra che trema con la forza di un solo pensiero: tornare a lavorare.Piccoli, grandi esempi di italianità diffusa, di un sentimento forte, temprato dal sole e dal destino, impresso in un popolo che spesso nella sua storia ha fatto le valigie per andare lontano, cambiando lingua ma non cuore, portandosi dietro, fra caciotte e mozzarelle, anche quello che ci rende un angolo d’Europa che il mondo da sem-pre guarda incuriosito: sembra che debbano affogare, ma continuano a nuotare e presto o tardi te li ritrovi fra i primi. Ecco, quello che ci piace pensare, in momenti di grande incertezza come questi, è pro-prio lo spirito indomito che muove ognuno di noi, anche nelle minu-scole battaglie di tutti i giorni. Per cui, cari vicini di pianeta, state in campana: a cadere sono capaci tutti, ma quando si tratta di farlo con stile, gli italiani non hanno rivali. Perché solo noi sappiamo rialzarci e avere più fiato di prima..

Anno 06Luglio 2012

Mensile a diffusione gratuitaAutorizzazione Tribunale di Pavia n. 675 del 18/03/2007

una pubblicazioneAdverum SrlVia R. Brichetti, 40Tel. (+39) 0382 309826 fax (+39) 0382 308672www.adverum.net [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEGermano Longo([email protected])

SEGRETERIA DI REDAZIONEElisabetta Moretti([email protected])

Hanno collaborato Alessia Benaglio, Daniela Capone, Simona Rapparelli, Irina Turcanu. Art DirectorAndrea Maccarini

Impaginazione e graficaAdverum Srl ADV designerStefano Ghislanzoni

Marketing, pubblicità ed eventi specialiAdverum Srl

StampaArt & Coop Soc. Coop.Via Aldo Moro, 1415057 Tortona (AL)

DIRETTORE RESPONSABILEGermano Longo

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SOMMARIO

06

14

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6 Cover Story: Marilyn Monroe Finoallafinedeigiorni

10 Eventi: Harrods e la Regina Dio salvi l’inquilina

14 L’intervista: Elena Barolo Semplicementefashion

16 Speciale Vini & Colline Dicavalieri,d’armiebottiglie

24 Pavia: Gli eventi dell’estate Lastagionedellefeste

30 Speciale Olimpiadi: fenomeno Streaking Lateoriadell’uomonudo

32 Sport: strane discipline Quellichelancianolamogliee

38 Musica: Ivana Spagna Gentecomelei

42 Ecologia: Il viaggio del Solar Planet Lacorrentecontrocorrente

44 Arte: I Natural Graffiti Erbadicasamia

46 Moda: Victoria’s Secrets Swim Collection 2012

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COVER STORY Marilyn Monroe

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L’unica, La soLa, La più ceLebre donna mai apparsa suL pianeta: cinquant’anni dopo essersene andata, iL mito di mariLyn continua a vivere, a dispetto di tutto

DEI GIORNIdi Germano Longo | – foto Getty Images

FINO ALLA FINE

Per una volta almeno, in co-pertina niente star di questi anni, nessuna donna dello spettacolo che racconti la propria vita, oscillando fra

speranze e carriera. Per una volta, ci siamo detti quando abbiamo avuto per le mani queste foto, è giusto lasciare spazio ad una don-na che per milioni di abitanti di questa galassia, giovani o anziani che siano, è e sarà per sempre il sogno fatto persona. Ecco come si spiega la potenza infinita di un’i-cona assoluta, che a cinquant’anni dalla morte sa meritarsi ancora la prima pagina, lasciando al palo tutto quello che è venuto dopo di lei. Questo è il vero testamento di Marilyn Monroe, cristallizzata dal destino ad essere per sempre gio-vane, mai sfiorata dal bisturi o dal-le pene del tempo che passa e non sente ragioni. Immutabile fino alla fine dei giorni, come lo sono stati i personaggi richiamati su prima del previsto, lasciando in lacrime il mondo intero, ma con il tempo

anche la certezza che la leggenda non ci sarebbe stata, senza prima accettarne il dolore di una fine che suona da sempre come un’ingiu-stizia.Cinquant’anni fa, il 5 agosto del 1962, a trentasei anni, quand’era nel pieno della bellezza malgrado di demoni che la dilaniavano nei momenti in cui riusciva a stare lontana dai flash, Marilyn se n’è andata, in un modo che ancora nessuno ha mai chiarito davvero, per capire se quella notte si sia imbottita di farmaci da sola per-ché non ne poteva più o se qual-cuno abbia preferito toglierla di mezzo perché non ne poteva più anche lui, di avere a che fare con una donna tanto bella quanto così fragile da diventare scomoda. For-se un giorno l’ultimo mistero di Norma Jean Baker sarà svelato. Ma adesso, a cinquant’anni da quella notte maledetta, non è il momento dei gialli, semplicemente del ricor-do che tutti, in ogni angolo della Terra, stanno per tributare alla

femmina che almeno per un istan-te ha fatto sospirare ogni uomo e convinto ogni donna di poterla imitare.Una spremuta di sensualità pub-blica che faceva a pugni con gli antidepressivi e l’alcol dei mo-menti privati, hanno svelato in questi cinquant’anni centinaia di biografie autorizzate e non, smi-nuzzando ogni istante delle sue storie con uomini che l’hanno avu-ta senza mai capirla, elencando senza pietà i capricci da diva che arrivava sul set ubriaca e incapace di ricordare le battute, mandando alla storia scene come quella della gonna alzata dal vento dispettoso della metropolitana di New York davanti agli occhi iniettati di san-gue del marito Joe Di Maggio, il campione di baseball, così come il nudo che ancora oggi la persegui-ta, fatto quando Marilyn era solo Norma Jean Baker, ragazzina di Los Angeles che cercava di sfuggire ad una madre schizofrenica e all’orfa-natrofio.

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Proprio quella, sarebbe poi diventata Marilyn Monroe, la donna capa-ce di mandare a letto il mondo intero pieno di sogni, dichiarando che lei per dormire indossa-va solo qualche goccia di Chanel numero 5, o riempiendolo di brividi ascoltandola sussurrare “happy birthday mr. Presi-dent” davanti a Kennedy che sorrideva, mentre a sua moglie Jackye riusci-va appena un po’ meno.E cinquant’anni dopo aver fatto i conti con quella notte di agosto del 1962, il mondo si scopre ancora innamo-rato perdutamente di MM, come la chiamava-no nell’ambiente cine-matografico americano, ma ancor di più dei suoi difetti di donna ferita, perennemente in cer-ca di qualcuno che di-

menticasse il suo corpo per curarne l’anima. E per tutto il 2012, in una martellante e incessante processione di tributi, non esiste luogo al mon-do dove Marilyn non sarà ricordata, anche solo con la proiezione di uno dei suoi film. Ha iniziato, prima di tutti, la Getty Images Gallery di Londra, che dal marzo scorso e fino agli inizi di giugno ha ospitato Marilyn, mo-stra della più grande concentrazione di abiti e oggetti appartenuti alla diva, di proprietà del collezionista-feticista David Gainsborough Ro-berts, ma anche video e fotografie inedite (fra cui quelle che pubblichia-mo in queste pagine) che hanno attirato ed emozionato migliaia di persone.

"la donna capace di mandare a letto il mondo intero pieno di sogni, dichiarando che lei per dormire indossava solo qualche goccia di Chanel numero 5, o riempiendolo di brividi ascoltandola sussurrare “happy birthday mr. President” davanti a Kennedy che sorrideva, mentre a sua moglie Jackye riusciva appena un po’ meno."

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Tutta la vita in una settimana Il titolo originale, My week with Marilyn spiega meglio di ogni traduzione il senso di questa pellicola, ispirata ai diari di Co-lin Clarke, nel 1956 assistente di Sir Lawrence Oliver sul set del film Il principe e la balleri-na. Il film si concentra su una misteriosa settimana che Clarke saltò inizialmente nei suoi diari, finendo per raccontarla soltanto diversi anni dopo per svelare il rapporto fra la più grande diva di Hollywood e lui, allora giovane in cerca della sua strada. A interpretare Ma-rilyn è Michelle Williams, Kenneth Branagh è Sir Lawrence Olivier mentre per il ruolo del giovane Colin Clarke la scelta è andata su Eddie Redmayne.

Nasce a Los Angeles alle 9:30 del 1° giugno 1926, ma questo non basta per garantirle la felicità. Figlia di Gladys Pearl Monroe e, con molta probabilità, di Martin Edward Mortenson, di professione fornaio, Norma Jean passa la sua infanzia fra affidamenti e orfanatrofi, subisce violenze e molestie, e a 16 anni è costretta a sposarsi con James Dougherty, un vici-no di casa, perché la madre si trasferisce in Virginia con il nuovo compagno e non ha nessuna inten-zione di portarsela appresso. Si accorge di lei per primo il fotografo David Conover, che nel 1945 gira l’America in cerca di ragazze destinate alla rivista Yank, da inviare alle truppe al fronte. La sua foto finisce sulle scrivanie dell’agenzia Blue Book Mode-ling Agency che la addestra nella sottile arte di la-sciare intuire senza mai dire nulla. Inizia a lavorare come modella, debuttando nel cinema in parti mi-nori spesso senza battute, studia recitazione all’Ac-tors Lab di Hollywood, fin quando nel 1948 ottiene un ruolo da coprotagonista in Giungla d’asfalto, di John Houston. E’ l’inizio di un’ascesa inarrestabile che nel giro di pochi anni la trasformerà nella stella

assoluta della cinematografia mondiale. Nel giugno 1954 spo-sa Joe Di Maggio, ma lei è troppo bella e lui troppo geloso perché possa durare: nove mesi dopo i due si separano. Per qualche tempo amante di Frank Sinatra, Marilyn tenta nuovamen-te la carta del matrimonio convolando nel 1956 con Arthur Miller, commediografo di grande fama e talento. Ma quattro anni e numerosi aborti dopo, anche l’unione fra i due arriva al capolinea. Marilyn inizia ad essere preda della depressione, viene ricoverata più volte e pas-sa attraverso storie senza futuro come quelle ben note con i due fratelli Kennedy. Il 5 agosto 1962, un medico accorso su richiesta della governante di Marilyn, trova l’attrice sul suo letto di casa, accanto a numerose confezioni di barbiturici. Dall’8 agosto 1962 Norma Jean Baker riposa insieme a Marilyn Monroe in un loculo del Westwood Village Memorial Park Cemetery di Los Angeles.

