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1/27 EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014 www.unioncamereveneto.it Riforma costituzionale e Regioni. Riflessioni a prima lettura sul nuovo Titolo V della Costituzione Venerdì 10 ottobre 2014 EURAC, Bolzano Il nuovo Titolo V tra riaccentramento nazionale e rivendicazioni autonomistiche: quale prospettiva per l’economia dei territori? Gian Angelo Bellati Segretario Generale Unioncamere Veneto
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2014_10_10_Bellati_Eurac [modalità compatibilità]

Feb 13, 2017

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1/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014 www.unioncamereveneto.it

Riforma costituzionale e Regioni. Riflessioni a prima lettura sul nuovo Titolo V della Costituzione

Venerdì 10 ottobre 2014

EURAC, Bolzano

Il nuovo Titolo V tra riaccentramento nazionale erivendicazioni autonomistiche: quale prospettiva per l’economia dei territori?

Gian Angelo BellatiSegretario Generale Unioncamere Veneto

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2/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Sommario

1. Le riforme incompiute e quelle in itinere

2. Il processo interrotto del federalismo fiscale

3. L’aumento record del debito pubblico

4. La strada dei costi ottimali: la virtuosità dei territori

5. Autonomia e federalismo sinonimi di efficienza

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3/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Riforme per riformare: un danno

Cosa non è stato applicato?

art. 116art. 119

l. 42/2009

Non si può modificare qualcosa che non è stato ancora applicato. È un processo che non funziona!

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4/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Art. 116

Nuovi ostacoli al federalismo differenziato:

Testo approvato al Senato in prima letturacondiziona la possibilità di concedere ulterioriforme e condizioni particolari di autonomiaall’equilibrio di bilancio della Regione interessata.

Possibilità di deleghe di competenze legislative ex117.5 (ddl Governo) abrogata.

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5/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Art. 117 Utile un chiarimento sul riparto di

competenze ma è evidente l’anima neo-centralista della riforma*:

Ex. «coordinamento della finanza pubblica e

del sistema tributario»: da potestà concorrente a esclusiva dello Stato.

Ex. Clausola di supremazia e ritorno dell’ «interesse nazionale»* Paolo Caretti parla a questo proposito di «controriforma». Cfr. La riforma del Titolo V in Rivista AIC n. 2/2014

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6/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Art. 119

Positivo il richiamo ad «indicatori di

riferimento di costo e di fabbisogno che

promuovono condizioni di efficienza»

Ma a che punto siamo?

Restano del tutto trascurati i costi dei servizi

erogati dallo Stato centrale!

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7/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Ministeri di un’Europa (già) federale

Le spese di funzionamento della PA centrale italiana assorbono quasi il 70% delle risorse; in Germania tale voce non arriva al 30%

Struttura della spesa delle Amministrazioni centrali in alcuni Paesi europei (media 2010-2012)

(*) media 2009-2011; (**) al netto degli interessi e dei trasferimenti verso Amministrazioni locali ed Enti di previdenza. Nota: le spese di funzionamento comprendono le spese per il personale e i consumi intermedi.

Germania Spagna Italia Svizzera*

Valori in milioni di euro

Spese di funzionamento 54.357 34.266 117.938 9.654

Trasferimenti correnti a privati 32.893 12.444 17.386 2.683

Prestazioni sociali 57.963 15.498 4.399 204

Altre spese correnti 8.000 2.619 10.672 2.081

Investimenti 29.827 27.257 18.967 4.534

Spesa primaria centrale** 183.040 92.085 169.362 19.156

Composizione %

Spese di funzionamento 29,7% 37,2% 69,6% 50,4%

Trasferimenti correnti a privati 18,0% 13,5% 10,3% 14,0%

Prestazioni sociali 31,7% 16,8% 2,6% 1,1%

Altre spese correnti 4,4% 2,8% 6,3% 10,9%

Investimenti 16,3% 29,6% 11,2% 23,7%

Spesa primaria centrale** 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

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8/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Un Governo contro l’autonomia:

• Ricorso n. 67/2014 vs L.r. Veneto n. 15/2014 «Referendum consultivo sull’autonomia del

Veneto»

• Ricorso n. 68/2014 vs L.r. Veneto n. 16/2014 «Indizione del referendum consultivo

sull’indipendenza del Veneto»

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Processo al federalismo (1)

Dapprima presente nei programmi di gran parte delle formazioni politiche, il processo federalista si è arenato ed

è stato additato come la ragione di tutti i mali del Paese.

