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betania in forma www.villabetania.org OSPEDALE SOLIDALE di Luciano Cirica Vicepresidente Fondazione Evangelica Betania di Marta D’Auria Redazione Riforma EDITORIALE I l nostro ospedale cura i malati, ma vuole anche aiutare le persone che vengono in ospedale perché hanno problemi sanitari, anche a causa della loro condizione psicologica e sociale. Cerchiamo di fornire in- formazioni utili per prevenire le ma- lattie, sosteniamo umanamente chi ha problemi particolari e siamo im- pegnati per le campagne di donazione organi e del sangue . Una sanità soli- dale , insomma, una sanità che,oltre a guarire, aiuta e si prende cura dei soggetti piu’ deboli e piu’ esposti . A cominciare dalle donne .Per loro infatti abbiamo previsto percorsi e servizi diagnostici dedicati solo alle patologie femminili. Ci prendiamo cura, in particolare, delle donne ex- tracomunitarie prive di permesso di soggiorno , perché sono quelle piu a rischio e piu’ dimenticate. Questo la- voro lo svolgiamo anche sul territorio ,fuori dell’ospedale. I nostri medici, a titolo gratuito, sono attivi nelle iniziative di prevenzione medica che sponso- rizziamo nei centri sociali e nelle nostre chiese evangeliche. Siamo par- ticolarmente attenti al tema della prevenzione oncologica e organiz- ziamo incontri divulgativi ,per esempio qui nel quartiere di Ponticelli. Soste- niamo attivamente le campagne di donazione organi e delle cornee ol- trechè di donazione sangue, con par- ticolare riferimento a quello del cor- done ombelicale nel neonato. A volte i malati, o i loro familiari, quando entrano in ospedale portano con loro non solo il peso della ma- lattia, ma anche quello del loro disagio ,della loro povertà e spesso della loro depressione. Noi li accogliamo, li ascoltiamo e se possiamo gli diamo qualche aiuto o qualche orientamen- to. segue a pagina due N on si può più nascondere il dramma che da oltre vent’anni si consuma nella “Terra dei fuochi”, termine coniato da Legambiente già nel rapporto Ecomafia del 2003, per definire l’area tra le provincie di Napoli e Caserta dove la camorra – con ampie connivenze – ha sversato ille- galmente rifiuti che, bruciati, hanno sprigionato fumi tossici per la salute. Si tratta del più lucroso dei business della criminalità organizzata, quello dello smaltimento illecito della spazzatura, che in un quarto di secolo ha avvelenato un pezzo di terra, nota come Campania felix per la fertilità dei suoi campi. Residui di lavorazioni industriali (soprattutto di aziende del Nord Italia), rottami metallici, vernici, colle, lastre di amianto e altri materiali tossici sono stati stipati in fusti seppelliti sottoterra, o sono stati dati alle fiamme, sprigionando diossina irrespirabile. Un immenso disastro ambientale a cui si aggiunge quello sanitario ai danni di intere comunità. Sulla questione abbiamo rivolto alcune domande al dottor Giuseppe Barberis, responsabile del Reparto oncologia dell’ospedale evangelico Villa Betania. segue a pagina due LA VITA È UN DONO, DONARE DÀ LA VITA PRIMO PIANO E manuele, Mathias, Alessandro e Marta sono solo alcuni dei bambini che alla nascita hanno donato il sangue cordonale. Una risorsa preziosa per la cura di gravi malattie del sangue e del sistema immunitario, come le leucemie, i linfomi, alcune forme di talassemia, alcuni tipi di immunodeficienza e alcune malattie metaboliche. Al termine del parto il sangue placentare viene abitualmente eliminato. Al contrario, esso può essere raccolto con una semplice procedura che non comporta rischi né per la madre né per il neonato. Questo prelievo avviene in pochi minuti ed è del tutto indolore e non comporta alcuna modifica alla normale assistenza al parto. È possibile ritirare il modulo di consenso presso la sala parto e consegnarlo compilato al momento del ricovero. TERRA DEI FUOCHI LE CONSEGUENZE SANITARIE Intervista a Giuseppe Barberis, responsabile del Reparto Oncologia dell’Ospedale Evangelico Villa Betania periodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania all’interno: …e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati pag. 5 Il massaggio Infantile ha origini antiche, insegnato e tramandato dalle mamme indiane pag. 6 La vergine resterà incinta e partorirà un figlio Un tocco per la vita N. 7 ANNO II DICEMBRE 2013 BETANIA INFORMA N. 7 Dicembre 2013_Layout 1 05/12/13 14:17 Pagina 1
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Aug 07, 2020

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betaniainformawww.villabetania.org

OSPEDALESOLIDALEdi Luciano Cirica Vicepresidente Fondazione Evangelica Betania

di Marta D’AuriaRedazione Riforma

EDITORIALE

Il nostro ospedale cura i malati,ma vuole anche aiutare le personeche vengono in ospedale perché

hanno problemi sanitari, anche acausa della loro condizione psicologicae sociale. Cerchiamo di fornire in-formazioni utili per prevenire le ma-lattie, sosteniamo umanamente chiha problemi particolari e siamo im-pegnati per le campagne di donazioneorgani e del sangue . Una sanità soli-dale , insomma, una sanità che,oltrea guarire, aiuta e si prende cura deisoggetti piu’ deboli e piu’ esposti . Acominciare dalle donne .Per loroinfatti abbiamo previsto percorsi eservizi diagnostici dedicati solo allepatologie femminili. Ci prendiamocura, in particolare, delle donne ex-tracomunitarie prive di permesso disoggiorno , perché sono quelle piu arischio e piu’ dimenticate. Questo la-voro lo svolgiamo anche sul territorio,fuori dell’ospedale. I nostri medici, atitolo gratuito, sono attivi nelle iniziativedi prevenzione medica che sponso-rizziamo nei centri sociali e nellenostre chiese evangeliche. Siamo par-ticolarmente attenti al tema dellaprevenzione oncologica e organiz-ziamo incontri divulgativi ,per esempioqui nel quartiere di Ponticelli. Soste-niamo attivamente le campagne didonazione organi e delle cornee ol-trechè di donazione sangue, con par-ticolare riferimento a quello del cor-done ombelicale nel neonato. Avolte i malati, o i loro familiari,quando entrano in ospedale portanocon loro non solo il peso della ma-lattia, ma anche quello del loro disagio,della loro povertà e spesso dellaloro depressione. Noi li accogliamo,li ascoltiamo e se possiamo gli diamoqualche aiuto o qualche orientamen-to.