A breve uscirà nelle sale un film, interpretato da Mi-chelle Williams (ne parlia-mo nel box in queste pagi-ne), così come va ricordata la mostra organizzata al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze, il marchio di cal-zature che la Monroe predi-ligeva. Per finire in bellezza con l’omaggio che il Festi-val del Cinema di Cannes ha deciso di dedicare alla diva assoluta: nella foto scelta per la locandina, uno scatto privato in cui la bionda che cantava “i diamanti sono i migliori amici delle ragazze” sorride mentre soffia sem-plicemente su una cande-lina. Sembra un’immagine

felice, ma sappiamo tutti che non era così: Norma Jean Baker aveva soltanto imparato ad essere Marilyn Monroe in ogni istante del-la sua esistenza, disperata-mente ancorata all’imma-gine in cui il mondo intero l’aveva condannata senza appello. Ciao Marilyn, ci manchi sempre.

La leggenda di Norma Jean

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DIO SALVI L’INQUILINAqueLLa di buckingham paLace, s’intende:La regina eLisabetta ii, che neL mare di ceLebrazioni per i suoi 60 anni di regno, si è vista anche ironizzare La corona di st. edward. merito deL più grande magazzino di Londra, dove Lei stessa ogni tantova a “far La spesa”

JoMalone TheoFennell Boucheron

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EVENTI Harrods e la regina

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Si dice che Harrods ogni tanto chiuda a sorpresa gli ingressi al pubblico, mettendo ogni an-golo dell’immenso palazzo di Brompton Road, a Knighsbridge,

nell’esclusivo quartiere di South Ken-sington, a disposizione del molto fem-minile desiderio di shopping di Sua Mae stà la Regina Elisabetta II. D’altra parte, se lo slogan “dallo spillo all’elefante” ha qualche fondo di verità, non è dif-ficile pensare che iniziando dagli spil-li per finire ai pachidermi, “Beth” nelle immense sale di Harrods riesca anche nell’impresa di trovare qualche cappel-lino colorato (e velettato) da mostrare nelle sue uscite pubbliche. Il rapporto

fra i due, la regina e il magazzino lon-dinese, ha radici antiche, e nel tempo si è forse incrinato appena negli anni in cui Diana si faceva vedere in pubblico con Dody Al-Fayed, figlio di Mohammed, magnate egiziano e uno degli uomini più ricchi del mondo, proprietario dello storico shopping mall dal 1985 al 2010.Ma in occasione delle celebrazioni del Diamond Jubilee, per i 60 anni di regno, Harrods ha deciso di fare la propria par-te nei confronti della Regina, inserendo-si nel turbinio di eventi, parate, sfilate e celebrazioni (insieme alla solita slavina di francobolli, medaglie, piatti e tazze), che in tutta l’Inghilterra si susseguono a ritmo incessante. Ma l’ha fatto a modo

DIO SALVI L’INQUILINA

PaulSmith DomPerignon

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BETh, LA REgINA COLORATA

Elizabeth Alexandra Mary Windsor, primo-genita di re Giorgio VI ed Elizabeth Bowes-Lyon, nasce a Londra il 21 aprile 1926. Cresce imparando il rigido cerimoniale di corte, e malgrado destinata al trono d’In-ghilterra, durante la guerra sceglie di fare la propria parte prestando sevizio nell’Au-xiliary Territorial Service. Nel novembre 1947 sposa Filippo di Edimburgo, cugino alla lontana, da cui ha quattro figli (Char-les, Anne, Andrew ed Edward, che le daran-no 10 nipoti). La sua vita cambia di colpo nel 1952, quando suo padre muore mentre lei ed il marito sono in visita ufficiale in Kenya. Il 6 febbraio dello stesso anno, Eli-sabetta II diventa sovrana del Regno Unito, ma anche di Antigua e Barbuda, Australia, Bahamas, Barbados, Belize, Canada, Grena-da, Giamaica, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Isole Salomone, Santa Lucia e Tuvalu, titoli che divide con quello di capo del Commonwealth, governatrice della Chiesa Anglicana, comandante delle forze armate e signora dell’Isola di Man: messo tutto insieme significa governare su 125 milioni di persone. Fra le sue abitudini, di cui tanto si è scritto e mormorato, l’amore per i cavalli, i cani e gli improbabili abiti dai colori vistosi, insieme al tradizionale messaggio di Natale alla nazione (Queens’ Christmas Message) cui pare tenga parti-colarmente e che inizia a preparare mesi prima.

proprio, scegliendo un “taglio” gla-mour, modaiolo e perfino un po’ ironico. Il punto di partenza è la corona di St. Edward, la più celebre e preziosa, quella usata dai sovrani inglesi per la cerimonia di incoro-nazione, ma per l’occasione rivista e ridisegnata dagli stilisti di ben 31 celebri marchi di abbigliamento e gioielleria, che ovviamente fanno parte del lungo elenco di brand in vendita presso i grandi magazzini di Brompton Road. Così, De Beers, Paul Smith, Bulgari, Dom Perignon, Fabergé, Chopard, Shu Uemura, Esca-da, Jo Malone, Ferragamo, Lanvin, Mulberry, Tiffany, Prada, Valentino, Cavalli e Boucheron, solo per citar-ne alcuni, hanno rimesso mano alla corona che rappresenta la monar-chia inglese realizzando copie con-formi così strane, buffe, eleganti e a volte sfacciate che rischiano di piacere davvero a Sua Maestà, abi-tuata a cappellame non meno esa-

gerato. Il risultato è una collezione unica, destinata a diventare una mostra temporanea e svelata per la prima volta nel corso di una solen-ne sfilata lungo le strade di Londra, con gran finale proprio di fronte al palazzo di Harrods. Sempre per risaltare ancor di più l’evento, lo stesso grande magazzino ha sot-tolineato un cambio temporaneo della propria immagine: via le ten-de verdi a baldacchino, tradizionale colore del tempo londinese dello shopping, per fare posto alle stesse tinte regali usate nel febbraio del 1952, in un tripudio di rosso e oro con contrappunto di Union jack, la bandiera inglese.Negli stessi giorni, anche il Victo-ria & Albert Museum, celebre colle-zione di arte e design di Cromwell Road, ha organizzato Ballgowns: British glamour since 1950, raccol-ta di abiti da ballo dagli anni Cin-quanta ad oggi.

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EVENTI Harrods e il Diamond Jubilee

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beLLissima, biondissima e sempre prontaa nuove sfide. L’eX veLina di originitorinesi inizia finaLmente a reaLizzareiL sogno che aveva sin da piccoLa:Lavorare neLLa moda

L’INTERVISTA Elena Barolo

di Daniela Capone

Attrice, presentatrice, show girl. Sembra dif-ficile trovare qualcosa che Elena Barolo non abbia fatto nel corso

dei suoi 30 anni. Invece basta poco per scoprire che la bion-da torinese ha ancora un so-gno, piegato con cura nei suoi cassetti: la moda. Da poco, Elena si è lanciata nel mondo dei blog creandone uno tutto suo (affashionate.com), intera-mente dedicato al fashion, nel quale si parla di tutto quello che fa moda: abbigliamento, nuove tendenze e sfilate.

SEMPLICEMENTE

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Si vede che fremi: dai, raccontaci del tuo blogHo iniziato a calarmi nel ruolo di fashion blogger un po’ per gioco, ma ora è diventato un grande impegno e ne sono felice. Comunque non per questo la mia vita lavorativa girerà sempre e solo intorno alla moda, se arriveranno proposte interessanti dal cinema o dalla televisione le valuterò sempre con grande interesse.

Come mai hai scelto la strada della rete?Il mio sogno è sempre stato quello di lavorare nella moda. Se non avessi fatto la velina oggi lavorerei sicuramente tra abiti, tendenze e modelle. Mi sono diplomata all’istituto europeo di design e disegnare vestiti o guardare sfilate sono sempre sta-te le mie grandi passioni. Da piccola volevo fare la modella, ma non mi è riuscito, così oggi con il mio spazio online posso finalmente parlare di tutto ciò che amo perché è un progetto realizzato totalmente da me, un angolo tutto mio.

Tra le varie esperienze lavorative, ne esiste qualcuna di cui ti sei pentita?No, non esiste e ti spiego il perché: ogni volta che mi viene fatta una proposta lavorativa sono solita pensarci molto a lungo pri-ma di accettare o rifiutare. Il risultato è che sono felice di tutte le esperienze che ho fatto. Ti faccio un esempio: ho rifiutato un calendario nonostante il compenso economico fosse notevole e lo stesso ho fatto con l’Isola dei Famosi. Probabilmente se avessi accettato oggi me ne sarei pentita, perché non sono cose che vanno bene per me, conoscendo la mia personalità.

