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PSICOLOGIA DELLE SCELTE mod. 2 - le scelte di carriera Paola Magnano [email protected] LEZ. 5 + CONTESTO Lo sviluppo di carriera non può più essere considerato con caratteristiche di linearità, ma è oggi multisfaccettato, instabile, ciclico e richiede transizioni ed una continua definizione e ri-definizione lungo tutto l’arco della vita (Bimrose, Barnes, & Hughes, 2008; Hearne, 2010; Bimrose & Hearne, 2012). Una delle competenze chiave richieste nella progettazione del proprio sviluppo professionale è l’abilità di fronteggiare transizioni multiple, anche in periodi della vita in cui, tradizionalmente, le transizioni dovrebbero ridursi e lasciare il posto alla stabilità (Council of the European Union, 2008). Ripensamento dei modelli di career counseling alla luce di tali mutamenti e la necessità di considerare, nell’ambito di nuovi framework teorici, nuovi costrutti in grado di “attrezzare” le persone a gestire situazioni lavorative sempre più caratterizzate di condizioni di rischio e di incertezza.
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Feb 17, 2019

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PSICOLOGIA DELLE SCELTE mod. 2 - le scelte di carriera

Paola Magnano

[email protected]

LEZ. 5

+CONTESTO

■ Lo sviluppo di carriera non può più essere considerato con caratteristiche di linearità, ma è oggi multisfaccettato, instabile, ciclico e richiede transizioni ed una continua definizione e ri-definizione lungo tutto l’arco della vita (Bimrose, Barnes, & Hughes, 2008; Hearne, 2010; Bimrose & Hearne, 2012).

■ Una delle competenze chiave richieste nella progettazione del proprio sviluppo professionale è l’abilità di fronteggiare transizioni multiple, anche in periodi della vita in cui, tradizionalmente, le transizioni dovrebbero ridursi e lasciare il posto alla stabilità (Council of the European Union, 2008).

■ Ripensamento dei modelli di career counseling alla luce di tali mutamenti e la necessità di considerare, nell’ambito di nuovi framework teorici, nuovi costrutti in grado di “attrezzare” le persone a gestire situazioni lavorative sempre più caratterizzate di condizioni di rischio e di incertezza.

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+ Riferimenti teorici RISCHIO

■ Differenza tra Rischio che implica probabilità misurabili ed opportunità conosciute ed Incertezza in cui, invece, le probabilità non sono misurabili e prevedibili e le opportunità sono indeterminabili (Knight, 1921).

■ Più recentemente alcuni studiosi (Leigh, 1999; Volz & Gigerenzer 2012; Mousavi &

Gigerenzer, 2014) hanno applicato tale distinzione alle situazioni decisionali, classificandole in: (a) situazioni di certezza, in cui ogni azione conduce ad un esito prestabilito; (b) situazioni di rischio, in cui sono noti tutti i possibili esiti e le loro probabilità; (c) situazioni di incertezza, nelle quali gli outcome sono conosciuti, ma non lo sono le probabilità del verificarsi di essi.

+ Riferimenti teorici RISCHIO

■ Quando utilizziamo i processi decisionali nella quotidianità, ci confrontiamo soprattutto con una componente soggettiva: la percezione del rischio e con l’esperienza di incertezza (Vieria, Pappàmikail, & Resende, 2013).

■ Inoltre, la massiccia diffusione di conoscenze e competenze ha portato ad acquisire consapevolezza dei rischi virtuali (Beck, 1992; Beck & Beck-Gernsheim,

2001; Beck, Giddens, & Lash 1994; Giddens, 1991). La capacità di percepire, anticipare e trattare con rischio virtuale diventa, nel mondo attuale, un’abilità vitale (Beck, 1992) poiché cerca di prevenire situazioni incontrollate e di potenziale vulnerabilità.

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+ Riferimenti teorici RISCHIO

■Viviamo quindi in un mondo nel quale le persone, dovendo frequentemente prendere decisioni e fare scelte multiple, si confrontano con l’esperienza di incertezza e di ansia ad essa legata (Bauman, 2007; Leccardi, 2006) …

■… soprattutto quando si tratta di momenti cruciali, “in cui gli individui sono chiamati a prendere decisioni che sono particolarmente rilevanti per le loro ambizioni, o più in generale per la loro vita futura” (Giddens,

1991, p. 112).

■La capacità di definire ciò che potrebbe accadere in futuro e di scegliere tra le alternative è al centro delle richieste della società del terzo millennio: abilità chiave, secondo Bernstein (1996), è la capacità di gestire il rischio e di assumere rischi per fare scelte lungimiranti.