segue a pagina due

Non si può più nascondere il dramma cheda oltre vent’anni si consuma nella “Terradei fuochi”, termine coniato da Legambiente

già nel rapporto Ecomafia del 2003, per definirel’area tra le provincie di Napoli e Caserta dove lacamorra – con ampie connivenze – ha sversato ille-galmente rifiuti che, bruciati, hanno sprigionato fumitossici per la salute. Si tratta del più lucroso deibusiness della criminalità organizzata, quello dellosmaltimento illecito della spazzatura, che in unquarto di secolo ha avvelenato un pezzo di terra,nota come Campania felix per la fertilità dei suoicampi. Residui di lavorazioni industriali (soprattuttodi aziende del Nord Italia), rottami metallici, vernici,colle, lastre di amianto e altri materiali tossici sonostati stipati in fusti seppelliti sottoterra, o sono statidati alle fiamme, sprigionando diossina irrespirabile.Un immenso disastro ambientale a cui si aggiungequello sanitario ai danni di intere comunità. Sulla questione abbiamo rivolto alcune domande aldottor Giuseppe Barberis, responsabile del Repartooncologia dell’ospedale evangelico Villa Betania.

segue a pagina due

LA VITA È UN DONO,DONARE DÀ LA VITA

PRIMO PIANO

Emanuele, Mathias, Alessandro e Marta sono solo alcuni dei bambini chealla nascita hanno donato il sangue cordonale. Una risorsa preziosaper la cura di gravi malattie del sangue e del sistema immunitario, come

le leucemie, i linfomi, alcune forme di talassemia, alcuni tipi di immunodeficienzae alcune malattie metaboliche. Al termine del parto il sangue placentareviene abitualmente eliminato. Al contrario, essopuò essere raccolto con una semplice procedurache non comporta rischi né per la madre néper il neonato. Questo prelievo avviene inpochi minuti ed è del tutto indolore e noncomporta alcuna modifica alla normale assistenzaal parto. È possibile ritirare il modulo di consensopresso la sala parto e consegnarlo compilato almomento del ricovero.

TERRA DEI FUOCHILE CONSEGUENZE SANITARIEIntervista a Giuseppe Barberis, responsabile del Reparto Oncologiadell’Ospedale Evangelico Villa Betania

periodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania

all’interno:

…e tu gli porrainome Gesù,perché è lui chesalverà il suopopolo dai loropeccatipag. 5

Il massaggioInfantile haorigini antiche,insegnato etramandatodalle mammeindianepag. 6

La vergine resterà incinta epartorirà un figlio

Un tocco per la vita

N. 7 ANNO II DICEMBRE 2013

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Lo scorso 19 ottobre,in occasionedelle celebrazioni del 45^ , ab-biamo effettuato il primo in-

contro con l’Ospedale Evangelico In-ternazionale di Genova e con l’Ospe-dale Evangelico di Stoccarda in Ger-mania , per valutare la possibilità dicostruire un gemellaggio con il nostroOspedale Evangelico di Napoli. L’in-contro ha avuto un risultato positivo

ed i tre ospedali si sono resi disponibilia firmare un “protocollo d’intesa” ,per definire le regole e le modalitàdi un lavoro comune . Tra questiOspedali,infatti, si pensa che si potrà,in un prossimo futuro, scambiare in-formazioni , organizzare congressi,sessioni di formazione per il personalesanitario ,nonché realizzare progettifinanziati UE in campo medico –scientifico o in quello socio-sanitario.Per l’area medica ,si potranno ap-profondire le tematiche della Terapia

Intensiva Neonatale e della gestione,spesso critica, del rappor tomedico/neonato/famiglia . Altri temidi lavoro potranno essere quelli col-legati alla Chirurgia ,oggi caratterizzatada un maggiore utilizzo dell’approccioLaparoscopico, compresa quella del-l’Obesità ed Oncologica. Si appro-fondiranno inoltre le problematicheconnesse alle nuove tecniche Orto-pediche (dell’artroscopia ,della chi-rurgia protesica e delle tecniche diriduzione delle fratture).Un ‘area di forte interesse sarà quelladella Ginecologia (gestione delle com-plicanze in sala parto,diagnosi prena-tale,prevenzione oncologica etc.) con

particolare riferimento alle donnepiu’ a rischio, per condizioni sociale.Da ultimo, nell’area medica, si pensadi lavorare nel campo della Epatologia,con riferimento soprattutto alla dia-gnosi e alla terapia delle Epatiti subase virale, metabolica ed esotossica,compreso il Trattamento della CirrosiEpatica ed i Tumori del Fegato. Inquesta logica di collaborazione si av-vieranno anche iniziative di SanitàSolidale e di Prevenzione rivolte aisoggetti “deboli”, come extracomu-nitarie senza permesso disoggiorno,rom, tossicodipendenti,“nuovi” poveri.

— L’incidenza dei tumori e la morta-lità nella Terra dei fuochi è superiorealla media?«Non è possibile fornire dati certiperché a tutt’oggi in Campania nonesiste un registro tumori. In man-canza di questo strumento, dunque,non è corretto dire che solo tra lepopolazioni che vivono nell’area in-teressata dallo sversamento deiprodotti tossici, ci sarebbe un au-mento dei casi di tumore. Quelloche posso affermare, anche con-frontandomi con i miei colleghi on-cologi che lavorano in altrestrutture ospedaliere, è che in ge-