Tra le varie esperienze di cinema e fiction, c’è un personag-gio al quale sei affezionata?Assolutamente sì. Impersonavo Laura Ferrari in “Vite”, una sit-com in onda su Rai2. Sono rimasta legata a quel personaggio perché era divertente, simpatica e solare, quindi stato molto facile interpretarla. Mi sento molto simile a lei, rispecchia come sono io nella vita di tutti i giorni.

Qual è il lato negativo della notorietà?In realtà l’unica cosa della quale posso lamentarmi è la man-canza di privacy in certi momenti, ma la cosa non mi disturba più di tanto. Anzi, sono dell’idea che se qualcuno non vuole farsi “paparazzare” sa perfettamente come fare. Nel periodo di Striscia era sicuramente più difficile sfuggire ai fotografi, ma quando non ho voluto (o non voglio) farmi trovare, ho imparato come fare.

Un consiglio da dare a chi sogna il mondo dello spettacolo?Per una ragazza, sicuramente provare con i casting di Striscia la Notizia. Quest’anno sono in programma le selezioni per le nuove veline ed io posso solo parlare bene di quell’ambiente. Oltre ad essere un ottimo palcoscenico, è anche un posto idea-le per crescere lavorativamente, un ambiente pulito dove gli addetti ai lavori sanno come proteggerti e coccolarti. Ho solo bei ricordi.

Tra i tanti con cui hai lavorato, c’è qualcuno a che senti di dover ringraziare?Assolutamente: Antonio Ricci ed Enzo Iacchetti. All’inizio della mia avventura a Striscia sono stati fondamentali, hanno saputo proteggermi ed insegnarmi molto. Sarò sempre legata a loro e rimangono ancora oggi un punto di riferimento, anche se ci sente un po’ meno di un tempo.

Bene, e adesso spazio ai sogniForse mi ripeto, ma il mio è lavorare nella moda. Spero che il mio blog piaccia e che possa crescere, dopo tutto è da quando ho 19 anni che coltivo questo desiderio fortissimo e stavolta non voglio rinunciarci: l’ideale sarebbe una proposta lavorati-va che possa conciliare la tivù e la moda.

Detto fra di noi: che tipo è Elena Barolo?Molto semplice, solare e ottimista, ma anche parecchio distrat-ta, a volte più del consentito. C’è chi dice che sono anche disor-dinata, ma non è così vero, quello dipende dall’umore.

NON SOLO BIONDATorinese classe 1982, fin da piccola frequenta corsi di danza, si diploma al liceo clas-sico, quindi si iscrive all’Istituto Europeo di Design. Nel settembre 2002, dopo este-nuanti selezioni, diventa Velina di Striscia la Notizia in coppia con Giorgia Palmas, ruolo che ricoprirà per due anni. Non contenta, negli stessi anni studia recitazione frequentando corsi a Milano a cui aggiunge uno stage all’Actor’s Studio di Los An-

geles. Terminata la parentesi di Striscia, Elena entra nel cast di Lucignolo – Bellavita, seguito dalla conduzione di Miss Universo e Sipario Estate. Di fronte a lei si aprono an-

che le porte di alcune soap italiane: CentoVetrine e Vite, con ruoli che oltre a darle modo di dimostrare di aver imparato fino in fondo il mestiere dello spettacolo, le valgono anche

premi come miglior attrice. Lo scorso anno ricompare nel cast di Striscia la Notizia nel ruolo di Velina di Montecristo: mascherata dal trucco impersona la vendicatrice di una credenza che vuole

le ragazze della famiglia di Striscia belle e sciocchine. Nel percorso di Elena anche il cinema: Natale per due, con Gassman e Brignano, ed Ex – amici come prima dei fratelli Vanzina.

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SPECIALE VINI E COLLINE

consigLi per un itinerario turistico ed enogastronomico neLL’oLtrepo,fra vini, speciaLità e tanta storia

di Andrea Pestoni

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otrebbe essere que-sto, il pensiero di uno

dei tanti stranieri che ogni anno sbarcano nell’Oltrepo Pavese. E se fino a qualche decen-nio fa a visitare la zona erano pre-valentemente i francesi, oggi gli stranieri “conquistati” dalla terra oltrepadana arrivano da tutto il mondo. E alla fine, il giudizio è unanime: l’Oltrepo Pavese è bel-lo come i principali territori della Toscana ma è molto meno pubbli-cizzato. Anche se qualcosa sta cambiando:

cultura ed enogastronomia stan-no unendo le proprie peculiarità per una ricetta che sembra esse-re vincente. È così che oltre alla Valle Staffora ed ai suoi Castelli, il turismo è in costante crescita an-che nelle zone prettamente vitivi-nicole. E se Voghera è la capitale dell’Oltrepo Pavese (non solo per la sua ampiezza demografica) Ca-steggio è il punto di partenza del turismo enogastronomico della zona. Uno dei paesi più importan-ti è Calvignano, al centro esatto dell’Oltrepo Pavese.

“Se non mi fossi documentato avrei potuto pensare di essere in Toscana”.

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Nel XII secolo apparteneva a prete Gisulfo, il quale, il 18 dicembre 1111, testando il castello di Torre del Monte (oggi Borgo Priolo) a favore di Tedisio ed Opizo del fu Ottone, lasciava loro le proprietà a patto che non adempiendo a certi obblighi, l’eredità sarebbe pas-sata al Monastero di S. Maiolo di Pavia, come poi avvenne. Uno dei primi docu-menti di Calvignano cita la presenza di vigne “novelle”, testimonianza della coltivazione già radicata di produzio-ne vinicola, elaborata dai contadini del Monastero pavese sino al prodotto ul-timato. Un altro dei centri oltrepadani rinomati per la produzione del vino e per il turi-smo enologico è Montalto Pavese, le cui prime notizie risalgono al X secolo: pas-sato nel 1164 sotto il dominio di Pavia, feudo della famiglia Belcredi. Sotto gli Sforza, nel 1477, Montalto entra nella contea degli Strozzi di Mantova, anche se i Belcredi rimangono la famiglia più ricca e mantengono la proprietà del

SPECIALE VINI E COLLINE

castello. Nel 1617 il feudo è venduto ai Taverna, conti di Landriano, ma nel 1658 i Belcredi lo riacquistano, mante-nendolo fino alla fine al 1797. Nel XIX secolo Montalto è sede di mandamento nella provincia di Voghera, e con l’unità d’Italia riceve il nuovo nome: Montalto Pavese. Nel 1939, soppresso il comune di Montù Berchielli, una parte di esso, compresa la ex sede comunale Cà del

Fosso, è aggregata al paese.Il diamante del turismo enogastronomi-co oltrepadano è però la Valle Versa. Se-conda come importanza tra quelle che si aprono nell’appennino, zona di bas-sa, media ed alta collina, famosa per la produzione di vini rossi e bianchi come Barbera, Bonarda, Buttafuoco, Sangue di Giuda Riesling, Moscato, Pinot Nero, Pi-not Grigio, Rosso dell’Oltrepò.

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LA POESIA DELLA TERRALA POESIA DELLA TERRA

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LA POESIA DELLA TERRALA POESIA DELLA TERRA

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Per quanto riguarda i vini, uno dei marchi storici della Val Versa è senz’altro il Resling, ultimamente supportato anche dalla nascita di un’associazione (Valle del Resling Oltrepo), nata con l’intento di valo-rizzare il microterritorio. Oggi, 1.500 ettari sono impiantati a Riesling, per una produzione di uva che si aggira sui 160.000 quintali annui, ottenendo circa 100.000 ettolitri di vino. I territori di Calvignano, Mon-talto Pavese, Oliva Gessi, parte di Casteggio, Mornico Losana e Roc-ca de Giorgi, rappresentano il 30% della produzione con 500 ettari im-piantati, 55.000 quintali di uva e ben 35.000 ettolitri di vino. Dislocati su altrettanti piccole valli rappresen-tano una zona caratterizzata da un

microclima con forti escursioni ter-miche, specie in primavera e in esta-te, su terreno calcareo e argilloso di marne e arenarie del Quaternario, ad un’altitudine che va dai 220 ai 450 metri. Partendo da Casteggio, teatro nel 222 a.C. della battaglia che aprì ai Romani la via per la con-quista di Milano, si possono visitare l’antico borgo di Mairano e le vicine Calvignano e Montalto. La Val Versa potrebbe essere l’ultima tappa del viaggio enogastronomico in Oltrepo Pavese. Una terra ricca di storia, cul-tura, tradizione e prodotti tipici che fanno sempre più gola ai tanti turi-sti stranieri oltre che, naturalmente, a chi tutti i giorni può riempirsi lo sguardo con le incomparabili bel-lezze.

