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Estratto Storie Sepolte a Barsento Gabriele Rosato 2013

Sep 28, 2015

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Gabriele Rosato

Anteprima de "Storie Sepolte a Barsento. Testimonianze storiche e archeologiche di un Frammento di Puglia"
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  • StorieSepoltea Barsento

    Testimonianze Storiche e Archeologiche di un Frammento di Puglia

    Gabriele Carmelo Rosato

  • In copertinaLa chiesa di Santa Maria di Barsento in una foto di Mimmo GuglielmiIn quarta di copertinaIl viale che conduce alla chiesa di Barsento in una foto depocadal repertorio della fototeca Guglielmi

    Isbn: 978-88-95089-47-8StampaAGA - Arti Grafiche Alberobello (BA)Finito di stampare nel mese di maggio 2013

  • Alla mia famiglia; al Discreto Lettore,

    alla generazione che ci ha affidato il culto della Vergine,

    e a quanti ne perpetueranno lo spirito.

    Nelle sembianze del terren natoV un potere indicibil che raccende

    Ogni ricordo, ogni desir pi pio.So che spiagge, quai siansi, inclite rende

    Pi dun merto soave a chi vi nacque,

    E bella patria pur fra balze orrende

    Da Saluzzo di Silvio Pellico, in Poesie inedite di Silvio Pellico,

    Parigi, 1837

  • So m m a r i o

    Presentazione di angelo Martellotta pag 9Prologo 10

    Parte Prima: Il LuogoIdentificazione topografica e Geomorfologica del territorio 14La natura a Barsento 20Linsediamento di Barsento e la viabilit antica 24

    Parte Seconda: LindagineFonti letterarie e cartografiche antiche Indagine storiografica 36Indagine archeologica 41Ipotesi di raffronto 49

    Parte Terza: La ChiesaLarchitettura 54evoluzione strutturale 60Interno della chiesa 62opera di restauro 71

    Parte Quarta: La Storiacenni storici 79Terra di Confine 84Prospettive per il Futuro 87

    Parte Quinta: Storie Sepolteuna chiave di Lettura 92

    epilogo 105Bibliografia 111ringraziamenti 116Referenze iconografiche 119

  • 9PreSentazione

    Su una delle amene colline della Murgia dei Trulli si erge da pi secoli una delle chiese pi amate dalla popolazione locale. Due volte lanno, l8 maggio e l8 settembre, gli abitanti di Alberobello e di Noci, con mesto pellegrinaggio, la raggiungono nella primissima mattinata, e per tutta la giornata si coglie il via vai di fedelissimi giacch l da sempre si adora limmagine della Madonna con Bambino e altri Santi.

    Di questa spettacolare pieve che d nome allintera collina si sa ben poco: s scritto con difficolt per la carenza di documentazione negli archivi. Diverse schede hanno ribadito lessenziale senza convinzione, soprattutto per accontentare i lettori legati ai luoghi e il turista di passaggio che vi si imbatte o la raggiunge appositamente.

    La limitatezza delle informazioni, finalmente, stata superata dal giovane studioso Gabriele Rosato, laureando presso lUniversit del Salento, che di Barsento se ne oc-cupato, conquistato dallamenit del luogo, ma soprattutto dagli utili reperti che finora ha raccolto, catalogato, esaminato e descritto, suscitando in chi li ha rimirati la novit assoluta. S, proprio di questo si tratta: Gabriele provetto conoscitore dei reperti rinve-nuti e la sua preparazione culturale risultata preponderante oltre ogni dire.

    Questo libro dal titolo Storie Sepolte a Barsento - Testimonianze Storiche e Archeo-logiche di un Frammento di Puglia sar prontamente apprezzato, sar letto come lavoro sorprendente, perch dove cera la sterile conoscenza ora ci sono la storia, larcheolo-gia, larchitettura, il mistero, il culto e la tradizione

    al giovane autore si consiglia di consacrare ancora altro tempo allindagine, inso-stituibile motore di successo e sia sempre operativo per altri sensazionali risultati, ricchi di informazioni, che tutti attendono

    Angelo Martellotta

  • 10

    Prologo

    Il presente lavoro nasce da una serie di appunti collezionati nel corso degli anni: annotati secondo il naturale spirito di osservazione del patrimonio artistico locale, e come forma di personale devozione per il culto della Vergine venerata nella chiesa di Barsento. Quella che gi in tenera et si era rivelata una spiccata vocazione per il territo-rio di Barsento, pi di recente, si potuta rendere concreta in una sistematica trattazione svolta in seno agli obiettivi formativi degli studi universitari.

