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betania in forma www.villabetania.org N. 2 ANNO I SETTEMBRE 2012 “CURARE IL FUTURO” di Luciano Cirica Vice presidente Ospedale Evangelico Villa Betania di Piero Maida Direttore UOC Chirurgia Generale editoriale L o scorso giugno è stato distri- buito il “Bilancio Sociale 2011” dell’Ospedale e della Fondazione. Il resoconto delle attività sanitarie, delle iniziative di solidarietà e di te- stimonianza, della formazione e del- l’attività scientifica effettuata dai nostri operatori, con una sintesi sul- l’andamento economico e finanziario. L’anno 2011 è stato ancora un anno di impegno e di “lotta”, ma comun- que, malgrado le “storiche” difficoltà, abbiamo avuto la possibilità di iniziare a pensare al nostro futuro. Malgrado i tagli nel campo della Sa- nità, Villa Betania continua ad essere una struttura eccellente ed efficiente, riconosciuta ed apprezzata da tutti e a tutti i livelli. Ora siamo pronti a rac- cogliere le sfide del futuro. Siamo pronti a diventare un ospedale an- cora più radicato nella città e nel- l’emergenza sanitaria;siamo pronti ad essere ancora più attenti ed efficienti (ma già oggi costiamo il 50% di una analoga struttura pubblica e produ- ciamo il doppio!); siamo pronti e fles- sibili per allargare e/o modificare le nostre attività in accordo con la Re- gione; siamo in prima linea nel campo dell’innovazione e della formazione sanitaria; siamo attenti e disponibili a rendere questo nostro ospedale sempre più aperto, più trasparente e più sensibile alle problematiche dei pazienti e del territorio. La prima sfida che abbiamo davanti sarà quella dell’ampliamento. Oc- corre immaginare un nuovo ospe- dale, con più spazi, con più verde e più accogliente; ma anche un’ospe- dale “nuovo”, polifunzionale (con au- ditorium, biblioteche etc.), più integrato ed in “rete” con i servizi e la medicina del territorio; luogo non solo di cura, ma anche di preven- zione e di formazione continua; ChIRURgIA INNOVATIVA primo piano S ono soltanto 224 gli ospedali, in tutta Italia, giudicati all’altezza delle esi- genze mediche femminili dall’osservatorio nazionale ONDA sulla salute della donna e che per questo motivo, hanno ottenuto l'assegnazione dei "bollini rosa". All’Ospedale Evangelico Villa Betania sono stati attribuiti ben 2 bollini rosa perché, oltre a rappresentare un centro di eccellenza nella cura e nell’assistenza per la salute della donna, può anche vantare una numerosa pre- senza femminile sia nel personale medico che tra i dipendenti dell’ospedale. Il dottor Antonio Sciambra, direttore sanitario dell’ospedale Villa Betania, spiega il motivo del prestigioso riconoscimento e l’importanza del ruolo professionale e sociale delle donne nel rapporto con i pazienti. Un rapporto costruito in oltre quaranta anni di attività sul territorio e con un punto di vista moderno e all’avanguardia sull’assistenza sanitaria, nell'ottica della solidarietà, del rispetto per il paziente e dell'efficienza. “Giorno dopo giorno stiamo costruendo un Reparto d’eccellenza, che guarda ai pazienti, ai giovani in formazione ed al futuro” all’interno: Dopo l'inaugurazione dell'Ospedale del 20 ottobre 1968, l'attività sanitaria inizia, finalmente, a partire pag. 4 I PRIMI ANNI DI VITA DELL'OSPEDALE UN OSPEDALE “A MISURA DI DONNA” periodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania prosegue a pag. 2 Il rapporto tra malattia, peccato, fede, guarigione ed i suoi esiti positivi pag. 5 FEDE E MALATTIA fondazione evangelica betania ospedale evangelico villa betania prosegue a pag. 2-3 L’ Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale è una realtà di elevato profilo professionale e con più di 1600 interventi ogni anno è senza dubbio un esempio di produtti- vità ed è oggi un imprescindibile servizio per la nostra utenza. L’attività del re- parto spazia dalla cosiddetta chirurgia di base all’alta ed altissima chirurgia, comprendendo tutti i settori della chi- rurgia generale. Vengono quotidiana- mente affrontate le patologie più comuni (interventi di colecistectomia ed ernioplastica inguinale), ma anche tutto il settore di patologie benigne e tumorali che interessano il tubo gastro- enterico (esofago, stomaco, intestino tenue, colon, retto) e gli organi ad esso correlati (fegato, pancreas, milza).
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Betania Informa

Mar 09, 2016

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Magazine dell'Ospedale Evangelico Villa Betania di Napoli
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Page 1: Betania Informa

betaniainformawww.villabetania.org

N. 2 ANNO I SETTEMBRE 2012

“CURAREIL FUTURO”di Luciano CiricaVice presidente Ospedale Evangelico Villa Betania

di Piero Maida Direttore UOC Chirurgia Generale

editoriale

Lo scorso giugno è stato distri-buito il “Bilancio Sociale 2011”

dell’Ospedale e della Fondazione. Ilresoconto delle attività sanitarie,delle iniziative di solidarietà e di te-stimonianza, della formazione e del-l’attività scientifica effettuata dainostri operatori, con una sintesi sul-l’andamento economico e finanziario.L’anno 2011 è stato ancora un annodi impegno e di “lotta”, ma comun-que, malgrado le “storiche” difficoltà,abbiamo avuto la possibilità di iniziarea pensare al nostro futuro.Malgrado i tagli nel campo della Sa-nità, Villa Betania continua ad essereuna struttura eccellente ed efficiente,riconosciuta ed apprezzata da tutti ea tutti i livelli. Ora siamo pronti a rac-cogliere le sfide del futuro. Siamopronti a diventare un ospedale an-cora più radicato nella città e nel-l’emergenza sanitaria;siamo pronti adessere ancora più attenti ed efficienti(ma già oggi costiamo il 50% di unaanaloga struttura pubblica e produ-ciamo il doppio!); siamo pronti e fles-sibili per allargare e/o modificare lenostre attività in accordo con la Re-gione; siamo in prima linea nel campodell’innovazione e della formazionesanitaria; siamo attenti e disponibili arendere questo nostro ospedalesempre più aperto, più trasparente epiù sensibile alle problematiche deipazienti e del territorio.La prima sfida che abbiamo davantisarà quella dell’ampliamento. Oc-corre immaginare un nuovo ospe-dale, con più spazi, con più verde epiù accogliente; ma anche un’ospe-dale “nuovo”, polifunzionale (con au-ditorium, biblioteche etc.), piùintegrato ed in “rete” con i servizi ela medicina del territorio; luogo nonsolo di cura, ma anche di preven-zione e di formazione continua;

ChIRURgIA INNOVATIVAprimo piano

Sono soltanto 224 gli ospedali, in tutta Italia, giudicati all’altezza delle esi-genze mediche femminili dall’osservatorio nazionale ONDA sulla salutedella donna e che per questo motivo, hanno ottenuto l'assegnazione dei

"bollini rosa". All’Ospedale Evangelico Villa Betania sono stati attribuiti ben 2bollini rosa perché, oltre a rappresentare un centro di eccellenza nella cura enell’assistenza per la salute della donna, può anche vantare una numerosa pre-senza femminile sia nel personale medico che tra i dipendenti dell’ospedale. Il dottor Antonio Sciambra, direttore sanitario dell’ospedale Villa Betania, spiegail motivo del prestigioso riconoscimento e l’importanza del ruolo professionalee sociale delle donne nel rapporto con i pazienti. Un rapporto costruito inoltre quaranta anni di attività sul territorio e con un punto di vista modernoe all’avanguardia sull’assistenza sanitaria, nell'ottica della solidarietà, del rispettoper il paziente e dell'efficienza.

“Giorno dopo giorno stiamo costruendo un Reparto d’eccellenza,che guarda ai pazienti, ai giovani in formazione ed al futuro”

all’interno:

Dopo l'inaugurazionedell'Ospedale del 20ottobre 1968, l'attivitàsanitaria inizia,finalmente, a partirepag. 4

I PRIMI ANNI DI VITADELL'OSPEDALE

UN OSPEDALE“A MISURA DI DONNA”

periodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania

prosegue a pag. 2

Il rapporto tra malattia,peccato, fede, guarigioneed i suoi esiti positivi

pag. 5

FEDE E MALATTIA

fondazione

evangelica

betania

ospedale

evangelico

villa betania

prosegue a pag. 2-3

L’Unità Operativa Complessa diChirurgia Generale è una realtàdi elevato profilo professionale e

con più di 1600 interventi ogni anno èsenza dubbio un esempio di produtti-vità ed è oggi un imprescindibile servizioper la nostra utenza. L’attività del re-

parto spazia dalla cosiddetta chirurgiadi base all’alta ed altissima chirurgia,comprendendo tutti i settori della chi-rurgia generale. Vengono quotidiana-mente affrontate le patologie piùcomuni (interventi di colecistectomiaed ernioplastica inguinale), ma anche

tutto il settore di patologie benigne etumorali che interessano il tubo gastro-enterico (esofago, stomaco, intestinotenue, colon, retto) e gli organi ad essocorrelati (fegato, pancreas, milza).

