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Inflazione a fette Osservatorio prezzi pagina 4 Cibi preziosi: i prezzi dei prodotti tipici pagina 6
25

Inflazione a fette - coop Firenze

Jun 17, 2022

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Page 1: Inflazione a fette - coop Firenze

Inflazione a fetteOsservatorio prezzi

pagina 4

Cibi preziosi: i prezzi

dei prodotti tipici

pagina 6

Page 2: Inflazione a fette - coop Firenze

SOM

MAR

IO

Chiuso in tipografia

il 14/09/2005.

Questo numero diffonde

633.000 copie.

On line su

www.coopfirenze.it

10Ottobre 2005

Mensile dell’

UNICOOP FIRENZE

Via Santa Reparata 43

50129 Firenze

Tel. 05547801

Fax 0554780766

[email protected]

Registraz. Trib. Firenze

n. 1554 del 17/07/63

Direttore Responsabile

Antonio Comerci

Coordinamento

redazionale

Letizia Coppetti

Segreteria di redazione

Marie Casarosa

Foto di copertina

Federico Magonio

Coop Carlo del Prete

Grafica

W.Sardonini/SocialDesign

Impianti

La Progressiva

Stampa

Nuova Cesat Coop

SERVIZI

4 Osservatorio prezzi La rubrica per orientarsi

fra prezzi e mercati6 Cibi preziosi Si fanno pagare di più, spesso

a ragione, qualche volta no Laura D’Ettole

8 Libri ad alti e bassi Un settore in crescita, ma

l’editoria minore resta in crisi Letizia Coppetti9 Scaffale toscano Spazio alla piccola editoria toscana.

Sugli scaffali degli Ipercoop

MERCI & COMMERCI

10 Il fuoco nel piatto Spezie più o meno piccanti,

danno sapore e colore a molti piatti dal gusto esotico

Alessandra Pesciullesi e Monica Galli 11 Storie e ricette I sapori dell’Appennino e le ricette

aretine tradizionali, all’insegna del mangiar sano. E in mezzo una grande passione: i tartufi

12 Dal bosco alla tavola Funghi: dove si

trovano, come si riconoscono

e si utilizzanoAndrea Santini

13 Vendemmia capovolta Tra le vigne nel sud del mondo.

Usi e costumi diversi Carlo Macchi

GUIDA ALLA SPESA

14 Capita a fagiolo Dagli “agricoltori custodi” le

varietà e i gusti tradizionali dei fagioli toscani

Rossana De Caro

16 Una settimana giusta In vendita con lo sconto del

10% i prodotti Solidal Coop

MONDO COOP

21 È già futuro Sviluppo, diversificazione, capacità

innovativa. A colloquio Con Turiddo Campaini, presidente di Unicoop Firenze

24 Salvo buon fine... Nuova procedura per l’accettazione

degli assegni nei mini, super ed ipermercati di Unicoop Firenze

28 Primo per l’arte Alla scoperta del futurismo e

degli altri movimenti del ‘900 alla fondazione Primo Conti

Edi Ferrari

TOSCANA

30 Delitto fatto in casa Omicidio tra cugini nella

Firenze del Cinquecento Mario Spezi31 Quei diavoli dei turchi Il diavolo in Toscana: la torre

Matilda a Viareggio Stefano Giraldi

32 La miss del pio bove Tornano i pascoli nel territorio

toscano, tra industria e tradizione. E il latte diventa tipico

Silvia Ferretti

34 Mutamenti lesti Decennio 1980-90. Anni

di benessere diffuso, ma anche di sangue...

Pierfrancesco Listri35 Il nipote di Tex Incontro con Giovanni Ticci,

fumettista senese Stefano Giraldi36 La paladina degli Uffizi Salvò i beni della famiglia Medici:

Anna Maria Luisa de’ Medici Riccardo Gatteschi37 Capodanno per streghe La Calenda, una festa

che viene da lontano Matilde Jonas

GASTRONOMIA

38 Prato la dolce Non solo tessile, ma grande

cultura enogastronomica Leonardo Romanelli39 La strega verde Liquore ottocentesco, l’assenzio

è tornato di moda Giulia Caruso

MONDOBAMBINO

40 Una famiglia per amico L’affido: anche i single possono

accogliere temporaneamente un bambino a casa loro

Bruno Santini

SALUTE

42 Nel latte ma non soloI consigli dei nutrizionisti in un opuscolo che sarà distribuito anche nei supermercatiLaura d’Ettole

RUBRICHE

15 Ottobre al super16 Ottobre all’iper22 Iniziative delle sezioni soci26 Lettere, a cura di Antonio Comerci28 Eventi, a cura di Edi Ferrari46 Il top, a cura di Letizia Coppetti

INFORMATORE 3

C O N L A C A R T A S O C I O

IN VENDITA NEGLIIPERMERCATI DI

AREZZO, CASCINA,LASTRA A SIGNA,

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3,6 litri estraibileSpia serbatoio pienoCapacità di asciugatura

fino a 6 KgRotazione cestello bidirezionalePorta reversibile, apertura

a sinistra10 programmi di asciugaturaOpzione partenze ritardateDimensioni (lxhxp)

59,5x85x60 cmClasse energetica C

Page 3: Inflazione a fette - coop Firenze

Primi in Italia per convenienza: il primato appartie-

ne all’Ipercoop di Sesto Fio-rentino, mentre raggiungo-no il top della graduatoria anche due città, Firenze e Pisa, dove riempire il carrel-lo della spesa costa meno che in ogni altra parte d’Ita-lia. Anche quest’anno i risul-

tati dell’indagine di Altro-consumo, l’associazione in-dipendente dei consumato-ri che periodicamente met-te a confronto i punti vendi-ta della grande distribuzio-ne italiana, attribuisce la pal-ma della convenienza a Uni-coop Firenze, con un ricono-

scimento inequivocabile. La strategia del contenimento dei prezzi della cooperativa, che quest’anno ha investito oltre 20 milioni di euro nel-la battaglia della convenien-za, costringe tutti i concor-renti ad agire di conseguen-za. Con il risultato - secondo i dati Istat - che a luglio i ge-neri alimentari sulla piazza

PRIMATO CONFERMATO no che a Milano (dove la me-dia dei prezzi rispetto a Firen-ze è maggiore del 5,3% se-condo Altroconsumo), a Ro-ma (+9,5%), Torino (+12%), Genova (+16%) o Reg-gio Calabria (+22%).

OCCHIOAL PREZZO!

Coop e nel punto vendita Es-selunga più vicino. Insomma, cinquanta prodotti - lo stesso paniere confrontato a mag-gio - e una spesa media intor-no ai 90 euro messa accanto l’una all’altra affinché i consu-matori possano giudicare da

CONSUMIA DUE VELOCITÀ

Se i consumi delle famiglie già lo scorso anno volavano bassi, le stime a consuntivo di questo 2005 non promettono nulla di buono. Secondo le previsioni del rapporto annuale Coop, su consumi e prezzi elaborato in collaborazione con Prometeia e Policleto, il loro incremento reale sarà appena dello 0,8% (erano +1,2% nel 2004).Il fatto è che le famiglie consumano, per così dire, a due velocità. Dedicano sempre più tempo e risorse all’elettronica, che in sei mesi ha avuto un aumento del 49,6%, grazie anche ai prezzi calati del 25%. E riservano invece sempre meno soldi a tutto il resto: alimentari, abbigliamento e calzature, libri e giornali e perfino alle spese per il tempo libero, che nei primi sei mesi hanno avuto un andamento piatto o negativo. Il nuovo shock petrolifero, con l’impennata del prezzo del greggio, è alla base di questo vero e proprio crollo dei consumi. Come risultato, il clima di fiducia delle famiglie, in calo costante ormai da quattro anni, non mostra alcun segnale di ripresa. E per il 2006? All’orizzonte ancora niente di buono. I consumatori pessimisti, sfiduciati e tartassati destineranno sempre più risorse ai cosiddetti consumi

“obbligati”: dai servizi, alla salute, ai trasporti. E se poi resterà qualcosa, probabilmente, continueranno a giocare ancora con l’elettronica.

CARI IN CALO

Pecorini freschi o stagionati e le Doc più conosciute del latte vaccino (Asiago, fontina, gorgonzola, ecc.), hanno mantenuto prezzi costanti

per otto mesi di fila. Unica eccezione il Parmigiano reggiano: calo dei prezzi di circa il 10 per cento, dovuto all’eccesso di offerta rispetto alla domanda dei consumatori. Stesso discorso, un po’ meno

Gli aumenti del prezzo del petrolio non hanno effetto solo su benzina e gasolio, ma anche su plastiche e tessuti sintetici. I giocattoli, per dirne una, subiranno aumenti superiori all’inflazione.

4 • INFORMATORE INFORMATORE • 5

O S S E R V A T O R I O accentuato, per i prosciutti nazionali di pregio (Parma e San Daniele), diminuiti del 5% circa in otto mesi, mentre si registrano aumenti in quelli che utilizzano cosce di suino estero.

CHE PERE, CHE MELE...Arriva il nuovo raccolto di mele e pere, il cui prezzo nelle scorse settimane ha subito un’impennata di circa il 10% rispetto alle quotazioni registrate ad agosto. La buona notizia è che in questo autunno 2005 le mele registrano un calo consistente rispetto allo scorso anno, mentre le pere mostrano una tendenza sostanzialmente stabile o in qualche caso una leggera diminuzione.

vendita in cui recarsi a fare la spesa: a fare la differenza per il portafoglio delle fami-glie italiane è in primo luogo il livello di concorrenza delle

VERDURE LESSESe non ci saranno eventi atmosferici imprevisti, a ottobre le verdure da cuocere dovrebbero mantenere prezzi più o meno invariati. Stabili sia le cime di rapa che le cicorie, anche grazie all’arrivo di nuove produzioni dal sud con un prodotto di qualità. Mentre scriviamo invece la situazione è ancora incerta e in movimento per le bietole, in crisi per le piogge insistenti della prima decade di settembre.

città in cui si vive. Con una cir-costanza in più: il livello dei prezzi è più basso laddove opera un gruppo che consi-dera la convenienza una mis-sione, e non una pura strate-gia commerciale.

Per questo fare la spesa a Firenze e Pisa costa molto me-

gio di quest’an-no. Uno strumento

necessario per comunicare la funzione e l’impegno del-l’Unicoop Firenze per mante-nere bassi i prezzi. Ma soprat-tutto un mezzo per dare evi-denza e trasparenza a quello che studi e rilevazioni confer-mano ormai da tempo: Uni-coop Firenze è la catena più conveniente in Toscana.

All’ingresso dei più impor-tanti supermercati di Firen-ze (via Carlo del Prete, piaz-

za Leopoldo, Cimabue, Co-verciano, Gavinana, Ponte a Greve), Prato, Lucca e Arez-zo soci e consumatori trova-no di nuovo i due grandi car-telloni (2 metri per 2) in cui sono stati messi a confron-to due scontrini con i prezzi

I n u n anno, per fare un esempio, una fami-glia che ogni volta riempie il carrello all’Ipercoop di Ca-scina, a Pisa, può risparmiare addirittura 1200 euro rispet-to al punto vendita più caro presente sulla piazza.

Sono tutti risultati che premiano l’aggressività con cui Unicoop Firenze svolge il proprio ruolo a tutela del potere d’acquisto di soci e clienti.

soli. Il risultato? La forbice che distan-zia Coop e Esselun-ga oscilla, a seconda dei punti vendita, fra due e 5 euro (fra 4 e 10 mila lire) spese in meno alla Coop.

Insomma, una convenienza assolu-ta e soprattutto in-

contestabile che si associa da sempre all’alta qualità e affi-dabilità dei prodotti venduti nei supermercati Coop.

COMPARATIVAATTO 2°Da noi spendi meno. Con

questo slogan riprende dopo la pausa estiva la campagna

di pubblicità comparativa di Unicoop Firenze

partita a mag-

fiorentina hanno subito una diminuzione pari al 2,9% ri-spetto all’anno precedente, contro appena lo 0,2% a li-vello nazionale.

Il carovita, come racco-manda anche Altroconsumo, si può combattere sceglien-do accuratamente il punto

FROLLINOALLA PANNA

IN MARCHIO PROPRIOAL CHILO

SUPERMERCATO COOP

€ 1,71

CONCORRENTE 1

€ 2,00

CONCORRENTE 2

€ 2,27

I prezzi sono stati rilevati

il 9 settembre 2005, per

il concorrente 1 presso il

supermercato di via di Novoli

(Firenze), per il 2° concorrente

in via Pistoiese (Firenze)

prerezzi

di prodotti raffrontabili. Due scontrini veri, ottenuti facen-do realmente la spesa vener-dì 2 settembre nel negozio

Page 4: Inflazione a fette - coop Firenze

6 INFORMATORE

Sono diventati cari, più cari dell'oro. Non sono molto di-versi da quelli stampati nel-

la memoria alimentare di tanti to-scani, ma la differenza è che oggi i prodotti tipici in certe gastrono-mie raggiungono prezzi stratosferi-ci. Eppure non è passata un'eterni-tà da quando il "costoluto fiorenti-no" si chiamava semplicemente po-

modoro e si trovava nel ne-gozietto sotto casa, raccol-to direttamente dall'ortola-no. O da quando il fagiolo zolfino bolliva (sconosciu-to e svilito) nelle pentole dei contadini aretini. Oggi i prodotti agroalimentari tradizionali tosca-

ni sono ben 440, secondo i dati più aggiornati del censimento dell'Ar-sia. È un numero ineguagliato in qualsiasi altra regione italiana e

SALUMI SCONOSCIUTIIl Biroldo viene prodotto in Luc-

chesia da due salumifici e da una ma-celleria, e sul mercato se ne trovano non più di 500 quintali all'anno. Per produrlo occorre bollire testa, pol-moni, lingua e frattaglie del suino e poi drogare, tagliare, amalgamare, pressare. Alla fine di questo proces-so può costare (e comprensibilmen-te) anche il doppio di un normale salame toscano. Lo stesso vale per la Mondiola della Garfagnana, prepa-rata con le parti magre della coscia e della spalla del maiale, e l'aggiunta di altre carni. Si mangia dopo una sta-gionatura di 40 giorni. Ci si può for-se meravigliare se alla fine il prezzo

raddoppia? Dispersione dei pro-duttori, materie prime partico-

larmente pregiate, rese infe-riori e pro-cedure di la-voraz ione complesse giustificano le quotazio-

ni partico-larmente elevate.

Fin qui l'incremento di prezzi "legittimo", ma resta il fatto che in alcuni casi vi sono insopportabi-li eccessi. Il consumatore come può vigilare? L'elemento fonda-mentale, per valutare il rappor-to prezzo-qualità, è il legame di fiducia che si stabilisce con il

venditore.

QUALITÀ IN PICCOLODa anni Unicoop Firenze opera

in Toscana con l'obiettivo di sostene-re le produzioni locali, costruendo

ATTUALITÀ

ATTU

ALIT

À

Cibi preziosi

PREZZIPREZZIPREZZI

Si fanno pagare di più, spesso a

ragione, qualche volta no. Un

settore dove più che mai conta

il rapporto prezzo-qualità

PRODOTTI TIPICI TOSCANI

una rete di rapporti con tutti coloro che lavorano sul territorio per salva-re questo patrimonio dall'estinzio-ne a cui sarebbe condannato se fos-se lasciato a se stesso. Oltre ai pro-dotti Dop e Igp, la cooperativa cer-ca di promuovere i produttori loca-li aiutandoli ad attuare un percor-so di ottimizzazione dei criteri igie-nico-sanitari oggi indispensabi-li. Quando un imprenditore molto piccolo decide di dare un prodotto alla Coop, deve mettere in conto un cambiamento nel suo sistema or-ganizzativo, non nel prodotto. Deve disegnare una tracciabilità, dimo-strare attività e controlli effettuati, controllo del processo di produzio-ne. Insomma, deve avere un Siste-ma di qualità.

Il fatturato annuo dei salumi venduti dalla cooperativa è di circa 63 milioni di euro, al suo interno la percentuale dei prodotti locali e ti-pici è molto rilevante: più del 30%. Di solito i fornitori portano i pro-pri prodotti direttamente al punto vendita. È così che molti supermer-cati in Toscana hanno (in quanti-tà modeste) qualcosa che provie-ne da un laboratorio che dista un ti-ro di schioppo. Il Biroldo o la Mon-diola si trovano a Lucca; il prosciut-to di Pratomagno si può acquistare nell'aretino, solo nei negozi vicini a quella zona. Con la certezza, per il consumatore, che si tratta di pro-dotti i cui processi produttivi sono attentamente monitorati da Coop e che il loro prezzo non è arbitraria-mente gonfiato.

PROFUMO DI BOSCOSulle loro confetture campeggia

l'immagine del lupo goloso, mentre il loro nome, in dialetto modenese, significa per l'appunto "mirtillo". È infatti questa la specializzazione de

"Il Baggiolo", la piccola impresa ar-tigianale che ha sede in montagna, nella frazione "Le Regine", quasi in vetta all'Abetone. In un anno sono migliaia i vasetti di confetture che partono da questa piccola azienda in cui lavorano quattro soci e altret-tanti dipendenti. Producono mar-mellate al mirtillo, in primo luo-go, perché vivono nel cuore della

maggiore concentrazione sponta-nea della Toscana. Ma poi ne con-fezionano anche alle more, fragole, lamponi, ribes. Sempre con proce-dure di lavorazione rigorosamente artigianali. «Ogni anno acquistia-mo dai 200 ai 300 quintali di mir-tilli di provenienza locale», spiega Leandro Santi, uno dei quattro so-ci. Costano di più rispetto al pro-dotto surgelato che arriva da Rus-sia e Polonia, ma i fini intenditori sanno capire la differenza. La frut-ta viene poi fatta cuocere a vapore in una bacinella d'acciaio, con una procedura di lavorazione che natu-ralmente comporta un maggior di-spendio di manodopera rispetto ai processi industriali. Quando viene messo in vasetto il mix è compo-sto da frutta e zucchero, nella mi-sura del 48%: «Nelle confetture in-dustriali si può arrivare fino al 60-63% di zucchero»: diventano mol-to dolci e naturalmente sono meno pregiate. Ci sono poi i costi della logistica, ossia il prezzo pagato per lavorare al centro della disponibi-lità di materia prima. «A 1400 me-tri sul livello del mare produciamo spesso con molti disagi, non ci so-no servizi, i costi di trasporto sono più elevati». Lo zucchero, per di-re, arriva da Modena o Bologna ed ogni viaggio costa dai 300 ai 400 euro in più rispetto al costo della materia prima acquistata. Lo stes-so vale per i vasetti di vetro. Il ri-sultato? «Alla fine una confettura da 240 grammi ha un prezzo fina-le che supera di circa il 30% quel-lo di un prodotto industriale con caratteristiche analoghe», conclu-de Santi. Ma è un sovrapprezzo che molti consumatori ritengono valga la pena pagare, visto che Il Baggio-lo non ce la fa a star dietro alla ri-chiesta del mercato e medita di cre-scere. «Quando le nostre marmel-late a maggio sono state in promo-zione alla Coop abbiamo dovuto la-vorare ben oltre l'orario normale», dice Santi. È in arrivo un macchi-nario più grosso, ma tuttavia (ed è quello che conta di più) le proce-dure di lavorazione resteranno im-mutate e le confetture continueran-no a profumare di bosco. ■

AUTUNNO

TEMPO DI MARRONI

È stato il primo ad ottenere l'Igp dall'Unione europea, nel 1996, seguito, qualche

anno dopo, dalla castagna del Monte Amiata. Il marrone del Mugello nasce e cresce spontaneamente in un'area di circa 88 mila etta-ri tra i comuni di Firen-zuola, Marradi, Scarpe-ria, Borgo San Loren-zo, Palazzuolo sul Se-nio, Vicchio, Dicomano, San Godenzo, Londa e Rufina. In queste zone ci sono circa 130 azien-de iscritte all'Associa-zione del marrone Igp. Il marrone è un prodotto delicato. Quando cade dalla pianta deve essere raccolto subito o al massimo il giorno dopo, altrimenti può fermentare. In Mugello la raccolta è fatta interamente a mano - i terreni scoscesi non permetterebbero in ogni caso l'impiego di mezzi meccanici - da vecchi raccoglitori che conoscono tut-ti i segreti del mestiere. La polpa, mor-bida, a grana fine, è molto dolce, la for-ma perfetta dell'interno lo rende adatto a qualsiasi tipo di lavorazione. Dal mar-rone del Mugello, essiccato per 40 gior-ni al fumo di legna di castagno e maci-nato a pietra in mulini ad acqua dell'Alto Mugello, si ottiene la farina di marroni, più dolce e delicata rispetto alla farina di castagne. Il marrone del Mugello sa-rà in vendita a partire dal 5 ottobre. ■

Numerosissimi gli appuntamenti dedicati a castagne e marroni in tutta la Toscana. Ne segnaliamo alcuni:Marradi, 9, 16, 23 e 30 ottobre, 42ª Sagra delle castagne. Per l'occasione Marradi sarà collegata a Firenze con il tradizionale treno a vapore.Info: 0558045170, www.sagradellecastagne.itFirenzuola, 8-9 e 15-16 ottobre, Dal bosco e dalla pietra, mostra mercato del marrone Igp del Mugello e lavorazione artigianale in pietra serena. Info: 0558199401Vicchio, 9 e 16 ottobre, Festa dei marroni. Alla riscoperta dell'ambiente e della cultura della castagna.Info: 055843921Arcidosso (Grosseto), 22-23 e 29-30 ottobre, Sagra della castagna del Monte Amiata. Info: tel. 0577775811

PATATA DI MONTAGNACresce ad alta quota e questo le dà un gusto e una

consistenza davvero particolari. È la patata bianca del Mugello, coltivata in piccoli appezzamenti di terreno

sull'Appennino Tosco Romagnolo, ad un'altitudine che varia dai 400 ai 900 metri. La semina

avviene ancora a mano in zone spesso inaccessibili ai mezzi meccanici.

Esternamente è un po' più bitorzoluta rispetto alle altre - caratteristica dovuta al tipo di terreno, poco irrigato - ma con

una buccia molto compatta al taglio. L'elevata percentuale di parte secca la

rende adatta a qualsiasi tipo di cottura: è ottima lessa, fritta (provate ad aggiungere in

padella qualche fogliolina di salvia), in umido. Senza dimenticare naturalmente il piatto principe

della cucina mugellana: i tortelli di patate.La patata del Mugello costa 80 centesimi di euro al chilo

contro i 45 della patata di pianura. Una differenza di prezzo dovuta alla diversa resa del terreno, inferiore del 50 per

cento rispetto alle coltivazioni più diffuse, ma ampiamente ripagata dalla qualità del prodotto.

Quest’anno il prezzo non dovrebbe superare i 3 euro al chilo dello scorso anno, contro i 2,30 euro dei marroni non fregiati dal marchio Igp.

INFORMATORE 7

MUGELLO

fra questi 19 hanno ottenuto il ri-conoscimento Dop e Igp. Tra tante prelibatezze i salumi fanno la par-te del leone.

APPUNTAMENTI

di Laura D’Ettole

Fotografie di

Andrea Fantauzzo

FOTO C. VALENTINI

Page 5: Inflazione a fette - coop Firenze

8 INFORMATORE INFORMATORE 9

«Continua anche nel 2005 il trend positivo delle ven-dite nel settore editoria-

le iniziato nel 2004, incremento che ha avuto il suo avvio a partire con le vendite di libri allegati a riviste e quo-tidiani: +75% nel solo settore delle edicole, ma tutti i canali hanno re-gistrato aumenti, compreso internet

(+52%)». A parlare è un super esper-to del settore, Giuliano Vigini, diretto-re di Editrice Bibliografica, che ricor-da come «il fatturato 2004 dell'edito-ria italiana sia stato di 2.880 milioni di euro». Naturalmente la parte gros-sa la fanno i grandi gruppi editoriali, «anche se ci sono case editrici medio-grandi che realizzano buoni risulta-ti con autori italiani emergenti o con autori stranieri». In sofferenza in-vece l'editoria minore, specialmen-te quella non specializzata, anche per un certo calo di acquisti da par-te ad esempio delle biblioteche pu-bliche. Problemi che «si evidenzia-no soprattutto nel campo della nar-rativa, legati anche alla scarsa distri-buzione, mentre risultati più positi-vi si hanno nel campo della saggisti-ca o nelle vendite rivolte ad un pub-blico più mirato». Quello della diffi-coltà di distribuzione è un problema che in parte è stato risolto con le ven-dite on-line, ma da tenere presente è un settore in espansione, quello rap-presentato dalla grande distribuzio-ne organizzata. «Le vendite in super e ipermercati - conclude Vigini - so-no occasioni di acquisto di comodi-tà, e di opportunità per raggiungere un pubblico diverso, non abituato a frequentare le librerie, o che abita in zone disagiate, come al sud, sfornite di librerie». I lettori “forti”, ovvero quelli che leggono almeno un libro al mese, rappresentano il 31% del mer-cato, e sono circa 3 milioni.

A PISA IL FESTIVALIl 14, 15 e 16 ottobre l'editoria

indipendente si dà appuntamen-to a Pisa, per la terza edizione del Pisa Book Festival, nato su iniziati-va dell'associazione Libroidea, che

riunisce editori che non fanno par-te dei grossi gruppi editoriali, li-brai, lettori appassionati, bibliote-cari. Tre giorni di presentazioni, in-contri con l'autore, seminari e con-vegni, aperti sia al pubblico che agli addetti ai lavori. Tre giorni per co-

noscere da vicino il mondo del li-bro, parlare con chi i libri li pen-sa e li produce, con chi li fa circo-lare e li vende e con chi li scrive.

La cornice di questa vera e pro-pria festa dell'editoria indipenden-te sarà nuovamente la Stazione Leo-polda, nel centro di Pisa, una delle prime stazioni ferroviarie d'Euro-pa, realizzata nel 1844 dal Grandu-ca Leopoldo II di Toscana e ora po-lo fieristico di rara bellezza architet-tonica, al quale il pubblico potrà ac-cedere gratuitamente.