    La ricerca proseguita attraverso un metodico spoglio bibliografico e parallelamente conducendo una serie di ricognizioni autonome sul campo: queste hanno restituito un ampio ventaglio di dati, consentendomi di sottoporli ad esame e sviluppare infine il presente elaborato. Nello specifico, esso si configura come un primo tentativo di riunire in un unico testo il compendio aggiornato delle ricerche storiche e, pi di recente, arche-ologiche compiute nellarea rurale di Barsento, nellagro di noci, e in particolar modo sullomonima chiesa in situ

    Lanalisi del territorio sotto il profilo topografico ha comportato pure lapporto di una pletora di conoscenze provenienti da altre discipline, quali la geologia, la storia dellarte e, nondimeno, lagiografia e la numismatica. Queste, unite alle metodologie di ricerca archeologica, si sono rivelate la chiave di lettura utile alla comprensione delle principali dinamiche che, nei secoli, hanno interessato il comprensorio barsentino nel suo insieme e in relazione con le comunit limitrofe.

    Il lavoro di ricerca si conclude con largomentazione di una personale tesi inter-pretativa del sito, volta a cogliere le origini del primo nucleo abitativo indigeno, e la continuit di vita dellinsediamento sino al complesso di et medievale, con la conse-guente fenomenologia che ha determinato limposizione del culto per la Vergine Maria, tramandato sino ai nostri giorni

  • 11

    Lintenzione di questo studio rivolta alla promozione di una campagna di sensi-bilizzazione e tutela del nostro patrimonio storico-artistico, il quale non pu tuttavia prescindere dalla salvaguardia del territorio che lo custodisce. La tutela dellambiente, infatti, al di l di un mero discorso economico, si propone come un autentico investi-mento per il futuro, in quanto il paesaggio costituisce una delle ultime fonti di reddito non delocalizzabili.

    Questo studio tematico si rivelato una preziosa opportunit per approfondire la co-noscenza del territorio di mia provenienza e, nondimeno, unoccasione di discernimento personale

    Gabriele Carmelo Rosato

  • Molto suggestivo stato lattraversamento di un tratturo me-dievale, dal quale si aveva una visuale di variet paesaggistiche, costituite dalle bellezze delle verdi colline, dei prati fioriti di va-riopinti colori, delle valli, che cambiavano aspetto man mano che ci si addentrava nei boschi di fragno, di leccio, di roverella, con un folto sottobosco costituito da diverse specie come: rovi, rose e biancospino, che sprigionavano aria pura come di mon-tagna. Poi passando sotto i secolari lecci si arrivava alle grotte, e infine, attraverso lultima parte del tratturo si risaliva al colle dove appare la storica chiesa

    Da Escursione nel Bosco di Barsento di Giovanni Lippolis, in Nocigazzettino, anno XXVIII, n. 10, ottobre 1995

    Parte Prima Il Luogo

  • 14

    ParTe PrIMa

    Identificazione Topografica e

    Geomorfologica del Territorio

    Opportuno alla messa a fuoco dellargomento risulta lidentificazione dellarea sot-toposta a indagine Si tratta del comprensorio di Barsento, che si inserisce nel variopinto paesaggio pugliese, per la precisione nel pittoresco territorio rurale della Bassa Mur-gia nota in questo settore come Murgia dei Trulli1: luogo privilegiato per ammirare e contemplare il perfetto equilibrio tra laspetto del paesaggio naturale e linevitabile azione antropica Da un punto di vista amministrativo, pur nella sua compattezza, il territorio di Barsento si estende su circa 1100 ettari e si colloca entro il distretto mu-nicipale di Noci, bench prossima alle limitrofe Alberobello, Putignano e Castellana Grotte, ergendosi per lappunto al confine fra questi comuni.