+ Riferimenti teorici RISCHIO

Date queste premesse, possiamo concludere che: ■ è necessario un ripensamento dei significati attributi al

rischio, che, oggi, deve caratterizzarsi soprattutto come opportunità;

■ non è possibile trascurare la dimensione soggettiva connessa alla percezione del rischio, più che al rischio in sé – come mero calcolo delle probabilità;

■ non è possibile altresì trascurare le componenti emotive legate al rischio, in particolare l’emozione di paura, che può rappresentare un ostacolo all’azione.

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+ Riferimenti teorici RISK INTELLIGENCE

■ Il nostro contesto educativo e culturale è incredibilmente cieco per quanto riguarda l’alfabetizzazione emotiva del rischio (Gigerenzer, 2015).

■ Una gestione intelligente del rischio trova nella ricerca della certezza il suo maggior ostacolo:

■ l’incertezza è, per la maggior parte delle persone, qualcosa di indesiderabile

■ la maggior parte delle persone è refrattaria verso l’incertezza perché è impaurita dalla imprevedibilità degli eventi (Bright & Pryor, 2008)

■ la paura del fallimento è una ben nota barriera verso l’azione, che attiva comportamenti autolimitanti (Tseng & Carter, 1970)

■ le persone che hanno un’elevata esigenza di certezza tendono ad adottare comportamenti stereotipici (Neuberg & Newson, 1993)

+ Riferimenti teorici RISK INTELLIGENCE

■ È definita come la capacità di stimare accuratamente le probabilità (Evans, 2012). Essa si riferisce ad un particolare atteggiamento, di valutazione dei rischi nel prendere o meno una decisione, in soggetti abili nel gestire condizioni di incertezza, che solitamente, ad altri, procurano stati di disagio e di ansietà.

■ Apgar (2006) la definisce come la capacità di un individuo o di un'organizzazione di valutare efficacemente i rischi; comporta la classificazione, la definizione e la verifica delle minacce; la capacità di percepire le relazioni e di imparare in fretta; la conservazione e il recupero di informazioni pertinenti; l’abilità nel comunicare in modo efficace e la regolazione di nuove circostanze.

■ Secondo la definizione di Funston e Krell (2010) l’intelligenza del rischio è la capacità di distinguere efficacemente tra i due tipi di rischi: i rischi che devono essere evitati per sopravvivere, così da evitare perdite o danni e i rischi che devono essere assunti per guadagnare un vantaggio competitivo; essa comporta la capacità di tradurre le intuizioni in giudizio superiore e azioni concrete, per migliorare la resistenza alle avversità e migliorare l'agilità di cogliere le opportunità.

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+ Caratteristiche psicologiche associate alla Risk Intelligence

■ Ciascun individuo differisce dagli altri nel modo di approcciarsi al rischio.

■ Molti tratti di personalità sono stati associati alla tendenza ad assumersi rischi o ad evitarli, come, ad es., la motivazione al successo, il sensation seeking, l’orientamento verso l’incertezza, il controllo.

■ Alcune caratteristiche di personalità facilitano od ostacolano l’assunzione di rischio, qualsiasi significato esso abbia, portando le persone ad evitare o meno situazioni in cui di richieda l’assunzione di rischi.

+ Caratteristiche psicologiche associate alla Risk Intelligence

■ Alcuni fattori del modello Big Five sono correlati con il risk-taking: apertura all’esperienza ed estroversione sono positivamente correlati, coscienziosità e nevroticismo sono negativamente associati. Sono state inoltre verificate relazioni positive tra l’assunzione di rischi e senso di autoefficacia; l’autoefficacia può essere considerato un fattore-risorsa che consente di confrontarsi meglio con le situazioni di incertezza (Schwarzer, 2014).

■ Anche l’atteggiamento verso l’innovazione, che si riferisce all’apertura verso nuove esperienze e stimoli, alla disponibilità ad utilizzare nuove idee e a riconoscerne le potenzialità, è stato messo in relazione con il risk taking.

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+ Caratteristiche psicologiche associate alla Risk Intelligence

■ La relazione tra creatività e rischio è stata esplorata in numerosi studi: sono molti in cui gli autori che associano il rischio al comportamento creativo.

■ Quando le persone, soprattutto in contesto lavorativo, sono disposte a correre dei rischi si respira un clima di creatività (Tesluk, Farr, & Klein, 1997).

