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¤ 5,00 Ottobre 2013 Mensile :: N. 14 Impostare AirPlay Scegliere i diffusori Media Center? C’è Mac mini I consigli per farlo funzionare ANNI DI iTUNES STORE 10 UNA GUIDA DI 16 PAGINE SU: TRUCCHI DI OS X CHE NON TUTTI CONOSCONO CASA APPLE IN MUSICA E VIDEO IN OGNI STANZA E SITUAZIONE 7 Presentati i nuovi iPhone E Apple è cambiata o è sempre la stessa? facebook.com/MacworldItalia twitter.com/Macworld_it www.macworld.it Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/MI/48/2012 LA SUPER RECENSIONE DI LOGIC PRO X SOLO ¤5,00
100

Macworld Italia 2013-10

Dec 30, 2015

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Page 1: Macworld Italia 2013-10

¤ 5,00Ottobre 2013

Mensile :: N. 14

Impostare AirPlay

Scegliere i diffusori

Media Center? C’è Mac mini

I consigli per farlo funzionare

ANNI DIiTUNES STORE10

UNA GUIDADI 16 PAGINE SU:

TRUCCHI DI OS X CHE NON TUTTI CONOSCONO

CASAAPPLE IN

MUSICA E VIDEO

IN OGNI STANZA

E SITUAZIONE

7

Presentati i nuovi iPhoneE Apple è cambiata o è sempre la stessa?

facebook.com/MacworldItalia twitter.com/Macworld_it www.macworld.it

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¤5,00

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Tre per uno non è uno per tre

Accendo iMac 27" e mi trovo di fronte a una superficie di lavoro sontuosa, come vivere in un sette locali più

servizi. C’è chi si fa anche la villa, per così dire, affiancando due schermi, e con il nuovo Mac Pro a breve potrà farlo con tre, non appena levato l’imballaggio e acceso il computer. Lo spazio (quasi) infinito.Accendo iPad durante la colazione al bar per vedere le ultime notizie, rispondere alla posta più urgente, impostare un editoriale, magari leggere un libro o guardare un film. Lo schermo è assai più piccolo perché dev’essere pratico, ma ancora grande per dare una buona visuale ai dati che sto trattando.Accendo iPhone per le previsioni del tempo, rispondere a una chiamata, inviare un messaggio, trovare un contatto, cercare un itinerario sulla mappa. Deve saltare fuori dalla tasca ed essere efficiente e immediato; lo schermo ha lo spazio per contenere solo l’essenziale, i comandi devono essere manovrabili anche con il solo pollice in caso di emergenza, e molto meglio se tutto si riesce a fare con una mano sola.Quale persona di buon senso potrà mai pensare che i tre apparecchi debbano funzionare nello stesso modo?Apple ha tanti difetti, però su questo argomento è riuscita ad applicare del buon senso. Usa una base software fondamentale comune, poi adatta comandi e presentazione visiva a ciascun apparecchio. Pensiamo a Mail: come potrebbe comparire uguale a video su iPad e iPod touch ed essere usabile in ugual misura sull’uno e sull’altro sistema? La base di Mail è la stessa, ma il programma

si presenta diversamente computer per computer. Adeguato allo spazio che c’è.Diverse aziende e persone non hanno colto questo fattore, che è elementare e impor-tante. Confrontano iPad mini con tavolette Android da sette pollici. È una prova da effettuare, in qualche negozio: iPad mini ha uno schermo assai più grande e mostra buone pagine web come su un computer; Android mostra le stesse pagine come se fos-sero viste su un cellulare. E mostra anche i comandi che si vedrebbero sul cellulare. La differenza di usabilità è abissale.Microsoft ha deciso che Windows debba presentarsi esattamente allo stesso modo su un aggeggio da tasca, uno a tavoletta, uno da scrivania con tre schermi davanti. I risultati di vendita sono deludenti – quasi 900 milioni di dollari di perdita in primavera per mancate vendite delle sue tavolette – e chissà, forse la gente è stupida. Io penso si accorga dell’asso-luta mancanza di buon senso, invece.Chiediamo a un bambino se tre per uno e uno per tre siano la stessa cosa. Appena passate le elementari non avrà dubbi nell’assentire. Poi però si diventa adulti e ci si accorge che incollare concetti troppo semplici su questioni troppo complicate non sempli-fica: banalizza e toglie valore.Diventare adulti è applicare il buon senso. Un cellulare è diverso da una workstation a schermi multipli. Dovrebbe essere evidente.Buona lettura.

Lucio [email protected]

@loox

EDITORIALE

Macworld - Numero 14

Mensile - Ottobre 2013

Registrazione presso il Tribunale di Milano

con il n. 207 del 21/06/2013

ISSN 2279-8072

MAGAZINE TEAM

Direttore Responsabile: Alessandro Ferri

Direttore Editoriale: Roberto Rossi Gandolfi

Publisher: Andrea Grassi

Consulenza Editoriale: Lucio Bragagnolo

Segreteria di redazione: Paola Gavazzi

Hanno collaborato:

4PC, Luca Accomazzi, Paolo Capobussi,

Roberto Giannotta, Matteo Mastrodonato, Riccardo Mori,

Alberto Rampoldi, Ivan Rachieli, Jurij Ricotti, Marco Rottigni,

Silvio Sosio, Edoardo Volpi Kellermann, Reed Wright

Grafici:

Stefano De Marchi, Iris Prina

Redazione

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Presidente: Uberto Selvatico Estense

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di International Data Group, Inc.

Edizione Italiana © 2013 Play Lifestyle Media Srl

IVA assolta dall’Editore Art. 74 DPR 633/72 e successive

modifiche I comma lettera C.

Esente da bollo Art. 6 II comma DPR 642/72.

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SOMMARIONumero 14 - Mensile - Ottobre 2013

COVER FLOW38 Le app migliori Bella la dotazione di serie di iOS. E adesso sotto con le novecentomila alternative, perché si può fare di più

56 Casa Mac Se gli affidiamo il coordinamento dell’audio e del video nella rete domestica, Mac saprà eseguire un lavoro eccellente

MAC USER9 Nuovi iPhone: il nostro commento Impressioni a caldo un attimo prima di andare in stampa

10 Haswell e MacBook Air Ecco perché e come la batteria ha guadagnato l’autonomia attuale

12 App innovative I premi di Apple ai software che se non sono ancora stati scaricati vuol proprio dire che ci stiamo perdendo interessanti occasioni

14 802.11ac su MacBook Air Un’altra cosa che l’ultrasottile migliore del pianeta fa proprio bene: la rete da lontano

16 Gemme Mac Gioielli software di grande valore

18 Roba che scotta Accessori che scaldano il cuore al solo pensiero

19 Tabella Mac L’offerta attuale di Apple di computer con sopra la Mela

CREATE22 Addio alle licenze con Creative Cloud Adobe cambia per sempre il suo modo di vendere il software

25 I miglioramenti di Photoshop CC E oltre a cambiare la vendita, aggiunge pure nuove funzioni

27 Le innovazioni di Lightroom 5 Per chi non muove mai una foglia su Photoshop senza il fedele maggiordomo organizzatore

28 Grandi foto macro Per forza sono grandi, se sono macro… e invece non è detto

30 Il grande ritorno di Logic Pro X Una super recensione di gente che di musica se ne intende

iOS CENTRAL48 Office per iPhone Bisogna credere a Microsoft oppure prima viene Babbo Natale?

50 E si vede! Perché gli schermi Retina sono una mano santa per l’accessibilità da parte di tutti

22 Creative Cloud

48 Office iOS

30 Logic Pro X

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52 Recensioni Per i sistemi iOS ammalati di solitudine, tanta compagnia

53 Tabella prodotti Ora che è cambiato tutto, chi si ricorda qual era la situazione di partenza?

WORKING MAC76 Sette trucchi per OS X Meglio arrivare a Mavericks ben preparati sul vecchio sistema

80 Recensioni Hardware e software per un Mac sempre più all’altezza

PLAYLIST84 iTunes Store compie 10 anni I critici che sanno tutto sghignazzavano e oggi Apple è a loro dispetto leader nella distribuzione musicale in tutto il mondo

86 Roba che scotta Note… volmente interessanti certi oggetti per la musica…

87 Tabella iPod Gente che ha già un nuovo iPod in mano; guardate com’erano i “vecchi”

GENIUS92 Mac OS X Hints Una nuova stagione e i nostri trucchi continuano imperterriti

94 Mac Help Non tutto è perduto; scrivici

RANDOM 3 L’editoriale di Lucio Bragagnolo Tre per uno non è uno per tre

6 Posta Lettere e, se capita l’occasione, pure qualche numero

97 Download Cose che App Store non offre. O non mette esattamente in primo piano

OPINIONI20 Rich Mogull Apple ha rimesso a posto la propria strategia di sicurezza

36 Marco Rottigni Il software ha una personalità. Per esempio, quello Apple

54 Ivan Rachieli Un tema importante anche se non sembra: la neutralità della rete

81 Paolo Capobussi L’importanza di una puzzetta piazzata al momento giusto

98 Luca Accomazzi I dieci anni che contano per Apple: sono i prossimi 84

iTunes

38 Le app migliori

56 Speciale Mac

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LEGGIAMO TUTTO E NON POSSIAMO RISPONDERE A TUTTI. MA FAREMO IL POSSIBILE PER CONCENTRARCI SULLE COSE PIÙ IMPORTANTI

Avete una bella foto che riguarda Apple? Mandatela a [email protected] e la pubblicheremo!

Trucchi… di scritturaQuesto mese parliamo di scrittura su iPad e modi per velocizzare un Mac un po’ sovraccarico. Lo scopo della vita dovrebbe essere far lavorare il Mac al posto nostro, ma dobbiamo assicurarci che questo avvenga in condizioni ideali. Altrimenti finiremo per rallentare noi

Scrivere su iPadIl motivo per cui mi piace usare un iPad come macchina per scrivere è che libera dalle distrazioni: sullo schermo ci sono il testo e la tastiera, ed è tutto. O il testo, se la tastiera è fisica. Anche con il solo schermo, qua e là scappa un tasto sbagliato, ma complessivamente iPad fa tutto quello che ci si aspetta da un sistema di videoscrittura: fa scrivere, bene, a video!

Khahn

Ho letto l’ultimo numero con lo speciale su iPad al lavoro e ho deciso di comprare una tastiera Zagg. Sono una buona dattilografa e sono soddisfatta. Anche se devo dire che digitare sullo schermo di iPad mi consente comunque una buona velocità.

Linda Pietka

Siamo prevedibilmente sensibili all’argomento della scrittura con iPad e per questo ci piacciono moltissimo iPad standard, perché le dimensioni dei tasti della sua tastiera virtuale praticamente sono identiche a quella di una tastiera Mac, e anche iPad mini, ma con una tastiera esterna – più larga del mini stesso – se scrivere è una priorità. La cosa bella è

Visto che si discute di iPad e di scrittura, ecco una foto inviata da John Tranter e il suo commento: “Pensavo sarebbe piaciuta alla redazione questa foto scattata nel 1985 della macchina per scrivere del poeta americano John Ashbery. Pensate fosse più comodo scrivere su questa o, oggi, su un iPad?”.

Obiettivo su...Non tocchiamo quel tasto

MAIL

DA TWITTER

Suggerimenti da Twitter!

@Macgyyver: Il tocco con tre dita per lo zoom (schermo iPhone piccolo, occhi affaticati).

@Model3volution: Collegarsi a Wi-Fi anche se è attivo il modo Uso in aereo!

@bahaeddin: Toccare la barra in alto per tornare in cima allo schermo anche dopo avere sfogliato un lungo documento

iOS aguzza l’ingegno

che ognuno può cercare e trovare la configurazione che più gli si adatta.

Una frustata a MacHo un mio rimedio personale infallibile per ridare a Mac la velocità perduta: chiudere le applicazioni che non si usano! Lo ricordo tutti i giorni anche al mio capo, che non ci arriva. Per quello è il capo…

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Andate sul sito pingtest.net e verificate che non ci sia perdita di pacchetti dati in partenza per e in arrivo da Internet. A volte sembra che la connessione rallenti e invece la causa è semplicemente una perdita di pacchetti dati, la quale può creare un sacco di problemi di funzionamento generale, insospettabili. Ed è spesso questione di un problema locale di rete oppure di modem.

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Il primo colpevole di un Mac lento è solitamente Safari, o il processo Safari Web Content sui Mac più recenti. Si mangia Ram a quattro palmenti e così spinge Mac a leggere e scrivere dal disco rigido, rallentando tutto. Anche su un sistema da 8 gigabyte di Ram, Safari può prendersi due o tre gigabyte di Ram come niente. Chiudiamo le pagine web inutili e, se serve, apriamo Monitoraggio Attività e forziamo la chiusura di Safari Web Content. Le cose migliorano in fretta.

icerabbitSimbolicamenteGli alias di OS X sono comodi ma un po’ macchinosi. Si può procedere più rapidamente dal Terminale. Supponiamo di avere un file “ricerca.txt” che stia nella cartella Documenti e di volere un alias sulla Scrivania. In gergo Unix si tratta di creare un link simbolico. Il comando da digitare nel Terminale e da confermare con Invio diventa a questo punto

ln -s ~/Documents/ricerca.txt ~/Desktop/ricerca-link.txt

Page 7: Macworld Italia 2013-10

NOVITÀ!PRENOTASENZA COSTI ESENZA IMPEGNO!*

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MAC USERDecisioni, avvenimenti, verifiche attorno ai computer più belli del mondo

La capacità d’inventareInnovazione e iterazione camminano insieme

Oltre questa pagina si trovano i nostri riscontri sulle caratteristiche dei MacBook Air di nuova edizione, che mostrano progressi interessanti sul fronte delle batterie e

del collegamento in rete wireless, in nome dell’efficienza.Periodicamente questo tipo di progresso suscita scetticismi tra i benpensanti dell’informatica, che a ogni rinnovo di gamma vorrebbero interfacce 3D, tastiere sostituite da schermi al tocco, reti a microonde, interfacce cerebrali, intelligenza artificiale e naturalmente costo a un decimo dell’attuale. Rendendosi così colpevoli dei due peccati più velenosi nell’era di Internet: credere a tutto quello che scrivono i siti e volere tutto ciò che è possibile non perché sia realmente utile, ma perché è possibile.Se Apple ha fatto qualcosa di buono con i Mac e con il resto della sua produzione, questo sta nel suo lavoro di valutare le tecnologie e determinare quanto siano importanti e quanto siano attuabili, a un costo il più possibile accettabile tanto per chi vende quanto

per chi compra. Vale la lezione di Steve Jobs, per il quale il design di valore non si misurava dai sì, ma dai no; dal rigore che esclude dalla macchina quanto non sia essenziale.I nuovi MacBook Air, come essenza del concetto di portatile, prima di tutto devono puntare all’autonomia. Poi si penserà al resto, che comunque in questo è tutt’altro che da buttare.Si chiama iterazione, una disciplina che Apple sa padroneggiare piuttosto bene: si fa una cosa giusta pensando soltanto a quella, poi se ne fa un’altra, poi un’altra ancora e un passo dopo l’altro si arriva a prodotti essenziali eppure di grande efficacia. Tanto che il resto del mercato si affanna a copiare MacBook Air, con risultati dallo scarso al penoso.E l’innovazione cambia il proprio significato con il cambiare delle epoche: si dia un’occhiata ai premi assegnati proprio da Apple per le app più innovative. A migliorare il nostro modo di lavorare è anche il software.

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Processore e batteria nei nuovi MacBook Air

Le app innovative premiate da Apple

Più efficienza dal wireless 802.11ac

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Abbiamo letteralmente “fermato le rotative” per inserire questa pagina sulla presentazione dei nuovi

iPhone. Scriviamo a caldo dopo una serata di live blogging sul sito con la diretta dell’evento da Cupertino. È inutile che entriamo nei dettagli tecnici (li avrete già letti online e sui quotidiani), ma pensiamo sia necessario dare un commento, anche perché abbiamo già letto sui quotidiani diverse stupidaggini, come quelle che trovate nel prossimo paragrafo.

Apple non è più quella di una voltaQuel che dicono in tanti, oggi, è che Apple non è più l’azienda che sapeva tenere ben strette e riservate le informazioni sui nuovi modelli prima di una presentazione. Questa volta, sapevamo già tutto da giorni, settimane: i due modelli, 5c e 5s, i colori, la forma, il sensore di impronte digitali... Sono tutte informazioni che erano trapelate prima del keynote, tanto da far apparire quasi noiosa la presentazione. Dicono anche che Apple non è più l’azienda dei prodotti esclusivi e costosi. C’è iPhone 5c (dove c sta sicuramente per “Cheap”, economico), che sarà alla portata di tutti.

Apple è sempre la stessa, per fortunaNoi pensiamo invece che Apple sia sempre la solita. Mentre nelle scorse settimane eravamo tutti impegnati a discutere di plastica/non plastica, se quel rosa è più corallo o più salmone, l’azienda da bravo prestigiatore ha messo in atto la propria magia dove nessuno stava guardando. Processore A7 a 64 bit etool XCode per convertire i software alla nuova architettura in un batter di ciglia. Avremo sul cellulare applicazioni di classe desktop. Con AirPlay potremo mandare lo schermo su un monitor o un televisore HD. Se questo non è l’ultimo chiodo sulla bara del pc, poco ci manca. In mobilità, il coprocessore di movimento sempre attivo permetterà la nascita di app oggi impensabili, e non solo nel campo del fitness o delle applicazioni medicali.

Davvero, ancora non abbiamo idea di come il chip M7 potrà essere usato da sviluppatori dotati d’inventiva. Probabilmente l’idea non ce l’ha neanche Apple, ma questo è il bello dell’enorme ecosistema iOS: c’è sempre qualcuno che scova un modo innovativo per sfruttare l’hardware a disposizione (chi avrebbe mai detto che la fotocamera di iPhone insieme al f lash avrebbe potuto rilevare le pulsazioni cardiache semplicemente appoggiandoci il dito sopra, come fa l’app Cardiograph?La fotocamera è una delle app più usate sui telefoni, e in tanti costruttori ci puntano molto. C’è chi è arrivato a scattare foto a 41 megapixel (Nokia). Apple non ha pensato ai megapixel, ma a produrre una fotocamera migliore. Un sensore più grande, un obiettivo più luminoso e un flash che si adatta alla temperatura colore della luce ambientale permetteranno di scattare belle foto anche in condizioni di luce in cui oggi è impensabile scattare fotografie. E questo conta.

Apple è sempre la stessa, purtroppoApple è sempre la stessa però anche per quegli aspetti che ce la fanno gradire un po’ meno, o quanto meno ci lascia perplessi nelle sue scelte di posizionamento. L’iPhone 5c potrà apparire economico sul mercato americano, dove – in abbinamento a un contratto di due anni – costa la metà di iPhone 5s. Ma sul mercato italiano, la

differenza tra i due modelli sarà presumibilmente del 20 per cento, cioè circa 120-130 euro (stiamo cercando di interpretare i prezzi francesi, che indicano il 5c a 599 euro e il 5s a 699 euro). Cosa dovrebbe far scegliere quindi un iPhone 5c, tecnologicamente inferiore? Solo il colore? Beh, per quanto strano possa sembrare, forse Apple ha ragione. Quanti compreranno iPhone 5c e custodia in silicone scegliendo la combinazione di colori della squadra del cuore? Apple continua anche testardamente a rimanere ancorata alla stessa dimensione dello schermo. È vero, uno schermo più grande crea problemi di usabilità del dispositivo con una mano sola, e un ingombro maggiore, ma il confronto diretto con HTC One o Samsung S4 comincia a essere imbarazzante. Riuscire a produrre uno smartphone con uno schermo più grande mantenendo la fantastica usabilità di iOS è una sfida che Apple dovrebbe raccogliere, perché si gioca sul suo terreno di battaglia favorito. L’altra sfida che Apple dovrebbe raccogliere riguarda la batteria. Aspettiamo di vedere i miglioramenti annunciati con iOS 7, e magari una sorpresa nei nuovi modelli, ma per il momento, l’affermazione che l’autonomia sarà “pari o superiore a quella di iPhone 5” non ci basta proprio. Abbiamo bisogno di un iPhone che resista fino all’ora della nanna senza dover fare una merenda energetica a metà pomeriggio.

I nuovi iPhone sono davvero nuovi?E Apple è cambiata o è sempre la stessa? Il nostro commento a caldo, a ridosso dell’annuncio dei nuovi iPhone 5s e 5c, poche ore prima di andare in stampadi ANDREA GRASSI

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In attesa di Mac Pro, i Mac più giovani comparsi

sul mercato sono i MacBook Air presentati al convegno mondiale dei programmatori

Apple: portatili che non sono stati rivoluzionati e rappresentano, piuttosto, un’evoluzione. D’altronde le edizioni precedenti avevano segnato l’arrivo di Thunderbolt e Usb 3.0; non ci può essere un salto tecnologico ogni anno che arriva.

Sotto il cofanoIl cambiamento maggiore delle nuove unità consiste nella nuova generazione di processori Core Intel, denominati Haswell. Questa quarta generazione soppianta la precedente Ivy Bridge e richiede meno potenza, e ciò contribuisce al miglioramento dell’autonomia. Haswell comprende anche elaborazione grafica integrata nella forma chiamata HD Graphics 5000, secondo Apple più prestante del 40 percento nei confronti della generazione 4000 dell’anno scorso.Questi nuovi MacBook Air sono

equipaggiati con rete wireless nel nuovo standard 802.11ac di cui parliamo in modo più esteso nelle prossime pagine. È inoltre migliorato lo spazio disco f lash, con capacità maggiori nel modello da 11 pollici e migliori prestazioni generali.Come di consueto negli ultimi anni, Apple vende quattro configurazioni base, due da 11 e due da 13 pollici di diagonale schermo. Tutte condividono lo stesso processore Core i5 dual-core (doppio nucleo di elaborazione) con frequenza di funzionamento (clock) a 1,3 gigahertz, che può toccare i 2,6 gigahertz con la funzione Turbo Boost e agire come virtualmente come un processore a quattro nuclei, quad-core, grazie all’Hyper-Threading. Tutte e quattro le versioni dispongono della grafica integrata versione 5000 di cui abbiamo già detto, più quattro gigabyte di

MAC USER

PREZZOA partire da 999 euroAZIENDAAppleURLapple.com/it

Haswell spinge le prestazioni di MacBook AirIl più recente processore Intel influenza positivamente velocità e duratadi JAMES GALBRAITH

I miglioramenti sono per lo più impercettibili, ma rendono ancora più desiderabile un prodotto già eccellente

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Due microfoniPiù grafica integrata superiore e dischi flash più efficienti.

Una batteria piena di vitaNei Macworld Lab non abbiamo rag-giunto le dodici ore dichiarate da Apple, però non c’è dubbio che l’autonomia di MacBook Air si sia decisamente estesa. Abbiamo condotto i nostri test sui modelli nuovi, quelli dell’anno scorso e su un MacBook Pro Retina 13" del 2013.Nel primo test abbiamo proiettato un film a schermo e a ciclo continuo, con Wi-Fi disabilitato prima di spegnersi. Il nuovo 11" ha resistito sei ore e sei minuti, contro tre ore e 34 minuti per il modello 2012. Il nuovo 13" ha raggiunto otto ore e 18 minuti, il 36 per cento più del nuovo 11" e il 65 per cento in più del 13" dello scorso anno. Rispetto al MacBook Pro 13" Retina, la durata è maggiore del 75 per cento.Sono stati anche messi alla prova i modelli potenziati con le opzioni dispo-nibili su Apple Store. La batteria non risente particolarmente di più disco o più Ram, ma su modelli equivalenti dello scorso anno c’è comunque un van-taggio del 65 per cento.La seconda… batteria di test ha impie-gato il test gratuito Peacekeeper di Futuremark, che viene eseguito ripetu-tamente online e alla fine notifica quando la macchina cessa di rispon-dere. Il nuovo modello in configura-zione standard da 13 pollici ha eseguito il testo per cinque ore e tre quarti: il 41 per cento più del nuovo 11" e il 25 per cento meglio di un MacBook potenziato con più Ram e più disco f lash. Rispetto a un MacBook Air standard del 2012, il guadagno è del 63 per cento.I miglioramenti nell’autonomia si de-vono a batterie più capienti e al passag-gio dall’architettura di processore Ivy Bridge a quella Haswell, che consuma meno. — James Galbraith

memoria Ram Lpddr a 1,6 gigahertz, non aggiornabile dopo l’acquisto.La differenza tra i due modelli per ciascuna diagonale di schermo sta nella capacità del disco f lash. MacBook Air da 11 pollici dispone di 128 gigabyte a 999 euro oppure 256 gigabyte a 1.129 euro. I modelli con schermo da 13 pollici offrono le stesse capacità rispettivamente al prezzo di 1.099 e 1.179 euro.All’atto dell’acquisto – poi non sarà più possibile – Apple offre le opzioni di 8 gigabyte di Ram per 100 euro in più e 512 gigabyte di disco f lash con un sovrapprezzo di 300 euro.

FisicoI soli indizi visuali che distinguano i MacBook Air 2013 da quelli 2012 sono i due piccoli fori, corrispondenti ad altrettanti microfoni, che i due nuovi Air mostrano vicino alla porta audio. Prima c’era un microfono solo. Il secondo microfono ha la funzione di migliorare la qualità del suono raccolto.Gli schermi sono gli stessi del 2012 con identiche risoluzioni, non Retina.Tutti i MacBook Air dispongono di altoparlanti stereofonici, un ingresso Thunderbolt per aggiungere in un colpo solo monitor e dischi esterni, più una porta Usb 3.0 per ciascuno dei due lati. La loro webcam effettua chiamate FaceTime a 720 punti di risoluzione orizzontale. Sul 13" sta anche un alloggiamento per schede di memoria Sdxc.

MuscoliNon sorprende che, pressoché identiche le specifiche, siano identiche anche le velocità. Rispetto al 2012, la grafica

integrata versione 5000 supera del 24 percento la precedente 4000 sul modello 11" e del 30 per cento sul 13". I dischi f lash migliorati nelle prestazioni fanno sì che la copia test di un file da 6 gigabyte sia il 28 per cento più rapida su MacBook Air 13" e ben il 50 per cento sull’11". Questo implica anche un avvio più veloce: 14 secondi per fare partire da zero un 13", contro i 18 secondi del 2012.Il processore Haswell nei nuovi modelli ha una frequenza di clock inferiore a quella degli Ivy Bridge del 2012. Il MacBook Air 13" da 1,8 gigahertz Ivy Bridge del 2012 ha fatto meglio del 13" 1,3 gigahertz Haswell di quest’anno in otto test su quattordici, tra i quali compressione di cartella, iMovie, iPhoto, Photoshop, Aperture e MathematicaMark 7. Tuttavia i punteggi generali Speedmark 8 sono analoghi, grazie all’attuale superiorità della grafica e dei dischi f lash.Dove Haswell è in deciso vantaggio è sull’autonomia. Apple parla di un tetto di nove ore per il modello 11" e addirittura di dodici ore per il 13", anziché cinque e sette ore dei modelli precedenti.

Il parere di MacworldIl nuovo MacBook Air ha molto in comune con il proprio precedecessore in termini di caratteristiche e aspetto. I miglioramenti sono per lo più impercettibili, ma rendono ancora più desiderabile un prodotto già eccellente. La grafica integrata più potente e i dischi f lash più efficienti aiutano le prestazioni, mentre i progressi nei consumi del nuovo processore prolungano di molto l’autonomia, che è il motivo principale per l’acquisto di questa unità.

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Ogni anno, durante il convegno mondiale dei programmatori per piattaforme Apple (Worldwide

Developers Conference o più familiarmente WWDC) che si svolge regolarmente a San Francisco con l’arrivo dei primi caldi, l’azienda fondata da Steve Jobs e Steve Wozniak assegna i Design Award al software che porta progressi, nuove idee, soluzioni brillanti. I vincitori di quest’anno comprendono sia giochi sia prodotti per la produttività, senza escludere un paio di app molto carine che provengono da programmatori giovanissimi o studenti. Il programma sviluppatori Apple è il più ampio al mondo, grazie all’esplosione del mercato delle app generato da iOS.

WWF TogetherApple ha premiato l’applicazione per iPad del Fondo mondiale per la natura riconoscendone l’attenzione al dettaglio e il valore estetico, che si aggiunge all’ottima colonna sonora.WWF Together racconta le storie di varie specie che si trovano oggi a rischio di estinzione, comprese tigri, panda e orsi polari, tutto con abbondanza di fotografie e illustrazioni (gratuita, iPad).

BadlandBadland è un gioco d’azione e avventura a piattaforma scorrevole dall’atmosfera particolare che si basa su simulazione fisica di eccellenza, grafica da schermo Retina e audio di alta qualità.Nella campagna a giocatore singolo si hanno 50 livelli da risolvere. Il divertimento arriva soprattutto con il gioco multiplayer, dove fino a quattro giocatori condividono contemporaneamente lo stesso iPad (sembra impossibile? Per comandare il gioco basta un dito). In questo caso i livelli sono 16.Badland ha ricevuto il premio per il valore complessivo della produzione e per l’integrazione della app con Game

MAC USER

Le app più innovativeI premi 2013 di Apple per il design software hanno premiato 11 app speciali, dai giochi agli strumenti di produttivitàdi DANIEL IONESCU

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Center e iCloud (il gioco iniziato su iPad può proseguire su un iPod touch o un iPhone e viceversa). Funziona su tutti gli apparecchi iOS e costa 3,59 euro.

ProcreateLaboratorio artistico per creativi muniti di iPad, Procreate contiene un assortimento di 48 tra pennelli, matite, inchiostri e strumenti puramente digitali.Il programma si appoggia a un motore proprietario chiamato Silica, che rende a video i tratti con precisione a 64 bit e dispone di pennelli per la fusione e l’invecchiamento dei colori, che possiamo usare in tempo reale. Ci sono pennelli supplementari da acquistare in-app che però è possibile collaudare in anteprima ed è possibile condividere le proprie opere sui social media o darle in pasto a Photoshop (4,49 euro, iPad)

Yahoo WeatherLa nuova app meteo di Yahoo mostra un progetto grafico che la distingue nettamente dalla concorrenza e utilizza fotografie tratte da Flickr per collegare immagini locali alle previsioni del tempo.Abbinamento delle foto ai luoghi escluso, si può pensare che Apple abbia tratto ispirazione da Weather al momento di elaborare la versione iOS 7 della propria app Meteo (gratuita, iPhone e iPad).

LetterpressSubdolamente semplice e stranamente contagioso, Letterpress si è più che meritato le attenzioni di Apple per il suo esclusivo mescolamento di strategia e intrattenimento intelligente. Gesti semplici e animazioni curatissime aggiungono divertimento supplementare per i giocatori, che possono conoscersi e sfidarsi tramite Game Center e ampliare le proprie opzioni con acquisti in-app. La mancanza dell’italiano ha penalizzato il successo di Letterpress a casa nostra, ma questo non ha scoraggiato i giocatori con una minima padronanza dell’inglese dal decretarne il grande successo. Letterpress è un’esclusiva di iOS (gratuito, iPhone e iPad).

Ridicolous FishingQuesto gioco ci accompagna in un mondo di azione in cui ci tocca pescare

con armi, motoseghe, tostapane e altri utensili fuori luogo. Mostra uno stile distintivamente retrò e cattura i giocatori con la sua fedeltà alle leggi fisiche, un pizzico di umorismo e una buona dose di divertimento.Il gioco non offre acquisti in-app ma promette ore di attività in giro per il mondo assieme al protagonista Billy, che insegue la propria redenzione (2,69 euro, iPhone e iPad).

Sky Gamblers: Storm RaidersIl premio non è stato assegnato alla lunghezza del titolo, ma al valore di questo gioco in stile classico ambientato nella Seconda guerra mondiale, dove si prende parte a combattimenti aerei, scorta di convogli navali e attacchi a basi nemiche. È presente una consistente gamma di velivoli realmente impiegati nel conf litto. Si possono coinvolgere gli amici sia in modo cooperativo, giocando tutti insieme per raggiungere un obiettivo comune, oppure in modo competitivo, l’uno contro l’altro armati. Se c’è una Apple TV a portata di mano, Sky Gamblers: Storm Raiders può essere proiettato sul televisore a mezzo AirPlay (0,89 euro, iPhone e iPad).

EvernoteApple ha riconosciuto questa app per la sua indubbia abilità nel sincronizzare e organizzare annotazioni testuali, sonore, grafiche, visive attraverso iPhone, iPad e Mac. Evernote immagazzina praticamente qualsiasi tipo

d’informazione in formato semplice, perfino schizzi e appunti a mano prodotti dalle app ancillari Penultimate e Skitch; tramite Hello si può tenere traccia dei contatti e, con Food, registrare i dettagli delle proprie esperienze culinarie (gratuita; iPhone, iPad e Mac).

FinishÈ un’app per le attività quotidiane (to-do) creata da Ryan Orbuch e Michael Hansen durante un periodo di studi presso il liceo Boulder nello Stato del Colorado.La loro app per l’organizzazione delle attività fa uso dei gesti per classificarle in breve, medio e lungo termine, si integra con Facebook e Twitter e permette di condividere attività con colleghi e parenti (0,89 euro, iPhone).

Mosaic.ioUn’altra applicazione che esiste unicamente su iOS; al pari di Letterpress, Mosaic.io è stata sviluppata dai programmatori autodidatti Ishaan Gulrajani e Alex List, del prestigioso Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, e da Zain Shah dell’università di Pittsburgh.L’applicazione collega due o più iPhone o iPad attorno a una singola immagine allo scopo di creare un mosaico fotografico, usando le posizioni relative di ciascun apparecchio in rapporto agli altri (gratuita, iPhone e iPad).

Coda 2 Non si vedono su Mac molti altri strumenti di sviluppo web di questa portata e intelligenza, a parte forse BBEdit di Bare Bones che però ha un approccio radicalmente diverso e decisamente meno grafico. Il programma contiene un’interfaccia a schede per scrivere e modificare Html e codice di altro genere, creare e rifinire fogli di stile a cascata (Css), eseguire operazioni tramite una riga di comando come si fa su Mac con il Terminale, consultare basi di codice alla ricerca di pezzi di programma e trasferire file avanti e indietro con protocoli Sftp (Ftp sicuro), Ftp o WebDav, tutto in una sola applicazione. Su iPad si può scaricare Diet Coda per avere anteprime del lavoro compiuto (64,99 euro su Mac App Store oppure 75 dollari – su panic.com – per Coda su Mac e 17,99 euro per Diet Coda su iPad). LEX FRIEDMAN

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MacBook Air: nuova rete, più efficienza

Come abbiamo anticipato nelle pagine precedenti, uno degli aspetti da considerare in un MacBook Air

edizione 2013 è la prospettiva di miglioramenti nella rete Wi-Fi. Questo è dovuto alla compatibilità con il più recente standard di collegamento senza fili, che si chiama 802.11ac ed è un aggiornamento di 802.11n. Questo standard, che l’Istituto americano di ingegneria elettrica ed elettronica – deputato alla sua approvazione – sta ancora finendo di completare, è tuttavia già presente nella AirPort Extreme Base Station e AirPort Time Capsule.