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N. 2 ANNO I SETTEMBRE 2012

Ospedale Evangelico Villa Betania

DIREzIONE gENERALEDott. Pasquale Accardo

DIREzIONE SANITARIADott. Antonio Sciambra

DIRETTORE AMMINISTRATIVODott. Paolo Morra

Comitato direttivo

PRESIDENTE geom. Sergio Nitti

VICE PRESIDENTE dott. Luciano Cirica

TESORIERE dott. Gaetano Marullo

SEgRETARIAsig.ra Cordelia Vitiello

CONSIgLIERE past. Vincenzo Cicchetto

Collegio dei revisori

PRESIDENTE dott. Giovanni De Pasquale

MEMBRI EFFETTIVIing. Paolo Olivierisig. Vincenzo Ermetto

luogo non solo di “emergenza sani-taria”, ma anche di ricerca e di inno-vazione, attento alle nuove esigenzedi efficienza e di umanità. Un ospedale tra presente e futuro,forte della sua storia, della sua orga-nizzazione e delle competenze deisuoi collaboratori, a cui deve andare,ancora una volta, il piùcaloroso e sen-tito ringraziamento per i risultati fi-nora conseguiti.

betaniainformaperiodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania

Proprietario e editore: Ospedale Evangelico Villa Betania,80147 Napoli, Via Argine, 604mail: [email protected]

Direttore: Luciano Cirica

Redazione: Pasquale Accardo, Salvatore Cortini, MartaD'Auria, Rosa Giannatiempo, GiovanniNapolitano, Sergio Nitti, Assia Piccolo, VincenzoPolverino, Antonio Maria Salzano, AntonioSciambra, Marianna Stingone, Cordelia Vitiello

Hanno collaborato a questo numero: Marco Valenza, Franco Messina, Piero Maida, Paolo Puggina

Consulenza editoriale e redazionale: Npr Relazioni pubblichenprcomunicazione.it

Progetto grafico e impaginazione: Golden Agency, Napoli

Stampa: Russo Group, Volla (Napoli)

pubblicazione gratuita

editorialesegue dalla prima pagina segue dalla prima pagina

Ancora, rientrano nelle compe-tenze del personale dell’U.O. iltrattamento di malattie di altri

organi addominali (rene e surrene) edextra-addominali (tiroide). Inoltre, ven-gono comunemente trattate patologiequali varici delle gambe, emorroidi etutto quanto rientra nel campo dellacolo-proctologia, l’obesità patologica, ilaparoceli e tutte le ernie della pareteaddominale.Lo sforzo profuso da tutti noi (quindicichirurghi ed oltre quaranta componentiil personale di reparto e complessooperatorio) è quello di coniugarequantità e qualità delle prestazioni ero-gate secondo un uso razionale delle ri-sorse, con l’obiettivo finale di fornire alpaziente un servizio in linea con gli stan-dard di qualità, arricchito sul pianoumano e morale da un’attenzione alparticolare ed alla persona, non facil-mente riscontrabile in altre realtà sani-tarie. Negli ultimi venti anni il mondodella chirurgia è stato scosso dall’av-vento della LAPAROSCOPIA, che hadato l’avvio ad un rinnovamento tec-nico e tecnologico che ha rivoluzionatoil modo di operare, consentendo ai chi-rurghi di ottenere risultati migliori conun impatto psico-fisico sul pazientesempre minore, per quanto riguarda di-mensioni e numero delle incisioni, do-lore post-operatorio, degenzaospedaliera. Di qui il termine di chirur-gia MINI-INVASIVA, con cui comune-mente si definisce la chirurgialaparoscopica. Come quasi tutti ormaisanno, la chirurgia laparoscopica con-sente di eseguire interventi sull’addomeidentici a quelli eseguiti con tecnica tra-dizionale, sostituendo alle grandi cicatricidi un tempo, un numero variabile da trea sei di piccole incisioni (da 3 a 12 mmciascuna), attraverso cui vengono inseritila telecamera e gli strumenti operatori.Nel corso degli anni la chirurgia minin-vasiva si è diffusa moltissimo tra i chi-rurghi ed è oggi divenuta l’approcciostandard per molte patologie benigne,ma anche per la chirurgia oncologica.Sono molteplici gli studi in Letteraturascientifica che dimostrano una grandeefficacia della chirurgia laparoscopica, nel

rispetto dei criteri oncologici che hannoportato a risultati notevoli nella cura deitumori del colon-retto, dello stomaco,del rene, della milza ma anche di organidi difficile approccio come pancreas, fe-gato ed esofago. Il nostro reparto di

Chirurgia Generale dispone di unostrumentario tecnologico all’avanguar-dia, che spazia da telecamere HD (adalta definizione) per una visualizzazioneestremamente precisa del campo ope-ratorio, a strumenti di dimensioni varia-bili da 2 a 12 millimetri, a dispositivielettromedicali di ultima generazione,quali bisturi ad ultrasuoni e radiofre-quenza, che consentono di eseguire in-terventi chirurgici con minime perditedi sangue e notevole risparmio suitempi di anestesia del paziente. Ognianno vengono eseguiti oltre 500 inter-venti con tecnica laparoscopica. Questodato pone la Chirurgia dell’OspedaleEvangelico in una posizione di assolutorilevo nel panorama regionale e delCentro-Sud d’Italia. La continua ricercadel progresso e dell’innovazione tecno-logica ha portato all’introduzione dellatecnica MONOTROCAR. Ovvero lapossibilità di eseguire interventi sull’ad-dome in laparoscopia (per esempio re-sezioni di colon per tumori) attraversoun’unica incisione, in genere intornoall’ombelico, compresa tra 2 e 3 cm;questa tecnica determina un ulterioreaumento dei vantaggi propri della lapa-roscopia, riducendo al minimo l’impattodell’intervento chirurgico sul paziente. La UOC di Chirurgia Generale è inol-tre uno dei maggiori centri di ChirurgiaBariatrica dell’Italia meridionale e conpiù di 150 procedure l’anno fa fronte auna delle più diffuse problematiche deinostri tempi, l’Obesità Patologica. LaStruttura mette a disposizione un per-corso integrato di figure professionali,tra cui uno Psicologo, un Nutrizionista,un’Anestesista esperto e un Chirurgospecialista in Chirurgia Bariatrica che se-guono i pazienti fino al giorno dell’inter-vento. Si eseguono, previa decisionecollegiale del team, interventi di Ben-daggio Gastrico, Sleeve Gastrectomy eGastric By-Pass tutti con tecnica mini-invasiva, oltre al posizionamento endo-scopico di palloncini intra-gastrici. Ilpercorso dei pazienti obesi non ter-mina con l’intervento, sono seguitipresso i nostri ambulatori periodica-mente e possono usufruire di ognunadelle figure professionali messe a dispo-

primo piano

Qualche numero per definire il re-parto28 posti letto per chirurgia d’ele-zione e ricoveri da Pronto Soc-corso, 15 chirurghi con età mediainferiore a 40 anni, tra le più bassed’Italia. Indice di occupazione deiposti letto intorno al 100%. De-genza media estremamente ri-dotta, in particolare per quantoriguarda la chirurgia programmata,grazie all’impiego della chirurgia la-paroscopica e di tutte le tecnolo-gie all’avanguardia, oltre al ricorsodi routine alla pre-ospedalizza-zione (il paziente viene gestito inday-hospital per tutto quello cheriguarda le indagini pre-operatoriee viene ricoverato il giorno dell’in-tervento o poco prima, anche pergli interventi maggiori).Quali gli obbiettivi principali?Massima attenzione alle esigenzedel paziente, ricerca dell’eccel-lenza. Come ospedale di zonasentiamo il dovere di risponderealle esigenze della popolazionedell’area Est di Napoli e delle zonelimitrofe, in termini di preven-zione, trattamento delle patologiedi base ed integrazione con i ser-vizi sanitari del territorio.Eccellenza intesa come chirurgiaall’avanguardia sia per tipo di pa-tologie trattate che per tecnologieimpiegate. Diamo risposte in ter-mini di terapie anche integrate, atutte le patologie addominali tu-morali e benigne, impiegando iprotocolli più aggiornati e le tec-niche operatorie più evolute. Tuttociò ci consente di erogare tratta-menti al massimo livello per lacura, in particolare, dei tumorigasto-intestinali e di organi qualifegato e pancreas.L’obbiettivo è anche quello dicombattere il fenomeno della mi-grazione sanitaria (cioè dei viaggidella speranza verso ospedali delCentro-Nord) vera piaga socio-economica, nonché culturale, dellanostra regione.