■ La creatività è definita come la produzione o la generazione di nuove idee, prodotti o processi;

■ lo stile creativo si declina lungo il continuum adattamento-innovazione, che viene associato a specifiche caratteristiche di personalità.

■ In uno studio recente viene messo in evidenza come gli ‘innovatori’ abbiano punteggi più elevati nell’assunzione di rischio, nell’estroversione e nel perseguimento degli obiettivi rispetto agli ‘adattati’, i quali preferiscono strategie di evitamento del rischio e mostrano più elevati livelli di coscienziosità.

+ Caratteristiche psicologiche associate alla Risk Intelligence

■ Un altro dei costrutti considerati nella letteratura sul rischio è la risk propensity definita come la tendenza ad evitare o assumersi rischi; è concettualizzata come un tratto individuale, sufficientemente stabile che, però, può essere appreso o sviluppato sulla base delle esperienze (Sitkin &

Weingart, 1995).

■ Rohrmann (2005) distingue invece tra: (a) risk attitude: un generico orientamento (mind-set) verso l’assunzione o l’evitamento del rischio quando è necessario prendere delle decisioni dall’esito incerto; (b) risk propensity: l’atteggiamento verso l’assunzione dei rischi; (c) risk aversion: l’atteggiamento verso l’evitamento dei rischi.

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+ Dimensioni della Risk Intelligence

■ Atteggiamento positivo verso l’incertezza: se la risk attitude è definita come una risposta scelta consapevolemente di fronte ad una significativa incertezza, la percezione dell’incertezza come opportunità e risorsa e l’attribuzione ad essa di un significato positivo rappresentano caratteristiche imprescindibili di chi approccia i rischi senza sentirsi da essi minacciato.

■ Controllo dell’impulso ad agire: l’autocontrollo viene considerata una caratteristica efficace nella RI; infatti, quando le persone impulsive sono chiamate ad effettuare una scelta tra risultati meno significativi ma più immediati e obiettivi più ambiziosi, ma a lungo termine, tendono a scegliere i primi. L’impulsività, di conseguenza, rappresenta un ostacolo alla gestione intelligente del rischio.

+ Dimensioni della Risk Intelligence

■ Autoefficacia decisionale: implica la capacità di affidarsi alle proprie capacità e la sensazione di padroneggiare le situazioni; numerosi studi hanno messo in relazione la percezione di autoefficacia in ambito manageriale con la capacità di fronteggiare situazioni ad elevata incertezza; infatti il senso di autoefficacia aumenta la percezione dell’incertezza come opportunità, diminuendone la percezione di minaccia ed incrementando, conseguentemente, l’assunzione di un rischio rispetto al quale si ha la sensazione di padroneggiamento.

■ Immaginazione creativa: si riferisce alla capacità di esplorare l’ignoto e produrre nuove idee; di cogliere mentalmente il nucleo di un fenomeno utilizzando l'intuizione personale e sensibilità; di formulare idee efficaci per il raggiungimento di un obiettivo.

■ Vulnerabilità allo stress emotivo: l’autoregolazione delle emozioni e del comportamento e i costrutti ad essa associati sono stati associati a varie tipologie di atteggiamenti e comportamenti di assunzione di rischio.

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+ OPERAZIONALIZZAZIONE DEL COSTRUTTO

Risk Intelligence

Controllo dell’impulso

ad agire

Atteggiamento verso

l’incertezza

Autoefficacia decisionale

Immaginazione Creativa

Vulnerabilità allo stress emotivo

R i s k I n t e l l i ge n c e è l a capacità di una persona di valutare efficacemente i r ischi, considerandone va n t agg i e s va n t agg i , a p p r o c c i a n d o l i c o m e un’opportunità più come minaccia, sentendosi in grado di gestire un certo margine di incertezza circa l’esito della propria scelta, tanto sul piano emotivo quanto su quello della progettualità.