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CENTRONATATORIODI VOGHERA

Summer Village,nuoto, idromassaggio,giochi d'acqua e svaghi, avvicinamento a variediscipline sportive e tempo per i compiti delle vacanze DUE CENTRI SPORTIVI sono pronti per regalare a grandi e piccinitre mesi di divertimento e relax

Se i Village People fossero nati in Italia, se non altro per la traduzione nella nostra lingua, altro posto non avrebbero potuto frequentare che la piscina di Voghera. Il centro nata-torio Dagradi, recentemente passato sotto l’egida della società Gestisport (specializzata nella gestione degli impianti sportivi), ha cambiato completamente volto. La piscina di Voghera, quella che un tempo era relegata fra gli impianti natatori di serie B (almeno secondo il livello di gradimento dei vogheresi), oggi è diventato un vero e proprio Sum-mer Village, o per gli amanti della tradizione (o traduzione) linguistica italiana, un centro estivo. Lo sanno bene Valentina Spinetta, direttore tecnico e Desiree Ravasio, diret-tore amministrativo del centro natatorio Dagradi, che a partire dal 2 giugno (e fino al 9 settembre) aprirà i battenti nell’area estiva, riproponendo in gran parte gli stessi ser-vizi che anche lo scorso anno avevano riscosso il successo degli oltre 40 mila visitatori. “Anzitutto, visto il momento delicato, dal punto di vista economico sono state mante-nute le tariffe dello scorso anno - spiegano – e questo per venire incontro alle esigenze delle famiglie, che sono le vere protagoniste, insieme ai bambini, dei centri estivi”. Al centro natatorio sarà così possibile sottoscrivere abbonamenti stagionali della durata di tre mesi, che danno la possibilità di usufruire dei servizi della piscina. La vasca centrale avrà più funzioni: oltre al nuoto, c’è chi potrà utilizzarla come idromassaggio, mentre i bambini avranno modo di divertirsi con i giochi in acqua. Insomma, ce n’è per tutti. “Anche quest’anno il centro estivo offrirà diverse possibilità - spiega Valentina Spinetta - oltre alle vasche ci sono i campi di basket e di beach volley e le aree verdi destinate afamiglie e bambini. Nel corso degli ultimi anni, poi, abbiamo voluto aumentare il livello di sicurezza, specialmente nei fine settimana. L’anno scorso, ad esempio, nel corso deitre mesi estivi tutto è filato liscio”. La strategia del nuovo corso del centro natatorio

targato Gestisport è soprattutto quello di puntare sulle famiglie, anche perché questo contribuisce a creare un sereno, rilassante e divertente ambiente. “Gioca Insieme è il nome scelto per il nostro centro estivo, che già l’anno scorso ha riscosso un grande successo, continua Valentina, a supporto dei bambini ci sarà uno staff specializzato e competente con assistenti laureati in scienze motorie, che seguiranno i ragazzi passo dopo passo”. I centri estivi prevedono due sessioni, una mattutina e una pomeridiana. Si gioca, ci si diverte, c’è la pausa pranzo ma è previsto anche il tempo per i compiti delle vacanze. E’ possibile rimanere in piscina fino alle 18, quando i genitori finis-cono di lavorare e possono andare a prendere i figli. Se il centro natatorio di Voghera è un vero e proprio Summer Village basato sul divertimento, la Gestisport si oc-cupa anche l’impianto di Casteggio, che come nel capoluogo iriense ospita i centri estivi. “Il centro natatorio di Casteggio è un’oasi di pace e tranquillità - sottolinea

SE D’ESTATE RESTATE . . .

Piscina Comunale di Casteggio

via Bussolino 7 27045 Casteggio PVTel Fax 0383 804372

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Centro Natatorio Comunale “Riccardo Dagradi” via Famiglia Cignoli 27058 Voghera PV Tel Fax 0383 [email protected]

Desiree Ravasio – e quest’anno anche nel centro natatorio oltrepadano abbiamo ideato la prima edizione di “Gioca Insieme”, diretta ai bambini dai 6 ai 13 anni. An-che in questo caso, come a Voghera, i bambini saranno seguiti da uno staff di professionisti e istruttori che li seguiranno ad ogni passo”. I bimbi di Casteggio avranno modo di partecipare all’avvicinamento a diversi sport come calcio, basket, pal-lavolo e badminton, oltre a trovare il tempo anche loro per i compiti per le vacanze.Voghera, per un’estate di puro divertimento, oppure Casteggio, per vivere in un’oasi di tranquillità. I bagnanti vogheresi e oltrepadani, per l’estate 2012, hanno di fronte una doppia possibilità. Ciò che unisce i due centri sportivi, ambedue con-trollati dalla Gestisport, è la professionalità dello staff che seguirà tutti, ragazzi e ba-gnanti, ma soprattutto la grande possibilità di offrire divertimento, relax e si-curezza. Una garanzia in più, per tutti coloro che sognano un’estate indimenticabile.

Adve

rumoc

GIOCA INSIEME ESTATE 2012 Fascia età 4-7 anni, 8-13 anni

BAR RISTORO COPERTO

PISCINA COMUNALE DI CASTEGGIO

VALENTINA DESIREEassistente direttore degli impianti

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CENTRONATATORIODI VOGHERA

Summer Village,nuoto, idromassaggio,giochi d'acqua e svaghi, avvicinamento a variediscipline sportive e tempo per i compiti delle vacanze DUE CENTRI SPORTIVI sono pronti per regalare a grandi e piccinitre mesi di divertimento e relax

Se i Village People fossero nati in Italia, se non altro per la traduzione nella nostra lingua, altro posto non avrebbero potuto frequentare che la piscina di Voghera. Il centro nata-torio Dagradi, recentemente passato sotto l’egida della società Gestisport (specializzata nella gestione degli impianti sportivi), ha cambiato completamente volto. La piscina di Voghera, quella che un tempo era relegata fra gli impianti natatori di serie B (almeno secondo il livello di gradimento dei vogheresi), oggi è diventato un vero e proprio Sum-mer Village, o per gli amanti della tradizione (o traduzione) linguistica italiana, un centro estivo. Lo sanno bene Valentina Spinetta, direttore tecnico e Desiree Ravasio, diret-tore amministrativo del centro natatorio Dagradi, che a partire dal 2 giugno (e fino al 9 settembre) aprirà i battenti nell’area estiva, riproponendo in gran parte gli stessi ser-vizi che anche lo scorso anno avevano riscosso il successo degli oltre 40 mila visitatori. “Anzitutto, visto il momento delicato, dal punto di vista economico sono state mante-nute le tariffe dello scorso anno - spiegano – e questo per venire incontro alle esigenze delle famiglie, che sono le vere protagoniste, insieme ai bambini, dei centri estivi”. Al centro natatorio sarà così possibile sottoscrivere abbonamenti stagionali della durata di tre mesi, che danno la possibilità di usufruire dei servizi della piscina. La vasca centrale avrà più funzioni: oltre al nuoto, c’è chi potrà utilizzarla come idromassaggio, mentre i bambini avranno modo di divertirsi con i giochi in acqua. Insomma, ce n’è per tutti. “Anche quest’anno il centro estivo offrirà diverse possibilità - spiega Valentina Spinetta - oltre alle vasche ci sono i campi di basket e di beach volley e le aree verdi destinate afamiglie e bambini. Nel corso degli ultimi anni, poi, abbiamo voluto aumentare il livello di sicurezza, specialmente nei fine settimana. L’anno scorso, ad esempio, nel corso deitre mesi estivi tutto è filato liscio”. La strategia del nuovo corso del centro natatorio

targato Gestisport è soprattutto quello di puntare sulle famiglie, anche perché questo contribuisce a creare un sereno, rilassante e divertente ambiente. “Gioca Insieme è il nome scelto per il nostro centro estivo, che già l’anno scorso ha riscosso un grande successo, continua Valentina, a supporto dei bambini ci sarà uno staff specializzato e competente con assistenti laureati in scienze motorie, che seguiranno i ragazzi passo dopo passo”. I centri estivi prevedono due sessioni, una mattutina e una pomeridiana. Si gioca, ci si diverte, c’è la pausa pranzo ma è previsto anche il tempo per i compiti delle vacanze. E’ possibile rimanere in piscina fino alle 18, quando i genitori finis-cono di lavorare e possono andare a prendere i figli. Se il centro natatorio di Voghera è un vero e proprio Summer Village basato sul divertimento, la Gestisport si oc-cupa anche l’impianto di Casteggio, che come nel capoluogo iriense ospita i centri estivi. “Il centro natatorio di Casteggio è un’oasi di pace e tranquillità - sottolinea

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Piscina Comunale di Casteggio

via Bussolino 7 27045 Casteggio PVTel Fax 0383 804372

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Desiree Ravasio – e quest’anno anche nel centro natatorio oltrepadano abbiamo ideato la prima edizione di “Gioca Insieme”, diretta ai bambini dai 6 ai 13 anni. An-che in questo caso, come a Voghera, i bambini saranno seguiti da uno staff di professionisti e istruttori che li seguiranno ad ogni passo”. I bimbi di Casteggio avranno modo di partecipare all’avvicinamento a diversi sport come calcio, basket, pal-lavolo e badminton, oltre a trovare il tempo anche loro per i compiti per le vacanze.Voghera, per un’estate di puro divertimento, oppure Casteggio, per vivere in un’oasi di tranquillità. I bagnanti vogheresi e oltrepadani, per l’estate 2012, hanno di fronte una doppia possibilità. Ciò che unisce i due centri sportivi, ambedue con-trollati dalla Gestisport, è la professionalità dello staff che seguirà tutti, ragazzi e ba-gnanti, ma soprattutto la grande possibilità di offrire divertimento, relax e si-curezza. Una garanzia in più, per tutti coloro che sognano un’estate indimenticabile.