    1 Definizione, lineamenti e caratteristiche riguardanti la cosiddetta Murgia dei Trulli sono fruibili in liuzzi, 1981

    Le fondamentali macrostrutture del paesaggio pugliese

  • 20

    ParTe PrIMa

    La natura a Barsento

    Errare per i campi e i boschi di Barsento significa ripercorrere un itinerario privile-giato per scrutare le meraviglie che riserva lameno paesaggio rurale: un sistema com-plesso che andrebbe posto sotto autentica tutela e valorizzazione in un moderno conte-sto di sviluppo sostenibile. Si tratta di un terreno fertile nel quale si sono sedimentate, nel corso dei secoli, le storie di molti uomini e donne che lhanno abitato.

    entro lirregolare mosaico di seminativi e vigneti, scanditi da muretti a secco, le col-ture arboree di Barsento rappresentano ancora oggi una perla rara per lintero scenario regionale come tramandano le testimonianze orali e comprovano le foto storiche, sino ad appena un centinaio di anni fa, prima della progressiva degradazione della copertura forestale, Barsento era unautentica collina boscosa: oggi ridotta a pochi lembi di terra adibiti essenzialmente al pascolo.

    Lecosistema locale, tuttavia, costituisce un quadro davvero suggestivo, vantando una vasta flora16 che annovera, tra laltro, specie mesofile, a testimonianza di un clima generalmente mite anzitutto la serie di querce, dalla singolare conformazione dei fusti, coinvolte in uneccezionale danza flemmatica: nel lento scorrere dei secoli, infatti,

    16 Un approfondimento sullimpianto vegetazionale barsentino e sulla tutela ambientale affrontato in leone, 1988 e leone, Vita, 1992 (pp. 91-95); lelenco completo delle specie vegetali presenti nellOasi di Barsento presente in Polignano, Sonnante, 1991 (pp. 31-36).

  • 24

    ParTe PrIMa

    LInsediamento di Barsento e la viabilit antica

    Lattuale sito di Barsento il risultato di un insediamento di notevole importanza sin dagli albori della protostoria, e ripreso secoli dopo per tutta let medievale: un au-tentico crocevia viario per una pastorizia sia di tipo longitudinale (lungo lasse Molise-Puglia) che in senso trasversale (dallo Ionio allAdriatico)31

    I motivi della scelta di occupazione originaria del sito sono essenzialmente ricon-ducibili alla morfologia del luogo (particolarmente adatta alla difesa e al controllo del territorio circostante), alla presenza di un articolato sistema di vie di comunicazione, e nondimeno alla disponibilit di un modesto approvvigionamento idrico. Il primo vil-laggio, ascrivibile alle popolazioni indigene, si svilupp assialmente sul crinale, come comprovato dai ritrovamenti archeologici32

    31 cfr Scianatico, Bitetto, SgoBBa, 2009 32 I risultati delle ricerche sono stati pubblicati in carrieri, 1999 (pp. 115-117).

    Stralcio della carta Tecnica regionale con demarcazio-

    ne della viabilit nellarea

    circostante alla chiesa di Barsento In rosso lindivi-duazione dellantico anello

    viario che oggi delimita parte del sito archeologico e che probabilmente coin-

    cise con linvaso urbano

    del casale di et medievale.

    In verde indicato un

    tratto dellodierna strada provinciale che coincide

    con il fondo della cosiddet-ta lama lungo i cui costoni sorse, con tutta probabilit,

    lantico villaggio protostorico

  • 36

    ParTe SeconDa

    Indagine Storiografica

    Ripercorrere la storia degli studi condotti in questarea unoperazione che si esau-risce in pochi frammenti e pagine di repertorio, in quanto le prime ricerche sistematiche si sono svolte solo negli ultimi decenni. Dovendo per tracciare una linea temporale pi puntuale, i primi studi storiografici che menzionano Barsento si fanno risalire alla tradizione letteraria del XVII secolo, con gli scritti di Pompeo Sarnelli13, vescovo di Bisceglie

    Tuttavia, questi come altre emerite dissertazioni, sono spesi pi che sul compren-sorio di Barsento su un monumento in particolare che esso custodisce Infatti, lunica autentica testimonianza ancora visibile dellesistenza in questo luogo di un antico insediamento abitativo la presenza di un edificio di culto, oggi noto come la chiesa di Santa Maria Assunta di Barsento La storia della sua fondazione, avvolta ancora nella