Accanto alla mostra-mercato, un fitto programma di eventi che affian-cheranno le numerose presentazio-ni organizzate dagli editori nei tre

LE TENDENZE

Libri ad alti e bassiUn settore in crescita,

ma l'editoria minore

resta in crisi

ATTUALITÀATTUALITÀ LIBRI

SCAFFALE TOSCANOSpazio alla piccola editoria toscana. Sugli scaffali degli Ipercoop centinaia di titoli

La piccola editoria toscana conquista un suo spazio, ac-canto alle grandi case editri-

ci presenti sugli scaffali dei reparti libri negli ipermercati dell'Unicoop Firenze. Da luglio, infatti, è possibile trovare un intero settore dedicato all'editoria lo-cale. Un esperimento originale e inno-vativo, voluto dalla cooperativa, che ve-

de la partecipazione di una quindicina di editori, cui probabilmente si aggiun-geranno presto altri.

Le case editrici che partecipano all'iniziativa (Aida, Bonechi Il Turismo, Felici, Firenzelibri, Fratel-li Alinari, Giuntina, Ibiskos di Ulivieri, Laurum, Le Let-tere, Multigraphic, Nerbini, Nuovi Equilibri, Polistam-pa, Sassoscritto, Semper, Sonda, Vallecchi), supe-rando il luogo comune che le vuole in conflitto l'una con l'altra si sono organiz-zate per offrire al pubblico i propri titoli migliori, dando

vita a una grande operazione di marke-ting. Non un'operazione di attacco alle grandi, secondo Franco Briani della ca-sa editrice Le Lettere, ma piuttosto «un modo per far vedere che anche noi in Toscana siamo capaci di fare qualcosa di buono. L'idea, nata due mesi fa du-rante una riunione della Sezione Edito-ri dell'Associazione degli industriali, ci ha trovati tutti d'accordo».

Per i reparti libri degli iper e super-mercati, Unicoop Firenze si avvale di una grande agenzia di distribuzione na-zionale che cura l'assortimento e il ri-fornimento degli scaffali. Un lavoro ac-curato che garantisce la presenza su-gli scaffali delle novità e dei best seller dell'editoria italiana. Un'organizzazio-ne, però, che non può tenere conto ade-guatamente dei piccoli editori e dei li-bri a carattere locale. Ogni titolo, infat-

ti, richiede un lavoro di inserimento ed un percorso (editore, magazzino, pun-to vendita e ritorno) che spesso non è ripagato dai volumi venduti, che pos-sono limitarsi a qualche decina. Da qui la necessità di creare un percorso più breve ed elastico per la produzione edi-toriale locale. Grazie allo spirito orga-nizzativo di Antonio Pagliai, responsa-bile marketing della Polistampa, l'idea ha preso corpo. «Polistampa ha già la-vorato con Unicoop Firenze tre anni fa, trovandosi molto bene, per questo mo-tivo ci siamo offerti di organizzare la di-stribuzione - spiega Antonio Pagliai -. È un'operazione dettata anche da esi-genze di mercato. Il calo fisiologico del-le vendite nelle librerie è accompagna-to da un aumento degli acquisti attra-verso canali alternativi: internet, edico-le, supermercati». Un dato che un buon editore non può certo ignorare. «Gli edi-tori toscani devono iniziare a ragionare su nuove strategie di mercato - afferma Giulio Fallani, direttore di Multigraphic e presidente degli editori dell’Associa-zione Industriali della Toscana -: dal ri-volgersi a nicchie superspecializzate a soluzioni innovative, come quelle effet-tuate in Francia con la vendita di libri a prezzi bassi in distributori automatici. Purtroppo il settore risente di un calo generalizzato dei consumi: ad esempio il settore turistico è stato fortemente penalizzato dal mancato arrivo dei tu-risti, in special modo stranieri».

Ogni casa editrice propone un ven-taglio di titoli, che diventano una lista coordinata da Polistampa e proposta ad Unicoop: gli argomenti spaziano dalla narrativa al turismo, dal teatro in vernacolo ai libri per bambini, dalla ma-nualistica alla fotografia, dalla cucina al cinema, dalla storia alla botanica. Sa-ranno un centinaio i titoli sugli scaffa-li degli Ipercoop in Toscana, con inseri-menti ogni quindici giorni.

Da questo momento la parola pas-sa ai lettori, che premiano o penalizza-no i titoli proposti. Si cominciano già ad avere i primi responsi: bene la sto-ria narrata, quelli sulla cucina e le tra-dizioni toscane, bene anche i gialli. Co-munque è ancora presto per individua-re le tendenze. Intanto, sull'Informato-re, pubblicheremo mese per mese la classifica dei più venduti, per seguire da vicino questa nuova iniziativa. ■

SCAFFALE TOSCANO

giorni della fiera. Fra questi vanno segnalate: il "Giorno del libro rume-no", una giornata di studi interamen-te dedicata alla storia e alla letteratu-ra rumena, "Invito alla Filosofia", un pomeriggio di riflessioni in compa-gnia di autorevoli filosofi, e "Vent'an-ni in giallo", un appuntamento in noir per festeggiare i vent'anni della libre-ria Sherlockiana di Milano.

Di fianco al Premio Antonio Zin-zula (alla sua terza edizione), pro-mosso con l'associazione Grazia Deledda e le Edizioni ETS, patroci-nato dal ministero della Giustizia e rivolto ai giovani sottoposti a prov-vedimenti dell'Autorità giudiziaria minorile, quest'anno Libroidea ha

promosso il Premio Montescudaio "Un libraio per amico". Il premio, nato grazie alla collaborazione del Comune di Montescudaio, è rivol-to esclusivamente ai librai indipen-denti che potranno essere votati so-lo dagli editori indipendenti, ed è un doveroso tributo nei confronti di una storica categoria del mondo del libro che rischia di scomparire.

Infine, grazie a un accordo con Unicoop Firenze, gli editori indipen-denti avranno l'opportunità di ven-dere il titolo di punta del proprio ca-talogo per 15 giorni nel mese di ot-tobre al supermercato Coop di Pisa e all'Ipercoop di Navacchio, goden-do così di una vetrina privilegiata e della possibilità di entrare in contat-to con un vasto numero di nuovi po-tenziali lettori. ■

LA PRIMA CINQUINAI più venduti ad agosto nel settore “Toscana da leggere”

➊ Niccolò Machiavelli, Storie fiorentine Ed. Nerbini, 11 euro. La storia di Firenze, dal 1378 al 1509, in italiano contemporaneo. ➋ Alfredo Altieri - Alfredo Scanzani, Fa' la nanna Nuovi Equilibri, 10 euro. Una raccolta di quasi 300 ninne nanne.➌ Luigi Pruneti, Toscana dei misteri Le Lettere, 18,50 euro. Un viaggio fra luoghi, leggende,

storie e curiosità.➍ AA.VV., Giallo di Maremma Laurum, 10 euro. Scrittori toscani, scenario Maremma, 12 racconti polizieschi. ➎ Gian Marco Mazzanti, Ci casca a fagiolo Ed. Vallecchi, 5,50 euro. Curiosità storiche, descrizione

delle varietà disponibili e 50 ricette.

di Letizia Coppetti

Informazioni: Libroidea, Lungarno Buozzi 2, Pisa,tel. 050573545, www.festivaldellibro.com

L’INTERVISTATO

Giuliano Vigini, direttore di Editrice

Bibliografica

FOTO C. VALENTINIFOTO F. MAGONIO

EDITORIAEDITORIA

TOSCANADA LEGGERECosì è segnalato lo spazio degli editori toscani nel reparto libri degli Ipercoop.

Page 6: Inflazione a fette - coop Firenze

10 INFORMATORE INFORMATORE 11

LIBRI IN CUCINA

STORIEE RICETTEI sapori dell'Appennino e le ricette aretine tradizionali, all'insegna del mangiar sano. E in mezzo una grande passione: i tartufi

Dalla città natale, Forlimpopoli, alla città di adozione, Firenze:

un viaggio in compagnia di Pellegrino Artusi, autore di "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene". Un itinerario che

tutti possono intraprendere con La via ar-tusiana. Per-corsi e cucina di tradizione tra Romagna e Toscana, a cura di Roy Berardi e Leo-nardo Roma-

nelli (ed. Aida Firenze, tel. 055321841, www.aidanet.com, 7,50 euro). Luoghi e prodotti raccontano le tradizioni cul-turali dei paesi che si dipanano lungo la statale 67: le soste dove poter gusta-re i piatti tipici di queste terre di confine, le ricette per poterli riassaporare nella cucina di casa nostra. E fare un figuro-ne con gli amici.

È il risultato di una ricerca, fat-ta a più mani, nell'universo

agroalimentare del territorio della pro-vincia di Arezzo (Casentino, Valdarno, Valdichiana, Valtiberina). In Ricette

di famiglia (col-lana Itinere Poc-ket, Aska edizioni, tel. 0552654524, euro 7,50), sono raccolte circa 70 ricette che "ap-partengono" alle famiglie di que-ste zone, ricette

che sono state tramandate all'interno delle mura domestiche per generazio-ni, formando la cultura gastronomica di questa terra. Mamme, nonni, nipoti, ma anche operatori del settore e perfi-no intere amministrazioni comunali si

GASTRONOMIA

MERCI&COMMERCI

GUIDA AGLI AROMI

Il curry non è una vera e propria spezia, ma una miscela di mol-ti aromi diversi originaria del-

l'India orientale, che da oltre un se-colo si è diffusa in occidente grazie ai primi importatori francesi. La pa-rola "curry" è infatti europea e deri-va dal nome tamil cari: "cari" signi-fica salsa, tamil è una popolazione dell'India meridionale e del nord di Ceylon. In India viene anche chia-mato Garam Masala; in realtà il curry usato da noi è un adattamen-to di questa mistura al gusto degli in-glesi. È difficile conoscere la ricetta esatta del più famoso miscuglio di spezie: si dice che esistano tante mi-scele di curry quanti sono i cuochi indiani sulla terra! In India le do-

si e le quantità varia-no a seconda dei gusti o della disponibili-tà delle spe-zie, in Euro-pa viene spesso venduto già pron-to, anche se i veri gourmet lo preparano macinando da soli le spezie. La composizione clas-sica del curry vede come componen-te principale una polvere giallo-scu-ra ottenuta in parte dalla radice del-lo zenzero, alla quale viene aggiun-to il rizoma della stessa pianta, cot-to, seccato e sbucciato. Vengono ag-giunti inoltre la curcuma (a cui si deve il colore giallo carico dei ci-bi cucinati con il curry), cardamo-mo, coriandolo, pepe nero, cumi-no, noce moscata, ma anche fieno greco, chiodi di garofano, cannel-la e peperoncino. A seconda della formulazione si può avere un cur-ry "mild", moderatamente piccan-te, o "hot", molto piccante! I vari tipi di curry sono molto apprezzati per insaporire pesci, pollo, riso e insa-late, dando un sapore piccante con

retrogusto dolciastro ed un parti-colare colore giallo vivo. Le spezie che lo compongono contengono so-stanze che stimolano la produzione di saliva e di amilasi salivare, l'enzi-ma che inizia a digerire l'amido. Tut-to il processo digestivo ne risulta sti-

Il fuoco nel piattoCURRY E PAPRIKA

Soffriggere la cipolla con me-tà del burro, in una casseruola che possa andare anche in forno. Ver-sare il riso e farlo rosolare mesco-lando bene. Aggiungere il curry, poi versare il brodo bollente. Fare ri-prendere l'ebollizione, coprire la casseruola (anche con stagnola) e passare in forno per 20 minuti sen-za mai mescolare. Togliere dal for-no, aggiungere il rimanente burro e sgranare delicatamente il riso con la forchetta.

Anche la paprika o paprica non è una sola spezia, ma la macinazio-ne della polpa e dei semi di diverse qualità di peperone essiccati, e varia in intensità - ma anche in grado di

finezza - secondo la percen-tuale di se-mi presen-te. Di mistu-re di polve-re di pepe-

rone ne esisto-

no moltissi-me, ma le miglio-

ri sono certamente le ungheresi; in nes-

sun altro paese d'Europa infatti la paprika è così largamen-

te usata, anche se è soltanto dall'Ot-tocento che questa spezia è diventa-ta l'ingrediente più importante del-la cucina ungherese. Il suo utilizzo sembra risalire alla dominazione turca, fra il Cinquecento ed il Sei-cento, e per secoli venne usato qua-si esclusivamente dalle classi povere, più come rimedio contro la malaria che per dare sapore. Esistono mol-tissimi tipi di paprika, da quelle dolci a quelle molto piccanti: la Különle-ges è quella più delicata, finissima e di colore rosso vivo, dall'aroma cal-

sono adoperati per raccogliere, catalo-gare e verificare - attraverso una degu-stazione aperta a tutti - questi piatti tra-dizionali a forte rischio di estinzione. La ricerca fa parte di un più ampio proget-to di promozione del territorio da parte di Provincia e Camera di Commercio di Arezzo. Della stessa collana, "Ricette maremmane" e "Ricette toscane".

S i fa presto a dire tartufo. Tan-ti sono i libri di ricette e le gui-

de dedicate al prezioso tubero. Ma per conoscerlo, e imparare ad apprezzarlo come merita, non basta gustarlo sedu-ti al desco di una delle tante sagre che l'autunno toscano gli dedica. Aldo Fior-delli, giovane sommelier e giornalista, nel suo libro Il buon tartufo - Usi e co-stumi del "diamante" della tavola (ed. Polistampa, tel. 0552337702, www.

polis tampa.com, 10 euro), ne ripercorre la storia, con un occhio al-la politica, al-la cultura e al-l'italico costu-me, di ieri e di

oggi. Perché sul tartufo leggende e luo-ghi comuni si sprecano. Così tra nozioni scientifiche e curiosità, il viaggio si di-pana di regione in regione, sottolinea-to dai racconti dei vecchi cercatori con i loro inseparabili compagni a quattro zampe. Le ricette per un menu intera-mente a base di tartufo (perfino il dol-ce!) chiudono il libro, sottolineate - e non poteva essere altrimenti - dai giu-sti abbinamenti con il vino.

Dalla fortunatissima collana I quaderni del mangiar sano

(ed. Vallecchi, www.vallecchi.it, 5,50 euro), segnaliamo tre titoli dedicati ad altrettanti prodotti principe della tavo-la toscana: Ci casca a fagiolo, Liscio come l'olio (entrambi a cura di Gian Marco Mazzanti) e Buo-no come il pane, a cura di Ser-gio Gatteschi. Tre quadernetti di facile consultazione, in for-mato tascabile ma pieni zeppi di ricette (50!) "conditi" con cenni di storia sull'origine e la varietà del prodotto al quale sono intitolati. (si.fe.)

MER

CI&C

OMM

ERCI do e affatto piccante, Erös paprika

è invece fra le più piccanti, di colo-re marrone, e macinata grossolana-mente. Tutti i tipi devono essere con-servati in recipienti al riparo dalla luce, e comunque consumati veloce-mente perché tendono a scurire ed acquistare uno sgradevole sapore stantio. In cucina è tradizionalmen-te usata per dare colore ed un delica-to (o deciso, a seconda del tipo) sa-pore di peperone a minestre, zup-pe e salse a base di carne, ma è ot-tima anche con scampi ed altri cro-stacei, o verdure ed anche formaggi freschi. In Ungheria, oltre ad esse-re l'ingrediente fondamentale della gulyas (dizione esatta dello stufato di carne da noi chiamato gulasc), è la base di moltissimi piatti, insieme al lardo e ad un letto di cipolle sof-fritte. Anche in Spagna e in Porto-gallo è usata in moltissimi piatti tra i quali il chorizo, salsicce piccanti ti-piche delle province basche.

ZUPPA DI GULYASGulyas in ungherese significa

"pastore" e anche "carne preparata alla maniera del pastore". La ricet-ta più conosciuta è a base di carne di manzo, ma si possono utilizza-re altri tipi di carne (vitello, maia-le, agnello).

Soffriggete 200 g di cipolla do-rata tagliata ad anelli in 40 g di olio di semi. Aggiungete 5 g di paprika e 2 cucchiai di aceto di vino bian-co, 250 g di carne di manzo (pre-feribilmente dalla parte dello stin-co, altrimenti quello utilizzato per il bollito magro) tagliato a pezzi pic-coli, un pizzico di sale, maggiorana, semi di finocchio essiccati. Aggiun-gete un bicchiere d'acqua. Appena la carne diventa morbida e il liqui-do si è quasi asciugato spolverare il tutto con 40 g di farina, che deve es-sere assorbita bene prima di aggiun-gere un litro e mezzo di acqua e, in-fine, 200 g di patate sbucciate e ta-gliate a piccoli dadi.

Fate finire di cuocere, aggiun-gendo - a vostro piacimento - altra paprika. La ricetta originale non prevede l'aggiunta di pomodoro, ma è consentita, anche per dare un co-lore più vivace alla zuppa. ■

GUIDA AGLI AROMIGU G O

di Monica Galli e

Alessandra Pesciullesi

Più o meno piccanti, danno sapore e colore a molti

piatti dal gusto esotico. I consigli per usarle al meglio

TUTTOSULLA PAPRIKA

Associazione italo-ungherese

della Toscana, via Palazzuolo 8, Firenze, giovedì

e sabato dalle 16,30 alle 19,

tel. 3395651762

Questi libri sono in vendita nel reparto libri dei sei Ipercoop della Toscana, nello scaffale dedicato all'editoria toscana.

molato, e le dosi moderate delle spe-zie lo rendono adatto anche a coloro che soffrono di ulcera gastrica. Tra l'altro la curcuma sembra efficace nel limitare la crescita di colestero-lo nel sangue.

RISO ALL'INDIANAIngredienti per 4 persone: 250 g riso Patna, 1 cucchiaino colmo di curry, 60 g burro, 1 grossa cipolla bianca affettata, 0,5 l di brodo vegetale.

Fotografie di

Andrea Fantauzzo

Page 7: Inflazione a fette - coop Firenze

12 INFORMATORE INFORMATORE 13

VITICOLTURA

VENDEMMIA CAPOVOLTATra le vigne nel sud del mondo. Usi e costumi diversi

Sono in un bel vigneto duran-te il periodo della vendem-mia: le forbici lavorano so-

do, le ciocche cadono, i carrelli si riem-piono e vanno verso la cantina. Pecca-to solo per tutti questi canguri che mi saltellano intorno.

Non preoccupatevi, non sono im-pazzito: sto solo parlando di una ven-demmia "capovolta", cioè quella che si svolge nei paesi dell'emisfero au-strale. Essendo le stagioni opposte, in Australia - ma anche in Nuova Zelan-da o in Sud Africa - la vendemmia si ef-fettua nei mesi di febbraio-marzo, che per loro sono la fine dell'estate e l'ini-zio dell'autunno. A parte questa gran-de differenza le cose funzionano qua-si come da noi. Ma vediamo un po' più nel dettaglio. In Sud Africa vi sono di-verse zone vinicole, ma sicuramente quelle storiche e più famose sono Con-stantia e Stellenbosch. Entrambe so-no vicine a Città del Capo e la prima è addirittura su un promontorio subito a sud dell'agglomerato urbano. La ven-demmia si svolge praticamente come da noi, solo che il colore predominate in vigna è... parecchio più scuro. Infatti si vedono pochissimi bianchi armati di forbici ed il lavoro più duro è completa-mente delegato alla popolazione di co-lore. "Di colore" è anche la loro uva più importante (almeno per me): si chiama Pinotage ed è un incrocio fatto in loco nel 1925 tra due uve a bacca rossa, il Pinot nero ed il Cinsault.

In Australia il panorama nel vigne-to durante la vendemmia può cambia-re parecchio. In molte zone si vendem-mia sempre a mano ma in certe aree, dedite soprattutto alla quantità, si rac-coglie con le macchine vendemmiatri-ci. La vendemmia può così essere ef-fettuata tranquillamente anche di not-te: basta che ci sia l'operaio a guidare la macchina e il gioco è fatto. Del resto in molti casi troviamo vigneti lunghi alcuni chilometri. «Se mando dei vendemmia-tori in questi filari - mi disse una volta un

MERCI&COMMERCI

PRODOTTI

corrente del rubinetto e subito do-po asciugarli. Per non sciuparli è co-munque preferibile usare delicata-mente un panno bagnato.

Gli esemplari freschi, una vol-ta tagliati, possono essere semplice-mente conditi con olio di oliva, ag-giungendo sale e limone. Se invece parliamo di funghi cotti, è preferibi-le non sottoporli a preparazioni par-ticolarmente elaborate per non alte-rarne i caratteristici sapori. I porcini

vengono comu-nemente frit-ti dopo averli infarinati, op-

pure possono es-sere cotti alla griglia

o in tegame con aglio e nepitella. Si prestano

bene ad essere essiccati, meglio se non esposti

al sole diretto. Per una più duratu-

ra conserva-zione devono es-sere tenuti in ambien-ti asciutti, dato che l'umidità atmosfe-rica tende ad alterarli.

I funghi messi in vendita dagli ortolani devono essere contenuti in cassette ben areate, ad un solo stra-to, e contraddistinti da un'etichetta indicante il nome scientifico della specie cui appartengono. Fanno ec-cezione solo i porcini, che possono essere semplicemente indicati con questo nome.

Ogni partita di funghi desti-nati alla vendita al dettaglio deve essere preventivamente certifica-ta dalle Asl. Siamo in presenza di prodotti facilmente alterabili: pri-ma di acquistarli è bene osservar-li attentamente. È necessario con-servarli in frigorifero, ma solo per uno-due giorni.

Con l'autunno riprendono le camminate nei boschi alla ricerca di quei prodotti del-

la natura che appartengono ad una categoria a sé stante: i funghi. Infat-ti possiedono caratteristiche origi-nali che li differenziano sia dai co-muni vegetali che dagli esseri viven-ti di origine animale. Sono privi di clorofilla, e la mancanza di questo pigmento verde li rende incapaci di produrre autonomamente compo-

sti organici, tipo zuccheri e sostan-ze proteiche. Devono allora procu-rarsi sostanze alimentari comples-se preesistenti in natura, per provve-dere alle proprie necessità nutrizio-nali, ricorrendo a particolari forme di adattamento. La luce solare non è quindi indispensabile alla loro na-scita e crescita, ma non possono fa-re a meno della temperatura caldo-umida nell'ambiente boschivo in cui si trovano. Freddo e vento sono i ne-mici climatici dei funghi, che ne im-pediscono la nascita e ne ostacola-no lo sviluppo. I funghi tendono nor-malmente a mimetizzarsi sotto le fo-glie; per tale motivo la loro ricerca risulta sempre laboriosa ed incer-ta, mettendo a dura prova lo spirito di osservazione, l'acutezza visiva ed olfattiva, nonché il sen-so di orientamento dei cercatori.

BASTALA PAROLAI porcini (Boletus

edulis, B. aereus, B. reticulatus, B. pini-cola) sono senza dub-bio i funghi più impor-tanti sotto l'aspetto commerciale. Hanno un cappello con tonalità marroni-giallastre, un tessuto spugnoso nel-la sua parte inferiore ed un gambo normalmente ingrossato su cui so-no disegnati reticoli più o meno evi-denti. Crescono in associazione con conifere e latifoglie, preferibilmen-te nelle zone temperate, e possiedo-

di Andrea Santini

produttore australiano che aveva fila-ri lunghi anche sette chilometri - prima che ritornino mi muoiono di fame!». Co-munque sia, la vendemmia incomincia nelle parti più calde ai primi di febbraio e finisce in Tasmania verso la fine di marzo. Le uve più diffuse sono le clas-siche internazionali: Chardonnay, Sau-vignon, Cabernet, Merlot e Shiraz.

Praticamente nello stesso periodo si vendemmia anche in Nuova Zelan-da. Entrambe le isole che la compon-gono danno ottimi vini. Quella a sud è più adatta per uve che amano un clima fresco, come il Sauvignon o il Pinot ne-ro, a nord invece imperversano Mer-lot, Chardonnay e Cabernet. Fu in una

vigna della zona di Marlborough, nel-l'isola Sud, che durante la vendemmia rimasi stupito perché tra le vigne erano sparse delle specie di loculi di plastica, larghi un metro, alti tre, con un camino sopra. Incuriosito chiesi ad un produt-tore cosa fossero. Lui mi rispose con un'altra domanda: «Vedi qualche albe-ro qui intorno?», e al mio no aggiunse: «Per questo dobbiamo portarci dietro i bagni per le vendemmiatrici!».

Questa è sicuramente una grossa differenza tra la vendemmia in molte parti della Nuova Zelanda e la nostra: noi abbiamo tanto bosco... ■

no odore e sapore gradevoli. Posso-no essere utilizzati cotti oppure cru-di, purché siano freschi e mangiati con moderazione. Devono essere puliti leggermente con un coltello, ma se nei tessuti rimanessero con-sistenti tracce di terriccio, occorre passarli velocemente sotto l'acqua

ENOLOGIA

FUNGHI

MERCI&COMMERCI

di Carlo Macchi

L’ANNATA 2005Al momento in cui scriviamo non possiamo sapere come sarà la vendemmia 2005. Agosto si è chiuso con alcune piogge di troppo ed una temperatura media piuttosto bassa. Se settembre non sarà bello caldo rischiamo di avere tanta uva ma di non eccelsa qualità. Se invece il solleone imperverserà in settembre ed ottobre si "rischia" di trovarci di fronte ad una vendemmia veramente ottima, la migliore degli ultimi 6-7 anni.

COCCHI DI BOSCOGli ovoli buoni o cocchi (Ama-

nita cesarea) competono con i por-cini sul piano qualitativo. Prediligo-no habitat mediterranei, perciò so-no molto più rari rispetto ai primi. Purtroppo la ricerca indiscrimina-ta e le alterate condizioni ambien-tali ne hanno ridotto notevolmen-te la crescita in molte zone boschi-ve. Per tale ragione il loro prezzo di mercato è molto più elevato rispetto a quello di altre specie. Negli esem-plari adulti il cappello è di un bel co-lore giallo arancione, mentre le la-melle, il gambo e l'anello presenta-no delicate tonalità giallo-oro. Que-ste caratteristiche li rendono facil-mente riconoscibili anche dai me-no esperti.