Adve

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GIOCA INSIEME ESTATE 2012 Fascia età 4-7 anni, 8-13 anni

BAR RISTORO COPERTO

PISCINA COMUNALE DI CASTEGGIO

VALENTINA DESIREEassistente direttore degli impianti

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un fittissimo caLendario di appuntamenti, tutti rigorosamente gratuiti, per riempire giorni e notti deLLa stagione più caLda deLL’anno

LA STAGIONE DELLE FESTE | di Simona Rapparelli |

Con la bella stagione si inanellano gli eventi, e Pavia davvero non si sottrae. Dopo un mag-gio caratterizzato da appuntamenti musicali e culturali anche con ospiti di riguardo (Cristia-

no Godano dei Marlene Kuntz e Alioscia dei Casinò Royale) e mostre di tutto rispetto (Rembrandt, incide-re la Luce), la Festa del Ticino riprende costellando i mesi di giugno, luglio, agosto e settembre di eventi di ogni genere: “Abbiamo voluto che la Festa fosse un mix di tante proposte per poter soddisfare più persone possibili – ha dichiarato l’assessore alla Cultura e Vi-cesindaco del Comune di Pavia Gian Marco Centinaio – sono ben 101 i giorni caratterizzati da manifestazioni ed eventi culturali, di svago e di intrattenimento. Inoltre tutte le iniziative sono gratuite: in tempi di crisi non vo-gliamo che i cittadini debbano spendere per divertirsi”.

PAVIA Gli eventi dell’estate

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E c’è da rimanere sorpresi a scorrere le righe del pro-gramma, perché gli ambiti proposti al pubblico pavese sono diversi e accattivanti: nei primi giorni di giugno gli appassionati di moto si sono ritrovati al Castello Visconteo per Due ruote che muovono l’anima, motora-duno del VespaClub di Pavia che ha deliziato anche i semplici curiosi. E il 10 giugno la città si è ritrovata

immersa nei fasti del passato: ha preso vita il Palio del Ticino, ovvero il corteo dei figuranti in costume rinasci-mentale, gli spettacoli itineranti e la coinvolgente Gara dei Barcè, le caratteristiche imbarcazioni pavesi a remi. Dal 21 giugno all’8 luglio torna l’appuntamento con il Festival dell’Illustrazione e quest’anno tocca alla Litua-nia mostrare i propri tesori illustrati. Stesse date anche

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Page 26: Marilyn Monroe

per l’esposizione Thinking Pop: presso lo spazio per le arti contemporanee del Palazzo Broletto di piazza Vittoria, ad esporre le proprie “Sculture Vestite” sarà l’artista pavese Stefano Bressani, che rivede i grandi capolavori della pittura e della fotografia utilizzando la stoffa. Il primo giorno del mese di luglio tor-na l’atteso Mille Bolle sul Ponte Coperto, il simbolo della città di Pavia si veste di spumeggianti bollicine doc ed offre ai visitatori la possibilità di degustare i preziosi vini dell’Oltrepò Pavese. Il 7 luglio, per la gioia del popolo giovane, riecco il Jump Up Festival, con l’esibizione di gruppi di musica hip hop, elettronica, house e tanto altro. Poi, il 26 luglio, l’at-

tesissimo concerto di Giorgia nel cortile del Castello Visconteo, cornice da favola per un momento musicale di alto livello. E, sempre a proposito di musica, il 7 set-tembre a salire sul palco sarà J-Ax, rapper e cantautore italiano, voce solista degli Articolo 31. Dal 26 luglio al 2 agosto è il turno di HighScore Festival, esibizione di compositori ed interpreti emergenti che vogliono promuovere la loro musica. Ma Pavia non lascerà soli i suoi cittadini nemmeno nell’arco del mese (forse) più caldo dell’estate: il 10 di agosto si terrà l’apertura straordinaria dei musei cit-tadini con ingresso gratuito, e il giorno di ferragosto grande festa con musica anni ‘60, ’70 e ’80 nel cuore della città, in

PAVIA Gli eventi dell’estate

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Tra hip hope tradizione

L’antica gara dei barcè (a destra) e i cartelloni degli

eventi destinati ai giovani: nessuno

esce scontento dal calendario estivo

pavese

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piazza Vittoria. Mentre gli amanti del tango non devono perdersi La metamorfosi di Piazzolla, evento in programma il 26 agosto.I pavesi lo sanno fin troppo bene: cosa sarebbe la Festa del Ticino senza bancarelle e sen-za “i fuochi”, ovvero senza lo spettacolo pirotecnico finale? Probabilmente lo sanno bene anche gli amministratori locali, che hanno coinvolto Ascom Pa-via e Associazione Commercianti, ideando una serie di mercatini itineranti con momento topico il 9 settembre: le due zone sul-

le rive del fiume di Lungoticino Sforza e Lungoticino Visconti (nomi fastosi che ricordano il fa-scino storico della città di Pavia) si coloreranno di bancarelle, di profumi di prodotti tipici, di go-losità e curiosità. Poi, come ogni anno, verso le 22 i pavesi si spo-steranno verso il fiume, in fila e senza caos, pronti a stare con il naso all’insù per contemplare i fuochi d’artificio che illuminano il cielo blu e il Ticino, che dal-la notte dei tempi, ammira lo spettacolo scorrendo lento tra le due sponde pavesi.

www.comune.pv.it

www.promoterpv.it (per il concerto di Giorgia)

www.vinoltrepo.it (Mille Bolle sul Ponte Coperto)

www.vieniapavia.it

www.paliodelticino.com

Per saperne di+

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LUCCHINI CLAUDIOLUCCHINI CLAUDIO

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e’ L’inghiLterra, La patriadi coLoro che si svestonoin pubbLico: per protesta,ma anche per business.con iL timore che i prossimigiochi oLimpici possanoscatenare una vera invasioneLA TEORIA

DELL’UOMO NUDO

SPECIALE OLIMPIADI Fenomeno Streaking

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COME MAMMA LI HA FATTI Una piccola ma significativa carrellata di “incidenti” colti dagli obiettivi durante eventi sportivi inglesi. Al centro, uno dei casi più curiosi: a Belfast, nel corso degli MTV Music Awards, un uomo nudo è comparso dal nulla: per nulla turbata, la conduttrice l’ha intervistato.

Che gusto c’è, a de-nudarsi totalmente di fronte a migliaia di persone, correre a perdifiato braccati

dalla sicurezza, quindi fini-re in galera e tornare a casa con una bella denuncia? Sinceramente non lo sap-piamo, ma è comunque un dato che gli streakers, gli esi-bizionisti che si spogliano per protesta, siano in deciso aumento. Colpa della crisi e di un malcontento striscian-te, certo, ma a dire il vero nel tempo sono bastati pretesti qualsiasi, per sfilarsi e le mutande e correre liberi su campi e palcoscenici, drib-blando guardie e sorridendo al mondo collegato via sa-tellite.C’è di mezzo la controcultu-ra nata in California più di cinquant’anni fa e rimpol-pata a dovere dalle teorie dei giovani di allora, che al perbenismo della borghesia, accusata di essere impettita, distante e bigotta, risponde-vano mostrando il campio-nario dell’immostrabile. Per

dare un inizio allo streaking bisogna andare indietro nel tempo di parecchio, addi-rittura al 1799, quando un uomo completamente nudo viene arrestato mentre gi-ronzolava per la stazione della metropolitana di Man-sion House, a Londra. Ma l’e-pisodio più celebre risale al 1970, quando in una foto di Jerry Rubin, uno degli alfie-ri della protesta americana, comparse una ragazza total-mente nuda che portava in mano un vassoio con una te-sta di maiale. Il palcosceni-co? Un’impettita convention repubblicana, con le signore che si coprivano gli occhi ed i signori che pulivano le len-ti. Da lì in poi, un vero diluvio di uomini e donne, a volte nemmeno tanto belli da ve-dere, ma tutti rigorosamente nudi o coperti di pochissimo, che sul più bello di un even-to affollato di gente dribbla-no la sicurezza e iniziano a correre, fra lo scrosciare de-gli applausi del pubblico e inseguiti dagli agenti come dagli zoom delle telecamere.

E se c’è un paese dove lo streaking è diventato quasi una tradizione, questo è sen-za dubbio l’Inghilterra. Nudi davanti ai Reali, come negli stadi affollati per incon-tri o concerti poco cambia, perché difficilmente passa settimana senza che qual-che streakers non finisca al telegiornale, con il bollino al posto giusto, per risparmiare lo spettacolo a chi magari è seduto a tavola.Anche in questo caso c’è addirittura una celebrità, un vero esperto in mate-ria, finito nel Guinness dei Primati per numero di im-prese portate a termine. Si chiama Mark Roberts, è un inglese dotato di un fisico che sarebbe meglio tene-re ben nascosto, ma questo non gli ha impedito di spo-gliarsi in pubblico quasi 400 volte, tanto da aprirgli una carriera che la sua famiglia (ormai piuttosto disperata) non pensava possibile: oggi ha aperto un’agenzia e si spoglia soltanto dietro pre-cisi accordi pubblicitari. Non

male anche le prestazioni di Ben Hollywood, passato alle cronache per alcune apparizioni, fra cui la più ce-lebre resta un incontro dei mondiali di calcio, coperto dal minuscolo sporran, la borsetta che va portata sul kilt. Uno degli ultimi, andan-do in ordine di apparizione, è stato l’impacciato streaker apparso – nessuno sa come – sul palco degli MTV Music Awards in scena a Belfast. Ma siccome a certe cose bisogna farci l’abitudine, la conduttrice per nulla turba-ta, l’ha fermato scambiando un paio di battute, mentre lui cercava di coprirsi le pudenda, imbarazzato e fe-lice di essere lì, nudo come mamma l’ha fatto.Ma con l’avvicinarsi delle Olimpiadi di Londra del lu-glio prossimo, temendo l’in-vasione di nudità, le autorità inglesi hanno deciso di co-prire a forza gli streakers: 20 mila sterline di multa (circa 23 mila euro) e galera certa per quanti si denuderanno in pubblico.