    13 In Sarnelli, 1680 si legge: In questo tempo il Duce Tulliano, carissimo di S. Gregorio, colle rendite di Silvia Ani-cia Madre del santo, e con quelle di Gordiano Frangipane Padre dellistesso, edific ne Monti Sipontini la Badia di Pulsano, e ne Monti Appennini del Castello delle Noci la Badia di Barsento de Monaci di S. Equizio, con la Grancia di S. Angelo nel Monte Laureto, e Pozzo Tulliano, hoggi Putignano della Comenda di Malta. In realt va detto, come precisato in gentile, 2003 (p. 37), che la data del 591 della presunta edificazione soltanto una posteriore deduzione cronologica fatta derivare da quella certa dellepistola gregoriana del luglio di quellanno, che il Sarnelli a trascrivere per intero. A questo proposito suggerito un ulteriore raffronto con gregorio magno, 1998

    Frontespizio della prima edizione delle Conferenze Istoriche di Pietro Gioia

  • 41

    LInDaGIne

    Indagine archeologica

    Le tesi sinora esposte sono state parzialmente messe in discussione da parte di Gioia Bertelli28 dellUniversit degli Studi di Bari che, sottolineando come il monumento non presenti alcuna caratteristica architettonica tale da farlo ritenere una costruzione realiz-zata nellalto Medioevo, ha proposto una nuova datazione

    La Bertelli, partendo dalla considerazione che labsidiola centrale presenti una fi-nestrella quadrata, ha potuto asserire che questo elemento sia tipico delle costruzioni romaniche di tipo rurale, piuttosto che di epoca longobarda. In questa maniera ha sug-gerito una nuova datazione che dilata lepoca di edificazione tra lXI e il XII secolo.

    nellultimo squarcio di secolo scorso, nel 1998, queste considerazioni trovarono accoglimento a seguito di ricerche pi approfondite, compiute da parte di unquipe di-retta da Miranda carrieri29, della Sovrintendenza archeologica della Puglia Si devono a questa operazione le uniche ricerche archeologiche ufficiali in zona. Sulla scorta di numerosi reperti ceramici e litici (come pietre dure dimportazione) di et protostorica, propriamente storica e medievale rinvenuti durante una ricognizione di superficie, si

    28 Le ricerche sono state pubblicate rispettivamente in Bertelli, 1981; Bertelli, 1983; Bertelli, 1984 29 I risultati delle ricerche sono editi in carrieri, 1999 (pp. 115-117) e andreaSSi, 1999 (pp. 759-797).

    Dettaglio della finestrella murata collocata sul retro dellabside centrale. Attualmente meno visibile poich imbiancata.

    Alcuni reperti rinvenuti nel 1998: figurano un frammento di intonaco di capanna con impronta, uno strumento litico di pietra dura, il frammento di una macina e altri fram-menti ceramici minuti

  • 49

    LInDaGIne

    Ipotesi di raffronto

    Gli studi pi recenti si sono concentrati sullanalisi del complesso di Barsento sulla base di confronti con costruzioni coeve in ambito pugliese e sovraregionale. Tra i primi studiosi a rintracciare ipotesi di raffronto con altri edifici noti, Arnaldo Venditti40 mise in relazione il tempio di Barsento con la chiesa di San Pietro a Crepacore nel comune di Torre Santa Susanna (BR) per alcune affinit, quali la tripartizione delle navate e la scansione in due campate della navata centrale, avendola collocata almeno anterior-mente al IX secolo

    Gi DAndria41 aveva individuato la maniera con cui labside, di pianta perfettamen-te semicircolare, si innesta nel muro di fondo della navata centrale, presentando di fatto delle analogie con la chiesa longobarda di SantIlario a PortAurea42 in Benevento, da-

    40 cfr Venditti, 1969 (pp. 45-72) e, pi di recente, si veda anche maruggi, laVermicocca, 200041 cfr dandria, 1967 (p. 212).42 approfondimento contenuto in rotili, 1959 (p. 530).