La legge regionale stabilisce per queste due specie "protette" le di-mensioni minime che devono pos-sedere gli esemplari raccolti. Gli ovoli buoni, inoltre, non possono es-sere presi quando sono ancora chiu-si, perché a questo stadio di svilup-po i caratteri morfologici della spe-cie non sono ancora bene evidenzia-ti; pertanto possono essere perico-losamente confusi con amanite ve-lenose, del tipo Amanita phalloides, Amanita verna ed Amanita virosa.

Gli ovoli buoni sono molto ap-prezzati anche allo stato crudo; una volta puliti, vengono tagliati a fette e conditi con olio di oliva, sale e li-mone. Si possono aggiungere sca-glie di formaggio parmigiano, con qualche eventuale fettina di tartufo bianco. Una volta cotti, possono es-sere utilizzati come antipasto, per la preparazione di primi piatti, come contorno di carni, oppure prepara-ti alla griglia o in padella.

Altre specie commestibili di buon pregio reperibili nei mesi autunna-li sono i galletti, o finferli (Cantha-rellus cibaris), le finferle (Cantha-rellus lutescens), le mazze di tam-buro (Lepiota procera), le morette (Tricholoma terreum), le pennen-ciole (Lactarius deliciosus), i lar-daioli bianchi (Hygrophorus pena-rius), i lardaioli rossi o paonazzi (Hygrophorus russula), gli ordinali o cimballi (Clitocybe geotropa), ed altre specie meno note. ■

Normativa: legge quadro n° 352/93;

D.P.R. 376/95; Legge Regione

Toscana n° 16/99.

FUNGHISU INTERNETNel sito www.coopfirenze.it,

sezione “I nostri speciali”, poi

cliccare su “Guida ai funghi”

VINI

Dal bosco alla tavola

Dove si trovano, come

si riconoscono.

Gli utilizzi in cucina

FOTO D. TARTAGLIA

Fotografie di

Andrea Fantauzzo

Page 8: Inflazione a fette - coop Firenze

RUBR

ICHE

RUBR

ICHE

Fino al 12/10Sapori d'Italia: prodotti tipici pugliesi

13-26/10Offerta prodotti a marchio Coop

Speciale verdure surgelate

7-20/10Speciale vini

21/10 - 3/11Sagra dei salumi

Festa del cioccolato

SAPERSCEGLIERE

14 INFORMATORE INFORMATORE 15

LA SPESA AL SUPER

La storia dei legumi toscani è molto antica, soprattutto in certe zone, come la Luc-

chesia (fagiolo rosso di Lucca, fagio-lo scritto di Lucca, fagiolo cannellino di

San Ginese) e il Valdarno (fagiolo zol-fino, cece piccino, cece fiorentino, fa-giolo toscanello, fagiolo coco nano, ce-ce rosa), dove la produzione e la com-mercializzazione di questi prodotti ri-vestiva una grande importanza econo-mica. Nel dopoguerra, con l'esodo dalle campagne e l'avvento dell'industrializ-zazione, queste coltivazioni sono state abbandonate. Le vecchie varietà locali sono arrivate fino a noi in modo ridotto e sono state riscoperte e recuperate in questi ultimi anni grazie all'impegno di piccoli produttori, riuniti nell'Associa-zione degli agricoltori custodi. Il loro in-tento è di avviare un processo di ricono-scimento della denominazione di origi-ne (Igp o Dop) di questi prodotti, tramite ricerche storiche e un censimento delle specie presenti sul territorio; la semina di campi sperimentali e degustazioni di tutte le varietà; una catalogazione del-le specie e una definizione delle tecni-che di produzione, che tengano conto delle pratiche tradizionali. Coop ha con-tribuito, da parte sua, alla conoscenza e alla diffusione di questi prodotti tipi-ci del Valdarno e della Lucchesia, pro-ponendoli ai consumatori nei suoi ne-gozi con il marchio unico "Associazione agricoltori custodi", distinti però per zo-na di produzione e lavorazione.

Lo zolfino. Fra i fagioli più anti-chi e rinomati c'è lo zolfino del Prato-magno, una pianta nana non molto pro-duttiva il cui frutto è piccolo, tondo, di colore giallo pallido, con buccia molto fine e di facile cottura. Un tempo cre-

lorizzato fino alla richiesta di riconosci-mento Igp, e attualmente se ne produ-cono quasi 200 quintali in area "tipica", la dorsale valdarnese del Pratomagno, praticamente la sponda destra dell'Ar-no da Castiglion Fibocchi a tutto il co-mune di Reggello, compresi i comuni di Laterina, Loro Ciuffenna, Terranuo-va Bracciolini, Castelfranco di Sopra e Pian di Scò. La particolarità di que-sto fagiolo è la quasi totale assenza di buccia, l'intenso sapore, la capacità

di reggere la cottura. Si può gustare in antipasto, come contorno o nelle mi-nestre: tipici gli zolfini con le cotenne al fiasco o conditi con erbe aromatiche.

Il coco nano. Conosciuto e ap-prezzato già nel 1800, questo fagiolo bianco e tondo si distingue dallo zolfi-no e dal borlotto per il suo colore. Vie-ne coltivato nella zona del Valdarno, in provincia di Arezzo e Firenze. È una va-rietà particolarmente resistente ed è molto più produttivo dello zolfino. Ha una buccia molto fine che si spezza fa-cilmente. Riesce ad arrivare a matura-zione anche a notevoli altitudini, oltre i 1000 metri. La sua produzione è di cir-ca 50 quintali annui, nelle zone di Pra-tomagno, Valdarno e Valtiberina. La pa-sta di questo fagiolo è farinosa e ha un sapore delicato; è preferibile cuocerlo lentamente e senza preventivo ammol-lo. È indicato soprattutto per la ribollita e la pasta e fagioli.

Il San Ginese-Compitese. Fagiolo di colore bianco, più piccolo del cannellino classico, è morbido e delica-to al palato e viene prodotto nella pro-

vincia di Lucca.È ottimo per minestre e zuppe, con

baccalà e gamberetti, o semplicemen-te lessato e accompagnato da un buon vino rosso.

Il rosso di Lucca. È di colore rosso, come dice il nome, con screzia-ture scure, quasi nere; è molto farina-ceo ed ha un sapore più intenso rispet-to al cannellino. Era una delle produzio-ni più importanti della pianura lucchese fino agli anni '50, produzione che è an-

data calando in assenza di manodope-ra fino quasi a scomparire negli anni '70. Nel 1998, con l'aiuto di fondi strutturali ai produttori da parte della Confedera-zione italiana agricoltori e grazie a nuo-vi canali di vendita forniti da Unicoop, si è passati dai 15 quintali del 1999 ai 60 del 2001, e si prevede un aumento fino agli 80 quintali annui. La destinazione è prevalentemente regionale. Attual-mente sono soltanto due i produttori a San Ginese (ce ne sono altri, che lo col-tivano per passione, nella zona di Nave-Sant'Anna). Sono tradizionali i piatti co-me la pasta e fagioli e la bistecca e fa-gioli. Il fagiolo rosso si sposa bene an-che con il baccalà.

Lo scritto di Lucca. Ha una forma allungata, di dimensioni medio-piccole, con varie colorazioni insolite: bianco, bianco sporco, nero, marrone. È un fagiolo molto farinaceo e resisten-te. Si produce nella piana di Lucca - zo-na Compitese - ma si trova difficilmen-te in commercio, dato che la produzio-ne è prevalentemente hobbistica e rag-giunge circa i 20 quintali. È rinomato per la morbidezza e la consistenza, tanto che rimane intatto anche dopo la cottu-ra. In genere si consuma con il cotechi-no, con il baccalà, nel minestrone.

VERDURE SURGELATEDAL CAMPOAL FREEZER

Nella società moderna, dove il tempo è sempre più prezioso, le

verdure congelate rappresentano un'ot-tima soluzione. Sono sempre reperibili al di là della stagionalità, e molto pratiche, essendo già pulite e pronte per essere cucinate in pochi minuti. Broccoli, pisel-li, bietole, spinaci, minestroni, la scelta è vasta. Inoltre conservano intatte le lo-ro proprietà nutritive grazie alla rapidi-tà con cui passano dalla raccolta al con-gelatore. L'importante è non interrom-pere mai la "catena del freddo": dalla produzione al consumo, la temperatu-ra non deve mai superare i 18° sotto ze-ro. L'ideale è trasportare gli alimenti con-gelati a casa con borse termiche e inse-rirli subito nel freezer. Lo scongelamen-to e il successivo ricongelamento porta infatti ad un impoverimento del prodot-to, in quanto il raffreddamento avviene in modo più lento e a temperature non adatte. Le verdure surgelate sono rigo-

rosamente controllate negli stabilimen-ti in cui vengono lavorate e quindi sicure dal punto di vista igienico.

In promozione nei supermercati Coop dal 13 al 26 ottobre per i clienti un vasto assortimento di verdure surgelate.

SAPORI D'ITALIATIPICI DALLA PUGLIA

Viaggiando fra i sapori d'Italia, ec-coci in Puglia, terra feconda di

bellezze naturali e delizie gastronomi-che. Lo splendore del mare e del pae-saggio si rispecchia nella sapidità e nel-la bontà dei suoi prodotti, che vantano una lunga tradizione e hanno mantenu-to intatta la loro genuinità. Parliamo ad esempio di salumi e formaggi sopraffini, in promozione nei supermercati Coop fi-no al 12 ottobre. La coppa dolce ha una lavorazione particolare, tutta artigiana-le, prevede l'impiego di carni pregiate e l'insaccatura in un sottilissimo budello naturale, con legatura a spago manuale che conferisce la tipica forma asimme-trica. Prima dell'insacco la coppa ripo-sa per 15 giorni su pregiate salamoie, al settimo giorno viene rigirata e massag-giata affinché gli aromi e le spezie ven-gano ben assorbiti in modo da acquista-re quel gusto particolare che la caratte-rizza. Da provare poi i cornetti di scamor-za, ottimi come sfiziosi spuntini o antipa-sti. Sono prodotti con sfoglia di pasta di mozzarella e farciti con prosciutto e ver-dure fresche (o rucola di campo). Il ca-nestrato pugliese è un formaggio a pa-sta dura non cotta, ottenuto da latte in-tero di pecora di razza gentile di Puglia, le cui origini genealogiche provengono dalla razza merinos. Il suo nome deriva dai canestri di giunco pugliese, entro i quali si fa stagionare. Il vero canestrato pugliese si produce tra dicembre e mag-gio, periodo legato alla transumanza del-le greggi dagli Abruzzi alle piane del Ta-voliere pugliese. La lavorazione del ca-nestrato pugliese avviene con una tec-nologia caratteristica della tradizione casearia meridionale. Si tratta di una lavorazione piuttosto lunga e molto va-riabile secondo le dimensioni delle for-me, che vanno dai 7 ai 14 chili. Racchiuse nei tipici canestri, che assicurano quel-la caratteristica rugosità della crosta, le forme vengono pressate per far fuoriu-scire l'umidità in eccesso.

Capita a fagioloDagli “agricoltori

custodi” le varietà

e i gusti tradizionali

dei fagioli toscani

TIPICI TOSCANI

sceva seminato nei terrazzi in mezzo ai filari degli ulivi, e all'epoca lo chia-mavano "burro" e "burro gentile"; ven-ne abbandonato nei decenni successi-vi alla II guerra mondiale per mancan-za di manodopera. Anche i nuovi stan-dard del mercato, che richiedeva più

"il bello e grosso" che non il saporito, hanno emarginato questo particolare fagiolo, e solo alcuni estimatori hanno continuato a coltivarlo. Fino a venti an-ni fa lo si trovava solo da pochi agricol-tori nella zona collinare intorno a Loro Ciuffenna. Oggi è stato riscoperto e va-

IPER APERTI DOMENICA

2 ottobre: Arezzo (8-21),Cascina (9-21.30), Sesto F. (8-21)9 ottobre: Lastra a Signa (9-21)23 ottobre: Montevarchi (9-21)30 ottobre: Montecatini (9-21),Arezzo (8-21)Lunedì 31 ottobre: Arezzo (8-21)Le aperture festive di super,mini e ipermercati sono pubblicate sul quotidianola Repubblica della domenica,su Televideo di RTV 38 (pag. 456)e sul sito www.coopfirenze.it

La giuncata, infine: è un latticino freschissimo. Si presenta in forma mol-le e cremosa, grumosa a granelli sotti-li, leggermente pressata, e riporta l'im-pronta del cestello in cui viene conser-vata. La sua freschezza si riconosce dal colore bianco, dalla buona consistenza e dal fatto che si presenta umida ma non bagnata. Dal gusto delicato, è il più versatile dei latticini, utilizzabile sia per piatti dolci che salati. La giuncata può essere servita come antipasto o come condimento per piatti freddi.

FOTO A. FANTAUZZO

di Rossana De Caro

Page 9: Inflazione a fette - coop Firenze

RUBR

ICHE

16 INFORMATORE

LA SPESA ALL’IPER

DALLE FOTO ALLE PENTOLEFotografia, cucina e consumi: tante sono le iniziative della

sezione soci per questo inizio di autunno. Da ottobre a dicembre corso base di fotografia con macchina digitale: incontri settimanali all'Ipercoop e negli spazi Coop, dalle

ore 21 alle 23 nei giorni di giovedì, con uscite fotografiche collettive che si svolgeranno, con proprio automezzo, nei

giorni di sabato pomeriggio e domenica mattina, da concordare, per un totale di otto incontri. Da ottobre/

novembre 2005, fino a dicembre 2006, "Gli incontri del lunedì", corso di orientamento al consumo consapevole

per adulti: un lunedì al mese, al pomeriggio, con orario da stabilire, incontri di informazione all'Ipercoop con esperti

per una migliore conoscenza di alimenti e prodotti. A novembre corso di cucina sul pesce azzurro: quattro

serate, con date e orari da concordare.Info: sezione soci, tel. 0575908475

SAPERSCEGLIERE OFFERTA VINIDA TUTTO IL MONDO

V ini italiani e di produzione este-ra in offerta agli ipermercati.

Sono in tutto circa 60 fra bianchi, ros-si, vini da dessert e rosé (i vini più alla moda del momento). In maggioranza sono prodotti in Toscana (Doc e Docg), ma c'è un ampio assortimento di eti-chette di altre regioni italiane, in parti-colare Sicilia, Campania e Puglia. Dal-l'estero una rappresentativa della pro-duzione vitivinicola europea e mondia-le con vini provenienti da Francia, Un-gheria, Cile e California.

Naturalmente, accanto alla qualità, in primo piano si avrà anche la conve-nienza del prezzo. Hostess e sommelier sono a disposizione dei clienti per la de-gustazione e la scelta di alcuni vini pre-senti in promozione.

ABBIGLIAMENTOTRA MODAE RISPARMIO

Un occhio al rapporto qualità-prezzo, stilisti che seguono il

trend della moda ma al tempo stesso realizzano abiti per tutti i gusti, le ta-glie e l'età. Si va dai capi più giovanili e più modaioli a quelli più sobri e classici, dalle taglie calibrate fino agli abiti per neonati e bambini. Insomma, in fatto di abbigliamento anche Coop in questi ul-timi anni si è aggiornata, adeguandosi agli standard dell'offerta del momento e ampliando l'assortimento, facendo

però sempre attenzione ai prezzi, che sono molto favorevoli per il cliente. Le aziende fornitrici sono scelte da Coop in base a parametri di garanzia e con-venienza, e operanti in conformità delle leggi, nella tutela e nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Questo autunno-inverno le linee moda propongono tanto vellu-to, maglieria e jeans. I colori più trendy sono quelli caldi dell'autunno: il moro, il coccio e l'intramontabile nero.

VIDEOGIOCHINOVITÀ D'AUTUNNO

Videogiochi superstar. Fanno fu-rore tra i ragazzini e piacciono

anche ai più grandi. Un boom che ri-guarda sia la Play Station 2, sia l'X-Box (con la quale si può giocare anche in rete): possono essere collegate con la

televisione, e sono dotate di un'infini-tà di giochi e di accessori. Va fortissi-mo anche il tascabile Game Boy, mol-to popolare fra i giovanissimi nella for-mula SP, dotato di piccolo schermo e cartuccia, che si può trasportare per giocare ovunque. Adesso è uscito an-che il nuovo Nintendo Double Screen (NDS), con doppio monitor e nuovi gio-chi. Novità anche per la play station: la Sony a settembre 2005 ha lanciato la

"PSP",ovvero una play station portabile di piccole dimensioni: 17x7,4 cm e 250 g di peso, che utilizza microdischetti (UMD) e memory stick, un lettore per poter ascoltare anche la musica in for-mato MP3 e vedere film. E a giugno del 2006 arriverà la Play Station 3. Anche X-BOX presenta la nuova edizione, X-BOX 360°. Ovviamente anche i giochi si adattano a queste nuove evoluzioni: in ottobre fra i titoli che si preannuncia-no favoriti troviamo "Fifa 2006", "Pro-

Evolution Soccer 5", "Prince of Persia 3". Fra le novità segnaliamo inoltre i

"Power Toys", giochi interattivi elettro-nici da collegare alla televisione, do-tati di simulatori da manovrare in mo-do virtuale (ping-pong, pugilato, snow board, tennis).

COMMERCIO EQUOUNA SETTIMANA GIUSTA

Dal 15 al 23 ottobre si svolgerà “Fai la spesa giusta”, un’inizia-

tiva promossa da TransFair per far cre-scere l’attenzione sui prodotti equo e solidali. Per tutta la settimana sarà pos-sibile acquistare i prodotti della linea Solidal Coop con uno sconto del 10%.

Coop già da diversi anni ha attivato una propria linea di prodotti equo-so-

lidali, che comprende oggi 24 referen-ze e che, con una crescita costante, nel 2004 ha registrato un fatturato di oltre 9 milioni di euro, cioè un volume d’af-fari triplicato nel giro di tre anni. L’as-sortimento dei prodotti a marchio Soli-dal Coop comprende oggi caffè arabi-ca 100% da agricoltura biologica, ca-cao amaro in polvere, cioccolato (al lat-te o fondente) da agricoltura biologica, ovetti di cioccolata ripieni alla noccio-la, cioccolatini, uova di Pasqua (al latte o fondenti), crema spalmabile, tè (due tipi), miele millefiori, succo di arancia, banane da agricoltura biologica, ana-nas, palloni da calcio, calcetto, mini-calcio e beach volley, zucchero di can-na da agricoltura biologica, riso Thai profumato e la maglietta polo.

I paesi produttori sono diciassette: si va dal Perù al Brasile, dal Guatema-la al Messico, dal Ghana all’India, dalla Thailandia all’Indonesia.

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IN VENDITA NEI NEGOZI, SUPERMERCATI E IPERMERCATI UNICOOP FIRENZE

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Page 10: Inflazione a fette - coop Firenze

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Page 11: Inflazione a fette - coop Firenze

INFORMATORE 21

MON

DOCO

OP

Quali sono le linee di sviluppo della cooperativa per i prossimi anni?È nostra intenzione far nasce-

re, sviluppare e crescere la coope-razione in altre realtà più difficili delle nostre zone, ma dove dobbia-mo svolgere lo stesso incisivo ruolo economico e sociale, contribuendo alla loro evoluzione con una pre-senza cooperativa significativa. Si apre quindi un nuovo scenario che va considerato e affrontato con de-terminazione, rifuggendo da facili quanto pericolose semplificazioni.

Andrà avanti anche la diversificazione delle attività della cooperativa?Qualche anno fa, quando deci-

demmo l’operazione dell’acquisto della rete di negozi OBI (bricolage e giardinaggio, ndr) in Italia, non tut-ti erano convinti. Gli ottimi risulta-ti raggiunti hanno eliminato i dubbi che esistevano all’inizio. Ora i tempi impongono un ritmo fortemente ac-celerato dello sviluppo della rete di vendita e la conseguente disponibi-lità a correre rischi maggiori rispet-to al passato.

Ci sono altre partnership in vista?Nella nostra politica di diversifi-

cazione si tratta, a seconda dei casi, di perseguire uno sviluppo imprendi-toriale o in alternativa di offrire servi-zi migliori e più convenienti ai nostri soci. Per ogni partnership dobbia-mo comunque definire esattamente la missione, in modo da evitare equi-voci nei rapporti con i soci e sostenere le diverse iniziative con un’informa-zione orientata chiaramente verso la scelta imprenditoriale o verso il rap-porto col nostro socio.

In questo contesto, come si inquadra la partecipazione di Unicoop Firenze al capitale di una grande banca come il Monte dei Paschi di Siena? Quella della partecipazione nel-

la Banca Monte dei Paschi di Siena è una scelta strategica che ha respi-ro politico e sociale, oltre che im-

prenditoriale. Abbiamo lavorato e lavoriamo per estendere geografi-camente le radici della Banca e del-la Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Prendiamo atto con soddi-sfazione che negli ultimi tempi si è accresciuto l’impegno della Banca e della Fondazione, con importan-ti risultati, a favore dell’intera re-gione Toscana. Abbiamo lavorato e lavoriamo, inoltre, per irrobustire quelle radici. Questo è il senso del-la nostra presenza nella compagine azionaria della Banca.

Quindi un impegno solo politico e finanziario per il Monte dei Paschi?

Non solo. La nostra cooperati-va associa quasi un milione di so-ci. Questi soci hanno l’esigenza di fare la spesa, e per questo ci sono i punti vendita della cooperativa che li devono tutelare. Ma le famiglie hanno anche altre esigenze e han-no a che fare quotidianamente con il problema dei soldi e del rispar-mio. Sono convinto che, pur tenen-do fermi e ben distinti gli interessi e i ruoli della banca e della coopera-tiva, sia possibile trovare delle siner-

gie, delle collaborazioni che porti-no dei vantaggi reali, in prospettiva, ai nostri soci.

Ritorniamo alla cooperativa. Come vede il futuro, pensa che si aprirà una fase nuova per Unicoop Firenze?Il futuro è già cominciato. Col

triennio 2002/2004 è iniziato un nuovo ciclo all’insegna di molti

cambiamenti, che han-no tutta l’aria di diven-tare “storici”. Vedremo quanto questo periodo

“rivoluzionario”, e il nu-trito numero di innova-zioni introdotte, influi-rà sulle vicende della cooperativa. Noi abbia-mo lavorato e lavoria-mo per mettere la coo-perativa in condizioni

di affrontare i prossimi 10/15 anni di accesissima competizione com-merciale, di sempre più elevate esi-genze dei consumatori, di crescen-te necessità di affermare i valori ai quali le nostre cooperative storica-mente si richiamano e con essi con-tribuire a migliorare la società. ■

UNICOOP FIRENZE

È già futuroSviluppo,

diversificazione,

capacità innovativa. A

colloquio con Turiddo

Campaini, presidente

di Unicoop Firenze

Il Consiglio d’amministrazione dell’Unicoop Firenze ha eletto l’Esecutivo della cooperativa, che risulta così composto: Sanzio Benvenuti, Golfredo Biancalani, Roberto Guido

Bonacchi, Renato Burigana, Sandra Capuzzi, Gabriella Iacopini, Riccardo Sani (nella foto), Armando Vanni.

NUOVO ESECUTIVO

Page 12: Inflazione a fette - coop Firenze

22 INFORMATORE INFORMATORE 23

FIRENZE SUD ESTRICAMI DA ARTISTA

Lunedì 3 ottobre riprende l'atti-vità di "Ago, salotto e svago", il

consueto, richiestissimo corso di rica-mo che ormai da anni si tiene con suc-cesso presso la sezione soci del Centro Coop Gavinana di via Erbosa 66.

In un ambiente accogliente, sotto la guida paziente di Giovanna, signore di ogni età si ritrovano settimanalmente e, tra conversazioni, scambi di esperien-ze, consigli o solo piacevoli chiacchie-re, creano capolavori. Con sfilati antichi, con fantasiosi e cromatici punti vengo-no realizzati pazientemente e con suc-cesso artistici lavori, anche da coloro che si accostano al ricamo per la prima volta. Provare per credere. Curiose ed interessate saranno accolte e potran-no avere informazioni direttamente alla sezione soci nei giorni in cui verrà tenu-to il corso (lunedì e martedì dalle 16 alle 18, giovedì dalle 21 alle 23) oppure tele-fonando al numero 0556811973.

VALDISIEVEMODELLI IN MOSTRA

A Pontassieve, dal 15 al 30 ot-tobre, organizzata dalla se-

zione soci Valdisieve e dall'associa-zione modellistica Mvvm-Dlf col pa-

trocinio del Comune di Pontassieve, è in programma nella sala espositiva in via Verdi 24 una mostra rivolta a tutte le tipologie di modellismo: statico, di-namico, ricostruzioni storiche, war ga-mes e giochi di ruolo. La partecipazio-ne è gratuita ed è aperta a tutti, l'in-tento è quello di dare ai modellisti e ai giocatori la possibilità di incontrarsi. Per esporre contattare la sezione so-ci Valdisieve (fax 0558324572, e-mail [email protected]) o gli organizza-tori: Mario Sorvillo (tel. 3472734275) e Claudio Quaglierini (tel. 0558398974).

BAGNO A RIPOLIMUSICA A VICCHIODI RIMAGGIO

Con il concerto di venerdì 7 ot-tobre inizia la stagione autun-

nale 2005 dell'associazione "Amici di Vicchio di Rimaggio", in collaborazione con la sezione soci Coop, nella splendi-da sede della Chiesa di S. Lorenzo a Vic-chio di Rimaggio. Il programma si arti-cola su quattro concerti, il 7 e 21 otto-bre e l'11 e il 25 novembre, con brani, tra gli altri, di Beethoven, Schubert, Pro-kofiev, Mozart, Ravel, Gershwin, Ver-di, Gounod. Inizio dei concerti alle ore 21,15. Ingresso libero.