nerale registriamo un aumento no-tevole dei casi di tumore: circa ildoppio e il triplo di pazienti trattatinegli ultimi dieci anni. Non solo: ri-leviamo anche un cambiamentodelle patologie tumorali che riscon-triamo nei pazienti. Per esempio, aVilla Betania abbiamo notato un au-mento dei tumori allo stomaco, cheprima erano molto infrequenti».— Può fornirci qualche dato nume-rico?«Valutando i casi trattati, sicura-mente posso dire che c’è stato unincremento consistente del numerodi pazienti affetti da tumore allo sto-maco, come anche un forte au-mento di tumori alla mammella, chesi accompagna a una riduzionedell’età. In altre parole, mentreprima riscontravamo l’insorgenzadel tumore mammario intorno ai60 anni, oggi lo osserviamo indonne vicino ai 40. L’altro dato cherisalta è quello relativo al tumoredello stomaco, forma tumorale cheera quasi in via di estinzione in Italia.Oggi, invece, mi trovo a trattaremolti pazienti con tumori allo sto-maco, al pancreas, alle vie biliari…Se fino a 6 anni fa curavo due casidi tumore allo stomaco all’anno, orane tratto dieci; se prima avevo incura tre tumori al pancreas all’anno,oggi ne seguiamo quindici».— Qual è la provenienza geograficadi questi pazienti?«Il nostro bacino di utenza è abba-stanza vasto. All’ospedale Villa Beta-nia fa riferimento un po’ tutta lazona orientale di Napoli: Ponticelli,Barra, San Giovanni, Portici, SanGiorgio, Torre del Greco, Torre An-nunziata, Cercola, Pollena, Volla, Ca-soria…

— Siamo leggermente distanti dallaTerra dei fuochi…«Questo conferma quello che di-cevo all’inizio. Siamo esposti un po’tutti a pagare il prezzo di azioni scel-lerate che hanno compromesso ilnostro ambiente, intenso non solocome la terra che coltiviamo, maanche l’acqua che beviamo e l’ariache respiriamo. È l’assunzione quo-tidiana di veleni e sostanze tossiche,ripetuta negli anni, che porta aun’alterazione della catena del Dna,da cui dipende l’insorgere di pato-logie di tipo tumorale. Ad esempiola diossina, inteso come contami-nante ambientale, in parte prodottadall’incenerimento dei rifiuti urbanie industriali, dallo smaltimento im-proprio dei rifiuti, dai liquidi di per-colazione di discariche, non provocadirettamente il cancro ma ne deter-mina la sua progressione agendocome promotore tumorale sul Dna.Ciò può portare ad una ipotesi: ladiossina potrebbe, insieme ad altrifattori, essere determinante nell’ab-bassamento dell’età di insorgenzadei tumori. L’amianto, invece, è unpotente cancerogeno diretto, essosi trova nelle polveri in forma difibre ed è responsabile dei mesote-lioma (tumori pleurici) e dei tumoripolmonari».— Per passare dalle ipotesi all’analisidi dati reali occorre, dunque, che al piùpresto anche la Regione Campania sidoti di un registro tumori, che attestila correlazione tra insorgenze di ma-lattie, decessi e disastro ambientale.«Come AIOM (Associazione ita-liana di oncologia medica) abbiamofatto più volte pressione affinchévenga istituito anche nella nostraRegione questo strumento, utilis-

N. 7 ANNO II DICEMBRE 2013

Come nel caso degli home-less che si presentano alPronto Soccorso o come

nel caso dei genitori preoccupatiper i loro bambini prematuri rico-verati nella Terapia Intensiva Neo-natale o come nel caso delle giovanidonne extracomunitarie sole senzafamiglia o degli anziani non auto-sufficienti . In Ospedale non vengonosolo i malati nel fisico, ma ancheun’umanità varia, sofferente nellospirito e nell’anima a cui bisognaoffrire non solo delle cure, maanche un pò di conforto materialee di affetto. Il nostro Ospedale è un luogo didegenza, di terapie e di medicine.Ma non dimentica mai di essereanche un luogo della solidarietà edella compassione verso chi soffre,in vario modo.

EDITORIALEsegue dalla prima pagina

PRIMO PIANO

Dott. Giuseppe BarberisResponsabile del Reparto Oncologia dell’Ospedale Evangelico Villa Betania

L’OSPEDALE EUROPEO di Cordelia Vitiello Segretario Fondazione Evangelica Betania

TERRA DEI FUOCHILE CONSEGUENZE SANITARIEIntervista a Giuseppe Barberis, responsabile del Reparto Oncologiadell’Ospedale Evangelico Villa Betania

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simo non solo per capire realmenteil trend delle patologie oncologiche,ma anche per poter organizzare unamigliore prevenzione. In un’evidenzain cui le donne giovani si ammalano,bisognerà anticipare i programmi diprevenzione ai 30 anni. Il registroserve a evidenziare quali siano le pa-

tologie cui occorre dare maggioreattenzione nel campo della ricerca,della cura e della prevenzione. Oggipiù che mai, ed è anche questol’obiettivo che cerchiamo di perse-guire a Villa Betania, va difeso il di-ritto alla salute di tutti e vacontrastata la logica del “si salvi chi

può”. In questo momento, date lecondizioni generali d’inquinamentoche riguardando non solo la nostraRegione ma, ahimè, tutto il nostroPaese, con serietà e impegno dob-biamo lavorare nella direzione di ga-rantire cure e assistenza a tutti, onon si salverà nessuno». Nel nostro Ospedale da alcuni

anni è possibile effettuarevisite di idoneità agonistica

e nonagonistica con rilascio di certificatoriconosciuto dalle federazioni e dallaregione Campania.Nata in Italia nel 1957 e successiva-mente diffusasi negli altri paesi eu-ropei, la medicina dello sport è unabranca specialistica utile alla pre-venzione e allo screening di variepatologie cardiache, respiratorie ealla prevenzione dei paramorfismie dismorfismi così diffusi nei piccoliatleti che cominciano a praticareattività sportiva.In assenza della medicina scolasticaabolita da diversi anni , ed in unasocietà in cui lo sport ha conquistatoun ruolo importante per lo sviluppopsico-fisico di un individuo oltre checome attività ricreativa e di svagoentrando nel costume di molti po-poli, la visita medico sportiva rap-presenta spesso il primo e a volteunico screening per i giovani dai 6-10 anni in su.Pertanto è stato evidenziato da re-centi studi scientifici il ruolo pre-ventivo di quest’ultima nei confrontidi patologie e di comportamenti arischio (si pensi alla diffusione del-l’obesità, del diabete, delle malattiecardiovascolari e delle alterazioniosteo-articolari).La visita medico sportiva comprendeun’anamnesi accurata con cartellinamedico-sportivadell’atleta , un esame obiettivo ge-nerale , un elettrocardiogramma dibase e dopo sforzo (prova di Masterallo scalino di circa tre minuti) convalutazione dell’ indice di recuperoindividuale (IRI TEST) ed una spiro-metria con valutazione dei parametrifunzionali respiratori. Negli atleti aldi sotto dei 18 anni la visita com-prende anche la valutazione di even-tuali paramorfismi e dismorfismi convalutazione del percentile di crescitastaturale e ponderale.

