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La guerra tra il Regno del Terrore e l’Impero della Saggezza Classe I C Scuola Secondaria di I grado “V. Alfieri” Bagnoli di Sopra A.S. 2011-2012
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La guerra tra il Regno del Terrore e l’Impero della Saggezza

Mar 28, 2016

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Racconto fantasy realizzato dagli studenti della classe I C della Scuola Secondaria di I grado Vittorio Alfieri di Bagnoli di Sopra (PD) durante il laboratorio di scrittura creativa fantasy in collaborazione con la casa editrice Camelozampa.
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La guerra tra

il Regno del Terrore

e l’Impero della Saggezza

Classe I C Scuola Secondaria di I grado “V. Alfieri”

Bagnoli di Sopra A.S. 2011-2012

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La guerra

tra il Regno del Terrore e

l’Impero della Saggezza

Classe I C Scuola Secondaria di I grado “V. Alfieri”

Bagnoli di Sopra A.S. 2011-2012

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Sembrava un giorno tranquillo nel Regno degli Elfi, quando entrando nell’Immaginarium, Solar percepì qualcosa di strano. Ed ecco che spuntò

un’immagine del futuro, mostrava una guerra, un’enorme battaglia, forse la più grande che ci fosse mai stata.Solar iniziò a sudare freddo, le pulsazioni del suo cuore aumentavano sempre più per la paura, uscì correndo e urlando.Quando si fu calmata, decise di correre ad avvisare il nuovo Imperatore Grisam.

Nella sala più segreta del castello, la Sala della Paura, Assalix si riunì con i comandanti del suo esercito: Titanix III, il drago a dieci teste; Craven ed

Electrus, fedeli suoi servitori.Li aveva convocati per rivelare loro il suo piano di conquista.«Tu, Electrus, guiderai le truppe fino ai margini del territorio nemico e, al mio segnale, attaccherai. Ci sarà bisogno dei tuoi poteri, ma se vedi l’Imperatore, catturalo e portamelo vivo, perché voglio interrogarlo e scoprire tutti i suoi segreti».«Certo, Sire» fu la risposta.«Tu, Craven, invece, userai il potere del tuo anello per cambiare le tue sembianze e sarai la mia spia. Il tuo compito sarà scoprire i piani dei nemici e riferirmeli».«Sicuramente, Sire» disse Craven, poco convinto.«Tu, Titanix, aiuterai il mio pipistrello Grief a indebolire l’esercito nemico. Dovrai farli a brandelli con i tuoi denti aguzzi e i tuoi artigli affilati». Titanix III ruggì per la gioia e l’impazienza di svolgere il suo compito.«Adesso che conoscete i vostri doveri, andate».Electrus, Craven e Titanix si inchinarono davanti al loro re, poi uscirono dal castello.

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Prima di partire, Solar andò a chiamare il suo più fidato guerriero, a cui raccontò ciò che aveva visto e gli chiese di accompagnarla a raggiungere il Palazzo Reale

dell’Imperatore.Si misero in viaggio, attraversando la foresta che circondava il loro Regno e giunsero alle Montagne della Saggezza. Dopo averle valicate con fatica, giunsero alle Pianure, guadando un grande fiume, e finalmente videro all’orizzonte il villaggio, con al centro un enorme palazzo tutto colorato.Dopo qualche ora di cammino, arrivarono finalmente al villaggio vero e proprio, dove trovarono una grande accoglienza da parte della popolazione.Giunti al castello, chiesero di poter vedere l’Imperatore; il portone dell’entrata principale si spalancò e videro davanti a loro, in fondo al salone, l’Imperatore seduto in un trono tutto rosso.Solar lo conosceva da molto tempo, da quando era ancora principe. Ora, per l’improvvisa morte del padre, Grisam si era trovato a governare l’Impero della Saggezza a soli tredici anni.Lui accennò un sorriso, ma il suo sguardo intenso tradiva la preoccupazione per le continue minacce al suo Impero.«Grisam, devo dirti cosa ho visto nell’Immaginarium».

Electrus aveva molta paura di essere ucciso nella battaglia che si preannunciava sanguinosa, ma temeva anche che Assalix gli avrebbe tagliato la testa se avesse

manifestato delle incertezze. La stessa paura venne anche a Titanix III, che di teste ne aveva dieci.Videro Craven invece tutto tranquillo e gli chiesero:«Ma tu non hai paura?»«No, tanto io posso prendere le sembianze dei nostri avversari, se la battaglia dovesse andare male, non mi troverebbero mai»