    chiesa di San Pietro a crepacore chiesa di SantIlario a Portaurea

    chiesa di Santa Maria Foris Portas chiesa di San Giovanni in Sinis

  • 54

    ParTe Terza

    Larchitettura

    Le pi recenti ricerche su Barsento si sono concentrate sullarchitettura della chiesa, e limpostazione tecnica degli specialisti si rivelata utile al proseguo degli studi. Fra questi figura larchitetto nocese Francesco Giacovelli1, che ha ricostruito le linee della prima fase costruttiva del monumento Secondo la sua interpretazione, la chiesa doveva presentarsi in origine come un edificio ad aula unica monoabsidale corrispondente allattuale navata centrale con tetto a falde inclinate coperto da chiancarelle (ba-solette di pietra calcarea locale), la cui quota dovette essere molto pi bassa rispetto allattuale copertura, lo comprovano gli evidenti segni di cornici sul prospetto nord-est La muratura della chiesa costituita da una serie di blocchetti quadrati di pietra calcarea dallandamento piuttosto regolare; il materiale fu ricavato in gran parte dalle cave loca-li, di cui ricco il terreno carsico circostante. Tuttavia, esaminando pi attentamente il materiale di costruzione, si scoperto come parte della facciata primitiva di nord-est fu eseguita con conci di tufo materiale non presente nella Murgia sud-orientale piutto-sto che con la pietra locale2. Ci comproverebbe limpiego della Via Barsentana per gli scambi commerciali con la citt di Mottola, il cui sottosuolo interessato dalla presenza di tale materiale

    Secondo linterpretazione degli architetti, la chiesa non sarebbe da ascrivere allet longobarda, considerando pure un possibile ampliamento a tre navate realizzato nellXI secolo Il protiro fatto risalire invece al XV secolo, cos come il campanile a vela posto

    1 cfr de Pinto, giacoVelli, montanaro, 1989; Bauer, giacoVelli, 1981; giacoVelli, 1998 2 Fonte: ferulli, 2004 (p. 51).

    Prospetto frontale del complesso di Barsento, composto dalla chiesa omonima e dallantico casale

  • 60

    ParTe Terza

    evoluzione Strutturale

    Lantica documentazione capitolare ci informa sulle notevoli trasformazioni che la chiesa ha subito nel corso della sua storia. Nelle sue Conferenze Istoriche, Pietro Gioia riferisce che, quando il casale De Bellis fu distrutto dai Mottolesi (nel 1040), la chiesa fu risparmiata dal saccheggio, ed intorno al tempio risorse lantico villaggio barsentino. Questo avvenimento, a dire il vero, non trova un riscontro con la realt dei fatti storici, tuttavia la Bertelli farebbe risalire proprio a questo momento storico lampliamento a tre navate

    Altri indizi riguardanti levoluzione storica e architettonica della fabbrica di Bar-sento sono riscontrabili nei libri delle Conclusioni Capitolari7, dai quali si evincono le modifiche apportate alla struttura originaria nel XVIII secolo. in questo periodo che si fa risalire il rifacimento del tetto, linnalzamento delle volte e le conseguenti modifi-che dei profili delle falde di copertura. La stessa copertura, distinta con tetti a spioventi per ogni navata, risulta piuttosto inconsueta e si spiegherebbe con lampliamento della chiesa

    Questa indicazione permette di stabilire che le capriate lignee sostenevano la copertura della chiesa almeno sino al XVIII secolo nella Conclusione del 15 gennaio 1709 si face-va riferimento al taglio degli alberi per ricavarvi il legname necessario alla realizzazione delle travi indispensabili per lacconcio. datato 4 agosto dello stesso anno, invece, quella

    7 Le citazioni qui riportate sono contenuti in archiVio chieSa matrice di noci, 1709 consultati per questo studio attraverso il loro prezioso riproponimento nel saggio di de Pinto, giacoVelli, montanaro, 1989

    casale adiacente alla chiesa di Barsento prima dei lavori di restauro

  • 62

    ParTe Terza

    Interno della chiesa

    Il visitatore che oggi si reca alla chiesa vi si introduce attraverso il pronao, ai cui lati sono inseriti delle massicce panche in pietra: squi-sito luogo di sosta per i fedeli accorsi in pel-legrinaggio. Lambiente si configura come un breve vestibolo, entro il quale ravvisabile il criterio funzionale di una pi antica struttura architettonica: il nartece (nello specifico leso-nartece). A Barsento, sotto un profilo formale, si tratta piuttosto di un portichetto chiuso ai lati, coperto da una piccola tettoia a due falde che, con tutta probabilit, era atto ad ospitare i catecumeni e i fedeli pubblici penitenti prima dellingresso nel tempio, cos come accade an-cora oggi a chi vi si reca in pellegrinaggio