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IL PUNTO

MEDICINADELLO SPORT

Il Dieci Dicembre 2012 pressol’Ospedale Evangelico “Villa Betania”è stato avviato un progetto espe-

rienziale nato dall’incontro dello psi-cologo con il personale sanitario delreparto di Terapia Intensiva Neonatale.

Scopo del progetto è la creazione diuno spazio libero di condivisione ecrescita all’interno del quale i parte-cipanti affrontano e riflettono su te-matiche esistenziali (delusione, an-goscia, sofferenza) legate al percorso

di cura del neonato prematuro edella sua famiglia. La nascita prematurao con patologia severa è infattiun’esperienza angosciante che mettea dura prova le capacità di resiliencedegli operatori sanitari. L’incontrocon la sofferenza del neonato cosìfragile e indifeso e quella dei suoigenitori, spinge ad impattare il vissutodi morte e di angoscia e i sentimentidi impotenza, rabbia e colpa rispettoal tragico evento. L’idea del progetto è quella di pro-muovere una crescita e uno sviluppopiù sano dell’operatore mettendoloin contatto con il proprio mondoemotivo. Questo processo comportauna crescita professionale e personalemirata alla prevenzione dello stresslavorativo.Il gruppo, strumento potente di curae cambiamento, funziona come spec-chio in cui riflettersi. Ogni partecipanteha l’opportunità di raccontare la pro-pria esperienza e ascoltare quellaaltrui; questo favorisce la creazionedel gruppo di lavoro ed allena la ca-pacità di sviluppare un’attenzione asé e all’altro valida nell’affrontare si-tuazioni complesse.

di Vincenzo Pasquarelli Medico Sportivo

GRUPPO DELLO PSICOLOGO TERAPIA INTENSIVA NEONATALE

LA PREVENZIONE DELLO STRESS LAVORATIVO NELLE TIN

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Al centro sociale Casa Mia –E.Nitti opera di azione socialecollegata e sostenuta dalla

FEB ( Fondazione Evangelica Betania)sperimentiamo da quasi due anni,nell’ambito del progetto di educazioneambientale IO CRESCO sorrettodalla Fondazione con il Sud , un per-corso di conoscenza dei prodotticoltivati nelle campagne del nostroterritorio: “Dalla terra alla Tavola”.Nell’ultima fase di questo progettoavvieremo un percorso di sperimen-tazione di Ortoterapia per un piccologruppo di bambini /e che presentanouna lieve disabilità e che noi acco-gliamo tutti i giorni nelle nostre strut-ture . L’Ortoterapia consiste nell’in-centivare, nel preparare e nell'affian-care il soggetto nella cura e nella ge-stione del verde, nella coltivazione difiori, ortaggi ed altre piante. Affideremoai nostri bambini/e un pezzo delnostro orto ,spazio ricavato nell’areadei nostri giardini , nel quale gesti-ranno e lavoreranno la terra per se-minare e far crescere le piantine.Questa attività stimola il senso di re-

sponsabilità e sviluppa la relazionetra le persone favorendo così unasocializzazione. A livello fisico, sollecital’attività motoria, migliora il tono ge-nerale dell’organismo e dell’umore,attenua stress e ansia. Il nostro scopoè di dare un opportunità ai bambini/e con piccola disabilità di poteressere aiutati a superare gli ostacoliche gli impediscono lo stare insieme.Un altro obiettivo che può essereraggiunto è quello di rafforzare e farcrescere la propria autonomia , l’au-tostima, in modo di mettere in con-dizione un bambino di conquistareun ruolo attivo nella vita e favorirnel’inserimento in un gruppo. L’Orto-terapia è un metodo riabilitativo deldisagio. Far conoscere stagioni e tempi,preparare la terra, seminare il seme,curare la pianta ed ottenere derivati:fiori, frutti, etc. è un percorso chepuò far leva sul potenziale educativo.Naturalmente il percorso sarà prin-cipalmente incentrato sulla cura e losviluppo delle relazione di grupponon trascurando il sostegno alle in-dividualità. Proviamo ad aprire unanuova opportunità per i ragazzi delquartiere.

Nel linguaggio del-l’economia azien-dale la formazione

è quella attività strutturatadi una azienda che si pro-pone d’insegnare al propriopersonale competenze spe-cifiche ad essa o a dei suoisettori correlati. La nascitadel sistema ECM e l’obbli-gatorietà della formazioneche ricade sul singolo pro-fessionista, hanno progres-sivamente modificato il con-cetto di formazione azien-dale rendendola di fatto unservizio offerto ai dipendentie allontanandola dai fonda-mentali che l’hanno istituitae cioè una risposta del-l’azienda ai propri bisognispecifici, con l'obiettivo diessere sempre più compe-titive sul mercato attraversola crescita delle proprie ri-sorse interne.Il piano di formazione 2014dell’ISSB , che in buona partecorrisponde con quellodell’Ospedale Evangelico ,è stato fortemente orientatoal recupero della formazionecome leva strategica azien-dale ed è stato quindi ela-

borato sulla base dei datiderivanti dall’analisi del fab-bisogno dei professionistiad obbligo ECM ma anchedelle Direzioni dell’Ospedalee dell’ISSB definendo quindii seguenti obiettivi generali:

• Promozione della culturasulla qualità e sicurezzacoinvolgendo, attraverso laresponsabilizzazione e va-lorizzazione della professio-nalità e dello sviluppo dellerisorse umane presenti;• Promozione di una cul-tura manageriale di respon-sabilizzazione e di sostegnoal cambiamento organizza-tivo verso un modello diazienda intesa come insiemedi processi integrati;• Miglioramento e sviluppodelle competenze e delleprofessionalità attinenti lediverse discipline, tenendopresente lo sviluppo nor-mativo, tecnologico-scienti-fico e gli obiettivi generalidei servizi;• Ottimizzazione degliaspetti relazionali nella sod-disfazione del cliente.Nello schema seguente lasintesi degli eventi in pro-gramma