+ STUDIO 1

■ Costruire uno strumento per la valutazione della Risk Intelligence (RI)

■ Verificare le possibili interazioni tra RI e: ■ Personalità ■ Coraggio ■ Strategie di coping ■ Intelligenza emotiva

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+ STRUMENTI

■ Risk Intelligence Scale (RISc)-forma pilota

■ 92 item suddivisi in 5 dimensioni: ■ Impulso ad agire, Atteggiamento verso l’incertezza,

Autoefficacia decisionale, Creatività, Gestione dello stress

■ Il Coraggio ■ (Norton & Weiss, 2009)

■ 12 item suddivisi in 2 dimensioni: ■ Coraggio e fronteggiamento di situazioni paurose,

Evitamento e allontanamento da situazioni paurose

■ COPE NVI ■ (Sica, Magni, Ghisi,

Altoè, Sighinolfi, Chiri & Franceschini, 2008)

■ 60 item, suddivisi in 5 dimensioni: ■ Sostegno Sociale, Strategie di Evitamento, Attitudine

Positiva, Orientamento al problema, Orientamento Trascendente

+ STRUMENTI

■ Big Five Inventory – 10 item

■ Rammstedt & John (2007); Italian version Guido, Peluso, Capestro, Miglietta (2015)

■ 10 item 5 dimensioni: Energia/Estroversione, Amicalità, Coscienziosità, Stabilità emotiva, Apertura mentale

■ Self Report Emotional Intelligence Test

■ (Schutte et al., 1998; Italian version Magnano, Craparo, Faraci, 2014)

■ 33 item, 1 dimensione

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+Esempi di item della RISc

1. Impulso ad agire ■ Sono un tipo impaziente

2. Atteggiamento verso l’incertezza ■ Mi sento a mio agio anche quando devo affrontare un problema che non conosco a

fondo

3. Self-efficacy decisionale ■ Mi sento in grado di cavarmela bene, anche in circostanze che non avevo previsto

4. Creatività ■ I nuovi progetti mi stimolano subito nuove idee

5. Gestione dello stress emotivo ■ Quando sono preoccupato/a per qualcosa, ho difficoltà a concentrarmi su tutto il

resto

+ Partecipanti

■ N = 373 (M = 120; F = 253)

■ Età 18 – 60 (M=27.97; DS=7.52)

■ Titolo di studio: 48% Diplomati; 52% Formazione universitaria

■ Occupazione: 48% studenti; 37% occupati; 15% non occupati

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+Risultati STRUTTURA DELLA RISc

5 FATTORI CFI= .90 TLI= .89 RMSEA= .057 Chi-square = 804,074 d.f.= 365 p = .000***

+Risultati STRUTTURA DELLA RISc

4 FATTORI CFI= .91 TLI= .90 RMSEA= .058 Chi-square = 650.943 d.f.= 291 p = .000***

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+Risultati STRUTTURA DELLA RISc

■ N. finale di item: 32

■ Struttura fattoriale a 5 fattori

■ Il fattore Autoefficacia decisionale viene rinominato in Autoefficacia nel problem solving, essendo composto prevalentemente da item relativi all'efficacia nel risolvere i problemi

+CORRELAZIONI *p<.05; **p<.01; ***p<.001

  RI TOTCORAGGIO

FRONTEGGIAMENTO

CORAGGIO

EVITAMENTOEI TOT

COPE SUPPORTO

SOCIALE

COPE

EVITAMENTO

COPE ATTITUDINE

POSITIVA

COPE ORIENTAMENTO

PROBLEMA

CORAGGIO

FRONTEGGIAMENTO ,592***

CORAGGIO EVITAMENTO -,295*** -,440***

EI TOT ,509*** ,386*** -,266***

COPE SUPPORTO SOCIALE ,028 -,037 ,103* ,281**

COPE EVITAMENTO -,137** -,161** ,371*** -,372*** ,008

COPE ATTITUDINE

POSITIVA,314*** ,270*** -,122* ,440*** ,230*** -,095

COPE

ORIENT PROBLEMA,508*** ,437*** -,296*** ,504*** ,203*** -,310*** ,575***

COPE

ORIENT TRASCEND-,175** -,084 -,038 ,112* ,135** -,199*** -,013 ,061

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+CORRELAZIONI *p<.05; **p<.01; ***p<.001

  BFI Amicalità

BFI Responsabilità

BFI Stabilità Emotiva

BFI Energia

BFI Apertura mentale

IR TOT -,231*** ,322*** ,275*** ,370***

IMPULSIVITÀ -,197*** ,288*** -,468***

GESTIONE STRESS ,198*** -,256***

AUTOEFFICACIA DECISIONALE

,103* -,309*** ,458*** ,258*** ,242***

ATTEGGIAMENTO INCERTEZZA ,164** -,208*** ,488*** ,265***

CREATIVITÀ -,296*** ,293*** ,213*** ,460***

+Commenti

■ RI è positivamente correlata al coraggio, nella sua dimensione di fronteggiamento delle situazioni paurose (e negativamente alla dimensione di evitamento del coraggio), all’intelligenza emotiva, alle strategie di coping fondate sull’adozione di comportamenti proattivi (attitudine

positiva e orientamento al problema) e negativamente correlata con le strategie di coping considerate disadattive (evitamento e orientamento trascendentale).