Info: associazione Amici di Vicchio di Rimaggio, tel. 055630631

FIRENZE SUD ESTSALUTEA TAVOLA

Due incontri dedicati allo stret-to rapporto tra salute e corret-

ta alimentazione. Li organizza la sezio-ne soci Firenze sud est venerdì 21 e ve-nerdì 28 ottobre, dalle 17.30 alle 19.30, presso la saletta soci (supermercato di

viale Giannotti, lato via Erbosa). A fare da guida il dottor Gianni Zocchi, biolo-go e nutrizionista: il 21 si parlerà del-le giuste combinazioni alimentari, il 28 dell'effetto dei radicali liberi sui proces-si di invecchiamento e di come contra-stare la loro formazione.

Info: sezione soci, tel. 0556811973

VALDISIEVEFIRENZE NORD ESTPITTORI IN GARA

È un concorso di pittura contem-poranea a tema libero, aperto a

tutti gli artisti italiani e stranieri, orga-nizzato dalle sezioni soci Coop Valdisie-ve e Firenze nord est, in collaborazio-ne con la Croce Azzurra Pontassieve e il patrocinio del Comune di Pontassie-

ve. La quota di iscrizione - 25 euro per un'opera, 35 euro per due - sarà inte-ramente devoluta alla Croce Azzurra di Pontassieve, per l'acquisto di un appa-recchio ecografico che sarà messo a di-sposizione degli specialisti in patologia cardiovascolare, ostetricia e ginecolo-gia e degli internisti che operano negli ambulatori della Croce Azzurra.

Le schede di adesione e il regola-mento sono disponibili presso tutti i ne-gozi Unicoop Firenze, ai quali dovran-no essere riconsegnate debitamente riempite entro il 22 ottobre.

Info: Paolo, 3388641798; Mario, 3472734275

PISALUNA PISANA

La sezione soci di Pisa, in col-laborazione con l'Associazio-

ne Astrofili Galileo Galilei, organizza due incontri dedicati all'astronomia: nel primo, che si terrà giovedì 6 otto-bre alle ore 21 nella sala soci sopra la Coop di Cisanello, sarà possibile cono-scere i corpi del nostro sistema solare così come li hanno visti le sonde che li hanno visitati, mentre nel secondo, che si svolgerà sulla terrazza dello stesso supermercato, giovedì 13 ottobre dal-le ore 21, sarà possibile osservare di-rettamente la Luna e Marte, grazie ai telescopi messi a disposizione dagli astrofili. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti.

Info: Associazione Astrofili Galileo Galilei, Antonio 3473880574, Rino 3383428966, www.aagg.it

SESTO FIORENTINOCALENZANOPER LA SALUTEDELLA PELLE

Informarsi, conoscere, preveni-re. È con questi obiettivi che la

Medicoop Nord Ovest - cooperativa che riunisce molti medici di famiglia di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Ca-lenzano - organizza per il terzo anno una campagna dedicata alla preven-zione del melanoma cutaneo. Si trat-

ta di un'iniziativa promossa in collabo-razione con la sezione soci Coop di Se-sto Fiorentino-Calenzano e completa-mente gratuita per i cittadini. A fare da tramite tra loro e gli specialisti in der-matologia che aderiscono all'iniziativa, i medici di famiglia, che fisseranno ai loro pazienti le visite più indicate, pres-so gli ambulatori comunali di viale To-gliatti, a Sesto Fiorentino.

Per informazioni: tel. 0554493117, dalle 9 alle 14

BARBERINO DI MUGELLOSTAR BENE A TAVOLA

Comincerà alla metà di ottobre e proseguirà per un mese inte-

ro il ciclo di incontri e conferenze set-timanali dedicato ad alimentazione e

salute, organizzato dalla sezione soci di Barberino di Mugello, in collabora-zione con la sezione Auser e lo Spi del Mugello, insieme all'amministrazione comunale e alla Pro Loco. Gli incontri si terranno presso le salette comuna-li di Barberino alle ore 21, ed avranno come tema gli effetti dell'alimentazio-ne e dello stile di vita sull'invecchia-mento, in particolare con la descrizio-ne di un modello animale di dieta anti-invecchiamento da parte del prof. Etto-re Bergamini, biogerontologo dell'Uni-versità di Pisa, e della dottoressa Ales-sandra Mocali dell'Università di Firen-ze; l'alimentazione e le malattie cardio-

SOCIALITÀ

SOCIALITÀ

Le iniziative delle sezioni soci sono

continuamente aggiornate sul sito

www.coopfirenze.ite su televideo di

RTV38 da pag. 450.

vascolari, con il cardiologo dottor Van-nucci e la dietista Serena Pancani; ali-mentazione e tumori, incontro con il dottor Domenico Palli, direttore del-l'Unità operativa di epidemiologia mo-lecolare e nutrizionale del Cspo (Cen-tro per lo studio e la prevenzione onco-logica) di Firenze.

Info: sezione soci Barberino di Mugello, tel. 055841118

VALDARNO INFERIOREDANZE SOLIDALI

Imparare a danzare e allo stes-so tempo fare solidarietà. Un bi-

nomio possibile con i corsi della scuo-la di danza Fermenti Vivi-Arcobaleno, organizzati dalla sezione soci del Val-darno inferiore in collaborazione con il Movimento Shalom e con il patrocinio dei Comuni di San Miniato (Pisa) e Ca-stelfranco di Sotto (Pisa). Quanto rica-vato dalle quote di iscrizione sarà de-stinato alla creazione di scuole e di at-tività artistiche per bambini nei paesi più poveri del mondo. A partire dal pri-mo corso di gioco-danza (4-5 anni), la scuola è aperta a bambini e ragazzi fi-no a 15 anni; è possibile imparare sia la danza classica che moderna con in-segnanti qualificati.

Le lezioni si tengono nella sala so-ci, presso il supermercato Coop di Ca-stelfranco di Sotto, e nell'Aula Pacis di San Miniato (dove è a disposizione dei partecipanti il servizio di traspor-to a domicilio). Le prime lezioni sono libere e gratuite. Costi mensili a parti-re da 20 euro.

Info: tel. 0571400706, dalle 10 alle 13

FIRENZE SUD OVESTMUOVERSIIN STILE YANG

Maglietta e pantaloni comodi, scarpe da ginnastica bas-

se: è quanto occorre per partecipare al corso di Tai Ji Quan stile Yang, movi-mento adatto a tutte le età che aumen-ta l'equilibrio e rafforza le ossa, pro-mosso dalla sezione soci Firenze sud ovest. I corsi si tengono il lunedì dal-le 17,30 alle 19 (intermedi), dalle 19 al-le 20,30 (principianti) e il giovedì dalle 20,30 alle 22 (intermedi), nella saletta soci di via Liberale da Verona 20 all'Iso-lotto. Il costo di una lezione a settima-

BORGO SAN LORENZO

UN FIUME, TANTE STORIE

La Sieve ha tanto inciso nella storia di un paese come San Piero a Sieve da essere inse-

rito nello stesso toponimo. Per mette-re in evidenza questo fatto indiscutibi-le la sezione soci di Borgo San Loren-zo organizza, in collaborazione con la Biblioteca Comunale "Piero Bargellini" di San Piero a Sieve, l'esposizione di documenti fotografici e grafici dal tito-lo "San Piero a Sieve e il suo fiume tra il 1930 e il 1960". Questa mostra, già

presentata con successo a Villa Ada-mi dal 19 dicembre 2004 al 9 gennaio 2005, vuole rappresentare attraver-

so documenti ed immagini la profon-da interconnessione fra la vita quoti-diana degli abitanti del paese e il fiume. San Piero a Sieve, sorto alla confluen-za tra il fiume Sieve e il torrente Carza, ha trovato fino ad alcuni decenni fa in questi corsi d'acqua sia risorse alimen-tari che occasioni di lavoro e di svago. Tutta la documentazione sulla vita che si svolgeva lungo il fiume, raccolta ed elaborata nell'ambito dei circoli di stu-dio "Vita Activa" promossi dall'Auser-Università dell'età libera di Borgo San Lorenzo, viene esposta nella Galleria del centro commerciale Mugello dal 17 al 30 ottobre.

Info: sezione soci,tel. 0558457093

Firenze nord estVAI COL LISCIOVuoi imparare a ballare? La sezione soci Firenze nord est propone corsi di ballo liscio scontati del 15% per i propri soci . Le lezioni si terranno presso la scuola di ballo "Step by Step", nella sede del circolo R. Andreoni, via A. D'Orso 8, Firenze (zona Coverciano), tutti i lunedì dalle 21,30 alle 23.Info: Andrea, 330338593

Firenze sud ovestCORSI D’ARTESono corsi di ceramica (lunedì, mercoledì e giovedì dalle 21 alle 23) e di pittura (giovedì dalle 18 alle 20), organizzati dall'associazione culturale

"Cavaliere Azzurro", in collaborazione col Quartiere 3 e con la sezione soci. Max 10 partecipanti, quote speciali per i soci Coop.Info: "Cavaliere Azzurro",tel. 055701250-3384658981

CascinaA SCUOLA

DI MUSICASconto del 10%

per i soci Coop, e i loro figli minorenni,

per i corsi di musica organizzati

dalla Filarmonica municipale

Puccini di Cascina (tel. 050741515).

Iscrizioni aperte da ottobre a giugno.

Un'iniziativa

della sezione

soci di Barberino

di Mugello

FOTO A. FANTAUZZO

Page 13: Inflazione a fette - coop Firenze

24 INFORMATORE INFORMATORE 25

MON

DOCO

OPBenché il pagamento con i mezzi elettronici si vada sem-pre più diffondendo, l'asse-

gno rimane una forma di pagamen-to alla quale molti soci e consuma-tori non possono rinunciare. Inoltre la diffusione, da una parte del ser-vizio di Bancoposta e dall'altra del-le banche telematiche, ha cambiato alcune "regole del gioco".

Allo scopo di rendere un servi-zio migliore ai soci e consumatori la direzione amministrativa di Uni-coop Firenze ha elaborato una nuova procedura, tesa a recepire le novità, semplificare la vita a clienti e dipen-denti, pur mantenendo alta la sicu-rezza delle transazioni con assegni.

La condizione di partenza è che si possono utilizzare gli assegni solo per pagare la spesa o per versamen-ti sul prestito sociale: non è possibi-le il cambio degli assegni contro de-naro, in quanto l'operazione è riser-vata agli istituti di credito. È possibi-le però pagare la spesa con un asse-gno e ricevere denaro in resto, ma solo fino ad un massimo del 20 per cento rispetto all'importo della spe-sa stessa. L'assegno inoltre non deve avere più di tre "girate".

Gli assegni possono essere emes-si da qualsiasi agenzia bancaria o uf-ficio postale in Italia (non solo della Toscana, come era prima) e presen-tati da soci e clienti residenti in To-scana e in alcuni comuni limitrofi in provincia di Bologna, Forlì e Perugia.

Per poter pagare con un asse-gno, o versarlo sul prestito sociale, il cliente deve presentarsi con carta d'identità o patente di guida in cor-so di validità.

Chiediamo a Giuliano Vanni-ni, direttore amministrativo di Uni-coop Firenze, alcuni chiarimenti.

In redazione ogni tanto arrivano lettere di soci arrabbiati proprio per il cambio degli assegni. La nuova procedura potrà eliminare molti casi di "incomprensione"?In massima parte le proteste era-

no per gli assegni emessi da agenzie ed uffici postali fuori della Toscana; con la nuova procedura abbiamo

inoltre che i nostri addetti non sono impiegati di banca e la gestione degli assegni è solo un aspetto della loro at-tività lavorativa e quindi la loro com-petenza non può essere pari a chi fa questo come lavoro esclusivo.

Qual è il motivo principale che ha portato a varare la nuova procedura di accettazione degli assegni?Le ragioni sono molteplici e so-

no interne ed esterne alla coopera-tiva. La prima è la diffusione che ha avuto il servizio di Bancoposta, sul quale sono canalizzate molte pen-sioni dei nostri soci; abbiamo deci-so di trattare gli assegni postali alla stessa stregua degli assegni banca-

ri, anche se la funzionalità del Ban-coposta non è ancora allo stesso li-vello di quella delle banche, spe-cialmente per il recupero degli as-segni non pagati. La seconda è l'in-cremento delle banche telematiche: gli assegni di queste banche risul-tano emessi sempre dalla sede cen-trale, per questo abbiamo deciso di accettare gli assegni emessi su tut-to il territorio nazionale. La terza è tutta interna, infatti con l'incorpo-razione della Sic (che gestisce gli ipermercati, ndr) e della Smc (la società dei minimercati, ndr) ab-biamo inteso rendere omogenea la procedura dell'accettazione degli assegni nelle tre tipologie di rete di vendita, in modo che i nostri so-ci e clienti possano avere un servi-zio uguale, indipendentemente che si trovino in uno dei nostri super, iper o mini mercati. ■

ASSEGNI

Salvo buon fineNuova procedura

per l'accettazione

degli assegni nei mini,

super ed ipermercati

di Unicoop Firenze

LE PAROLE DEGLI ASSEGNITraente: il correntista bancario o postale che emette l'assegno.Trattatario: l'istituto dove si ha il conto corrente.Beneficiario: persona alla quale è intestato l'assegno.Luogo e data di emissione: devono essere sempre presenti sull'assegno e devono essere compilati a cura del traente.Circolare: assegno emesso da una banca dietro versamento di denaro.Non trasferibile: l'assegno può essere riscosso solo dal beneficiario. E quindi anche l’Unicoop Firenze può accettare assegni non trasferibili solo se è beneficiaria.Spillato: assegno con l'angolo superiore sinistro tagliato. È un assegno già presentato in banca per il pagamento, non può più circolare.Scoperto: assegno per il quale non vi sono fondi disponibili per il pagamento (detto anche "cabriolet": scoperto come l'auto).Protesto: atto formale che dichiara che l'assegno non è stato pagato; il nome di chi ha subito un protesto è registrato nel "bollettino dei protesti".Pagamento: l'assegno dev'essere presentato alla banca per il pagamento entro 8 giorni dall'emissione se nello stesso Comune (assegno su piazza), 15 giorni se in un altro Comune rispetto alla banca che lo ha emesso (assegno fuori piazza); dopo questi termini l'assegno non può essere protestato.Centrale Allarme Interbancaria (CAI): archivio nazionale informatico con i nomi di coloro che non hanno onorato gli assegni che hanno emesso.

superato questa limitazione, per cui ora sono accettati gli assegni emes-si su tutto il territorio nazionale.

Gli assegni a vuoto, senza fondi, erano una

"sofferenza" importante fino a qualche anno

fa. Lo sono ancora?Attualmente gli assegni non pa-

gati, che non riusciamo a recupera-re, rientrano nel limite che possia-mo considerare fisiologico ed è per questo che abbiamo deciso di dare un segnale di fiducia ai nostri soci e clienti allentando le maglie della procedura.

Molti soci si lamentano dell'eccessiva rigidità con la quale sono applicate da noi le procedure: qual è il motivo di tale rigidità?Le regole sono fatte per essere

applicate ed in molti casi sono rego-le a cui dovrebbero attenersi tutti gli operatori del settore. Il problema è che spesso alcuni soci e consuma-tori scambiano la cooperativa per una banca e a volte pretendono cose che non possiamo fare. Per esempio non possiamo fare il semplice cam-bio degli assegni, non possiamo ac-cettare assegni non trasferibili se non intestati alla cooperativa, non possia-mo disattendere le regole dell'anti-riciclaggio. Dobbiamo considerare

na di un'ora e mezzo per tre mesi è di 90 euro, due lezioni a 140 euro. Scon-to del 10% per i soci Coop, massimo 20 partecipanti a lezione.

Info: punto soci Isolotto tel. 055701200, punto soci Ponte a Greve tel. 0557323081, Roberta Lazzeri tel. 3477309931

VALTIBERINAIL RECITALDELLA MEMORIA

I soci Coop della Valtiberina ed il Centro di aggregazione sociale

"Bellavista", in collaborazione con l'as-sociazione "Rota Mundi", Avis e Anpi, il Circolo missionario e con il patrocinio del Comune di Sansepolcro, ospiteran-no nella sede Coop di Sansepolcro, do-menica 30 ottobre alle ore 17, il recital di Daniele Biacchessi, "La storia e la me-moria". Daniele Biacchessi, caposervi-zio di "Radio 24 - Il Sole 24 ore", apprez-zato sia come giornalista che come au-tore di libri di inchiesta, è anche auto-re, regista ed interprete di teatro narra-tivo civile. Da un anno porta in giro per l'Italia il suo recital "La storia e la me-moria" (accompagnato dal vivo dal sas-sofono di Michele Fusiello e supporta-to dall'ausilio di testimonianze visive e sonore), ovvero un lavoro che par-la di sessant'anni di storia italiana rac-contati attraverso gli occhi dei bambi-ni, dall'eccidio di Sant'Anna di Stazze-ma nel 1944 alla strage alla stazione di Bologna nel 1980.

Info: sezione socitel. 0575740363

LUTTO

È deceduta Rita Giovannini, consigliera della sezione soci

di Borgo San Lorenzo. Alla famiglia le nostre più sentite condoglianze.

CORSI DI CUCINA

Firenze sud est. Un corso di cucina per riscoprire i segreti dell’Artusi, ma con un occhio ai giorni nostri. Due

cicli da quattro incontri ciascuno, il lunedì e il martedì, alle 20.30, presso il circolo Boncinelli. Iniziato a settembre, “Artusi nel nuovo millennio”, questo il titolo del corso,

proseguirà ad ottobre, il 3, 10 e il 17 (di lunedì) e il 4, 11 e 18 (di martedì). A reinterpretare in chiave più moderna le

ricette dell’Artusi sarà lo chef Alessandro Broccia. Numerose le richieste, tanto che si pensa già di replicare il

corso a gennaio. Info: sezione soci, tel. 0556811973

Borgo San Lorenzo. Ripartono ad ottobre i corsi di cucina organizzati dalla sezione soci di Borgo San Lorenzo

con il patrocinio e la collaborazione dell’amministrazione comunale. Le lezioni, complessivamente quattro per corso,

si terranno nella serata del mercoledì dalle 19 alle 22 ed avranno per argomento la preparazione di primi e secondi

piatti sia di pesce che di terra. Durante ogni serata verranno descritte ben sei ricette, equamente divise fra primi e secondi piatti, e i partecipanti potranno gustare

quanto da loro stessi preparato. La caratteristica di questi corsi è proprio la sperimentazione diretta e guidata delle

ricette di volta in volta proposte: i frequentanti cucineranno essi stessi quanto proposto sotto l’occhio

vigile ed attento del capo-cuoco professionista.Info: sezione soci, tel. 0558457093

San Giovanni V.no. Quattro serate in collaborazione con l’Associazione cuochi del Valdarno Superiore, per

questo corso che si terrà alla cucina comunale di palazzo Corboli. Il corso sarà preceduto da un incontro con il

responsabile del settore ortofrutta di Unicoop Firenze, Francesco Boncompagni, per conoscere l’impegno della

cooperativa sul controllo della filiera di produzione.Info: sezione soci, tel. 0559122406

Bagno a Ripoli. Quattro lezioni (20 e 27 ottobre, 3 e 10 novembre) per il corso di cucina creativa su antipasti e primi classici organizzato dalla sezione soci di Bagno a

Ripoli al circolo di Antella. Le lezioni sono tenute dal professor Alessandro Broccia.

Info: negozi Coop di Bagno a Ripoli, Antella e Grassinada lunedì 10 ottobre

Cascina. Distinguere i funghi buoni da quelli cattivi non è cosa da tutti: per imparare le caratteristiche fondamentali

dei funghi, e soprattutto come riconoscere le forme commestibili da quelle tossiche, la sezione soci organizza un corso di sei lezioni, della durata di due ore ciascuna, e

due escursioni. Le lezioni si terranno l’11, 13, 18, 20, 25 e 27 ottobre, al circolo Arci di Zambra, alle 21; le escursioni il 23

e 30 ottobre. Il costo è di 40 euro.Info: box informazioni Ipercoop Navacchio, negozi Coop di

Cascina, Casciavola, Calci e Uliveto Terme, entro l’8 ottobre

GLOSSARIO

FOTO M. D’AMATO

FOTO M. VITALI

Nella foto,

Giuliano Vannini,

direttore

amministrativo

dell'Unicoop

Firenze

Page 14: Inflazione a fette - coop Firenze

26 INFORMATORE INFORMATORE 27

BUONI E PASTI

M i chiedo come mai tra le con-venzioni riservate ai soci non

sono presenti quelle con i gestori dei buoni pasto. Lavoro vicino alla Coop di Cisanello (Pisa) e mi farebbe piace-re durante la pausa pranzo spendere i buoni pasto presso questa Coop.

Francesca Monteleone - Pisa

Le aziende che emettono i buoni pa-sto fino a qualche anno fa non hanno vo-luto stipulare accordi con la grande di-stribuzione, per mantenere rapporti pri-vilegiati con le piccole strutture di risto-razione, locali pubblici e piccoli esercizi. Ultimamente si sono avute delle apertu-re da parte di qualche ditta, però le prov-vigioni richieste sono addirittura esose e le condizioni di pagamento partico-larmente onerose. La cooperativa sta studiando a fondo il meccanismo per vedere quali opportunità sono possibi-li per quei numerosissimi soci che han-no i buoni pasto e vedono il loro valore e vantaggio oggi giorno diminuito.

SCONTO SOLO BABY

Vorrei segnalarvi che presso il su-permercato di Gavinana non è

calcolato lo sconto previsto sui prodot-ti Crescendo Coop. Il 14 giugno mi sono recata nel punto vendita ed ho acquista-to diversi prodotti (omogeneizzati, sal-viette ecc.) avendo rilevato su uno scaf-fale appunto la promozione. Verifican-do lo scontrino ho notato che da nessu-na parte veniva evidenziato lo sconto, ho pertanto chiesto spiegazioni alla cassie-ra che mi invitava a chiedere delucida-zioni al box informazioni. La signorina si è informata e mi ha risposto che l'unica cosa che poteva farmi era un buono pari allo sconto non praticatomi. Voglio pen-sare di essere stata la prima ad accor-germi di questa grave svista.

Stefania Salonia - Firenze

INFORMATORE COOP

v. S. Reparata 4350129 Firenze

Posta elettronica: informa@

coopfirenze.itFax 0554780766

La redazionesi riserva

di abbreviarele lettere, senza

naturalmente cambiarne il senso.

Le lettere non pubblicate sono

comunque all’attenzione

delle varie strutture Coop interessate.

A cura di Antonio Comerci

Lo sconto era sui prodotti della li-nea BABY CRESCENDO che individua i prodotti per l'igiene e per il corpo, men-tre pastine, salviette ed omogeneiz-zati hanno solo il logo Coop e la dizio-ne "crescendo". Le casse erano predi-sposte correttamente per lo sconto e il cartello era posizionato proprio sui pro-dotti a sconto. Può capitare però che il cliente non si accorga della differenza fra BABY CRESCENDO e CRESCENDO, ed è proprio quello che è successo al-la socia. Per questo motivo al box infor-mazioni hanno ritenuto giusto praticare ugualmente lo sconto in quanto la socia aveva comprato dei prodotti convinta di averne diritto. A seguito della contesta-

zione (la prima e la sola) al supermer-cato hanno ritenuto di togliere il cartel-lo dello sconto e di evidenziare l'offer-ta prodotto per prodotto. Insomma, si è cercato di comprendere l'equivoco e di evitarne altri.

STORIAE ORGOGLIO

I l nuovo Coop di via Carlo del Prete (Firenze) è una struttu-

ra moderna, funzionale e ben inse-rita nel quartiere nel quale si collo-ca. La nascita del nuovo Coop è in-dubbiamente importante dal punto di vista pratico e sociale. C'è un altro aspetto di positività: quello psicolo-gico e sociale. Infatti credo che mol-ti si sentano meno isolati, ossia me-no decentrati con un quartiere arric-chito di nuove forme architettoniche funzionali. Avviene così, anche per la presenza della chiesa, che si è creato un ambiente più vivibile e più simpa-

tico, paragonabile, quasi, ad un pic-colo complesso cittadino.

Giuliano Galigani - Firenze

Solitamente, quando si apre o si ri-struttura un punto vendita, non ricevia-mo lettere di soli elogi. Accanto ai com-plimenti c'è almeno una critica, un sug-gerimento, un'aspettativa tradita. Con il rifacimento completo e l'ampliamento del supermercato di via Carlo del Prete, invece, abbiamo ricevuto lettere di solo compiacimento, come questa del socio Galigani. Come mai?

Stiamo parlando del quartiere do-v'è sorto il primo moderno supermer-cato Coop a Firenze, nel 1965. Poi, ne-

gli ultimi anni, molti soci hanno pensa-to che con la realizzazione di grandi e moderni supermercati in quartieri vici-ni, a Le Piagge e in piazza Leopoldo, e dell'Ipercoop di Sesto, quello di via Car-lo del Prete sarebbe diventato margina-le e abbandonato a se stesso. Così non è stato e il gravoso impegno finanziario e progettuale ha sortito un bel risultato: far rinascere l'orgoglio dei soci.

DALLA PARTEDELLA PALOMBELLA

Trovo estremamente disdicevo-le che sul giornalino della Coop

(Informatore n° 5, maggio 2005, pag. 34) si inviti ad andare ad Orvieto per la contestata festa della palombella, che è un esempio di gratuita violenza sugli animali, mascherata da "tradizione". Pensavo che la Coop avesse a cuore il rispetto per tutta la natura, evidente-mente non è così.

Maria Elena Grano - E mail

Rispettiamo l'opinione della si-gnora. Nell'articolo c'è la descrizio-ne di un evento in cui l'autrice pren-de le parti proprio degli animali e de-scrive molto criticamente la festa fi-nendo con la frase "le sventure (per la palombella) non vengono mai so-le!". Infine, non vediamo come si pos-sa legare l'azione e la responsabilità della Coop ad un articolo che si riferi-sce a cose completamente estranee al mondo Coop.