Uno spettro radio si aggira per il mondoQuesto è il segreto della nuova tecnologia: lo standard 802.11ac usa lo spettro radio nella frequenza dei 5 gigahertz, considerevolmente meno affollato dei 2,4 gigahertz, dove apparecchi di ogni genere, dai telefoni cordless ai forni a microonde ai microfoni per la sicurezza dei neonati, si contendono la banda generando interferenze di ogni genere. Ancora meglio, i canali disponibili sui 5 gigahertz sono più di 20, contro gli 11 presenti sui 2,4 gigahertz (di cui solo 3 non si sovrappongono, là dove i 21 canali sui 5 gigahertz sono tutti indipendenti).Lo standard 802.11n usa canali con banda di 20 megahertz sulla frequenza dei 2,4 gigahertz e canali di 40 megahertz sui 5 gigahertz. Lo standard 802.11ac usa canali con 80 megahertz di banda. Funzionare sui 5 gigahertz non è il solo motivo che rende così interessante il nuovo standard. Le reti basate su esso riescono a trasportare più dati, grazie a una codifica più efficace. Una rete 802.11n che usa un canale da 20 megahertz può trasmettere dati fino a 75 megabit per secondo su un singolo flusso, 150 megabit per secondo su due flussi e 225 megabit per secondo su tre flussi. Se la stessa rete ha canali di banda a 40 megahertz, i dati trasmessi raddoppiano. Però una rete 802.11ac con canali da 80 megahertz arriva a 433 megabit per secondo su flusso singolo, 867 megabit per secondo su due flussi e 1,3 gigabit per secondo su tre flussi.

di MICHAEL BROWN

Gli apparati di antenna di ApplePer favorire l’efficienza della rete, le nuove AirPort Extreme e Time Capsule di Apple fanno uso di antenne configurate per il “beamforming”. Si tratta di un elemento opzionale dello standard. I prodotti 802.11n attuali trasmettono il segnale in tutte le direzioni, a cerchi concentrici come le onde provocate da un sasso gettato in acqua. Un router con beanforming scambia invece informazioni con gli apparecchi collegati e decide le direzione migliore per i segnali.Una AirPort Extreme riesce a collegarsi simultaneamente a una rete 2,4 e una da 5 gigahertz. Gli apparecchi si collegano automaticamente alla banda più veloce che possono utilizzare.Il difetto maggiore dello spettro a 5

gigahertz è il raggio d’azione più ristretto (più alta la frequenza, minore la distanza). D’altro canto, il risultato finale nell’uso effettivo è che un router a 802.11ac potrebbe erogare anche il doppio dei dati di un 802.11n a 2,4 gigahertz.È improbabile che la versione definitiva dello standard esca prima dell’anno prossimo, ma ci sono da tempo prodotti basati sulla bozza della specifica. Se anche quindi si preferisse un prodotto di networking non Apple, ci sarà l’imbarazzo della scelta tra Asus, Belkin, Buffalo, D-Link, Netgear, Trendnet, Western Digital e i loro prodotti 802.11ac. Basterà controllare la compatibilità Mac per farli lavorare brillantemente con un MacBook Air versione 2013.

MAC USER

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MAC USER

Gemme MacOttimi prodotti Mac a costo convenienza

Utility

Posta

Shush 1.1

Inky

I l problema di usare più applicazioni diverse per chattare è che ogni

programma prevede il proprio modo specifico di spegnere il microfono. Shush non fa chat, ma mette a disposi-zione una scorciatoia universale per spegnere il microfono qualsiasi applica-zione sia in funzione. Come preimposta-zione, Shush spegne il microfono e lo accende se teniamo premuto il tasto o i tasti definiti, come nei microfoni dei congressi, dove si parla se è premuto il tasto. L’impostazione è variabile e anche capovolgibile, con il microfono sempre acceso a meno che sia premuto il tasto apposito. Se la scorciatoia viene premuta due volte si attiva o disattiva lo spegni-mento per risparmiare la fatica di tenere premuto uno o più tasti.

Alternativa a Mail di Apple, il client di Arcode si adatta bene all’utilizzo tipico

della posta elettronica.Alla partenza, Inky propone l’iscrizione al servizio cloud di Arcode. Si possono aggiungere i dettagli relativi alla nostra configurazione di posta come il protocollo Pop o Imap, o l’indirizzo webmail. Inky ci ha messo pochi secondi per impostare due account di posta una volta forniti nome utente e password, con tanto di informazioni sull’andamento dell’operazione.Sul lato della privacy, Inky lascia che il computer si colleghi al nostro provider di posta e memorizzi i messaggi; il pro-gramma non conserva né trasmette la nostra posta tramite i propri server. Conserva invece le coordinate dell’account, ma le cifra a partire da una chiave costituita dalla nostra password Inky. Ne segue, spiega Arcode, che neanche un loro dipendente

Volendo, Shush pubblica sulla barra dei menu un’icona che mostra lo stato attuale del microfono: una X se è spento, una piccola onda sonora se è acceso. Un’altra opzione aziona un avviso sonoro quando accendiamo o spegniamo.

potrebbe avere accesso alla nostra posta.L’interfaccia logica e pulita di Inky offre tanta potenza con un minimo ingombro. Le icone a sinistra mostrano i diversi account di posta o le impostazioni del servizio. Più a destra si vede l’elenco dei messaggi e infine un’anteprima del messaggio o della conversazione selezionata.Inky non ha calendari, liste di attività o altre

di DAN FRAKES

funzioni ausiliarie e potrebbe risultare povero per un lavoro di ufficio. Peraltro, il design pulito, le funzioni astute e la piacevolezza complessiva mi hanno convinto. Merita una chance. Nathan Alderman

Gratuita; Arcode; inky.com

Ho testato Shush con FaceTime, iChat e Messaggi, Skype, GarageBand e persino in Safari e Chrome per i Google Hang-out. Shush ha sempre funzionato come promesso, con microfoni Usb, webcam, Bluetooth. Gli autori sostengono che dovrebbe funzionare con qualsiasi fonte di input audio che sia impostata nelle Preferenze di Sistema. Se un’app usa i riferimenti ufficiali di OS X per trattare l’audio, Shush la può silenziare.Non mi aspettavo che mi piacesse a questo livello. È pratica e la tengo sempre in funzione sul mio Mac. Dan Frakes

$ 3; Mizage; go.macworld/shush

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17

Posta

Notifiche

Email Pro for Gmail

Giovani promesse: Notifi 1.0

La sola cosa problematica di Email Pro for Gmail 2.1 è il suo nome, un po’

involuto. Questa app snella offre un modo semplice di portare i messaggi di Gmail direttamente sulla scrivania.Essenzialmente un browser specializzato, Email Pro si appoggia come interfaccia principale alla versione mobile di Gmail, ma si può scegliere di usare la versione desktop se si crede.Questo approccio in vista web rallenta a volte il ritiro della posta, ma presenta anche alcuni vantaggi precisi. Siccome stiamo usando direttamente Gmail e non stiamo importando messaggi in una app, non serve creare una password specifica, neanche se le impostazioni di sicurezza di Gmail sono massime. E si inizia a lavorare con la posta istantaneamente, invece di attendere che il client Pop o Imap finisca di scaricare centinaia o migliaia di messaggi.Email Pro si può adoperare in una finestra normale, che compare comodamente da un’icona nella barra dei menu, o come app che sostituisce lo sfondo della scrivania e

Questa miniapp sovrintende all’attività del Mac e usa Centro Notifiche per

dare conto di eventi che c’interessano.Nella finestra preferenze di Notifi, scegliamo quali siano questi eventi. L’opzione Devices Added/Removed notifica quando viene attaccato o staccato un disco (con informazioni su dimensione del disco e spazio disponibile, oppure di quando il disco è fisicamente staccabile).Disk Space permette d’impostare soglie di spazio libero per un massimo di quattro dischi. Quando la quantità scende sotto la soglia, parte l’avviso di Notifi. Perfino un po’ troppo zelante: quando chiudiamo un avviso di spazio ridotto, riappare quasi

sta sotto le altre applicazioni. Apprezzo la comodità della finestra ma riconosco che qualcuno, impossibilitato a staccarsi dalla posta per tempi lunghi, potrebbe preferire lo sfondo scrivania.Le icone che popolano in modo colorato e accattivante la barra strumenti sulla sinistra della finestra di Email Pro risultano forse poco comprensibili a prima vista, ma basta sovrapporre il puntatore per vederne descrizioni sommarie. La ricerca funziona bene.Tramite le icone si naviga velocemente verso le schermate classiche di Gmail, comprese le bozze, la posta importante e quella inviata. Altri pulsanti aprono l’efficiente finestra delle preferenze, con interruttori in stile iOS, o aprono una nuova finestra se vogliamo più sguardi contemporanei sulle caselle. Un’opzione nelle preferenze nasconde automatica-mente le icone a sinistra quando non vengono usate.Email Pro ha le sue magagne. Le fun-zioni principali soddisfano pienamente,

subito. Si può fermare la pioggia di avvisi soltanto liberando effettivamente spazio oppure disattivando l’opzione.Mediante l’impostazione Files in Folder si può configurare Notifi per monitorare fino a quattro cartelle, con attenzione a qualsiasi attività – creazione, modifica, cancellazione

dei file – che avvenga in esse (non dentro le sottocartelle però). L’opzione Battery ordina a Notifi di avvisare quando il livello di carica di un MacBook scende sotto una percentuale specifica. E la scheda Time offre avvisi basati su temporizzazione, anche periodici.Nonostante la realizzazione appaia a tratti un po’ affrettata, Notifi svolge un buon lavoro e attendiamo con ansia aggiorna-menti per la sua rifinitura. Dan Frakes

$ 2; Illa; go.macworld.com/notifi

ma non sono riuscito a utilizzare la funzione di appunti grafici di Gmail mobile, per quanto certo questa man-canza non sia fondamentale. E la finestra delle preferenze, anche se certo la correggeranno in fretta, scrive Desktop in modo sbagliato.Detto questo, grazie all’interfaccia a prova di bomba e alla utile modalità di visione come sfondo scrivania, Email Pro vale un’occhiata seria. Bisogna usare Gmail, naturalmente. Nathan Alderman

$ 2; iLife Technology; go.macworld.com/ilife

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1 8

HyperX Predator 3.0 1TB DataTraveler

Hai voglia di chiamarla chiavetta, questa tiene 1 terabyte! Con velocità di lettura che toccano i 240 megabyte per secondo e scrittura fino a 160

megabyte per secondo! Con una connessione Usb 2.0 arriva fino a 30 megabyte per secondo. Il prezzo per 1 terabyte di chiavetta non è ancora stato reso noto, ma non sarà poco. Un modello comparabile sempre prodotto da Kingston, di metà capienza, costa 900 euro, pari a 1,8 dollari per gigabyte, e si parla di scontrino esattamente doppio per 1 terabyte (kingston.com). Daniel Ionescu

Roba che scottaPer cosa andiamo matti questo mese

NapkinQuesta app da 35,99 euro su Mac

App Store permette di annotare immagini o crearne di nuove.

Consente la sincronizzazione e permette di aggiungere schermate o foto provenienti dalla webcam di Mac. Napkin dispone di controlli intuitivi e opzioni di aiuto (aged-and-distilled.com). Lex Friedman

MAC USER

Lego Mindstorms EV3Come i kit Lego Mindstorms precedenti, EV3 è costruito attorno a un

mattone programmabile che costituisce il cervello delle nostre creazioni. L’Intelligent Brick EV3 contiene un sensore a infrarossi,

Bluetooth, firmware Linux, una porta Usb e un alloggiamento SD Card. Il kit di programmazione software funziona su Mac, e si può usare iPhone per controllare a distanza quello che abbiamo costruito. In EV3 sono incluse istruzioni 3D visionabili con una tavoletta. Il kit parte da 324,99 euro sul sito Campustore (http://snurl.com/27rga2z) e conta moduli di espansione da 99 euro in su, dove il limite è rappresentato solo dai costi. Nick Mediati

Estensore di campo universale a doppia banda per prese a muro (WN3500RP)

Questo compatto accessorio commercializzato da Netgear si collega a una qualsiasi presa di

corrente in casa o in ufficio e promette di ampliare il raggio di azione delle reti wireless con banda a 2,4 gigahertz e 5 gigahertz (importante soprattuto se abbiamo MacBook Air nuovi, come raccontiamo a pagina 14 parlando di 802.11ac). Compatibile con qualsiasi router Wi-Fi, l’apparecchio costa su strada attorno ai 90 euro (netgear.com, visto a 86,80 euro su Amazon, http://xrl.us/bpsas3). Yardena Arar

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PRODOTTO SPECIFICHE GIUDIZIO PREZZO SCHERMO SPEEDMARK 81)

iMac Intel Core i5/2,7 GHz (quad-core) n.d. € 1.379 21,5 pollici n.d.

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Mac mini con OS X Server

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Questo mese, la novità è un ritocco delle configurazioni e dei prezzi (al ribasso) del MacBook Pro con schermo Retina

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La strategia della sicurezza invisibile

di Rich Mogull

Nelle imminenti nuove edizioni dei suoi sistemi operativi, Apple ha trovato la formula che combina buona sicurezza e buona interfaccia utente

T ra le molte novità che Apple ha annunciato per OS X e iOS ne figurano due importanti, legate alla sicurezza:

portachiavi iCloud e blocco dell’attivazione.Sicurezza significa ostacolare gli intrusi; la buona sicurezza è lasciare in pace i proprietari.Per esempio, le password: essenziali eppure regolarmente trascurate.Per molti anni Apple ha favorito l’immedia-tezza al prezzo di qualche rischio di troppo sulla sicurezza. La strategia ha funzionato solo in parte e la popolarità crescente di iOS ha suscitato contemporaneamente dubbi sulla tenuta dell’impianto della sicurezza.Apple ha affrontato il tema con qualche sobbalzo iniziale ma ha imparato nel tempo a trasferire le proprie eccezionali conoscenze di design anche nel campo della sicurezza, giocando alla propria maniera e cambiando nel contempo le nostre aspettative.

Pragmatismo prima di tuttoApple si muove nella sicurezza seguendo un principio primario: più s’impedisce a un possessore legittimo di fare qualcosa, più intensamente quest’ultimo proverà ad aggirare

le misure di sicurezza. In OS X Mavericks e iOS 7 vedremo presto le conseguenze di questo approccio, che descrivo di seguito.

Portachiavi iCloudPerché aggiungere l’organizzazione delle password alle funzioni del sistema operativo e del browser quando ci sono manciate di applicazioni all’altezza del compito e la richiesta in questo senso è relativa?La risposta è che Apple vuole che la problematica, vista da un Mac o un iPhone, sparisca. Non può eliminare gli attacchi di phishing, basati sulla credulità di chi naviga e legge la posta, ma può aggiungere un organizzatore di password incorporato che riduca i rischi. Così disporremo di password complesse e specifiche per ciascun sito, che

si sincronizzano da sole e vengono magica-mente inserite appena servono.L’integrazione stretta con il browser che Apple ha già mostrato ai programmatori significa che non servono plugin da installare o pulsanti supplementari da

cliccare: tutto compare quando è necessario e utilizzare una password via iCloud è ovvio per chiunque, molto più facile di prima.Il portachiavi iCloud potrà suscitare scetticismo negli utenti esperti, ma porterà finalmente al grande pubblico un’ammini-strazione delle password libera da mal di testa o, peggio, dall’indifferenza nei confronti di un tema importante.

Blocco dell’attivazioneGli iAggeggi sono così belli e piacevoli da usare che purtroppo suscitano anche un notevole appetito nei criminali. I provider telefonici potrebbero dare una grossa mano rifiutandosi di attivare apparecchi rubati, ma hanno altri interessi. Inoltre i criminali si limiterebbero a dirottare i telefoni rubati

verso l’estero in luoghi dove i provider non fanno troppe questioni.Il blocco dell’attivazione leva il problema dalle mani degli operatori telefonici, che tanto lo ignorano. Fatte salve operazioni di sblocco ancora da inventare e certamente fuori dalla portata del delinquente comune, i cellulari legati a un account iCloud saranno inutilizza-bili se rubati. Per sfruttare questa funzione è sufficiente un account iCloud, gratuito.

Gatekeeper e Mac App StoreCombinazione di sandboxing (funzionamento circoscritto), negozio digitale sicuro e firma del codice, Gatekeeper (letteralmente la guardia al portone) riduce drasticamente le possibilità che un programma ostile riesca a installarsi nel computer all’insaputa del proprietario.Anche stavolta Apple ha affrontato il problema dal lato dell’utilizzatore. Non si è appoggiata a tecnologie oscure di sicurezza che la persona normale avrebbe cercato di aggirare. Ha invece incoraggiato l’uso di Mac App Store con incentivi (aggiornamenti facili, costi ridotti, facilità d’installazioni multiple) che riducono il download di programmi da siti sempre differenti e non sempre affidabili. Gatekeeper chiude il cerchio nell’impedire che possa avvenire un’installazione di software non voluta con danni conseguenti.Questo approccio mina le basi dell’economia del software ostile e influenza in modo minimo l’uso quotidiano. La maggior parte di chi usa un apparecchio Apple non ha da preoccuparsi della provenienza del software o di venire ingannata da un programmatore con cattive intenzioni.

Invisibile e praticoC’è un filo trasparente che unisce tutto questo ed è il lavoro di Apple nel migliorare l’espe-rienza di utilizzo e fare semplicemente sparire i problemi di sicurezza più comuni. Questa grande concentrazione sulla progettazione della sicurezza aumenta di molto le probabilità che le tecnologie Apple vengano adottate e soprattutto accresce in modo indolore la sicurezza di chi le adotta.

Rich Mogull è analista e amministratore delegato di Securosis, nonché redattore di TidBits specializzato in sicurezza.

La popolarità crescente dei prodotti Apple ha suscitato dubbi sulla tenuta dell’impianto della sicurezza

L’OPINIONE

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CREATEPerché un Mac sarà anche bello da guardare, ma creare è un’altra cosa

Più sereni con la nuvolaLa presa di coscienza di Adobe potrebbe semplificare tanta burocrazia ed eliminare perdite di tempo di tipo puramente amministrativo

La maggior parte delle prossime pagine di questa sezione è dedicata – come accade anche piuttosto spesso – ai prodotti Adobe, da lungo tempo capisaldi del lavoro

grafico su Mac. Oltre che per rendere conto di aggiornamenti di prodotto, stavolta anche per via della svolta epocale che Adobe ha adottato nei confronti delle licenze del proprio software.Così com’è stata lenta e miope – e un po’ sorniona – nel

rendersi conto che con l’avvento degli apparecchi da tasca, Flash aveva fatto il suo tempo, l’azienda di Mountain View ha capito in fretta che il futuro appartiene al cloud computing, l’organizzazione e la distribuzione delle risorse attraverso una “nuvola” (cloud) di server fatti per dimen-sionarsi elasticamente e fornire a ogni bisogno esattamente la risposta giusta e senza sprechi.Non vuol dire che domani useremo Photoshop trasmesso in tempo reale da un server, né che Adobe abbia cessato intera-mente la vendita dei programmi in scatola e in Dvd. Ma dopodomani…Nel frattempo qualcosa d’importante è già successo: la vecchia licenza d’uso sta lasciando il posto a un abbonamento annuale, che offre le applicazioni e un sacco di servizi erogati appunto via cloud, compresi alcuni programmi disponibili solo tramite la Creative Cloud.Non abbiamo mai superato il trauma di quella volta che acquistammo l’aggiorna-mento di InDesign e il codice di licenza fornito da Adobe si rifiutò di funzionare in

qualsiasi modo. Come spiegava una pagina fa Rich Mogull, troppi bastoni tra le ruote di chi è in regola incoraggiano ad aggirare le regole (difatti risolvemmo applicando alla copia regolarmente pagata un codice di licenza illegale, che fun-zionò). I vantaggi e i servizi di Creative Cloud sono molti. Iniziamo dalla semplificazione dei rapporti di licenza, che con Adobe non arriva mai troppo tardi.

Creative Cloud: addio alle vecchie licenze

Macrofotografie a tema naturale

Il grande ritorno di Logic Pro X

pag. 28 pag. 30pag. 22

NPG: SOSTITURE CON UN'IMMAGINE

DELL'ARTICOLO DI PAGINA 22-24

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Adobe: licenze KO, cloud OK

I cambiamenti radicali di Adobe alla propria gamma di software professionale Creative Suite, che passano dall’eliminazione delle

licenze tradizionali a favore dell’abbonamento Creative Cloud, sono stati solo relativamente una sorpresa. C’erano tutti i segnali quando nel 2012 è stata lanciata Creative Cloud, allora parallelamente a Creative Suite.La transizione era già in corso ed è stata coronata dall’annuncio di Adobe della graduale cessazione della vendita di versioni materiali – scatola e disco – delle proprie applicazioni creative.Per Adobe è una grossa scommessa, molto più grossa di quando ha deciso di creare la

del web, artisti animatori e videomaker – queste sono state rinominate per enfatiz-zarne le funzioni cloud. Photoshop, Illustrator, InDesign, Premiere Pro ecc. ora sfoggiano il suffisso CC, Creative Cloud, al posto del CS di Creative Suite.Non è chiaro se Adobe adotterà un sistema di numerazione ortodosso per le versioni della linea CC. Da una parte usare numeri di versione per applicazioni che si aggior-

CREATE

di JACKIE DOVE

linea Creative Suite. E ha generato controver-sie, cui l’azienda si dice preparata perché è successo anche con Creative Suite, che oggi invece i professionisti della creatività danno per scontata. Secondo il direttore marketing di Adobe Scott Morris, l’esito di Creative Cloud è stato finora più che rispettabile, andando verso il milione di abbonati paganti e quasi 3 milioni di iscritti complessivi.

Una suite lunga dieci anniUn decennio dopo che Adobe ha raccolto in una raccolta coerente le sue quindici applicazioni per la creatività professionale – per fotografi, progettisti della grafica e

Non agitare durante l’usoUna delle funzioni di Photoshop CC riduce o elimina i problemi delle immagini dovute allo spostarsi della fotocamera durante lo scatto.

Non agitare durante l’usoUna delle funzioni di Photoshop CC riduce o elimina i problemi delle immagini dovute allo spostarsi della fotocamera durante lo scatto.

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arrivare a 69,99 euro più Iva (gli altri prezzi sono Iva inclusa) per scrivania per mese ed esiste una offerta Education per studenti e docenti a 19,99 euro al mese.Creative Cloud consente di lavorare per molti aspetti in modo indipendente dalle piatta-forme e dagli apparecchi al momento di memorizzare, sincronizzare e condividere file e accedere a Behance, la comunità online che Adobe ha acquisito lo scorso anno. Su Behance si può mostrare il proprio lavoro, ottenere valutazioni e guadagnare visibilità. Per mezzo di Creative Cloud, Adobe intende domare i flussi caotici di lavoro creativo e attivare via Behance una comunicazione diretta diversa dalla posta elettronica o Dropbox. Nell’abbonamento sono inclusi applicazioni esclusive come Muse e alcuni accessori per apparecchi da tasca e tavolette, come una utility per maneggiare il colore Kuler da scaricare per iOS.Adobe smetterà di vendere licenze perpetue per i propri pacchetti software, continuerà a curare Creative Suite 6 in modo che resti compatibile con i prossimi aggiornamenti importanti, su Mac e Windows. Adobe continua anche a vendere Creative Suite 6 con la licenza di prima e lo farà per un periodo di tempo non specificato, oltre a fornire aggiornamenti di funzioni e di sicurezza ove necessario. Tutti i prodotti CS6 singoli e in gruppi continuano a essere disponibili per lo scaricamento e Adobe ne permette anche l’acquisto in grandi quantità con sconti particolari. Tuttavia Creative Suite 6 non ha un futuro: Adobe continuerà a renderla disponibile per chi teme l’incognita Creative Cloud, ma non ci sarà una Creative Suite 7.

nano di continuo è un artificio, ma in qualche modo bisogna comunicare agli abbonati quando cambia qualcosa.

Software in piùL’impulso che Adobe ha applicato a Creative Cloud, e che dovrebbe spingere tanti prosumer (amatori con capacità a livello professionale) a varcare la linea che li separa da Photoshop e compagnia non si nutre di solo software. Adobe ha posizionato Creative Cloud come punto di riferimento multipiatta-forma e multiapparecchio per la creatività mediante l’offerta di beni e servizi tesi a dare vita a un ambiente di lavoro artistico collaborativo in rete. Un abbonamento mette a disposizione 20 gigabyte di spazio disco sul cloud. Funzioni come sincronia di font, colori e impostazioni permettono di personalizzare l’ambiente software e reperire gli strumenti

che servono quando servono, in modo centralizzato e con immediatezza. Per singoli e piccole attività si spendono 61,49 euro al mese; per grandi gruppi di lavoro si può

Photoshop, Illustrator, InDesign, Premiere Pro ecc. ora sfoggiano il suffisso CC, Creative Cloud, al posto del CS di Creative Suite

Trovare facilmenteUna delle nuove funzioni di Premiere Pro aiuta l’organizzazione rapida dei media trovando i clip dovunque siano stati spostati durante il lavoro.

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CREATE

Adobe svolge un ruolo di pioniere nello scegliere con forza il cloud, più avanti di realtà analoghe come Autodesk, Microsoft o Quark

Pro contro hobbyNei calcoli di Adobe, il pubblico di professio-nisti della creatività cui Creative Cloud usa mediamente più di una applicazione. E per gli altri, interessati a un Photoshop senza tuttavia farne una necessità professionale, sono in vendita abbonamenti per applicazioni singole, a 24,59 euro mensili per applicazione e accesso limitato ai servizi di cloud.Lightroom, pure parte di Creative Cloud, è la sola applicazione della suite ancora venduta con una licenza tradizionale. Adobe fa una distinzione tra professionisti e appassionati, che usano il software per vivere oppure per divertimento. E Lightroom occupa uno spazio ibrido, usato da entrambe le catego-rie, per cui viene ancora trattato per così dire in forma dubitativa.

Il modello del servizioIl concetto del software come servizio erogato a pagamento inizia a essere comune nell’ambito aziendale, però non vale altret-tanto nel mondo creativo. Così Adobe svolge un ruolo di pioniere nello scegliere con forza il cloud, più avanti di realtà analoghe come Autodesk, Microsoft o Quark. L’azienda è anche pronta a ragionare sul fattibile assieme a organizzazioni che vogliono il cloud ma per una ragione o l’altra non possono, per esempio istituzioni, scuole o imprese con requisiti molto stringenti di sicurezza o flusso di lavoro.Gli abbonati normali, peraltro, troveranno tutto più snello. Fino a che dura l’abbona-mento arrivano gli aggiornamenti e i servizi di rete, con aggiornamenti automatici. È un nuovo mondo, diverso da prima e che intimidirà qualcuno, ma dal punto di vista di Adobe non c’è ritorno possibile al passato.

Aggiornamento softwareCreative Cloud debutta con una serie di novità software, alcune delle quali elen-

chiamo di seguito. Tutte le applicazioni che nominiamo vanno intese come aventi il nome con il suffisso CC.Photoshop contiene tecnologia per aumentare la nitidezza delle foto e miglioramenti al flusso di lavoro. Le immagini rovinate dal movimento della fotocamera durante lo scatto possono essere migliorate, mentre il decampionamento intelligente aiuta a ingrandire immagini a bassa risoluzione. Camera Raw 8 consente di applicare e modifi-care elementi a foto esattamente come se fossimo in Photoshop: rettangoli arrotondati, poligoni multiformi, selezioni di percorsi, azioni condizionate e migliore colorazione 3D sono tutte novità marchiate CC.InDesign e Illustrator lavorano al meglio con Mac dotati di schermo Retina. Il testo

governabile via tocco permette d’inserirlo e spostarlo, ruotarlo, dimensionarlo con mouse, stilo o apparecchio multitouch. Si possono creare pennelli a partire da una foto e questa possibilità corrisponde più in generale a quella di usare immagini rasterizzate come motivi, permettendo la sagomatura e la modifica dei tratti di pennello già applicati. Le due applicazioni

acquisiscono inoltre anche l’interfaccia scura caratteristica delle app CC.In Premiere Pro arriva editing di precisione con una timeline riprogettata, indicatori e marcatori di editing a volontà e integra-zione dei f lussi di lavoro del colore con Lumetri Deep Color Engine. Forse la novità più interessante è il collegamento per direttissima tra After Effects e Cinema 4D Lite, per inserire nel primo oggettistica tridimensionale creata dentro il secondo.Dreamweaver porta con sé uno strumento di progettazione visiva dei fogli stile a cascata che genera codice standard per il web, comprese finezze come gradienti e ombreggiature. La griglia f luida di impostazione facilita la messa a punto di strutture di pagine web e il design cosid-detto responsive, che si sistema da solo in funzione dello schermo di cui dispone. Vengono riconosciuti gli agenti software d’interfaccia utente per apparecchi da tasca creati con jQuery, mentre Phone-Gap consente di arrivare con una discreta facilità alla creazione di app per sistemi operativi iOS e Android.Flash Professional, che ora funziona trattando a livello di processore 64 bit per volta invece che 32, è la app più recente che adotta l’interfaccia scura di Creative Cloud. È più modulare, con una timeline più reattiva che si comporta meglio in presenza di molti documenti di grandi dimensioni. La nuova versione consente anche di esportare il contenuto in video e audio in alta definizione piena.

Tipi da toccareUn nuovo strumento di Illustrator

aumenta i modi che abbiamo per modificare i caratteri.

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Adobe ha aggiunto alcune novità

piacevoli al suo Photoshop basato su Creative Cloud e venduto in abbona-mento, inserendovi anche le funzioni di Photoshop Extended.

A parte i nuovi strumenti 3D, Photoshop CC non trabocca di novità eclatanti, ma mostra novità soddisfacenti, specialmente parlando di azioni, filtri e ingrandimenti. Sfortunatamente Bridge CC, perenne accompagnatore di Photoshop per l’ammi-nistrazione dei file, non è all’altezza.

Cosa c’è di nuovoPhotoshop CC, che pur in edizione Creative Cloud continua a dover essere scaricato e installato sul disco rigido locale, funziona a perfezione sugli schermi Retina. Attenzione a due nuove icone in fondo alle finestre dei documenti: una è per sincronizzare le impostazioni con Creative Cloud in modo che possano trasferirsi su

permette a Photoshop di utilizzare la potenza di calcolo residente nelle schede grafiche di nuova generazione. Il risultato è maggiore velocità nell’applicazione e nell’anteprima dei filtri suddetti.Altra funzione utile è la disponibilità del plugin Camera Raw come filtro Smart dentro Photoshop. Parlando di Camera Raw 8, contiene un nuovo filtro Radiale che applica trasformazioni procedendo per cerchi concentrici dall’interno all’esterno dell’immagine o viceversa.Fino a Photoshop CC, non esistevano molte possibilità di ricavare un’immagine nitida da un originale sfocato. Il nuovo filtro Shake Reduction analizza l’immagine e segue lo sviluppo delle aree sfocate per correggerle. Con le immagini leggermente fuori fuoco a causa di un lieve spostamento della fotocamera durante lo scatto, Photoshop CC svolge un lavoro incredibile.A completare il lavoro verso la nitidezza sta la riprogettazione completa del filtro Smart Sharpen. Ora fa uso di un metodo nuovo che previene la formazione di aloni lungo bordi fortemente contrastati, ha un cursore di riduzione del rumore e una finestra di dialogo più semplice e ridimensionabile.Il filtro di liquefazione è stato rinnovato in modo che possa sfruttare i processori a bordo delle schede grafiche e arriva fino a sedici la vecchia velocità, specialmente su file molto grandi. Nelle versioni precedenti di Photoshop, i filtri Minimo e Massimo rendevano notoriamente più squadrato l’aspetto di dettagli rotondi; ora, scegliendo Roundness dal nuovo menu a comparsa Preserve, questo non accadrà più.Anche gli strumenti di sagome (Shape) di Photoshop presentano miglioramenti. Uno dei problemi con la creazione di rettangoli arrotondati era dover indovinare il valore di

altre macchine e l’altra carica le immagini sulla comunità online Behance.Una delle novità più utili di Photoshop CC è costituita dalle azioni condizionate; è possibile registrare un’azione che scelga tra altre azioni precedentemente registrate in base a criteri come dimensione, schemi di colore, livelli di regolazione e così via). La finestra di dialogo di dimensionamento delle immagini è stata semplificata e comprende una anteprima ridimensionabile che mostra il risultato dei cambiamenti prima che vengano applicati. E un metodo d’interpolazione a conservazione dei dettagli rende più nitide aree ricche di dettagli al momento di produrre ingrandimento di immagine di maggiore qualità.Presentati in Photoshop CS6, i filtri di sfocatura di campo, iris e Tilt-Shift rendono più che mai facile la creazione di sfondi sfumati. In Photoshop CC questi filtri funzionano con i filtri Smart e quindi funzionano in modo non distruttivo, senza eliminare informazioni dall’originale. I filtri approfittano anche di OpenCL, tecnologia aggiunta da Apple in Lion che

Una bella (inter)facciaTra i miglioramenti sotto il cofano di Photoshop CC figurano il rispetto degli schermi Retina e nuove capacità di condivisione via cloud.

PREZZO24,59 euro al mese61,49 euro al mese (Creative Cloud)AZIENDAAdobeINDIRIZZOadobe.it

Photoshop CC: azioni, filtri, ingrandimenti e altroIl programma è pronto per gli schermi Retina e migliora molte funzioni, ma lascia Bridge in un limbodi LESA SNIDER

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CREATE

Raggio allo scopo di ottenere il giusto arrotondamento degli angoli. Quando si utilizza questo strumento in Photoshop CC, il pannello Proprietà si apre per compilare quattro campi in cui alterare l’arrotondamento di ciascun singolo angolo.Pure i tracciati (Path) mostrano novità. Si possono attivare più tracciati nel pannello facendo Maiuscole-clic o Comando-clic, il che permette di cancellarli, duplicarli e riordinarli in blocco.Riguardo al testo, si può usare un comando di salvataggio che indica come preimpostati i valori dei caratteri o dei paragrafi che non contengano stili; così Photoshop li applicherà automaticamente ai nuovi documenti. Un nuovo comando Copia Css, presente nelle scorciatoie di menu dei livelli Type e Shape, consente di copiare le informazioni di formato e colore codificate come codice Css, per inserirle già pronte dentro pagine web.

Il nuovo filtro Shake Reduction di Photoshop CC analizza l’immagine e segue lo sviluppo delle aree sfocate per correggerle

Omissioni clamorosePurtroppo Bridge, il braccio organizzativo di Photoshop, nell’edizione CC ha perso varie funzioni che erano molto utili.

Intelligenza nitidaI campi di quantificazione dello scolorimento regolano la quantità di nitidezza aggiunta all’immagine in funzione della sezione d’immagine in cui ci si trova.

Bridge CCBridge CC ora s’installa separatamente da Photoshop CC e, se possibile, la sua disponibilità diventa ancora meno evidente. In più ha perso alcuni comandi utili. L’eliminazione più clamorosa è quella del modulo di output per creare Pdf e gallerie di immagini. Manca anche il pannello di esportazione, utile per convertire le immagini da un formato a un altro e inviarle rapidamente a Flickr o Facebook. Risulta disperso infine il comando Nuova finestra sincronizzata, che apriva una seconda finestra di Bridge.