    Vestibolo interno al protiro antistante la fabbrica originaria

    Interno della chiesa

  • 71

    La cHIeSa

    Restituzione grafica dellaula centrale secondo il profilo originario: facciata principale e retro

    opera di restauro

    Durante i lavori di restauro15 stato possibile rintracciare le varie fasi evolutive della chiesa, evidenziando lantica muratura che doveva corrispondere alla fase costruttiva relativa allaula unica Qualora la chiesa sia davvero stata in origine a navata unica, si collocherebbe a questo stadio, il tetto a falde inclinate con la copertura a capriate lignee.

    La Bertelli16 rintracciava il passaggio al nuovo impianto trinavato alla met dellXI sec. A questo punto, il tetto sempre a falde inclinate dovette subire una modifica anche nella copertura, questa volta a chiancarelle, bench di quota evidentemente infe-riore rispetto a quella attuale17

    Nella primavera del 2004 si conclusa la prima fase dei restauri della calotta absidale nella navata destra della chiesa In questa maniera sono tornati alla luce tracce di un antico

    15 I lavori di restauro sono stati realizzati nellaprile del 2004 dallimpresa edile De Bellis di Nard, sotto la supervisione dellingegnere dott ceo e degli architetti dott ssa De Pinto e dott Giacovelli

    16 cfr Bertelli, 1981a; Bertelli, 1981b; Bertelli, 1983; Bertelli, 1984 17 Prova ne sarebbero i chiari segni delle cornici visibili sul prospetto est del tempio.

  • 84

    ParTe QuarTa

    Terra di Confine

    nel tentativo di ricostruire in maniera quanto pi fedele le vicende che hanno segna-to la storia di Barsento, emergono le cronache del popolo che lha abitata per secoli. la storia della sua entit civica: una Storia compiuta nel concreto da contadini, sostentati dalle preziose risorse che il fertile e boscoso territorio ha potuto offrire loro. Si tratta di un popolo nutrito dal culto autentico per un unico Dio e devoto al suo santo Tempio che dopo secoli e alterne vicende regge ancora, memore di antiche storie ovviando alle aspre questioni concernenti la giurisdizione territoriale26, si pu convenire sul fatto che a Barsento sia comunque esistito un fiorente nucleo abitativo almeno fino allalba del XV secolo27, e prova ne sarebbe la chiesa stessa, centro di raccolta per lintera comunit.

    Barsento teatro di modeste ma significative vicende storiche per certo da rite-nersi una Terra di Confine28: posta come cerniera in una fascia di terra che di per s un confine naturale (il Canale delle Pile), quindi rappresenta da sempre un territorio conteso, in quanto appetibile per qualsiasi dominio. Lo stesso Canale di Pirro vide il susseguirsi di diverse dominazioni forestiere, fino a che nel XVII secolo fu spartito fra la curia di Monopoli, la contea di conversano e il Ducato di Martina Franca un secolo dopo, era soggetto ad ulteriori divisioni, questa volta di ordine municipale, fra i comuni di Monopoli, Fasano, Putignano, Alberobello e Castellana Grotte.

    Come ogni sistema, anche la storia di Barsento conobbe un momento di crisi, che dovette determinare diverse ondate emigratorie. Un fenomeno che interess via via tutta la popolazione, che si spinse dapprima verso Monopoli, poi verso altre contrade come Castellana e Noci, sino a giungere alla Selva di Alberobello.

    Protagonista indiscussa stata una comunit di contadini, ma pure di fedeli che, al di l della propria identit territoriale cui dovevano essere poco avvezzi i cittadini del tempo , enumerava anche le popolazioni dei villaggi circostanti, e che radunava tutti in peregrinazione verso ununica meta: la chiesa di Santa Maria.