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La chirurgia d’urgenza dell’OspedaleEvangelico Villa Betania è da sem-pre un punto di riferimento per i

cittadini dei cosiddetti paesi vesuvianiche afferiscono numerosi presso ilPronto Soccorso. Sono anni oramai cheeseguiamo numerose procedure d’ur-genza, avvalendoci della nostra espe-rienza in chirurgia mini-invasiva, dallalaparoscopia diagnostica all’appendicec-tomia laparoscopica, ma anche occlu-sioni ileali o sindromi aderenziali, quandopossibile sono spesso risolte con meto-diche mini-invasive. I vantaggi dell’ap-proccio mini-invasivo sono notevolisoprattutto per pazienti che devono su-bire interventi non procrastinabili, incondizioni spesso scadenti. In qualità diresponsabile della Chirurgia d’Urgenzaho partecipato attivamente alla stesuradi linee guida dell’ACOI Giovani (Asso-ciazione Chirurghi Ospedalieri Italiani)sulle indicazioni all’appendicectomia la-paroscopica e al trattamento laparosco-

pico delle occlusioni digiuno-ileali. Lapossibilità di utilizzare strumentario de-dicato e approcciare tutte le patologied’urgenza chirurgica non sarebbe pos-sibile senza un personale infermieristicospecializzato e strumentiste pronte epreparate anche sulla gestione delle ur-genze con approccio laparoscopico. Di-sponiamo inoltre di una formidabileequipe anestesiologica e una Rianima-zione con 3 posti letto che consentonola gestione nel post-operatorio anchedei casi più gravi. Ogni anno cerchiamodi migliorare e ponendoci obiettivi sem-pre più alti, il nostro desiderio è raggiun-gere una gestione del Trauma secondoquelli che sono i più moderni protocollidelle Associazioni dei Chirurghi d’Ur-genza e Trauma, per questo le innova-zioni tecnologiche e la continuaformazione sono il nostro obiettivo pri-mario. Siamo contenti di poter assicu-rare un trattamento di buona qualità achiunque afferisca al nostro reparto esperiamo di poter lavorare sul territorioper rendere tutta la catena dell’ur-genza/emergenza efficace e rapida.

Attualmente l’Unità di Onco-logia provvede,per la quasitotalità dell’attività, all’ese-

cuzione di trattamenti chemiotera-pici ai pazienti oncologi provenientifondamentalmente dai reparti disenologia, chirurgia generale e gine-cologia del nostro Ospedale. Pochisono i pazienti provenienti da altrerealtà ospedaliere. L’Unità di Onco-logia prevede sei posti letto e duepoltrone per le attività di Day Ho-spital. Più di mille all’anno i tratta-menti chemioterapici eseguiti. Lepatologie più frequenti sono, in or-dine, quella mammaria, gastroente-rica (stomaco, colon, pancreas) eginecologica (ovaio e utero). Negliultimi anni in oncologia, a fianco deicomuni farmaci chemioterapici,sono stati sviluppati e commercia-lizzati farmaci bersaglio mirati versole cellule tumorali.Questi farmacisono presenti anche nel nostroospedale.I piu’ noti sono l’Hercep-tin utilizzato nella patologia mam-maria, l’Avastin e l’Erbitux utilizzatiper i tumori del Colon.Grazie ai vecchi e ai nuovi farmacibiologici, le cure anticancro si sonoarricchite e, di pari passo, sono au-mentate le persone che guarisconoe quelle che cronicizzano la propriamalattia. L’Ospedale Evangelico si èposto alla pari con le grandi strut-ture quanto ad approvvigiona-mento dei farmaci (che hanno uncosto altissimo), ma diversamentedalle altre strutture, col paziente c’èun rapporto di fiducia e di cordia-lità. L’accoglienza umana del pa-ziente è fondamentale in oncologia,affinchè il malato possa superare iltrauma di una patologia così difficilee a tratti anche sconvolgente. InOncologia,infatti, non è importantesolo sapere e solo saper fare, maè importante e fondamentaleanche essere, essere presenti, ascol-tare e diventare punto di riferi-mento per ogni persona.

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La chirurgia d’urgenza: 24 ore su 24

FORMAREgIOVANIChIRURghI

di Vincenzo BottinoResponsabile della Chirurgia d’Urgenza

il pUnto

Il reparto di Chirurgia d’Urgenza ogni anno eseguepiù di 100 procedure mantenendo standard elevatiavvalendosi anche di tecniche mini-invasive

TRATTAMENTIE VICINANzAAL PAzIENTE

di Giuseppe Barberis Resp.Unità di Oncologia

sizione nel percorso preoperatorio,inoltre, una volta raggiunti i risultati pre-fissati in termini di perdita di peso, masoprattutto di riduzione dei fattori di ri-schio e morbilità che si associano al-l’obesità, possono rivolgersi presso unambulatorio ad hoc per interventi dichirurgia post-bariatrica che consistonoin procedure di addominoplastica e li-pectomie localizzate.Infine la UOC di Chirurgia è oggi uncentro di formazione per la chirurgiadella parete addominale, ogni anno sieseguono più di 150 interventi di ernio-plastica inguinale, ombelicale e plasticaper laparoceli, prevalentemente eseguiticon tecnica laparoscopica, utilizzando ipiù moderni dispositivi medico-chirur-gici e con protesi frutto della più avan-zata ricerca di bio-ingegneria medica.Chirurghi da tutte le parti di Italia si re-cano presso di noi per corsi mensili sultrattamento laparoscopico dei laparo-celi a imparare la tecnica standardizzatamessa a punto dalla nostra equipe.Uno dei fiori all’occhiello della nostra

chirurgia è la possibilità di eseguire in-terventi in “mini-laparoscopia” con l’uti-lizzo di strumenti di 2 o 3 millimetri,dalla tecnologia avanzata e con tutti ivantaggi correlati alla cosmesi, cicatricipoco visibili e comfort post-operatoriocon degenze brevissime. Per quanto concerne la Chirurgia Proc-tologica i pazienti possono usufruire dimetodiche mini-invasive come la THD,la tecnica con laser HELP e la classicamucoprolassectomia sec. Longo checon indicazioni differenti possono ab-battere il dolore post-operatorio chetutti i pazienti con patologie proctolo-giche temono. Grande attenzione aldolore e ai risultati cosmetici è postaalle patologie flebologiche, utilizziamouna tecnica innovativa oramai già da 5anni, l’EVLT consente di sclerotizzare lagrande e piccola safena con l’utilizzo diun laser che permette di eseguire inter-venti con microincisioni chirurgiche conrisultati pari alle tecniche convenzionaliche richiedevano incisioni multiple nonsempre estetiche.

L’equipe di Chirurgia Generale del-l’Ospedale Evangelico Villa Betania,

guidata dal Dott. Pietro Maida è unpunto di riferimento per i giovani chi-rurghi campani che spesso si recanocome visitatori per apprendere le piùinnovative tecniche di Chirurgia e percollaborare a progetti di formazione.Ogni mese si svolgono corsi per il trat-tamento laparoscopico dei laparoceli,dove chirurghi anche già esperti si con-frontano con il nostro team e appren-dono quella che da anni è la tecnicastandard che abbiamo messo a puntoper la plastica laparoscopica con protesiper laparocele.Il dott. Maida, in qualità didocente della Scuola Nazionale di Chi-rurgia Laparoscopica della Parete Ad-dominale dell’Associazione Nazionaledei Chirurghi Ospedalieri (ACOI), sireca periodicamente a Modena, sededella scuola, per operare casi in direttaper un confronto dal vivo con i discenti.Villa Betania è inoltre sede della reteformativa per le due Università di Na-poli, SUN e Federico II che mandano ipropri Specializzandi per periodi di for-mazione e collaborazioni didattico-scientifiche.Il Primario è inoltre all’interno del Co-mitato Scientifico Nazionale dell’ACOI,che tra i suoi scopi ha quello di stilareil programma formativo nazionale e re-gionale dell’associazione, definendo glistrumenti ed i percorsi che garantiscanoa ciascun chirurgo la migliore possibilitàdi proseguire il suo aggiornamento pro-fessionale, una volta conclusa la specia-lizzazione universitaria.Missione Umanitaria in Palestina Il team di Chirurgia ha inoltre parteci-pato a una missione umanitaria il cuiscopo è la diffusione delle tecnichemini-invasive in Palestina, esperienzadove è stato possibile mostrare ai col-leghi palestinesi, tra gli altri, interventi dichirurgia laparoscopica oncologica e ba-riatrica; una giovane donna di 28 anni èstata operata per un tumore del rettoin laparoscopia, ed un’altra di oltre 210kg è stata sottoposta a sleeve gastrec-tomy. Ci siamo inoltre mostrati dispo-nibili ad ospitare un giovane chirurgopalestinese voglioso di imparare le tec-niche di chirurgia mini-invasiva