N. 7 ANNO II DICEMBRE 2013

COLTIVARE LA TERRA PER COLTIVARE SE STESSIdi Salvatore CortiniDirettore Centro Sociale Nitti

I PROGETTI FORMATIVI DEL 2014di Marianna StingoneResponsabile Formazione

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L’Evangelista Matteo cominciaquesto racconto mettendo inluce un fatto scomodo ed

umanamente incomprensibile allosteso tempo: Maria, promessa sposaa Giuseppe, è incinta per opera delloSpirito Santo. Maria non era fidanzatanel senso moderno del termine. Sec-ondo i costumi dell’epoca, il matri-monio avveniva in due momenti.Dopo l’impegno reciproco che legavagli sposi giuridicamente, la sposa resta-va sotto il tetto paterno per circa unanno, fino al giorno in cui lo sposo laportava a casa sua per iniziare la vitadi coppia. Durante l’anno in cui lasposa restava ancora sotto la tuteladel padre, non erano ammessi rap-porti prematrimoniali. Non bisognadimenticare che le ragazze si sposa-vano tra i 12 e i 15 anni e che iragazzi non erano molto più anziani,tranne qualche eccezione. Giuseppedoveva essere anche lui poco piùche un ragazzo, anche se, incom-prensibilmente, le raffigurazioni pit-toriche ci mostrano sempre unGiuseppe come un uomo molto piùgrande d’età di Maria. Leggendo at-tentamente questo racconto, signi-ficativa appare la posizione spiritualedi Matteo riguardo a quanto di mira-coloso accade attorno a lui; di certoegli sa che tutto ciò avviene perchési sta adempiendo la più attesa edimportante profezia messianica: «IlSignore vi darà lui stesso un segno. Av-verrà che la giovane incinta darà allaluce un figlio e lo chiamerà Emmanue-le-Dio con noi» (Is 7,14). In realtà, lavera preoccupazione di Matteo èben un’altra e cioè di far comprendereai suoi connazionali che la nascita diGesù si inserisce nella linea genealogicadella casa reale di Giuda, infatti peruna comunità di origine giudaica nonsarebbe stato assolutamente con-cepibile riconoscere la dignità e mes-sianica di Gesù se non per discendenzadal re Davide, al quale per primo er-ano state fatte le promesse: «Quandoi tuoi giorni saranno compiuti e tu ripo-serai con i tuoi padri, io innalzerò altrono dopo di te la tua discendenza, ilfiglio che sarà uscito da te, e stabiliròsaldamente il suo regno». (2Samuele7:12).

La narrazione dell’Incarnazione è si-curamente il più inesplicabile raccontonarrato dalla Sacra Scrittura. Comeuna donna possa restare incinta senzaaver “conosciuto uomo” è certamentecosa ardua da comprendere. Chilegge i racconti della natività senza

una fede fiduciosa – ingrediente es-senziale che permette di accogliere,credere, al messaggio evangelico - agiusta ragione liquida questa storiacome roba da creduloni. Indiscutibil-mente, la vicenda umana di Giuseppee Maria mette a dura prova l’umanosapere e la logica, tutte categorie in-dubbiamente essenziali e rispettabi-lissime, alle quali però, di fronte alvolere e all’agire di Dio in favoredella sua creatura, la fede chiede diporsi in umile silenzio e rispetto.Questo ben lo comprese il dottoSaulo da Tarso, detto: Paolo, una voltaconvertitosi. Ecco a tal proposito lasua posizione riguardo al vano umanosapere: «Dov’è il sapiente? Dov’è loscriba? Dov’è il contestatore di questosecolo? Non ha forse Dio reso pazzala sapienza di questo mondo? Poiché ilmondo non ha conosciuto Dio mediante

la propria sapienza, è pia-ciuto a Dio, nella sua sa-pienza, di salvare i credenticon la pazzia della predicazione.»

(1 Cor. 1,19-21)

Cari lettori e care lettrici, il raccontoevangelico ci ricorda che siamo inpieno Avvento e pertanto si avvicinaun altro Natale per molte famigliepurtroppo duro e difficile; infatti anchequest’anno è stato difficilissimo dalpunto di vista economico, perchémolti hanno perso il lavoro e quantoesso comporta, e sono numerosissimii giovani che anelano ad un lavoroche dia loro dignità, un barlume disperanza e di futuro. Da una pro-spettiva cristiana il Natale rimane co-munque la lieta notizia: «Dio con noi».A tal proposito Paolo dice: «Se Dio ècon noi, chi sarà contro di noi?» Il lieto

messaggio evangelico dunque ci ram-menta che Dio desidera entrare neinostri cuori, e recarci quel senso diletizia, di pace, serenità e fiducia cheemana questa solenne festività e checostituisce una delle più incoraggiantiesperienze della vita umana.

A quanti e quante sofferenti ed am-malati, che hanno bisogno, anziani, avoi persone scoraggiate, a voi affamatidi perdono, di giustizia, di speranza edi lavoro, giunga questa solenne pro-messa di Gesù: «Non temere; soltantocontinua ad aver fede!» (Marco 5:36).

TANTI AUGURIDI BUON NATALE

E FELICE ANNO NUOVO

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Chiunque si sia sottoposto ad unapratica medica come ad empio unintervento chirurgico ha dovuto fir-

mare quello che viene chiamato il consensoinformato. Cioè l’esercizio del diritto delpaziente all’autodeterminazione rispetto allescelte diagnostico/terapeutiche proposte.Bisogna dire che in un passato neanchetanto lontano, la decisione circa la diagnosi,la prognosi e la terapia era esclusivamenteriservata al medico. Una realtà che era fon-data su un ethos medico paternalistico.Con l’avvento di una maggiore consapevo-lezza e volontà di partecipare alla propriaterapia da parte dei pazienti si è passati adun ethos medico incentrato sul paziente enon sul medico. Il consenso informato rap-presenta quindi il concetto e l’espressionefondamentale dell’ethos incentrato sul pa-ziente. Ciò implica uno spostamento del-l’accento del concetto di qualità. Non è piùdeterminata in maniera unica e d esclusivadal sapere e dal potere medico, ma vienestabilita in modo dialogico, insieme al paziente,il quale deve partecipare alle decisioni coni suoi valori. In questa prospettiva il pazientenon ha più solo diritti ma anche doveri. Lasua posizione non è solo di privilegio, maanche di scomoda responsabilità in quantodeve partecipare al processo decisionale.Bisogna dire però che non si è in grado dispecificatamente acconsentire, se non si di-spone dell’informazione adeguata, senza laquale qualsiasi modulo di consenso sotto-scritto non è giuridicamente valido. Pertantoil consenso deve essere: informato, consa-pevole, personale, manifesto, specifico, pre-ventivo e attuale, revocabile. Rispetto alprimo punto, cioè che deve esserere infor-mato, è necessario rispettare le caratteristichedella corretta informazione, la quale deveessere: personalizzata, comprensibile, veritiera,obiettiva, esaustiva, non imposta.