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Titanix il grande drago a dieci teste, fedele compagno di Assalix, si era schierato contro gli Elfi e l’Impero della Saggezza per vendicarsi di quello che gli avevano

fatto.Alcuni anni prima, suo fratello Titanium dichiarò guerra agli Elfi.In un primo momento, gli Elfi non erano riusciti a contrastare Titanium e il suo esercito, che minacciava di raggiungere e distruggere il villaggio. Poi Solar aveva chiesto aiuto a Grisam, che era arrivato con i suoi uomini armati di spade, balestre, frecce e archi.Titanium era già schierato con i suoi uomini e i suoi draghi e, quando Solar aveva suonato il suo corno, la battaglia aveva avuto inizio. Gli Elfi avevano lanciato frecce magiche che avevano ucciso molti draghi, ma Titanium stava resistendo. Stava avanzando lentamente per penetrare nel villaggio, ma Grisam e Solar erano riusciti in tutti i modi a impedirglielo. Finalmente Solar era riuscita a tirargli una freccia magica e Titanium era caduto a terra. In quel momento il cielo si era oscurato, coperto da infinite nuvole grigie e tutti avevano cominciato ad avere paura. Solo gli uomini di Grisam non si erano resi conto di quello che stava succedendo e avevano lanciato moltissime frecce che avevano ucciso Titanium.Titanix era arrivato in quel momento, perché aveva saputo che suo fratello era in guerra e voleva aiutarlo. Quando però l’aveva visto steso a terra, con Grisam e Solar che stavano esultando per la vittoria, aveva capito tutto e aveva giurato che gliel’avrebbe fatta pagare.

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Grisam disse preoccupato: «Bene, stavolta Assalix ha deciso di fare sul serio. Tu sei riuscita a vedere le sue intenzioni, ma io avrei bisogno di sapere come

agire».Solar gli rispose: «Ci serve l’aiuto di una persona saggia, ma chi?»«Azzeggas il Saggio! È l’ultimo rimasto della Congrega della Saggezza».Solar si spazientì: «Ma non ha casa!»«Non ha casa, ma spesso sta nei sotterranei del castello».I sotterranei erano divisi in due parti: la prima era una prigione, la seconda era un luogo segreto che pochi conoscevano.L’entrata alla prigione era una piccola porta di legno con delle sbarre, l’altra entrata recava la scritta “Dite sire e entrate”. Era un indovinello che Solar risolse molto facilmente, dicendo: «Ogda», che significa sire in elfico. La porta si aprì, c’era la più completa oscurità; Grisam tirò fuori una pietra che fece accendere tante luci che illuminarono tutto l’ambiente e videro il mantello di Azzeggas appoggiato in un angolo.Trovarono il saggio nel suo laboratorio.Grisam si chinò e disse: «Saggio Azzeggas, io...» Non fece in tempo a finire la frase che Azzeggas disse:«Siete qui per chiedere consiglio! Andate da Cosmo, dovrete seguire la strada dell’Arco Rosa che trovate nella foresta, non potete sbagliare, e una capanna!» Poi aggiunse: «Andate con Pegasus e Alfef!»

Cosmo stava dormendo. Sentì bussare, guardò dalla finestra e si domandò chi fosse la persona con Solar, che non aveva mai incontrato. Aprì la porta e disse:

«Salve, Solar. Chi è questo ragazzo con te?»«È una lunga storia, ma almeno ci fai entrare?»«Sì, certo, entrate».«Si chiama Grisam, è diventato il nostro Imperatore, ma è solo un ragazzo. Cosmo, se uniamo le nostre forze, possiamo aiutarlo».«Cosa dovrei fare?» domandò facendo passare lo sguardo dall’uno all’altra. I suoi occhi rossi rivelavano le sue origini. «Ho scelto di vivere qui nella foresta tanto tempo fa, non voglio più essere coinvolto nella politica e nelle guerre».«Cosmo, tu conosci il Regno del Terrore meglio di chiunque altro».«Cosa dovrei fare?»

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Craven partì per l’Impero della Saggezza, ma a metà percorso girò l’anello, così prese l’aspetto dei suoi avversari.

Dopo due ore di viaggio, incontrò Azzeggas e gli chiese:«Mi scusi, anziano signore, mi può dire dove ci si può arruolare? Voglio affrontare questa minaccia con l’Imperatore Grisam».Il saggio gli indicò la via per il castello.

Dopo alcuni giorni nell’Esercito della Saggezza, Craven mandò ad Assalix un messaggero alato con le informazioni sull’Esercito. Gli riferì che era organizzato in gruppi da quaranta soldati ciascuno: per primi c’erano uomini armati di balestre, nella seconda fila la cavalleria con lance e archi e più indietro di tutti i cannoni.

Dopo aver trascorso una settimana nell’Impero della Saggezza, Craven dovette tornare al suo Regno.Lungo il viaggio cominciò a esitare, sarebbe tornato volentieri sui suoi passi, tra la gente pacifica di Grisam.Il suo cavallo galoppava come il vento; Craven sapeva benissimo dove si trovava l’accampamento dell’Esercito del Terrore.Fu convocato da Assalix e gli raccontò quello che aveva appreso dai loro nemici.Il giorno dopo, però, facendo ritorno all’Impero della Saggezza, Craven non poté fare a meno di pentirsi del suo doppio gioco e decise che era il momento di fare una scelta.