DIFFERENTI IN COOP

V i scrivo per contestare le ultime pubblicità: "abbiamo i prezzi

uguali dappertutto".Avevo letto dell'offerta in vigore

dal 9 al 22 giugno sui meloni. Infatti al-la Coop di via Viareggio di Prato il prez-zo era di € 0,85/kg, mentre lo stesso giorno, alla Coop di via Strozzi di Prato,

prezzo scontato € 0,95/kg. Sono mol-to delusa, evidentemente il detto "la Coop sei tu" non mi riguarda.

Eliana Lorini - Vaiano (PO)

Quello di via Strozzi non è un su-permercato, ma un mini mercato con insegna inCoop. Negli inCoop i prezzi sono diversi dai supermercati per far fronte a costi che incidono di più per-ché (dato il poco spazio) vendono me-no. Però anche gli inCoop hanno, nel-la strategia generale di Unicoop Firen-ze, una funzione di calmiere nei picco-li centri e nei rioni delle città: un ruo-lo importante per soci e consumatori, seppure con un listino prezzi differente. Da qualche mese i "primi prezzi", cioè i prodotti con il prezzo più basso, sono uguali nei tre canali di vendita: iper, su-per e mini mercati. Insomma, ai prez-zi concorrenziali con i discount gli in-Coop associano il servizio e la qualità dei prodotti.

LETTERE

I FRATELLIDELLA COSTA

Vorrei sottoporvi questa mia esperienza negativa con il ne-

gozio Coop di Albinia (GR), dove que-st'anno abbiamo deciso di trascorrere le vacanze. Facendo la spesa mi sono accorto che i prezzi, a parità di prodot-to, sono molto discordanti, in manie-ra esorbitante. Non pretendo gli stessi prezzi, essendo un posto di mare, ma neppure dei prezzi da "bottegaio" da-to che è sempre un supermercato Coop, con all'interno del locale messaggi pubblicitari a mezzo radio che valoriz-zano i prezzi Coop.

Andrea Benvenuti - Firenze

I punti vendita Coop hanno un'uni-ca insegna ma sono gestiti da società cooperative differenti, che si sono uni-te per gestire il prodotto a marchio e per acquistare tutte insieme. Poi ciascuna deve fare il proprio bilancio a fine an-no e i conti devono tornare. Unicoop Fi-renze, che opera in grandi aree metro-politane, con punti vendita efficienti e frequentati tutto l'anno, può effettuare prezzi più bassi perché i propri costi in-cidono meno grazie ad un grande volu-me di vendite e a un confronto sempre serrato con la concorrenza, confronto che l'ha portata ad una grande efficien-za gestionale. La Coop che gestisce pic-coli punti di vendita nella zona di Orbe-tello (alla quale si riferisce il socio) è co-stretta a fare prezzi più alti per far qua-drare i conti. Comunque, se è vero che su certi prodotti ci sono differenze sen-sibili, su altri di più largo consumo (pa-sta, olio, carne, ecc.) le differenze sono minime e comunque necessarie per far vivere la cooperativa... anche quando i turisti non ci sono più.

DIFENSOREDI PISA

Mi corre l'obbligo, come pisa-no prima e come lettore del-

l'Informatore poi, di intervenire breve-mente per correggere alcune notevoli imprecisioni riportate nell'articolo "Di là del fiume" del giugno 2005. Nell'ar-ticolo citato si fa infatti risalire l'origi-ne dell'attuale Gioco del ponte al perio-do storico di Pisa repubblica marinara. In realtà le prime notizie certe dell'at-tuale Gioco del ponte risalgono all'an-

no 1568 e quindi quasi ben cinque se-coli dopo quel periodo. Ben altra cosa è invece il precedente Gioco del maz-zascudo, le cui testimonianze si rifan-no al XII secolo. In ogni caso stabili-re una continuità storica tra i due gio-chi è puramente arbitrario essendone ancora oggetto di discussione degli storici. Purtroppo devo prendere at-to che chi scrive su codesto periodi-co, certamente apprezzabile per mol-ti altri aspetti, è sempre troppo impe-gnato nel tessere le lodi di quella città (ahinoi pisani!) capoluogo di regione, per potersi documentare con serietà sul presente e sul passato di una città come Pisa che mai si è voluta piegare

e mai si piegherà all'arroganza e alla presunzione di Firenze.

Nicola Pasquariello - Pisa

Ringraziamo della precisazione che arricchisce l'informazione data ai nostri lettori. "Al di là del fiume" è la breve se-gnalazione di un evento. Per queste no-tizie, visto lo spazio risicato, non possia-mo certo fare una ricerca storica, ma ci basiamo sulle informazioni che ci ven-gono date dagli organizzatori, in questo caso dal Comune di Pisa. Le stesse co-se pubblicate dall'Informatore, infatti, si possono leggere sul sito ufficiale di Pisa, www.comune.pisa.it. Evidentemente anche a Pisa ci sono gli arroganti e pre-suntuosi fiorentini che si infiltrano dap-pertutto... Il pregiudizio ha giocato un brutto scherzo al signor Pasquariello... Per quanto ci riguarda vorremmo esse-re equilibrati nell'informazione, con fon-ti d'informazione autorevoli. Al di là del-le residenze di ciascuno di noi.

LETTERE

Page 15: Inflazione a fette - coop Firenze

28 INFORMATORE INFORMATORE 29

dotto, da 10 a 17 euro, a seconda dei concerti e dei posti.

Info e prenotazioni: Amici della Musica tel. 055607440; prevendita biglietti presso il Teatro della Pergola, tel. 05522641. Sul web: www.amicimusica.fi.it.

SEMIRAMIDE A PISA

È "Semiramide", melodramma tragico in due atti di Gaetano

Rossi e musiche di Gioacchino Rossi-ni, ad inaugurare la stagione lirica del Teatro di Pisa (1 e 2 ottobre). Partitura maestosa, di altissima intensità dram-matica e ricca di virtuosismi, "Semira-mide" fu accolta con grandissimo en-tusiasmo alla prima veneziana (Teatro La Fenice, 3 febbraio 1823).

Pisa apre poi le celebrazioni del 250° anniversario della nascita di Mo-zart (1756) con una nuova produzione di "Don Giovanni" (a novembre).

E a novembre va in scena anche "Curlew River", di Benjamin Britten, opera drammatica destinata ai luoghi di culto, interpretata da cast di soli uo-mini anche per le parti femminili.

La stagione lirica prosegue a gen-naio con "La forza del destino", di Giu-seppe Verdi, e si conclude a febbraio con "I quattro rusteghi", di Ermanno Wolf-Ferrari.

A novembre inizia anche la stagio-ne di prosa, e a gennaio quella di danza. Per tutti e tre i cartelloni biglietti e abbo-namenti in convenzione per i soci.

Teatro di Pisa, via Palestro 40, Pisa, tel. 050941111; www.teatrodipisa.pi.it.

MUSICAL AL VERDIAnche il Teatro Verdi di Firenze ria-

pre il sipario a metà ottobre. Il 19 de-butta il musical "Gianburrasca", libero adattamento teatrale de "Il Giornalino di Gian Burrasca" di Luigi Bertelli (Vam-ba). Sul palco Marco Morandi, mentre le musiche sono di Nino Rota e i testi delle canzoni di Lina Wertmüller.

All'insegna del musical anche lo spettacolo della settimana successiva: il 25 arriva la Compagnia della Rancia con "Grease", con le coreografie di Fran-co Miseria e la regia di Saverio Marconi.

Il Teatro Verdi è in via Ghibellina 99, tel. 055212320 - 2396242; www.teatroverdifirenze.it.

"Primo Conti di Firenze, na-to col secolo, fu pittore pri-ma ancora d'essere uo-

mo": comincia con queste parole un testo che Giovanni Papini, nel 1947, dedicava a Primo Conti. E in effetti l'artista, nato a Firenze il 16 ottobre del 1900, a soli undici anni dipinge il suo primo quadro, un autoritrat-

to su cartoncino; e a tredici compo-ne l'opera musicale "Romanza per violino e pianoforte".

Qualche anno dopo, nel 1917, Conti costituirà, insieme ad altri, il gruppo futurista fiorentino, ed en-trerà poi in contatto con i maggiori esponenti delle avanguardie stori-che, fra cui Picasso. Collaborerà an-che, dal 1935 al 1939, al Maggio Mu-sicale Fiorentino con scenografie, bozzetti e costumi; e nel 1941 sarà titolare della cattedra di pittura al-

l'Accademia di Belle Arti di Firenze.Una lunga vita tra pittura, dise-

gno, musica, letteratura, ma anche vocazione religiosa, con la crisi mi-stica che dal 1948 al 1963 lo fa en-trare nell'Ordine Francescano, cri-si di cui risentirà anche il suo lavo-ro. Morirà a Fiesole il 12 novembre 1988. Lo studio, la promozione e la diffusione del patrimonio artistico e letterario legato a Primo Conti so-no gli obiettivi della Fondazione a lui intitolata, che ha sede nella quattro-centesca Villa Le Coste a Fiesole, per molti anni abitazione privata di Con-ti. Acquistata nel 1945, la villa - gra-

zie alla donazione della famiglia Conti - è divenuta sede della Fonda-zione istituita nel 1980 come Centro di documentazione e ricerche sul-le avanguardie storiche, realizzan-do il sogno a lungo coltivato da Pri-mo Conti "di conservare il ricordo e la testimonianza dei più importan-ti movimenti novatori del Novecen-to", ripercorrendo, attraverso le sue opere (63 dipinti e 163 disegni), lo sviluppo delle vicende artistiche in Italia e in Europa.

Nell'archivio del museo sono conservati, tra gli altri, i ricchissi-mi archivi personali di Papini, Con-ti, Pavolini, Carocci, Contri, Meria-no, Ferrero, Viani, Pea, Samminia-telli, Balilla Pratella, e un ricco fon-do librario sul futurismo composto per lo più da prime edizioni. Un pa-trimonio di più di centomila docu-menti fra lettere, manoscritti, dise-gni e foto d'epoca.

EVENTI

EVENTI

ARRIVA IL CESTELLO

Anche il cartellone del Teatro di Cestello di Firenze entra a far

parte delle convenzioni per i soci. Una produzione - quella della Compagnia teatrale stabile Il Cenacolo dei Giovani, che gestisce il teatro - che ha ricevuto premi e riconoscimenti in tutta Italia.

Quest'anno il Teatro di Cestello ri-propone la formula intitolata "Ritrova-re Firenze", un percorso storico sulla teatralità di 'penna' toscana che si è sviluppata dal 1500 fino ai giorni no-stri. La stagione inizia con la classica

"Mandragola" di Niccolò Machiavelli (19, 20, 25, 26 novembre e 3, 4, 8, 10, 11 di-cembre) per continuare con lo spetta-colo che sarà in scena durante le fe-ste di Natale, "La Locandiera" di Car-lo Goldoni, inserita in questo percor-so grazie all'ambientazione fiorentina (26, 31 dicembre e 1°, 6, 7, 8, 14, 15, 21, 22 gennaio).

Poi un grande ritorno sulle sce-

ne fiorentine con "Le 99 disgrazie di Stenterello" (a febbraio 2006). A chiu-dere "L'Ascensione", di Augusto No-velli, che si sviluppa intorno alla Fe-sta del Grillo tanto cara ai fiorentini (marzo), e il famosissimo "Le sorelle Materassi" di Oreste Pelagatti (apri-le e maggio).

Prosegue poi, di venerdì e con ca-denza mensile, la collaborazione con i Teatri Possibili di Milano e spazio sarà lasciato alla nuova drammaturgia fio-rentina, comica e non.

Per i soci ingresso a 9,00 € invece di 10,00 €. Teatro di Cestello, piazza di Cestello 4, Firenze, tel. 055294609; www.teatrodicestello.tbo.it.

A cura di Edi Ferrari

Primo per l’arteAlla scoperta del

futurismo e degli

altri movimenti del

'900, in quella che fu

la casa del grande

artista fiorentino

MUSEO PRIMO CONTI

FONDAZIONE PRIMO CONTI

Villa le Costevia Dupré 18

a Fiesole; parcheggio

pubblico in via Dupré di fronte

al Teatro Romano. Info e prenotazioni presso le Agenzie Toscana Turismo

(Argonauta Viaggi).

Argonauta Viaggi, lungarno Torrigiani 33 a/b, Firenze, tel. 055 2342777

I soci possono scoprire l'ope-ra di Primo Conti attraverso due di-verse iniziative a loro dedicate: le vi-site guidate al museo e all'archivio (il 16, 23 e 30 ottobre alle 10.30; co-sto 8,00 €; minimo 25, max 40 par-tecipanti); e le Merende futuriste, nelle quali uno spettacolo interat-tivo - che si conclude appunto con una merenda - guiderà i visitatori alla conoscenza delle avanguardie storiche (il 15, 22 e 29 ottobre alle 15.30; costo 6,50 €; minimo 40, max 60 partecipanti).

FIRENZETUTTO SUGLI ASTRI

A ottobre vengono riproposte ai soci, grandi e piccoli, le

visite guidate al Planetario di Firen-ze, in compagnia degli astronomi del-l'Osservatorio Astrofisico di Arcetri.

Il planetario è un di-spositivo composto da una cupola di forma sfe-rica e da un proiettore, in grado di simulare i feno-meni astronomici. La cu-pola del Planetario di Fi-renze ha un diametro di 8 metri, possono esser-vi proiettati fino a 6 mi-la astri e possono esse-re effettuate, fra l'altro, le varie sequenze di raf-figurazione del sole (dal-l'aurora al crepuscolo), delle fasi lunari e dei pia-neti, sia dell'emisfero bo-reale che australe.

L'appuntamento per le visite guida-te è all'ingresso del Planetario, presso la Fondazione Scienza e Tecnica, in via Giusti 29 a Firenze, che insieme con l'Istituto e Museo di Storia della Scien-za e l'Osservatorio Astrofisico di Arce-tri lo ha realizzato e ne gestisce le atti-vità. Le visite costano 5,00 € (per i mi-nori di 19 anni 4,00 €). Le date previste sono: il 16 ottobre, ore 15.30 e 17, fami-glie con bambini; il 20 ottobre, ore 17.30 e 21, adulti; il 23 ottobre, ore 15.30 e 17, famiglie con bambini; il 27 ottobre, ore 17.30 e 21, adulti; il 30 ottobre, ore 15.30 e 17, famiglie con bambini.

Info e prenotazioni presso le Agenzie Toscana Turismo (Argonauta Viaggi).

TEATRI CONVENZIONATI

AMICI DELLA MUSICAOMAGGIO A MOZARTSul palco della Pergola alcuni dei più grandi concertisti internazionali, da Julia Fischer ad Evelyn Glennie

Prende il via ad ottobre la sta-gione concertistica degli Ami-

ci della Musica di Firenze, un cartello-ne che vede sfilare alcuni dei più bei nomi del firmamento concertistico in-ternazionale.

Del parterre dei grandi violinisti fa parte la ventiduenne applauditissima Julia Fischer, che affronta - nel concer-to inaugurale della stagione - il Concer-to per violino di Brahms assieme all'Or-chestra Sinfonica della Radio di Berlino diretta dal celebre Marek Janowsky, impegnati da soli in un capolavoro co-me la Sinfonia n. 4 di Schumann (8 ot-tobre). Grande interprete anche Vik-toria Mullova, presente con il rinoma-to Giardino Armonico ed il flautista-di-rettore Giovanni Antonini per un florile-gio barocco nel nome di Händel e Vival-di (15 ottobre).

Per quanto riguarda i pianisti ci sono fra gli altri Arcadi Volodos, con un programma virtuosistico fra Schu-mann, Prokof'ev e Liszt (9 ottobre); Pierre-Laurent Aimard, con Schumann ed un'ampia scelta di autori del Nove-cento e contemporanei (29 ottobre). Dedicato al solo pianoforte è pure il re-cital di Jin Ju, con Debussy e Chopin (22 ottobre). Fra i grandi nomi anche quel-lo di Evelyn Glennie, virtuosa delle per-cussioni (16 ottobre).

Ad occupare un posto particola-re nella programmazione è l'omaggio a Mozart, nel 250° della nascita, reso attraverso noti capolavori concertisti-ci ma anche con tante curiosità di ra-ra esecuzione: questo mese il Quartet-to Juilliard con il celebre Heinz Holliger (30 ottobre).

Ad animare il cartellone ci sono an-che vari gruppi cameristici, il 17 ottobre è di scena il Quartetto Kronos.

Concerti al Teatro della Pergola di Firenze. Per i soci biglietti a prezzo ri-

Page 16: Inflazione a fette - coop Firenze

30 INFORMATORE INFORMATORE 31

TOSCANANella capitale del Rinascimento uno dei più celebri delitti casalinghi accadde proprio nella famiglia più in vista della città, i Medici. La notte della Befana del 1537 tal Lorenzo de' Medici soprannominato Lorenzino per la sua gracilità - che, cognome a parte, niente aveva a che vedere con

"il Magnifico", ma era nato dal ramo povero della famiglia, i Popolani -, passò alla storia come Lorenzaccio per avere assassinato suo cugino il duca Alessandro de' Medici. Uccise,

cioè, nientemeno che il nuovo tiran-no della città, nonché figlio illegitti-mo di papa Clemente VII, che lo ave-va fatto diventare signore di Firenze distruggendo con l'aiuto dei france-si la repubblica istituita dopo la cac-ciata dei primi Medici.

Il fatto è che il pontefice stes-so era un bastardo, nel senso di fi-glio illegittimo, nato nel 1478 da

"una donna libera", pare Fioretta del Cittadino, e da Giuliano de' Medi-ci, proprio quello assassinato nel-la congiura dei Pazzi. Chiaro, quin-di, che Clemente VII facesse il tifo per i Medici. Non potendo presenta-re come proprio figlio il suo bastar-do Alessandro, un giovanotto con la pelle scura e i capelli crespi tan-to che si diceva fosse mulatto, face-va dire in giro che era figlio natura-

le di Lorenzo duca d'Urbino il qua-le, a sua volta, non poteva replicare, essendo defunto nel 1519. Insom-ma, bastardo il duchino, bastardo il padre ma pur sempre Papa, co-munque di un Medici si trattava e poteva, quindi, riprendere posses-so del bel palazzo in via Larga, og-gi via Cavour.

Tutte queste documentatissi-me e gustose notizie si trovano nel bel libro di Stefano Sieni "I segre-ti di Firenze" (Edizione Le Lettere), che traccia una per molti versi nuo-va e insospettabile storia della cit-tà gigliata.

L'assassinio del duca Alessandro da parte del cugino Lorenzo suscitò

non poco stu-pore e non so-lo per l'enor-mità dell'atto, ma per quel-lo che un in-vestigatore di oggi chiame-rebbe il mo-vente. I due, infatti, erano stati proprio fino a quel-la notte ami-cissimi, anzi due "vitelloni" che dilapida-vano tempo e denaro in bi-

sbocce e "zingarate". «Alessandro - scrive Stefano Sieni nel suo libro - è stato descritto in molte manie-re. Una cosa è certa. Era grossola-no e violento e si circondava di gen-te della sua razza, pronta a seguir-lo negli schiamazzi notturni e nelle incursioni erotiche. Magari in qual-che convento». Fedele compagno in queste imprese gli era, appunto, Lo-renzino, uno che da solo, nel proe-mio di una sua commedia, si chia-mò "un omiciatto".

Ebbene, la sera del 5 gennaio 1537 Lorenzino attirò l'amico in una trappola. Con la scusa di procurar-gli un convegno amoroso, da una porta segreta lo fece entrare in casa sua e accomodare nella camera da letto. Lorenzino abitava in una casa in via Larga, proprio accanto a Pa-

lazzo Medici da cui era separata da una stretta stradina. Questa viuzza, dopo la notte del delitto, fu ribattez-zata dai fiorentini non a caso via del Traditore e scomparve nel Seicen-to quando la famiglia Riccardi, che aveva acquistato il Palazzo di Mi-chelozzo, ci costruì sopra le scude-rie. Che in fondo tali sono rimaste, visto che oggi, invece dei cavalli e delle carrozze, ci sono parcheggia-te le auto blu della Prefettura.

Quella notte di quasi cinquecen-to anni fa, Lorenzino aspettò che il suo riccioluto cugino si abbando-nasse alle lusinghe muliebri per sor-prenderlo con l'appoggio di un sica-rio, un robusto mugellano sopran-nominato Scoroncolo. Fu proprio l'"omiciatto" a colpire per primo con uno stocco. Il duca reagì disperato e con un morso quasi staccò un di-to all'amico traditore, che tentava di tappargli la bocca. Dovette interve-nire Scoroncolo, che finì la vittima a colpi di coltellaccio sul viso e sul-la gola. La ricostruzione dell'omici-dio, anche in assenza del Ris di Par-ma, risultò precisa: quando nell'Ot-tocento il sepolcro di Alessandro fu riaperto, si notavano sul teschio ben visibili i segni delle ferite.

Commesso il delitto, Lorenzino diventato Lorenzaccio, subito sco-perto, fuggì, riparando prima a Bo-logna e poi a Venezia, dove si sentì al sicuro e dove si ricongiunse a un altro dei congiurati, Filippo Stroz-zi, con il quale tentò di ricompatta-re l'opposizione repubblicana. Ma invano, giacché nell'estate del 1537 l'esercito mediceo sbaragliò defini-tivamente le forze messe insieme dai fuoriusciti.

Lorenzaccio in quegli anni di latitanza aveva tentato di costruire un nobile movente per il suo delitto, spiegandolo in un'Apologia scritta qualche tempo dopo come un tiran-nicidio, necessario per ripristinare il regime repubblicano. Insomma, l'"omiciatto" tentò di accreditarsi come un nuovo Bruto che, ucciden-do Cesare, aveva tentato di salva-re le libertà repubblicane. Un'argo-mentazione che, probabilmente, in un moderno tribunale non avrebbe retto, visto gli assai poco nobili tra-

scorsi di Lorenzaccio assieme al-la sua vittima. Oggi, probabilmen-te, l'assassino sarebbe stato sotto-posto anche a una perizia psichia-trica, dato che al suo gesto, dettato da un intreccio di motivi, certo non fu estraneo anche uno psicopatico spirito di rivalsa lungamente cova-to. Nel Cinquecento di queste caute-le giudiziarie non ci fu bisogno: la memoria dei Medici non si anneb-biò con il tempo e dieci anni dopo il delitto i sicari inviati da Cosimo I uc-cisero Lorenzaccio a Venezia.

PALAZZO MEDICI RICCARDILA STORIA DEL CUBONel 1445 Cosimo de’ Medici, det-

to il Vecchio, avviò la costruzione del-la propria residenza su via Larga al-l’angolo con via de’ Gori, commissio-nandola all’architetto Michelozzo di Bartolomeo. Realizzato in una deci-na d’anni, Palazzo Medici si presenta-va come una novità nel panorama ur-banistico fiorentino. Rispetto all’edi-ficio odierno, ampliato nel Seicen-to, appariva come una sorta di cubo austero ed elegante al tempo stesso.

Dopo un periodo di incuria, nel 1659 fu venduto a Gabbriello Riccardi, marchese di Chianni e maggiordomo maggiore alla cor-te granducale, che lo acquistò, in-sieme a tre fabbricati adiacenti. I Riccardi ampliarono l’edificio ver-so nord, con interventi di gusto ba-rocco soprattutto all’interno. Nel 1814 i Riccardi vendettero il palaz-zo ai Lorena, granduchi di Toscana. I locali di Palazzo Medici Riccardi, ormai di proprietà demaniale, fu-rono adibiti a sede di uffici ammi-nistrativi con ingenti lavori di ri-strutturazione.

Dopo l’Unità d’Italia, fra il 1865 e il 1870, con Firenze capitale, il pa-lazzo divenne la sede del ministe-ro degli Interni. Nel 1874 l’edificio fu acquistato dalla Provincia di Fi-renze, che ne è tuttora proprieta-ria. Palazzo Medici Riccardi fa par-te del circuito dei grandi musei fio-rentini: conserva molte opere, tra cui la celebre “Cavalcata dei Magi” di Benozzo Gozzoli. Superbo anche il cortile quattrocentesco, opera di Michelozzo. ■

QUEI DIAVOLI DEI TURCHINel 1534, lungo l'importante via Regia (l'attuale Viareggio), fu deciso di costruire una torre - Torre Matilda - per sorvegliare la costa da eventuali incursioni di pirati turchi che all'epoca scorrazzavano per i mari della Toscana. I lavori terminarono nel 1541, e per un po' la torre assolse in pieno alla sua funzione di guardiana della zona. Ma una ventina d'anni dopo, era il 1565, da due imbarcazioni turche sbarcarono un'ottantina di pirati armati: evitarono la torre ben difesa, raggiunsero Massarosa e rapirono quarantadue abitanti fra uomini, donne e bambini. Fu una delle più grosse tragedie dell'epoca in quella zona. La torre in seguito fu al centro di altri fatti - alcuni curiosi, altri tragici - fino a quando, nel 1825, venne trasformata in un carcere che fu chiuso solo nel 1944.