pillole di bioeticaIL CONSENSOINFORMATOdi Giovanni NapolitanoBiologo

lapersona

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La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria,sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e,

prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incintaper opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo marito, che

era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, sipropose di lasciarla segretamente. Ma mentre aveva

queste cose nell'animo, un angelo del Signore gli apparvein sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere

di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in leiè generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un

figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà ilsuo popolo dai loro peccati». Tutto ciò avvenne, affinchési adempisse quello che era stato detto dal Signore per

mezzo del profeta: «La vergine sarà incinta e partorirà unfiglio, al quale sarà posto nome Emmanuele», che

tradotto vuol dire: «Dio con noi».(Mt 1,20-23)

LA VERGINE RESTERÀ INCINTAE PARTORIRÀ UN FIGLIO...di Vincenzo PolverinoCappellano, Ospedale Evangelico Villa Betania

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N. 7 ANNO II DICEMBRE 2013

Il massaggio Infantile ha ori-gini antiche, insegnato etramandato dalle mamme

indiane, che da secoli lo at-tuano sui loro bambini no-nostante i disagi della po-vertà. Sin dalla nascita e finoall’adolescenza, tale praticaviene curata e trasmessa aiposteri. Vimala Mclure, unafisioterapista statunitense, neglianni ’70 apprende tale tecnicae l’importanza che questapossiede. Rientrata in patria,rivede e arricchisce il mas-saggio infantile con tecnichesvedesi, di yoga e di riflesso-logia, iniziando così a diffon-derlo in tutto il mondo. Leevidenze scientifiche hanno

supportato e dimostrato ibenefici del massaggio rivoltoal bambino sano, prematuro,disagiato, con gravi deficitmotori e mentali. Recentistudi hanno evidenziato cheil massaggio, o tocco dolce,applicato ai bambini prema-turi in una condizione clinicastabile dalla 30a alla 33a set-timana (periodo critico peralto rischio di retinopatia),migliora l’acuità visiva. Inoltreè stato dimostrato, che unprematuro massaggiato al-meno mezz’ora al giornodalla mamma, migliora il le-game che si è interrotto bru-scamente all’atto della nascita,riducendo non solo il rischio

di sepsi, ma assistendo a unincremento ponderale del65%. Un altro dato da nontrascurare in termini di im-portanza clinica, è la riduzionedell’ospedalizzazione di al-meno 6 giorni. Il MassaggioInfantile è una trasmissioned’amore tra il piccolo e isuoi genitori. E’ un validostrumento comunicativo, of-ferto nella Terapia IntensivaNeonatale della FondazioneEvangelica Betania e promos-so dall’infermiera pediatricaMaria Minichino e FrancaSarracino. L’acquisizione deltitolo e la completezza pro-fessionale, sono avvenutepresso l’associazione A.I.M.I.,

organo nazionale con disci-plinare riconosciuto. Il per-corso del massaggio, ha iniziodurante l’ospedalizzazionedel piccolo con il tocco dolce,fornendo ai genitori strumentiutili alla loro gratificazioneemotiva, mirati al raggiungi-

mento del benessere reci-proco. Tale percorso prose-gue alla dimissione con in-contri di gruppo, atti a fornireelementi per il recupero dellaconsapevolezza genitoriale,che supporti il distacco dalproprio bambino.

Invecchiare è un processo ineluttabile anche se diverso per ogni individuo.Molti aspetti dell'invecchiamento sono stati studiati e compresi nelmondo scientifico ma, ciò nonostante, una parte delle conoscenze sul

processo biologico dell'invecchiamento restano ancora da scoprire. All'interno del “pianeta anziano” gli studiosi hanno rilevato diversi campid'intervento. E' nata così la Gerontologia, la Geriatria, la Geragogia, la Psi-cogeriatria, la Neurogeriatria e molte altre branche diapprofondimento che si sono sviluppate in quest'ultimosecolo suscitando un enorme interesse. I notevoliprogressi della ricerca biomedica hanno dimostratoche “l'invecchiamento non è una malattia” è quindil'anziano ha diritto alla salute.La Geriatria è la disciplina medica che studia lemalattie che si verificano nell'anziano e le loroconseguenze disabilitanti, valutando gli aspettifisici, mentali, le attività della vita quotidianae la situazione sociale ed economica. Ilgeriatra deve, inoltre, porre attenzionealla “fisiologia” dell'anziano ed alla “polipa-tologia”, ossia a tutte le malattie associatealla patologia primaria, interrogandosi sul-l'uso razionale dei farmaci poiché spessoil paziente, nel pellegrinaggio tra i varispecialisti, è indotto ad assumere con-temporaneamente molti farmaci interagentitra loro.L'aumento della popolazione anzianarappresenta, oramai, un fenomenoimportante e preoccupante della so-cietà contemporanea. La classe com-presa tra 65 e 74 anni attualmente è circa 8 volte maggiore rispettoall'inizio del secolo, mentre la popolazione di ultra ottantacinquenni viventiin Italia, ammontante oggi a quasi settecentomila, è aumentata nello stessoperiodo di oltre 24 volte.In tema di longevità, la poplazione italiana occupauno dei primi posti rispetto alle altre Nazioni e si appresta a diventare ilpopolo più longevo d'Europa,Da tutto ciò, come conseguenza, ne scaturisce che in Italia il 50% delle