Il parere di MacworldPer gli utilizzatori professionali di Photoshop, è ora di abbonarsi. Chi utilizza stabilmente almeno tre programmi Adobe risparmierà denaro stipulando l’abbonamento all’intera Creative Cloud.Per fotografi e hobbisti si tratta di un aggiornamento interessante, ma bisogna muoversi bene tra le opzioni di acquisto. usando solo Photoshop e Lightroom e non volendo usare altri programmi, si risparmia con l’abbonamento al singolo Photoshop e l’acquisto tradizionale di una copia di Ligthroom. Utilizzndo solo Photoshop, conviene provare Photoshop Elements: un editor di immagini autonomo, potente e amichevole che potrebbe fare quello che serve, contiene un’edizione limitata di Camera Raw e ha un prezzo molto più abbordabile.Chi si fosse abituato al modulo di output di Bridge o al suo pannello di esportazione dovrebbe evitare Bridge CC in quanto, onestamente, è l’ombra della versione che lo ha preceduto.

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A chi ha gradito Lightroom 4

probabilmente piacerà ancora di più la versione 5, dal momento che

include una serie di innovazioni ben concepite e mantiene prestazioni ottimali.Alcune delle novità sono anche innovative. Altre sono rifiniture di strumenti esistenti. Sono rimasto colpito da Upright e i suoi quattro modi di raddrizzare un’immagine; le anteprime smart che consentono di lavorare sulle immagini anche quando gli originali non sono a disposizione; il pennello correttore evoluto, che corregge le sagome irregolari. Il gradiente radiale offre un sistema per dirigere gli occhi di chi guarda verso una zona particolare dell’immagine. E i Video Slideshow consentono di collegare più clip in una singola presentazione.

Anteprime smartA volte sorge una necessità di modifica quando il file originale sta su un disco rigido al momento irraggiungibile. È il momento di creare le anteprime smart di Ligthroom 5: versioni Dng (Digital Negative) degli originali. Queste possono essere modificate anche in assenza degli originali stessi. Quando viene ristabilito il collegamento, le informazioni aggiunte in fase di modifica vengono conservate.Le anteprime smart non consentono proprio tutto. Non si può stampare un fotolibro, fruire delle funzioni di Photoshop oppure applicare una riduzione del rumore. Per il resto, si può lavorare normalmente e anche salvare spazio sul computer a disposizione – magari un MacBook Air con capienza limitata – intanto che procediamo.

Presentazioni videoIl migliore approccio verso l’organizzazione di un filmato consiste nel riporre tutti i materiali dentro una Collection, che diventa uno spazio di elaborazione della storia. Una volte pronti a creare la presentazione video, selezioniamo i materiali da usare e poi facciamo clic sul modulo Slideshow. Ligthroom farà tutto da sé. Questa funzione può essere utilizzata anche per collegare frammenti di video allo scopo di creare un cortometraggio.

UprightLo strumento Upright risulta immensamente utile. L’immagine appare inclinata? Abbiamo un pulsante da cliccare, in quattro modalità: Auto, Level, Vertical e Full. Level e Vertical sono per immagini che richiedono aggiustamento in orizzontale oppure in verticale. Auto considera l’intera immagine e offre forse il risultato più equilibrato.

Il parere di MacworldLightroom 5 è una versione ben rifinita della già eccellente app di organizzazione foto di Adobe. Per chi la usa già, non possono esserci dubbi sull’opportunità di aggiornare.

Pennello correttore evolutoAdobe porta le pennellate nello strumento correttore, con un tocco in più. Una modifica di minore entità è che la forma del pennello non è più necessariamente circolare. Si può invece spennellare sopra un pelo superfluo finito sopra l’immagine e guardarlo sparire sotto i nostri occhi. Il tocco è che Adobe ha aggiunto una casella Visualize Spots in fondo all’interfaccia. Quando si spunta la casella, appare una presentazione grafica dell’immagine che facilita l’individuazione di pulviscolo e pixel spuri. Un cursore di intensità regola la maschera di applicazione per visualizzare al meglio le pecche dell’immagine.

Gradiente radialeNella versione 5, chi fotografa e usa Ligthroom ottiene uno strumento di gradiente radiale che effettua selezioni circolari. Una volta selezionata un’area, dodici cursori permettono di elaborare l’area fuori dalla selezione. Questo aiuta a far volgere l’attenzione dello spettatore verso un’area particolare dell’immagine.

Immagini miglioriUn insieme di funzioni pratiche e grandi prestazioni dentro un’interfaccia elegante rendono Lightroom 5 un ottimo prodotto.

AZIENDA AdobeINDIRIZZOadobe.com

Le innovazioni di Lightroom 5Aggiornare, nel caso di questo organizzatore di immagini, è una scelta naturaledi DERRICK STORY

Lo strumento Upright è immensamente utile. Immagine inclinata? C’è un pulsante da cliccare, in quattro modalità: Auto, Level, Vertical e Full

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Macrofotografare la natura

Q ualunque fotocamera abbiamo a portata di mano, la natura è uno dei soggetti migliori e più appaganti che

possiamo avere a disposizione.

La modalità macroSe si ricordano alcune regole fondamentali, ottenere scatti molto ravvicinati (macrofotografie o macro, nel linguaggio degli iniziati) è possibile quasi con ogni fotocamera. Per cominciare bisogna sapere che ciascuna fotocamera possiede una distanza focale minima, avvicinandosi oltre la quale lo scatto verrà per forza fuori fuoco. Molte compatte digitali smettono di mettere a fuoco da sole quando ci avviciniamo a meno di trenta centimetri dal soggetto e richiedono l’accensione della modalità macro. Che va poi spenta quando si torna a scattare normalmente, pena l’impossibilità di mettere a fuoco alle distanze che diamo per scontate.

Profondità di campoLa differenza maggiore tra scattare macro e il solito paesaggio o ritratto sta nella profondità di campo con la quale si lavora: la zona della foto che è a fuoco e usualmente si estende di fronte e dietro il soggetto.Nel mondo lillipuziano dei petali di fiore e delle coccinelle, la profondità di campo è di pochi centimetri, quando non di millimetri. Con una reflex (Slr) o una compatta di lusso, si può rendere massima la profondità di campo lavorando sul diaframma; più il numero-f è alto, maggiore è la profondità di campo. Con uno smartphone, invece, o una fotocamera che non dà controllo sul diaframma, quello che c’è deve andare bene. Alcune fotocamere hanno una programmazione a inquadrature; quella chiamata macro oppure close-up imposterà il diaframma per avere la migliore profondità di campo. In ogni caso, più ci si avvicina al soggetto, minore sarà al profondità di campo. Una soluzione consiste nel concepire dall’inizio lo scatto in modo che funzioni con una profondità di campo minima. Se il

fotocamera su un treppiede o qualche altra forma di supporto e, quando si sta fotografando un insetto da pochi centimetri, doppiamente buona.

IlluminazioneLa luce diretta non è dannosa per le foto molto ravvicinate di soggetti naturali, in parte perché produce belle variazioni di ombra e luce. Si otterranno comunque risultati migliori con la luce indiretta. Portiamo con noi un cartone bianco o una superficie riflettente pieghevole da piazzare tra sole e soggetto. Un’altra buona decisione è scattare di mattina presto oppure al crepuscolo. Sarete meravigliati del risultato che danno le foto scattate quando il sole non illumina direttamente l’inquadratura.

CREATE

di DAVE JOHNSON

soggetto si estende in profondità nell’inquadratura, abbiamo la pratica certezza che sarà in parte fuori fuoco. Se invece tutto il soggetto si trova tutto alla stessa distanza dall’obiettivo, la profondità di campo sarà molto meno importante.

Guai a muoversiAlle distanze della macrofotografia, il più piccolo tremore ha l’effetto visivo di un terremoto. È sempre una buona idea porre la

Ciascuna fotocamera possiede una distanza focale minima, avvicinandosi oltre la quale lo scatto verrà per forza fuori fuoco

Scatti calcolatiNello scattare macrofotografie di fiori, fate attenzione alla ridottissima profondità di campo.

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SOLO

2€Da 40 anni il migliore amico per vivere l’auto

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Apple si rifà il soundAnche Logic Pro ha ricevuto il “trattamento X” già dedicato a Final Cut Pro.

Le radici profonde di Logic Pro X

L ogic Pro X arriva dopo una lunga

attesa, ovvero a ben quattro anni dal rilascio della precedente versione (Logic Pro 9), di cui

la nuova versione mantiene tutte le funzioni (tranne una, della quale riparliamo in seguito) aggiungendone parecchie nuove e significative.Innanzitutto tranquillizziamo i pessimisti: malgrado la X nel nome, Logic Pro X non ha subìto il destino del cugino Final Cut Pro X, inaspettatamente rivoluzionato nell’interfaccia e nelle funzioni (soprattutto per quelle che non c’erano in prima istanza). Invece, all’apertura dell’applicazione, dopo qualche istante di

disorientamento si è colpiti dalla rivelazione che tutto si trova più o meno dov’era negli ultimi quattro anni, che c’è qualcosa di positivamente garagebandoso qua e là, e che... ma dove diavolo è la rivoluzione che (quasi) tutti aspettavano?In effetti Logic Pro X non costringe ad abbracciare alcuna rivoluzione, e chi proprio vuole può continuare ad usarlo esattamente nello stesso modo in cui usava Logic Pro 9, tranne che per un dettaglio: il Bridge per gli Audio Unit a 32 bit non c’è più (la “funzione mancante” di cui dovevamo riparlare), per cui i plug-in e i virtual instrument a 32 bit non sono più supportati; anche se si può ovviare aalla situazione installando software aggiuntivo per ospitare in rack virtuali esterni i plug-in o i virtual instrument non ancora aggiornati a 64 bit.

Gli ingredienti di una rivoluzione però non mancano, e si rilevano curiosando tra le nuove funzioni di Logic Pro X, dove tra l’altro Apple è riuscita nella non veniale impresa di aggiungere funzioni semplificando nel contempo l’interfaccia utente, che è stata anche ottimizzata per l’utilizzo di monitor di grandi dimensioni (penalizzando un po’ quelli più compatti dei Mac portatili), e sulla cui configurazione ed ergonomia Apple si è palesemente impegnata parecchio, combinando elementi stilistici e funzionali mutuati complessivamente da Logic Pro 9, GarageBand e Final Cut Pro X. A proposito d’interfaccia utente, merita un

CREATE

Ritorna alla grande l’applicazione ammiraglia di Apple per il trattamento professionale del suono di ROBERTO GIANNOTTA ed EDOARDO VOLPI KELLERMANN

AZIENDAApplePREZZO179,99 euroINDIRIZZOapple.com/it

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Principio di realtàIl nuovo mixer rivela una certa tendenza allo scheuomorfismo, con gli slider del volume fotorealistici, perfetti per l’interfaccia touch di Logic Remote, e senza più l’indicazione del valore incorporata ma spostata in un rettangolo sopra il controllo, a sinistra dell’indicatore di clip.

impostazioni complessive di una Summing Track possono essere salvate come un Patch, successivamente caricabile in qualsiasi progetto. Un paio di buoni esempi dell'efficacia e della complessità operativa ottenibile con le Summing Track (che in definitiva ricordano un po' Combinator di Propellerhead Reason) sono i Patch “Levitation” e “Pizzicato Ensemble”, reperibili nella Library presso “Synthesizer -> Pad -> Levitation” e “Arpeggiator -> Acoustic -> Pizzicato Ensemble”, dove nelle sottotracce sono impostati vari virtual instrument, effetti audio e MIDI FX (su questi ultimi ritorneremo tra un po’).

DrummerSe a qualcosa di Logic Pro X può essere applicato il principio dell’iceberg (ovvero

discorso a parte l’aspetto particolarmente scuro della nuova livrea di Logic Pro X, che è così notturna che non sfigurerebbe tra i gadget di Batman, ma che è in linea con la tendenza al tenebroso del software professionale del ventunesimo secolo (già evidente in Final Cut Pro X, ma anche nelle applicazioni della Creative Suite di Adobe, ad esempio). Indubbiamente gli sfondi scuri permettono un ottimo contrasto con gli elementi vivacemente colorati, come quelli nella Track area (ex finestra di Arrange), siano essi regioni audio o MIDI, oppure tracciati di automazioni, che risaltano splendidamente sullo sfondo quasi nero. Se l’aspetto da Batsequencer è efficace e manifestamente ganzo nella penombra di uno studio, però, può risultare problematico in una stanza con illuminazione diurna, specie per chi utilizzi un monitor con schermo lucido e/o non calibrabile, ed è facile immaginare la difficoltà di chi tentasse di operare all'aperto su un palco prima del calare delle tenebre. Alla luce (!) di queste considerazioni, sarebbe opportuno che Logic Pro X prevedesse la possibilità di qualche controllo sui colori dell’interfaccia, per ottimizzarli a seconda dell’ambiente circostante (e dei gusti personali), magari limitandosi a qualche set accuratamente preimpostato per evitare il rischio non remoto di ritrovarsi davanti un Logic Pro X in livrea da Joker.

Track StackTra le nuove funzioni che possono contribuire a rivoluzionare il proprio rapporto con Logic Pro X, ci sono le Track Stack, che ampliano il concetto di Folder Track e lo sviluppano nelle peculiarissime Summing Track. Le Folder Track in Logic sono semplicemente tracce selezionate e raggruppate come sottotracce in un’unica traccia principale (ora si possono selezionare più tracce direttamente nella finestra principale tramite command-clic), da cui si può controllare il volume complessivo del gruppo di tracce, il cui tasto Mute ammutolisce tutto il gruppo, e il cui tasto Solo funziona esattamente come ci si aspetta. E non sorprenderà nessuno nemmeno che la Folder Track possa essere espansa per mostrare tutto il gruppo di tracce, o contratta per occupare lo spazio di una sola traccia – la traccia principale – nella finestra principale. In quest’ultimo stato, è interessante cosa si può fare con la

le regioni visibili nella traccia principale (in pratica una somma virtuale delle regioni presenti nelle sottotracce): più o meno tutto quello che si fa con regioni standard, ovvero spostarle, copiarle, metterle in loop, ammutolirle, eccetera, maneggiando così con facilità i gruppi di regioni delle sottotracce come se appartenessero a un'unica traccia; la manna per la gestione di sezioni orchestrali.Le Summing Track sono praticamente identiche alle Folder Track, tranne che per un paio di aspetti fondamentali: innanzitutto, la traccia principale agisce come un input AUX per le sottotracce, per cui gli output delle sottotracce entrano negli eventuali plug-in attivi nel channel strip della traccia principale. Poi, se le sottotracce sono popolate da virtual instrument, è possibile controllare questi ultimi dalla traccia principale, rendendo de facto le Summing Track dei potenti strumenti politimbrici, con possibilità di multi-layering ma anche di zoning, grazie al parametro key range disponibile in ogni traccia Instrument. Il tutto diventa ancor più interessante quando si considera che le

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che quello che si vede è solo una minima parte di quello che c’è), è Drummer. A prima vista è un mero batterista acustico virtuale, come Superior Drummer o Addictive Drums. Imparando a conoscerlo (anzi, a conoscerli: qui i batteristi virtuali sono ben 15, e ognuno di loro, oltre a uno stile peculiare, ha pure un nome!) si scopre che può generare tracce di batteria che si adattano ai contenuti delle altre tracce presenti nel progetto, non solo in metrica e stile ma anche in energia e groove: in pratica Apple ha posizionato sul seggiolino del batterista un’intelligenza artificiale il cui solo scopo è regalarvi un’esecuzione perfetta e, soprattutto, realistica. Per far ciò, Drummer è stato dotato di parecchi gigabyte di campionamenti di migliaia di colpi eseguiti da professionisti e registrati allo stato dell’arte, e soprattutto della capacità di riprodurli interattivamente grazie a sofisticati algoritmi compositivi. Se non ci si fida dell’istinto batteristico di Drummer, o se si è reduci da una maratona home cinema Terminator 1-2-3-Salvation e si reputa inopportuno lasciare troppa libertà a un’intelligenza artificiale, si possono creare regioni separate nella traccia di Drummer che quest’ultimo riempirà di esecuzioni batteristiche, le quali però possono essere pilotate individualmente in ogni regione controllando una nutrita serie di parametri nel Drummer Editor, con il risultato che ad ogni nostro intervento la regione selezionata verrà rigenerata assecondando docilmente quanto abbiamo impostato (hasta la vista, baby!). Nel Drummer Editor spicca una trackpad il cui asse X agisce sulla complessità del ritmo generato, mentre l’asse Y controlla l’energia con cui il batterista artificialmente intelligente si sfoga sulle pelli virtuali del kit: già questo semplice controller varia in modo drastico il risultato. Se poi andiamo a spippolare sugli altri controlli, scopriamo che possiamo aumentare la densità di colpi di cassa e rullante (Kick & Snare) e/o quelli del charleston (Hi-Hat), possiamo dire alla manina virtuale di trastullarsi di più con i piatti o con i tom, possiamo far intervenire ulteriori manine virtuali a suonare il tamburello, le maracas o semplicemente a battersi tra di loro (Percussion), possiamo suggerire la quantità di fill e di swing, possiamo forzare il feel in battere o in levare, possiamo decidere quanto si sentono le note spurie e per quanto tempo il charleston sarà aperto o chiuso. E provate a

TONI E TEMPI... ELASTICIFlex Pitch è uno dei piatti forti della nuova versione di Logic, e permette di cambiare l’intonazione delle singole note nelle tracce audio in modo immediato, raffinato e non distruttivo. Utilizza un algoritmo capace di individuare le altezze dei suoni, sia che si tratti di materiale monofonico che polifonico. Nel secondo caso ovviamente verranno considerate tutte le note della polifonia come un unicum. La procedura è fin troppo semplice e senza dubbio creerà una nuova generazione di musicisti viziati “tanto poi ci pensa Flex Pitch” :)Individuata la regione audio da editare, facciamo doppio clic su di essa per visualizzarla nell'Audio Track Editor. Quindi attiviamo la funzione Flex dal relativo pulsante e scegliamo quale algoritmo utilizzare (in questo caso Flex Pitch). In trasparenza sulle forme d’onda appare la posizione e la lunghezza di ogni nota o accordo. Quando il cursore, passando su una nota, assume l'apparenza di una piccola mano, possiamo trascinarla in alto e in basso di un semitono alla volta, oppure spostarla in orizzontale. Intorno alla nota selezionata appaiono dei piccoli cerchi che permettono la regolazione di ulteriori parametri (vibrati, gain, intonazione fine[*], spostamento della formante, spostamento di tono iniziale o finale). Ovviamente possiamo allungare, tagliare, accorciare le note, fonderle insieme.Flex Time, già presente in Logic 9, rende molto semplice una procedura altrimenti lunga e complessa: la correzione, anche in questi caso non distruttiva, del tempo nel materiale audio.Logic X — prima importante novità — è adesso in grado di di individuare automaticamente l’algoritmo più adatto al materiale selezionato scegliendo fra Monophonic, Slicing, Polyphonic. Il primo è più adatto agli strumenti monofonici, come le linee di basso, il secondo per il materiale percussivo e non tonale (batteria), il terzo per linee di accordi o materiale comunque più complesso. Facendo qualche test ci siamo resi conto che l’applicazione di questa regola di base non è sempre così prevedibile, il che segna un punto a favore della

“intelligenza” di Logic.Alle tre possibilità sopra menzionate vanno aggiunte Rhythmic, Speed e Tempophone, selezionabili manualmente. Il primo, indicato per ritmiche di chitarra, "stira" l'audio e crea dei loop[*] utili a riempire eventuali vuoti. Speed accelera o rallenta l'audio, cambiandone anche il tono in proporzione. Tempophone è l'emulatore di un sistema vintage a nastro per il time-stretch.Ogni algoritmo genera una serie di Transient Marker che suddividono l’audio in segmenti sui quali possiamo intervenire manualmente, ad esempio anticipando o ritardando gli attacchi, oppure aumentando o riducendo la durata di ogni segmento.Entrambi gli strumenti, Flex Pitch e Flex Time, permettono di trattare le tracce audio quasi alla pari delle tracce Midi o altrimenti di strumenti virtuali, quantizzando intonazione e tempo. Entrambi potenti e di una semplicità disarmante, come da tradizione Apple. Magari chissà, fra non molto tempo applicando Flex Pitch a una traccia audio poi potremo editarla anche attraverso lo…

SCORE EDITOR L'editor notazione di Logic non si propone certo come concorrente di programmi blasonati quali Finale o Sibelius, tuttavia è completo e nell’ultima versione ha guadagnato in chiarezza ed efficienza. Fra le novità segnaliamo la vista Wrapped che impagina in modo intelligente il materiale per mostrarcelo nel minore spazio possibile, la possibilità di personalizzare le box degli strumenti editoriali, che adesso sono organizzate in gruppi, l’estrazione facilitata delle parti da una partitura orchestrale. Le sezioni in loop vengono finalmente “esplicitate” con tutte le note presentate in serie.In generale, la notazione si è arricchita di strumenti che permettono la creazione di partiture professionali senza perdere in facilità d’utilizzo.

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Una batteria di controlliDrummer ha uno Smart Control dedicato che con pochi controlli modifica drasticamente la performance del batterista virtuale. Inoltre, è possibile selezionare Patch con tracce separate, una per ogni componente della batteria: quelle visibili nella Track Area soprastante sono tutte tracce di unico Patch di Drummer.

cliccare sul tasto Follow, selezionando le tracce da far seguire al batterista…La regione risultante nella Drummer Track è audio, ma c’è l’interessante possibilità di convertirla in regione MIDI per poterla elaborare ulteriormente alla vecchia, oppure per darla in pasto ad altre batterie come Superior Drummer (il kit è mappato in General MIDI di default) eventualmente presenti in altre tracce.I suoni di Drummer vengono generati dal Drum Kit Designer, che è un virtual instrument utilizzabile anche in “normali” tracce Software Instrument, e che permette molteplici interventi sulle sonorità dei singoli componenti del kit. Tra l’altro c’è l’opzione di far uscire l’audio della batteria in configurazione multi out, e se si carica un Producer Kit dalla Library appare una Track Stack con i singoli canali già sapientemente trattati con gli opportuni plug-in, che naturalmente possono essere modificati a piacere.En passant, sorprende come Apple sia riuscita a rendere semplice ed efficace l’uso di oggetti sofisticati come Drummer e Drummer Kit; forse i componenti di Logic Pro X in cui è più evidente il tocco della casa di Cupertino.

Smart ControlI Channel Strip di Logic di solito sono densamente popolati di strumenti ed effetti, perciò per elaborare e modulare il suono è necessario aprire le finestre dello strumento e degli effetti ad esso assegnati, spostandosi di parametro in parametro e di finestra in finestra come un’ape operosa in

un prato fiorito. La situazione è ancora più complicata con le Track Stack, dove un suono può essere generato da molti strumenti e passare per numerosi plug-in, e il tentativo di elaborarlo e modularlo passando per tutte quelle finestre ci farebbe sentire più o meno come un’ape che tenti d’impollinare da sola l’intera Amazzonia. Gli Smart Control risolvono il problema dandoci la possibilità di raggruppare in un’unica finestra i parametri che ci servono maggiormente, e presentandoli in interfacce utente ostentatamente scheuomorfe. Ogni singolo controllo smart può operare con più parametri contemporaneamente (per esempio, lo stesso potenziometro può agire sia sulla risonanza di un filtro che sull’intensità d’intervento di un compressore), il valore minimo e massimo possono essere impostati autonomamente per ogni parametro, e si possono pure invertire i valori o farli spostare su scale diverse. Naturalmente le configurazioni possono essere salvate nel Patch insieme alle impostazioni del/dei channel strip a cui lo Smart Control è associato, il che è un aiuto efficace per semplificare drasticamente il workf low in Logic Pro X.

Logic RemoteLa presenza dell’iPad negli studi musicali è ormai pervasiva, per cui la mossa di Apple era praticamente obbligatoria: dotare Logic Pro di un’app per iPad dedicata, come la concorrenza ha provveduto a fare già da tempo per i propri prodotti. Ne consegue la disponibilità dell’app Logic Remote, che si scarica gratuitamente dall’App Store e, se l’iPad e il Mac in cui è attivo Logic Pro sono nello stesso network, alla prima apertura si connette immediatamente a Logic Pro X via Wi-Fi senza impostare alcun altro parametro oltre la scelta del computer al quale appaiare Logic Remote (che bisogna confermare nella finestra di avvertimento che compare in Logic Pro X). La risposta ai comandi poi è praticamente istantanea, con una latenza sorprendentemente bassa.Da Logic Remote innanzitutto si può operare sul mixer di Logic Pro X in multitouch (mentre nella finestra del mixer nel Mac si può intervenire su un controllo alla volta). Per spostarsi di sezione in sezione nell’Arrange è comodo servirsi dei marker, visibili nel Ruler che appare se si diteggia sull’LCD della mini Control Bar di Logic Remote. Sullo schermo dell’iPad possiamo anche richiamare gli stessi Smart Control che dimorano nelle tracce dell’Arrange nel Mac e qui si capisce il motivo delle dimensioni generose degli Smart Control, forse un tantino troppo prosperose per lo schermo del Mac ma perfette per i nostri ditoni in modalità touch, anzi, multitouch, sullo schermo dell’iPad. Inoltre, possiamo richiamare ivi la Library e scegliere dall’iPad il Patch da utilizzare, provandolo direttamente con la tastiera musicale integrata: davvero comodo. Tra le molteplici funzioni di Logic Remote, oltre alla tastiera musicale “classica” abbiamo le modalità di input fondamentalmente già viste in GarageBand: la tastiera con una scala impostabile a piacere, la tastiera con gli accordi, le corde di chitarra, i pad percussivi. Ma anche una superficie “piastrellata” con 3 pagine di 18 Key Command ciascuna (più 6 “piastrelle” fisse in fondo allo schermo) richiamabili al tocco, assegnabili e impostabili ad libitum. E infine, una funzione utile soprattutto a chi deve ancora ambientarsi in Logic Pro X oppure sta provando parti del programma che conosce meno bene: gli Smart Help, un esaustivo aiuto in linea contestuale, ovvero che visualizza sullo schermo dell’iPad la documentazione relativa alla parte di Logic

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Effetti specialiL’Arpegiator è uno degli effetti Midi più interessanti e “musicali”.

Mixer remotoLa dotazione di strumenti di lavoro in Logic Pro X è davvero completa.

CREATE

che si sta sorvolando con il mouse. A proposito di aiuto in linea, nella finestra principale di Logic Pro X, nell’angolo in alto a sinistra, troviamo il Quick Help che funziona in modo simile, ma fornendo di fatto meno informazioni a causa dello spazio ridotto.

Midi FxSul mixer di Logic Pro X campeggia un nuovo slot etichettato Midi Fx. Malgrado l’aspetto dimesso, può ospitare fino a otto plug-in capaci di elaborare in tempo reale i dati del f lusso Midi (cosa che si può fare anche utilizzando gli arnesi del negletto ma tuttora presente Environment, però in modo molto meno pratico e meno rapido). In dotazione ci sono (guarda caso) proprio otto Midi Fx, più uno “speciale”, ovvero, in ordine alfabetico: Arpegiator (sofisticato ed efficacissimo arpeggiatore), Chord Trigger (genera accordi a partire da una nota singola), Modifier (usa il valore di un evento Midi per modificare quello di un altro evento Midi), Modulator (Lfo e inviluppi per modulare eventi Midi), Note Repeater (delay Midi), Randomizer (genera valori casuali “pilotabili” per modificare eventi Midi), Transposer (traspone eventi nota, anche adattandoli a scale preimpostate), Velocity Processor (può eseguire varie modifiche sui valori della velocity). Quello “speciale” è Scripter, che apre scenari inediti perché permette di programmare in JavaScript il proprio plug-in Midi: una risorsa potenzialmente

illimitata, di cui Apple fornisce qualche esempio d’utilizzo, tra cui il Drum Probability Sequencer (da provare; il nome dice già molto!).

Arrangement Markers e altre piccole sorpreseGli Arrangement Markers sono tra le novità di Logic Pro X che maggiormente sono in grado di incidere sul proprio f lusso di lavoro, perché permettono di segmentare orizzontalmente l’arrangiamento in sezioni opportunamente etichettate che possono essere agevolmente spostate, duplicate o cancellate: questo, insieme alle Track Stack, consente una libertà di sperimentazione o

semplicemente di riarrangiamento che è senza precedenti.Il musicista arrangiatore gradirà anche la Groove Track, una versione più accessibile e più pratica dei Groove Template (comunque disponibili), dove una traccia master regola il groove delle altre tracce.Tra le nuove frecce all’arco dell’utente Logic ci sono anche alcuni AU: Retro Synth, un sintetizzatore virtuale capace di convincenti sonorità vintage che offre quattro architetture attempate ma sempreverdi, ovvero analogica, sync, FM e wavetable; B3 Organ, Electric Piano e Vintage Clav, rivisitazioni di rispettivamente EVB3, EVP88 e EVD6, che oltre ad avere nuove e più gradevoli interfacce utente hanno finalmente abbandonato i nomi da robot dei predecessori; Bass Amp Designer, che è una collezione di ampli ed effetti per basso simile all’ormai classico Amp Designer per chitarra (da provare con Dr. Octave, un effetto a pedale che indulge in manovre sexy con le frequenze più basse).

Rivoluzione!Fin qui le novità più rilevanti di Logic Pro X. Come detto all’inizio, si può tranquillamente scegliere d’ignorarle e continuare a lavorare praticamente come se si utilizzasse Logic Pro 9, oppure più opportunamente si può decidere di sfruttarle, il che inf luirà pesantemente sul proprio workflow, fondamentalmente rivoluzionandolo. Perché? Ricapitolando: Track Stack salvate come Patch riutilizzabili, che insieme agli Arrangement Marker permettono un approccio libero e bello all’arrangiamento e

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Passami quel patchIn Logic Remote possiamo richiamare la Libreria e scegliere dall’iPad il Patch da utilizzare, provandolo direttamente con la tastiera musicale integrata.

alla sperimentazione; Smart Control per modulazione di parametri scelti consapevolmente tra decine, se non centinaia, e sempre immediatamente disponibili; Flex Pitch + Flex Time per aggiustamenti certosini ma anche per modifiche creative di tracce audio; MIDI FX con possibilità di elaborazione e programmazione di praticamente qualsiasi cosa nel dominio MIDI; Drummer per tracce di batteria acustica di qualità professionale che velocizzano come poche altre cose la produzione di provini (ma non solo); Logic Remote per interventi rapidi in multitouch, anche a notevole distanza dal computer. Abbastanza per sconvolgere qualsiasi workf low.Inoltre, Logic ha anche una sezione speciale nelle Advanced Preferences dove si possono disabilitare via via le funzioni che non si usano o che si ritengono ridondanti, un po’ come quando il protagonista di “2001 odissea nello spazio” disattiva progressivamente Hal fino a lasciarne solo le funzioni essenziali: se si disabilita tutto l’avanzato, Logic diventa un sequencer quick & dirty che assomiglia

dannatamente a GarageBand.Durante le nostre sessioni di prova, Logic Pro X ha pure dimostrato una notevole stabilità, a parte qualche imbarazzante problema nella gestione di progetti precedentemente realizzati con Logic Pro 9, dove in certi casi manovre banali come tentare di aggiungere nodi a un tracciato d’automazione portavano immancabilmente alla chiusura inaspettata di Logic Pro X (almeno fino alla versione 10.0.2); e anche in questi casi, la riapertura del programma con il caricamento dell’ultimo autosalvataggio (ora sempre attivo in Logic) è avvenuta nel giro di pochi

secondi, ripristinando la situazione di lavoro a pochi istanti precedenti l’evento drammatico. Durante la creazione e gestione di progetti nuovi invece non si è manifestato alcun problema: decisamente troppo bello per essere vero, come probabilmente finiremo per scoprire

nelle prossime settimane di sfruttamento intensivo del programma!Logic Pro X ha portato parecchie novità, alcune delle quali particolarmente sostanziose, ma siccome siamo incontentabili ecco almeno un “regalo” che ci aspettavamo e che non abbiamo ricevuto: l’equivalente di un EXS24 mk III. Infatti EXS24 mk II non è stato toccato, e ormai risente indubbiamente dell’età, anche per l’interfaccia utente decisamente anni ’90, mentre già pregustavamo novità eclatanti elucubrando sulla fagocitazione di Redmatica (quelli di AutoSampler e di KeyMap Pro!) da parte di Apple, avvenuta l’anno scorso. Ma chissà che qualcosa non appaia in un prossimo aggiornamento (oppure almeno in App Store!).Molti dei cambiamenti di Logic Pro X sono visibili, alcuni vistosi, ma è netta l’impressione che molto sia stato fatto anche “sotto il cofano”, facendo ulteriormente maturare un programma che già offriva prestazioni di tutto rispetto, pur lasciato a giacere praticamente immodificato per quattro anni. Sorprendente la targhetta del prezzo, basso solo come Apple può permettersi: 179,99€ per tutti, sia per chi aggiorna da una versione precedente che per chi compra Logic per la prima volta (e a tal proposito, chi ha già Logic Pro 9 scoprirà che quest’ultimo non viene eliminato durante l’installazione di Logic Pro X ma si possono usare entrambi i programmi, perfino aperti contemporaneamente). Difficile trovare un modo migliore di spendere 180 euro, per un musicista che abbia un Mac.

Edoardo Volpi Kellermann, apple-user dal 1981 e Mac-user dal 1992, scrive, lavora come consulente informatico, compone musica, organizza eventi e sviluppa in FileMaker per organizzare il tutto. Nel 2012 ha pubblicato il pocket “iWork” per le edizioni Apogeo. Ha da poco finito di scrivere il suo primo romanzo di fantascienza, di prossima pubblicazione. Il suo sito è evk.name. Roberto Giannotta è grafico di professione, ma si trastulla con il Midi fin da quando ha avuto per le mani il suo primo Atari, poco prima che cadesse il Muro di Berlino (i due eventi non sono collegati). Dal 1995 è utente Mac, per cui da allora si trastulla anche con l'audio. E da oltre un decennio ne parla nei forum, con il nick “robegian” (senza virgolette), il che l'ha condotto a ritrovarsi improvvisamente tra gli amministratori della comunità di Musimac.it.

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La personalità del software

di Marco Rottigni

Quello che c’è dentro non basta. È anche questione di saperlo esprimere

U n prodotto software è un’opera dell’ingegno umano. Rappresenta a tutti gli effetti un’invenzione,

una trasposizione di esigenze concrete in funzionalità codificate.Come tale, contiene le impronte geneti-che di chi lo ha concepito. È pregno delle decisioni di chi lo ha ideato. È frutto delle esperienze di chi ha partecipato alla sua realizzazione.Possiede, insomma, una sua personalità. Una sua identità. Un suo carattere.Nulla di lontanamente simile alla complessità meravigliosa di un essere umano, intendiamoci. A volte, però, questi “tratti somatici” sono visibili. Molto. Persino nel nome.Analizziamo, per esempio, la suite di produttività di Apple: iWork.Un nome semplice, che dice tutto. Che esprime un’intenzione, un’idea, una promessa, un’attività. I Work, io lavoro. Un affermazione di sé, in tutti i sensi.

Comunica impegno, dignità.Paragoniamolo ora, per puro piacere di analisi, alle controparti software nei mondi paralleli a Mac.Iniziando con la soluzione paritetica Microsoft: Office.Un nome altisonante. Di ambiente. Fatto a volte di conf litti, gerarchie e costri-zioni. E, per fortuna, di colleghi, amici, gruppi di persone, collaborazione. Ma, in qualche modo, impersonale.Proseguiamo con il mondo aperto del Pinguino, dell’open source, di Linux e dei software liberi: OpenOffice.Una storia travagliata fatta di parti difficili, di lotte per la libertà, di passaggi di mano. Tutta espressa in un nome che trasmette voglia d’indipen-denza. Uffici con vetrate. Ambienti puliti, solari, scrivanie in ordine.