■ La RI correla positivamente con le dimensioni della stabilità emotiva, energia e apertura mentale e negativamente con la responsabilità; la dimensione dell’amicalità è quella meno

implicata nella Risk Intelligence, mentre responsabilità e stabilità emotiva sono le dimensioni che presentano il maggior numero di correlazioni significative.

■ La stabilità emotiva e l’energia, come atteso, presentano correlazioni positive con autoefficacia decisionale, atteggiamento positivo verso l’incertezza e creatività, mentre la coscienziosità ha

con queste dimensioni correlazione negativa.

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STUDIO 2

Mettere a punto la versione definitiva della Risk Intelligence Scale (RISc)

Verificarne le proprietà psicometriche e la struttura

STUDIO 2Strumenti:

RISc – 32 item BFI COPE SREIT APSP

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Partecipanti

N = 749 (M = 275; F = 474)

Età 18 – 85 (M=30.86; DS=12.87)

Titolo di studio: 60.2% diploma, 27.7% titolo di studio universitario, 11.9% licenza media.

ATTENDIBILITÀAlpha di Cronbach

Creatività .86

Autoefficacia nel problem solving .79

Atteggiamento verso l’incertezza .86

Vulnerabilità allo stress .81

Impulsività .70

RI .80

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VALIDITÀ *p<.05; **p<.01; ***p<.001

Imaginative

capability

Problem solving

self-efficacy

Emotional Stress

vulnerability

Negative attitude

toward uncertainty

RI total score

Extraversion/Dynamism .254*** .265*** -97 -.163*** .150***

Agreebleness .084* .081* .001 .057 .118**

Conscientiousness -.009 -.028 .099** .138*** .090*

Emotional Stability .152*** .133*** -.04 -.03 .147***

Openness .041 .043 .115** .044 .106**

Social Support -.057 -.077* .286*** .352*** .218***

Avoidance strategies -.156*** -.167*** .286*** .437*** .165***

Positive attitude .254*** .344*** .007 -.036 .291***

Problem solving .436*** .483*** -.088* -.177*** .352***

Transcendent orientation -.013 .026 .009 .091* .057

Emotional Intelligence .374*** .410*** -.087* -.183*** .280***

Problem solving self-efficacy

.651*** .637*** -.189*** -.336*** .429***

+Commenti

■ Lo studio di validazione della Risk Intelligence Scale ha messo in luce buone proprietà psicometriche della scala, che presenta buoni indici di attendibilità e adeguata validità concorrente e discriminante.

■ Lo strumento nella sua versione finale è composto da 4 dimensioni e 21 item

■ Di particolare rilievo appaiono le correlazioni con le dimensioni della personalità.

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+Punteggi

■ Emotional stress vulnerability: items (18 + 19 + 20) / 3

■ Negative attitude toward uncertainty: items (2 + 4 + 5 + 14 + 16) / 5

■ Imaginative capability: items (3 + 7 + 8 + 10 + 12 + 13 + 15) / 7

■ Problem-solving self-efficacy: items (1 + 6 + 9 + 11 + 17 + 21) / 6

+Considerazioni conclusive

■ Modelli nuovi di career counseling devono considerare nuove opzioni, quali l’assunzione di rischio e l’apprendimento dall’insuccesso, aiutando le persone a sviluppare strategie per esplorare l’incertezza e la sensibilità verso le opportunità e incoraggiando un atteggiamento positivo verso il non pianificato, che se pur inevitabile, tuttavia può portare con sé nuove possibilità creative (Bright & Pryor, 2008).

■ La Risk Intelligence è la capacità di non farsi paralizzare di fronte alla ridotta possibilità di anticipare le situazioni con certezza, ma attivare modalità di pensiero e di azione differenti.

■ È un costrutto multidimensionale che comprende dimensioni più “strutturali”, quali il controllo e l’autoregolazione, e dimensioni “di stato”, quali l’atteggiamento positivo verso l’incertezza.

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+Ipotesi applicative

■ Sulla Risk Intelligence si può (e si deve) lavorare, sviluppando l’alfabetizzazione emotiva del rischio

■ Si può inserire tra i nuovi costrutti di career counselling o, ancor meglio, di career education – sviluppando la gestione intelligente dei rischi sin dalla prima adolescenza – e lavorando sull’atteggiamento verso l’incertezza, con l’obiettivo di approcciare le (inevitabili) situazioni di incertezza come opportunità piuttosto che come vincolo, sulla creatività e autoefficacia nel problem solving, attraverso l’uso di situazioni-problema che hanno il rischio e l’incertezza come elemento di sfondo.