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Napoli tra le grandi cittàè quella con lo

“spread” ricchi-poveri piùalto. Le famiglie povere inItalia sono 2 milioni734mila (11 per centodelle famiglie residenti) checorrispondono a 8 milioni272mila individui poveri, il13,8% dell'intera popola-zione, in pratica un italianosu sette. Il 7,7% vive nelleregioni meridionali dovesono aumentate notevol-mente anche la povertà re-lativa e l’esclusione sociale.Una situazione che hafatto aumentare notevol-mente il numero di coloroche ricorrono a servizisocio-assistenziali e chenon riuscendo ad arrivarea fine mese si rivolgono aicentri di accoglienza incerca di un pasto caldo odi un tetto dove ripararsi. In Campania, nel 2011 lepersone che vivono incondizione di povertà intre anni sono raddoppiate.La nostra regione inoltreregistra anche il valore as-soluto di povertà relativapiù alto con 484.561 per-sone che rappresentano il

23,2% della popolazioneregionale. In Campania in-fine tra il 2008 ed il 2010si sono perse ben 177mila posti di lavoro. Questidrammatici dati sono statial centro del convegno or-ganizzato dalla FondazioneEvangelica Betania di Na-poli e dalle chiese evange-liche meridionali,lo scorsomarzo a Napoli. Alla rela-zione introduttiva del Vice-presidente dellaFondazione Betania, Lu-ciano Cirica, sono seguitigli interventi di GiovanniLaino dell’Università di Na-poli Federico II, di PaoloNaso dell’Università La Sa-pienza di Roma, di CesareMoreno, dell’associazioneChance Maestri di Strada,di don Tonino Palmese diLibera, del pastore Mas-simo Aquilante, Presidentedella Federazione ChieseEvangeliche Italiane. Suc-cessivamente sono seguitele testimonianze dei rap-presentanti nazionali ditutte le chiese che com-pongono la Fondazione edei responsabili impegnatinel lavoro con i minori “ab-

bandonati”. Per far frontea questo nuovo e inquie-tante scenario, la Fonda-zione Evangelica Betania ele Chiese evangeliche na-poletane propongonomaggiore rigore e l’ottimiz-zazione della spesa pub-blica nel sociale e un’azionedi speranza per non far in-teriorizzare la povertàcome una condanna. Vo-gliono altresì impegnarsiper una scuola come luogodi promozione sociale e disolidarietà e credono cheoccorre partecipare all’al-largamento dei diritti perchi soffre, oltre alla povertàmateriale. Diritto a viveree al lavoro, ma anche di-ritto allo studio,alle oppor-tunità, alla mobilitàsociale,alla cultura,alla lega-lità,alla salute e alla dignità.Una particolare attenzioneè stata dedicata al temadell’infanzia “negata”. I mi-nori spesso, nelle nostre re-altà, sono i primi e i piu’esposti al rischio emargi-nazione, per mancanza dibeni primari, di diritti,di fa-miglia, di istruzione, di giocoe di relazioni psicoaffettive.

N. 2 ANNO I SETTEMBRE 2012

Dopo l’inaugurazionedell’Ospedale del 20 Ot-tobre 1968, l’attività sani-

taria, anche se con difficoltà,inizia,finalmente, a partire. Unavolta ottenuti i permessi di agibi-lità, nell’aprile del 1969 l’Ospedaleiniziava le sue attività a pienoritmo. Sono in funzione i repartidi Chirurgia Generale,Oculistica,Maternità,Otorino e Ortopedia.Nel 1970 entra anche in funzioneil reparto di Medicina. Si festeggial’intervento chirurgico numero2000 e il duemillesimo bambinonato. Il totale degli ammalati, traricoverati e visite ambulatoriali,era stato di circa 6000. I dipen-denti dell’Ospedale sono nel1971 nel numero di 53 ed i postiletto 86. Il 1971-come ricorda ildr. Santi Direttore Sanitario - è“l’anno dell’assestamento”: si or-ganizzano la “Radiologia” e il “La-boratorio Scientifico” e siconclude il primo anno di studioper le portantine che aspirano adiventare aiuto-infermiere. Sem-pre nel 1971 nascono a Villa Be-tania 1571 bambini. Nel 1972viene istituito il Centro di Cito-logia e Colposcopia –affidato al dr.Pasquale Mignano- che svolgeràla preziosa attività di prevenzionecontro i tumori dell’apparato ge-nitale femminile. Nel 1972, infine,si istituisce un Centro di Pleortot-tica, per la diagnosi e la terapiadelle alterazioni funzionali visive. L’offerta sanitaria cresceva costan-temente e nel 1974 è diventata si-gnificativa.Il reparto di chirurgia

generale diretto dal prof. CarloMauro poteva segnalare ben6227 interventi (dicembre 1968-gennaio 1974)di cui la massimaparte mutuati Inam, ma vi eranoanche interventi operatori ese-guiti a titolo gratuito su infermipoveri e privi di assistenza. La me-dicina interna, diretta dal dottorEugenio Maida, era d’ausilio pertutti gli altri reparti. I ricoverierano in buona parte gratuiti perchi non godeva di mezzi o di assi-stenza mutualistica. Il reparto dioculistica diretto dal prof. Ugo deConciliis aveva avuto una costantecrescita e si applicavano le meto-diche chirurgiche più moderne.Anche in Ortopedia, diretta daidottori Florio e De Lutio, si regi-stra un continuo miglioramento,anche con ammalati che proven-gono nella maggioranza da fuoriquartiere.Ma il reparto piu’ importante ri-mane quello di Ginecologia edOstetricia, diretto dal dr. AurelioLucchini, che realizzava in queglianni piu’ di 2000 ricoveri all’anno,con una media di circa 800-1000parti all’anno, con indicatori diparti cesarei e di mortalità peri-natale tra i piu’ bassi della Campa-nia.In quegli anni, parte fondamen-tale dell’Ospedale è rappresen-tato dal lavoro delle Diaconessedelle Chiese Protestanti Tedescheche hanno dato un contributofondamentale da un punto di vistaorganizzativo e di testimonianzaevangelica.

I PRIMI ANNIDI VITADELL’OSPEDALE di Luciano CiricaVice Presidente Ospedale Evangelico Villa Betania

storia&storie

Fondazione con il sud: I.O.CR.E.S.CO: - “Innovazione e Occu-pazione per la Crescita Economica

Sostenibile e la Coesione” è il progettodi una grande rete a cui prende parte ilCentro Sociale Casa Mia-E.Nitti. Lo svi-luppo economico e l’educazione ambien-tale sono i temi principali. Di questi dueargomenti noi stiamo curando la parteeducativa e l’obiettivo è di coinvolgeregli scolari della VI municipalità del Co-mune di Napoli.Un appezzamento di terreno ricavato nelgiardino del Centro è diventato orto,dove varie scolaresche del quartiere Pon-ticelli sono state interessate nel processo

di lavorazione, semina, crescita, raccolta econsumo dei prodotti coltivati. Soste-niamo due idee intorno a questo lavoro:recupero della dimensione del tempo enuovo rapporto con la terra tanto ne-cessario per restituire a infanzia e adole-scenza il tempo della crescita, dell’atte-sa,del coinvolgimento personale che di-venta campo fertile su cui porre le basiper una educazione primaria. “C’è untempo per ogni cosa” (Ecclesiaste 3,1-15). Questo brano è una stupenda me-ditazione poetica sul tempo dellacreatura umana e noi crediamo che abbiaa che fare con il nostro progetto. La se-conda idea è che vogliamo raccontare lastoria del territorio della Napoli est at-traverso le varie fasi di cambiamento chela campagna ha subito nel corso dell’ ul-timo secolo. Prendono parte a questoprogetto una rete di associazioni laichee religiose, di enti istituzionali e fondazioniche stanno lavorando e lavoreranno nelrecupero di parchi e, giardini in stato didegrado e abbandono.