L’OPINIONE

maggior attenzione a Keynote e Pages rispetto a Numbers, che comunque non ho trascurato. Così come trascorro più tempo in compagnia di PowerPoint e Word, rispetto al potentissimo Excel.Prima di un approfondimento più funzionale, soffermiamoci ancora un attimo sui tre nomi: le soluzioni Apple continuano ad esprimere ruoli, inten-zioni, risultati. Presentare, scrivere pagine, gestire numeri.L’impersonalità di Office continua, se possibile più fredda. Quasi intimidato-ria, nel caso di Excel.Appena più vicina all’utente la nomen-clatura della soluzione aperta: Writer, Calc, Impress.È nell’utilizzo, però che queste diffe-renze tra personalità software raggiun-gono l’apoteosi.Sebbene meno utilizzata rispetto alle altre due per ragioni di diffusione della piattaforma, la soluzione Apple traduce promesse in realtà. Con alcuni aspetti di usabilità che, sebbene eccellenti, tuttora faticano a trovare impiego nelle solu-zioni concorrenti.Partiamo dall’uso sapiente dello spazio. Se sto lavorando, la cosa più importante è quello che sto facendo.Gli strumenti di ausilio, di formatta-zione, di correzione, di disegno e altro dovrebbero essere al tempo stesso disponibili e discretamente laterali. Pronti ad entrare in gioco alla pressione di un tasto. Come validi colleghi esperti, rispetto a professori arroganti.È questo uno degli aspetti che tuttora mi porta a produrre in iWork per poi esportare in altri formati dovendo condividere il mio lavoro. Da questo punto di vista trovo le altre soluzioni quasi soffocanti.Parlo da utente che adora il maquillage di font personalizzati, effetti grafici, animazioni, colori e forme in docu-menti, presentazioni e fogli di calcolo.Ma come nella vita quotidiana, un trucco troppo pesante copre la bellezza naturale del contenuto.Ecco che disporre di tutta la potenza del programma grazie a un

Colleghi gentili e collaborativi. Eppure, comunque, impersonale.Tutte e tre le soluzioni (iWork, Office, OpenOffice e la sua forma più recente LibreOffice, anch’essa un nome che dice tutto) sono disponibili per piattaforma OS X. Le opinioni espresse di seguito,

per quanto personali, sono di conse-guenza direttamente verificabili da ciascuno al prezzo di un download.

Il software freddo raggelaHo iniziato con questa analisi, un po’ strana da farsi tra prodotti software, perché trovo che sia particolarmente vera per i software di produttività.La mia esperienza con iWork è iniziata come sperimentazione qualche anno fa, a lato di un’esperienza con Office quasi ventennale e di un’altra comunque rilevante con OpenOffice.Come molti, di fronte a una suite di prodotti si tende ad utilizzare quelli più vicini alle proprie esigenze, indugiando sugli altri componenti per amore di conoscenza o per necessità particolari.Ammetto quindi di avere dedicato

Un conto è produrre un programma che da quattro anni non ha nulla da invidiare. Un altro conto è riprogettarlo completamente

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Un po’ ovunqueAppena finito il periodo sperimentale di iWork via iCloud, si potranno usare Pages, Keynote e Numbers anche dentro il browser e anche da un computer Windows, sempre con la garanzia di aggiornamento via iCloud.

“Comando+Opzione+I” (scorciatoia per far apparire e sparire le Impostazioni) mi regala piacevoli sensazioni di spazio mentre produco.

Se non si appoggia sul mobile, la troviamo scomodaContinuando l’analisi, prediligo la qualità alla quantità. Quasi sempre. Sicuramente negli strumenti di lavoro.Avere a disposizione migliaia di effetti ed opzioni mi porta solo alla frustra-zione quando cerco i pochi che mi servono davvero. Gongolo, invece, quando trovo automatismi ed aiuti che non mi aspettavo.Ad esempio, supporto nel posizionare immagini alla stessa distanza da un terzo elemento, apprendimento di che cosa io stia facendo per propormi lo stesso stile al prossimo paragrafo, allineamento dinamico in base a come dispongo i primi elementi, somme e altri dati automatici rispetto ad una serie di numeri con cui sto lavorando. Discretamente posizionati a lato o che intervengono come linee guida. Quasi come un consiglio di un collega gentile e disinteressato. Che apprezzo.Dove trovo che Apple faccia la vera differenza, però, è nella disponibilità della soluzione per piattaforme mobili.Un conto è produrre una soluzione che, sebbene rilasciata quasi quattro anni fa, non ha nulla da invidiare alle più recenti versioni di prodotti simili. Per innova-zione, completezza, semplicità di utilizzo e risultati effettivi. Ben altra sfida è riprogettare completa-mente interfaccia utente, funzioni, accessibilità e usabilità per strumenti molto distanti da un personal computer, sebbene in qualche modo affini. Parlo di iCose come iPhone e iPad.Sfida vinta a prescindere, quando diventa possibile scrivere un articolo su un posto turistico arricchendolo con fotografie scattate mentre si scrive con Pages per iPad. Oppure creare una presentazione dal nulla in metropolitana con Keynote per iPhone ed esportarla in Powerpoint perché il destinatario utilizza Windows con Office.Senza contare il fascino di trovare entrambi i documenti replicati su Mac al rientro a casa o in ufficio, grazie alla perfetta integrazione con iCloud.La coerenza di Apple nell’amplificare la bellezza dell’esperienza utente sfrut-tando tutti i componenti della propria

offerta ha raggiunto recentemente davvero il massimo.Per ultimo vorrei considerare il fattore prezzo, anche se delle tre soluzioni citate ne riguarda soltanto due, vista la gratuità di OpenOffice.La soluzione per OS X, recentemente integrata in App Store, è prezzata sotto i 18 euro per componente. Considerando la versione per studenti, non utilizzabile in ambienti business, Microsoft Office per Mac costa 119 euro. Cioè oltre il doppio. Dovendo utilizzare Office in ufficio (appunto) siamo a 249 euro, inclusivi del client di posta Outlook.Le soluzioni per iPad/iPhone, il cui acquisto permette utilizzo su entrambe le iCose e perfino su iPod touch, costano meno di nove euro l’una. Vero che non hanno tutte le funzioni delle versioni

per OS X, ma devo ammettere che non ne ho sentito la mancanza quando ho dovuto utilizzare queste applicazioni in ambiente iOS.Lungi dall’essere un’analisi competitiva o esaustiva di pregi e difetti di ognuna delle tre soluzioni citate, l’idea di questo articolo è di far emergere la visibile ed eclatante differente personalità posse-duta dalle tre soluzioni.A prescindere dall’ambiente di utilizzo.Perché in tempi di cloud e di connetti-vità sicura ovunque e di iperinforma-zione, lavorare in modo semplificato e performante è un privilegio ricercato.

Mosso da grande passione per tutto quanto fa tecnologia, Marco Rottigni (@RoarinPenguin) adora Linux e Apple da tempo immemore e si diletta da una decina d’anni nel mondo della Security prendendola abbastanza seriamente. ;) Ruggisce sul web alla pagina roarinpenguin.com, spinto dal motto “We can be what we give ourselves the power to be”.

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Le app di serie su iPhone, iPad e iPod touch sono per lo più molto buone. Ma che facciamo, se una di esse non ci soddisfa? Con migliaia di alternative a

disposizione su App Store, la scelta del giusto rimpiazzo per Calendario, Promemoria o Note può rivelarsi molto impegnativa. Così abbiamo pensato di fornire qualche suggerimento. Le app di ottimo livello che compaiono nelle prossime pagine fanno dare il meglio a qualsiasi iPhone o iPad (senza dimenticare iPod touch).

COVER FLOW

PIÙ QUALITÀPER LE APPIl software incorporato in iOS non sempre è la scelta migliore

A CURA DELLA REDAZIONE

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La Calcolatrice di serie è certamente più che sufficiente per eseguire calcoli semplici, ma per lavorare con una calcolatrice scientifica a tutto campo difficil-

mente si troverà meglio di PCalc (8,99 euro, pcalc.com) di Tla Systems. Offre una quantità di funzioni equivalente a quella della sua controparte Mac e in più mostra interfacce separate per iPhone e iPad, calcolo scientifico, conversioni, sincronizzazione iCloud e persino una calcolatrice di mance.Date queste possibilità e il fatto che Apple abbia misteriosamente escluso la calcolatrice dalla dotazione standard di iPad, PCalc e la sue versione gratuita Lite sono incredibil-mente attrattivi per chi necessita di una calcolatrice come si deve.PCalc contiene tutti gli strumenti abituali per una calcolatrice scientifica incluse radici, esponenti, funzioni trigonometriche, operazioni nidificate, notazione polacca inversa e altro. Fornisce anche un nastro virtuale con datazione per rivedere calcoli eseguiti in passato e magari inviarli per posta elettronica. C’è anche un registro di calcolo, chiamato stack in notazione polacca inversa (Rpn), che visualizza i contenuti della memoria e versioni in base decimale, esadecimale, ottale e binaria del numero mostrato a schermo.Per personalizzare la

DI DAN FRAKES

CALCOLATRICEcalcolatrice, sono a disposizione temi grafici e differenti disposizioni dei tasti, di cui per iPhone nove verticali e otto orizzontali (lo schermo di iPad accoglie più tasti, che significa meno esigenze di ridisporre i tasti e i loro sottoinsiemi).Un tocco finale: si può scegliere uno tra

sette stili di carattere per lo schermo Lcd virtuale e sei suoni di tasto premuto.

ALTRE FUNZIONISi possono copiare e incollare i numeri che appaiono sullo schermo e annullare e ripristinare i calcoli: su iPad ci sono pulsanti dedicati e su tutti gli apparecchi si può scuotere per annullare, oppure passare un dito: verso destra per annullare, verso sinistra per ripristinare.È anche possibile cambiare il numero di righe sullo schermo, cosa utile particolar-mente in notazione polacca inversa. Massimo quattro righe (diventano sei su iPad): i tasti sullo schermo si allargano o restringono di conseguenza.PCalc fa accedere rapidamente alle costanti scientifiche e matematiche più usate, così come una funzione di conversione che semplifica e velocizza la trasformazione di unità di misura di varie categorie, come le valute ma anche la cucina e l’efficienza dei consumi. Tla Systems continua ad aggiun-gere nuove conversioni e i menu ricordano le ultime unità di misura utilizzate. Possiamo anche creare unità di misura personalizzate.

PCALC LITENon è che tutti abbiano bisogno di tutto o abbiano obbligo professionale di spendere il prezzo pieno per PCalc. A questo scopo Tla Systems fornisce PCalc Lite, versione gratuita con un sottoinsieme del prodotto completo. Per molti sarà più che sufficiente e meglio della Calcolatrice di iOS.

Potenza di calcoloL’app iOS sta alla pari con l’applicazione per Mac.

SCEGLIAMO

Numeri miglioriPCalc è una calcolatrice

di alto livello.

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COVER FLOW

DI LEX FRIEDMAN

CALENDARIOFantastical di Flexibit (4,49 euro, f lexibits.com) è nata su Mac, offrendo accesso facile ai calendari e un approccio sorprenden-temente facile alla creazione di nuovi

appuntamenti e nuove riunioni. La app ha poi compiuto il salto su iPhone e con successo, seppure tagliando alcune delle funzioni presenti su Mac.Quando si lancia per la prima volta Fantastical su iPhone, chiederà il permesso di accedere ai calendari. Dopo avere approvato la richiesta, Fantastical diventa in breve tempo un tramite ottimale per amministrare tutti i calendari aggiunti mediante le Impostazioni.In cima alla schermata di Fantastical si trova una intelligente innovazione di Flexibits chiamata DayTicker. Si tratta di un elenco di date a scorrimento orizzontale con rappresentazione visiva dei propri appuntamenti giorno per giorno. Scorrendo

lungo le date, la porzione inferiore dello schermo mostra l’elenco degli eventi programmati per ogni giorno.Dove Calendario di Apple mostra viste periodiche quotidiane, settimanali e mensili oltre alla modalità elenco – insieme a una modalità orizzontale infinitamente scorrevole – l’approccio di Fantastical è ispirato dagli elenchi.La navigazione del calendario di Fantastical si troverà intelligente e intuitiva. Scorrere attraverso l’elenco degli appuntamenti del giorno fa scorrere orizzontalmente DayTicker per centrarsi sul giorno effettiva-mente selezionato. Tenere toccato su un giorno inizia ad aggiungere un evento per quel giorno; un doppio tocco sul giorno lo

SCEGLIAMOporta in evidenza. Toccare la barra di intestazione (mostra il mese e l’anno in corso) fa tornare al giorno corrente.L’altro modo di programmare un nuovo evento è toccare il pulsante di aggiunta in alto a destra. Come accade su Mac, la app non mostra un tradizionale modulo di inserimento. Invece appare un campo di digitazione di testo nel quale scrivere manualmente l’evento (o dettarlo!), anche mediante concetti come “domani” o abbreviazioni come “6 dic” per il sesto giorno di dicembre. La app genera una anteprima istantanea dell’evento che sta generando a partire da quello che scri-viamo e possiamo scorrere a destra e sinistra per visionare gli eventuali appunta-menti adiacenti a quello inserito.Questa funzione ha forse ancora bisogno di qualche perfezionamento: i cartigli sono lunghi in funzione della durata dell’appuntamento e, se questo ha un nome molto lungo ma una durata molto breve, nel cartiglio si vedrà solo una versione troncata del nome.

SCORCIATOIE E DIFETTIAnche per aggiungere un evento a un calendario specifico (non quello base selezionato nelle Impostazioni), Fantastical è semplice. Si può aggiungere il nome del calendario alla fine dell’evento dopo una barra, come in Cena con Federica/lavoro (dove “lavoro” è il nome del calendario). Funziona anche nella versione su Mac. Siccome però la barra non è immediata-mente disponibile sulla tastiera di iPhone, Fantastical aggiunge un’altra scorciatoia: il triplo spazio. “Cena con Claudio lavoro” (notare i tre spazi) ottiene lo stesso risultato. Per digitare il nome corretto di un calendario dovrebbero bastare le sue prime lettere, dopo di che il programma comple-

terà il nome da solo.Fantastical non può replicare su iOS proprio tutto che avviene su Mac, per via delle limitazioni (correnti; vedremo che combina iOS 7) del sistema operativo. Su Mac il programma mostra una propria icona nella barra dei menu e dispone di una scorciatoia di tastiera, cose che su un iPhone oggi sono impossibili.Ma irrita più l’incapacità di Fantastical di invitare altre persone a riunioni ed eventi, altra limitazione che arriva da iOS. Si può modificare un evento cui sia già invitata gente per aggiungere o togliere, ma non si può invitare alcuno a una riunione creata da zero nel programma.Un ultimo problema per concludere: le notifiche di calendario di iOS lanciano Calendario e non Fantastical. Sempre al momento, iOS non ammette eccezioni alla regola di non poter cambiare le app preimpostate per l’uso all’installazione, come per esempio il browser.

FANTASTICAL HA COMPIUTO IL SALTO SU IPHONE E CON SUCCESSO, SEPPURE TAGLIANDO ALCUNE DELLE FUNZIONI PRESENTI SU MAC

Creazione di eventiDigitiamo un evento e Fantastical lo crea automaticamente per il giorno e l’orario giusti sul calendario principale (la app lavora anche in italiano).

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DI JOEL MATHIS

CONTATTISCEGLIAMO

Tenersi organizzatiBuzz Contacts permette di organizzare i contatti nei gruppi desiderati.

Buzz Telefono CasaInvece di digitare un numero, possiamo digitare un nome e Buzz Contacts restringerà l’elenco mentre procediamo. La app è anche in italiano.

È facile – ed econo-mico – accontentarsi delle applicazioni di serie di Apple su iOS. A volte però il software indipen-dente si rivela nettamente migliore,

come nel caso di Buzz Contacts, realiz-zato dai prrogrammatori di Savvy Apps (gratuita, savvyapps.com).I Contatti originali di iOS definiscono due categorie di persone: i Preferiti e poi tutti gli altri. Buzz Contacts permette in alternativa di organizzare i contatti (telefono, posta elettronica, FaceTime, Sms) in tutti i tipi di gruppi concepibili, parenti, amici, colleghi, clienti di ditte specifiche eccetera.Questa organizzazione rende davvero semplice inviare messaggi in blocco a

tutti i componenti di un gruppo, senza dover aggiungere individualmente ciascun contatto al messaggio.I gruppi non funzionano per le audio-conferenze o per FaceTime, ma è comunque utile predisporli. Se per esempio ricordiamo di dover mandare una email a una cliente di Milazzo, ma abbiamo dimenticato il suo nome, potremmo cercarla nel gruppo Clienti, cosa molto più veloce che scorrere l’intera rubrica.Altra funzione che torna utile in Buzz Contacts si rivela ben presto la visualiz-zazione in modalità Gruppi a quattro contatti per volta, in grandi rettangoli che coprono lo schermo, il che facilita molto l’individuazione di un contatto attraverso una semplice operazione di scorrimento con il dito..

MODALITÀ DI CONTATTOUn aspetto ulteriore della superiorità organizzativa di questa app: quando aggiungiamo un contatto nuovo, possiamo selezionare la modalità primaria di connessione tra voce, posta, Sms e FaceTime. Il che non limita la possibilità di raggiungerlo anche per i canali secondari, ma assegna a ogni persona il modo migliore per essere raggiunta in prima battuta.Per chiamare un’amica possiamo usare il suo numero, come in Contatti di Apple. Ma possiamo anche digitare il suo nome o le sue iniziali e Buzz Contacts restringerà la scelta man mano che digitiamo.Il programma è piuttosto astuto anche nel creare da solo un gruppo di preferiti, inserendovi i contatti che chiamiamo più di una volta.Buzz Contacts non presuppone che useremo iPhone solo per chiamare a

voce con il nostro operatore, ma offre opzioni di delega della chiamata ad altre app, per esempio Skype.

INTEGRAZIONE DROPBOXSe è difficile iniziare un messaggio di posta da Contatti e poi allegare un documento proveniente da un’altra app, Buzz Contacts offre integrazione con le app Box e Dropbox.Se è stata acquistata anche Agenda Calendar (0,89 euro), può lavorare in tandem con Buzz Contacts per ricordare quando occorre inviare un particolare messaggio di posta o programmare una certa chiamata di lavoro.

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COVER FLOW

DI LEX FRIEDMAN

POSTAMailbox (gratuita, mailboxapp.com) è una app che trasforma l’amministrazione della posta in una delizia. Quella di Google, almeno: ora come ora la app funziona solo con

Gmail e i programmatori hanno dichiarato che nel futuro funzioneranno anche altri sistemi di posta Imap. Una volta collegati uno o più (massimo cinque) account di posta Gmail alla app, Si può iniziare a organizzare la posta in modo più gradevole di prima.Come Mail, Mailbox ha l’opzione di presentare le mail da tutti gli account in una lista unificata, oppure casella per casella. Ciò che la distingue è l’approccio al trattamento della posta in ingresso.Dentro la casella della posta in entrata (inbox), toccare un messaggio lo mostra. Se però ci accorgiamo, anche senza aprirlo, che non ci serve o non serve più, ne possiamo disporre rapidamente: dito verso destra e il messaggio diventa verde (archiviazione). Insistiamo un

momento con il movimento e il messaggio diviene rosso (cancellazione).

UN PULSANTE DI PAUSASi possono naturalmente effettuare le medseime operazioni dall’interno del messaggio, toccando la spunta per archiviare e la X per eliminare. Si impara subito ed è quasi divertente. Questa facilità tuttavia è la punta dell’iceberg Mailbox. Strisciamo il dito verso sinistra su un messaggio – o tocchiamo l’icona dell’orologio in vista messaggi – ed essenzial-mente possiamo metterlo in pausa, con varie opzioni per decidere quando il messaggio dovrà ripresentarsi in cima alla inbox: più tardi, questa sera, domani, nel fine settimana, la settimana prossima, tra un mese o “someday”, prima o poi (la app funziona in

SCEGLIAMOmolte lingue, ma non ancora in italiano). Quest’ultima impostazione è definibile da noi, in termini di mesi e la sua preimpostazione è di un mese. Un selettore di data permette di scegliere la data esatta e l’orario in cui il messaggio dovrebbe tornare in evidenza.Le impostazioni di Mailbox consentono un controllo meticoloso di tutta la questione della pausa: i giorni feriali e quelli festivi possono avere un concetto diverso di “mattina” e così l’idea di “più tardi”.

UNA SOLUZIONE ELEGANTENella pratica, la pausa funziona proprio bene, specialmente per quelli abituati a usare la inbox non letta come bacheca delle cose da fare. Mailbox rende più elegante il concetto, portando a galla al momento giusto i messaggi messi in pausa. Lo stesso effetto si verifica anche negli altri pro-grammi di posta, se agiamo con Mailbox.Tenere toccato un messaggio lo rende trascinabile per modificare a mano l’ordine della posta in entrata. Non mancano le notifiche push dell’arrivo di nuova posta.

L’intera app sembra ben realizzata, con una profondità di design che si apprezza gradual-mente nell’utilizzo: per esempio, toccando data e ora di un messaggio lo si identifica come non letto. Le conversazioni appaiono mostrando solo l’essenziale dei vecchi messaggi, ma è possibile toccarli per espanderli. Possiamo scegliere se le notifiche push si applichino ai nuovi messaggi, oppure ai messaggi in pausa, o a entrambi. Si può decidere se l’icona della app mostri il pallino con dentro un numero e che cosa significhi il numero, se l’esistenza di nuovi messaggi (mostra un 1), oppure il numero di conversazioni presenti in casella.Elaborare un nuovo messaggio è semplice e anche in questo caso Mailbox mette la freccia e sorpassa Mail di Apple. Toccando l’icona della fotocamera decidiamo se aggiungere

DOPO LA BENVENUTA VERSIONE DI MAILBOX PER IPAD, NE VORREI UNA ANCHE PER MAC

una nuova foto al messaggio, o una dal Rullino foto. Mail al confronto, vuole che si tocchi un punto vuoto nel messaggio per poi toccare il pulsante Inserisci. Mailbox ha più funzioni in modo più efficiente.Che cosa manca allora? Non molto. Firme per i singoli account, invece di una firma valida per tutti. Inoltre non riesco a fare funzionare dentro Mailbox la funzione Invia come di Gmail. E sì, dopo la benvenuta versione per iPad, ne vorrei una anche per Mac (la Mailbox dentro App Store non c’entra niente).Un trucchetto finale, per chi utilizza Dropbox. Almeno mentre scrivo, se nei Settings di Mailbox si inserisce il proprio account Dropbox, quell’account riceve un gigabyte di spazio extra in regalo.

La posta resa facileLe icone di Mailbox aiutano a maneggiare con facilità la posta elettronica, e questa è solo la superficie di quello che può effettivamente offrire il programma.

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DI LEAH YAMSHON

MESSAGGILa messaggistica è una componente essenziale dell’uso moderno del cellu-lare e Messaggi per iOS – in particolare la sua integrazione con iMessage – le semplifica molto. Ma il modo in cui in Messaggi funziona è un poco arcaico, specialmente rispetto

alle app più aggiornate in questo settore.Esistono alternative, ma tutte con una grande falla: comunicano solo con altre persone che possiedano la stessa app. Tenendo presente questa limitazione, la nostra app indipendente preferita è WhatsApp Messenger (gratuita il primo anno e 0,99 dollari all’anno successiva-mente). WhatsApp invia messaggi

SCEGLIAMO

tramite Wi-Fi, proprio come fa Messaggi tra apparecchi Apple. Questo lascia inalterato il consumo di dati via cellulare anche se scriviamo messaggi. Non ci sono confini geografici a dove possa arrivare un messaggio lanciato da WhatsApp via Wi-Fi.All’installazione, la app cerca i Contatti (se glielo permettiamo) per trovare altri utilizzatori di WhatsApp. È una fase importante perché si può scrivere da WhatsApp solo ad altre persone che lo abbiano installato, su iOS, Android, BlackBerry, Nokia S40, Symbian e Windows Phone 8.La messaggistica in sé è piacevole. Si possono abilitare le notifiche push per essere avvisati non appena arriva qualcosa. L’impostazione è simile a quella di Messaggi, botta e risposta con i nostri messaggi a destra e quelli dell’interlocutore a sinistra. Un messag-gio inviato con successo mostra un piccolo segno di spunta e una seconda spunta indica che il destinatario lo ha letto, chiundendo il cerchio.Dove WhatsApp mostra efficacia sono i media. Si può scattare una foto o pescarla dal Rullino foto, condividere un contatto oppure una posizione (utilis-simo per organizzare un incontro lampo

Ki kiama?Un’alternativa a Messaggi: Kik Messenger.

Una chat, mille chatWhatsApp è in questo momento la messaggistica per eccellenza nel mondo dei cellulari intelligenti.

con gli amici).A tallonare WhatsApp nella nostra classifica sta Kik Messenger (gratuita, kik.com), una piattaforma meno dotata anche se con la stessa disponibilità di sistemi operativi.Kik chiede nome, indirizzo di posta e numero di telefono (mantenuto confi-denziale come preimpostazione), più un nome utente e una password. Quando la app è installata, Kik ricerca tra i contatti di iPhone altri eventuali utilizzatori del suo protocollo.Chattare è semplice. La app memorizza l’intera conversazione, i nostri messaggi a destra e quelli dell’altro a sinistra). Appare un segno di spunta accanto ai messaggi inviati con successo e una R quando il destinatario ha letto.Anche inviare media è veloce e indolore. C’è un pulsante di aggiunta vicino al campo di testo, da cui si accede alla fotocamera e al Rullino foto. Una funzione, tuttavia, è esclusiva di Kik: dalla schermata principale dei messaggi si scorre verso sinistra e si tocca Altro, dopo di che diventa possibile allegare anche video YouTube.

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4 4

COVER FLOW

DI TOM NEGRINO

NOTELe Note di Apple sono eccezionali per scrivere al volo qualcosa e farlo sincronizzare in un istante su tutti gli apparecchi che abbiamo grazie a un

account iCloud. Ma sincronizzare cose più sostanziose diventa più difficile.Evernote (gratuita, evernote.com) svolge funzioni di annotazione e di gestione organizzata. Il client per iPhone ha recentemente rinnovato l’intera interfaccia e semplificato le varie procedure.Il primo passo da compiere per creare una nuova nota è utilizzare uno dei tre evidenti pulsanti in cima allo schermo. Tutte le versioni di Evernote consentono di scrivere note di testo e scattare foto. Una terza modalità apposta per iOS acquisisce immagini di pagine scritte a mano per i Taccuini smart di Evernote.Dopo avere creato o modificato una nota, Evernote carica automaticamente tutto sui

SCEGLIAMOpropri server, dove viene indicizzato per essere trovato alla svelta e si sincronizza con tutti gli apparecchi possibili. Se si

tratta di un’immagine contenente testo, anche testo scritto a mano, Evernote effettua riconoscimento ottico dei caratteri e della calligrafia per indicizzare proprio tutto e renderlo ricercabile.

UNA NUOVA INTERFACCIALe versioni precedenti di Evernote si basavano su una interfaccia iOS standard. Per esempio, su iPad Evernote presentava sul lato sinistro un elenco scorrevole di note, con barre di strumenti in alto e in basso. Evernote 5 ha cambiato tutto e per lo più in positivo. Le note ora appaiono in quattro viste diverse: Tutte le Note, Taccuini, Tag e Posti. Toccare una delle schede corrispondenti la porta a occupare quasi tutto lo schermo. Toccarla ancora, o trascinare in basso l’intestazione, la chiude.Tutte le Note le mostra appunto tutte, senza altra organizzazione. Gli strumenti per applicarne una si trovano in Taccuini o Tag. I Posti mostrano note (spesso a carattere fotografico) con etichette di geolocalizza-zione sopra una mappa ingrandibile; come mostrato a sinistra, sulla mappa appaiono bandierine a indicare i luoghi cui sono associate note. Toccare una bandierina recupera le note relative.Ci sono alcuni problemi con questo tipo di interfaccia. A volte, trascinando una scheda per chiuderla, accade su iPhone di aprire Centro Notifiche. E su iPad la vista per schede contiene informazioni meno densamente di quanto accadeva nelle versioni precedenti del programma.

ABBASSO MARKER FELTDetto tutto questo, che si arrivi a Evernote da zero o da un aggiornamento della vecchia versione, quella attuale velocizza e semplifica gran parte delle operazioni. Si sincronizza con il client Mac e via web e contiene anche più opzioni di prima per la creazione di note. Meglio di tutto è che, a differenza delle Note di iOS, non ci viene proposto il carattere Marker Felt.

Dove ho scattato?La scheda Posti mostra la posizione geografica delle note.

Quattro visteLe schede mostrate

da Evernote nella sua versione più recente.

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La app Promemoria di Apple è essenziale, ma si integra strettamente con Siri, si attiva in base al luogo e per molti è più che adeguata. App Store trabocca di possibilità altre, più complesse, che aggiungono filtri, ordinamento per priorità, etichette, contesti e molto altro.

Abbiamo scelto due interessanti varia-zioni sul tema.

CONTROLLARE LA GESTUALITÀClear (0,99 euro; realmacsoftware.com) adotta una interfaccia minimale… al massimo: niente promemoria, niente avvisi geografici, niente scadenze.Al primo lancio, Clear insegna l’uso della app, che si controlla quasi per intero con i gesti familiari a qualsiasi proprietario di iPhone.La app possiede tre livelli gerarchici. In cima sta un menu che contiene My Lists, una serie di temi grafici, trucchi e suggerimenti da seguire e un insieme davvero ridotto di impostazioni.Un tocco su My Lists apre il secondo livello, dove si trovano gli elenchi. Accanto a ciascun elenco compare il numero degli elementi contenuti, meno gli impegni che già siano stati comple-tati. Ci sono tre modi di creare un elenco, che dipendono da dove debba apparire. Per creare un nuovo elenco in cima, passiamo il dito dall’alto verso il basso; la sommità dello schermo ruoterà in finto 3D, come le notifiche di OS X. Per creare un elenco sotto un altro elenco, tocchiamo un punto qualsiasi sotto l’elenco di partenza.Digitiamo il nome dell’elenco e abbiamo finito. Passare il dito verso sinistra cancella un elenco e, se questo contiene impegni non conclusi, verrà chiesta conferma dell’operazione). Passare il

Luoghi ovunqueCheckmark è progettato per attivare notifiche geolocalizzate dove opportuno.

DI LEX FRIEDMAN E DAN MOREN

PROMEMORIASCEGLIAMO

Schema di coloriClear dà priorità agli eventi inserendoli in uno schema di colore digradante.

dito verso destra segna tutti gli eventi come completati. Per visionare gli elementi, tocchiamo l’elenco.Si crea un nuovo elemento in un elenco quasi nello stesso modo: tirando verso il basso e lasciando andare, toccando sotto l’ultimo elemento oppure anche pizzi-cando insieme due elementi. Dovremo inserire il nome del nuovo elemento.Per segnare come completato un elemento, lo passiamo verso destra; lampeggerà in verde e si posizionerà in fondo all’elenco, dove il testo apparirà in grigio e barrato. Un altro passaggio del dito verso destra sull’elemento lo riattiva, se lo avevamo spuntato per errore. Per cancellarlo, invece, passiamo verso sinistra e sparirà. Per sempre: non c’è modo di annullare una cancellazione.Gli elenchi di Clear si possono sincro-nizzare via iCloud verso altri apparecchi, compresi Mac con il loro Clear installato (8,99 euro su Mac App Store).Il secondo programma che abbiamo indi-viduato è Checkmark di Snowman (4,49

euro, builtbysnowman.com). Una app che alza la posta rispetto a una delle specialità di Promemoria: gli avvisi basati sul luogo.Checkmark è suddivisa in due sezioni: Where, per i promemoria geografici, e When, per quelli a scadenza. Due pulsanti omonimi in basso nello schermo fanno passare da una sezione all’altra. Non ci sono alternative: ogni evento è legato a un luogo oppure un orario. Non c’è modo di assegnare priorità alle attività.Gli avvisi geografici battono quelli di Promemoria. La app fa uso di schermate che indicano i luoghi visitati di fre-quente. Si aggiunge un luogo usando la posizione attuale, cercando sulla mappa, importando un indirizzo dai Contatti oppure inserendone uno a mano.

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N. 11 :: Settembre 2013

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KEN FOX&FAMIGLIA: GLI ULTIMI FUNAMBOLI DEL MURO (IN UN CORTO D'AUTORE)

NUOVO

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iOS CENTRALiPhone, iPad e iPod touch al loro meglio. E accessori

Cose che diventano inutiliIl transito immateriale dei dati è così comodo che andrebbe adottato proprio da tutti

S i sono concluse le vacanze. Chi scrive ha raccolto qualche foto interessante e l’ha condivisa via Streaming foto. Pochi clic e le

foto sono pervenute automaticamente alle famiglie di fratelli e sorelle, ai genitori, ai suoceri (domande su Streaming foto? le risposte si possono leggere su http://xrl.us/bprnf8). Ne è nato qualche commento ammirato o divertito, botta e risposta amichevole a distanza tra chi stava in Lombardia, in Sardegna, Marche, Toscana, Salento ecc.Alcune delle foto erano destinate anche agli amici, che però non usano iCloud e così non potevano approfittare di Streaming foto. Poco male: caricate le foto su Google Plus, condividerle – in confidenza – è stato questione di un momento.Si sarebbe potuto fare anche con Dropbox (che, se si attiva il suo servizio di archiviazione online delle immagini, regala fino a tre gigabyte di spazio virtuale). Ma anche con altri servizi come Minus, Copy, SpiderOak, Box (aggiungere un .com) e si arriva ovunque. Veloce, facile, indolore, automatico.Del resto uno degli articoli principali di questo numero è arrivato proprio attraverso la condivisione di una cartella di Dropbox. Comodissimo anche perché fino all’ultimo momento gli autori hanno potuto apportare modifiche, che si sono propagate pressoché all’istante anche alla nostra copia.Le capacità di condivisione e di trasmissione dati via Internet non sono mai state tanto spettacolarmente utili, perfino nella nostra Italia dove la banda passante raggiunge abissi vergognosi di arretratezza.Eppure si riesce a trovare qualcuno che va ancora in giro con le chiavette e chiede perché l’iPad non le legga. A noi, con in mano un iPad pieno di 30 gigabyte di foto. E chissà, senza la chiavetta dei miracoli, come ci saremo mai riusciti.

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La prova di Office Mobile per iPhone

Il meglio, recensitoE si vede!

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La notizia che esiste una versione di Office per iPhone (solo per iPhone) dovrebbe oramai essere di dominio

pubblico. È anche interessante? Dipende se si abbia stipulato un abbonamento con i servizi Office 365 e SkyDrive di Microsoft, perché di fatto Office Mobile è in realtà un’interfaccia a Office 365 e non una versione di Office per iPhone. Il servizio Microsoft per uso familiare costa 99 dollari l’anno con prova gratuita di trenta giorni e possibilità di installazione su un massimo di cinque computer nella cerchia familiare. Le informazioni complete si trovano a office.microsoft.com.Office Mobile fornisce accesso a Word, Excel e PowerPoint. Ciascuna delle tre app iOS legge e modifica i documenti creati nel corrispondente programma in edizione Mac,

Pc o web. Si possono creare nuovi documenti Word ed Excel, ma non PowerPoint.Quando ci si collega all’account Office 365, si apre la cartella SkyDrive. Dopo avere aperto la app su due apparecchi, però, solo uno si connetteva automaticamente. Per la seconda installazione ho dovuto usare il comando di aggiunta che si trova nella app. Il meccanismo è lo stesso che permette di collegarsi a Sharepoint di Office 365 facente magari capo all’ufficio, o alla scuola.Una volta collegato, Office Mobile visualizza una rassegna di file con pulsanti per vedere i documenti usati di recente, aprirli, crearne di nuovi o modificare le impostazioni. Per creare documenti, il pulsante Nuovo porta alla scelta di una maschera preconfigurata tra tre disponibili per Word ed Excel.