+Calcolo dei punteggi del PVQ

CONFORMISMO = somma(7 , 16 , 28 , 36)=___ TRADIZIONALISMO = somma(9 , 20 , 25 , 38 )=___ BENEVOLENZA = somma(12 , 18 , 27 , 33 )=___ UNIVERSALISMO = somma(3 , 8 , 19 , 23 , 29 , 40 )=___ AUTODIREZIONE = somma(1 , 11 , 22 , 34 )=___ STIMOLAZIONE = somma(6 , 15 , 30 )=___ EDONISMO = somma(10 , 26 , 37 )=___ SUCCESSO = somma(4 , 13 , 24 , 32 )=___ POTERE = somma(2 , 17 , 39 )=___ SICUREZZA = somma(5 , 14 , 21 , 31 , 35 )=___ APERTURA AL CAMBIAMENTO= somma(STIMOLAZIONE, AUTODIREZIONE, EDONISMO )=___ AUTOMIGLIORAMENTO= somma(POTERE, SUCCESSO )=___ AUTOTRASCENDENZA = somma(BENEVOLENZA, UNIVERSALISMO )=___ CONSERVATORISMO= somma(CONFORMISMO, TRADIZIONE, SICUREZZA )=___

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+ I VALORI

I valori sono convincimenti permanenti per cui certe finalità dell’esistenza o certi stili particolari di vita sono preferibili ad altri

valori fondamentali (finali o terminali), sono rappresentazioni mentali di stati dell’essere desiderabili (ad esempio: pace, eguaglianza, libertà, sicurezza, stima da parte degli altri, ecc.);

valori strumentali sono rappresentazioni cognitive di stili e modi preferiti della condotta: essere ambiziosi, comprensivi, onesti, responsabili, ecc..

intrinseci, relativi al raggiungimento di stati psicologici e sociali persistenti;

estrinseci, ossia scopi individuali e relativi ad un tempo e ad uno spazio determinati.

+ I VALORII valori (Schwartz e Bilsky, 1987):

sono concetti o credenze;

si riferiscono a finalità o a comportamenti desiderabili;

trascendono le situazioni specifiche;

guidano la selezione o la valutazione dei comportamenti e degli eventi;

sono classificati gerarchicamente per importanza.

I valori sono rappresentazioni cognitive di tre tipi di bisogni universalmente validi: bisogni biologici, bisogni di interazione sociale e bisogni di benessere e sopravvivenza dei gruppi.

Le azioni svolte nel perseguimento di ciascun tipo di valore hanno conseguenze psicologiche, pratiche e sociali che possono essere in conflitto o compatibili con il perseguimento di altri tipi di valori.

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I valoriI valori hanno la loro origine nell’infanzia ma si strutturano principalmente nell’adolescenza e nell’età giovanile.

Essi dipendono da:

dalla storia personale e dallo stile educativo dei genitori, dalla formazione morale e religiosa ricevuta, dalle relazioni affettive con gli insegnanti e con gli altri significativi

dal tipo di appartenenza sociale e culturale della famiglia

dalle idee e modi di pensare circolanti in una determinata epoca e in un determinato paese

dalla personalità

+struttura prototipica dei valori (Schwartz, 1992)

Benevolenza, intesa come mantenimento e promozione del benessere delle persone con cui si è a diretto contatto. Universalismo, i cui obiettivi motivazionali sono la comprensione, la stima, la tolleranza e la salvaguardia del benessere di tutte le persone e della natura. Edonismo. Questo tipo di valore è originato da bisogni organici e dal conseguente piacere che si prova nel soddisfarli. Autodirezione: gli obiettivi motivazionali sono la ricerca di piacere e la gratificazione dei sensi. l’indipendenza del pensiero Successo è riferito all’impegno di un individuo per raggiungere una competenza, uno standard socialmente riconosciuto e stimato Potere spinge il soggetto a concentrare tutti i suoi sforzi per il raggiungimento di uno status sociale dominante sugli altri. Conformismo comporta la subordinazione ai soggetti sociali, alle persone con le quali si interagisce frequentemente (genitori, insegnanti, capi); Tradizione implica la subordinazione a oggetti sociali astratti.

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