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LANCIANO LA MOGLIE

QUELLI CHE

PREOCCuPATI PER LA VALANGA DI APPuNTAMENTI SPORTIVI CHE STANNO PER ABBATTERSI SuLLA VOSTRA ESTATE? NIENTE PAuRA: ABBIAMO SCOVATO uNA SERIE DI ATTIVITà SPORTIVE STRANE E CuRIOSE

Di competizione si parla comunque, anche se a volte si tratta di gare in cui non c’è nemmeno da chiedersi chi arriva primo, perché lo spettacolo è assicurato ugualmente, fino all’ultimo

classificato. Eppure in giro per il mondo, dove le stranezze non mancano mai, può anche ca-pitare di imbattersi in gare spesso diventate appuntamenti fissi per gente che sembra di-speratamente in cerca di un modo nuovo in cui farsi male, o soltanto una via di fuga alle solite cose che propina la tivù: calcio, atletica, nuoto, automobilismo, e via da capo. Il nostro piccolo viaggio in ordine alfabetico nelle di-scipline più astruse è dedicato a chi è preoc-cupato dall’abbuffata estiva di sport canonici, con medaglie da vincere, gol da segnare e re-cord da battere, mentre in qualche angolo del pianeta c’è chi passa mesi a prepararsi per la gara di nuoto con bambola gonfiabile. Capito bene, ed è solo una delle tante castronerie di cui è capace la gente: il mondo è bello perché è avariato.

WIFE CARRINgLa gara consiste nel correre portandosi la mo-glie a spalle. Le origini di questo sport, se così si può definire, pare siano lituane, anche se gli svedesi attualmente annoverano fior di campio-ni. Da regolamento, la mogliettina deve avere al-meno 17 anni compiuti e pesare non meno di 49 kg, a quel punto basta caricarsela come meglio si preferisce e compiere il percorso disseminato di ostacoli (altrimenti che gusto c’è?) da coprire nel minor tempo possibile. Curioso anche il pri-mo premio: tanta birra quanto pesa la signora.

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SPORT Strane discipline

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EXTREME IRONINg Definito lo sport delle casalinghe, consiste nel trovarsi luo-ghi e posizioni complicate in cui stirare. Armati di asse, con ferro e panni, i partecipanti a questa disciplina, si sfidano a colpi d’insolito, un po’ come fece il precursore, tal Phil Shaw, a cui nel 1999 riuscì l’impresa di stirarsi magliette e mutan-de mentre faceva free climbing. Oggi la gara ha perfino uno sponsor: la Rowenta.

BUBBLE BABA ChALLENgELa specialità è di origini russe, ma non per questo meno folle. Il Bubble Baba Challenge è una gara di nuoto fra le rapide in cui tutti i partecipanti devono obbligatoriamente lanciarsi accom-pagnati da una bambola gonfiabile. E incredibile, a presentarsi sono ogni anno centinaia di persone, fra cui la vera stella della disciplina: Vladislav Pavlenko che in compagnia della bambola Vanilla Pelotki (e speriamo tutti che non sia una parolaccia…), detiene il record assoluto di percorrenza: due minuti e 47 se-condi per avere la meglio delle rapide, e trovare un gommista per riparare la bambola.

CINDER-BOARDINgLetteralmente si può tradurre come surfando sulla cenere, e ba-sta già per capire di cosa si tratta. I migliori vivono a Vanuatu, isola qualche migliaio di km da Sidney dove in migliaia di anni, il vulcano Yasur ha formato discese di cenere su cui gli abitan-ti del luogo trovano divertente scendere su una tavola. L’unica accortezza è rivolgersi a guide del posto per scoprire se in quel momento il vulcano è inattivo, perché scendere sulla lava pare assicuri meno risate.

ELEPhANT POLOLe regole sono quelle del Polo, sport amato dai reali inglesi, ma al posto dei cavalli ci sono gli elefanti. Diffuso dove il mezzo di trasporto pachidermico non manca, ovvero in Thailandia, Nepal e Sri Lanka, l’Elephant Polo vanta addirittura un campionato, ma pare si tratti di una disciplina piuttosto complicata: la mole dei bestioni, e le difficoltà di manovra, rendono ogni anno più lunga la lista delle vittime di quella dei vincitori.

hAKA PEILo sport più popolare dell’Isola di Pasqua non è tirare uova, come potrebbe sembrare dal nome del luogo, ma l’Haka Pei, momento clou del Tapati Festival che ogni anno anima l’isoletta resa celebre dalla presenza di Moai, i grandi busti in pietra. La disciplina consiste nel gettarsi da una collina su tronchi di ba-nano incavati. A proposito: il tutto va fatto con il tipico perizoma in uso nelle popolazioni, a proprio rischio e pericolo.

OFFICE ChAIR gAMEAlzi la mano chi non hai pensato di lanciarsi per l’ufficio con la propria sedia su ruote piroettanti. In Svizzera, come in Germania, il sogno dev’essere così ricorrente che qualcuno ha pensato di organizzare qualche gara. Secondo il regolamento, non esisto-

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no regole, nel senso che la sedia può (anzi, deve), essere rinforzata e munita di alettoni a piacere, così come l’abbigliamento dei piloti può passare dal doppio-petto gessato alla tuta con para-colpi. Una scemenza? All’ultima edizione, in scena a Olten, in Svizzera, ai nastri di partenza si sono presentati in 65, con sedia al seguito. Erano tutti in ferie.

MUD PIT BELLY FLOP CONTESTSono i contadini della Georgia, stato americano dalle tradizio-ni rurali, i più grandi campioni di tuffi nel fango. Una sola la regola: è obbligatoria la span-ciata, perché vince chi crea il maggior numero di schizzi. Ovvio che il trippume in cui gli americani eccellono, in questo caso aiuta molto.

ROYAL ShROVETIDE FOOTBALLGià nel XII secolo ad Ashbou-rne, compassata cittadina in-glese, si erano stancati delle partite scapoli-ammogliati. E forse per quello, da allora si ripete ogni anno il Royal Shro-vetide Football, una partita che

inizia nella piazza centrale del-la cittadina, a cui possono par-tecipare davvero tutti. Il fischio d’inizio, con la palla lanciata in mezzo, scatena il putiferio, per-ché lo scopo della partitella è di prendere la sfera e portarla nella propria metà del paese, più o meno a 5 km di distanza. Le poche regole prevedono più che altro divieti: il pallone non può essere caricato su nessun mezzo di trasporto, non va mai nascosto e non è valido deva-stare gli spazi pubblici. Però manca l’arbitro, per fortuna sua.

UNDERWATER hOCKEYLe regole sono le stesse dell’hockey che si gioca su ghiaccio, ma adattate alle profondità di una piscina, che in questo caso rappresenta il terreno di gioco. In Inghilterra, Canada e Sud Africa pare che ci sia sempre più gente che impazzisce all’idea di sfidarsi al rallentatore, come imposto dall’acqua. E c’è già chi ha fiu-tato l’affare organizzando di continuo sfide e campionati.

TOUgh gUY EVENT

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SPORT Strane discipline

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Non sono ammessi a parte-cipare coloro che, nell’ordi-ne, soffrono di claustrofobia, hanno paura del fuoco e chiedono acqua ossigenata ad ogni taglietto sulla pel-le. Perché il Tough Guy è una delle gare più pericolose (e folli), mai concepite da mente umana. La manifestazione va in scena ogni due anni a Per-ton, In Inghilterra, e consiste nell’attraversare nel minor tempo possibile una piccola valle disseminata di ostaco-li: fuoco, filo spinato, fango, cunicoli e roccia, tutto da af-frontare a mani nude. Vince chi sopravvive, ma ogni anno i nomi dei partecipanti sono sempre diversi, vai a capire il perché.

MAJOR LEAgUE EATINgI mangiatori di hamburger e hot dog non sono una novi-tà, spesso si sentono storie di record che fanno rabbrividire per la quantità di cibo ingur-gitata da simil-esseri viventi. Ma in America su queste cose non si scherza, così qualcuno ha deciso di riunire i migliori mangiatori del paese in una federazione che organizza

almeno 80 eventi disseminati lungo tutto l’anno in giro per gli States. Il più seguito, quel-lo del 4 luglio, l’Indipendence Day, ha addirittura gli onori della diretta televisiva: lì si esibisce Takeru Kobayashy, celebrità assoluta nell’ingur-gitamento di hot dog, con 69 panini mandati giù in 10 mi-nuti appena.

ZORBINgLa disciplina, piuttosto recen-te, è il vanto di Andrew Akers e Dwane Van Der Sluis. Due folli neozelandesi che spinti chissà da quale autolesioni-smo hanno realizzato quella che a prima vista sembra un’e-norme pallina da golf traspa-rente. Lo zorbing, come hanno battezzato orgogliosamente la loro disciplina - attualmen-te esportato in Inghilterra, Australia, Svezia, Argentina, Stati Uniti e Norvegia - con-siste nell’entrare all’interno della palla e rotolare giù da una collina, incrociando le dita nella speranza di non in-cappare su un sasso sporgen-te. Vince chi, anzi no, pardon: vince proprio nessuno. Si ride e basta, specialmente quando la testa smette di girare.