di Salvatore Cortini Direttore Centro Sociale Nitti

CENTRO SOCIALE CASA MIA “E. NITTI” Viale delle Metamorfosi, 340 Napoli - Ponticellitel. 081.5965527web: centrocasamianitti.it email: [email protected]

RICChI-POVERI: A NAPOLI E INCAMPANIA LO SPREAD PIÙ ALTOdi Cordelia VitielloSegretaria CD Ospedale Evangelico Villa Betania

IO CRESCO

Fondazione Evangelica BETANIA

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L’annuncio al paziente di essereaffetto da un tumore può de-terminare un vero e proprio

shock traumatico. La manifestazionedella malattia comporta sempre unmutamento di equilibri precedenti: viè il brusco passaggio dall’essere saniall’essere malati, ad una situazione ca-ratterizzata da incertezza e minacciadi vita, da cambiamenti di ruolo, datrasformazioni fisiche.In ambito ospedaliero è possibile con-statare quanto il processo reattivo alladiagnosi di cancro evolva attraversoquattro fasi:1) la fase di shock è quella immedia-tamente successiva alla diagnosi, vis-suta come una “catastrofe”, unafrattura nel senso di continuità del-l’esperienza di sé. Il paziente per pro-teggersi potrebbe mettere in attomeccanismi di difesa psicologici che loaiuterebbero a dilazionare un con-fronto diretto e crudo con una realtàdifficile da affrontare;2) la fase di reazione è la fase in cui larealtà si impone mediante proceduremediche, trattamenti chemioterapici oradianti. Spesso il paziente per poterfronteggiare tale tempesta emozio-

nale, può ricorrere a meccanismi di di-fesa psicologici che, se transitori, glipermetteranno, poi, di fronteggiare almeglio la sua condizione. Il soggettopotrebbe: regredire a comportamentiinfantili (regressione); diventare ag-gressivo verso qualcuno consideratoartefice dei suoi mali (proiezione);parlare con indifferenza del suo statoattuale come se non lo riguardasse(isolamento delle emozioni dai fatti);assumere un atteggiamento scientificonei confronti della malattia (razionaliz-zazione);3) la fase di elaborazione inizia in ge-nere al termine del “periodo attivo”dei trattamenti. Il paziente si ritrova difronte ad una situazione di vita mutatae spesso sembra aver perso la suaprogettualità. Inoltre, può accadereche chi si è trovato in pericolo di vita,sperimentando che la vita possa finire,si chieda come vuole vivere il tempofuturo;

4) la fase del riorientamento è quellasuccessiva ad ogni check-up di con-trollo e ripropone le problematicheprecedenti. Inoltre, l’impatto della ma-lattia ha implicazioni enormi anche sulnucleo familiare del paziente: l’interafamiglia, così come il paziente stesso,viene investita dall’evento e dalle con-notazioni negative legate alla malattia,con conseguenti ripercussioni sulle re-lazioni e sull’equilibrio della strutturafamiliare. Di qui la definizione di can-cro come “evento stressante fami-liare” o come “ malattia familiare”,capace di portare, per chi ne è colpitoe per l’intero sistema familiare, pro-fondi cambiamenti ed un continuosforzo adattivo, inteso come processodi modificazione dei compiti e dellerelative strategie in funzione dell’evo-luzione della malattia stessa. Spesso siosserva che la storia della famiglia di-viene la storia della malattia. Pressol’Ospedale Evangelico “Villa Betania”,il paziente e la sua famiglia sono desti-natari di una serie di trattamenti psi-cologici di varia natura: dal counsellingalla psicoterapia. L’Approccio Siste-mico-Relazionale, utilizzato si dimostradi grande utilità in oncologia, sia per-

ché considera i differenti contesti incui il paziente e l’equipe curante sonoinseriti, sia perché prende in conside-razione le numerose variabili che con-corrono a determinare il tipo di realtàche la malattia definisce. l’obiettivo pri-mario della terapia psicologica, quindi,è la reazione all’evento malattia el’obiettivo generale è quello che il pa-ziente e la sua famiglia possano adat-tarsi ai cambiamenti di vita,migliorando la Qualità della Vita stessa,e limitando il rischio di conseguenzepsicopatologiche tali da condizionarel’ esistenza futura del paziente.

Testamento biologico, diret-tive, dichiarazioni o istruzionianticipate; living will secondo

l’espressione utilizzata nei paesi an-glosassoni. Sono modi diversi per in-dicare lo stesso strumento e lastessa esigenza: tenere le condizionidell’alleanza terapeutica quando lavolontà del paziente non c’è più eresterebbero solo il medico edeventualmente i familiari a decidere.Decidere ora per allora che cosapotrà essere o non essere fatto. Ciòdi cui parliamo è il modo in cui es-sere accompagnati a morire, in unmomento in cui c’è ancora la vita equindi la sua dignità. Non c’è dubbioche la volontà della persona resta ilcriterio di riferimento, ma con laspeciale cura che le è dovuta ognivolta che si trova in una condizionedi particolare vulnerabilità. Che unapersona possa anticipare la sua vo-lontà per ciò che ritiene per lei im-portante è auspicabile. Lo è ancheil fatto che siano disposizioni e nonsolo dichiarazioni, a sottolineare chela volontà del paziente, in linea diprincipio, dovrebbe essere rispet-tata. Inoltre servono perché questavolontà non può più essere diretta-mente interpellata. Lasciare le di-sposizioni comunque non esauriscela completa casistica che si po-trebbe presentare al momentodella decisione. Ecco che alla fineresta il problema del carattere vin-colante o orientativo delle disposi-zioni. D’altra parte nessuno èobbligato a lasciare le sue disposi-zioni. E se non lo fa il medico resteràfedele al suo dovere: difendere lavita. Ma ognuno deve poterlo fare. In una cornice di reciprocità l’eticamedica può riconoscere il dirittodel paziente a decidere la sospen-sione delle cure e il suo diritto a unamorte dignitosa.

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Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati ti sonoperdonati». «Alzati, prendi il tuo lettuccio, e vattene a casa tua» (Marco 2,1-12)

Il racconto invita a domandarsi qualesia il rapporto tra malattia-peccato-perdono- guarigione e sui suoi esiti

positivi, ed invita a riflettere soprattuttosull’autorità di Gesù in quanto “Figliodell’uomo”, figura apocalittica ed esca-tologica che ha autorità, potere e di-ritto di perdonare i peccati sulla terra.È da rilevare la distanza teologica diGesù rispetto alla Teologia della Retri-buzione insegnata dai dottori dellalegge, la quale mortificava ed oppri-meva tutti gli esseri umani del tempo,in particolare demonizzando ogni tipodi infermità. Infatti gli Scribi riguardo aciò erano in totale disaccordo conGesù. Questi insegnavano che le per-sone malate erano e rimanevano im-pure durante la loro malattia e quindierano impossibilitati ad avvicinarsi aDio. Gesù con la sua autorità farà l’op-posto: il perdono dei peccati è ilsegno inequivocabile della concretaguarigione del paralitico. Questo mi-racolo rivela tre cose molto importanti:

1) che le malattie delle persone nonsono un castigo dei peccati, ma chenon può esserci un nesso tra peccatoe malattia. 2) che il volto di Dio rivelatomediante l’atteggiamento di Gesù è di-verso dal volto severo di Dio rivelatodall’atteggiamento dei dottori dellalegge 3) l’importanza della varietà deisoggetti nel processo di guarigione.Ora racconterò brevemente l’espe-rienza di malattia fatta dal Sig. X, unuomo di 46 anni, sposato,, con duepiccole bambine, che scopre di avereuna rara malattia per la quale la medi-cina ufficiale non possiede ancora unacura adeguata, ma solo qualcosa di spe-rimentale. Pertanto per il Sig. X ciò si-gnifica: dolori a non finire, perdita

dell’attività motoria e dell’autonomia,con smisurate sofferenze psichiche. Lascienza medica grazie alle sue continuericerche ed innovazioni, è in grado diinfondere maggiore fiducia, certezze, etalvolta concrete speranze, perfino neiconfronti di diagnosi una volta ritenuteinfauste, come quella del Sig. X, anchegrazie alla scoperta di una terapia spe-rimentale. Al Pastore o al Sacerdoteil compito di dire al Signor X, che no-nostante tutto Dio è Bontà-Giustizia-Amore-Grazia-Longanimità-Misericor-dia-Compassione-Vicinanza. Sì, Dio ètutto ciò, Dio è una risorsa non un pro-blema, e questo Gesù ci esorta a gri-darlo, perché a Lui e soltanto a Lui,appartiene la parola ultima. Sono pas-sati quattro anni da che il Sig. X sta lot-tando con la sua malattia, tra alti e bassi.È di pochi giorni fa la notizia che la te-rapia comincia a dare buoni ed inco-raggianti risultati.