RifinitureExcel di Office Mobile è la migliore delle tre app. Permette persino di creare grafici a partire dai dati del foglio di calcolo.

iOS CENTRAL

Le dita su Office Mobile per iPhoneMicrosoft permette di aprire e modificare documenti su iPhonedi JEFFERY BATTERSBY

Con Mobile Office si possono creare nuovi documenti Word ed Excel, ma non PowerPoint

Stranamente (e scomodamente) la app non lascia creare cartelle. Non si possono aggiungere file a cartelle esistenti né salvarceli dentro; vanno tutti a finire nella directory root di di SkyDrive.Un’altra sorpresa: Office Mobile si aspetta che i file vengano salvati manualmente. Su iOS, dove i file si salvano automaticamente per definizione dal 2007. Quando si salva, perfino la più piccola modifica può richiedere molti secondi del tempo di SkyDrive – e nostro – prima di completarsi.

WordLavorare con i file Word può essere definito stimolante. Digitare è facile e funziona come dovrebbe. Office Mobile ha l’aria di un editor di testo base. Ma ci sono due modalità: una di

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anteprima che permette di selezionare testo e cambiarne la formattazione e una di editing che consente di digitare nuovo testo. Queste due modalità prevedono, bizzarramente, tecniche diverse di selezione.Nella modalità di editing, Word richiede un doppio tocco su una parola per selezionarla e solo dopo è permesso usare il solito strumento cui siamo abituati in iOS. Non è stato facile scoprirlo. Una volta selezionato il testo, lo si può modificare nell’aspetto, copiare e incollare, ma non tagliare. In modalità editing è possibile cambiare la formattazione nel punto in cui si trova il cursore e i cambiamenti si applicheranno al nuovo testo digitato da allora.Nella modalità di anteprima la selezione funziona normalmente, ma dopo essere tornati in ambiente di editing bisogna ricorrere ancora una volta al doppio tocco preventivo. Una esclusiva di queste app.

ExcelÈ la applicazione più rifinita delle tre. Offre più di 125 funzioni, più la creazione di grafici a partire dai dati nel foglio. Durante l’editing delle funzioni si possono toccare altre caselle per aggiungerle al campo di modifica. La app si dimostra peraltro lacunosa nel capire il tipo di dato che si sta modificando in una casella: per esempio è possibile cambiare il formato di una casella a data, percentuale o valuta, ma la tastiera non si modifica opportunamente come evidentemente siamo stati viziati ad aspettarci da Numbers.La app fatica anche a distinguere il testo dai numeri. Persino selezionando una casella che contiene dati numerici, la tastiera rimane

ostinatamente Qwerty. Così la più piccola modifica richiede almeno due tocchi. Da questo punto di vista, Numbers è anni avanti.Si può lavorare con sei tipi diversi di grafico: selezionatone uno, appare un nuovo foglio contenente il grafico. Aggiornare i dati fa aggiornare il grafico. Sfortunatamente, una volta creato un grafico – o se si lavora con un grafico creato in una qualsiasi altra versione di Excel – è impossibile cambiare il tipo di grafico, cancellarlo o eliminare fogli creati dal

grafico. Di fatto, nell'applicazione iOS è impossibile cancellare fogli. Assurdo.

PowerPointNon lascia creare nuove presentazioni ma è in grado di modificare quelle esistenti e di proiettare la presentazione. Le modifiche si limitano ad alterare l’ordine delle diapositive e cambiare testo e commenti nelle diapositive stesse così come nelle note. Impossibile modificare transizioni o immagini, vietato creare nuovi riquadri di testo. Come strumento di presentazione, peraltro, la app funziona bene e può funzionare come backup se per qualche motivo il computer principale ha un problema.Chi ha già tenuto qualche presentazione sa che i file possono avere dimensioni anche notevoli. Con Office Mobile, la mia connessione con SkyDrive si è sempre interrotta quando cercavo di caricare presentazioni modificate. In molti casi è avvenuto perché il mio iPhone andava in stop. Ma anche tenendolo sveglio, Office Mobile ha fatto fatica a inviare grossi file verso SkyDrive.

Integrazione con SkyDriveQuesto è un capitolo che definirei a macchia di leopardo (in verità si può dire la stessa identica cosa anche della app SkyDrive di Microsoft). La maggior parte dei file creati nella app o nelle applicazioni web di Microsoft si sono regolarmente sincronizzati; ma ho avuto problemi nel caricare file di dimensioni più grandi del solito. File creati sul mio Mac e salvati in SkyDrive spesso hanno richiesto ore prima di apparire sul mio iPhone. Questo può essere dovuto alle limitazioni di SkyDrive sul mio Mac, ma chi sia abituato a Dropbox e ai suoi caricamenti quasi istantanei resterà piuttosto deluso.Oltretutto, quando salvavo un documento, SkyDrive spesso notificava un conflitto con la copia dello stesso file già residente su SkyDrive stesso, perfino quando ero l’unico a modificare il file e lo stavo facendo solo sul mio iPhone. I salvataggi seguenti hanno funzionato, ma quasi mai SkyDrive mi ha permesso di salvare documenti modificati al primo tentativo.

Lontano dall’impressionareQuesta app fatica a convincere. Non offre particolare valore aggiunto e a volte produce unicamente frustrazione. Il suo stato di app solo per iPhone sembra una limitazione non necessaria. Una versione per iPad sarebbe auspicabile. Tutto sommato, deludente per chiunque sia abituato a Office.

Comportamenti deviatiNella modalità editing di Word, si seleziona diversamente da come fanno le altre novecentomila app esistenti su iOS.

Per conto proprioQuante applicazioni iOS si conoscono che abbiano bisogno di salvare manualmente i documenti senza fare da sole? Office Mobile riesce a pretenderlo. Siamo indietro sei anni, qui.

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Le opzioni di accessibilità in iOS sono ottime. Per le persone speciali, tuttavia, sono tutt’altro che una curiosità

nascosta dentro le Impostazioni. Lo schermo è in effetti lo strumento principale per l’accessibilità. Avendo qualche problema di vista, la mia efficienza nell’uso dello strumento dipende dalla qualità e dalla luminosità del suo schermo. E ho scoperto che su iPhone mi serve uno schermo Retina alla luminosità massima. Con la mia vista vedo “a pixel” e così tutto quello che vedo è confuso. Per quanto nessuno schermo Retina potrà mai eliminare completamente la confusione, questi schermi possono ridurla di molto.Sono riuscito a usare iPhone e iPad originali con lo schermo a tutta luminosità, ma lo schermo Retina del mio iPhone 4 ha proprio cambiato le cose. La combinazione della retroilluminazione a Led con lo schermo ad alta densità di pixel ha fatto la differenza. Improvvisamente è diventato leggibile anche il

iOS CENTRAL

E si vede!Gli schermi Retina su iOS non servono soltanto per guardare bene le foto, ma anche per facilitare il lavoro a chi ha una vista non perfettadi STEVEN AQUINO

colpevole quando adopero le app, consapevole di stare uccidendo la mia batteria: battericidio di primo grado. Ma è un male necessario.Stephen Hackett di Tools & Toys mi ha comunque consigliato Juice Pack Powerstation Duo di Mophie, che porto sempre con me. Quando iPhone inizia ad avere sete, attacco la ricarica. È un investimento che mi si è ripagato innumerevoli volte nel tempo.

Niente Retina, niente denaroAlla fine della sua recensione di iPad mini (go.macworld.com/gruber), il critico Apple John Gruber ha scritto che lo schermo non Retina era una pillola amara da ingoiare, ma lo avrebbe fatto per via dei vantaggi di iPad mini in peso e dimensioni. Non sono d’accordo sull’accettabilità del compromesso.In parole semplici, non userò alcun iPhone o iPad privo di schermo Retina. Conosco le mie limitazioni visive e la combinazione di nitidezza e luminosità arricchisce in modo sostanziale la mia esperienza di utilizzo, per certo. Almeno fino a quando il mio Powerstation Duo rimane carico.

testo più piccolo e sono riuscito a percepire dettagli là dove erano precedentemente indistinguibili.

Luci sul grande schermoCome ho detto, è la combinazione di tecnologia Retina e luminosità massima a rendere veramente utilizzabile un apparecchio.Ogni apparecchio iOS Retina che ho posseduto, da iPhone 4 a iPhone 4S fino a iPad di terza generazione, parte con la luminosità a metà scala. La prima cosa che faccio è pertanto recarmi su Impostazioni alla ricerca della voce Luminosità e sfondo, per trascinare il cursore più a destra che posso e sospirare di sollievo.Tenere iPhone alla luminosità massima ha i suoi lati… oscuri. Il problema più grande è che la batteria dura meno. Devo essere giudizioso nell’uso, specie se la mattina mi alzo presto, e centellinare l’utilizzo. La batteria dura ancora meno se invio numerosi messaggi oppure navigo su Safari con connessione 3G. Mi sento

Ricarica facilePowerstation Duo di Mophie può tenere in vita anche un iPhone lasciato costantemente a massima luminosità.

Migliorare la visualePer aggiungere leggibilità si può adottare un testo di grandi dimensioni e aumentare la luminosità.

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Amazon, gigante della vendita online, ha messo su App Store un programma che consente di salvare

foto sul proprio spazio di archiviazione con tecnologia cloud.Chiamata Amazon Cloud Drive e scaricabile gratuitamente, la app può

Apple ha festeggiato 50 miliardi di download da App Store

A scaricare la cinquantamiliardesima app è stato Brandon Ashmore di Mentor, Ohio.

Come parte della promozione Apple per il traguardo storico, Ashmore si è aggiudicato una carta regalo iTunes di ben diecimila dollari. La app scaricata è stata Say the Same Thing di Space Inch, un gioco gratuito nel quale due persone collaborano per trovare parole comuni mediante libera associazione.I cinquanta miliardi di app scaricate, messi sotto un’altra luce, significa che complessivamente i programmatori che animano App Store pubblicando software sempre nuovo hanno guadagnato nove miliardi di dollari dall'attività.Apple tiene a ricordare che la cifra riguarda solo gli

scaricamenti effettuati per la prima volta, senza contare aggiornamenti o riscaricamenti (una app acquistata si può cestinare e riscaricare all’infinito).I quaranta miliardi di app erano arrivati a gennaio, la metà dei quali totalizzati nel solo 2012. A fine 2013 molto probabilmente vi sarà un altro record. — Marco Tabini

Cloud Drive Photos, la app Amazon per archivi e condivisioni

trasferire foto da e per Cloud Drive, servizio di Amazon dove si può accedere via computer, browser o altro apparecchio compatibile, per esempio un Kindle Fire.L’obiettivo dell’app è consentire ai clienti di utilizzare il disco virtuale Amazon proprio da qualsiasi apparecchio, compreso un iPhone. In aggiunta permette di visionare gli album di foto in varie disposizioni su iPhone e iPod touch così come fare condivisione verso Facebook, Twitter e posta elettronica.Cloud Drive è nato a marzo 2011 e mette a disposizione cinque gigabyte di spazio per file di ogni genere. Ulteriori incrementi di spazio vanno pagati a parte, come accade per iCloud.La app è ottimizzata per iPhone 5 ed è compatibile con iPhone 3GS, iPhone 4, iPhone 4S e iPod touch di terza, quarta e quinta generazione. Richiede iOS 6.0 o più recente. — Marco Tabini

Belle cose da App Store

Beethoven’s 9th SymphonyQuesta fantastica app per iPhone e iPad contiene

quattro versioni della Nona sinfonia di Beethoven per altrettanti grandi direttori di orchestra assieme a spartito, una “Beatmap” delle quattro orchestre e commenti degli esperti. La versione gratis della app contiene solo estratti dell'opera; quella completa viene a 6,99 euro su iPhone e 12,99 su iPad. — Joel Mathis

Haunting MelissaQuesta horror story si dipana su iPhone o iPad a base di notifiche push in

stile Blair Witch Project. Scopriremo perché Melissa è scomparsa e quale terrore ci attende presso la fattoria dove è sembrata impazzire. Cominciare è gratis; ogni capitolo della storia costa 0,89 euro, con pass a costi fino a 13,99 euro. — Joel Mathis

Eve: The Sleep AlarmA svegliare all’ora giusta sono tutti bravi. Eve invece, per 0,89 euro,

suggerisce anche quando andare a dormire. Inserendo l’ora di sveglia mattutina avviserà quando è il momento adatto per andare a letto la sera prima. La sveglia arriverà con un’alba sullo schermo e un coro apposta. — Joel Mathis

TenXerQuesta app gratuita tiene traccia di quello che facciamo, dove lo

facciamo e quanto a lungo, talvolta chiedendo direttamente informazioni (per esempio quanti caffè beviamo ogni giorno) e altre volte imparando direttamente, anche in congiunzione con il Gps di iPhone. Il suo obiettivo è imparare dettagli sufficienti sulle nostre abitudini da aiutarci a identificare eventuali problemi e cambiare dove serve. — Joel Mathis

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RecensioniAccessori e complementi per i nostri apparecchi iOS

iOS CENTRAL

attivare e disattivare. I controlli possono essere un po’ poco amichevoli al tocco, ma una volta premuti rispondono molto bene. Nei miei test, la voce dei chiamanti si sentiva ragionevolmente bene, ma i miei interlocutori hanno sempre capito che lavoravo con uno speakerphone. Comunque sia, il rumore di fondo è sempre stato tenuto brillantemente a bada dall’unità. La cosa che scoccia un pochino è che manchi una applicazione ausiliaria da installare sullo smartphone. — Aoife M. McEvoy

72,54 euro su Onedirect (http://xrl.us/bprnsw);

SuperTooth; supertooth.net

HARDWARE che Smart Cover non copre: un eccellente complemento. — Lex Friedman

19,24 euro su Amazon (http://xrl.us/bprns6);

SwitchEasy; switcheasy.com

PureGear Kickstand Case and HolsterPer chi guarda molti filmati oppure fa un utilizzo continuato di FaceTime, questa leggera combinazione di sostegno/custodia/fodero per iPhone potrebbe tornare conveniente. Il sostegno gommato tiene iPhone in posizione nella giusta inclinazione per guardare un film mentre l’apparecchio è appoggiato su un piano, in orizzontale o in verticale. Altrimenti il sostegno rientra nella custodia e l’insieme è pronto per essere fissato a una cintura o una borsa. Estrarre iPhone dalla custodia non è immediato e il prodotto è consigliato a chi preferisce usare il telefono con la custodia a posto. In compenso l'oggetto è protettivo, nonostante la leggerezza. — Leah Yamshon

2,35 dollari su Amazon (http://xrl.us/bprnsu); PureGear;

pure-gear.com

SuperTooth CrystalQuando l’automobile diventa un ufficio ausiliario, da cui partono numerose chiamate telefoniche, un altoparlante Bluetooth con microfono (speakerphone) è la soluzione. SuperTooth Crystal ha il prezzo giusto e si inserisce in una piccola clip di metallo da fissare al parasole. Tecnicamente l’unità è persino banale da

CoverBuddy SwitchEasyCoverBuddy è un sottile guscio gommato rigido che protegge il dorso di un iPad mini protetto davanti da una Smart Cover, e lo fa con gli stessi colori. Con uno spessore di soli 1,5 millimetri, la cover si attacca con facilità al dorso di iPad mini lasciando le aperture per il connettore Lightning, la fotocamera posteriore, il microfono in alto e il jack per gli auricolari. CoverBuddy tiene coperti i pulsanti di volume e i controlli di stop e accensione, che si attivano premendo lo strato soprastante della custodia. La soluzione funziona. Nella confezione si trovano le chiusure, se desiderate, del jack auricolari e del connettore Lightning. Finisce che CoverBuddy copre tutto quello

InCharge X5 ExtremeMacNelle famiglie dove circolano più apparecchi iOS, è inevitabile che circolino anche cavi e alimentatori in quantità. Il dock InCharge X5 aiuta a domare questa piccola giungla casalinga e consente la carica simultanea di un massimo di cinque tra iPad, iPod e iPhone, in qualunque combinazione. I cinque connettori di X5 sono del vecchio tipo a 30 pin ma scommettiamo che nelle case ci siano ancora abbastanza apparecchi di questo tipo da rendere interessante il prodotto. E comunque, con l’adattatore di Apple, è facile caricare anche apparecchi con porta Lightning. Devo ammettere che inserire nel modo giusto iPad di seconda e terza generazione e iPod touch ha richiesto più impegno che per gli altri apparecchi. Ma tutto alla fine ha funzionato. — Dan Frakes

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53

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Dispositivi iOS: gamma attuale

Tutti i prezzi sono i prezzi ufficiali Apple in euro e Iva inclusa

Dagli iPod touch di quarta generazione, ancora offerti a prezzi stracciati, fino agli iPad di quinta generazione, ormai i dispositivi iOS sono in tutte le taglie e per tutte le tasche

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La neutralità di Internet

di Ivan Rachieli

Che succede se chi vuole mettere contenuti in rete ha anche le chiavi delle reti?

Con un comunicato stampa – e un lungo intervento di Mark Zucker-berg, intitolato “Is Connectivity a

Human Right?” (La connettività è un dirit-to umano?) – lo scorso 20 agosto Facebook ha annunciato la nascita di Internet.org, “una partnership globale che ha l’obiettivo di rendere Internet accessibile ai prossimi 5 miliardi di persone”. Le reazioni e i commenti non sono tardati, e molti hanno sottolineato come – dal punto di vista di Facebook – la buona causa avesse l’effetto collaterale non trascurabile di aumentare il numero degli utenti potenziali, con tutto quello che di

buono ne consegue per gli inserzionisti, i fatturati e la quotazione in Borsa.Del resto, è stato detto, non c’è molto da stupirsi e non c’è niente di male. Facebook è una compagnia privata e si occupa dei propri interessi. Se poi, mentre si trova impegnata a fare i propri interessi, fa anche qualcosa di buono per gli altri, tanto meglio. È così, ed è vero: non c’è niente di male. D’altra parte, per chi vuole trovare motivi per preoccuparsi, ce ne sono di più profondi e migliori.Un primo punto su cui soffermarsi è la neutralità delle reti portate da iniziative che vedono coinvolti attori privati; oltre a Facebook partecipano all’iniziativa Inter-net.org Ericsson, MediaTek, Nokia, Opera, Qualcomm e Samsung. Google Fiber, il programma per la connettività ad alta velocità di Google, è un ottimo esempio concreto di quello che può succedere in questi casi.

Come cambiano le cose quando tocca a teGoogle ha sempre difeso la neutralità della rete dagli interessi degli Internet provider. Questo fino a quando non è diventato a sua volta un Internet provider, e ha vietato

L’OPINIONE

hanno del Web e della sua natura. Anche se Facebook non ha ancora iniziato ad agire come Internet provider, questo non significa che non si sia occupato dei Paesi più poveri e delle aree a bassa connettività. In questo senso il suo progetto più impor-tante è 0.facebook.com, un’applicazione web studiata per browser elementari, in grado di consentire l’accesso a una versione interamente testuale di Fa-cebook tramite connessioni WAP. In molti casi l’utilizzo di 0.facebook.com è gratuito – nel senso che non richiede la sottoscrizione di un piano dati, e questo – oltre all’altissima diffusione in queste aree di telefoni mobili e alla bassissima disponibilità di personal computer – rende Facebook l’unico accesso alla rete, e molto spesso il primo.In questo modo Facebook risponde in modo gratuito a un’esigenza molto forte – essere connessi, comunicare, trasmettersi informazioni – in zone in cui è il primo a farlo e fondamentalmente non deve affrontare alcuna concorrenza. Per questo – e per la quantità di servizi che è in grado di offrire – in queste aree la sovrappo-sizione tra Facebook è il Web diventa di fatto totale. Facebook è il Web, e anche quando migliorate condizioni economiche dovessero ampliare le possibilità di scelta, la base di utenti a disposizione sarebbe molto ampia, e il legame con il brand molto forte.Un legame che andrebbe oltre la semplice abitudine all’utilizzo: Facebook avrebbe creato la loro identità online, ne avrebbe consentito l’esistenza, avrebbe avuto la possibilità di coltivare una cultura della rete basata su consuetudini diverse: mi-nore sensibilità verso la tutela della privacy e dei dati personali, maggiore tolleranza verso i prodotti degli inserzionisti.

Ivan Rachieli si occupa di Internet, editoria, futuro. Aiuta i piccoli busi-ness ad andare online e scrive di editoria digitale per Apogeo. Il suo ultimo libro è Ebook metadata. È cofondatore di Bonpát, l’app del cibo da strada a Torino. Su Twitter il suo nickname è @iscarlets.

agli utenti di Google Fiber di utilizzare la connettività offerta per mettere in rete qualsiasi tipo di server – anche a uso di una rete domestica privata. La ragione è banale: Google sta per mettere sul mercato un’offerta business rivolta a infrastrut-ture di rete complesse, dunque chi vuole utilizzare un server deve aderire a questa offerta, quando sarà disponibile – e, vero-similmente, prepararsi a pagare di più.Potenzialmente, in futuro le limitazioni potrebbero aumentare: sui servizi utilizza-bili, ad esempio, o sui contenuti che pos-sono essere fruiti. Sono scenari ipotetici ma attuabili, specialmente in aree dove la connettività attuale è scarsa o assente, e chi la fornisce stabilisce le regole in modo sostanzialmente unilaterale. Da questo punto di vista sarà interessante seguire gli sviluppi di Google Loon, il progetto di Google per portare Internet dove non c’è grazie a una rete di palloni aerostatici: un’infrastruttura di cui Google avrebbe il pieno controllo.

Rete per chi non ne haUn altro punto su cui soffermarsi è il modo in cui queste iniziative possono modificare la percezione che le persone

Google ha sempre difeso la neutralità della rete dagli interessi degli Internet provider. Fino a quando non è diventato un Internet provider

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“C'è vero progresso solo quando i vantaggi

di una nuova tecnologia diventano per tutti”

Henry Ford

T E C N O L O G I E T E N D E N Z E T E N T A Z I O N I

IL FUTURO TI ASPETTA IN EDICOLA

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COVER FLOW

LA CASAAPPLEGODERSI AUDIO E VIDEO IN QUALSIASI AMBIENTE GRAZIE ALLE TECNOLOGIE APPLE

ILLUSTRAZIONI DI MCKIBILLO

Audio e video sono diventati beni di consumo erogati da una quantità impressionante di fornitori. Praticamente ogni

apparecchio che possediamo, dal più piccolo iPod al più grande Mac, se la cava bene con musica e filmati.Le case a tecnologia Apple, che si basano primariamente su hardware della Mela, sono fortunate: possono contare quasi sempre su una tecnologia chiamata AirPlay che facilita la condivisione di brani e spezzoni per tutta la casa. Così come il piccolo Mac mini costituisce un’ottima soluzione di server mediale domestico.Spiegheremo come impostare AirPlay e configurare Mac mini come server di media. Raccomanderemo anche alcuni diffusori e ci avventureremo nel mondo convulso dello streaming audio.

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AirPlay (apple.com/it/airplay/) – già noto come AirTunes – è la tecnologia Apple per trasmet-tere media su una rete locale, di solito in un’abitazione. Per-mette di distribuire audio da qualsiasi apparecchio Mac o iOS a qualunque sistema audio compatibile, o in alternativa video da un Mac o apparecchio iOS (recenti) a una Apple TV (recente anch’essa).AirPlay funziona sopra qualunque rete Ethernet o Wi-Fi (in questo caso deve trattarsi almeno della veloce versione 802.11n). Devono essere compatibili AirPlay tutti gli apparecchi interessati, anche in sola ricezione.Come si imposti e utilizzi AirPlay dipende dagli apparec-chi in gioco e dal tipo di media che trasmettiamo. In ogni caso, ecco come cominciare.Si noti che queste istruzioni presuppongono il corretto

specifiche e costose come quelle di Sonos.Rispetto a Bluetooth, altra maniera comune di diffondere audio, AirPlay presenta vari vantaggi. Per esempio, Blueto-oth comprime sacrificando informazione e AirPlay invece la conserva tutta, per cui offre maggiore qualità sonora. E mentre Bluetooth non va oltre un raggio di una trentina di metri con vento a favore, AirPlay sfrutta le possibilità più ampie del Wi-Fi o del cavo.Bluetooth permette infine di inviare audio a un singolo ricevitore; AirPlay dialoga anche con più apparecchi nello stesso istante.AirPlay, con le sue doti, ha anche un paio di svantaggi: richiede normalmente un apparecchio Mac o iOS come sorgente (gli apparecchi non Apple capaci di trasmettere su AirPlay sono molto pochi o

COVER FLOW

funzionamento della rete locale; Apple ha pubblicato alcune note tecniche relative alla soluzione di vari problemi comuni agli indirizzi http://xrl.us/biezw3, http://xrl.us/bprnwq e infine http://xrl.us/bprnws.

Streaming audio con AirPlayNella sua applicazione più semplice, AirPlay è un modo comodo di portare audio da Mac e iOS a un altoparlante nella stanza, o nella casa.Sebbene la percezione comune veda AirPlay come tecnologia wireless, l’audio può anche viaggiare su un cavo oppure su entrambi, per esempio da un iPhone a un ricevitore AirPlay connesso via Ethernet. Ma AirPlay è anche un sistema relativamente economico di mettere in piedi un sistema audio per la casa, specialmente comparandolo con soluzioni

INIZIARE COME SI DEVE CON AIRPLAYCOME METTERE A PUNTO LA TECNOLOGIA APPLE PER CONDIVIDERE I MEDIA

DI DAN FRAKES

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richiedono trucchi) e i prodotti compatibili tendono a costare più di quelli Bluetooth.

Opzioni audioTrasmettere audio su AirPlay richiede un apparecchio Mac o iOS a una estremità e un ricevitore compatibile all’altra. Il ricevitore più semplice concepibile è un normale diffusore compatibile. Questi oggetti hanno connessione di rete – di solito Wi-Fi ed Ethernet – incorporata, insieme a circuiteria speciale che consente ai diffusori di ricevere segnali audio AirPlay.In alternativa si può utilizzare AirPort Express di Apple come ricevutore AirPlay. La base è in grado di ricevere i segnali AirPlay e ritrasmetterli tramite il proprio jack di uscita a qualsiasi componente connesso via filo, non importa se l’audio sia digitale o analogico. Per esempio, si possono collegare ad AirPort Express diffusori del

tipo da computer.Esiste un’altra possibilità: collegare la Express allo stereo di casa; si può anche assem-blare un sistema apposta usando un amplificatore compatto oppure un amplifica-tore che funga anche da convertitore digitale/analogico (Dac) e una coppia di altopar-lanti non alimentati.Se infine possediamo una Apple TV di seconda genera-zione o più recente, possiamo usarla come ricevitore AirPlay. Apple TV sa fare uscire però solamente audio digitale.

Connettere!Prima di poter distribuire audio via AirPlay, bisogna configurare il ricevitore. Come questo avvenga, dipende dal genere di apparecchio in gioco.Sistema di altoparlanti compatibile AirPlayLa gran parte di questi diffusori si configura facil-mente. Spesso è sufficiente

connettere loro un apparecchio iOS mediante un cavo Usb e utilizzare una app per la configurazione del prodotto. Di solito è possibile anche assegnare un nome specifico ai diffusori, come Cucina oppure Primo Piano, che aiuta a distinguere gli apparecchi dentro una configurazione domestica affollata. Altri modelli creano una rete Wi-Fi cui collegarsi con il proprio Mac o apparecchio iOS, per collegarsi a un server Web incorporato dal quale configu-rare il modello in modo che acceda alla rete di casa.AirPort ExpressConfigurare una AirPort Express come ricevitore AirPlay è affare più involuto, ma ancora ragionevolmente semplice. Se la Express fa già parte della rete, lanciamo Utility AirPort, selezioniamo la base e facciamo

clic sul pulsante di modifica. Poi, nella scheda AirPlay, spuntiamo la casella di abilitazione di AirPlay, possibil-mente le assegnamo un nome sensato se non sia già stato fatto e infine facciamo clic sul tasto di aggiornamento.Se si opera su una AirPort Express appena acquistata, sarà necessario prima configurarla in modo che entri a fare parte della rete. In qualsiasi caso, non è una cattiva idea impostare una password che andrà usata da tutti gli apparecchi che desiderano trasmettere audio verso la base, specialmente se la rete si trova in un punto di grande passaggio. Poi servirà collegare il sistema audio alla Express attraverso un cavo analogico o digitale.Apple TVNe parliamo più in dettaglio nel giro di un paio di pagine.

AirPort espressoDentro Utility AirPort si abilita la base per ricevere trasmissioni AirPlay con una spunta della casella apposita.

Rete iOS Lo schermo di iPhone mostra un elenco di diffusori e apparecchi presenti nella rete e compatibili AirPlay.

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Streaming da un Mac

In iTunes, selezionate l’icona di AirPlay per far apparire una lista di tutti

i vostri dispositivi AirPlay pronti all’uso.

AirPlay presenti sulla vostra rete locale; selezionatene uno e dopo pochi secondi l’audio inizierà ad uscire dagli speaker che avete selezionato. Si noti che quando condividete l’audio in streaming da un’app iOS potete scegliere solamente una singola destinazione AirPlay alla volta. iOS: Altre app - Alcune applicazioni non forniscono un controllo per la selezione di AirPlay; in altri casi potreste voler fare lo streaming di tutto l’audio proveniente dal vostro dispositivo iOS, a prescindere dall’applica-zione. In questo caso, potete utilizzare il controllo AirPlay di sistema presente in iOS. Cliccate due volte il pulsante Home come per

accedere al pannello del multitasking e poi scorrete verso destra fino a quando non trovate la barra di selezione del volume; accanto a questa barra troverete il pulsante standard di AirPlay. Selezionatelo e successivamente selezionate il dispositivo AirPlay su cui avete intenzione di trasmettere l'audio.Mac: iTunes audio - Per trasmet-tere su un dispositivo AirPlay la musica che avete su iTunes, semplicemente cliccate sul pulsante AirPlay vicino all’angolo in alto a sinistra della finestra di iTunes (vicino alla barra di selezione del volume) e successi-vamente scegliete il dispositivo

Che lo streaming abbia inizioPer trasmettere audio in streaming dovete anzitutto accendere il vostro sistema audio ed accertarvi che sia impostato sull’ingresso corretto (qualora ne abbia più di uno). Il prossimo passo dipenderà dal dispositivo che volete utilizzare per avviare lo streaming. iOS: app con controlli Airplay - Sotto iOS 4.3 e successivi, le app possono adottare il controllo per la selezione di AirPlay diretta-mente al loro interno. Questo pulsante, che ricorda l’icona di AirPlay, è solitamente vicino al controllo di selezione del volume. Alla pressione di questo pulsante vedrete una lista di tutti i dispositivi atti alla ricezione di

AirPort che preferite. Per inviare l’audio a più dispositivi, cliccate su “Multipli” e poi scegliete gli speaker su cui volete effettuare lo streaming; potete inoltre controllare il livello del volume per ogni speaker presente in questo menu.Mac: streaming di tutto l’audio - Se volete eseguire lo streaming di tutto l’audio del vostro Mac – e non solo di iTunes – ad una singola destinazione AirPlay, aprite il pannello “Suono” delle preferenze di sistema, andate sulla scheda "Uscita" e selezio-nate la destinazione AirPlay dalla lista; dopo alcuni secondi l’audio dovrebbe smettere di essere riprodotto attraverso il vostro Mac in favore della base AirPlay selezionata. In alternativa, potete premere il tasto opzione e cliccare l’icona del volume nella menu bar. Questo vi mostrerà un menu a comparsa con la lista dei dispositivi di uscita e di ingresso selezionabili; potrete scegliere quindi fra i dispositivi di uscita la destinazione Airplay che preferite utilizzare.Alcuni avvertimenti: Anzitutto, a causa di un leggero ritardo nella trasmissione, potreste notare che l’audio ed il video non sono perfettamente sincronizzati quando guardate un filmato sul

Mac mentre l’audio viene riprodotto tramite AirPlay. In secondo luogo, quando il vostro Mac non sta condividendo l’audio tramite AirPlay, la connessione è in stato di “sleep”; una volta che l’audio in streaming viene fatto ripartire, quindi, possono volerci alcuni secondi affinché la connessione si ricostituisca.Mac: altre applicazioni - Se intendete inviare l’audio da un’applicazione diversa da iTunes, come ad esempio un video da Safari, ma non volete fare lo streaming di tutto l’audio del vostro Mac, avrete bisogno di affidarvi ad un software di terze parti, come Airfoil di Rogue Amoeba per Mac (http://www.rogueamoeba.com/airfoil/mac/), che al costo di 25 dollari (poco meno di 20 euro) permette di scegliere tra tutte le applicazioni attual-mente in esecuzione sul Mac; l’audio di quell'applicazione viene quindi inviato in strea-ming ai dispositivi AirPlay che avete scelto. L’Airfoil Video Player, incluso nel pacchetto, vi permette inoltre di fare lo streaming dell’audio di un filmato mentre il video viene comunque riprodotto sul Mac mantenendo tutto perfetta-mente sincronizzato.