    26 Si tratta di definire se, in origine, Barsento abbia goduto di autonomia territoriale oppure sia stato soggetto alla giuri-sdizione feudale di Monopoli Propende per la prima ipotesi morea, 1892 (p. 149) sulla scorta dellatto di donazione del 1115 citato alla nota 43; mentre a favore della seconda ipotesi lanera, 1979 (p. 136). Per un approfondimento della questione si rimanda alla consultazione di gentile, 2003 (pp. 139-146).27 cfr lanera , 1979 (p. 137).28 cfr gentile, 2003 (pp. 144-146).

  • 87

    La STorIa

    Prospettive per il Futuro

    Ed proprio alla natura, che circonda e avvolge questo scrigno di storia al centro di animati dibattiti che mirano le prospettive per il futuro di questo Frammento di Pu-glia: alla salvaguardia del territorio e delle sue eloquenti testimonianze archeologiche, unanimemente considerate patrimonio della collettivit. Gi oltre ventanni fa, autore-voli firme30 auspicavano una salvaguardia di Barsento condotta organicamente, inten-dendo il complesso monumentale e larea circostante elementi intimamente correlati fra loro; e si cerca ancora oggi di dare compimento al lungo iter di tutela e conservazione del sito

    Sul comprensorio di Barsento insiste un sistema di vincoli31, infatti, larea risulta inserita tra i siti archeologici e i beni artistici di preminente interesse regionale. Gi nel 1985, le superfici a carattere boschivo del sito di Barsento risultavano assoggettate a vincolo paesaggistico32, in quanto ritenute di notevole interesse pubblico. Barsento dal 1986 Zona Oasi di Protezione33, e vincolato ai sensi del decreto legislativo 99/49034 Dal 1997, la regione Puglia35 ha reso parte di questarea Riserva Naturale orientata Regionale, individuando in Barsento la sede di uno dei futuri Parchi Naturali Regionali

    30 Per la citazione si fa riferimento a de Pinto, giacoVelli, montanaro, 1989 (pp. 79-84). Ulteriore appassionato appello proviene da un articolo ancora pi remoto ma tanto significativo in laforgia, 1964 (pp. 1-6).

    31 La stessa chiesa di Barsento fu sottoposta a vincolo diretto, ai sensi dellarticolo 4 della Legge 1089 del 1 giugno 1939 (legge gi abrogata dall'art. 166 del D.Lgs. 490/99), con atto declaratorio del 16 marzo 1981 (n 2306), in quanto si tratta di un manufatto di notevole interesse storico-artistico. Inoltre, larea che circonda questo monumento stata anchessa sottoposta, con Decreto Ministeriale del 23 novembre 1981 (ai sensi dellarticolo 21 della stessa Legge 1089), alla prescrizione di vincolo indiretto. La masseria adiacente, infine, risulta assoggettata a vincolo diretto come la chiesa (art. 4 - L. 1089) con Decreto Ministeriale del 16 aprile 1984.

    32 a seguito delle disposizioni della Legge Galasso (431/85), con Decreto Ministeriale del 1 agosto 1985, che allora rap-presentava la prima normativa organica per la tutela dei beni naturalistici e ambientali nel nostro Paese.

    33 con Decreto del Presidente della regione Puglia n 439 dell8 luglio 1986 risultava istituita lOasi di Barsento, compren-dente porzioni di territorio del Comune di Noci, Alberobello e Putignano, per unestensione totale di circa 1100 ettari.

    34 I beni culturali che compongono il patrimonio storico e artistico nazionale sono tutelati secondo le disposizioni del Decreto Legislativo del 29 ottobre 1999, n. 490 del Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali.