FEDE E MALATTIA

di Vincenzo PolverinoCappellano, Ospedale Evangelico Villa Betania

lapersona

LO PSICOLOgO IN ONCOLOgIAdi Antoniomaria Salzano Psicologo

pillole di bioeticaIL TESTAMENTOBIOLOGICOdi Giovanni NapolitanoBiologo

SERVIzIO CAPPELLANIAInformazioni tel. 0815912452e-mail: [email protected]

Le fasi del processo reattivo alla diagnosi ed il ruolo della famiglia

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N. 2 ANNO I SETTEMBRE 2012

Intervista al Direttore Sanitario dott. Antonio Sciambra

Alla fine del 2011, il progetto nazionaleONDA ha assegnato all’OspedaleEvangelico Villa Betania due Bollini rosa,inserendolo tra gli ospedali italiani “a mi-sura di donna”. Che cosa vuol dire esat-tamente? Vuol dire che il nostro Ospedale è or-ganizzato per rispondere alle esigenzespecifiche delle donne, nei diversi campidella medicina dedicati alle  patologiefemminili. Concretamente, come riscon-trato dall’Osservatorio Nazionale sullasalute delle donna (ONDA), che con-cede i Bollini rosa, significa che nell’ospe-dale sono previste Unità Operative checurano patologie femminili specifiche digrande rilievo clinico ed epidemiologico;il percorso diagnostico terapeutico el’applicazione di livelli di cura e assistenzaè orientato alle specifiche esigenze del-l’utenza femminile, compreso quello psi-cologico. Una forte attenzione allacentralità della donna e alla tutela dellasua dignità viene attuata attraversol’umanizzazione delle cure e dei per-corsi assistenziali. Dal 2007 ONDA (Osservatorio Na-zionale sulla salute delle donna) pro-muove il programma Bollini Rosa(www.bollinirosa.it/) che è un’iniziativavolta ad identificare e premiare gli ospe-dali italiani che offrono servizi di eccel-lenza nell’ambito dei percorsidiagnostico-terapeutici delle patologiefemminili, ponendo la paziente al centrodelle cure. Il nostro Ospedale è entratoa far parte, con ben due Bollini, di unnetwork composto da 224 Ospedaliitaliani.L’Ospedale conta dodici reparti.Quanti, tra questi, sono dedicati esclusi-vamente alla cura e alla salute delladonna? I Reparti sono 2: Ostetricia e Gineco-logia, Senologia a cui però è doverosoaggiungere la TIN

che cura e assiste le complicanze deipiccoli prematuri mantenendo unastretta comunicazione e collaborazionecon la mamma.Che peso hanno le quote rosa nel-l’equipe medica e nel managementdell’ospedale? R. Il personale dipendente femminile, innetta prevalenza, rappresenta il 70% deltotale dei lavoratori, costituito da 409unità; a questi devono essere aggiunti ilavoratori dipendenti dell’indotto, le im-prese che in diversa misura contribui-scono alle attività dell’ospedale, dallapulizia alla cucina, dalla vigilanza al tra-sporto infermi, dal servizio bar al par-cheggio. Mi preme mettere in evidenzala presenza di donne anche in posizioniapicali, ben rappresentate da un capodipartimento, un primario, una respon-sabile di unità operativa e da numerosimedici e chirurgi, dal responsabile del-l’area infermieristica alla quasi totalitàdei coordinatori infermieristici. Anche laformazione e il sistema qualità sono af-fidate ad una donna.Un ospedale in rosa, dunque. Perchétanta attenzione alla salute e alle esi-genze delle donne e alla medicina di ge-nere?R. E’ un’esigenza scaturita dalle necessitàdel territorio e dalla mancanza di altrestrutture ospedaliere nell’area orientaledella città Napoli. Inoltre crediamo alruolo strategico della donna nelle poli-tiche della salute sia verso i propri fami-liari sia perché gioca un forte ruolosociale e culturale. Quali sono i principali aspetti da consi-derare nel rapporto tra medico e pa-ziente donna? Il medico donna ha unapproccio differente nel rapporto me-dico paziente?La donna medico è dotata di maggioreempatia nei confronti del paziente. Prendendo spunto dalla riflessione dello

scorso anno promossa dal Ministerodella Sanità proprio in collaborazionecon l’Osservatorio ONDA, la donna insanità dimostra di avere una forte ca-pacità di prendersi cura dei bisogni deipazienti, facendosi carico delle loro sof-ferenze e trasmettendo umanità, sicu-rezza, serenità ed affettività. La donna èquindi in grado di mantenere costante-mente la qualità primaria dei propri rap-porti interpersonali e quindi la capacitàdi agire in totale trasparenza e pienezzadi risorse e di emozioni, spesso a diffe-renza degli uomini, sia nell’ambientedella famiglia che nell’ambiente di lavoro.Con una maggior presenza delle donnein sanità si tratterebbe quindi di salva-guardare, come patrimonio e potenzia-lità di tutta la società, questa sfera deirapporti umani primari, della solidarietàe dell’affettività, consegnandone in unqualche modo le chiavi al genere fem-minile che già di fatto esercita da secoliquesta funzione all’interno della fami-glia.Quali sono le visite mediche più richie-ste dalle donne che si rivolgono a VillaBetania?R. Visite ambulatoriali ginecologiche, se-nologiche e per patologie della tiroide,esami strumentali per lo screening dipatologie degli organi riproduttivi(mammografie, pap test) oltre a tutte leprincipali patologie di interesse interni-stico riguardanti cuore, fegato, diabete. A quali esami e visite dovrebbe sotto-porsi con maggior frequenza unadonna? L’Ospedale promuove campa-gne di sensibilizzazione e prevenzione? Visita ginecologica, pap test, visite per laprevenzione tumori sfera genitale, esamistrumentali e visite per le patologie dellamammellaVilla Betania opera da oltre quarantaanni a Ponticelli e assiste una popola-zione che oggi supera i 400mila abitanti,calcolando anche i comuni limitrofi.Molti vivono in aree socialmente edeconomicamente disagiate dove la cul-tura della prevenzione, particolarmenteimportante per la salute della donna, èmeno radicata. Come si è evoluto, intanti anni, il rapporto tra l’Ospedale ele donne del territorio?Le donne di questo territorio hannosempre giocato un ruolo sociale e cul-turale fondamentale nella cura della sa-lute e dunque nel rapporto conl’ospedale. Se oggi l’ospedale è un puntodi riferimento sul territorio lo si deveanche a questo rapporto privilegiato sucui, oltre 40 anni fa, investirono e cre-dettero i fondatori, scegliendo di pun-tare su una zona in cui non c’era nessuntipo di presidio sanitario e dunque svi-

UN OSPEDALE “A MISURADI DONNA”

Ragazze infrasedicenni che met-tono al mondo una nuova vita,donne con profonde anomie

dovute all’esperienza amara di unaborto, puerpere preoccupate per ilfuturo dei propri figli che accedono alcounseling per l’esportazione del san-gue cordonale, persone indigenti chenon possono offrire ad un loro carodefunto un funerale privato. A talisoggetti e a tanti altri ancora io rivolgoil mio sguardo, la mia attenzione, offroloro una calorosa relazione umanaoltre alla mia guida burocratica d’uffi-cio. Il mio obiettivo è quello di stabilirecon queste persone un contattoumano che possa essere di aiuto a mi-gliorare le proprie esigenze, perché ri-tengo che sia il presupposto essenzialeper instaurare un solido rapporto distima reciproca tra me e coloro che siinterfacciano con la mia personale.Ho conseguito con grossi sacrifici macon una immensa soddisfazione la lau-rea in Sociologia e sono figlia di un pa-store. La mia unica forza, la mia unicaguida, è sempre stato l’Amore cri-stiano che è motivo predominantedella mia esistenza, della mia vita. Ri-cordo il caso di una minorenne chenon era accettata dalla propria famigliaper la sua prematura gravidanza. Ri-cordo di essermi messa in contattocon la sua famiglia e dopo un collo-quio improntato sull’amore e la neces-sità di agire nella vita con il buonsensoe l’incondizionata ragionevolezza, i fa-miliari della ragazza cambiarono il loroatteggiamento e riuscii a convincerli arecarsi presso i servizi sociali di appar-tenenza per essere sostenuti ed aiutatinel loro percorso familiare. Ricordo ilcaso di un figlio che aveva perso il pro-prio padre e non aveva i soldi neces-sari per organizzare un funeraledecoroso. Fui pronta a mettermi incontatto con il Comune di residenzadella persona e con la Polizia Mortua-ria di Poggioreale e attraverso un:aserie di prassi burocratiche riuscimmoad organizzare un decoroso funerale.Per quanto riguarda il counseling cheeffettuo per l’esportazione del cor-done ombelicale induco le partorientialla riflessione per la donazione solida-ristica per il benessere sociale e l’avan-zamento della ricerca piuttosto che ladiffusione dell’autologo come discorsoegoistico di salvaguardia del propriointeresse. È l’aiuto che va dato in ognimomento e in ogni caso la missionedel mio lavoro : la persona che vieneaiutata deve essere cosciente di ciòche vive, della situazione a cui è sotto-posta e deve essere in grado di met-tere a fuoco i propri pensieri, leemozioni inespresse o sottintese.