Dispositivi multipli Si può trasmettere la propria musica su più dispositivi AirPlay, questa lista ve li mostra per nome; è possibile inoltre selezionarne il volume

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Streaming video con AirPlay Se avete una Apple TV recente potete inoltre inviare il flusso video attraverso AirPlay da un Mac recente o da un dispositivo iOS ad una singola Apple TV. Più precisamente, avrete bisogno di una Apple TV di seconda o terza generazione (uno dei modelli piccoli di colore nero).Per abilitare AirPlay (per il video o l’audio) sulla vostra Apple TV, andate nella schermata delle impostazioni, selezionate AirPlay, e poi assicuratevi che AirPlay sia abilitato. E per evitare che qualcun altro prenda possesso della vostra Apple TV dall’esterno, potete scegliere di impostare un semplice codice “On Screen” (il che implica che chiunque voglia fare streaming sulla vostra Apple TV deve necessariamente inserire questo codice quando la richiesta appare sullo schermo della televisione) o una password tradizionale. Se preferite dare alla vostra Apple TV un nome più descrittivo, tornate al pannello delle impostazioni, scegliete “Generali” e poi selezionate la voce “Nome”. Scegliete uno fra i nomi di default oppure inserite un nome personalizzato. Mac: streaming video sulla TV - Se volete fare streaming video sulla vostra televisione, dovete anzitutto accendere la TV e controllare che sia impostata sull’ingresso corretto corrispon-dente alla vostra Apple TV. Successivamente, usate una delle procedure sotto descritte a seconda del video che avete inten-zione di riprodurre.iOS: video da una singola app - Molte applicazioni che gesti-scono video, come Netflix, Youtube e l’app nativa Video, vi permettono di inviare i video in streaming ad una Apple TV. Mentre un video è in esecuzione, vi basterà selezionare il pulsante di AirPlay (di solito si trova vicino ai controlli per la riproduzione) e successivamente la vostra Apple

Mirroring Per abilitare il mirroring da un dispositivo iOS, aprire il task manager, scorrere verso destra ed agite sul menu di AirPlay

TV. Su qualsiasi dispositivo che supporti la duplicazione dello schermo tramite AirPlay (vedere il prossimo punto) alcune app, come i giochi di corsa, possono visualizzare il video principale sulla televisione ed una scher-mata secondaria sul vostro dispositivo iOS. Molti di questi giochi hanno un’opzione fra le impostazioni che va abilitata per poter usare AirPlay. Qualunque metodo di streaming l’app utilizzi, tornare alla Home o passare ad un’altra app solita-mente interrompe lo streaming.IOS: duplicazione dello schermo dell'apparecchio - Se avete un iPhone 4S o superiore, un iPad 2 o superiore (incluso l’iPad mini) o un iPod touch di quinta generazione o superiore che abbia installato almeno iOS 5, potete invece decidere di duplicare lo schermo del vostro dispositivo sulla vostra TV tramite AirPlay. Quando lo fate, tutto quello che vedete sullo schermo del dispositivo apparirà anche sulla TV, incluso la schermata di Home e qualsiasi app in esecuzione. Questa funzionalità è ancora più utile quando il vostro dispositivo è in modalità panorama (anche detta “landscape”), visto che la modalità panorama è sicura-mente più adatta alle TV widescreen odierne.Per abilitare la funzionalità di duplicazione dello schermo (“mirroring”) su un dispositivo che la supporti, premete due volte il pulsante Home per accedere al pannello del multitasking, scorrete verso destra fino a quando non vedete apparire il pulsante AirPlay vicino alla barra del volume. Selezionate il bottone, scegliete l’Apple TV a cui inviare i contenuti e successivamente selezionate “duplicazione”.Mac: streaming video da iTunes - Molti dei Mac che possono far girare iTunes 10.2 o successivi supportano lo streaming per i

video presenti all’interno di iTunes, verso la Apple TV.Semplicemente cliccate l’icona di AirPlay (nell’angolo in alto a sinistra della finestra di iTunes, accanto al controllo di selezione del volume) e successivamente scegliete la Apple TV a cui inviare il contenuto. Fatto questo, qualsiasi video riproduciate su iTunes verrà visualizzato sulla vostra TV invece che sul vostro Mac; se un video era già in esecuzione su iTunes, dopo alcuni secondi il video smetterà di essere riprodotto su iTunes in favore della vostra TV.Mac: streaming di video non presenti in iTunes - Se volete effettuare lo streaming di video che non sono contenuti all’in-terno di iTunes (come ad esempio dei film in un formato non supportato da iTunes o filmati che non volete comunque

inserire nella vostra libreria di iTunes) avete due opzioni: la duplicazione dello schermo (vedere il prossimo punto) oppure affidarvi ad applicazioni di terze parti. Beamer (http://beamer-app.com), al costo di $15 (circa 12 euro) è una buona scelta. Quando viene eseguito chiede all’utente su quale Apple TV effettuare lo streaming; successivamente sarà sufficiente trascinare qualsiasi file video (AVI, FLV, M4V, MKV, MOV,MP4, WMV, o VOB) sopra alla finestra dell'applicazione affinché lo streaming inizi.Oltre a permettervi di effettuare lo streaming di video che non sono contenuti in iTunes, Beamer è anche utile per i video presenti su vecchi Mac che altrimenti non potreste trasmet-tere. Supporta inoltre i sottotitoli e l’audio 5.1.

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Mac: duplicazione dello schermo del Mac - Come per i dispositivi iOS recenti potete duplicare l'intero display del Mac sulla vostra TV attraverso AirPlay, a patto che abbiate Mac OSX 10.8 Mountain Lion su un Mac compatibile: un iMac a partire dal modello di metà 2011, un Mac mini, un Macbook Air o un MacBook Pro a partire dal modello di inizio 2011.Su ognuno di questi Mac, quando OSX riconosce una Apple TV compatibile all'in-terno della vostra rete locale, un nuovo menu AirPlay appare nella barra superiore, e un menu a comparsa appare nel pannello “Monitor” tra le preferenze di sistema. Da uno di questi menu selezionate la Apple TV per abilitare la duplicazione dello schermo; mentre è in esecuzione vedrete le icone di AirPlay evidenziate da un colore blu.Mentre effettuate la duplica-zione dello schermo su una Apple TV, potete selezionare la risoluzione del vostro display e quindi del segnale che state mandando in streaming alla vostra TV. Scegliete “Ideale per monitor incorporato” nelle preferenze di sistema o “Questo Mac” dal menu di AirPlay nella menu bar e il vostro Mac

rimarrà alla sua risoluzione originaria. Questa imposta-zione farà si che il video abbia il miglior aspetto sul vostro Mac (ma fate attenzione perché l’immagine sulla TV potrebbe essere troppo grande per lo schermo). Scegliete “Ideale per AirPlay” tra le preferenze di sistema o “Apple TV” dal menu di AirPlay nella menu bar e la risoluzione del display del vostro Mac cambierà ad una risoluzione 16:9 che meglio si adatta alla risoluzione nativa della vostra TV. Le preferenze di sistema, inoltre, offrono l’opzione “In scala” che vi permette di scegliere qualsiasi risoluzione non nativa che possa essere supportata dallo schermo del vostro Mac. Se avete un vecchio Mac, AirParrot (www.airparrot.com), al costo di $ 10 (circa 8 euro) vi permetterà di effettuare la duplicazione dello schermo del Mac verso una Apple TV. Sia che abbiate un Mac nuovo o vecchio, AirParrot vi permetterà inoltre di utilizzare la vostra TV come display secondario.

App videoMentre un video è in esecuzione nella app Video, toccate l’icona di AirPlay e selezionate il dispositivo di destinazione dalla lista.

Fermare lo streamingA prescindere dal tipo di streaming che state facendo e dal dispositivo che state utilizzando, potete fermare lo streaming usando lo stesso controllo o menu AirPlay che avete utilizzato per farlo partire. Sarà sufficiente selezionare come uscita il vostro stesso dispositivo iOS o Mac che state utilizzando, oppure scegliere “Disattiva duplicazione AirPlay” dall'i-cona nella menu bar o “Inat-tiva” alla voce “Duplicazione AirPlay” presente nella schermata Monitor tra le preferenze di sistema. In alternativa, se state effet-tuando lo streaming da un’applicazione particolare, chiudere l'applicazione solitamente interrompe anche lo streaming. Infine, se viene eseguito su un’Apple TV, potete fermare lo streaming o la duplicazione dello schermo semplicemente premendo il pulsante Menu sul telecomando (Apple Remote) della vostra Apple TV.

Fermare il mirroringPer fermare il mirroring aprite il menu di AirPlay e selezionate “Disattiva duplicazione AirPlay”.

STREAMING DI UN VIDEO SU UN MACCon l’aiuto delle utility di terze parti, potete anche fare dello streaming video (da un’applicazione o duplicando lo schermo di un Mac o dispositivo iOS) su un altro Mac. Due esempi: Reflector (www.reflectorapp.com) al costo di $13 (circa 10 euro) e AirServer (www.airserver.com/Compare) al costo di $15 (12 euro) vi permettono di ricevere in streaming video ed audio direttamente sul vostro Mac, trasformandolo di fatto in una sorta di Apple TV intelligente. Mentre una di queste applicazioni è in esecuzione – Reflector supporta OSX 10.6.8 o successivo, AirServer supporta OSX 10.4 o successivo) – il vostro Mac apparirà fra i dispositivi AirPlay disponibili per gli altri Mac o dispositivi iOS della vostra rete locale.

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ALTOPARLANTI PER AIRPLAY

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Se state configurando AirPlay a casa vostra, avrete bisogno di altoparlanti compatibili con AirPlay. Ecco i nostri sei modelli preferiti

Audyssey Audio Dock AirDESKTOP - AIRPLAY, JACK AUDIO; 360 EUROL’Audio Dock Air, una lastra nera rettangolare verticale, ha bisogno di poco spazio sugli scaffali. La manopola del volume rappresenta l'unico controllo: l'altoparlante è privo persino di un pulsante di accensione. Una volta connesso alla rete Wi-Fi, l’Audio Dock Air presenta una trasmissione piacevole, praticamente senza intoppi, e la qualità audio è molto buona. Dietro alle coperture laterali in tessuto nero si trovano due tweeter da 0,75 pollici, due woofer da 3 pollici, e due radiatori passivi di basso da 4 pollici, che producono bassi anche a volumi moderati. http://xrl.us/bpssnc

Pioneer A3 XW-SMA3-KPORTATILE - AIRPLAY, JACK AUDIO, USB; 199 EURO

L’A3 è paragonabile per molti versi all’MC200 Air (presentato qui sotto), ma ha optato per compromessi differenti. L’A3 è più portatile:, per esempio: ha una batteria incorporata, come lo Zipp (a destra), che offre più di quattro ore di autonomia. E sempre come lo Zipp, anche l’A3 può impostare la propria rete Wi-Fi ad hoc quando siete lontani da casa, e può apprendere facilmente nuove impostazioni Wi-Fi quando lo collegate a un dispositivo iOS. L’A3 ha un livello di protezione IPX2, e quindi è immune all’occasionale spruzzata, ma non è certo consigliabile utilizzarlo sotto la pioggia. Le prestazioni dei bassi dell’A3 eclissano quelle dell’MC200 Air, anche se quest'ultimo si comporta un po' meglio con le frequenze più alte. http://xrl.us/bpssnp

Boston Acoustics MC200 AirPORTATILE - AIRPLAY, JACK AUDIO; 229 STERLINE

L'MC200 Air occupa poco spazio (è anche montabile a parete), ma offre un suono molto buono. Ha un jack per cuffie, anche se è difficile dire quanto spesso avrete bisogno di utilizzarlo. L'MC200 Air è troppo piccolo per avere un subwoofer, e utilizza invece ciò che Boston Acoustics chiama circuiteria BassTrac, un approccio digitale per gestire artificialmente i bassi. Se vi piacciono i bassi pompati ma anche la portabilità, vale la pena tener presente L'MC200 Air, anche se è privo di batteria, e i bassi possono suonare artificiali. http://xrl.us/bpssn7

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Klipsch Gallery G-17 AirDESKTOP - AIRPLAY, JACK AUDIO, USB; 164,90 DOLLARI

Il G-17 Air, dal color nero lucido, stupirà con la sua grinta audio. Una coppia di tweeter da 0,75 pollici, due driver da 2,5 pollici, una porta dei bassi e amplificatori separati si combinano per generare un suono delizioso e un volume sorprendente. Il G-17 Air può riempire ben più di una sola stanza se si porta il volume al massimo. L’altoparlante viene venduto con un rivestimento in tessuto opzionale che copre l’intera superficie; si aggancia magneticamente. E l'azienda ora offre anche rivestimenti personalizzati, dal costo di 25 dollari, che si possono far stampare con le immagini che preferite. http://xrl.us/bpssow

Libratone ZippPORTATILE - AIRPLAY, JACK AUDIO, USB; 399,95 EURO

Il fatto che potete cambiare il colore allo Zipp sostituendo la sua copertina di lana con cerniera è la caratteristica meno interessante di questo diffusore. Più impressionanti sono la sua semplice configurazione, il supporto PlayDirect e l’ottimo suono. Con semplice configurazione intendiamo dire che basta collegare il dispositivo iOS allo Zipp, e con un tocco l'altoparlante erediterà le impostazioni Wi-Fi del dispositivo. PlayDirect consente di utilizzare l'altoparlante ricaricabile anche quando siete lontani da una rete wireless: l'altoparlante imposta la propria rete Wi-Fi, e poi il dispositivo iOS si collega a esso. Lo Zipp offre un suono straordinariamente pieno, con notevole presenza di fascia bassa, e un suono a 360 gradi. http://xrl.us/bpssou

Bowers & Wilkins A7DESKTOP - AIRPLAY, JACK AUDIO; 799 EURO

Il compatto A7 è uno degli altoparlanti AirPlay più costosi che abbiamo trovato, dall'audio impeccabile. Acusticamente ed esteticamente, l’A7 è all'altezza del prezzo. Il suo design levigato ed elegante nasconde un trio di pulsanti tattili integrati (accensione, volume su e volume giù). I suoi due tweeter da un pollice, i due driver midrange da tre pollici, un subwoofer da sei pollici, e tre amplificatori separati producono un suono profondo, pieno, ampio e forte. Soddisfacente. http://xrl.us/bpsso8

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IL MAC MINI COME MEDIA CENTERCOME IMPOSTARE IL MAC PIÙ PICCOLO DI CASA APPLE PER CONSERVARE E CONDIVIDERE I VOSTRI MEDIA

DI CHRISTOPHER BREEN

Se potessimo tornare indietro al XVI secolo e chiedere al famoso Nostradamus “Coloro che vivranno nel 2013, potranno richiamare ogni genere di contenuti multimediali da un unico apparecchio?”, molto probabilmente il nostro risponde-rebbe con un entusiastico “Mais oui!” Purtroppo, però, sappiamo fin troppo bene come in realtà questa previsione non si sia avverata completamente.Abbiamo sicuramente compiuto dei progressi, con la crescita di servizi via cavo e via satellite che forniscono un trilione di canali con programmazione on-demand, così come set-top box digitali che offrono accesso ad ampi servizi online di musica e video. Tuttavia il Santo Graal – la possibilità di guardare esattamente ciò che si desidera guardare quando si desidera guardarlo – attualmente rimane la materia di cui son fatti i sogni, per dirla con Shakespeare.Per questo motivo, quelle persone interessate alla creazione di una soluzione intorno a un unico apparecchio hanno cercato di sfruttare il più potente dispositivo multimediale in casa propria: il computer. Non solo può ripro-durre la musica, i video e le presentazioni memorizzate localmente, ma con una mac-china del genere è inoltre

possibile fruire di qualsiasi contenuto disponibile su Internet, tra cui lo streaming di programmi televisivi, film e musica.Tuttavia, star seduti davanti al monitor di un computer, a prescindere da quanto spettaco-lare sia la risoluzione dello schermo, può essere limitante. Una tale configurazione, poi, non offre un’esperienza di gruppo molto soddisfacente ed è difficile scrollarsi di dosso la sensazione di stare armeggiando con un compu-ter piuttosto che godersi un divertente dispositivo multime-diale. Ciò che vogliono molti consumatori è un dispositivo che sia intelligente come un compu-ter, ma a suo agio in un salotto, collegato a una TV a grande schermo. Per alcuni, Apple produce esattamente un apparec-chio del genere: Mac mini.Piccolo, non oscenamente costoso, e in grado di accedere a contenuti media sia localmente che online, il Mac mini presenta di certo diversi vantaggi; ma è la soluzione perfetta per coloro che sono ansiosi di ‘tagliare il cordone’ dei media? Ho passato un mese con un Mac mini per scoprirlo.

L’hardwarePer il mio esperimento multime-diale ho scelto il modello base di Mac mini (649 euro), in special

modo per il prezzo e per le sue prestazioni. Questa versione di Mac mini include un processore dual-core 2,5 GHz Intel Core i5, 4 GB di Ram, un hard disk da 500 GB, e la scheda grafica Intel HD Graphics 4000 integrata nella scheda madre. Con altri 200 euro è possibile acquistare un Mac mini con processore Core i7 e un hard disk da 1 TB. Ho scelto di risparmiare quei 200 euro perché il processore del modello base è abbastanza veloce per fungere da media server, e anche se una grande quantità di spazio di archiviazione è importante per questo tipo di utilizzo, un hard disk esterno fornisce maggior spazio a un costo minore.Il Mac mini attuale offre altri vantaggi come media server. È dotato di una porta Hdmi, che permette di collegare il computer direttamente al televisore o ricevitore AV compatibile con Hdmi. Inoltre include uno slot per schede Sdxc per accedere direttamente alle foto memoriz-zate sulla scheda della fotoca-mera. Diversamente dalla maggior parte dei Mac di oggi, il mini possiede ancora una porta FireWire 800 (è anche dotato di una porta Thunderbolt, comun-que). Poi vi sono quattro porte Usb 3.0 per collegare dispositivi di archiviazione aggiuntivi e periferi-che multimediali. Il mini dispone di un ricevitore IR e viene fornito con il telecomando Apple, in modo da poterlo controllare dal divano. È presente una porta Gigabit Ethernet, per quelle occasioni in cui una connessione wireless non è abbastanza veloce. E supporta audio digitale in ingresso e uscita.

Gestire i supporti otticiQuel che manca al Mac mini, e che manca da un paio di iterazioni, è un supporto rimovibile. Se fate ancora affidamento su Dvd e Cd, allora potrebbe infastidirvi scoprire che il mini non ha alcuno slot nella

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Il problema del controlloSe un computer può essere un media player formidabile, un elemento ha tradizionalmente ostacolato quelle soluzioni media center basate su sistemi come il Mac mini: la semplicità di controllo. Siamo in grado di operare ricevitori AV, lettori di dischi, TV ad alta definizione e console di gioco senza muoverci dal divano, ma quando si tratta di controllare un computer, troppo spesso finiamo col ricorrere a una tastiera più un mouse o trackpad.Prima che tali periferiche fossero comunemente disponibili in versioni senza fili, aggiungere un computer alla configurazione multimediale del soggiorno significava creare un accrocchio assai scomodo, che costringeva ad alzarsi dal divano e ad accasciarsi sul pavimento digitando sulla tastiera collegata alla ricerca del supporto desiderato.Naturalmente è possibile controllare alcune applicazioni multimediali con il telecomando Apple Remote da 19 euro, ma questo non permette di gestire tutta l'interfaccia del Mac. Una soluzione migliore sono i dispositivi di input — tastiera, mouse e trackpad — in versione Bluetooth. Risolvono il problema del controllo remoto dal divano e permettono di operare l’apparec-chiatura con una certa comodità.Ciò che rende tale controllo ancora più accettabile è qualcosa che permetta di combinare la tastiera Apple Wireless (70 euro; www.apple.com/it/keyboard) e il Magic Trackpad (70 euro; www.apple.com/it/magictrackpad) in una

CIÒ CHE VOGLIONO MOLTI CONSUMATORI È UN DISPOSITIVO CHE SIA INTELLIGENTE COME UN COMPUTER, MA A SUO AGIO IN UN SALOTTO. PER ALCUNI, APPLE PRODUCE ESATTAMENTE UN APPARECCHIO DEL GENERE: IL MAC MINI

parte anteriore per accogliere i vostri dischi. Tuttavia oggi le unità Usb esterne per i supporti rimovibili sono poco costose, e funzionano esattamente come le unità interne, consentendovi di riprodurre filmati e installare software archiviati su disco. Per

circa 30 euro potete acquistare un’unità del genere, che è assolutamente all’altezza del SuperDrive Usb di Apple (79 euro; http://store.apple.com/it/product/MD564ZM/A/super-drive-usb-apple).Queste unità, tuttavia, non sono in grado di riprodurre i dischi Blu-ray, una tecnologia che Apple non ha mai supportato. Anche se è possibile aggiungere un lettore Blu-ray esterno per meno di 100 euro ed è possibile trovare ottimo software per la masterizzazione di dati su tali dischi, il software necessario per riprodurre film su Blu-ray non è molto buono. Se volete godervi contenuti Blu-ray, è meglio collegare direttamente al televisore o ricevitore AV un lettore Blu-ray dedicato, oppure

procurarvi una copia digitale, che viene frequentemente inclusa con i titoli Blu-ray più recenti, e aggiungerla alla libreria iTunes del Mac mini.

Scarsità di spazioI contenuti media — film e

spettacoli televisivi, in particolare — possono occupare rapidamente parecchio spazio di archiviazione. Un film ad alta definizione acquistato su iTunes Store occupa generalmente 3 GB, mentre un episodio di un’ora di una serie TV in HD è di poco inferiore ai 2 GB. Se a questo aggiungiamo librerie musicali e fotografiche di una certa consistenza, i 500 GB del Mac mini si esauriranno in brevissimo tempo.Un modo per aggirare questa limitazione è quello di lasciare gli acquisti nella nuvola e scaricare o passare in streaming solo i contenuti che desiderate guardare o ascoltare in un certo momento, utilizzando iTunes nella nuvola per i video e iTunes Match per la musica. Quando avete finito con

quel determinato materiale, eliminatelo. Anche se questo approccio offre una maggiore quantità di spazio di archivia-zione, dovrete attendere durante lo scaricamento o lo streaming di ogni contenuto. Inoltre, se il vostro provider Internet impone

un limite mensile al traffico dati, con questo metodo potreste raggiungere quel limite ben prima della fine del mese. Dato che desiderate risparmiare banda per utiliz-zare servizi di streaming come Amazon Instant Video, HBO Go, Hulu, Netf lix, Pandora e YouTube, una migliore alternativa è quella di collegare un hard disk esterno al Mac mini e quindi memorizzare su di esso la vostra collezione personale di file multimediali. Con un po’ di ricerca è possibile trovare hard disk Usb da 2 TB per poco più di 100 euro. Una volta collegato l’hard disk al Mac mini, indicare tale periferica come unità di destinazione per i file di iTunes è semplicissimo.

Porte a volontà Il più recente modello di Mac mini offre parecchie porte multimediali, fra cui Hdmi, FireWire 800 e Thunderbolt.

Team affiatato Riunite tastiera e trackpad con MagicWand.

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Controlli a portata di mano L’applicazione TouchPad trasforma il vostro iPhone, iPod touch o iPad in una tastiera/trackpad wireless per controllare il Mac mini.

Interfaccia amichevole

Basato sul progetto open source

XBMC, Plex è un media player molto

elegante. In figura si può vedere Plex

in funzione su un iPad visto attraverso la app Screens.

sola unità. Se ve la cavate con il bricolage, potreste costruire un simile aggeggio. Per 30 euro, tuttavia, Twelve South offre il più elegante MagicWand (http://twelvesouth.com/products/magicwand), un mezzo cilindro che accoglie il lato batteria di entrambi i dispositivi wireless Apple. Una volta disposti fianco a fianco, i due dispositivi di input separati diventano una singola unità, che è quindi possibile utilizzare tenendola comoda-mente in grembo.

Passare a iOSSe questi dispositivi vi sembrano ancora troppo ingombranti per il salotto, potreste invece scegliere di utilizzare il vostro iPhone, iPod touch o iPad nella veste di controller. Esistono diverse applicazioni in grado di trasfor-mare il dispositivo iOS in una tastiera/trackpad wireless.Per esempio, sia Rowmote Pro di Evan Schoenberg (4,49 euro; https://itunes.apple.com/it/app/rowmote-pro-remote-control/id315316036?mt=8) che Tou-chPad di Edovia (4,49 euro; https://itunes.apple.com/it/app/touchpad/id297623931?mt=8) consentono al dispositivo iOS di diventare una tastiera/trackpad virtuale. Utilizzando il software Mac che accompagna una di

queste applicazioni, è possibile accoppiare il dispositivo iOS con il mini e poi controllarne l’interfaccia come si farebbe con una tastiera e un trackpad wireless veri e propri.Se invece preferite interagire con il vostro iPad come se fosse lo schermo del Mac, orientatevi su un’applicazione Vnc, come iTeleport (21,99 euro; www.iteleportmobile.com), Splashtop Remote Desktop (8,99 euro; www.splashtop.com), oppure Screens (17,99 euro; www.edovia.com).

Ognuna di queste applicazioni duplica l'interfaccia del Mac su un dispositivo iOS e permette di controllare il computer in remoto. Con iTeleport e Splashtop, è necessario installare ed eseguire il software server gratuito su Mac, che consente al client iOS di effettuare la connessione e proiettare lo schermo del Mac sul vostro dispositivo iOS.

Aggiungere un media playerIl controllo remoto è certamente una grande sfida nell’utilizzo di un computer come dispositivo multimediale. L'altro ostacolo è semplificare tale controllo per renderlo accessibile a tutta la famiglia. Voi, i tecnici di casa, potreste sentirvi perfettamente a vostro agio con il sistema che avete impostato, ma altri membri della famiglia potrebbero non toccarlo perché lo trovano troppo complicato. Per questo motivo si dovrebbe semplificare l’interfac-

cia il più possibile.Un tempo si poteva svolgere questo compito per mezzo della tecnologia Front Row di Apple, che permetteva di navigare i contenuti sul Mac con un’inter-faccia in stile Apple TV. Mal-grado Front Row semplificasse la navigazione dei media, era quasi interamente limitato ai contenuti della libreria di iTunes: Apple sembrava non avere alcun interesse a estenderlo per includere nella scelta streaming di altre aziende. Fortunatamente, gli sviluppatori di terze parti hanno una mentalità più aperta in questo genere di cose, e attualmente il mercato offre un paio di applicazioni media center che è possibile utilizzare per control-lare non solo musica, immagini e video archiviati localmente, ma anche stream multimediali online: XBMC (xbmc.org) e Plex (www.plexapp.com).XBMC è un media player e centro di intrattenimento open source, mentre Plex è un’applica-zione e interfaccia basata sulla tecnologia di XBMC. Delle due applicazioni, troviamo Plex più facile da usare grazie alla sua

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interfaccia semplice e alla facilità con cui è possibile aggiungere sia contenuti media locali sia i più svariati servizi di streaming Internet come Amazon Instant Video, Shoutcast, Spotify, Ustream, Vimeo e YouTube.Per utilizzare Plex con i contenuti media locali occorre configurare

l’applicazione Plex Media Server separata. È un software gratuito, e non è difficile da impostare. Basta scegliere il tipo di supporto che desiderate aggiungere, e poi dire a Plex dove è memorizzato. Gli elementi verranno quindi visualizzati nel lettore Plex.Dopo aver aggiunto i canali di streaming multimediali che preferite, nonché la musica, i film e le immagini archiviati sul vostro Mac (o un server di rete locale), è possibile accedervi facilmente utilizzando il telecomando Apple Remote, una tastiera, o una delle applicazioni iOS già citate. L'interfaccia di Plex occupa l'intero schermo, e si ha l’impressione di lavorare con un media player dedicato, piuttosto che con un computer.Purtroppo Plex non è in grado di riprodurre tutti i file multimediali a cui vorreste accedere. Per esempio, non riprodurrà quei contenuti protetti dalla copia, come i film e gli spettacoli televisivi acquistati da iTunes Store. Manca anche il supporto per materiale on-demand o un catalogo di film e spettacoli televisivi offerti da servizi via cavo o via satellite che possano venire riprodotti all’interno del browser web del computer.

Semplificare l’interfacciaPer riprodurre tali contenuti è

necessario uscire da Plex, che può essere un problema per gli altri membri della famiglia, in quanto dovranno confrontarsi con l’interfaccia di un computer, che gli utenti meno esperti possono trovare complicata. Fortunatamente, è possibile mettere in atto una serie di

accorgimenti semplici, e meno semplici, per rendere l’esperienza più facile per queste persone.Il primo è disporre sulla Scrivania gli alias di applicazioni e siti preferiti. Per esempio, potreste tenere premuti i tasti Cmd e Opzione e trascinare iTunes dalla

cartella Applicazioni sulla Scrivania, creando un alias. Un altro esempio: se si desidera guardare Vimeo, lanciate Safari, andate a www.vimeo.com, e trascinate l’icona dalla barra degli indirizzi sulla Scrivania per creare un segnalibro Web che, quando si fa doppio clic su di esso, lancia il

browser e carica quel sito. In alternativa, potete creare una cartella di alias e trascinarli nel Dock. Dite ai vostri cari di fare clic su questa cartella e quindi fare clic sul sito o applicazione che desiderano lanciare.(Alcuni lettori si chiederanno

perché guardare video in un browser quando probabilmente è sufficiente essere abbonati al giusto servizio da ricevere mediante ricevitore satellitare o via cavo. Purtroppo non tutti fornitori di servizi via satellite offrono un servizio completo, per non parlare dell’inedia mediale italiana che rende tuttora inaccessibili molti servizi di streaming che gli americani invece godono da anni, come Pandora, Hulu, Netflix e molti altri, con pochi o nessun cambiamento all’orizzonte se si eccettua il reecente sbarco in Italia del servizio musicale Spotify).

Automatizzare l’approccio a un servizio di streamingÈ possibile semplificare ulterior-mente la riproduzione di contenuti mediali per la famiglia, fornendo l’accesso con un solo pulsante ad applicazioni e siti

VOI, I TECNICI DI CASA, POTRESTE SENTIRVI PERFETTAMENTE A VOSTRO AGIO CON IL SISTEMA CHE AVETE IMPOSTATO, MA ALTRI MEMBRI DELLA FAMIGLIA POTREBBERO NON TOCCARLO PERCHÉ LO TROVANO TROPPO COMPLICATO

On-demand In Italia mancano molti servizi di streaming altrimenti disponibili all’estero, per esempio Hbo Go.

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Web. Lo strumento di cui servirsi è Automator. Di seguito presen-tiamo i passaggi per la configura-zione con il sito Mediaset.it. Collegatevi al sito e trascinate nel Finder la piccola icona che si vede nel browser accanto al suo

indirizzo. Verrà generato un file con estensione .webloc. Lanciate Automator e nel selettore del flusso di lavoro che appare selezionate Servizio. Configurate i menu a comparsa nella parte superiore del flusso di lavoro in modo che si legga Il servizio riceve nessun input in qualsiasi applicazione. Ora trascinate il file segnalibro Web (.webloc) appena creato nell'area del flusso di lavoro. Si noterà l'aggiunta di un’azione Ottieni elementi del Finder specificati che contiene il file di posizione Web. Selezionate la libreria File e cartelle, e da essa trascinate l’azione Apri elementi del Finder nell’area del flusso di lavoro. Assicurarsi che nel menu a comparsa si legga Apri con Applicazione di default.Per provare il flusso di lavoro, basta fare clic sul pulsante Esegui nella parte superiore della finestra. Safari si aprirà e caricherà il sito. Se il servizio lo richiede, bisognerà comunque inserire una eventuale password di autenticazione.Salvate e assegnate un nome al servizio. Lanciate Preferenze di Sistema, selezionate Tastiera, fate clic sulla sezione Abbreviazioni da tastiera, scegliete Servizi. Il nuovo servizio apparirà al fondo della lista sotto la sezione Generale. Selezionatelo e fate clic su Aggiungi abbreviazione. Infine, assegnate un tasto di scelta rapida per il servizio. D’ora in poi, chiunque potrà innescare

questa scorciatoia su una tastiera (con filo o senza filo), o in una applicazione iOS.Ripetete questa procedura per altri siti Web che volete rendere facilmente accessibili, assegnando una scorciatoia diversa per ogni

sito. Una volta finito, sarà sufficiente ricordare quali tasti lanciano i siti desiderati.

Il cordone è tagliato?Sfortunatamente, troppo poco è cambiato sul fronte dei contenuti. Le reti televisive, grandi e piccole, si aggrappano gelosamente alla propria programmazione. Non è possibile trasmettere la TV in streaming in modo analogo a come si può accedervi da un decoder via cavo o via satellite. Grazie a servizi di abbonamento online, gli appassionati di sport americani possono guardare le

partite di baseball (da mlb.com), basket (da nba.com, anche se la Gazzetta dello Sport ospita il sito Nba italiano a gazzetta.it/nba) e hockey su ghiaccio (a partire da nhl.com). Per quanto riguarda invece gli sport italiani, oppure

eventi speciali come Olimpiadi o Gran Premi, non c'è da stare allegri. Il calcio è monopolio dei servizi a pagamento, legati a un decoder non importa se satelli-tare oppure digitale terrestre, quindi ritorna in ballo esatta-mente il cordone ombelicale di cui ci si voleva liberare. Basket e pallavolo, per proseguire verso gli sport minori, possono a volte contare sui canali Raisport. Elgato continua a offrire un modo per accedere alla diretta TV da un Mac tramite il suo EyeTV Hybrid (129,95 euro; http://store.apple.com/it/product/TS588ZM/A/

Accesso a un pulsante Automator può aiutare a rendere più automatica e veloce la fruizione del video da Mac.

elgato-eyetv-hybrid), un sintoniz-zatore TV installato sopra una chiavetta Usb. Con questo dispositivo è possibile visualizzare e registrare trasmissioni televisive via cavo purché siano emesse in chiaro, nonché trasmissioni digitali over-the-air (è necessaria l’antenna specifica). Tuttavia, anche se questo risolve per molte persone il problema degli eventi in diretta, non fornisce alcun accesso alla stragrande maggio-ranza della programmazione erogata via satellite.Date queste preistoriche ma al momento insuperabili limita-zioni, Mac mini (come Apple TV, Roku, Xbox, e innumerevoli altri apparecchi di contorno alla televisione) rimane al più un accessorio per guardare contenuti mediali non televisivi, anche se molto più potente. Malgrado non sia all’altezza di un decoder via satellite (magari completo di Dvr per la registrazione) e non sia possibile una vera e propria programmazione à la carte, il Mac mini rimane un’utile aggiunta al mobile audio-video dell’utenza più tecnicamente esperta.

SFORTUNATAMENTE, TROPPO POCO È CAMBIATO SUL FRONTE DEI CONTENUTI. LE RETI TELEVISIVE, GRANDI E PICCOLE, SI AGGRAPPANO GELOSAMENTE ALLA PROPRIA PROGRAMMAZIONE

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PRODOTTI, TEST, GARE, PERCORSI... TUTTO IL MEGLIO DEL MOUNTAIN BIKING

FINALMENTE ANCHE IN ITALIA IL MAGAZINE DI MOUNTAIN BIKING PIÙ VENDUTO AL MONDO!

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INTRATTENIMENTO ISTANTANEOCOME SCEGLIERE IL SERVIZIO DI STREAMING VIDEO PIÙ ADATTO

DI MICHAEL GOWAN

Quando si tratta di intratteni-mento video, la domanda non è più “Che cosa danno?”, ma “Quale fra le migliaia di video disponibili per me in questo momento voglio guardare?”. Grazie ai servizi di streaming e download on-demand presenti su Internet, oggi si ha un controllo senza precedenti su quali programmi guardare.In realtà, la vera domanda è: quale servizio di streaming video utilizzare? La risposta dipende da cosa vi piace guardare e dove desiderate guardarlo.Tra i due servizi video disponibili in Italia — Amazon Instant

Video, e iTunes Store — troverete sensibili differenze a favore del secondo, specie per l’abbondanza dei contenuti in italiano.Se si dispone di un accesso a Internet affidabile, un servizio di streaming come Amazon Instant Video ha senso. Se però volete guardare un film in aereo o vi serve un diversivo a portata di mano per un viaggio in auto in famiglia, i file scaricati e archiviati localmente vi rende-ranno la vita molto più facile.Considerate anche i dispositivi che userete per guardare i video. Per esempio, se avete una Apple TV, iTunes Store va molto bene; non Amazon Instant Video, però.

Amazon Instant VideoAmazon (go.macworld.com/instantvideo) propone lo

streaming video come qualunque altra categoria di prodotto: offre di tutto, sempre. Come soluzione integrata, Amazon è il posto dove andare. È possibile noleggiare o comprare i video, così come abbonarsi a un pacchetto “a consumazione libera”.Si possono riprodurre i video su una vasta gamma di dispositivi, tra cui computer; Roku e altri set-top box (ma non Apple TV); televisori ad alta definizione con connessione Internet e lettori Blu-ray di LG, Panasonic, Sony e altri produttori; Dvr; dispositivi iOS; e, naturalmente, il Kindle Fire di Amazon stessa.Amazon offre 150.000 tra film e spettacoli televisivi. Troverete tutti i film dei grandi nomi, a volte anche prima che siano disponibili in Blu-ray o Dvd.