Craven andò alle porte del castello di Grisam. Girò l’anello, rivelando il suo vero aspetto. Le guardie lo catturarono subito e lo portarono al cospetto dell’Imperatore.

Scortato dalle guardie, Craven entrò nella Sala del Trono e disse:«Grisam, Assalix è determinato a sconfiggervi. Ha voluto che io fossi la sua spia».«Perché mi stai dicendo queste cose? Se tu sei con lui, sicuramente gli avrai già riferito i nostri piani...»«Ti sto raccontando di lui perché voglio che tu sappia cosa sta pensando di fare per sconfiggervi nella battaglia. Puoi prendermi con voi? Puoi proteggermi? Ti potrò dire tutto del Regno del Terrore».Grisam esitò, ma alla fine accettò.Craven ripartì subito per il Regno del Terrore. L’indomani visionò tutti i componenti dell’esercito e se li annotò. Scrisse tutti i poteri dei comandanti dell’Esercito, ma anche i loro punti deboli. Quella notte stessa inviò un messaggero alato per consegnare le informazioni a Grisam.

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Al castello di Grisam c’era molta tranquillità e silenzio, perché era giorno di festa e le persone si preparavano per andare all’assemblea al Tempio. Tutti

sapevano, però, che presto ci sarebbe stata una battaglia e tutto era pronto per il combattimento. A un certo punto, i fedeli nel Tempio si accorsero della presenza di sconosciuti. Erano dei soldati dell’Esercito del Terrore travestiti.Nel Tempio si scatenò il panico.Tutti uscirono e le guardie dell’Esercito della Saggezza si radunarono assieme ai soldati.In quello stesso momento, si cominciarono a sentire delle grida di battaglia, erano i soldati dell’Esercito del Terrore che stavano avanzando. Cosmo prese in mano la situazione e decise che invece di attendere e difendersi fosse meglio attaccare; ordinò di occupare le postazioni degli arcieri, mentre gli altri soldati erano già pronti ai loro posti.Dalle mura del castello venivano lanciate pietre e balle di fieno infuocate che colpivano i soldati nemici.

Intanto, fuori dalle mura, i due eserciti si combattevano. L’Esercito della Saggezza era in difficoltà, nonostante gli sforzi. I soldati nemici erano accerchiati, ma solo pochi di loro venivano uccisi. Ad un certo punto, i combattenti migliori dell’Esercito del Terrore riuscirono ad avere la meglio, ma erano stremati dalla lunga battaglia. Non rimaneva che interrompere il combattimento. Entrambi i comandanti ordinarono la ritirata e i soldati del Terrore se ne ritornarono al loro accampamento, quelli della Saggezza al castello.

Dopo alcune ore, Grisam partì a cavallo di Pegasus, seguito dai suoi uomini per andare nel Campo del Futuro, dove Solar era già pronta con le sue truppe armate di archi e frecce magiche.Quando Solar suonò il suo corno, la battaglia ricominciò.Ad un tratto, Pegasus si alzò in volo da solo.Titanix iniziò a sputare fuoco per colpirlo, ma Pegasus lo schivò due volte; alla terza, però, fu colpito e cadde a terra.In quel momento i fiori belli e colorati del prato diventarono grigi e gli uccellini del bosco non cantarono più.Titanix credette che fosse il segno della sconfitta di Pegasus, ma in quel momento il

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cavallo alato raccolse tutte le sue forze e si rialzò in volo. Anche la natura ricominciò a prendere vita e tutti si sentirono felici, ma non Titanix, che sputò di nuovo fuoco. Pegasus lo schivò, scese verso Titanix e con il suo zoccolo magico gli diede un colpo nell’occhio, il suo punto debole.Titanix cadde a terra, non si mosse più, ormai era sconfitto.

Mentre migliaia di esseri terribili con gli occhi rossi e la pelle del colore della muffa caricavano i soldati dell’Impero della Saggezza, Electrus camminava