I pirati turchi continuarono a terrorizzare le coste della Toscana tanto da essere soprannominati "diavoli neri": ma il loro tempo volgeva alla fine. All'epoca regnava in Toscana il Granduca Ferdinando I de' Medici, secondogenito di Cosimo I, il quale rinunciò alla dignità cardinalizia dopo la morte del fratello Francesco I che gli apriva la successione. Egli, oltre ad ampliare il porto di Livorno, dotandolo dello statuto di porto franco, creò una potente marina da guerra sconfiggendo i temuti pirati turchi (i mori). Chi meglio di lui, che era stato cardinale, poteva sconfiggere i terribili diavoli neri? I turchi così sparirono, ma non Torre Matilda, che ancora oggi sorge nel centro storico della città. Nel XVII secolo la torre fu rialzata di un piano, poi demolito nel 1947. Attualmente viene utilizzata per l'allestimento di mostre d'arte.Per saperne di più: Luigi Pruneti, La Toscana dei misteri, Le Lettere

Delitto fatto in casaOmicidio tra cugini

nella Firenze del

Cinquecento

LORENZACCIO DE’ MEDICI

Se una ragazzina con il fidan-zatino fa fuori mamma e fra-tellino, o il nipote del piano di

sopra elimina gli zii e poi li fa a pez-zi, siamo pronti a esclamare: «Ma dove siamo arrivati?». Invece non è che il delitto in famiglia sia proprio una novità dei nostri tempi. Anzi, a ripensarci, il primo omicidio di cui si ha notizia, l'uccisione di Abele da parte di Caino, fu una faccenda tra fratelli e già quella volta il tentativo dell'assassino di farla franca fu deci-samente goffo, visto che in giro per il mondo non c'erano altri cui inviare

una comunicazione giudiziaria.Non poteva andare diversa-

mente nella Firenze del Cinque-cento, teatro di omicidi di ogni ge-nere, che uno Stephen King del-l'epoca in cerca di ispirazione per un best seller si sarebbe tro-vato nell'imbarazzo della scelta.

di Mario Spezi

TOSC

ANA

VERSILIA IN GIALLOOrmai è un dato acquisito nella geografia del giallo e del noir italiano: ci sono i milanesi, gli emiliani, i siciliani e i

sardi, ma da un po' di tempo ci sono anche i toscani. Autori, cioè, «capaci di riportare sulla pagina la specificità

della loro terra con toni e modalità di grande effetto», come scrive Valerio Varesi nell'introduzione a "V" (Marco Del Bucchia Editore, pagg. 153, € 10), nuova antologia di

ambientazione versiliese-viareggina, che raccoglie i lavori dei più noti esponenti di quella che ormai è definita

"la scuola toscana".Amore e morte in Versilia sono raccontati da Nino Filastò, Giampaolo Simi, Mario Spezi, Riccardo Parigi & Massimo

Sozzi, Rossella Martina, Daniele Nepi, Graziano Braschi, Divier Nelli e Leonardo Gori.

Protagonisti dei racconti, più dei personaggi messi in scena, sono la passeggiata viareggina, le colline che

contornano la Versilia, il mare, la cucina locale e un passato che ha fatto di quel tratto di costa anche un

luogo letterario.

IL DIAVOLO IN TOSCANA. Testo e foto di Stefano Giraldi

LE VIE DEL GIALLO LE VIE DEL GIALLO

PalazzoMedici RiccardiVia Cavour 1,FirenzeOrario 9-19,chiuso il mercoledìBiglietto 4 euro, ridotto 2,50.Visite su prenotazioneTel. 0552760340

IL LIBRO

Page 17: Inflazione a fette - coop Firenze

32 INFORMATORE INFORMATORE 33

VARIAANIMALITÀ

VARI

AANI

MAL

ITÀ La più audace ci viene incontro

non appena ci avviciniamo al recinto. È incuriosita soprat-

tutto da me, per lei sono una novità. Mi annusa meticolosamente, e alla fine dell'esame mi stampa un gran bel bacio sulla guancia, con since-ro ed umido affetto.

«Le sei piaciuta», mi dice Giusep-pe Pietracito, uno che di mucche se ne intende. Insieme ad altri soci ge-stisce una cooperativa agricola a Borgo San Lorenzo, nel Mugello. Qui tutto è biologico, anche le stalle, do-

ve vivono 160 mucche di razza Friso-na. Sono appena state munte - ope-razione che si ripete due volte nel-l'arco della giornata - e adesso fan-no uno spuntino, mentre una doccia le bagna spruzzando acqua leggera, nebulizzata. «Se c'è una cosa che le mucche non tollerano assolutamen-te è il caldo eccessivo - spiega Pietra-cito, che è anche il presidente del-l'Associazione provinciale allevato-ri di Firenze -. Possono sopportare senza problemi temperature mol-to rigide, ma quando il termometro

supera i 26 gradi diventano insoffe-renti. Per questo abbiamo predispo-sto docce e ventilatori». Poco più in là una mucca particolarmente golo-sa si gusta la sua razione di sali mi-nerali, una specie di gigantesco lec-ca-lecca che sembra piacerle mol-to. Qualcuna si riposa, qualcun'al-tra è già fuori, in attesa di tornare a pascolare nel grande prato dove, d'estate, trascorrono la notte.

Entriamo nel recinto, le mucche

ci circondano. Ma non c'è da aver paura. «Sono gli animali più dolci e mansueti che si possa immaginare - dice Pietracito -. Sono molto curio-se, per questo si avvicinano».

Ogni anno l'azienda viene visita-ta da centinaia di bambini. Molti di loro non hanno mai visto una mucca

da vicino e rimangono impressiona-ti dalla loro mole. "La mucca è gras-sa", scrive Matteo, e sembra la cosa che lo ha colpito di più.

DALLE STALLE AL BRIKSono circa duemila le mucche

da latte nella provincia di Firenze, molte sono di stanza nel Mugello, terra dalla quale ogni giorno parto-no circa 400 quintali di latte. Si tratta per lo più di piccole aziende, soprat-tutto nell'Alto Mugello - Firenzuo-la, Barberino, Palazzuolo sul Senio, dove gli allevamenti raramente su-perano i 50 capi in lattazione in zo-ne di montagna difficili da raggiun-gere. Ma i camion della Mukki arri-vano anche da loro.

«Più della metà dei nostri forni-tori, che sono prevalentemente to-scani, si trovano in Mugello - spie-ga Franco Cervelin, presidente del-la Mukki, la centrale del latte di Fi-renze, Pistoia e Livorno, fondata 51 anni fa da Giorgio La Pira e recen-temente trasferitasi dalla storica sede di viale Corsica, smantellata per lasciare il posto all'alta veloci-

tà, nel modernissimo stabilimento di via dell'Olmatello -. Raccoglie-re e trasportare latte da zone disa-giate ha dei costi maggiori ma ab-biamo fatto una scelta: creare una filiera interamente toscana privi-legiando il rapporto con il territo-rio sul quale operiamo, anche se

questo significa spendere di più».Naturalmente il Mugello non è

fatto solo di piccole aziende, ma per molte famiglie questa è l'unica op-portunità per non abbandonare una terra dove non si potrebbe campare con nessun altro mestiere.

«Abbiamo una rete di distribu-zione capillare - continua Cervelin

- che rifornisce dai grandi super-mercati alle latterie di paese». Tut-to il latte fresco intero commercia-lizzato da Mukki è certificato "alta qualità", rispetta cioè una serie di re-quisiti, anche nutrizionali, control-lati dalla Asl ogni 15 giorni. Il latte Mukki Mugello ha una "marcia" in più, anche in termini di gusto. C'è poi il latte biologico, che sta conqui-stando sempre maggiori consensi. Anche se, incredibilmente, il latte a lunga conservazione continua ad es-sere quello più venduto.

TOSCANE DI RAZZASono sei le razze toscane iscritte

nel registro anagrafico delle popo-lazioni bovine. La più famosa è senza dubbio la chianina, fino a vent'an-

ni fa a rischio di estinzione, adesso "promossa" al rango di "razza a ridot-ta consistenza numerica". Conosciu-ta come il gigante bianco è la razza bovina più grande al mondo, i ma-schi possono raggiungere i due me-tri di altezza al garrese e i 17 quin-tali di peso.

Maestosa, le grandi corna a li-ra, la vacca maremmana è stata classificata dall'Arsia, l'agenzia re-gionale per lo sviluppo agricolo e forestale della Toscana, tra le raz-ze "semireliquia", a forte rischio di estinzione. Il suo "problema" è che vive bene solo allo stato brado, in grandi spazi, il che spiega anche la sopravvivenza di una figura in-sostituibile come il buttero, che in sella al suo cavallo segue e guida le mandrie. Butteri e vacche marem-mane si possono ancora incontra-re ad Alberese, nel parco regiona-le della Maremma.

Chi non se la passa troppo bene è la vacca pontremolese, la raz-za bovina italiana con il minor nu-mero di esemplari, tutti concentra-ti presso tre allevamenti in Garfa-

di Silvia Ferretti

Tornano i pascoli nel

territorio toscano, tra

industria e tradizione.

E il latte diventa

prodotto tipico

MUCCHE D'ARTISTACi sarà la chianina di collina, e accanto a lei altre mucche,

una settantina in tutto, a colorare gli angoli più belli di Firenze. Arriva in città l'allegra mandria di Cow parade, la

mostra d'arte contemporanea all'aria aperta nata sei anni fa a Zurigo e per la prima volta ospitata in Italia, dal 22 ottobre

al 20 gennaio 2006. Le mucche - sculture in vetroresina a grandezza naturale - sono state dipinte da vari artisti, che le

hanno interpretate alla loro maniera, utilizzandole come delle vere e proprie tele tridimensionali. La sovrintendenza

ha dato l'ok, le mucche sosteranno nelle piazze storiche del centro - Santissima Annunziata, Repubblica, davanti al

Duomo e in piazza Signoria, si affacceranno dalle spallette del Ponte Vecchio e vigileranno sulla città dall'alto del piazzale Michelangelo. Saranno poi battute all'asta da

Sotheby's, quanto raccolto verrà in parte donato all'ospedale pediatrico Meyer. Anche i più piccoli avranno il loro momento

di gloria con la Baby cow parade: dieci statue di vitellini, dipinte da artisti come Altan, troveranno posto in piazza Ghiberti. Per loro niente asta: a fine mostra andranno a

rallegrare i nuovi padiglioni del Meyer.

gnana. Razza reliquia, sono solo 45 i capi contati nell'ultimo censimen-to (da www.agraria.org): erano 15 mila nel 1940, 5 mila 700 nel 1960. Forte e robusta, veniva utilizzata sulle Alpi Apuane per trasportare i blocchi di marmo dalle montagne al porto di Carrara, dove i blocchi venivano imbarcati.

Altre tre razze - tutte e tre reli-quie, a fortissimo rischio di estin-zione - chiudono la "galleria" delle vacche toscane. Nelle province di Firenze e Prato pascola la calvana (250 i capi censiti), una chianina in miniatura (si fa per dire) origina-ria dei monti della Calvana, dove è possibile, ancora oggi, avvistare qualche piccola mandria allo stato brado. Respira aria di mare la muc-ca pisana, originaria delle zone tra Pisa e Livorno (oggi ci sono alleva-menti anche a Siena). È dotata di un forte istinto materno, tanto da me-ritare l'appellativo di "balia per ec-cellenza". Ad altitudini decisamen-te più elevate si trova la garfagni-na, i suoi allevamenti sono in Gar-fagnana, Lunigiana e Lucchesia. ■

La miss del pio bove

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34 INFORMATORE INFORMATORE 35

NOVECENTO NOVECENTO

STORIAIl decennio fu, per la Toscana, gui-dato con continuità dal 1983 al 1990 da Gianfranco Bartolini co-

me presidente della Regione; quan-to invece ai primi cittadini di Firen-ze, questo periodo registra un susse-guirsi di sindaci e anche una trage-dia. Nel marzo del 1983 diventa sin-daco lo scrittore Alessandro Bon-santi. Precisamente un anno dopo è eletto il repubblicano Lando Con-ti, che il 10 febbraio 1986, quando ha già lasciato la sua carica, sarà assassinato dalle Brigate Rosse. Gli succede il musicologo Massimo Bo-gianckino, che nell'89 è sostituito da Giorgio Morales. Una vera ridda di primi cittadini, a dire la non stabile situazione amministrativa della città che tuttavia registra alcuni eccezio-nali eventi. Nel 1986 Firenze è eletta

"Capitale Europea della Cultura". Nel medesimo anno visita la città il pon-tefice Giovanni Paolo II, che nell'oc-casione sosta a lungo - significato che non sfugge agli attenti fiorentini

- sulla tomba di Galilei, in vita perse-guitato dall'Inquisizione. Nel discor-so di saluto che il poeta Mario Luzi dedicò al Pontefice, vi furono queste

parole che la città non ha dimentica-to: «L'uomo. Si imparò qui a Firenze a dire questa parola con particola-re intenzione. Penso che in ciò che resta ancora da dire, la cultura fio-rentina pensi più all'uomo come nu-da creatura che al mitico esemplare umano del Rinascimento».

Fra gli eventi artistici più insi-gni, il decennio si apre con la tetra-

LE RICETTE

logia wagneriana al Comunale, an-ticipando quello che sarà più tardi il Maggio Musicale di Luciano Berio, mentre dall'86 responsabile artisti-co diviene il maestro Zubin Mehta.

Poiché la cronaca mescola sacro e profano, bisogna anche ricordare che fu questo il decennio in cui più volte e fittamente compì le sue gesta assassine il "mostro di Firenze": un delitto nel giugno dell'81 a Scandic-

ci, nell'ottobre dello stesso anno un altro a Calenzano; nell'82 presso Montespertoli, nell'84 a Vicchio di Mugello, e il 7 settembre dell'85 agli Scopeti; catena di delitti che lascia-rono la città interdetta e stravolta.

PRIMO IL TERZIARIOMa la Toscana e Firenze sono an-

che in qualche modo misurabili in

questo decennio da qualche signi-ficativa cifra riassuntiva. Già il cen-simento del 1981 indicava la Tosca-na come una delle regioni economi-camente più sviluppate: scesa l'agri-coltura al 6,7% (nel decennio pre-cedente si era al 12%), giganteggia

il terziario con il 49,6% degli addet-ti. A livello regionale la Toscana pri-meggia ora nelle industrie del mar-mo, della lana, nella pelletteria, nel-la concia, e si attesta su ottime posi-zioni nelle calzature, nell'oreficeria e nel mobilio.

Quanto al benessere della vita quotidiana dei fiorentini, qualche altra cifra ci aiuta. Col crescere del benessere aumenta la spesa alimen-tare in valori assoluti, ma diminui-sce in percentuale rispetto al reddi-to, passando dal 50% degli anni '60 al 30%. Aumenta il consumo delle carni, meno amidi e più zuccheri semplici, più grassi e proteine di ori-

STOR

IA

di Pierfrancesco Listri

DECENNIO 1980/1990

Mutamenti lestiAnni di benessere

diffuso, ma anche di

sangue: dall'omicidio

di Lando Conti ai

delitti del "mostro

di Firenze"

NOVECENTOO C O

gine animale. I toscani, tradiziona-li mangiatori d'erbe, aumentano in questo decennio il consumo dei ce-reali, resta stabile il consumo della pasta mentre diminuisce quello del pane a favore di biscotti, grissini e cracker. Ridotto anche il consumo dei legumi, un tempo utili integrato-ri proteici. Comincia a farsi strada la memoria alimentare mediterranea, mentre nei week-end volentieri si va a "mangiare fuori", cercando di ri-scoprire i sapori della tradizione.

Si entra anche qui nella sfera di quella ormai avviata scoperta della corporeità che si fissa sulle parole

"bellezza e benessere". Senza che fio-rentini e toscani ne prendano imme-diatamente atto, il benessere gene-

rale è aumentato. Prendiamo l'auto-mobile: ormai le famiglie senza au-tovetture sono appena il 26%, men-tre quasi il 20% ne possiede due. Il tutto dopo che nel decennio prece-dente la crisi energetica aveva mes-so a dura prova il mercato dell'au-tomobile e mentre cresce (tuttora) nelle città il difficile traffico urbano. Meno evidente, ma costante, anche

un'inversione di tendenza nei flussi demografici e abitativi. Così al posto della corsa verso la città e all'accen-tramento, si instaura ora un fenome-no di decentramento, di fuga dalla città verso i piccoli centri o verso le periferie di collina.

SENZA SALOTTOGli specialisti dicono che intan-

to muta il comportamento nei con-sumi e gli stili di vita si moltiplicano, lasciando il posto alla differenzia-zione e alla personalizzazione (che alcuni studiosi chiamano "riflusso nel privato").

Un decisivo mutamento di abi-tudini e di gusti si registra nell'or-mai modificata struttura della casa

privata. Abolito da tempo il "salotto buono" (quello dove non si doveva entrare mai e sulle poltrone erano stese coperte protettive), sostituito dal soggiorno-pranzo mutuato dal living anglosassone; ormai istaura-tasi la televisione come unico e ve-ro caminetto di famiglia, anche al-tre stanze, come per esempio la cu-cina, subiscono rinnovamenti ra-

IL PERSONAGGIO

IL NIPOTEDI TEXIncontro con Giovanni Ticci, fumettista seneseTesto e foto di Stefano Giraldi

Senese, della contrada del Nicchio, 65 anni, di profes-sione disegnatore di fumet-

ti western e in particolare di Tex Willer, il più popolare eroe del fumetto italia-no. Giovanni Ticci, questo il suo nome, ha illustrato fino ad oggi 7004 tavole del ranger più amato d'Italia, creato da Gianluigi Bonelli (testi) e Aurelio Galep-pini (disegno grafico), e pubblicato per la prima volta quasi sessant'anni fa: era il 30 settembre 1948.

Quando ha iniziato a disegnare fumetti?Avevo 16 anni, all'epoca studiavo

ragioneria. Andai a trovare mio zio a Milano, fu lui a presentarmi Roy D'Amy, l'autore de "Il Sergente York". Volle ve-dere i miei schizzi, all'epoca io mi di-vertivo a disegnare, e mi prese nella sua bottega.

Poi cosa accadde?Con lui imparai il mestiere, passai

al disegno d'avventura arrivando, qual-che anno dopo, alle avventure spaziali.

Ma ero lento e un po' distratto: a volte ci ripenso con tenerezza.

Al western come c'è arrivato? E a disegnare Tex Willer?Mi è sempre piaciuto disegnare

storie ambientate all'aperto: monta-gne, foreste, praterie, per me il we-stern rappresenta una vera passione. Nel 1967 sono entrato a far parte del-lo staff della Sergio Bonelli Editore e da allora disegnare Tex è stato ed è un la-voro che mi ha dato momenti di gran-de entusiasmo, e non solo professio-nale. Devo a Tex il privilegio di essere conosciuto.

Un'ultima domanda: se per un evento straordinario, in un universo parallelo, dovesse incontrare Tex Willer in carne e ossa, cosa gli chiederebbe?Di fare una cavalcata fianco a fian-

co con lui.

dicali, grazie fra l'altro all'arrivo di frullatori, tostapane, spremiagru-mi e gelatiere, mentre l'arredo ago-gnato è la cucina incassata all'ame-ricana. Anche la stanza da bagno su-bisce in questo decennio un poten-ziamento e un ampliamento di fun-zioni mai visto prima, che accom-pagna la riscoperta della corporei-tà in nome dell'igiene, dell'estetica e del benessere, sicché creme, va-sche-piscina, cyclette arricchisco-no l'arredo fra chimico, ginnico e sacrale. Mentre l'arredo della casa di città si piega alle proposte talo-ra assai incongrue degli stili scan-dinavi o indorientali, si consolida in città la possibilità delle "ristrut-turazioni" e si arricchisce il nume-

ro delle "seconde case" di campa-gna, dove si riversa tutto quello che nella prima casa appare obsoleto o troppo tradizionale, in realtà rico-struendo finalmente nel luogo del-le vacanze un arredo caldo, dome-stico e familiare.

Quanto alla voce più cara alle casseforti toscane, il turismo, nono-stante le complesse situazioni inter-nazionali nel decennio continua a ti-rare. Un turismo ormai non solo d'ar-te, che spinge milioni di viaggiatori di paesi anche lontani verso questa ter-ra mitizzata per la salubrità dell'aria e del vivere, per i cibi genuini, per gli incantati paesaggi ancora integri, per una vita, almeno fuori dalle grandi città, ancora "a misura d'uomo". Sen-za dire dei cibi e della cucina, che la tenace tradizione toscana ha salvato e che ora ripropone agli ospiti accan-to al David e alla Primavera botticel-liana. ■

Fotografie di

Daniela Tartaglia

IN RICORDO DI GAETANO PILATIPer l’80° anniversario dalla morte, per opera di sicari fascisti nel 1925, il 6 ottobre alle 10 si terrà in Palazzo Vecchio (Firenze) la commemorazione ufficiale, con la relazione storica del prof. Maurizio Degl’Innocenti. L’8 ottobre alle 16,30, presso la S.m.s. “Andrea del Sarto” conferenza sull’impegno associazionistico di G.Pilati. Info: Fondazione F.Turati 055243123

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36 INFORMATORE INFORMATORE 37

TOSCANA

LE VIE IN ROSALE VIE IN ROSAOS

Troppo lungo sarebbe stilare un elenco degli uomini e delle donne che, nel corso del tem-

po, hanno contribuito a rendere le città della Toscana quello che sono: un contenitore di tali e tanti gioiel-li - architettonici, artistici, ambien-tali, anche naturalistici - da renderle davvero uniche nella ristretta schie-ra delle città "speciali" della Terra, Firenze in testa. Su tutti, però, emer-ge la forte personalità di una donna, Anna Maria Luisa (o Ludovica) de'

Anna Maria Luisa riunisce in sé questo doppio carattere dei suoi predecessori. Anche lei volle gode-re - ecco il difetto - in maniera qua-si esclusiva dei vantaggi materiali che il suo nome e rango le permet-tevano, ma sul finire della vita ter-rena - e qui sta il suo grande pregio - espresse la volontà (e combatté per-ché fosse rispettata) che niente del-l'immenso patrimonio venisse alie-

TOSC

ANA nato ma, al contrario, che fossero

gli stessi abitanti della città a goder-ne. È dunque grazie ad Anna Maria Luisa se il Museo degli Uffizi o quel-li di Palazzo Pitti, se gli arredamenti e i gioielli di famiglia, se le varie ville che punteggiano il territorio tosca-no possono essere considerati pa-trimonio comune. Ma quali furono le ragioni che determinarono quel-la particolare situazione, nei primi decenni del XVIII secolo? Semplice: perché la famiglia stava perdendo la

sua linfa vitale, perché i Medici, ma-schi o femmine che fossero, non riu-scivano più a procreare. Con i tre fi-gli di Cosimo III - Ferdinando, An-na Maria Luisa e Gian Gastone, tut-ti e tre sposati e tutti e tre sterili - la nobile e orgogliosa schiatta non era più in grado di perpetuare la pro-pria progenie. Fu a quel punto che

tutte le potenze europee cominciarono a guar-dare con ingordigia a quel piccolo staterello dell'Italia centrale, eco-nomicamente insignifi-cante ma di enorme pre-stigio artistico e cultura-le. Per prima fu l'Austria ad accampare non chia-ri diritti; poi sbucò fuori la Spagna a sostenere la candidatura dell'infan-te Don Carlos, figlio di Elisabetta di Parma. In-fine (ma quando l'ulti-mo granduca era anco-ra in vita), come conclu-sione di complicatissimi giochi di potere, fu deci-so che la Toscana sareb-be andata a Maria Tere-sa, figlia dell'imperato-re Carlo VI, che l'avreb-be portata come dote di nozze al suo promesso sposo, il duca France-sco di Lorena. Puntual-mente, all'indomani del-la morte di Gian Gastone, avvenuta il 9 luglio 1737,

ANNA MARIA LUISA DE’ MEDICIdi

Riccardo Gatteschi

MONDODONNA

La paladina degli Uffizi

in rappresentanza dei Lorena si in-sedia in città monsieur de Beauveau, principe di Craon. Mentre Anna Ma-ria Luisa si ritaglia un appartamento in un'ala di Palazzo Pitti, i nuovi signo-ri prendono dimora nel palazzo di via Larga, proprio quel palazzo che per duecento anni era stato il quartier ge-nerale della famiglia Medici e costi-tuiva un vero e proprio pozzo senza fine di memorie, cimeli, documenti, opere d'arte.

Fu probabilmente questo parti-colare a far scattare un campanello d'allarme nella mente di Anna Ma-ria Luisa. «Cosa ne sarà di tutti i be-ni di famiglia?», avrà pensato con un brivido. Sapeva che i Lorena aveva-no estremo bisogno di denaro con-tante e temeva che non si sarebbero peritati ad alienare parte di quelle ricchezze per rimpinguare le magre casse. Ad evitare questa eventualità, l'Elettrice Palatina compilò quel fa-moso "Patto di famiglia" con il qua-le dispose che i Lorena potessero usufruire del patrimonio - "mobi-li, effetti e rarità della successione del Serenissimo Gran Duca suo fra-tello, come gallerie, quadri, statue, biblioteche, gioie ed altre cose pre-ziose, siccome le sante reliquie, i re-liquiari e loro ornamenti..." a patto però che "per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei forestie-ri, non ne sarà nulla trasportato e le-vato fuori della Capitale e dello Stato del Gran Ducato".

Nonostante molti ci abbiano pro-vato, nessuno finora è riuscito a cal-colare con esattezza quanto, nono-stante la volontà di Anna Maria Lui-sa, sia andato perso. Ma è possibile stilare un elenco - ancorché appros-simativo - di quello che, grazie al la-scito dell'ultima Medici, qualsiasi vi-sitatore della città di Firenze può an-cora oggi ammirare; un elenco che comprende, oltre ai già citati musei degli Uffizi e di Palazzo Pitti, la mag-gior parte delle opere d'arte che co-stituiscono il Museo del Bargello, le Cappelle Medicee con i capolavori di Michelangelo, le raccolte di libri della Biblioteca Palatina e Lauren-ziana, la quasi totalità dei reperti og-gi raccolti nel Museo archeologico, lo stesso palazzo di via Larga... ■

Medici, l'ultima rappresentante di quella famiglia che per tre secoli ha tenuto in mano le redini non solo del capoluogo ma anche di gran parte del territorio toscano, nel bene e nel male. Nel bene - dicono gli estima-tori - perché sono riusciti a mette-re insieme un numero tale di opere d'arte che per qualità non ha uguali in nessun altra città di simili dimen-sioni. Nel male - dicono i detrattori

- per quella loro maniacale attitudi-ne ad accentrare tutto nel capoluo-go, spesso spogliando senza scru-poli città o paesi del territorio.