Oltre laburocrazia:aiuti in “rosa” di Marta Battista Segretaria Direzione Sanitaria L’Ospedale evangelico Villa Betania è entrato a far parte, con ben

due Bollini, di un network composto da 224 Ospedali italiani

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luppando una forte attività sociale eculturale attraverso quella medico-sa-nitaria. Oggi la Sanità è fortementeorientata a questo modo di operare,ma per quei tempi l’intuizione dei fon-datori era fortemente innovativa. E’stata una scelta efficace? Per noi parlanoi risultati conseguiti in questi anni, di cuii Bollini rosa ne sono una delle espres-sioni più alte. Che poi, questa sia unazona nevralgica per tutta l’area vesu-

viana lo dimostra la scelta fatta dalla re-gione di costruire un grande presidioospedaliero in questa zona (Ospedaledel Mare). Quando sarà operativo noisaremo pronti a fare la nostra partemagari puntando sui nostri reparti dielite, aspetto su cui già c’è un protocollod’intesa con la Regione Campania. In-tanto, però, ci troviamo quotidiana-mente a dover fronteggiare unasituazione che è divenuta insostenibile

perché il nostro Ospedale è rimastol’unico presidio dell’emergenza di tuttala zona orientale di Napoli e della zonavesuviana costiera in un momento sto-rico difficile in cui il medico del prontosoccorso, agli occhi del paziente, nelmomento del bisogno, rappresentatutto il sistema sanitario, nel bene e nelmale. Una situazione in cui non è sem-plice rispondere alle aspettative semprepiù elevate dei cittadini.

Quali sono gli esami per le infiamma-zioni intestinali ?Fino ad oggi, per valutare lo stato in-fiammatorio della mucosa intestinaleera necessario ricorrere ad esami in-vasivi (colonscopia e conseguenteesame istologico). Di recente, però, haprovato sempre più credito l’uso dimarcatori non invasivi: tra questi, unodei più attendibili e sicuri è rappresen-tato dalla determinazione della con-centrazione fecale della calprotectina,una proteina che, in presenza di pro-cessi infiammatori a carico dell’inte-stino, viene rilasciata nel lumeintestinale e pertanto può essere ri-levata nelle feci. In presenza di quali sintomi il test perla Calprotectina va usato?diarrea ricorrente più o meno abbon-dante con o senza sanguinamento;emissione di muco rettale;diarrea accompagnata spesso da do-lori addominali anche forti (che in al-cuni casi possono essere scambiatiper attacchi di appendicite);comparsa, in alcuni casi, di febbre e di-magrimento causato dalla diminu-zione di appetito o damalassorbimento (possono verificarsicali anche di 10-15 kg nel giro di pocotempo).Test per la diagnosi del Carcinoma delcolon-retto Il cancro dell’intestino è una delleprime cause di morte in Europa. Adoggi in Italia, un uomo su 23 contraetumore del colon-retto entro i 75anni di età mentre la probabilità di ac-quisizione della malattia nelle donneè una su 37. Se la malattia viene dia-gnosticata e trattata in uno stadio ini-ziale la cura ha una prognosi moltobuona. Un test di screening moltousato è la ricerca di emoglobina nellefeci. Da solo questo test però non rie-sce a differenziare una presenza ema-tica nell’intestino da una sua presenzanel tratto digestivo superiore.Mediante il colon cancer test siprende in considerazione un’altraproteina (una glicoproteina) che silega con l’emoglobina: l’aptoglobina.L’individuazione del complesso emo-globina-aptoglobina è di valido sup-porto nel rilevamento della presenzadi adenomi nella parte superiore deltratto intestinale, mentre la presenzadella sola emoglobina può indicaresanguinamento colorettale (ad esem-pio da adenomi o carcinomi).

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La necessità di attuare una cor-retta programmazione e ana-lisi dei processi produttivi

dettata dalla difficoltà di operare inun contesto di risorse scarse ha in-dotto il nostro Ospedale ad adot-tare sistemi di monitoraggio deicosti e dei ricavi attuando un effi-cace controllo sulla gestione. Laparticolare sensibilità verso questitemi nasce dalla consapevo-lezza che rendere efficientel’azione ha anche unaforte connotazioneetica. Le risorse libe-rate possono infattiessere utilizzate permigliorare la qualitàdelle prestazioni ero-gate ai cittadini. Alcunianni dopo, tale scelta èdiventata un adempi-mento normativo definitonegli accordi tra Regione Campa-nia e Fondazione Evangelica Beta-nia. Successivamente, gli sviluppidell’informatica hanno reso possibiliulteriori miglioramenti. La conse-guente disponibilità di strumenti piùsofisticati ha consentito di intro-durre nell’Ospedale Evangelico lacontabilità analitica per centro dicosto quale elemento fondamen-tale per la programmazione ed ilcontrollo direzionale.

Quantificazione, valutazione e mo-nitoraggio della produttività del la-voro e di quella economica sono gliobiettivi perseguiti con la collabo-razione degli operatori sanitari e ditutti gli uffici amministrativi (conta-bilità, ufficio economato, ufficio tec-nico, gestione del personale, ufficioSDO, CED). L’impegno e la condi-visione di tutti, unitamente all’attua-zione metodologica ed operativa

con adeguati strumenti, è indispen-sabile per la corretta attribuzionedei ricavi e dei costi alle singoleunità operative (centri di responsa-bilità finali, reparti e servizi). Unesempio importante è dato dallagestione informatizzata del magaz-zino che consente di allocare diret-tamente ai singoli centri il costo difarmaci, presidi, protesi e altri mate-

riali richiesti e consegnati.Data l’esperienza maturata in que-sta attività, l’Ospedale Evangelico èstato invitato a partecipare a di-verse attività di ricerca in collabo-razione anche con enti pubblici edè diventato “centro pilota” ove te-stare nuove tecnologie in tema diprogrammazione e controllo in am-bito ospedaliero. Alcuni studentidelle Università Federico II° di Na-poli e Tor Vergata di Roma hanno

discusso la loro tesi di laurea susperimentazioni elaborate al

nostro interno. Significa-tivo e gratificante appare

il nostro contributonell’ASTMAP (Asso-ciazione per la Tra-sparenza ed ilMonitoraggio gestio-nali Amministrazioni

Pubbliche). L’Associa-zione ha raccolto le

esperienze del progettoFEPA (“Funzionalità ed Effi-

cienza nella PA”) del Dipart. dellaFunzione Pubblica, e, con la collabo-razione del CINECA (ConsorzioInter-universitario di Calcolo), harealizzato una serie di applicativiche dimostrano come sia possibiledotare, con minimo sforzo organiz-zativo, le pubbliche amministrazionidi strumenti tecnologicamenteavanzati in grado di misurare in ma-niera trasparente e condivisa la pro-duttività del lavoro.

l’esperto risponde

LA TRASPARENzA gESTIONALE

Nell’ambito di una collabora-zione a lungo termine traOlanda e Italia è nato il pro-

gramma di dottorato internazionale(IO PhD program) che coinvolge gio-vani ricercatori italiani nell’ambito dellamedicina perinatale e della neonatolo-gia. Lo scopo è quello di promuoverel’eccellenza nella ricerca offrendo ai ri-cercatori italiani la possibilità di una col-laborazione con le Università olandesidi Maastricht e Utrecht. Numerosi pro-getti promossi da ricercatori di tutta Ita-lia sono stati valutati da una

commissione scientifica internazionale.La valutazione delle domande è avve-nuta a giugno 2012 sulla base delle at-titudini scientifiche, del curriculum vitaedel candidato e della rilevanza del pro-getto presentato. Sono stati selezionati8 progetti tra cui quello presentatodalla Dott.ssa Maria Sellitto, dirigentemedico presso la Terapia IntensivaNeonatale dell’Ospedale EvangelicoVilla Betania. Il trial clinico prevede la va-lutazione dei nati pretermine tra le 34e 37 settimane di età gestazionale (latepreterm) tramite l’utilizzo della NIRS