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Amazon vanta anche offerte di streaming in esclusiva per popolari serie TV come Downton Abbey, The Good Wife, e Justified, e ha annunciato che svilupperà anche serie originali.Per le nuove uscite, di solito si pagano 14,99 dollari (i prezzi variano) per acquistare una versione da poter guardare tutte le volte che volete. I noleggi partono da 3 dollari, anche se i video più recenti e più conosciuti possono costare 4 o 5 dollari; tenete gli occhi aperti per eventuali offerte che fanno scendere il prezzo di certi noleggi a 2 dollari o meno. Si hanno 30 giorni a disposizione per iniziare la visione di un prodotto noleggiato, e 24 o 48 ore per ultimare la visione una volta che si inizia la riproduzione.Amazon conserva acquisti e noleggi nella vostra libreria, così che possiate accedervi da più dispositivi. L’archiviazione nella nuvola offre anche il backup nel caso un file sia danneggiato.Il servizio Prime Instant Video dell’azienda, compreso nella tariffa di 79 dollari annuali di Amazon Prime per la spedizione ultrarapida degli oggetti ordinati, offre 38.000 film e spettacoli televisivi in streaming. Manca tuttavia di certe finezze di iTunes Store, come una sezione dedicata ai bambini, e solo circa 1000 dei video disponibili hanno i sottotitoli. Se condividete i vostri vantaggi Prime con i familiari, essi non ottengono l’accesso a Prime Instant Video: è solo per voi. È però possibile effettuare lo streaming di due video contem-poraneamente su un unico account Amazon.

iTunes StoreSe tutta la vostra apparecchiatura ha un logo Apple su di essa,

l'iTunes Store facilita di molto il processo di noleggiare o acquistare video per poterveli godere ovunque vi troviate.Considerando le cifre pure e semplici, l’iTunes Store non ha rivali, con più di 45.000 film e 190.000 programmi TV da acquistare. Le versioni HD dei nuovi film di solito costano 17 euro (acquisto) o 5 euro (noleg-gio), mentre i film in definizione standard costano 14 euro (acquisto) o 4 euro (noleggio). I film più datati costano meno. In caso di noleggio, avete 30 giorni di tempo per iniziare a guardare un film e 24 ore per ultimare la visione dopo aver iniziato la riproduzione. Un film acquistato potete conservarlo e guardarlo per tutto il tempo che volete.In Italia non è ancora possibile, come in America, acquistare episodi di serie TV a 3 dollari ciascuno (che però non si possono noleggiare). Tuttavia ogni anno potrebbe essere quello buono e chissà se con la prossima

infornata di iPod e apparecchi iOS non arrivi l'annuncio di un accordo. Le serie di solito diventano disponibili rapida-mente dopo la loro trasmissione. In Usa si trova praticamente ogni cosa prodotta dalle principali reti via cavo, tra cui gli ultimi episodi di The Americans e Mad Men. Se si prevede di acquistare tutti gli episodi di una stagione in corso, esiste – sempre in attesa di potere avere tutto questo nel nostro Paese – un Season Pass per scaricare automaticamente i nuovi episodi. Per quanto riguarda i dispositivi per la riproduzione, le scelte sono limitate a un Mac, un PC, un dispositivo iOS o una Apple TV. Per un facile accesso, iTunes Store aggiunge gli acquisti al vostro account iCloud. Non occorre nemmeno sincronizzare iPhone o iPad: basta scaricarne una copia e, volendolo, starà su tutti gli apparecchi. Un recente aggiornamento a iTunes Store consente di acquistare un video e scaricarlo più avanti nel tempo.

Cosa guardareTrovare la giusta strategia di reperimento di video e film in relazione ai propri gusti, alla disponibilità di una edizione italiana o almeno sottotitolata, agli apparecchi con i quali si vuole procedere, ai propri gusti, a quelli dei familiari, ai prezzi, ai regolamenti sui noleggi e all'aggiornamento su tutte queste situazioni che sono costante-mente suscettibili di cambia-mento, può provocare un bel male di testa. Il segreto è tenere bene a mente che non è vietato utiliz-zare più di un servizio o più di un apparecchio. Comprare un film su iTunes non costringe a ignorare Amazon Instant Video e viceversa. Certo, se la casa ruota intorno a una Apple TV Amazon Instant Video è inutile. Se invece al televisore è attaccata anche una PlayStation, le cose cambiano. La cosa che veramente è drastica, nell'era dello streaming, è la rinuncia alla classica videoteca personale. Segno dei tempi.

Quella piccola mela Tra i marchi con compatibilità Amazon Instant

Video si trova anche la mela di Apple, però con l’eccezione di Apple TV. iOS

invece si trova come a casa propria.

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Più passione Più prove Più emozioni

In edicola il nuovo Auto&Fuoristradail giornale di riferimento per sapere tutto

sul mondo di crossover, suv e 4x4.

Non disturbate... sta leggendo il nuovo &

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WORKING MACStrumenti, servizi e consigli per rendere voi e il vostro Mac più produttivi al lavoro

Piccole e grandi novitàLe nuove grandi versioni del software sono un evento; i progressi si compiono giorno per giorno con i dettagli

La sezione Working Mac per questo numero ha dovuto cedere spazio all’ultimo momento per la recensione di Logic Pro X che compare a pagina 30. Ha dovuto

perché si tratta di un evento, di aggiornamenti come questo ne escono pochi, diretti a un numero ristretto di persone per le quali tuttavia ha grande importanza.Sono anche situazioni sempre più rare. È ben più frequente trovarsi a ragionare su concetti come quello delle pagine che seguono: sette funzioni di OS X non sempre conosciute e altrettanto poco usate, quando invece potrebbero esserlo.L’evoluzione dei sistemi, inevitabilmente, diminuisce i grandi eventi che cambiano la vita con uno schiocco di dita e moltiplica i piccoli dettagli che, messi assieme, cambiano la vita lo stesso, più silenziosamente e forse anche con maggiore potenza.Ce ne stiamo accorgendo testando Mavericks, la prossima edizione di OS X che sta arrivando. Cose incredibili? Non ce ne sono. Cambiamenti che sommati insieme, piccoli e meno piccoli, fanno la differenza? Un sacco.Il Finder con i tag e i tab (i pannelli, come Safari) ha un sacco di potenziale per organizzarsi meglio di prima. iBooks porterà la lettura su Mac come mai si è riusciti a fare prima. Le Mappe permettono di creare un itinerario di viaggio magari su un iMac 27" e inviarlo già pronto a un iPhone al momento di partire.Non possiamo rivelare dettagli su cui vige con Apple l’impegno della segretezza, ma possiamo dire che quando la batteria della tastiera esterna si avvicina alla fine, succedono un paio di cose interessanti. La Visualizzazione rapida ha aggiunto un paio di cose al proprio arco.È ora di celebrare i grandi eventi quando si verificano e, nel resto del tempo, fare attenzione alle piccole cose. Come le sette funzioni di cui sopra o i suggerimenti a pagina 92.

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Altre funzioni!Funzioni di Mac che non sospettavamo

Le recensioni dei prodotti più interessanti

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È un lavoro difficile, ma qualcuno deve pur farlo: trovare trucchetti trascurati di OS X. Risparmiare

anche poco tempo su operazioni che eseguite frequentemente può trasformarsi in un vantaggio significativo nel lungo periodo. Alle volte vado a caccia di nuovi trucchi per OS X, altre volte mi capita di scoprirli nel corso del lavoro. Qui c’è una collezione che sono sicura ne includerà alcuni che anche voi non conoscete.

1. Forzare la chiusura dell’applicazione correntemente in esecuzione

Premendo <Maiuscole> prima o dopo aver aperto il menu Apple modifica il comando “Uscita forzata” in “Uscita forzata [Applicazione corrente]”. In passato usavo un metodo laborioso basato su cinque passi per forzare l’uscita di un’applicazione: Premere

<Opzione><Esc>, selezionare l’applicazione che non rispondeva nella finestra di dialogo, cliccare il pulsante “Uscita forzata”, cliccare sulla dialog box di conferma e attendere la chiusura della finestra. Ma ora uso questo trucchetto per risparmiarmi tutti questi passi extra. Il menu mela visualizza anche una scorciatoia da tastiera per forzare l’uscita dell’applicazione corrente. Ma non esultate troppo, l’ho provata su cinque

WORKING MAC

I sette migliori trucchi di OS X che non state ancora utilizzandoQuesti poco conosciuti (o spesso dimenticati) trucchetti possono farvi risparmiare molto tempodi SHARON ZARDETTO

computer differenti, in OS X Lion e Mountain Lion, senza successo.

2. Prendere una pausa dalle notifiche

Volete zittire per un po’ quelle utili ma intrusive notifiche che regolarmente

Uscita forzata velocePremendo <Maiuscole> quando il menu mela è aperto il comando di Uscita forzata si trasforma nel comando per uscire forzatamente dall’applicazione correntemente aperta.

arrivano da posta elettronica, calendari, promemoria e oramai qualunque applicazione con delle ambizioni di successo? Invece di disattivarle macchinosamente una per una dalle Preferenze di Sistema potete utilizzare l’interruttore on/off nascosto. Cliccando l’icona delle notifiche in alto a destra nella barra dei menu o facendo passando due dita verso sinistra sul trackpad (iniziando dall’estremità destra del trackpad) si apre il pannello delle notifiche. Non c’è alcun indizio a indicare che il pannello possa essere tirato verso il basso, ma di fatto è possibile farlo, anche stavolta utilizzando due dita. Anche con un mouse potete farlo, agendo sulla barra di scorrimento o con l’azione più sciocca che si sia mai vista dentro una interfaccia utente Apple: premendo e tenendo premuto il pulsante del mouse sull’intestazione della prima categoria in alto sul pannello. Successivamente si deselezioni la voce “Mostra avvisi e banner”.

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Per ricordarvi che avete disabilitato le notifiche, l’icona del centro notifiche nella barra dei menu diventa grigia. Le notifiche torneranno automaticamente attive il giorno seguente. Ora che sappiamo come si fa, ecco una scorciatoia: è possibile disattivare o riattivare il centro notifiche ancora più velocemente (e temporaneamente) cliccando sulla sua icona mentre nel contempo si tiene premuto il tasto <Opzione>.

3. Svuotare il cestino direttamente dal dock

Non è necessario spostare il puntatore del mouse attraverso tutto lo schermo per selezionare il Finder e successivamente “Vuota il Cestino”. Se il puntatore è già vicino al dock basta tenere premuto <Control> e cliccare sul cestino per aprire un menu contestuale che includa la voce “Vuota il Cestino”.Il comando standard per vuotare il cestino lascia dietro sé informazioni che in teoria rimane possibile recuprare con l’aiuto di specifici software di utilità.Se state cancellando dati sensibili e volete cancellare i vostri file con maggiore

sicurezza, premete -<Control> quando cliccate sull’icona del cestino presente nel dock e successivamente selezionate “Vuota il cestino in modalità sicura”.

4. Far ripartire il Finder

Se il Finder si blocca, farlo ripartire è una soluzione che funziona quasi certamente. Per trovare il comando di ripartenza, premete <Opzione> e cliccate l’icona del Finder nel dock. Si noti che in questo

particolare caso la pressione del tasto <Opzione> è richiesta prima che venga aperto il menu contestuale.

5. Riorganizzare le icone di stato

Uso varie utility che, come fa OS X, posizionano icone di stato nella barra dei menu. Anche voi probabilmente le avete. In alto a destra vedete alcune icone impossibili da spostare: l’icona delle notifiche, quella di Spotlight, quella degli utenti (se avete più utenti sullo stesso Mac). Altre icone che appaiono sono solitamente posizionate a seconda di quando avete installato o attivato i relativi programmi. Ma l’ordine non è immutabile: tenendo premuto il tasto potrete spostare queste icone e le altre si riordineranno di conseguenza. Il vincolo è che le icone di OS X rimangano comunque sempre a destra di quelle delle applicazoni indipendenti.Attenzione a spostare queste icone sempre mantenendole sulla barra dei menu, altrimenti scompariranno in una nuvoletta di fumo. Potete comunque recuperare le icone che avete cancellato per sbaglio andando nelle preferenze di sistema e riattivandole dal pannello di configurazione relativo (“Data e ora” ad esempio, o “Suono”). Potreste comunque aver bisogno di rilanciare eventuali applicazioni indipendenti affinché le icone relative ricompaiano.

6. Andare direttamente alle informazioni di sistema

Avete bisogno di controllare il tipo o la velocità del processore del Mac o i cicli di carica della batteria del portatile? Premete <Opzione> prima o dopo aver aperto il menu Apple per fare in modo che la voce “Informazioni su questo Mac” diventi “Informazioni di sistema” (in alternativa per andare sulle informazioni di sistema sarebbe necessario andare sul menu mela, selezionare “Informazioni su questo Mac”, cliccare su “più informazioni” e poi ancora su “Informazioni di sistema”).

7. Log out veloce

Premendo <Opzione> quando siete sul menu mela trasforma anche il comando di Logout facendogli perdere i puntini di sospensione, che stanno ad indicare la presenza di una dialog box di conferma. Come risultato potete saltare la classica finestra di conferma “Sei sicuro di voler uscire…”. Continuerete comunque ad avere la possibilità di salvare eventuali documenti modificati prima che il logout abbia luogo.

Risparmiare anche poco tempo su operazioni che eseguite frequentemente in OS X può trasformarsi in un vantaggio di produttività significativo nel lungo periodo

Notifiche in vacanzaIl pannello delle notifiche ha uno switch “on/off” (immagine in alto). Sposta verso il basso il pannello delle notifiche per visualizzarlo (immagine al centro). Disattiva le notifiche per l’intera giornata (immagine in basso).

Ripartenza dal dockPremete <Option> prima di aprire il menu del Finder sul dock per attivare il comando “Riapri”.

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Recensioni

G-Drive MobileÈ un disco esterno portatile autoalimentato concepito come complemento anche estetico per un portatile Apple. Presenta un attraente guscio in alluminio, una garanzia di tre anni e connettività Usb 3.0 e FireWire 800. Il disco è formattato in Hfs+ e quindi pronto per operare su Mac appena estratto dalla confezione.Nei nostri test Aja System il disco ha raggiunto velocità di scrittura di 58,4 megabyte per secondo e di lettura a 76 megabyte per secondo su FireWire 800. Via USb 3.0, le velocità sono arrivate a 95,9 megabyte per secondo in scrittura e 97,3 megabyte per secondo in lettura. Sono valori confrontabili con quelli di My Passport Studio Western Digital e Backup Plus di Seagate, che si trovano a prezzi inferiori. Ogni volta che esce un nuovo Mac, FireWire aumenta il tasso di obsolescenza. Sebbene MacBook Air, i nuovi iMac e i MacBook Pro Retina possiedano porte Usb 3.0, per collegarli alla porta FireWire di G-Drive Mobile serve un adattatore. Questa unità è sufficiente per un ampliamento generico della capacità di Mac tramite un disco esterno portatile. Se servono alte prestazioni è meglio cercare un disco esterno con Thunderbolt o Raid 0, oppure optare per un disco a stato solido. Si possono trovare prodotti più veloci, convenienti, sicuri e capaci. Ma il design ha un valore e la capacità è comunque di un terabyte. Considerata la garanzia di tre anni, G-Drive Mobile è un buon disco esterno. — Keán Bartelman

119,95 euro su Apple Store (http://xrl.us/bpr4op);

G-Technology; g-technology.com

Hardware e software per tutte le esigenze professionali

HARDWARE SOFTWARE

WORKING MAC

Curio 8Parte organizzatore di progetti, parte motore per grafica vettoriale, taccuino digitale e portadiapositive, è uno strumento ideale per progetti complessi. Per quanto più caro rispetto ad altri programmi, contiene funzioni potenti in una interfaccia gradevole e in più è stato riscritto apposta per Mountain Lion e Mavericks.I file delle vecchie versioni si importano senza problemi, sebbene Curio 8 abbia cambiato il formato. Ora si possono aggiungere filmati YouTube o Vimeo, oppure registrare audio e video con gli strumenti presenti su Mac (e la riproduzione è impeccabile). È possibile collegare un progetto a Calendario e Promemoria, persino se risiedono in iCloud. Devo ancora trovare un organizzatore di progetti più amichevole o potente. — Nathan Alderman

89,99 dollari; Zengobi; zengobi.com

MailMate 1.6È un client di posta potente anche se spartano. Una volta che MailMate abbia importato gli account, le sue formidabili funzioni di ricerca e filtraggio aiutano a ridurre la confusione e l’accumulo di messaggi. I messaggi possono essere etichettati in funzione del livello di dominio da cui provengono (un messaggio da

apple.com è diverso da uno da italy.europe.apple.com). Caselle smart immagazzinano i messaggi secondo il loro contenuto di immagini, Pdf o Html. È presente un insieme consistente di scorciatoie personalizzabili. Per quanto MailMate si occupi primariamente di testo puro, può visualizzare messaggi scritti in Html e le immagini allegate a un messaggio. Per inviare messaggi Html, bisogna scriverli nella sintassi Markdown (per esempio [Macworld Italia](macworld.it) crea un link al sito Macworld con la scritta Macworld Italia).MailMate è molto più potente di quanto serva a un utilizzatore normale e un dono divino per chi fa della posta questione di vita o di morte.

— Nathan Alderman

29,99 dollari; Freron; freron.com

Paperless 2.3Dà il meglio di sé con uno ScanSnap Fujitsu oppure uno scanner compatibile con Acquisizione Immagine, per digitalizzare documenti (gli scanner Twain non sono riconosciuti). Il programma applica il riconoscimento ottico dei caratteri per creare un archivio ricercabile. Poi

analizza i file per creare metadati con informazioni come date e importi.Paperless offre due tipi di raccolta personalizzata. Quello standard è una cartella dove si trascinano i file. Il secondo è la raccolta smart, nel quale si specificano i criteri di scelta e Paperless fa da solo. Purtroppo una raccolta smart non lavora con il riconoscimento dei caratteri. Se però il programma sembra utile, si può provarlo gratis. — Stuart Gripman

49,95 dollari; Mariner Software; marinersoftware.com

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La puzzetta

di Paolo Capobussi

Quando il metano ci dà una mano

A ll’inizio mi sono detto che era un’idea sostanzialmente stupida e inutile. Poi ho letto che nell’anno in cui è stata

lanciata sul mercato, il 2008, ha ricavato sul mercato delle app più denaro di SimCity, arrivando a far guadagnare ai suoi sviluppatori qualcosa come 10 mila dollari al giorno (!) al netto della trattenuta Apple del 30%. È iFart, che senza tanti giri di parole si traduce volgarmente in IoScoreggio, con tutta l’eleganza di quella premessa “i” che lascia presagire un utilizzo personale, un senso di proprietà dell’indispensabile, perfino il design di ben più blasonata provenienza. Forse è per questo che ci sono voluti altri due anni prima che Apple approvasse la commercializzazione anche su iPad, dopo l’enorme successo su iPhone. Associare quella “i” a quella “Fart” non era degno né dell’originale “i”, né dell’originale “Pad”.Personalmente però non l’ho scaricata, anche se lo ammetto con un misto di orgoglio per la capacità di andare controcorrente e una certa preoccupazione di passare per purista. La verità è che mi attengo al semplice principio che pagare una cosa inutile mi scoccia: tempi di crisi. Però mi ha offerto materiale per pensare. Come scrisse Alberto Cavaliere (illustre poeta di Cittanova vissuto il secolo scorso) il metano è un capostipite della chimica organica: “Fa capolino subdolo fra quei vapor letali – detti in puliti termini: – i gas intestinali” e la sua produzione da parte delle flatulenze animali, uomo e mucche compresi, è una grande responsabile del riscaldamento globale (http://goo.gl/s4ftA8). Quindi roba da tenere sott’occhio, più che sotto naso.Oggi della flatulenza si sa quasi tutto, com’è dimostrato dalla ricerca “The Isotopic

corrispondente alla formula del gas metano, ma da una serie di altre piccole e grandi molecole che fuoriescono seguendo il flusso, i cui principali imputati sono l’indòlo, lo scatòlo e il metantiolo, miscela nauseabonda di composti amminici e solforosi. Come possiamo ben verificare scaricando (questa sì, ce l’ho!) ChemSpider, un’applicazione che oltre a essere gratuita accede a un database per nulla povero e capace di risolvere, in poche mosse, ben più seriosi dubbi su strutture e disposizioni atomiche.

Una lunga storiaÈ vero anche che quando Alessandro Volta incendiò, per primo, le bollicine che fuoriusci-vano da un’ansa stagnante del fiume Lambro, non poteva ancora sapere di avere scoperto il metano, a differenza di Curiosity, il robottino che ne conferma la presenza sul Pianeta rosso. La domanda superscientifica rimane intatta: potrebbe essere che il metano marziano sia dovuto alle puzzette di organismi extraterre-stri? E che le nostre origini derivino più che da un big-bang da un big-fart?Lasciamo ai biologi della Nasa di scoprire gli arcani segreti e ci rifugiamo sognando un lungo viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca di origini perdute.No, nemmeno così possiamo dirci tranquilli. La mente torna a una delle esperienze più impressionanti a cui possiamo essere sottoposti: la flatulenza del più terrestre vicino di posto quando si è seduti in aereo, cinture allacciate. Lì non c’è iPad che tenga, ed è meglio se non avete iFart: sarebbe difficile sostenere che voi non c’entrate. L’unica soluzione la vedremmo in un rivelatore nel sedile, con segnalatore d’allerta che da verde diventa rosso in corrispondenza del posto incriminato, come i parcheggi dell’Ikea. Posto che una prossima versione di iPad non possa contenere anche un sensore di gas.Allora sì, che comprerei l’app.

Apple user dai tempi di Apple II, ma prima ancora utente Merit 5, ovvero la più bella scatola di piccolo chimico mai esistita al mondo. Oggi Paolo Capobussi si occupa di creare Multi Touch Books, libri divulgativi scientifici (http://goo.gl/KjhQR) e di supportare hobbyst.it, e non c’è verso di distrarlo dal praticare qualunque cosa odori di chimica e di elettronica.È il giallo che puzza.

L’OPINIONE

Fingerprint of Human-Emitted Methane” di Zach Elgood (http://goo.gl/APByr0). Peraltro, senza scomodare gli isotopi, già Benjamin Franklin – che non solo fu valente scienziato ma anche padre fondatore degli Stati Uniti – scrisse “Fart Proudly” (“Scoreggiare orgogliosamente”): un trattato che pose le basi, mai sviluppate, su come migliorare l’odore della flatulenza umana. Rimane però avvolto da mistero – perché i parenti non accettarono di sottoporlo ad autopsia – come il panettiere Joseph Pujol, in arte Le Péto-mane, riuscisse a riprodurre il suono di diversi strumenti musicali utilizzando la particolarità (genetica?) di emettere ma anche di aspirare dall’orifizio posteriore (http://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Pujol).Per amore di verità e approfondimento, servisse a qualcuno, è doveroso anche aggiungere a questa dotta esposizione che l’odorosa caratteristica non è data dal principale vettore dei venti intestinali, il capostipite delle molecole organiche, il CH4

Lettere sull’aria infiammabile: è Volta il primo scopritore.

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PLAYLISTTutto quello che c’è da sapere su iPod, iTunes, Apple TV e l’intrattenimento su Mac

La prossima ondata

Un’interessante grafica di CnnMoney accusa iTunes di avere distrutto le vendite di musica. Chi fosse interessato alpotrebbe

leggere l’articolo originale alla pagina http://xrl.us/bpr3zv. Ma basta osservare i diagrammi per capire che le tecnologie di ascolto si sono succedute una all’altra. Le cassette non hanno distrutto il vinile, ma gli si sono sovrapposte. I CD non hanno ucciso le cassette, ma le hanno avvicendate.Qualcuno sembra pensare che iTunes abbia ucciso i CD. Invece bisognerebbe pensare a che cosa sarebbe successo senza iTunes. Semplicemente, le copie illegali avrebbero sostituito i CD e tutti ci avrebbero perso. Invece iTunes ha aperto un canale popolaris-simo per rendere legalmente disponibile musica a costo ragionevole, che funziona.Semmai bisognerebbe parlare delle case discografi-che. Sembra che l’unico motivo delle riduzioni di incassi del settore musicale sia iTunes. Invece bisognerebbe chiedersi qualcosa sulla qualità della musica, per esempio. Oppure riflettere sul fatto che probabilmente si guadagnava di più vendendo i CD perché la gente era obbligata a comprare quelli e non poteva fare altro. Adesso può.Anche la pretesa delle case discografiche di vendere musica con protezioni anticopia ha provocato danni. Apple ci ha messo anni per convincerle che si tratta di una mossa perfettamente inutile, che danneggia gli acquisti regolari più che la pirateria.Guarda caso, un giudice ha recentemente stabilito che Apple non ha mai avuto un monopolio sulla musica e chi ha voluto competere ha potuto farlo liberamente (http://xrl.us/bpr4fk).È anche per questo che vogliamo ricordare nelle prossime pagine i dieci anni di iTunes. In attesa di quello che arriverà a sostituirlo, probabilmente.

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Gli iPod in venditaRoba che scottaiTunes Store ha compiuto 10 anni

Il passaggio dall’analogico al digitale ha oscurato la realtà del mercato musicale

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PLAYLIST

iTunes Store compie 10 anniCome Apple ha reinventato l’industria musicaledi MICHAEL GOWAN

di dollari che lo store ha fatto registrare nell’ultimo trimestre fanno dell’iTunes Store il più grande negozio di contenuti digitali al mondo. Ma la storia dell’iTunes Store inizia con la musica. E giustamente, dopo dieci anni, siamo giunti ad un’altra svolta, con lo streaming che sta via via sostituendo i download come metodo principale di consumo della musica. Ma prima di capire dove si arriverà, cerchiamo di capire da dove si è partiti.

Come eravamoPrima che l’iTunes Music Store facesse la sua comparsa potevi abbonarti a dei servizi che ti offrivano un certo numero di download al mese. Ma molte delle canzoni avevano dei limiti su quello che potevi fare con quei brani e su come ascoltarli. Come risultato, molte persone iniziarono a provare le reti “peer to peer”, che erano emerse dalle ceneri del servizio di file sharing Napster. Grazie a queste reti potevi trovare e scaricare praticamente qualsiasi

C’è da aspettarsi che Apple mantenga una posizione dominante nella musica digitale ancora a lungo. iTunes è ormai radicato nel pensiero comune riguardo alla musica

Mentre scrivo questo articolo sto ascoltando una playlist che ho semplicemente creato scegliendo

tra le migliaia di canzoni presenti nel mio iPhone. Ma creare una playlist non è sempre stato così facile: tempo fa creare la playlist perfetta per il tuo lettore MP3 era un’impresa epica. Dovevi estrarre le canzoni da un CD, trovare (in maniera legittima o meno) le tracce che non possedevi già, e poi sperare che tutto fosse nel formato corretto per il tuo dispositivo. Apple ha cambiato tutto all’alba del ventunesimo secolo, in parte lanciando l’iTunes Music Store. Solamente dieci anni fa, il 28 aprile del 2003, Apple apriva l’iTunes Store (successivamente chiamato iTunes Music Store) e cambiava il nostro modo di acquistare la musica. All’apertura il negozio virtuale aveva solo 200 mila tracce, nel decennio successivo la libreria è cresciuta fino a contenerne più di 35 milioni. Volendo si possono anche scaricare le canzoni direttamente dal telefono, il computer non serve più. Lo store “ha rivoluzionato la distribuzione di contenuti digitali”, ha detto Peter Oppenheimer – il capocontabile di Apple – agli analisti di Wall Street annunciando i guadagni dell’ultimo trimestre. Oltre a queste 35 milioni di canzoni, disponibili in 119 Paesi, lo Store vende 60 mila film in 109 Paesi e 1,75 milioni di libri in 155 Paesi. Secondo Oppenheimer, i quattro miliardi

brano volessi. Non dovevi comprare un intero album o convivere con le regole del DRM che non ti permettevano di ascoltare il pezzo sul tuo player MP3 o masterizzarlo su un CD. E non dovevi nemmeno pagare per i brani, sebbene questo nella maggior parte dei casi fosse illegale.Molte nuove aziende provarono a trovare il giusto mix di scelta, semplicità d’uso e prezzi per invogliare gli ascoltatori a passare ai download legali, commenta Russ Crupnick – analista della società di ricerca NPD Group – ma toccò ad Apple trovare la combinazione magica.

Cambiare l’industria musicaleSecondo Crupnick è stato l’ecosistema della musica digitale di Apple a fare la differenza. L’azienda non ha solamente lanciato un negozio. Ha inserito questo negozio direttamente all’interno del software iTunes e ha fatto in modo che le canzoni acquistate funzionassero perfettamente con l’iPod.Apple ha inoltre convinto le etichette discografiche a lasciare che i clienti potessero trasferire i file su più di un dispositivo e masterizzare i CD (con alcune limitazioni ovviamente). Prima che l’iTunes Music Store arrivasse potevi fare queste cose solamente se avevi estratto la musica da un

CD o scaricato una traccia senza DRM.I download digitali, inoltre, permettevano agli ascoltatori di scegliere solamente le canzoni che volevano, un cambiamento radicale rispetto al modello incentrato sugli album con cui erano cresciuti, abituati con cassette e CD. “iTunes ha permesso alla gente di saltare le filler-track ed andare subito alle killer-track” dice Mulligan. Quanto successo ebbe l’iTunes Music Store? Guardate quelli che hanno tentato di copiarlo. Microsoft, Virgin, Real Networks,

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Tutto cresce All’inizio c’era solo la musica, ma lo store è cresciuto fino ad includere libri, film e programmi televisivi.

Sony e Walmart diedero tutte vita ad un servizio simile. Ma solo iTunes funzionava con gli iPod e dieci anni dopo, solo iTunes è rimasto rilevante. Ad Aprile, l’NPD ha riferito che Apple mantiene ancora il 63 percento di quota di mercato per i download musicali a pagamento (e la stessa cosa accade anche per i download di film e programmi TV, con rispettivamente il 65 percento ed il 67 percento di mercato).

Vita da pirataL’iTunes Music Store è arrivato nello stesso momento in cui la pirateria stava aff liggendo l’industria musicale. L’accesso globale alla banda larga ha dato alla pirateria una grossa spinta, sostiene Josh Friedlander, vicepresidente dell’analisi strategica dei dati per la Recording Industry Association of America (RIAA), ma ha anche permesso la nascita di alternative legali come l’iTunes Music Store. Quando venne lanciato, le tracce sull’iTunes Music Store erano protette da FairPlay, il DRM di Apple. Potevi ascoltare una canzone su cinque computer e masterizzare una playlist fino a dieci volte. Questo dava qualche restrizione agli utenti ma non tante quanto altri sistemi DRM, dice Crupnick.Qualcuno contesta l’impatto che l’iTunes Music Store possa realmente aver avuto nel combattere la pirateria. Nei primi cinque anni di vita dello store la pirateria ha continuato senza sosta.Dopo tutto, nota Mulligan, nemmeno iTunes poteva dare ai pirati quello che volevano: musica illimitata dovunque ed ogni volta che volevano, gratis.

Gli analisti sostengono che i continui contrasti fra la RIAA e i detentori dei diritti, così come la nascita dei servizi di streaming gratuito della musica, abbiano contribuito a combattere la pirateria in misura maggiore di quanto abbia fatto il negozio musicale di Apple.

L’avvento dello streamingCon l’iTunes Store, Apple ha ripreso il modello esistente del negozio di musica e lo ha reso digitale. E sebbene l’iTunes Store si basi ancora sul possesso della musica, è una tecnologia di transizione, sostiene Mulligan. Gli analisti sono d’accordo nel sostenere che il futuro della musica non stia nel possesso ma nell’accessibilità della stessa. Invece di possedere una copia di una canzone all’interno del tuo dispositivo, la puoi ascoltare in streaming su richiesta quando più preferisci; a mo' di Spotify, Rhapsody e Rdio. Secondo Crupnick serviranno ancora cinque anni prima che questo diventi lo standard, ma ci arriveremo.Che posto avranno Apple e l’iTunes Store in questo nuovo panorama?C’è da aspettarsi che Apple mantenga una posizione dominante nella musica digitale ancora a lungo, in gran parte perché costruisce i dispositivi che la gente utilizza per ascoltarla. iTunes è ormai radicato nel pensiero comune riguardo la musica.Quando i download faranno la fine delle cassette Stereo 8, dovremo ripensare per un momento al ruolo che l’iTunes Store ha avuto nel permetterci di ascoltare la musica; non solo quando vogliamo, ma anche dove e come vogliamo.