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MUSICA Ivana Spagna

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una deLLe regineassoLute deLLadance anni novanta,scrittrice per passionee suLLa scena da oLtrevent’anni, raccontaLa sua vita, La citta’che L’ha adottatae iL suo amore piu’grande: La musica

GENTE COME | di Simona Rapparelli |

Ivana Spagna è una grande star, sia in Italia che all’estero. Nel corso della sua carriera ha venduto oltre dieci milioni di dischi, e con il bra-no Call me si è piazzata al secondo

posto della classifica britannica dei di-schi più venduti, posizione più alta mai raggiunta da un cantante italiano in In-ghilterra. Eppure (si fa per dire, per ca-rità) intervistarla è stato come risentire un’amica dopo tempo: gentile, delicata ed empatica, disponibile e disposta a chiacchierare come se si dovesse fare il punto della vita “dopo tanto che non sentiamo più”.

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COMO Ivana Spagna

Veronese di nascita ma comasca d’adozio-ne: quale rapporto hai con la città?Bellissimo. Qui sto molto bene, è una cit-tadina piccola, giusta per me: la mia vita è stata esaltante ma anche faticosa e abitare a Como è una distensione. Mi piace uscire e parlare con la gente, fermarmi a chiac-chierare quando faccio la spesa. La mattina, aprendo le finestre di casa mi trovo davanti la città ed il lago ed è uno spettacolo.

Hai recentemente avviato anche un’attivi-tà, giusto?Sì, in realtà prende spunto da un infinito amore verso gli animali unito mia creatività: a Como ho aperto un negozio di abbiglia-mento per i quattro zampe, un’idea diverten-te per promuovere la mia collezione di cap-pottini e vestitini per cani. Da tempo dise-gno personalmente modelli per cagnolini di piccola taglia, un lavoro che mi appassiona e porto avanti scegliendo materiali, passa-manerie, stoffe e inserti in pelle. La linea si chiama “Belli Monelli” e alla Fiera interna-zionale di Norimberga ha avuto un grande

Veneta di Valeggio Sul Mincio, Ivana Spagna, classe 1956, debutta nel 1971 ma il succes-so arriva solo nel 1986, quando autoproduce Easy Lady, brano che entra nelle classifiche di cinque paesi europei e le apre le porte della scena musicale internazionale. Il successo si ripete l’anno successivo con Call Me, che svet-ta anche sui mercati inglesi e americani, da sempre piuttosto difficili da raggiungere per un artista italiano. L’album Dedicated to the moon, uno dei primi ad essere disponibile anche su CD, vende mezzo milione di copie e quell’anno Spagna si porta a casa anche il Festivalbar. Nel 1988 esce You are my energy, il secondo album, ancora una volta destina-to ai vertici delle classifiche mondiali e più impegnato rispetto al primo. Gli anni Novan-ta per Spagna iniziano con un lungo lavoro di preparazione a Los Angeles del nuovo al-bum, a cui segue nel 1993 la prima raccolta

dei successi dell’artista veronese, totalmente remixati. L’anno dopo è Elton John a sceglier-la come voce per la versione italiana di Circle of Life, colonna sonora de Il Re Leone targato Disney. E’ l’inizio di una nuova stagione arti-stica di Ivana Spagna, che sceglie di cantare in italiano anche se sogna di tornare alla lingua inglese. Nel 2002 nelle librerie arriva Briciola, storia di un abbandono, una fiaba per i bambi-ni che l’anno successivo vince il Premio Let-terario Ostia Mare. Quattro anni dopo Ivana Spagna si aggiudica il reality Music Farm, e nel 2008, in coppia con Loredana Bertè, torna sul palco di Sanremo con Musica e Parole. Il suo nome è fra tra le protagoniste di Amiche per l’Abruzzo, concerto al femminile per aiutare le popolazioni terremotate, ma nel 2011 è di nuovo tempo di librerie: Quasi una confessio-ne! Tutto quello che non ho mai detto, è la sua autobiografia.

successo. E pensare che è nata per scherzo….

Come si diventa professionisti della mu-sica?Basta una sola parola: passione. Ho inizia-to a cantare perché mi piaceva farlo, e non mi sono lasciata trasportare dalla voglia di successo, a cui sono arrivata dopo un lavoro impegnativo, fatto di sacrifici e momenti non sempre facili, condivisi in tutto e per tutto con mio fratello.

Nelle scorse settimane è mancata Donna Summer: ha voglia di tracciarne un ricor-do?Quanto mi è spiaciuto tanto sapere della sua morte… Artisticamente sono nata con lei, mi esercitavo sulle sue canzoni e mi esi-bivo nelle discoteche con tutti i suoi brani in repertorio. Ero anche affezionata al suo modo di essere, perché cantava mettendoci l’anima senza mai bisogno di fare scandalo. E’ svanito un pezzettino della mia vita, come quando è mancato Jacko.Che differenza c’è tra il tempo degli esordi di Ivana Spagna e la musica oggi?Manca il sogno, che era l’ingrediente che ci caratterizzava quando abbiamo iniziato a muovere i primi passi. Penso che oggi si esa-geri con il successo ottenuto in due mesi, la carriera è come una pianta da far crescere: è necessario che si formino le radici e tutto sia ben saldo.

Com’è stata la tua prima volta da cantante, e perché la scelta dell’inglese?Partiamo dall’inglese: sono nata con la musica dei Cool and the Gang, di Michael Jackson e Donna Summer, cantavo nelle di-

scoteche brani in lingua inglese, e quando ho iniziato a comporre mi è venuto naturale proseguire così. Il primo brano in italiano è stata la colonna sonora de “Il Re Leone”: non volevo farlo, ma sono una sognatrice incallita e non ho saputo resistere all’idea di avere la mia voce in un cartoon. II mio primo palcoscenico invece è stato un carro, con intorno i miei manifesti ed io che into-navo “Non son degno di te” di Gianni Mo-randi. Quindi Sanremo con “Gente come noi”, perché in quel momento mi sono sentita ita-liana e c’era ancora la mia mamma, seppur malata, a guardarmi in tv, perché portavo il cognome di mio padre sul palcoscenico più importante.

Il tuo più recente lavoro discografico si intitola “Four”, ovvero quattro: come mai?Il quattro è il numero della mia vita. La mia famiglia d’origine era composta da quattro persone, sono nata il 16 dicembre, un multi-plo di quattro e in casa ho quattro gatti. L’al-bum è nato per caso quando ho conosciuto i Nicolosi, produttori di dance nel periodo in cui la facevo anch’io. Loro hanno scritto i pezzi in inglese e me li hanno proposti, ag-giungendo che ci sarebbero stati altri artisti di grosso calibro coinvolti nella realizzazio-ne dell’album. Mi sono trovata a lavorare con musicisti come Sting, Chaka Khan, Billy Cobham, Al Jarreau, Eumir Deodato e altri.

Cos’è la musica per te?E’ la vita stessa. E’ riuscita a pulirmi l’anima dalle cose brutte che mi sono trovata a vi-vere. Scrivere e cantare è come buttare fuori tutto quello che hai dentro: la musica è la mia linfa vitale.

DALLA DISCO A ELTON JOhN

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Il 24 settembre 2010, dall’e-sclusivo porto di Montecarlo, in Costa Azzurra, partiva il viaggio del Planet Solar, av-veniristico catamarano che si prefiggeva di attraversare

tutto il pianeta. A parte le for-me affascinanti del catamarano, quasi nessuno diede all’evento l’importanza che meritava, con-siderandolo più un’impresa mol-to vicina alle stravaganze per miliardari americani annoiati e in cerca di un’avventura in cui convogliare qualche valigiata di biglietti verdi. In effetti, qualche sospetto nell’aria poteva anche esserci: realizzato nei cantieri

navali Knierim Yachtbau di Kiel, in Germania, su progetto del ne-ozelandese Craig Loomes, l’idea del Planet Solar nasce nel 2004 dalla mente di Raphael Domjan, svizzero con tanta fantasia che si mette in testa di organizzare un viaggio ispirato alle avventure di Giulio Verne ma pulito, capace di toccare terre e genti conosciute senza lasciare in eredità un solo grammo di sostanze inquinanti. Tutti hanno un sogno da cullare e quello di Domjan sarebbe desti-nato al registro di quelli impossi-bili, se la sua strada non avesse incrociato quella di Immo Stroher, uomo d’affari tedesco che crede

tutti i mari deL pianeta a bordodi un catamarano a motorema senza consumare un Litrodi carburante. e’ questa L’impresarecente di uno svizzero visionario,che ha dimostrato La sua teoria:viaggiare senza carburanti si puÒ.ed è perfino beLLo

ECOLOGIA Il viaggio del Planet Solar

LA CORRENTE CONTROCORRENTE

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nell’impresa e inizia a pompare soldi. Il risultato, 24 milioni di dollari dopo, è quello che si vede nelle queste foto in queste pagine: 31 metri di lunghezza, 15 di larghezza e 6,10 in altezza, al peso di 95 tonnellate, con 537 metri quadri di pannelli fotovoltaici che ospitano 38 mila celle solari e senza altro aiuto rie-scono a spingerlo fino a 15 nodi, ovvero 27 km/h circa, assicurando il funziona-mento a luce, acqua e apparecchiature. Per finire, poco prima della partenza, ar-rivano il supporto dello yacht Club mo-negasco, la Fondazione Albert II, in prima fila contro i cambiamenti climatici, e la potente SBM, Société des Bains de Mer.Così qualche settimana fa, il 4 maggio scorso, il Planet Solar è tornato dov’era iniziato tutto, al molo Quai Antoine 1er del piccolo principato monegasco, som-merso da entusiasmo e riconoscimenti. In 584 giorni di navigazione, il catama-rano dalle linee futuribili di mare ne ha visto davvero tanto, toccando 28 paesi, per un totale di 60mila km circa ma, cosa ancor più importante, senza emet-tere un solo grammo di CO2. Davanti alla prua del Planet Solar, che ha attraversa-to il mondo da est a ovest seguendo la linea equatoriale, hanno iniziato a

vedersi dapprima le coste della Florida e subito dopo quelle di Cancun, in Mes-sico, quindi tappa a Cartagena (Colom-bia) e rotta verso il Canale di Panama. Da qui le Galapagos, le Isole Marchesi e Papetee, nella Polinesia Francese, Ton-ga, Brisbane (Australia), Filippine, Giap-pone, Sri Lanka, Emirati Arabi e ritorno nel Mediterrano attraverso il canale di

Suez, con destinazione Monaco. Fra le prime dichiarazioni di Raphael Domjan, oltre all’immensa soddisfazione di aver trasformato in realtà quello che era un semplice sogno, la malinconia delle montagne svizzere con cui ha dovuto fare i conti durante la traversata, ma so-prattutto la speranza di aver mostrato una strada possibile al monto intero.