HALLOWEEN

CAPODANNO PER STREGHE La Calenda, una festa che viene da lontano

31 ottobre: da un pugno d'anni ha preso pie-de anche qui da noi la

festa di Halloween, e non c'è bambino che non ceda alla tentazione di cacciar-si in capo il cappello a punta della stre-ga e, brandita una scopetta di saggina, di andare in giro ostentando la sua bra-va zucca dalla bocca larga e dalle gran-di orbite vuote.

Festa importata dall'America, si crede comunemente, come la gomma da masticare e i jeans: nulla di meno vero! In realtà la Calenda è un'antichis-sima festa pagana del Vecchio Conti-nente, legata al ciclo stagionale della natura: uno degli otto Sabba con i qua-li il mondo contadino e pastorale cele-brava i principali momenti di passaggio nella ruota dell'anno solare. Si trattava della terza e ultima festa del raccolto, ovvero del capodanno pagano. La sta-gione in cui la natura si addormenta, la terra si fa nuda e il sole si avvia a mori-re per rinascere, poi, il giorno del solsti-zio d'inverno. Era il momento dell'anno in cui il diaframma che separa la morte dalla vita si assottigliava e rendeva pos-sibile il contatto tra i due regni: da qui l'uso di accendere lanterne e falò per in-dicare la via di casa agli spiriti dei de-funti che tornavano a fare visita ai vivi.

DONNA DI POTERE Al Sabba non poteva mancare la

presenza carismatica della strega. A dispetto dell'iconografia tradizionale, non era quella funesta e orrenda vec-chiaccia che offre la mela avvelenata a Biancaneve, ma una donna giovane e bella, se una delle più frequenti accu-se che le muovevano gli Inquisitori era quella di sedurre gli uomini e di provo-care "amori disordinati". Custode del-la cultura popolare, la strega era la de-positaria di un antico sapere tramanda-to da madre in figlia: una donna che, al contrario dei suoi simili, era riuscita a

preservare incorrotto lo stretto rappor-to con la Natura che era in lei e al di fuori di lei, nonostante i secoli di persecuzio-ne e di indottrinamento da parte della Chiesa. La profonda conoscenza delle erbe - in particolare delle solanacee - le consentiva di curare le malattie del cor-po e dello spirito della collettività, ma anche di prevenire le nascite indeside-rate. I veleni salutari che sapeva usare costituirono per mille anni l'antidoto ai tremendi flagelli del medioevo. Insom-ma, la strega era una donna di potere all'interno di una società radicalmen-te misogina, sessuofobica e dominata da un integralismo religioso che iden-tificava nella Natura la sua più profon-da antagonista.

Durante il medioevo, comunque, la stregoneria non era fatto esclusiva-mente femminile; lo divenne ufficial-mente solo nel 1484 in seguito alla Bolla di Papa Innocenzo VIII, Summis deside-rantes, codificata da Kramer e Spren-ger in quel famoso trattato - il Malleus Maleficarum - che nel corso di due se-coli raggiunse le 35.000 copie e che di-venne il manuale classico dell'Inquisi-zione nella caccia alle streghe. La prima strega salì sul rogo a Tolosa nel 1275, l'ultima fu arsa a Posen nel 1793: nei quasi cinque secoli che le separano, se-condo un calcolo approssimato per di-fetto, un milione e ottocentomila roghi arsero per tutta l'Europa. ■

di Matilde Jonas

Salvò i beni della

famiglia Medici

dall'ingordigia delle

potenze straniere. Ma

non tutti l'amarono...

PER SAPERNEDI PIÙ

G.F. Young, I Medici, Salani, € 19,63 .

M.Vannucci,I Medici, una

famiglia al potere,Newton & Compton,

€ 11,90

LA MOGLIE DELL'ELETTOREAnna Maria Luisa de' Medici nacque nel 1667, quattro anni

dopo Ferdinando e quattro anni prima di Gian Gastone. A ventitre anni andò sposa, senza nemmeno conoscerlo, a

Giovanni Guglielmo di Sassonia, elettore palatino. Il matrimonio, seppur riuscito, fu immalinconito dalla

mancanza di un erede. Quando, nel 1716, Anna Maria Luisa rimase vedova, tornò a Firenze e subito dimostrò il suo

amore e attaccamento alla città. Collezionò opere d'arte, continuò nel mecenatismo dei suoi avi, dette una definitiva

sistemazione e arricchì le Tombe Medicee, fece costruire ex novo il campanile della basilica di San Lorenzo. Con

l'avvento dei Lorena, pur mantenendo la residenza a Palazzo Pitti, prese l'abitudine di trascorrere alcuni mesi dell'anno nel convento delle Montalve a Castello. Morì il 18 febbraio

1743, e la tradizione ci tramanda il ricordo di un forte temporale che imperversò proprio mentre lei esalava

l'ultimo respiro. Chi l'amava interpretò quell'evento come un segno del cielo, dolente per la sua dipartita. Chi l'aveva in

odio sostenne invece che il diavolo stesso avesse scatenato la bufera per portarsi via indisturbato la sua anima.

L’ORA DELLE STREGHELa notte delle streghe, a Borgo a Mozzano (Lucca). Il famosissimo "Ponte del Diavolo" è teatro di uno spettacolo pirotecnico.Info: Comune Borgo a Mozzano, tel. 058382041. La magica notte delle streghe, 1° di novembre a Ladispoli (Roma) nella splendida cornice del Bosco di Palo. Nella "Grotta di Mangiafuoco" viene premiata la bugia più originale inventata dai bambini.La Festa delle Streghe, dal 27 al 31 ottobre - a partire dalle 17,17 fino a notte fonda - all'interno delle mura quattrocentesche di Corinaldo (Marche). Prevista anche l'elezione di Miss Strega.Riolo Terme (Ravenna - tel. 054671044). Alle ore 15, mercato di oggetti contro la malasorte, mentre streghe e maghi leggono la mano, le carte, i tarocchi. Alle ore 20 l'accensione del Grande Fuoco segna l'inizio della notte riolese, che ripropone i riti, le maschere, i cibi rituali, i fuochi e la cultura del tempo delle streghe.

IL 31 OTTOBRE

LA VITA

FOTO D. TARTAGLIA

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praticate in tutta la regione. Oltre al vino, è importante anche l’olio del-la zona di Carmignano che presenta gusto ricco e sapido, quasi piccan-te, con aromi di grande fascino ed eleganza, adatto ad essere utilizzato quale condimento per piatti robusti.

Per le ricette conviene partire dalla verdura. Cominciamo con i sedani alla pratese: dopo averli les-

sati, si riempiono con un impasto di fegatini e vitello rosolati nella cipol-la, mescolati poi a uova e formaggio (c’è chi ci mette anche la mortadel-la). Dopo averli legati, perché il ri-pieno non si disperda, e fritti - pas-sandoli nella farina e nell’uovo - , si finiscono di stufare nel ragù di car-ne. Altre versioni li prevedono ri-pieni di verdura e stufati nel pomo-doro. Piuttosto insolite risultano le polpette pratesi: vengono confezio-

ASSENZIO

LA STREGA VERDELiquore ottocentesco, è tornato di moda. Ma senza quella molecola che fece impazzire ben più di un poeta

Un nome soave per un liquo-re - l'assenzio - dal fasci-no maledetto ed enigma-

tico, cui hanno dato il loro contributo Degas e Van Gogh, Oscar Wilde, Bau-delaire, Verlaine e Rimbaud, tanto per fare qualche nome. Proprio a quest'ul-timo l'assenzio deve il soprannome di Fée verte (fata verde), fin da quando, a metà Ottocento, divenne sinonimo di genio e sregolatezza, fino a spro-

fondare nelle nebbie della leggenda e dell'oblio, dopo che il governo fran-cese, sull'onda di gravi fatti di crona-ca, lo mise al bando nel 1915, bollan-dolo peggio dell'oppio come fonte pri-maria di delitti, follia e morte.

Da allora la "fata verde", che in Ita-lia conobbe il suo momento di gloria tra poeti decadenti e scapigliati nella Milano di fine Ottocento, è sopravvis-suta nell'anonimato, dimenticata pac-cottiglia di un passato polveroso. Fino al 1996, quando fu ripescata e rilancia-ta da Radomil Hill, produttore di liquo-ri cecoslovacco, alla ricerca di soluzio-ni brillanti per risollevare le sorti della distilleria di famiglia. L'idea gliela sug-gerì una bottiglia di absenta, lontano parente del vecchio liquore, compra-ta durante una vacanza in Spagna. Da qui il progetto di rilanciare la moderna

LE VIE DEL GUSTO

TOSCANA

LE VIE DEL GUSTO

di Leonardo Romanelli

Prato la dolceCUCINA TRADIZIONALE

Tra le dieci province toscane, la più giovane è Prato, conosciu-ta soprattutto per la sua indu-

stria tessile, ma in tempi più recen-ti diventata sempre più famosa per i suoi vini, i suoi piatti e in special mo-do i dolci, nota dolente della tradi-zione culinaria toscana.

La zona di Carmignano, in parti-colare, dimostra le potenzialità del territorio in campo vinicolo grazie a tradizioni antiche, che hanno per-messo sperimentazioni legate a viti-gni cosiddetti internazionali, oggi

nate partendo da carne cruda di vi-tello fatta rosolare in padella con il burro, quindi mescolata a pancetta, prezzemolo, uova e pinoli. La cottu-ra avviene in olio extravergine di oli-va, dopo averle passate nella farina e nell’uovo sbattuto.

Con il pane del territorio, la boz-

za, viene preparato il pancotto, una zuppa densa e saporita nella quale si utilizzano le verdure di stagione ma anche, nel periodo propizio, i funghi porcini. La bozza di Prato è il tipico

pane della città: preparato senza sa-le, viene confezionato in forme da 1 kg. La particolarità sta nel fatto che, dopo la lievitazione, la pasta viene di nuovo lavorata per assumere la clas-sica forma rettangolare. Diffuso an-che l’impiego di frattaglie in cucina, meglio di anatra o di pollame, con le quali si confezionano saporiti su-ghi per condire la pasta.

Come insaccato, è d’obbligo ci-tare la mortadella di Prato, che sta

versione dell'assenzio, prima a Praga e poi a Londra. Nel 1998, in seguito ad una furba campagna promozionale, il suo Hill's Absinth, un'esclusiva di The Green Bohemia Group, conosce un ve-ro e proprio boom, diffondendosi nei bar di Soho come il "drink del terzo mil-lennio, l'incarnazione dello spirito del-la libertà" e imponendosi come star in-discussa di party esclusivi nei migliori club della capitale britannica.

Da allora l'assenzio, in versione ri-veduta e corretta, è tornato a spargere il suo rapinoso fascino in mezza Euro-pa. Tant'è che l'antica distilleria Pernod a Pontarlier, dal 1805 prima produttri-ce in Francia, ha deciso di riprenderne la produzione. Negli ultimi tempi, sul-l'onda di un tam-tam giovanile, ampli-ficato via internet, la fata verde sta dif-fondendosi anche in Italia nelle disco-

teche alla moda e si teme un pericolo-so aumento dei suoi cultori anche pres-so il pubblico adulto.

Certo, non è più l'assenzio dei tem-pi di Verlaine, che nelle sue "Confes-sioni" del 1895 ribattezzò la fata ver-de la «peggiore delle streghe», dopo che, in preda ai fumi dell'alcool, ave-va sparato un colpo di pistola al suo amato Rimbaud.

All'epoca l'assenzio distillato da Pernod-Fils Absinthe, ricavato dal-l'Artemisia absinthium, raggiunge-va i 65-70 gradi. L'assenzio di oggi ha una gradazione ben più leggera. Inol-tre la thujone, molecola considerata responsabile di danni al sistema ner-voso, presente nell'originale, è stata isolata ed eliminata. Ne resta vivo so-lo il fascino "dark" col quale, speria-mo, nessuno vorrà eccedere. ■

diventando sempre più famosa al di fuori dei confini cittadini. Si trat-ta di un salame preparato con par-ti scelte di maiale, macinate con una percentuale di grasso di circa il 20%. Si aggiungono spezie come pepe, aglio, cannella, garofano, co-riandolo, si insaporisce con il sale e si impasta bene il tutto con dell’al-chermes. Si procede poi all’insac-camento in budello naturale e alla successiva cottura in acqua per cir-ca 3-4 ore, a seconda della grandez-za dell’insaccato.

Come accennavamo, negli ulti-mi anni la provincia ha sviluppato una produzione pasticcera di tutto rispetto, incentrando gli sforzi so-prattutto sul cioccolato, senza pe-rò dimenticarsi di preparazioni più elaborate. E pensare che tutto par-te dal classico biscottino di Prato, conosciuto anche come cantucci-no, preparato con un impasto a ba-se di pasta frolla e mandorle. Altri dolci tradizionali sono le “pesche di Prato”. Farina, succo di arancia, lievito, zucchero e burro, impasta-te ben bene e suddivise in palline, fatte lievitare su assi di legno; una volta pronte, si procede alla cottu-ra. Ancora calde, sono inzuppate nell’alchermes, divise a metà e far-cite con crema pasticcera. Adatti ai golosi gli zuccherini di Vernio, dol-cetti preparati con un impasto che prevede l’impiego di farina, zucche-ro, burro, uova, anice e lievito. Do-po la lievitazione si formano delle ciambelline, che sono poi cotte in forno. Appena pronte vengono im-merse nello zucchero fuso ma non caramellato, per lasciare un colore bianco, da cui deriva anche il nome. Il fico secco di Carmignano è inve-ce una realtà a rischio scomparsa, che si tenta oggi di rivitalizzare, gra-zie all’interessamento di Slow Food. Dopo la raccolta, che avviene a fine estate, i fichi vengono divisi in due, posti su delle stuoie e sottoposti al-la solfitazione. Quindi si procede al-l’essiccamento, che dura una setti-mana. Nella fase successiva, l’asciu-gatura, si dispongono su delle foglie di alloro. Infine sono preparati due per volta, accoppiati, con in mezzo dei semi di anice. ■

TOSCANA

di Giulia Caruso

Non solo tessile,

ma grande cultura

enogastronomica

TIPICA E DI STAGIONECibbè si trova nel pieno cuore di Prato,

affacciato sull’antica e centralissima piazza Mercatale. Nonostante la notorietà, il locale ha saputo rimanere fedele alla sua natura di antica trattoria di paese, gestita dalla famiglia Panerai, da

otto anni ormai al timone dell’attività. I piatti sono quelli più tipici della tradizione toscana e pratese in particolare, alla

cui preparazione pensano le esperte mani di mamma Giuseppina. In sala si muovono con altrettanta

professionalità e simpatia il marito Spartaco ed i figli Tommaso e Francesco. La partenza è con i classici

antipasti a base di crostini e salumi, fra cui spicca la mortadella di Prato, che rientra fra i prodotti nazionali

tutelati dal marchio Slow Food. Fra i primi da provare la ribollita, la trippa al sugo, la pappa al pomodoro, la

minestra con riso e lampredotto, e poi la pasta fatta in casa, ad esempio le pappardelle condite con rigaglie di papero, o

ancora i maccheroncini ai fiori di zucca e il pancotto con funghi porcini. Altrettanto varia e gustosa la scelta dei

secondi, come gli involtini di manzo con carciofi e radicchi o la lepre in salmì, arricchita ogni venerdì da un ottimo

baccalà alla fiorentina. Non possono mancare per concludere autentiche golosità fra i dolci, rigorosamente di

produzione casalinga, fra cui la torta di mele e quella di farro, preparata con uvetta e noci. L’offerta dei vini è oggi

decisamente all’altezza della qualità gastronomica. Accanto ad uno sfuso di tutto rispetto, si possono trovare

un centinaio di etichette regionali, con un occhio di riguardo alla produzione di Carmignano.

Cibbè. Piazza Mercatale 49 - Prato. Tel. 0574607509Chiuso: domenica (mai a dicembre)

Ferie: tre settimane in agosto, ultima di dicembreCoperti: 30. Prezzi: 25 euro (vini esclusi)

Carte credito: Visa, MC, Bancomat

LA TRATTORIA

Fotografie di

Carlo Valentini

FOTO F. MAGONIO

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40 INFORMATORE INFORMATORE 41

C'era una volta un povero falegname che viveva in una casupola sul limitare

del bosco. L'uomo aveva due bam-bini, Hansel e Gretel, nati dalla sua precedente moglie che era morta qualche anno prima. Il falegname si era risposato: ma la nuova mo-glie non sopportava i due figliastri. Erano tempi duri e un giorno la mo-glie disse al marito: "Non abbiamo più niente da mangiare: porta i due bambini nella foresta ed abbando-nali, così avremo due bocche da sfamare in meno". L'uomo, a ma-lincuore, acconsentì...

E queste sarebbero le rassicuran-ti fiabe che si raccontano ai bambini per conciliare il sonno e stimolare i così detti sogni d'oro?! Per fortuna, è il caso di dirlo, si tratta solo di una fia-ba e la realtà, da tutto ciò, è lontana mille miglia. È vero, questo sì, che a volte le famiglie si possono trovare in difficoltà, ma la soluzione non è certo quella suggerita dai Grimm. Nella vi-ta di tutti i giorni un aiuto può arriva-re, per esempio, dall'affidamento fa-miliare. A Lucia Dallai, referente del Centro affidi del Comune di Firenze, chiediamo di parlarcene nel modo più esauriente possibile.

«È un istituto giuridico rego-lamentato da due leggi nazionali. Si tratta, in parole molto semplici, dell'accoglienza temporanea di un bambino/a o ragazzo/a la cui fami-glia attraversa per motivi di diversa natura un periodo di difficoltà e, in

ragione di ciò, non può assicurare al minore un'adeguata crescita psi-co-evolutiva. Ecco quindi che i ser-vizi sociali scelgono di affiancar-gli un'altra famiglia. Ci può essere un'accoglienza residenziale (nel ca-so in cui il minore passi tutta la setti-mana presso la famiglia affidataria) oppure part-time (quando il mino-re trascorre con la famiglia affidata-ria solo parte della giornata o della settimana), secondo la scelta opera-ta dai servizi sociali nell'ambito del progetto studiato per ogni minore».

Questo intervento può nascere solo se la famiglia è disposta a dare in affido il figlio? «L'affidamento può essere di due

tipi: consensuale o giudiziario. È consensuale quando la famiglia na-turale del bambino è d'accordo nel

MON

DOBA

MBI

NO

progetto d'affido. È disposto dall'en-te locale e ratificato dal giudice tute-lare. È giudiziale quando è disposto, indipendentemente dall'assenso del genitore, con un provvedimento del Tribunale per i minorenni. Anche se è consensuale il periodo previ-sto per un progetto di affido è di 24 mesi, perché si presuppone che in due anni i problemi che hanno ori-ginato l'allontanamento del minore siano se non del tutto risolti almeno contenuti. Eventualmente il giudice del Tribunale per i minorenni può rinnovare l'affido».

Affido e adozione: per molti possono sembrare la stessa cosa.«Assolutamente no! Lo scopo

principale dell'affidamento è il rien-tro del minore nel proprio nucleo familiare; nell'adozione invece il

minore rima-ne all'interno del nuovo nu-cleo: d iven-ta figlio a tutti gli effetti del-la nuova cop-pia, ne prende il cognome, la residenza...».

Quali requisiti occorrono per diventare affidatari di un bambino?«Non ne esi-stono di spe-ciali. La legge parla chiaro: lo possono fa-re coppie spo-

sate, conviventi, single... Anche la situazione economica non è rile-vante per noi, è rilevante una ca-pacità d'accoglienza, una duttili-tà nel sapersi adattare ad una nuo-va situazione, ad una nuova espe-rienza; saper riassettare il proprio nucleo familiare con l'entrata di

di Bruno Santini

Una famiglia per amicoL’AFFIDO

Ma anche i single

possono accogliere

temporaneamente un

bambino a casa loro

MONDOBAMBINOun eventuale minore all'interno».«Alla base di tutto c'è davvero la

disponibilità - interviene Luisa Ta-rantino, anche lei assistente sociale del Centro affidi del Comune di Fi-renze - perché tante e diverse sono le situazioni che si vengono a crea-re. Per alcune è più indicata la per-sona singola o la coppia con figli op-pure quella senza. A volte può essere più utile chi ha una casa molto gran-de, altre volte chi ha una casa picco-la. Per esempio, per un affidamen-to part-time non c'è nemmeno la ne-cessità di una stanza per il bambino in quanto si presuppone che il mi-nore rientri la sera nel proprio nu-cleo familiare. Oltretutto, sempre per quanto riguarda la parte econo-mica, è giusto ricordare che per l'af-fidamento viene anche riservato un contributo. Chi si sente di dare una disponibilità in termini di energie, di tempo, di voglia di fare un'espe-rienza di accoglienza si può rivolge-re al Centro affidi, dove opera perso-nale specializzato pronto a fornire ogni chiarimento e delucidazione in proposito. È opportuno anche fare un percorso di formazione sull'affi-damento (per una conoscenza più approfondita) al termine del quale i nominativi, se le persone sono an-cora disponibili, vengono inseriti in una banca dati. Il nostro intento ovviamente è quello di fare in mo-do che la richiesta della famiglia af-fidataria sia più dettagliata possibi-le, per rendere le nostre valutazioni e le nostre scelte più esatte».

Quali sono i problemi e le difficoltà più comuni a cui va incontro una famiglia affidataria?«È sicuramente un grosso im-

pegno: un bambino in affidamen-to è un estraneo che entra nella tua vita e tu la devi riorganizzare. Quel bambino non l'hai cresciuto tu, oltre che un babbo e una mamma ha una storia che tu non hai vissuto con lui. Può capitare che le cose non vada-no bene fin da subito, i primi perio-di non sono sempre facili. Mi sento però di lanciare un messaggio estre-mamente positivo: l'affidamento è un'esperienza bellissima, stimo-

lante, e lo dico perché l'ho vissuta in prima persona con i miei genito-ri che accolsero un bambino di soli tre mesi quando io avevo già 18 an-ni. Era un affidamento consensua-le, part-time, tutto molto tranquil-lo... Lui abitava con la sua mamma ma quando lei, che lavorava, aveva dei turni pesanti, veniva a stare da noi. Questo per circa 7-8 anni. Og-gi, che ha 18 anni, è tornato nel suo paese d'origine, che non è in Tosca-na... Però i legami sono rimasti, tan-to è vero che viene da noi per le va-canze, dove lo aspettano quelli che ancora chiama "nonni"».

Quando nella famiglia affidataria c'è già un altro minore, questo come vive l'innesto, seppur momentaneo, di un altro bambino?«Dipende da quanto i genitori lo

hanno preparato. L'affido è una scel-ta che viene fatta dai grandi; sta a lo-ro preparare i propri figli ad acco-gliere un'altra persona. Anche i fi-gli naturali partecipano attivamen-te all'affidamento. Dirò di più: de-vono essere non solo preparati ma anche coscienti e sicuri che, comun-que, quel nuovo bambino non va ad inficiare i rapporti che loro hanno con i propri genitori o l'amore che questi provano per loro».

Come vivono invece gli altri la loro condizione di bambini affidati?«È molto difficile spiegare a un

bambino perché viene allontana-to dal proprio nucleo familiare, so-prattutto quando si tratta di affida-menti giudiziari, e la percentuale di questi si sta alzando. Il bambino vie-ne preso ed inserito in un altro nu-cleo con una decisione imposta, una forzatura. Tu non devi fargli passare il messaggio che il babbo e la mam-ma sono cattivi, e soprattutto devi rassicurarlo sul fatto che ciò che sta accadendo non è colpa sua».

In questo momento com'è la situazione?«È difficile dirlo - torna ad in-

tervenire Luisa Tarantino - perché

INFORMAZIONE IN DIRETTADa famiglia a famiglia. È questo lo spirito della

campagna di informazione realizzata dal Centro Affidi dell'Usl 3 della Valdinievole, in collaborazione con la

sezione soci Coop. Venerdì 18 novembre, dalle ore 16 alle 19, e sabato 19 novembre, dalle ore 9.30 alle 12.30,

al Punto soci dell'Ipercoop di Montecatini Terme, chiunque sarà interessato a saperne di più sulle

procedure per l'affidamento potrà ricevere informazioni dettagliate da famiglie che già vivono, quotidianamente,

questa esperienza.

cambiano continuamente i diver-si tipi di disponibilità. In alcuni pe-riodi abbiamo molte richieste per affidamenti residenziali e pochissi-me per i part-time. A volte può capi-tare che nessuna famiglia in banca dati abbia le caratteristiche per ac-cogliere proprio quel minore».

«Per ogni richiesta che ci vie-ne fatta da un servizio sociale ter-ritoriale noi dovremmo comunque avere un parco di almeno 10 fami-glie per poter scegliere la soluzione migliore: questo ovviamente non riusciamo a farlo, e la situazione è analoga anche negli altri comu-ni - sentenzia la Dallai -. Insomma, servirebbero più famiglie affidata-rie e questo articolo speriamo ser-va, oltre che ad informare, a sfata-re quello che forse scoraggia i più: l'idea che il tutto sia maledettamen-te complicato».