I prossimi dieci anniVisto il successo che l’iTunes Store ha avuto, è possibile pensare che il modello degli scorsi dieci anni sia ancora utilizzabile per i prossimi dieci? Secondo me, no. Ci sono due fattori che hanno cambiato il panorama rispetto al passato: il cambiamento di mentalità dei consumatori di contenuti digitali di oggi e la concorrenza che Apple deve affrontare.Una volta spendevi 15 euro o quasi per un CD e la sensazione che avevi era che li valesse. Successivamente, l’avvento dei servizi di file sharing illegale come Napster e di quelli di streaming legale come Pandora hanno scalfito questa sensazione.Di conseguenza, l’idea che l'iTunes Store possa rimanere ancorato alle vendite ed ai noleggi di contenuti digitali sembra antiquata. Quindi come si muoverà la società in futuro? Abbonamenti musicali: i servizi di streaming gratuito sono popolari ma trovano un ostacolo nel far pagare i clienti per un abbonamento. Se Apple si spostasse sullo streaming avrebbe due vantaggi chiave: l’iTunes Store contiene già le informazioni delle carte di credito dei clienti e renderebbe più semplice l’accesso al sistema, e sia iTunes che lo Store sono già strumenti familiari per mezzo miliardo di utenti di tutto il mondo.Video in streaming: Anche qui stanno avvenendo cose interessanti. Netf lix ed Amazon stanno producendo programmi originali per i loro servizi di streaming. Apple ha i mezzi per distribuire questo tipo di media, come ha dimostrato con la serie dei concerti dell’iTunes Festival.Il mondo sta cambiando e sarà eccitante vedere come Apple cambierà di conseguenza nei prossimi anni. – Christopher Breen

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Roba che scottaPer cosa andiamo matti questo mese

Jongo Wireless Multiroom Music System Pure ha iniziato a vendere parecchi componenti per il suo Jongo Multiroom Music

System negli Stati Uniti. Il Jongo S3 (€ 249,99) è uno speaker portatile, ricaricabile e wireless che può trasmettere musica a 360 gradi o in una sola direzione. La musica

può essere trasmessa a questo dispositivo da un computer o da un dispositivo mobile attraverso il Bluetooth, ed è possibile utilizzare il WI-FI per collegare tra loro i vari altoparlanti di casa. L’adattatore Jongo A2 (€ 149,99) si collega ad un sistema audio esistente trasformandolo in un sistema audio con capacità di streaming. Un modello ancora più grande di speaker, il Jongo T6, arriverà invece per la fine del 2013. Per controllare la riproduzione via Wi-Fi potete usare l’app Pure Connect; un account gratuito Pure Connect vi permette inoltre di effettuare streaming di internet radio e programmi on demand. E più tardi, quest’anno, arriverà anche il servizio Pure Music on demand. (www.pure.com). —Jonathan Seff

PLAYLIST

Pioneer AirPlay Receivers

Pioneer Electronics ha presentato due nuovi sistemi di home theater con

supporto ad AirPlay: l’Elite SC-71 ($ 1.000) e l’Elite SC-72 ($ 1.300). Entrambi i modelli sono sistemi a 7.2 canali che possono essere controllati con il vostro dispositivo iOS o Android grazie ad una App gratuita dedicata. Potete creare più zone di ascolto (ad esempio, potete guardare la TV in una stanza ed ascoltare musica in un’altra). Entrambi i ricevitori vi permettono di riprodurre file in formato Apple Lossless e possono interfacciarsi con televisori 4K Ultra HD (www.pioneerelectronics.com). —Joel Mathis

Bose QuietComfort 20i

Le cuffie QuietComfort 20i con tecnologia Acoustic Noise Cancelling della Bose (€ 299,95) offrono un avanzato sistema di cancellazione del rumore. Queste cuffie sono alimentate da una batteria al litio che vi regalerà fino a 16 ore di ascolto per carica e

possiedono un microfono/telecomando a quattro pulsanti per gestire le funzioni musicali su iPhone o iPad. Le QuietComfort 20i vi offrono anche la modalità di ascolto “Aware”, che permetterà di ascoltare pienamente i suoni ambientali che vi circondano durante la fruizione della musica. (www.bose.com). —Joel Mathis

Zagg Origin

Lo speaker Bluetooth Origin 2-in-1 (€ 279,99) è uno speaker wireless per il desktop che include anche uno speaker

estraibile che potete portare con voi quando uscite di casa. Usando il sistema completo i bassi saranno poderosi – quando lo speaker portatile è riposto sul dock trasferisce l’audio all’unità principale, che ha driver più larghi e potenti – ma uscite con lo speaker portatile e potrete ascoltare musica fino a 15 ore. (www.zagg.com) —Joel Mathis

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PRODOTTO MEMORIA VOTO PREZZO SCHERMO INFORMAZIONI

iPod classic

160 GB € 279 2,5" a colori www.apple.com/it/ ipodclassic/

iPod touch 5G16 GB s.v. € 249 4" a colori

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32 GB € 329 4" a colori (Retina)

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64 GB € 439 4" a colori (Retina)

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iPod nano

16 GB € 179 2,5" a colori www.apple.com/it/ ipod-nano/

iPod shuffle

2 GB € 55 Nessuno www.apple.com/it/ ipod-shuffle/

iPod: l’offerta attuale

Tutti i prezzi sono i prezzi ufficiali Apple in euro e Iva inclusa

Il prodotto che ha dato il via all’espansione di Apple fuori dal Mac continua ad avere milioni di appassionati utenti che non si staccherebbero mai dalla loro musica preferita

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NON LASCIARTI SFUGGIRE I NUMERI ARRETRATI DI

Nome........................................Cognome ...................................................

Indirizzo..........................................................................N. ...........................

Località ...........................................................................................................

Cap.........................Prov. ................................................................................

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Contenuti n.13

il lavoro viaggia a tavoletta

Contenuti n.12Apple cambia sistema

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Contenuti n.11Giù le mani dal mio Mac

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36

Il futuro di MacQuali sono le evoluzioni che ci attendono a breve termine e come sopravviverà alla competizione con iOS

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Page 89: Macworld Italia 2013-10

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Page 92: Macworld Italia 2013-10

92

Trucchi per Mac OS XI consigli degli esperti che Apple non sveladi KIRK MCELHEARN

GENIUS:TRUCCHI MACI SUGGERIMENTI DI MACOSXHINTS PER USARE AL MASSIMO IL COMPUTER

TIP01

L’AVVISO SONORO DI CENTRO NOTIFICHEIl clip audio di default utilizzato da Centro Notifiche – il venera-bile Basso – fa rabbrividire molti di noi. Per diverse persone costituisce una ragione suffi-ciente per non avere alcun suono associato a Centro Notifiche.Tuttavia esiste un metodo per modificare quel suono: anzitutto, andate a [cartella del vostro utente]/Libreria/Sounds, inserite un file audio in formato Aiff (Audio Interchange File Format), e (indipendentemente dal suono stesso) chiamate il file Basso.aiff. Poi, nel Terminale, digitate il comando killall NotificationCen-ter. Fatto questo, Centro Notifi-che utilizzerà il nuovo suono, qualunque esso sia.Alla ricerca di un buon sostituto? È possibile trovare una gran varietà di clip audio se possedete iMovie: fate Ctrl-clic o clic destro sul file dell'applicazione, selezio-nate Mostra contenuto pacchetto,

quindi navigate alla cartella iMovie/Contents/Resources/iMovie ’08 Sound Effects. Vi troverete 95 diversi file audio in formato Mp3: potete importare quello che più vi piace in iTunes, e da lì crearne una versione Aiff.

TIP02

NON DISTURBARE: CONSENTIRE ECCEZIONI L’impostazione Non disturbare di iPhone (in Impostazioni, Notifiche) è un ottimo modo per disattivare suonerie, avvisi e altri suoni sul vostro iPhone quando siete in riunione, al cinema, o quando state cercando di dor-mire. Si tratta però di un’opzione

tutto-o-niente, priva di un metodo integrato per creare una lista di “eccezioni”, persone le cui chiamate desiderate ricevere anche se avete attivato la fun-zione Non disturbare.Tuttavia, è possibile utilizzare un sistema intelligente per ottenere lo stesso risultato: in primo luogo, in Contatti (su Mac o presso iCloud.com) create un gruppo contenente le persone che non volete vengano bloccate da Non disturbare. (Purtroppo non è possibile creare gruppi sull’iPhone stesso). Poi, sul telefono, andate a Impostazioni, Notifiche, Non disturbare. Qui potrete scegliere di consentire le chiamate da Tutti, Nessuno, Preferiti, o da gruppi specifici: selezionate il gruppo che è stato appena creato.

TIP03

CAMBIARE LA DURATA DELLA DIAPOSITIVA DEL SALVASCHERMOMolti lettori mi hanno detto che a loro piace usare presentazioni di immagini come salvaschermo. Per default, OS X Mountain Lion visualizza ciascuna diapositiva

Queste pagine si basano sui

suggerimenti di Daniel Herrman, Daniel Jalkut, Matthias Wiesmann e altri

anonimi. Se hai un suggerimento

da aggiungere o da migliorare,

lo aspettiamo sul sito di Macworld Italia oppure

nella nostra casella di posta elettronica

[email protected].

Grazie in anticipo!

CONOSCI UN TRUCCO?

Trovare nuovi suoni iMovie ha una libreria di 95 file audio in formato Mp3; sceglietene uno che vi piace per cambiare l’orribile clip predefinito di Centro Notifiche.

Se possedete iMovie, potete trovare una grande varietà di clip audio con cui sostituire il venerabile Basso, il clip audio di default utilizzato da Centro Notifiche

Page 93: Macworld Italia 2013-10

93

Un trucco per ciascuno

Le pagine di questo mese sono basate sui contributi a Mac OS X Hints (macosxhints.

com) da parte di Franck Guadagnini

e altri anonimi. Ogni mese, il trucco preferito dai lettori

del sito viene premiato con una tazza come quella che vedete.

per tre secondi. Se questo non è un intervallo abbastanza lungo (perché magari visualizzate delle citazioni, che hanno bisogno di tempo per essere lette), utilizzate questa soluzione (non è disponi-bile un metodo integrato per definire la durata della diaposi-tiva): aprite il Terminale e scrivetesudo /usr/libexec/PlistBuddy -c “set ‘:JustASlide:mainDuration’ 10” /System/Library/PrivateFra-meworks/Slideshows.framework/Versions/A/Resources/Content/EffectDescriptions.plist alla riga di comando. Quindi premete Invio. È possibile cambiare il 10 nella riga di comando in qualsiasi numero di secondi desiderate.

TIP04

STAMPARE SU UNA SOLA PAGINA LE TABELLE ELABORATE IN NUMBERSSe create tabelle in Numbers, potreste essere frustrati dal modo in cui il programma le stampa: sono spesso suddivise orizzontal-mente e verticalmente su più pagine. Potete però migliorare il risultato copiando tutto o parte della tabella e aprendola in Anteprima: in Numbers, fate clic sul quadrato di trascinamento in alto a sinistra della tabella. (È necessario scorrere fino alla parte superiore della tabella per vederlo). Premete Cmd-C, aprite Anteprima e premete Cmd-N; poi stampate.

primo comando cut cattura l’indirizzo email e la parentesi uncinata chiusa che segue, impostando il delimitatore su una parentesi uncinata aperta. Il secondo cut elimina la parentesi uncinata chiusa, impostandola come delimitatore. L’output sarà un indirizzo email per riga, copiato negli Appunti e pronto per essere incollato.

TIP07

RIPARARE GLI ERRORI DEI PERMESSI IN DROPBOXUso Dropbox (tramite il client 2.0 per Mac) per sincronizzare un backup di cartelle locali, ed eseguo uno script di backup ogni sera. Recentemente, una mattina, Dropbox era ancora in piena esecuzione, e la ventola del mio Mac mini girava a tutta velocità. Ho fatto clic sul menu Dropbox e poi sul pulsante dell’ingranaggio, e ho visto che alcuni file non potevano essere copiati a causa di errori di tipo “permesso negato”.Sembra che Dropbox abbia una funzione nascosta per risolvere queste cose. Aprite le preferenze di Dropbox, fate clic su Account e premete Opzione. Vedrete il pulsante Scollega questo computer diventare Correggi autorizzazioni. Fate clic su quel pulsante e lasciate che Dropbox passi in rassegna i vostri file.

Fare un’eccezione Nelle impostazioni Non disturbare di iPhone, è possibile selezionare un gruppo (creato in Contatti sul Mac o su iCloud) per consentire di ricevere le chiamate di chi appartiene a quel gruppo.

Tutto su una pagina Evitate che le tabelle di Numbers vengano suddivise su più pagine servendovi del quadrato di trascinamento (in alto a sinistra, non visibile in figura), copiando la tabella e aprendola in Anteprima.

TIP05

DISATTIVARE L’ANTEPRIMA AUTOMATICA DEGLI ALLEGATI IN MAILDi default, Mail fornisce un anteprima degli allegati, per esempio immagini e file Pdf. Tuttavia, se si preferisce non vedere queste anteprime automa-tiche, è possibile disattivarle eseguendo questo comando nella finestra del Terminale:defaults write com.apple.mail DisableInlineAttachmentViewing -bool yes. Dopo aver immesso il comando, chiudete e riavviate Mail. D’ora in poi, gli allegati dovrebbero apparire solo come icone.Per ripristinare la funzionalità originale, eseguite questo comando: defaults write com.apple.mail DisableInlineAttach-mentViewing -bool no.

TIP06

ESTRARRE GLI INDIRIZZI DA UN GRUPPO DI MESSAGGI EMAILPer qualsiasi motivo, vi potrebbe capitare di creare un elenco di indirizzi di posta elettronica associati a un gruppo di mes-saggi. Si possono trovare vari metodi per farlo, ma eccone uno che funziona in maniera affida-bile. (Si suppone che la prima riga di ogni messaggio email contenga l’indirizzo desiderato – per esempio Da: Gianni Rossi – e che stiate utilizzando Mail.app).Anzitutto, create un archivio dei messaggi in formato solo testo: selezionateli in Mail, premete Cmd-C per copiarli, passate a TextEdit, premete Cmd-V per incollarli, e salvateli come file di testo (che chiameremo archivio.txt). Poi lanciate il Terminale e digitate il comando: grep ‘Da:’ /percorso/al/file/archivio.txt | cut -f2 -d\< | cut -f1 -d\> | pbcopy. (È possibile, naturalmente, trasci-nare il file dal Finder alla riga di comando per inserire il suo percorso). La parte grep estrae l'intera riga Da:; in seguito, il

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94

Mac HelpSoluzione ai più imbarazzanti problemi Macdi CHISTOPHER BREEN

GENIUS:TRUCCHI MACI SUGGERIMENTI DI MACOSXHINTS PER USARE AL MASSIMO IL COMPUTER

CONVERTIRE I FILE IMMAGINE IN FUMETTI

D: Sono un artista in forma-zione, e ho alcuni dei miei

“fumetti” salvati come file formato Jpeg. Mi piacerebbe molto vederli in un’applicazio-ne di lettura fumetti sul mio iPad, ma come li formatto per renderli leggibili?

R: Applicazioni di fumet-ti come Comic Zeal (4,49

euro; https://itunes.apple.com/it/app/comic-zeal-comic-reader/id363990983?mt=8) sono compati-bili con i formati di file di fumetti privi di Drm, .cbr e .cbz. Sono en-trambi formati compressi, legati a file Rar e Zip, rispettivamente.Convertire i file Jpeg in un forma-to compatibile con i fumetti è un gioco da ragazzi. In primo luogo, assicurati di aver numerato le tue immagini nel corretto ordine di pagina, chiamando i file (per esempio) Mio Fumetto-001-001.jpg, Mio Fumetto-001-002.jpg, e così via (la prima serie di cifre è il numero di emissione, la seconda è il numero di pagina), altrimenti le pagine potrebbero non visualizzar-

si nella sequenza corretta.Inserisci le pagine in una cartella e assegna un nome alla cartella utilizzando il titolo del fumetto e il numero di emissione, per esempio Mio Fumetto #1. Ora fai Ctrl-clic (clic destro) sulla cartella e scegli Comprimi “nome-cartella”. La car-tella sarà convertita in un archivio .zip chiamato (usando il nostro esempio) ’Mio Fumetto #1.zip’. Modifica l’estensione .zip in .cbz.E questo è tutto. È ora possibile importare il fumetto in un’appli-cazione di lettura fumetti con i soliti metodi. Nel caso di Comic Zeal, dovrai collegare l’iPad al Mac, lanciare iTunes, selezionare l’iPad all’interno di iTunes, scegliere la sezione App, individuare la voce Comic Zeal nell’area delle applica-zioni, e quindi aggiungere i tuoi file .cbz per copiarli su iPad.

INSTALLARE SNOW LEOPARD SENZA DVD

D: Mia sorella ha un vecchio MacBook Pro con Leopard

e vuole aggiornare a Snow Le-opard. La sua unità Dvd è rot-ta; io ho un MacBook Air senza lettore Dvd, e possiedo solo un’immagine disco di Snow Le-opard. Quando copio l’imma-gine disco sul suo MacBook, la monto, e cerco di eseguire il programma di installazione di Snow Leopard, il Mac dice che è necessario masterizzare l’immagine su disco, il che non è possibile. Cosa devo fare?

R: Procurati una chiavetta Usb da 16 GB (o più). Inseriscila

nel MacBook Air e lancia Utility Disco (che si trova in /Applicazio-ni/Utility). In Utility Disco, sele-ziona la chiavetta, e fai clic sulla sezione Partiziona. Dal menu a

Queste pagine si basano sui

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Problemi Apple?

Passione per i fumetti Occorre comprimere (zip) e rinominare cartelle di immagini per creare file compatibili con le applicazioni di lettura fumetti.

discesa Schema partizioni, scegli 1 partizione; verifica che il menu a discesa Formato indichi “Mac OS Esteso (Journaled)”, e fai clic su Opzioni. Nel pannello risul-tante, seleziona Tabella partizione GUID (se non è già selezionato), e premi OK. Fai clic su Applica per formattare la chiavetta.Fai doppio clic sull’immagine del disco di installazione per montarla. (Non montare l’immagine potreb-be causare un errore).Fai clic sulla sezione Ripristina in Utility Disco. Trascina l’imma-gine disco dell’installer di Snow Leopard (chiamata probabilmente “Mac OS X Install DVD.dmg”) nel campo Sorgente. Trascina la chiavetta Usb montata sul campo Destinazione. Fai clic sul pulsante Ripristina all’interno della fine-stra, e nel pannello che appare pre-mi Cancella. Inserisci la password

Page 95: Macworld Italia 2013-10

95

quando richiesto, quindi fai clic su OK. Questo copierà l’immagine sulla chiavetta. (La procedura ha richiesto circa 49 minuti con il mio MacBook Air del 2012). A lavoro ultimato, smonta la chiavetta Usb dal tuo Mac e collegala al MacBook Pro di tua sorella. Riavvia il Mac e tieni premuto il tasto Opzione quando il Mac mostra segni di vita. Nella finestra di avvio che appare alla fine, seleziona la chiavetta come unità di avvio. Il Mac entrerà nel programma di installazione di Snow Leopard, e potrai procedere con l’installazione.

CREARE BACKUP TIME MACHINE RIDONDANTI

D: C’è un modo per creare automaticamente più

copie dei backup prodotti da Time Machine?

R: Sì. Scegli un hard disk col-legato al Mac o un volume di

rete come seconda destinazione di backup. Lancia Preferenze di Si-stema e seleziona Time Machine. Fai clic sul pulsante Seleziona di-sco e scegli quel secondo volume. Fai clic su Usa disco, e apparirà un pannello in cui ti verrà chiesto se desideri sostituire la destina-zione di backup originale o utiliz-zare entrambi i volumi. Seleziona Utilizza entrambi. Time Machine inizierà quindi la creazione di un archivio di backup sul secondo volume ed effettuerà il backup del Mac su di esso.Da quel momento in poi, Time Machine alternerà i backup tra i due volumi: prima eseguirà il backup sul Volume A (qualunque esso sia) e poi, un’ora più tardi, sul Volume B. Se si scollega un’unità, Time Machine continuerà il ba-ckup su quella a cui può accedere. Poi, quando ricollegherai il volume precedentemente staccato, Time Machine eseguirà il backup su di esso in modo che i due volumi con-tengano all’incirca gli stessi dati.Dico “all’incirca” perché, se hai creato nuovi documenti dopo aver scollegato quell’unità, il nuovo ba-ckup sarà più aggiornato rispetto agli altri. Questo significa che al momento di ripristinare, dovrai

prestare attenzione a quale volu-me contiene il backup più recente.

ACCEDERE A FILE DI WORD MOLTO VECCHI

D: Ho molti vecchi docu-menti Microsoft Word

5 sul mio iMac. Come posso recuperare il testo di questi file con la mia copia attuale di Microsoft Office 2011?

R: Avvia Word 2011 e scegli File, Apri. Individua il documento

a cui vuoi accedere e fai clic sul pulsante Apri. Con un po’ di fortu-na, il file verrà aperto presentando qualcosa di simile alla sua formatta-zione originale. (In caso contrario, assicurati di avere l’ultima versione di Office: seleziona Aiuto, Controlla aggiornamenti). Ho provato questo

metodo con un file di Word 5, e si è aperto senza caratteri illeggibili. Questo approccio non è certo l’idea-le, in quanto richiede di aprire ogni singolo file, ma almeno funziona.A differenza di una volta, quando si poteva acquistare un’utility di conversione per svolgere questo compito, i metodi alternativi sono ora molto più limitati. Per la mag-gior parte si può tentare di aprire quei vecchi file in un editor di testo o in una suite open-source come NeoOffice (www.neooffice.org) o LibreOffice (www.libreoffice.org).Quando ho aperto il mio file di prova con TextEdit e con queste due applicazioni, ho visto una discreta porzione di caratteri estra-nei. Con un Trova e Sostituisci si può eliminare molta della spazza-tura presente nel file, ma non è un metodo consigliabile con più di un

Time Machine di OS X è in grado di eseguire il backup di un disco su qualsiasi altra unità fisicamente collegata al Mac, interna o esterna. Può anche effettuare il backup su una Time Capsule. Il vantaggio principale di Time Capsule è che il suo disco è accessibile a qualsiasi Mac sulla rete locale, permettendo di eseguire il backup di più Mac contemporaneamente sulla stessa unità. Inoltre AirPort Extreme supporta l’aggiunta di un hard disk alla sua porta Usb. Una volta collegato un disco alla base, è possibile attivare la condivisione dei file, così che più utenti possano condividere i dati sul disco. Si sarebbe tentati di pensare che Time Machine sia in grado di eseguire il backup su un’unità Usb collegata a una base AirPort Extreme, ma non è così. Apple afferma che Time Machine non può eseguire il backup su un disco esterno collegato a una base AirPort Extreme. Questo ammonimento non ha impedito a molte persone di provare a farlo comunque. La buona notizia è che, nel corso degli anni, molti utenti (anche se non tutti) sono riusciti a far andare d’accordo Time Machine con un disco Usb in rete collegato a una base AirPort Extreme. Io sono stato fortunato a metà. Al mio primo tentativo, sono riuscito a far eseguire un backup all’iMac di mia moglie su un’unità Usb che avevo collegato alla nostra AirPort Extreme. Tuttavia questo successo è stato di scarso valore per me. Sarebbe

stato meglio se avessi potuto usare la stessa unità Usb per tenere backup di Time Machine di più Mac. Purtroppo, ogni volta che attivavo Time Machine sul mio Mac Pro, aggiungendolo al backup dell’iMac già in corso, Time Machine non riusciva nell’operazione, perché gli “sparsebundle” responsabili di conservare i dati erano corrotti. Ho pensato che la corruzione dei dati possa in qualche modo essere stata innescata dal mio tentativo di eseguire il backup di due Mac sulla stessa unità. In tal caso, magari partizionando il disco, ed eseguendo il backup di ciascun Mac in una partizione separata, Time Machine avrebbe potuto considerare questa configurazione come un Mac per unità. Ha funzionato! Ora è passato un mese senza incontrare alcun errore di verifica (o qualsiasi altro errore) di Time Machine. Ho provato il ripristino dei file dai backup di Time Machine, e l’operazione è andata a buon fine.Non posso offrire alcuna garanzia. Potrei sempre ottenere un errore domani, o magari tra sei mesi. Tuttavia, considerando la storia passata, sono ottimista. Se non siete stati in grado di far funzionare un’unità disco collegata a una base AirPort Extreme con Time Machine e più Mac, il partizionamento può essere la soluzione. Assicuratevi di disporre di un backup secondario prima di iniziare a sperimentare con questo approccio.

Bug & Fixdi TED LANDAU

Dischi AirPort Extreme e più Mac

Page 96: Macworld Italia 2013-10

96

trascina le azioni Ottieni i server specificati e Connetti ai server nell’area del f lusso di lavoro. Fai clic sul pulsante Aggiungi nell’a-zione Ottieni i server specificati, e seleziona la base AirPort nella finestra Scegli Url. Un indirizzo come “smb://10.0.1.1:445” apparirà nel campo Indirizzo server (come indicato in figura). Fai clic su OK. Premi il pulsante Esegui nella fine-stra del f lusso di lavoro. Se vengono richiesti un nome e una password per il server, assicurati che Utente Registrato sia selezionato e immetti il nome utente del tuo Mac con la password della base AirPort, ossia la password necessaria per configu-rare la base. Quindi attiva l’opzione Memorizza la password nel porta-chiavi e fai clic su Collegati. L’unità collegata alla base AirPort verrà montata sulla Scrivania del tuo si-stema. Salva il f lusso di lavoro sulla Scrivania. Come prima, aggiunge-remo l’applicazione flusso di lavoro Automator agli elementi di login. Qui funziona il medesimo princi-pio: sblocca il pannello delle prefe-renze e trascina il f lusso di lavoro nell’area degli elementi di login. La prossima volta che effettui il login o riavvii il Mac, l’unità dovrebbe mon-tarsi. Ripeti questa procedura per ogni Mac che vuoi utilizzare con l’unità di rete.

Elenco indirizzi È possibile montare un disco collegato a una base AirPort in modo più affidabile attraverso l’indirizzo di rete della base stessa.

GENIUS MAIL

paio di documenti.Morale: occorre salvare i file in formati che con ogni probabilità continueranno a essere suppor-tati nel tempo, come Rtf (Rich Text Format) o Pdf, e si avranno maggiori possibilità di garantire l’accessibilità a lungo termine dei propri dati.

MONTARE UN DISCO USB COLLEGATO A UNA BASE AIRPORT

D: Ho collegato un hard disk Usb alla mia base AirPort

Extreme e lo uso come spazio di archiviazione comune per tutti i computer della mia rete. È comodo, ma odio dover mon-tare manualmente l’unità ogni volta che effettuo un logout o riavvio uno dei miei Mac. C’è un sistema per configurarlo in modo che si monti automa-ticamente sulla Scrivania di ogni Mac?

R: Sì. Un modo per farlo è il seguente: Apri una finestra

del Finder, seleziona la base dalla barra laterale (che si trova sotto la sezione Condivisi), e monta l’unità. Poi lancia Preferenze di Sistema, seleziona il pannello Utenti e grup-pi (chiamato “Account” in versioni precedenti di Mac OS X), fai clic sull’icona del lucchetto, inserisci il nome utente e la password e fai clic

su Sblocca. Fai clic sulla sezione Elementi login e trascina l’icona del disco montato nell’elenco degli elementi di login. Infine esci da Preferenze di Sistema. La prossi-ma volta che eseguirai un login o riavvierai il Mac, l’unità collegata alla base AirPort dovrebbe montar-si automaticamente. Questo non sempre funziona. Il Mac potrebbe segnalare che l’unità montata (se trovata) non può essere utilizzata. Prova questo metodo, invece: lan-cia Automator, seleziona Applica-zione nel pannello di selezione che appare e fai clic su Scegli. Nel cam-po di ricerca di Automator, digita server. Dai risultati che appaiono,

D: Possiedo svariati telecomandi Apple del

vecchio tipo, quelli bianchi. Ho sentito che possono funzionare con l’hardware Apple attuale, ma tutti i miei telecomandi sono morti. Posso fare qualcosa per resuscitarli?

R: Da’ un’occhiata da vicino alla parte inferiore dei te-

lecomandi, e vedrai una piccola fossetta rotonda. Se applichi pres-sione in quel punto, qualcosa di utile dovrebbe accadere. In questo

caso, il porta-batteria caricato a molla dovrebbe saltar fuori. Tut-tavia, non sono ancora riuscito a far uscire il porta-batteria usando soltanto il dito.Invece, prendi una graffetta, rad-drizza un’estremità, e spingila con attenzione nella fossetta. Oplà, ecco uscire il porta-batteria. All’interno troverai una bat-teria al litio da 3 volt (modello CR2032). Queste batterie sono abbastanza comuni che dovresti poterle trovare un po’ ovunque, e sono molto economiche.

Mac 101a cura della REDAZIONE

Resuscitare un telecomando Apple Remote

Page 97: Macworld Italia 2013-10

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Le note e le password

Le password, tutte insiemeGestire le password è un bel problema: gli esperti di sicurezza consigliano di usare password lunghe e complesse, difficilissime da ricordare, e soprattutto diverse per ciascuno dei siti per cui le usiamo. La faccenda si complica se usia-mo anche iPhone o iPad, oltre a Mac. iOS 7 e OS X Mavericks avranno Cloud Keychain, che sincronizzerà tutte le password sui diversi didpositivi, ma non tutti vorranno o potranno aggiornare. La soluzione, in questi casi, è 1Password (agilebits.com/onepassword). A fronte di una spesa non bassissima (45 euro la versione per Mac, 16 euro quella per iOS), l’app conserva tutte le password, i dati dei conti bancari e delle

mo mantenere riservate e dividerle in categorie, ognuna delle quali può avere una propria password. Il punto debole rispetto a 1Password è una minore inte-grazione con i browser, per cui, se già usiamo quest’ultima app, probabilmente faremo fatica a rinunciarvi. Se però non abbiamo mai usato un password mana-ger e non aggiorneremo a Mavericks e iOS 7, vale la pena di dare un’occhiata anche a oneSafe.

Sincronizzare le noteUn iPhone o un iPad, soprattutto se Mini, sono perfetti come blocco note da portarsi sempre con sé. Il problema è quando si usa più di un dispositivo e si vuole che le note rimangano sincroniz-

Tutti pronti per Mavericks e il Portachiavi iCloud? Probabilmente no. Per fortuna ci sono varie alternative valide per mantere sicurezza e semplicità di utilizzodi MARIO RIZZI

per Windows e possiamo anche usarla da un browser, accetta foto e video, pos-siamo registrare memo vocali, dividere le note in vari taccuini e contrassegnarle con tag. È un’app dalle possibilità quasi infinite, su cui torneremo certamente. Se invece ci basta il testo è il caso di prendere in considerazione Simplenote (simplenote.com). Si tratta di un servizio cui si accede da qualunque browser aggiornato e che poi sincronizza le note

con uno svariato numero di app: per Mac ci sono per esempio Notational Velocity (notational.net) o nvALT (brettterpstra.com/projects/nvalt/), per iOS c’è l’app omonima. Ci si potrebbe chiedere perché usare Simplenote quando Apple mette a disposizione una propria app. I motivi possono essere diversi: intanto l’app Note esiste su OS X solo a parti-re da Mountain Lion, e chi è fermo a versioni precedenti può usare le note su OS X solo all’interno di Mail. Poi ci sono considerazioni di carattere estetico: Note ha lo sfondo giallo che non piace a tutti, Simplenote è più minimalista. Infine, molto dipende dall’abitudine: nel mio caso, ho perso alcune note con l’app di Apple, cosa che non mi è mai successa con Simplenote. Comunque sia, l’invito è sempre lo stesso: provare, sperimentare e vedere quale soluzione si adatta meglio ai nostri bisogni. È il modo migliore per non sbagliare.

Mario Rizzi deve usare Windows per lavoro, ma appena può torna al suo Mac e c’installa di tutto, per vedere di nascosto l’effetto che fa.

Evernote è un’app dalle possibilità quasi infinite

carte di credito e qualunque informazio-ne riservata vogliamo inserire, rendendo tutto accessibile con un’unica password. L’integrazione con i principali browser per Mac è ottima, mentre l’app per iOS comprende un browser che permette di riempire automaticamente alla bisogna tutti i campi richiesti. Per chi vuole spendere meno (12 euro su Mac App Store o 5 euro per la versione per iOS) ora c’è anche oneSafe (onsafe-apps.com). Anche qui possiamo regi-strare tutte le informazioni che voglia-

zate e aggiornate su tutti. Le soluzioni sono molte e dipendono in larga parte dalle necessità individuali. La prima, e più ovvia, è usare l’app Note fornita da Apple stessa sia su iOS che su OS X. Ci sono però alcune limitazioni, come, per esempio, l’impossibilità di ag-giungere alle note immagini o file mul-timediali. Anche la formattazione delle note è molto limitata. Se non possiamo farne a meno, la scelta obbligata sembra essere Evernote (evernote.com): esiste come app sia per OS X che per iOS, c’è

Tutte le nostre password sono al sicuro con 1Password.

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Qui si parrà la tua nobilitate

di Luca Accomazzi

I prossimi dieci anni di Apple. Con due possibilità

Chi mi segue da un pezzo mi ha già sentito parlare di Raymond Kurzweil. Costui è un inventore

americano (in gioventù ha concepito e realizzato il primo sistema OCR e il primo sistema di sintesi vocale) che oggi lavora per Google. Nei suoi libri Kurzweil sostiene che il ritmo con cui l’umanità inventa nuove cose è affine alla legge di Moore, ovvero cresce in scala esponen-ziale e raddoppia ogni 18 mesi. È una tesi controversa, supportata da alcuni fatti, indubitabilmente interessante.Chi segue Apple da un pezzetto ha già sentito esporre la tesi secondo la quale nel DNA della casa di Cupertino si trova un gene, fortemente impiantato da Steve Jobs, che fa sì che ingegneri e teste pensanti della mela morsicata prendano in considerazioni gli oggetti tecnologici prodotti altrove e inutilizzabili dalla gente comune e li trasformino attraverso un uso geniale del design industriale in prodotti di massa. Gli esempi più famosi: il microprocessore diventa il primo personal computer nel 1977 con Apple II; il personal computer diventa utilizzabile da un non tecnico con Mac nel 1984; la prima macchina fotografica digitale, la QuickTake del 1994: iPod del 2001; il primo smartphone, iPhone, nel 2007; il primo tablet, iPad, nel 2010.Combinando i due pensieri mi vengono considerazioni intriganti.

Prossimamente su quegli schermiApple, stando ai “si dice”, sarebbe al lavoro su una televisione intelligente, chiamiamola iTV. Se ci pensate bene, anche questa non è un’idea del tutto originale, ma un tentativo di rendere utilizzabili prodotti che altri hanno

concepito in una forma quasi inutilizza-bile. Se fate una bella googolata e cercate le specifiche della TV Samsung ES8000 scoprirete che ha telecomando sensibile al tocco, microfono per ordini dati a voce, videocamera di bordo che percepisce quando sposto il braccio e muove un cursore in sincronia, poi percepisce quando chiudo la mano a pugno come un clic. Si accende dicendo “TV, ciao!”.Apple, se prestate fede alle voci di corridoio, sarebbe al lavoro su un orologio informatizzato da polso, chiamiamolo iWatch. Se viene lanciato sul mercato non sarà il primo del suo genere. Una ricerca guidata sul web vi dirà vita morte e miracoli del Pebble, Che ha uno schermo eInk sensibile al tocco, interagi-sce con gli smartphone via Bluetooth, carica app. Apple, si ipotizza, starebbe seguendo da vicino lo sviluppo dei Google Glass, quegli occhiali che duplicano l’elettronica di uno smartphone ma vengono controllati principalmente con la voce e proiettano le schermate direttamente sulla retina.

Futuro prossimoSteve Jobs, come Hari Seldon nei romanzi della Seconda Fondazione di Asimov, ha lasciato alla sua organizza-zione un piano dettagliato spiegando quali prodotti vanno realizzati negli anni successivi alla sua morte. Saperlo è commovente e rinfranca lo spirito mio così come quello di tutti gli utenti Apple, ne sono certo. Jobs ha anche lavorato, prima della scomparsa, sulla TV intelligente: lo disse lui stesso al biografo Walter Isaacson. Dubito però che il fondatore di Apple abbia potuto dedicare tempo allo smart watch o ai dispositivi indomabili come i Google Glass, dato che è mancato il tempo necessario perché qualcuno concepisse e realizzasse i primi esemplari (pratica-mente inutilizzabili) di quelle categorie di prodotto.

Qui si parrà la tua nobilitateLa legge di Kurzweil dice che il ritmo di rilascio deve crescere e che Apple non può lanciare nuovi tipi di prodotto ogni sette anni come ha fatto agli inizi. La mappa stellare lasciata da Jobs non può comprendere prodotti concepiti dopo la sua scomparsa.È su questo tema, secondo me, molto più che sul valore dell’azione in Borsa o sui compensi agli amministratori o sul rapporto con Samsung, che si gioca la carriere da Tim Cook. Quali e quante nuove linee di prodotto introdurrà Apple nel prossimi diciotto mesi? Se vedremo iTV ma non invece iWatch, iGlasses e altre iNovità vorrà dire che Apple ha smesso d’innovare in profondità e che, nel giro di dieci anni, tornerà ad essere una delle tante aziende che producono elettronica di consumo, com’era nel periodo in cui Steve Jobs ne aveva abbandonato il timone.

Luca Accomazzi usa i calcolatori Apple dal 1980, Internet dal 1992. Il suo primo articolo come giornalista, nel 1984, era dedicato ai trucchi d’uso del Macintosh, appena rilasciato da Apple.

L’OPINIONE

Steve Jobs, come Hari Seldon nei romanzi della Seconda Fondazione di Asimov, ha lasciato alla sua organizzazione un piano dettagliato spiegando quali prodotti vanno realizzati negli anni successivi alla sua morte

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Reggetevi: è arrivata la tecnologia WI-FI più veloce al mondo!

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