giornate di degenza sono utilizzate per persone oltre i 65 anni di età. Uno

dei principali obiettivi è quindi quello di operare in collegamento con lamedicina territoriale per realizzare la “continuità assistenziale” intesa comemedicina coordinata e collaborativa anche in senso verticale fra i diversi tipidi cura (primarie, secondarie e terziarie). Il coordinamento si realizza suanaloghe metodologie applicate nel processo curativo-assistenziale neidiversi setting (l'Ospedale, le RSA e l'ADI) e solo in questo modo èpossibile realizzare un'efficace “long-term care”.Nella nostra realtà e nella pratica giornaliera, cioè nell'ambito delle cure

primarie, mancano specifiche attività specialistiche di geriatria per la po-polazione anziana ed è il “Medico di famiglia” che cura gli anziani

mentre le cure intermedie, che dovrebbero essere rappresentateda strutture extra-ospedaliere quali le RSA, mancano quasi

totalmente e/o sono insufficienti. Mancano, inoltre, iprogrammi di prevenzione per l'anziano e per l'identifi-

cazione dell'anziano “fragile”. Tutto ciò si ripercuote, inevitabilmente, sull'attività

ospedaliera e di P.S. Nel Nostro Paese già nel1994 il Piano sanitario Nazionale prendeva

iniziative a seguito del crescente numerodi anziani inserendo riferimenti impor-

tanti nel Progetto Obiettivo Anziani pre-cisando che gli “anziani ammalati”, compresiquelli colpiti da cronicità e da non auto-sufficienza, devono essere curati senzalimiti di durata nelle sedi più opportunesottolineando la valorizzazione del “do-micilio” come luogo primario delle curenon solo per una scelta umanamente si-gnificativa, ma soprattutto per una mo-

dalità terapeutica spesso irrinunciabileprevedendo, nei casi specifici, l'assegnodi cura per mantenere l'anziano in“famiglia”.

Purtroppo, nonostante le indicazioni, si deve constatare una estremavariabilità dell'attivazione dei servizi geriatrici territoriali. La geriatria non ha avuto gli sviluppi prevedibili ed auspicabili in base airilievi epidemiologici e demografici e mancano regole ed indirizzi per stan-dardizzare i processi e le metodologie curative ed assistenziali nelle pochestrutture per anziani. Anche a livello accademico si insegna prevalentementela geriatria ospedaliera nonostante la maggior parte degli anziani sonoallocati sul territorio.

UN TOCCO PER LA VITA

Invecchiare non è una malattiadi Nicola AngelicoResponsabile UOS Geriatria

di Maria MinichinoInfermiera pediatrica TIN

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betaniainforma7

Nel 2010 sono nati in Italia 557 milabambini e tranne in 40 mila di questi,cioè meno del 10%, è stato raccolto ilsangue cordonale. Il sangue del cordoneombelicale (SCO) è sangue fetale riccodi cellule staminali emopoietiche (CSE),cioè cellule progenitrici, simili a quelledel midollo osseo, capaci di autoripro-dursi e di generare tutte le cellulemature del sangue e del sistema im-munitario. Il sangue cordonale ha inmedicina una sola applicazione tera-peutica valida, scientificamente docu-mentata e confortata dai risultati ottenutain molte migliaia di casi: il trapianto dicellule staminali emopoietiche. Tale trat-tamento si è dimostrato elemento fon-damentale nella terapia per pazienticon molte patologie ematologiche, leu-cemie e linfomi, può essere usato ancheper curare alcune rare malattie ereditarie,che comprendono malattie del meta-bolismo e della funzione immunitaria. In Italia, la normativa vigente consente,nell’ambito dei servizi garantiti dalSistema Sanitario Nazionale (SSN), laraccolta del sangue del cordone om-belicale, le cellule vengono conservatefino a che ne viene fatta richiesta percurare un paziente (in Italia o all’estero)che abbia le caratteristiche adatte peril trapianto. Contrariamente alla con-servazione1 in una banca privata, la do-nazione alla banca pubblica non prevedespese. È consentita la conservazione,presso le banche pubbliche, dedicata alneonato con patologia in atto al mo-mento della nascita o evidenziata inepoca prenatale, o per uso dedicato aconsanguineo con patologia in atto almomento della raccolta o pregressa,che risulti curabile con trapianto diCSE. La donazione del sangue cordonale è vo-lontaria, gratuita, anonima e consapevole,è patrimonio sociale per la vita, elementodi consolidamento dei rapporti civili, èuna risorsa del sistema sanitario al finedi garantire a tutti i cittadini la possibilitàdi fruire di determinati trattamenti tera-

peutici , nel rispetto dei basilari principi diequità e di pari opportunità di accessoalle cure. È molto importante sottolineareche le coppie che liberamente scelgonola strada della conservazione autologaquale assicurazione biologica devonoessere informate e consapevoli delfatto che, nel caso in cui il proprio figlioavesse bisogno nel corso della vita diun trapianto di CSE, sarebbe necessarioricorrere a cellule donate da genitoriche hanno scelto la donazione pubblica,la quasi totalità dei campioni di sanguecordonale conservati nelle banche pri-vate è destinato ad essere inutilizzato. Il sangue cordonale può essere raccoltoesclusivamente in parti spontanei atermine e nei parti cesarei, la raccoltarichiede pochi minuti, non comportanessun rischio né per la madre né peril neonato, e viene effettuata senzamodificare le modalità di espletamentodel parto.La coppia adeguatamente edotta sulledifferenti finalità della donazione delsangue cordonale , sulla procedura diraccolta e sui rischi e benefici correlatideve rilasciare per iscritto un consensoinformato. È necessario raccogliereun’anamnesi della madre, del padre efamiliare al fine di identificare alterazionigenetiche, malattie infettive, informazionirelative alla gravidanza in corso edeventuali comportamenti a rischio perla trasmissione di malattie infettive,infine,eseguire su un campione di sanguematerno raccolto al momento delparto la ricerca di marcatori infettivologici.Una ulteriore valutazione sarà effettuataall’atto del ricovero, nel corso deltravaglio e del parto. Devono esserefornite alla Banca di Raccolta2 informa-zioni precise sullo stato di salute delneonato successive alla nascita, atte adescludere la presenza di eventuali ma-lattie genetiche prima del rilascio dell’unitàdi SCO per eventuale trapianto. Leprocedure di gestione delle unità disangue cordonale sono severamentecontrollate gestite secondo elevatissimi