(Near Infrared Spectroscopy), una tec-nica diagnostica non invasiva in grado dimisurare l’ossigenazione tissutale cere-brale, e la valutazione a lungo terminedel loro sviluppo neurocomportamen-tale tramite un programma di follow upa 6, 12 e 18 mesi di età. Lo studio dellapopolazione dei late preterm, una po-polazione che rappresenta più del 70%di tutte le nascite pretermine, potrebbeconsentire la precoce identificazione diun ritardo dello sviluppo neurocom-portamentale e quindi un interventopiù precoce e più efficace

IO PhD - PROgRAMMA INTERNAzIONALE PERPROMUOVERE L'ECCELLENzA NELLA RICERCA

LABORATORIO:INTESTINO E

COLON

di Paolo MorraDirettore Amministrativo

di Apollonia RussoDirettore Patologia Clinica ed Istopatologia

Uno degli 8 progetti selezionati in tutta italia è stato presentato dallaDott.ssa Maria Sellitto dirigente medico presso la TIN di Villa Betania

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L’Istituto di Scienze Sanitarie Betania. condenominazione abbreviata “ConsorzioI.S.S.B”, è un Consorzio senza scopo di

lucro, costituito nel febbraio 2007, tra “FondazioneEvangelica Betania” e “Opera per le ChieseEvangeliche Metodiste in Italia”. Esso opera nelsettore della formazione continua e di aggior-namento professionale, attività di ricerca e studionel settore sociale e sanitario, ponendo a fon-damento della propria azione le istanze deglioperatori e delle imprese operanti nei diversisettori della produzione e dei servizi. Promuovela più ampia partecipazione alle attività di for-mazione e ricerca di soggetti qualificati – si

legge all’art. 4 dello Statuto -operanti sia nel settore della for-mazione/istruzione/ricerca, sia nelsettore della sanità e sia nei settorisociali ai precedenti connessi. Pre-vede, anche, l’organizzazione dimeeting, convegni, simposi atti adivulgare il sapere in materia disanità, i risultati delle ricerche e glisviluppi delle scienze sanitarie.Eroga corsi di formazione, con ri-ferimento tre aree di intervento:area clinica, area prevenzione-si-curezza-protezione, area qualità esviluppo. La sede operativa delConsorzio è sita a Napoli, in vialeMetamorfosi, a pochi chilometridall’Ospedale Evangelico Villa Be-tania, e dispone di tre aule, di cuiuna informatica, una per la forma-zione “learning by doing” con ma-nichini di simulazione, una rete wifilibera, e tutte le attrezzature ne-cessarie per ospitare progetti for-

mativi di cui sopra. Grazie a questi requisiti in-frastrutturali, uniti a quelli amministrativo/finanziarie alle competenze scientifiche dei componentidell’organigramma, nel novembre 2009, l’ISSBsi è accreditato presso la Regione Campaniacome Ente formativo e di orientamento profes-sionale per la formazione iniziale, la formazionecontinua, la formazione superiore e per attivitàformative finanziate e/o cofinanziate con fondipubblici, ai sensi del D.G.R. 226/06. Un annodopo è Provider nazionale del Sistema di Edu-cazione Continua in Medicina del Ministero dellaSalute per l’organizzazione di eventi per la for-mazione continua degli operatori del settoresanitario. Nel primo biennio 2010/2011 ha as-sicurato formazione a circa mille figure sanitarie,attraverso un calendario fitto di incontri e corsideterminanti per l’accrescimento di professionalitàe competenze, coinvolgendo tutte le figuredell’area sanitaria, dai medici ai biologi, dalleostetriche ai tecnici di laboratorio. Dal BLSD al-l’Accreditamento istituzionale delle aziendesanitarie, dalle Prevenzione delle infezioni ospe-daliere ai Corsi di primo e pronto soccorsoaziendale, dalle Tecniche di lavaggio delle manialla Gestione degli accessi vascolari fino allaGestione del Team Work, sono solo alcuni deiprogetti formativi ECM che offre il ConsorzioISSB (vedi scheda in basso), potendo puntaresu forti competenze interne all’Ospedale Evangelicoe su qualificati docenti esterni, che offrono me-todologie didattiche innovative a servizio diprogetti di ampio respiro e ottimamente strutturati.Fiore all’occhiello dell’ISSB è sicuramente l’or-ganizzazione del “Corso di Ecografia di BaseSIMEU”, giunto alla XII edizione, frutto di unacollaborazione attiva e fattiva con la SocietàItaliana di Medicina d’Emergenza-Urgenza.

Il problema delle malattie epatiche ha, inCampania, dimensioni allarmanti: sette personeal giorno muoiono per cirrosi o tumore delfegato. Oltre 600.000 campani (immigratiesclusi!) hanno una infezione da virus C o davirus B Stiamo, inoltre, assistendo ad un in-quietante aumento della steatosi epatica(“fegato grasso”) anche tale condizione puòevolvere verso la cirrosi ed il tumore al fegatoed in ogni caso si accompagna ad un aumentodella mortalità globale del 35-85% e dellamortalità per malattie cardiovascolari di almenoil doppio.

In questa realtà opera dal 1995 il Centrodi Epatologia dell’Ospedale Evangelico VillaBetania di Napoli, una Unità Operativa dotatadi posti letto attiva nell’ambito funzionale delDipartimento di Medicina Interna. Le principaliaree di intervento sono costituite dalla diagnosie terapia delle Epatiti Virali Croniche (HCV,HBV, HDV), delle malattie epatiche di originealcolica e metabolica, delle malattie daaccumulo di metalli (emocromatosi e morbodi Wilson), della Cirrosi Epatica con le suecomplicanze (ipertensione portale, varici eso-fagee, ascite ed encefalopatia porto- sistemica);dalla diagnosi precoce e dal trattamento del-l’Epatocarcinoma.

La principale peculiarità del Centro è co-stituita dal fatto che il paziente epatopaticoviene trattato in una Unità Specialistica Epa-tologica, operante in piena autonomia, che èin stretta integrazione con tutte le competenzemultispecialistiche dell’Ospedale. La cirrosiepatica rappresenta l’undicesima causa dimorte in Italia con oltre 30.000 morti peranno, di cui almeno 25.000 attribuibili allaevoluzione della epatite cronica B e C incirrosi. Le morti per epatocarcinoma, potrebbeaumentare fino al 2020 se non verranno

identificati e trattati i pazienti con epatitecronica asintomatica e ridotto il reservoir deiportatori cronici dell’infezione con un adeguatoprogramma di sorveglianza nazionale per ipazienti a rischio. Sebbene le infezioni davirus B e l’epidemiologia dell’epatite C in Italiahanno mostrato una forte riduzione dell’incidenzaassistiamo ad un progressivo aumento dellasteatosi epatica (“fegato grasso”) oggi presentenel 50% circa della popolazione adulta. Talecondizione può essere dovuta ad uso eccessivodi alcol (steatosi epatica alcolica) ma anche,oggi sempre più frequentemente, all’aumentodel peso corporeo, alla presenza di malattiemetaboliche quali il diabete, l’ipercolesterolemia,l’ipertrigliceridemia (steatosi epatica non al-colica).

Tuttavia esiste oggi un’effettiva possibilitàdi cura con i trattamenti antivirali che consentonodi trasformare i pazienti con epatite cronica Bin portatori inattivi del virus senza più malattiaepatica attiva e di eradicare l’infezione daHCV.

Perché un Congresso di Epatologia?Per informare l’utenza (Medico di MedicinaGenerale, cittadini, mass media) - sui progressi della epatologia moderna: epi-demiologia, prevenzione, diagnosi precoce,terapia.- sulle attività svolte c/o l’Ospedale Evangelicoche forniscono all’utenza un’assistenza completa,plurispecialistica, efficace ed efficiente.- che “la cura giusta al momento giusto” puòridurre drasticamente la morbilità e la mortalitàper malattie epatiche.- che “la cura giusta al momento giusto”richiede una rete sanitaria intergrata fraspecialista ospedaliero e medico di medicinagenerale.

L’EPATOLOgIA A VILLA BETANIA

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