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LABORATORIOVIAGGIANTE

L’arrivo del Planet Solar in uno dei tanti porti che ha visitato nel corso del suo lungo viaggio attraverso i mari. In ogni luogo dove è stato, il ca-tamarano si è aperto ai vi-sitatori, per mostrare le proprie tecno-logie pulite

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chi L’ha detto che La street art deve deturpare e macchiare Le città? da Londra e new york, due esempi di chi ha imparato a Lasciare Libero sfogo aLLa fantasia, ma con un profondo rispetto di tutto: daL prossimo aLLa natura

ERBA DI CASA MIA

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ARTE I natural graffiti

Con tanti cari saluti a chi imbratta i muri delle città armato di bombolette spray, a chi deturpa monu-

menti, fermate dei bus e car-telli stradali. A loro, più spes-so vandali che artisti, anche se un po’ impegnati si sento-no perfino quando mettono una firma su un muro, rispon-de una nuova corrente artisti-ca, che per adesso tocca due fra le più grandi metropoli del mondo: New York e Lon-dra. Due luoghi divisi da un oceano ma uniti dalla voglia di dare spazio all’arte quando questa è arte davvero, come nel caso di Keith Haring, vi-sionario writers newyorkese, portabandiera del graffiti-smo come cultura di strada diventato uno dei fenomeni più coinvolgenti della scena

artistica mondiale.Ma quei tempi, si diceva, sem-bra siano alla fine, messi in riga dalla street art, forma di graffitismo naturale che in-vece delle vernici utilizza il verde del muschio.Ha iniziato a New York Edina Tokodi, oggi a capo del Mossti-ka Urban Greenery, movimen-to artistico che continua a macinare adesioni perché ri-spettoso, piacevole e utile al paesaggio urbano. Edina ulti-mamente sceglie come “tele” i muri di Williamsburg, quar-tiere di Brooklyn in ascesa per il semplice fatto di offrire una vita a prezzi più accessi-bili di altre zone: un concen-trato di librerie alternative e case basse, di bar e ristoranti che non spennano la cliente-la, a pochi passi da una vista superba sulla skyline di New

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ERBA DI CASA MIA

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VERDEURBANO

Alcuni esempi di Natural

Graffiti, qui sotto una

pubblicità “clean”, che

scompare dopo pochi giorni

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York, uno dei posti più foto-grafati al mondo. E le strade di Williamsburg sono piene del tocco di Edina: disegni di animali e figure umane, sa-pientemente realizzati usan-do solo ed esclusivamente muschio, per non turbare nulla e lasciar decidere alla natura se riprendersi anche quello spazio o lasciarlo lì, come messaggio a chi passa e incuriosito scatta una foto-grafia.Sull’altra sponda dell’Ocea-no Atlantico, a 5.576 km di distanza, Anna Garforth è la fondatrice del Progetto Mos-senger, termine che unisce Moss (muschio, in inglese) alla parola Messanger. Le opere di Anna vanno in scena prefe-ribilmente sui muri di case disabitate di East London, ma partendo da lunghi studi gra-

fici, l’artista londinese sceglie lettere, croci e brevi stralci di poesie (in particolare quelle di Eleanor Stevens), piantan-do muschio giovane per la-sciare che le frasi si svelino pian piano, secondo i ritmi che decide la natura.E che la strada sia quella giusta sembra sottolinearlo l’immediato interesse che i natural graffiti hanno riscos-so fra alcune delle più ram-panti agenzie pubblicitarie mondiali. Sempre alla ricerca di nuovi modi per rubare l’at-tenzione a chi passa, l’olande-se GreenGraffiti ha immedia-tamente fatto propria l’idea ribattezzandola clean adverti-sing: i loro messaggi, stampa-ti su muri e marciapiedi con vernici leggerissime, scom-paiono con la prima pioggia senza lasciare traccia.

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SEXY On the beach

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Dopo un rigido inverno di gelo e neve, nessuno vuole più pensare a cappotti, soprabiti o stivali. E’ finalmente arrivato il momento di svestirsi e scegliere il costu-me che accompagnerà i mesi più caldi dell’anno. Ma come le passerelle ci hanno insegnato, anche per l’ab-

bigliamento da spiaggia è necessario seguire le regole della stagione: non c’è donna che ormai da tempo abbia lanciato un’occhiata alle mode dettate da stilisti e brand per l’estate 2012. A differenza della stagione invernale, quella estiva è più semplice da seguire, ma molto più difficile da personalizzare: modello, colore e abbinamenti, tutto serve per valorizzare il

corpo. Cerchiamo allora di capire cosa offre il mercato per l’estate ormai alle porte. Anche se con un po’ di invidia, vale la pena uno sguardo al nuovo catalogo di Victoria’s Secret, mar-chio americano di lingerie e moda mare. Per la nuova colle-zione estate 2012, il brand statunitense ha proposto lo stile Brasil with love con le straordinarie spiagge di Bora Bora a fare da sfondo al catalogo. Il pezzo forte dell’anno è il bikini push up proposto in numerose varianti: dal floreale, alla tinta unita con un tocco di fluo. Naturalmente Victoria’s Secret detta le regole, scegliendo il due pezzi come indumento principe da indossare sulla battigia o a bordo piscina.

| di Daniela Capone |

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Il “mood” dell’intera collezione è parti-colarmente accattivante, sempre estre-mamente sexy ma anche confortevole. I colori sono i veri protagonisti dell’inte-ro catalogo, declinato in fantasie super appariscenti: total color fluo, stampe animalier, pois e fantasie floreali dal gu-sto stilizzato. Tra atmosfere californiane o brasiliane i bikini scelgono, infatti, tocchi di multicolor caleidoscopici nei toni più trendy della stagione: dal verde mela, al fucsia, dall’arancio vitaminico al giallo fluo, fino al celeste e all’acquama-rina. E ce n’è davvero per tutti i gusti, dai bikini brasiliani stringatissimi ai model-li con culotte e reggiseno a balconcino,

per finire ai costumi colorati a righe. E poi ancora fantasia a pois, ma anche le tinte unite dalle colorazioni forti del fucsia, arancione e verde.Inoltre a fare tendenza sono proprio i due pezzi ad ispirazione anni ’50, ripro-posti con tocco fluo e magari accompa-gnati da copricostumi sensuali.Anche se quest’anno Victoria’s Secret ha adottato una politica decisamente più economica ed i suoi modelli sono ab-bordabili per (quasi) tutte le tasche, tan-te altre sono le marche molto più eco-nomiche che propongono bikini simili alla collezione americana, ispirati alle regole dettate dagli “angeli” di Victoria’s

Secret. Ovunque impazzano i due pezzi fluo, con pois, fiori o super appariscenti. Così come lo stile retrò, adottato dalla maggior parte delle collezioni di costu-mi, sempre però rivisitate in chiave mo-derna grazie a colori e stampe. Insom-ma, la donna dell’estate 2012 sceglie di essere sexy con un bikini a fascia, liscia o intrecciata, arricchita da colori o pail-lettes, a volte con dettagli gioiello, da abbinare a slip con lacci, fiocchetti sui lati oppure i più casti classici. Sono que-sti i dettagli da seguire per spiccare e per rendere l’estate ancora più colorata, all’insegna di energia e allegria, senza però mai dimenticare la sensualità

MODA Victoria’s Secrets Swim Collection 2012

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Victoria’s Secret è uno dei più famosi marchi di abbigliamento femminile e di prodotti di bellezza a livello globale. Fondata nel 1977 dall’imprenditore Roy Raymond ed esplosa a livello mondiale nel 1999 diventando una delle più importanti griffe sulle passerelle mondiali, la compagnia prende il nome dalla regina Vittoria. Il marchio è legato principalmente alla lingerie femminile, anche se da qualche anno ormai è noto anche per la una celebratissima linea mare, presentata dai celebri “angeli”, super modelle chiamate così proprio perché le ali di farfalla, pavone o diavolo sono il marchio di fabbrica della griffe e ven-gono indossate durante le sfilate. La selezione per foto, sfilate e pubblicità è decisamente molto dura: Adriana Lima, Alessandra Ambrosio, Eva Herzigova, Naomi Campbell e Giselle Bundchen, sono solo alcuni dei nomi delle supermodelle che hanno pre-stato le loro forme alla linea di lingerie più invidiata del mondo. Attraverso la sola vendita online, il fatturato raggiunge circa 870 milioni di dollari all’anno.

gli angeli volano alto

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