standard di qualità: in tal modo si assi-curano totale sicurezza e tutela dellasalute sia del donatore sia del ricevente.Le Banche di SCO in Italia sono strutturesanitarie pubbliche, autorizzate e ac-creditate dal Ministero Della Salute edalle Regioni, con il compito di racco-gliere, validare , caratterizzare, conservarele unità di SCO donate e prelevate neiPunti Nascita. I dati delle unità conservatevengono registrati ed inviati, tramite ilRegistro Donatori di Midollo Osseo diGenova (IBMDR), alla rete mondialeper la donazione di cellule staminaliemopoietiche. “La donazione del sangue da cordoneombelicale è un gesto volontario e gratuitoal quale ogni donna può dare il proprioassenso informato al momento del parto”3.Il 15% dei 1538 trapianti di staminaliavvenuti in Italia nel 2010 è statorealizzato grazie alle cellule del sanguecordonale, è un gesto solidale sicuro egratuito che rappresenta l’unico modoefficace per salvare tante vite.

1 Conservazione autologa2 Banca Sangue Cordone OmbelicaleCampania A.O.R.N. Pausilipon081/2205511 bancascocampania @li-bero.it3 Articolo 3 legge 219 del 21 ottobre2005

LA DONAZIONE DELSANGUE CORDONALEdi Assia PiccoloOsterica Cordinatrice

Perché donare le proprie corneedopo la morte?Donare le cornee dopo la morte èuna grande opportunità ed è ungesto di grande amore e rilevanzasociale. La donazione di cornee ed ilsuccessivo trapianto permettono dicurare altre persone con gravi pro-blemi di vista migliorandone la qualitàdi vita.Quando può avvenire il prelievo dellecornee?Può essere effettuato, con pocheesclusioni di tipo infettivo, su tutte lepersone che muoiono in età compresatra i 2 e gli 80 anni; nel nostroospedale nel mese di ottobre è statoeseguito il primo prelievo di cornee

grazie alla presenza di un team chene permette l’esecuzione entro 12ore dal decesso. Il prelievo deve essere autorizzatoda un familiare?La legge prevede che siano i familiariaventi diritto (coniuge non legalmenteseparato, figli, genitori) ad esprimereil consenso.Dopo il prelievo delle cornee lasalma appare deturpata?Assolutamente no. La cornea è unasottile pellicola simile ad una lente acontatto. Il bulbo oculare viene con-servato e dopo il prelievo mantienela sua consistenza; le palpebre vengonochiuse da un invisibile punto di suturae la salma assolutamente integra può

essere esposta.Essere miopi o essere stati operatidi cataratta sono criteri di esclusionedalla donazione?No, secondo le più recenti linee guidanon lo sono più neanche gli interventidi correzione della miopia; restanocriterio di esclusione alcune malattieinfettive ed altre ad eziologia scono-sciuta.Quali sono le principali indicazioni altrapianto di cornea?Le principali indicazioni al trapiantodi cornea sono il cheratocono ed al-cune lesioni traumatiche che condu-cono in breve tempo alla cecità. Conil trapianto i pazienti tornano a vederepoco dopo l’intervento.I pazienti pagano per ricevere il tra-

pianto di cornea?Assolutamente no. Negli ospedali in-seriti nella rete del coordinamentoregionale per i trapianti l’interventoviene eseguito gratuitamente seguen-do una lista d’attesa.

Donare le cornee donare la gioia di vivere

Ospedale Evangelico Villa Betania

Comitato Direttivo

PRESIDENTE geom. Sergio Nitti

VICE PRESIDENTE dott. Luciano Cirica

TESORIERE Sig. Franco Paone

SEGRETARIOSig.ra Cordelia Vitiello

CONSIGLIERE past. Vincenzo Cicchetto

Collegio dei Revisori

PRESIDENTE dott. Giovanni De Pasquale

MEMBRI EFFETTIVIing. Paolo Olivierisig. Vincenzo Ermetto

Direzione

DIREZIONE GENERALEDott. Pasquale Accardo

DIREZIONE SANITARIADott. Antonio Sciambra

DIRETTORE AMMINISTRATIVODott. Paolo Morra

ITALIAbanche del sangue cordonale pub-bliche: 18 (a cui sono collegati 303centri nascita)donazioni solidali conservate nellebanche pubbliche: circa 25.000donazioni solidali utilizzate per tra-pianti allogenici: 1.400 unità dall’iniziodell’attività di raccolta e criocon-servazione (solo nel 2010, 129)agenzie operanti in Italia per contodi banche private estere del sanguecordonale: circa 23unità di sangue cordonale raccoltein Italia – su richiesta dei genitori –e spedite in banche private estereper ipotetico uso autologo: 60.000circa sacche conservate in bancheprivate estere usate per trapiantoautologo: 0

A Do Ce S

betaniainformaperiodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania

Proprietario e editore: Fondazione Evangelica Betania,80147 Napoli, Via Argine, 604mail: [email protected]

Direttore: Luciano Cirica

Redazione: Pasquale Accardo, Salvatore Cortini, MartaD'Auria, Rosa Giannatiempo, GiovanniNapolitano, Sergio Nitti, Assia Piccolo, VincenzoPolverino, Antonio Maria Salzano, AntonioSciambra, Marianna Stingone, Cordelia Vitiello,Patrizio Magliozzi. Angelo Cecere, Vittoria di Maio,Ernesto Claar, Francesco messina, GennaroGuerra, Giacomo Negri

Consulenza editoriale e redazionale: Npr Relazioni pubblichenprcomunicazione.it

Progetto grafico e impaginazione: Golden Agency, Napoli

Stampa: Russo Group, Volla (Napoli)

pubblicazione gratuita

Intervista a Patrizio Magliozzi Oculista

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FONDAZIONE EVANGELICA

BETANIA

OSPEDALE EVANGELICO VILLA BETANIA

Buon Natale eFelice Anno Nuovo

ai nostri malati e alle loro famiglie, ai nostri dipendenti, ai nostri amici e ai...nostri lettori!la Redazione

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