    35 Si fa riferimento alla legge regionale 19 del 24 luglio 1997 (secondo la direttiva U.E. 92/43). In quelloccasione, la regione Puglia approvava la Legge regionale recante le norme per listituzione e la gestione delle aree naturali protette

  • 92

    ParTe QuInTa

    Una chiave di lettura: Il Tempio di Salomone e la chiesa di Barsento

    La storia si fa con i documenti! Da sempre riecheggia nelle aule di scuola questo assunto: quasi come un assioma universale per il quale non ci sia bisogno di una dimo-strazione, perch evidente di per s 1 Evidente, piuttosto, che lo storico di professione non pu prescindere dai documenti (dal latino doceo, insegno), i quali forniscono una testimonianza diretta bench pi o meno attendibile di un dato periodo storico. Il problema sorge quando non si dispone di libri, carte, pergamene, papiri ed epigrafi. Con le parole di un grande storico francese del Novecento, Lucien Febvre, introduco lultimo capitolo di questo elaborato, nel quale mi riservo di enucleare una personale chiave inter-pretativa dello schema architettonico della chiesa di Barsento, per la quale come sug-gerisce lo storico francese si rendono utili, alla volta, fonti documentarie e materiali La storia si fa con i documenti scritti, certamente. Quando esistono. Ma la si pu fare, la si deve fare senza documenti scritti se non ce ne sono. Con tutto ci che lingegnosit dello storico gli consente di utilizzare per produrre il suo miele se gli mancano i fiori consueti. Quindi con delle parole. Dei segni. Dei paesaggi e delle tegole. Con le forme del campo e delle erbacce. Con le eclissi di luna e gli attacchi dei cavalli da tiro. Con le perizie su pietre fatte dai chimici. Insomma, con tutto ci che, appartenendo alluo-

    mo, serve alluomo, esprime luomo, dimostra la presenza, lattivit, i gusti e i modi di essere delluomo. Forse che tutta una parte, e la pi af-fascinante, del nostro lavoro di storici non con-siste proprio nello sforzo continuo di far parlare le cose mute, di far dir loro ci che da sole non dicono sugli uomini, sulle societ che le hanno prodotte, e di costituire finalmente quella vasta rete di solidariet e di aiuto reciproco che sup-plisce alla mancanza del documento scritto?

    Lucien Febvre, Vers une autre histoire, op. cit.

    1 Definizione di assioma dal Dizionario Sabatini Coletti, rizzoli - Larousse, 2007

    Historia: lallegoria della storia in un dipinto di Nikolaos Gysis, 1892

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    ePilogo

    S anselmus cantuariensis, Liber meditationum et orationum,

    Meditatio XI: De redemptione humana

    Congedarmi da questo scritto mi d pena pi del giusto: la sua redazione ha riempito molte delle mie giornate, e soprattutto molte notti, di questultimo anno Suscita in me una piacevole emozione osservare i miei appunti collezionati nelle calde mattinate da-gosto, ancora polverosi di terra arida, e quelli sottratti alla pioggia dei cupi pomeriggi autunnali

    Sono le parole di Santanselmo daosta, vescovo e dottore della chiesa vissuto a cavallo dei secoli XI-XII, a suggermi gli ultimi versi di questo saggio, redatto come for-ma di personale devozione per il culto della Vergine Maria nella cappella di Barsento Elevato alla dignit di arcivescovo nella celebre sede di Canterbury, il chierico aostano rest umile nello spirito, accostandosi ai misteri cristiani con vivo slancio del cuore e dellintelligenza come suggerito nellincipit di questo epilogo, era solito supplicare il Signore affinch lo aiutasse a percepire con il cuore quanto toccava con lintelligenza: questa grazia, che condivide anche con noi nella preghiera, permette di esplorare le ra-gioni segrete e ineffabili della Fede, un intimo scrutare che visibile solo allo sguardo del cuore

    Sui banchi di scuola e, pi di recente, universitari, ho lopportunit di estendere gli orizzonti delle mie conoscenze; ma questa esperienza di viaggio pi delle altre ha lasciato una traccia di s che reca delle impronte indelebili, esortandomi ad affinare senza presunzione alcuna quella che lo stesso Abate Anselmo avrebbe definito lintel-ligenza del cuore

    Te ne prego, Signore, fa che io possa gustare

    per mezzo dellamore ci che gusto con la conoscenza;

    che io provi nellaffetto ci che provo nellintelligenza

    Fac, precor, Domine, me gustare per amorem quod gusto per cognitionem; sentiam per affectum quod sentio per intellectum

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    BiBliografia

    AA.VV., 2006, Dal Canale di Pirro al Canale delle Pile, tra storia e geografia, atti del Se-minario di Studio, Alberobello 1997, pp. 144

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