uccidendo con i suoi fulmini chiunque incontrasse. Electrus notò Solar che lanciava frecce in groppa al suo cavallo Alfef; una cosa attirò la sua attenzione: la Corona Nera di battaglia degli Elfi. Sapeva che veniva indossata solo da chi apparteneva alla casa reale.La Corona Nera di battaglia degli Elfi si riconosceva per due motivi: il primo era perché arrivava fino al ventre, costruendo un’armatura nera; questo accadeva solo quando la si abbassava. Il secondo motivo era perché aveva una “E” incisa.Electrus si avvicinò a Solar, pensando di prendersi gioco di lei e disse:«Bene, chi abbiamo qui? La principessa degli Elfi!» Solar provò a colpirlo con le frecce, ma Electrus le scansò e ricominciò:«La figlioletta viziata del re non sa colpirmi!»Solar diventava sempre più furiosa e per controbattere disse:«Sempre meglio che essere uno schiavo infedele legato al re della paura».E riprovò con le frecce, ma Electrus le scansò di nuovo. «Guarda, il tuo cavallino sarebbe in grado di romperti in due con un morso!»Solar perse la pazienza e inziò a dire a gran voce:«Alfef ritina, Alfef alcho». Alfef rispose al comando in elfico sbattendo tre volte lo zoccolo, incantesimo che immobilizzò Electrus. Allora Solar urlò a squarciagola: «Etnaip, oletednerp e oletagel».Spuntarono piante dappertutto, che ricoprirono Electrus fino a bloccarlo e nasconderlo.Electrus urlò:«Perché non riesco a liberarmi?»Solar rispose: «Perché il legno non conduce l’elettricità!» e lo colpì con una freccia dritta al cuore. Electrus divenne povere che volò via col vento.

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La battaglia infuriava già da qualche ora, ma nessuno dei due eserciti riusciva a prevalere sull’altro. Cosmo vedeva comunque che l’Esercito della Saggezza

era in difficoltà.Le truppe di Assalix avrebbero presto varcato i confini. Gli Elfi guidati da Solar stavano cercando in tutti i modi di respingerli, ma, nonostante i loro sforzi, non riuscivano.In quel momento, Cosmo, vedendo Assalix che rideva, si ricordò di un particolare che gli avevano raccontato da piccolo: si diceva che Assalix avesse un dente blu che, se strappato, l’avrebbe portato alla morte.Cosmo corse subito a cercare Grisam tra le fila dei soldati.Appena lo trovò, gli disse:«Vai, devi duellare contro Assalix e strappagli il dente blu, è il suo punto debole».«Ma è impossibile, non ce la farò mai!»«O ci provi, oppure l’Impero della Saggezza finirà».Grisam, senza aprire bocca, ma ancora con qualche incertezza, si diresse verso l’esercito nemico.

Grisam vide un grande pipistrello nero che volava sopra l’Esercito della Saggezza urlando molto forte. Capì subito che si trattava di Grief, la temibile cavalcatura di Assalix e cercò di seguirlo.La creatura atterrò davanti all’esercito di Grisam, che corse alla testa dei suoi guerrieri.Tutti si fecero da parte per far scendere Assalix, che mostrò il più agghiacciante dei suoi sorrisi.«E saresti tu a comandare l’Esercito della Saggezza? Tu, un piccolo ragazzo impaurito?» Grisam non fece caso all’offesa e cercò di farlo parlare per vedere dov’era il dente blu che, secondo Cosmo, gli avrebbe dovuto strappare.«Tu sei solo un vecchio che non è nemmeno in grado di curarsi un raffreddore!» lo derise Grisam, guardando con disgursto il torrente giallognolo che gli colava continuamente dal naso.Allora Assalix replicò furibondo:«Adesso vedremo chi di noi due è il più forte. Chi vincerà il duello vincerà tutta la battaglia. L’altro, cioè tu, morirà».

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«Non sarò io lo sconfitto» fu il commento di Grisam.I due avversari si misero uno di fronte all’altro e si studiarono per qualche secondo per decidere dove colpire. Assalix attaccò per primo; Grisam parò e attaccò a sua volta, ferendo Assalix, che però non sembrava per niente indebolito. Il ragazzo non sapeva proprio come fare.Improvvisamente si ricordò delle parole di Craven:«Tutto il potere di Assalix è concentrato nella spada e per questo non se ne separa mai. Senza la sua spada, lui diventerebbe molto debole e potresti fare quello che vuoi».Con una finta provocò un attimo di distrazione di Assalix e ne approfittò per colpirgli la mano, tagliandogliela. Assalix perse la presa sulla spada e cadde a terra. Grisam velocemente gli strappò il dente blu.Immobile e stupito, osservò il nemico: invece di morire dissanguato, Assalix stava diventando polvere.

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Con la morte di Assalix, le truppe del Regno del Terrore non avevano più un comandante e si ritirarono rapidamente, temendo la vendetta dei guerrieri

dell’Impero della Saggezza.

Craven fu nominato re del Regno del Terrore e si impegnò a non muovere guerra a Grisam e al suo Impero.

Solar tornò nella capitale del suo regno e divenne la Regina degli Elfi.

Anche Grisam tornò al castello e dopo qualche giorno nominò come consiglieri Cosmo e i suoi soldati più valorosi..Governò molto saggiamente e a lungo e non vi furono più battaglie tra il Regno del Terrore e l’Impero della Saggezza.

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