Facile, lo abbiamo visto, non è, ma al Centro affidi ci tengono a ricordare che la famiglia affidata-ria non è abbandonata a se stessa e per qualsiasi evenienza c'è una serie di figure professionali (as-sistenti sociali e psicologi) sem-pre pronti ad intervenire a secon-da delle esigenze. ■

LE INTERVISTATE

Lucia Dallaie Luisa Tarantino,

del Centro affidi del Comune di Firenze

CENTRI AFFIDIArezzo: viale Michelangiolo 8, tel. 057520587Empoli: via Leonardo da Vinci 18, tel. 0571711864Firenze:via Palazzuolo 12,tel. 0552616436Lucca:via Santa Chiara 6, tel. 0583469090Pisa: via Francesco Flamini 5,tel. 0509711678Pistoia: viaDel Fornacione 113, tel. 0573964469Prato:via Migliorati 1/a, tel. 0574616479Siena:piazza del Campo 1,tel. 0577292495

CICLAMINI IN PIAZZANel mese di ottobre, a Firenze, in Toscana e in tutta Italia sarà possibile acquistare una pianta di ciclamino dai volontari della Fondazione Ant Italia Onlus, per sostenere il servizio di assistenza domiciliare gratuita svolto dalla Fondazione per i malati di tumore e per le loro famiglie.In Toscana sarà possibile trovare i

ciclamini Ant anche davanti a molti supermercati Coop. I fondi raccolti serviranno in particolare a sostenere i due Hospice domiciliari oncologici della regione, costituiti da un organico di otto medici, un infermiere e due psicologhe che assistono 24 ore su 24, 365 giorni l'anno, i malati di tumore residenti nelle province di Firenze, Prato, Pistoia, Pisa e Livorno. Per sapere dove trovare i ciclamini in Toscana, offrire il proprio aiuto come volontari per le attività dell'Ant e per le richieste di assistenza basta telefonare allo 0555000210 e 0574448525.www.antitalia.org

FONDAZIONE ANT

ALL’IPERCOOP DI MONTECATINI

FOTO D. TARTAGLIA

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42 INFORMATORE INFORMATORE 43

Non fanno colazione, bevo-no poco latte e ingurgita-no quantità illimitate di bi-

bite gassate: praticamente la die-ta migliore per ritrovarsi con os-sa malandate e osteoporosi da an-ziani. L'istantanea sugli adolescenti fiorentini è stata scattata dal Centro per le malattie ossee di Careggi che, non contento di fare la diagnosi, si sta cimentando con la sfida di pre-

venire la malattia. Da dove prendia-mo il nostro calcio? Questo sarà l'ar-gomento di una pubblicazione che (grazie al contributo della Regione Toscana) a breve verrà diffusa in su-permercati e scuole di ogni ordine e grado. «Contribuirà a far compren-dere le ragioni per cui questo mi-nerale, finora correlato all'età avan-zata o alla menopausa delle donne, sia in realtà così importante duran-te tutto l'arco della vita», sottolinea la responsabile del centro per le ma-lattie ossee Maria Luisa Brandi. In particolare ci saranno delle tabel-le che spiegheranno la percentuale di calcio contenuta negli alimenti e insegneranno a fare le somme gior-naliere. «Una volta imparato il meto-do, per le nuove generazioni divente-rà automatico in futuro alimentar-si correttamente», continua Brandi. Intanto il Centro dà il suo contribu-to per mettere un primo tassello in questo lungo percorso.

IL CAVOLO A MERENDASe non beve latte, va bene an-

che la merendina o il gelato, ma me-glio evitare troppe bevande gassa-te, perché favoriscono la perdita di calcio nelle urine. Le pessime abitu-dini alimentari di giovani e anziani sono state messe a fuoco da alcune ricerche condotte dal Centro di Ca-reggi. Solo il 67% dei ragazzi fioren-tini fa regolarmente colazione ogni giorno; circa il 3% non la fa affatto. Fra gli studenti l'assunzione di latte nel primo pasto della giornata è li-mitata al 43%, mentre il 25% lo so-stituisce con succhi e spremute di arancia. Usi e costumi scorretti pe-

rò, si sa, si tramandano di padre in figlio, e allora ecco che un'altra ri-cerca ha messo in luce come, negli anziani osteoporotici, il calcio in-trodotto con la dieta è appena di 800 mg al giorno, contro i 1200-1500 raccomandati per questa fascia di età. Con il risultato che la perdita di massa ossea che ne deriva può

comportare gravi e dolorose frat-ture. Eppure, dice una terza ricer-ca, nei supermercati c'è un'offerta vastissima di prodotti ricchi di cal-cio. Le alternative sono molte, e dav-vero per tutti i gusti: biscotti, corn flakes, gomme da masticare, cara-melle, snack e formaggi. Ma vanno bene anche basilico, pecorino, pi-noli, cavolo, frutta secca e tutti gli alimenti che contengono la dizione

"arricchiti in calcio". L'importante è (come sempre) adottare una die-ta variata, fare il giusto mix e assu-mere la "giusta quantità" di calcio giornaliera.

LA GIUSTA DOSEAi neonati bastano 400 mg, da

uno a sei anni la quantità raddoppia, «ma il calcio è importante soprattut-to durante la pubertà e l'adolescen-za», dice l'autrice dell'opuscolo Eli-sa Bartolini, che ha dedicato la pro-pria tesi di laurea a questo argomen-to. Circa 1200 mg al giorno, perché lo scheletro a quell'età è in continuo sviluppo e quindi le ossa hanno bi-sogno del proprio nutrimento prin-cipale. Siamo "geneticamente pro-grammati" per raggiungere il picco di massa ossea a 25 anni: «ma è im-portante avere il giusto introito per

esprimere questo potenziale geneti-co», prosegue Bartolini. Dopo l'ado-lescenza la quantità necessaria di calcio si riduce a 1000 mg al giorno, per poi risalire, per le donne ultra-cinquantenni in particolare, ancora a 1200 mg giornalieri.

LE STAR DEL CALCIOUn litro di latte, intero o scre-

mato che sia, contiene la quantità di

calcio che serve in un giorno (120 mg di calcio x 100 g), e così pure un etto di grana (1200 mg, sempre x 100 g); mentre le acque minerali calciche (180-360 mg al litro) pos-sono rappresentare un valido ausi-lio sia per chi ha un'intolleranza al latte, sia a chi, per questioni di sa-lute, non può mangiare formaggi. Ed è pura leggenda, assicura Ma-ria Luisa Brandi, il fatto che faccia-no venire i calcoli.

La lista degli alimenti ad alto contenuto di calcio vede in prima fila i formaggi: pecorino (1100), emmenthal (1000) e provola (860) sono quelli che ne contengono di più. Seguiti da una nutrita schiera di pesci come le sarde (350), sgom-bro (180), alici (145). Particolar-mente ricchi di questo minerale

CALCIO

Nel latte ma non soloI consigli dei

nutrizionisti in un

opuscolo che sarà

distribuito anche

nei supermercati

diLaura D’Ettole

SALUTE

SALU

TE sono i prodotti ittici conservati con lo scheletro sott'olio o in salamoia. Anche il tuorlo d'uovo apporta un discreto contenuto di calcio (147), insieme a verdure come il cavolo verde (210) e le rape (190), o a le-gumi come ceci (142), fagioli sec-chi (130). Fra le erbe aromatiche preferite la salvia (fresca, 600 mg; secca o macinata, 1650), il basilico (fresco, 250 mg; secco o macinato, 2110) e l'origano (secco, 1580 mg). Ottima la frutta secca: mandorle (240), fichi secchi (186) e noccio-le (150) sono le più ricche.

Per i ragazzini vanno bene an-che le merendine al latte (200-300) e il gelato al latte (120), ma anche i biscotti arricchiti (270-400), i ce-reali per la colazione (250-400), i succhi di frutta (60-150), lo yogurt (120-150).

Qualcuno sarebbe infine felice di scoprire che contengono tanto calcio anche caramelle e chewing gum (400-900). Ma in questo caso, prima di farne un uso sconsidera-to, è meglio consigliarsi con il den-tista. ■

PREVENZIONE

AMICOCUOREDomenica 23 ottobre reparti di cardiologia aperti per informare i cittadini

Nonostante i grandi progres-si della cardiologia, ancora oggi le malattie cardiova-

scolari (infarto, angina pectoris, scom-penso cardiaco) restano tra le principa-li cause di morte. Un corretto stile di vi-ta può aiutare molto a prevenire que-ste malattie. Per saperne di più i citta-dini non devono fare altro che parteci-pare alla seconda edizione di "Cardio-logie aperte", l'iniziativa promossa dal-la Fondazione italiana per la lotta alle malattie cardiovascolari, onlus nata

per volontà dell'Anmco, l'associazio-ne che riunisce oltre 5 mila specialisti in cardiologia che si occupano anche di fare attività di educazione alla salu-te nelle scuole.

Domenica 23 ottobre i reparti di cardiologia degli ospedali resteran-no aperti per far conoscere da vicino a tutti i cittadini - anche a quelli che, for-tunatamente, non sono stati colpiti da queste patologie - le attrezzature me-diche, e per parlare insieme di cosa fa-re per prevenire l'insorgere delle malat-tie cardiache: camminare di più, smet-tere di fumare, ridurre i cibi che fanno aumentare i grassi nel sangue, tenere sotto controllo diabete e pressione alta. Tema principale di questa seconda edi-zione di "Cardiologie aperte" è "Saper riconoscere i sintomi dell'attacco car-diaco ed attivare il contrattacco". Car-diologi e infermieri faranno da guida nella loro sede operativa (ambulato-ri, laboratori, reparti), disponibili a ri-spondere a qualsiasi domanda e a da-re informazioni preziose: come capire se è in corso un attacco di cuore, come soccorrere il paziente ed attivare tem-pestivamente il 118. ■

Per sapere qual è l'ospedale più vicino che aderisce alla manifestazionewww.tuttocuore.it

FOTO F. MAGONIO

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44 INFORMATORE INFORMATORE 45

DANTE ALIGHIERI

L'ULTIMA SOSTA

Seicentottantaquattro an-ni fa moriva Dante Alighie-ri. Il grande poeta era nato

dentro la cerchia antica di Firenze nel-la zona compresa tra Orsanmichele e la Badia e, più precisamente, nel Se-sto di Por San Piero vicino alla chieset-ta di San Martino del Vescovo, nel mag-gio del 1265. Il padre del poeta era una persona oscura e la fanciullezza di Dan-te non fu allietata neppure dall'affetto materno, perché Bella, la madre, mo-rì quand'egli aveva appena superato i dieci anni; di nobile origine, alla fine del

tredicesimo secolo la famiglia di Dan-te non godeva però di eccessiva consi-derazione. La mancanza di amore fa-miliare e i primi studi presso i frati Mi-nori del vicino convento di Santa Cro-ce influirono sulla formazione del poe-ta, marcandone la severità del caratte-re e favorendone il misticismo. Ma l'av-venimento fondamentale della sua fan-ciullezza è l'incontro con Beatrice. Lui stesso, nella "Vita Nuova", confessa di averla conosciuta a nove anni (lei aveva

SEGNALAZIONI

circa un anno meno). L'amore per Bea-trice rimase sempre puro e, passan-do gli anni, assunse nell'animo di Dan-te altezze sublimi. Trascorse la giovi-nezza sotto l'influsso dell'amore idea-le. Questa prima grande rivelazione gli dischiuse anche il mondo della poesia, ma la poesia non poteva fargli dimen-ticare le vicende politiche della sua cit-tà. Era quello un mondo di lotte, odi e ri-valità, per gli uomini nati nel tredicesi-mo secolo non c'erano molte scelte: o vinti o vincitori. Dante si gettò nella lot-ta con tutta la violenza e la passionali-tà del suo carattere. Si arruolò nei ca-valieri d'assalto delle truppe fiorentine e partecipò alla guerra contro la ghibel-

lina Arezzo. Si comportò da valoroso al-la terribile battaglia conclusiva svoltasi nella piana di Campaldino, ai piedi del castello di Poppi, il pomeriggio dell'11 giugno 1289. Le esperienze militari non valsero ad appianare la passionalità politica di Dante: anzi, lo spinsero ad entrare nella vita pubblica con lo stes-so impeto di combattente a Campaldi-no. Fu una drammatica avventura rac-chiusa nel giro di sei anni (dal 1295 al 1301). Fu membro dei Savi e del Con-siglio del Popolo, priore e ambasciato-re. Al Papa che chiedeva a Firenze cen-to cavalieri rispose con un "no" risolu-to che in breve tempo gli sarebbe co-stato molto caro. Quando il poeta, nel-l'ottobre del 1301, andò ambasciatore a Roma, Bonifacio VIII lo trattenne fin-ché Carlo di Valois impose a Firenze il partito dei Neri, amici del Papa. Dante non rivide più la sua patria: lo raggiunse prima la condanna all'esilio, poi quella di morte e infine la notizia del saccheg-gio della sua casa.

DANTE TORNA A CASAIl Museo Casa di Dante ha recentemente riaperto i battenti

dopo tre anni di lavori. Al nuovo allestimento e all'arricchimento degli ambienti ha contribuito

l'amministrazione comunale, con l'abbattimento delle barriere architettoniche (è stato anche installato un

ascensore che porta all'ultimo piano) e la messa a norma degli ambienti museali.

Vivahotels, catena alberghiera specialista in Firenze, insieme alla Fondazione Romualdo del Bianco, ha

partecipato al restauro degli arredi e della documentazione originariamente esposti, andati in parte perduti a causa

dell'incendio che aveva reso inagibile la struttura.Il museo si trova nel centro storico di Firenze, a pochi passi

dal Duomo. Si tratta di una fedele ricostruzione di una dimora gentilizia duecentesca realizzata sotto la guida di

Giuseppe Castellucci agli inizi del 1900, nei luoghi in cui nacque e visse Dante. Il percorso espositivo ricalca le orme

del Sommo Poeta, delle sue opere, della sua famiglia, del suo esilio, della Firenze del suo tempo. Nei tre piani dell'edificio,

un tempo appartenuto alla nobile famiglia dei Giuochi, è custodito, tra le altre cose, il "Libro del Chiodo", sul quale si

annotavano le condanne, le monete dell'epoca dantesca, una raccolta di copie antiche della "Divina Commedia".

SEGNALAZIONI

Alla pagina

precedente,

dall’alto in

basso: affresco

(particolare) di

Raffaello - Stanze

Vaticane, Roma,

affresco di

Domenico di

Michelino (1466)

Duomo di Firenze

e l’abbazia

benedettina

di Pomposa.

CASA MUSEO DANTE ALIGHIERIvia Dante Alighieri

Firenze.Orario 9.30-12.30,

15.30-18.30Biglietto: 2,58 €

Chiuso il mercoledìtel. 055283962

Testo e foto diStefano Giraldi

Il lungo esilio di Dante cominciò nel 1302: si unì agli altri fuoriusciti speran-do di poter ritornare in patria con la for-za delle armi. I tentativi furono molti, ma inutili. Alla fine si convinse che era meglio abbandonare "la compagnia". Nell'esilio ritrovò l'equilibrio interio-re e chiarì la sua aspirazione poetica, trovando la via per creare il suo gran-de poema, "La Commedia". Nelle sue peregrinazioni si trovò a Verona, in Lu-nigiana, nel castello di Romena in Ca-sentino, forse anche a Parigi. Durante un viaggio di ritorno da Venezia si am-malò e giunto nei pressi di Ravenna mo-rì di febbri malariche nell'abbazia be-nedettina di Pomposa, a una quaranti-na di chilometri a nord di Ravenna. Era il 14 settembre del 1321. L'ultima so-sta del poeta.

SARTEANO IL DEMONE MALATO

L'ormai celebre tomba della "Quadriga infernale" di Sar-

teano, nel Senese, con i suoi straordi-nari dipinti del IV secolo a.C., ha offer-to un nuovo importante documento sul-la concezione che gli Etruschi avevano dell'aldilà. Su una parete del corridoio d'ingresso è presente un demone alle redini di un carro trainato da leoni e grifi, il cui volto manifesta una patologia me-dica evidenziata dalla sporgenza degli occhi che conferisce all'essere inferna-le un'espressione davvero inquietante. È stato ora riconosciuto che si tratta di

un sintomo del cosiddetto morbo di Ba-sedow, una delle più frequenti malattie endocrinologiche, cui sono soggette soprattutto le donne tra i venti e i qua-rant'anni e che si caratterizza per una nutrita serie di sintomi collaterali: an-che nel demone di Sarteano, oltre agli occhi esorbitanti, si notano l'affilatez-za del naso e delle labbra e, nel collo, l'ingrossamento della tiroide. Il pittore etrusco di Sarteano si sarebbe dunque ispirato all'aspetto dei malati del morbo

di Basedow, i cui sintomi, nell'ignoran-za medica dell'epoca, ben suggerivano una figura demoniaca: espressione di smarrimento, terrore, collera, insonnia, alternarsi di stati maniacali furiosi con altri di profonda depressione. Sino alla prima metà del Novecento, in assenza di terapie basate sul dosaggio ormona-le, le persone colpite da questo morbo andavano incontro a una degenerazio-ne che ne provocava spesso l'interna-mento in manicomi.

All'argomento è dedicato un articolo sul numero di settembre/ottobre di Archeologia Viva (edizioni Giunti)

EMPOLIIN MEMORIA DI RINAIntitolato a due figure storiche della Resistenza il nuovo Centro di documentazione sull'antifascismo

di Giovanni Lombardi

È stato intitolato alla memoria di Rina Chiarini e di Remo Scap-

pini il nuovo Centro di documentazio-ne sull'antifascismo, la Resistenza e la storia contemporanea di Empoli, inau-gurato recentemente.

Marito e moglie, entrambi empo-lesi, furono tra i principali protagoni-sti della lotta di Liberazione: per il suo contributo alla Resistenza Rina Chiari-ni fu insignita della medaglia d'argento al valor militare. Anche Remo Scappini pagò a caro prezzo il suo antifascismo, ma 12 anni di carcere duro non lo piega-rono. Fu a capo della rivolta del popolo genovese contro i nazifascisti, e come presidente del Comitato di Liberazione della Liguria ricevette nelle sue mani la resa delle truppe tedesche comandate dal generale Meinhof.

L'archivio conserva anche alcuni li-bri personali di Schiappini, che pur es-sendo di famiglia contadina aveva ben compreso il ruolo fondamentale del-la cultura per la crescita politica delle classi popolari. Il Centro non sarà uti-lizzato solo per la raccolta del materia-le documentario, ma diventerà luogo di analisi e di confronto su temi sempre di grande attualità, come libertà e de-mocrazia. Un riconoscimento impor-tante e meritato per Empoli, che con i

suoi 500 volontari nell'esercito di libe-razione è stato uno dei punti nevralgici dell'antifascismo in Toscana, aprendo nuove prospettive all'Italia.

Contemporaneamente è uscito il libro di Nada Parri "La vita amara", in cui l'autrice, già sindaco di Cerreto Gui-di, racconta la sua esperienza di don-na partigiana (la prefazione è firma-ta dal professor Ivan Tognarini, presi-dente dell'Istituto storico toscano del-la Resistenza). Presentato al conven-to degli Agostiniani dal professor Mar-cello Rossi, direttore della rivista fio-rentina Il Ponte, il libro sarà diffuso nel-le scuole.

Archivio storico della Resistenza empolese, via Torricelli 58 (zona Carraia), Empoli

QUARTERL'ARTE DEL GESTO

D irettamente dal Macedonian Museum of Contemporary Art

di Thessaloniki, in Grecia, arriva al Cen-tro Produzione Arte Quarter di Firenze, dal 6 ottobre al 13 novembre, la mostra

"Il gesto. A visual library in progress", un progetto a cura di Sergio Risaliti, Mari-na Fokidis e Daphne Vitali, organizzato da Fondazione Fabbrica Europa (Firen-ze) e Oxymoron (Atene). Decine gli arti-sti partecipanti, provenienti da nume-rosi paesi. La mostra è parte de "Il gesto nel patrimonio culturale europeo", pro-getto di ricerca sulla gestualità nel rap-porto tra arte e nuove tecnologie, pro-mosso dalla Commissione europea del-la cultura 2000. Un progetto espositivo in cui sono messe a confronto moltepli-ci espressioni fisiche, emozionali, per-sonali, politiche e sociali di artisti attivi dagli anni Sessanta fino ai nostri giorni sul tema del gesto nelle arti visive: ge-sto d'amore, gesto impossibile, gesto di resistenza o di trascendenza. Com-binati in modo non lineare, i diversi "do-cumenti" vengono presentati in forma di biblioteca visiva, creando un luogo di scambio, di piacere e di scoperta; una sfida ai codici convenzionali della sto-ria delle arti visive.

Info: Quarter, Centro Produzione Arte, viale Giannotti 81, martedì-sabato, ore 15.30 - 20.00. Chiuso il lunedì; Fondazione Fabbrica Europa, tel. 0552638365; www.gestureineurope.net

IL MUSEO

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46 INFORMATORE

LA RETROSPETTIVA

Barberinodel Mugello

VicchioMan Ray

MagieFino al 30 ottobre

Castello di Cafaggiolo

Merc. e ven. 14.30-18.30

Sab.-dom.10-12.30/

14.30-18.30Casa di Giotto

Sab.-dom.10-12/15-18

Ingresso: 2,50 euroInfo: Comunità

montana Mugellotel. 05584527242

- 3471122682

LA MOSTRA

Lucca Fortezza

di MontecarloNapoleone,

uomini e soldatiFino al 20 novembre

Orario: 10-13e 16-20, chiusa

martedì Ingresso: 8 €,

ridotto 6 €, gratuito sotto i 6 anni

Info:tel. 058322401

LA MOSTRA

ArezzoGalleria d'arte

modernaPiazza

S. Francesco, 4William Tode

Opere del periodo francese

1° ottobre-6 novembre

Orari: mar-.ven. 10-13/16,30-19,30

sabato e festivi 10-20

lunedì chiusoIngresso: € 7.00

Info:tel. 0575299255

L'EVENTO

Siena e provinciaArte all'arte

Arte Architettura Paesaggio

Fino al 6 gennaio 2006

Info: Associazione Arte Continua

Tel. 0577907157www.arteallarte.org

L'ARTE DELLA FOTOGRAFIA

Lo splendido castello di Cafaggiolo e la ca-sa natale di Giotto ospiteranno una gran-

de retrospettiva di Man Ray (Filadelfia 1890- Pa-rigi 1976), pittore, fotografo e autore di film al-l'avanguardia. Trasferitosi a Parigi nel 1921, ven-ne in contatto con esponenti dell'avanguardia europea; realizzò pitture con l'aerografo, colla-

ges, "oggetti", espe-rimenti fotografici. Celebri sono i suoi rayogrammi, com-posizioni astratte in bianco e nero su car-ta sensibile, e le sola-rizzazioni, create con l'esposizione alla lu-ce della lastra in fase

di sviluppo. A lui si deve il merito di aver innalza-to la fotografia al rango di arte, parificandola alla pittura e alla scultura. Le due mostre presentano un centinaio di opere, e il ciclo completo dei film. L'esposizione al Castello di Cafaggiolo si sofferma sull'attività del fotografo nell'ambiente parigino tra le due guerre, gli autoritratti e i ritratti femmi-nili, dalla celebre Lee Miller fino all'altrettanto ce-lebre Ady. La mostra alla Casa di Giotto presenta invece la parte del lavoro americano dedicato ai servizi per le grandi riviste come Harper's Bazar, in cui gioielli e acconciature etniche in particolare venivano introdotte nella moda del tempo.

LA DURA VITA DEL SOLDATO

L'esposizione è imperniata sulla vita quo-tidiana dei soldati francesi di epoca na-

poleonica - in particolare del periodo 1796-1804 - e sugli ordinamenti e la tattica militare utilizzati da Napoleone e dalla sua Grande Armée, l'eser-

cito da lui ideato. Uno sguardo sugli aspetti, spesso dimenticati, del-la dura vita del soldato - l'alimentazione, la sa-nità, il ruolo delle don-ne nell'esercito, la vita in caserma, il gergo mi-litare... - ma anche sul-

l'accuratissima organizzazione militare messa in piedi da Napoleone, sugli armamenti e sulle tatti-che da lui utilizzati. Oggetti originali, fedelissime riproduzioni di armi, uniformi ed equipaggiamen-ti, documenti e riproduzioni in scala, con soldatini, della battaglia d'Egitto e di una parata della Gran-de Armée, compongono il percorso espositivo.

DRAMMATICO E DOLCE

Per la sua più importante mostra collatera-le dell'anno, la Fiera Antiquaria di Arezzo

presenta William Tode, uno dei maggiori protago-nisti dell'arte del Novecento. Il maestro di Gonzaga espone ad Arezzo oltre 100 opere create dal 1955 ad oggi, opere che abbracciano il "periodo fran-cese", il Cubismo, il Cubofuturismo e il Tristano,

e racconta in un li-bro i segreti dell'an-tica tecnica pittorica dell'encausto creata dagli egizi 3700 an-ni fa. William Tode è uno dei maggio-ri protagonisti del-l'arte del Novecen-to. Pittore, scultore,

grafico, mosaicista, ceramista, storico dell'arte, in sessant'anni di attività ha saputo sempre rin-novare la sua arte. La sua pittura emoziona, è so-lare e piena di colori. Una pittura che entra nel-l'anima, "carica di una violenza disperata", come scrive Giulio Carlo Argan, ma anche di una dol-cezza infinita.

ARTE PER LE STRADE

Decima edizione per il progetto di Associa-zione Arte Continua con i Comuni di Buon-

convento, Colle di Val d'Elsa, Montalcino, Poggibon-si, San Gimignano, Siena. I sei artisti scelti per l'edi-zione di quest'anno, invitati a realizzare un'opera site specific per le città del circuito di Arte all'Ar-te, sono Cai Guo-Qiang (Colle di Val d'Elsa), Ola-fur Eliasson (Siena), Alberto Garutti (Buonconven-to), Anish Kapoor (San Gimignano), Tobias Rehber-ger (Poggibonsi) e Sislej Xhafa (Montalcino). 21 le installazioni permanenti del circuito di Arte all'Ar-te, che vanno a formare un itinerario di arte con-temporanea nella provincia di Siena. Un percor-

so che si snoda nel territorio con opere di artisti di fama mondiale diventate un importante patrimo-nio pubblico, come Jannis Kou-nellis a Montalcino e Mimmo Pa-ladino a Poggibonsi. Arte all'Arte 10 sarà accompagnata da un ca-talogo, edito da Gli Ori, che racco-glierà le immagini delle installa-zioni realizzate in questa edizio-ne e in quelle precedenti, con i te-sti di tutti i curatori. Previsto inol-tre un percorso naturalistico ed enogastronomico dei sapori locali.

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