Il federalismo, invece, non può essere accusato di nulla semplicemente perché non c’è, in quanto:

1) la riforma del titolo V non è stata completamente attuata;2) la legge delega del 2009 non ha prodotto i suoi effetti in quanto molti aspetti non sono ancora entrati in vigore;3) alcune parti dei decreti sul federalismo sono state «svuotate» dalle manovre dei vari Governi.

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Processo al federalismo (2)

Gli scandali in alcune Regioni sono stati utilizzati in maniera strumentale per affossare definitivamente il federalismo e il

decentramento.

Non sembra corretto attribuire al federalismo responsabilità che non ha.

Si dimentica invece che nei fatti le responsabilità sono esclusivamente individuali e personali.

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Il federalismo che non c’è

Negli ultimi vent’anni in Italia si è proceduto decentrando notevolmente la spesa (33,2% nel 2011) ma non le entrate

(appena il 18,4%). In Germania c’è un maggiore allineamento tra entrate e spese. È proprio a causa del basso livello di autonomia fiscale che il federalismo in

Italia non è mai decollato.

Italia Germania Italia Germania

Amministrazioni centrali 23,9 15,5 52,0 29,6

Amministrazioni locali 33,2 38,8 18,4 34,4

Enti previdenziali 42,9 45,6 29,5 36,0

Totale AAPP 100,0 100,0 100,0 100,0

Ripart izione spese Ripartizione entrate

Nota: la ripartizione delle spese è stata effettuata escludendo gli interessi passivi.Elaborazione Unioncamere del Veneto su dati Eurostat

Ripartizione delle entrate e della spesa pubblica per livello di governo nel 2011 (%)

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12/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Le inefficienze del sistema Italianel confronto con l’Europa:

• Elevato debito pubblico• Alto costo del credito• Insostenibile peso del fisco• Lunghi tempi della giustizia• Elettricità e gas più cari • Bassa produttività• Burocrazia macchinosa• Difficoltà nell’esportare beni • Bassa qualità delle infrastrutture • Piaga della corruzione

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13/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Il confronto: andamento del Pil in Italia e Germania (var. %)

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14/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

La spesa pubblica in Italia: un macigno sulla strada dello sviluppo

• non responsabilizza i centri di spesa con la titolarità al prelievo fiscale;

• non premia chi sa risparmiare con l’efficienza delle strutture pubbliche e la qualità dell’ organizzazione del lavoro nella PA;

• non valuta gli effetti della spesa in relazione alla programmazione politica degli investimenti.

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15/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

nel 2013 il Debito delle Amm. Pubbliche

era pari a 2.069 miliardi di euro

132,8% del Pil (+4% rispetto al 2012)

� 1.961 miliardi Amministrazioni centrali (+4,6%)

� 108,5 miliardi Amministrazioni locali (-5,7%)

� 158 milioni Enti di previdenza (+6,2%)

L’aumento record del debito pubblico (1)

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16/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Il debito pubblico è in continua crescita:a luglio 2014 ha superato i 2.169 miliardi di euro e a fine

2014 toccherà il 135% del Pil

A partire dalla crisi dello spread ad oggiil debito è aumentato di

255 miliardi di euro (+13,4%),(in media quasi 8 miliardi al mese)

L’aumento record del debito pubblico (2)

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17/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

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18/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Pressione fiscale record, bisogna ridurre la spesa

Il risanamento dei conti pubblici è passato anche attraverso l’innalzamento della pressione fiscale che nel 2013 tocca il 44,3% del Pil

(+1,7% rispetto al 2008 e diventa 55% al netto dell’economia sommersa).Si tratta di un record storico che sarebbe opportuno rimanesse tale:

bisogna tagliare davvero la spesa pubblica

49,2

52,5

51,1

50,4

51,2

51,9

42,643,0

42,6 42,5

44,044,3

2008 2009 2010 2011 2012 2013

Spesa pubblica Pressione fiscale

Fonte: ISTAT e Ministero dell'Economia

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19/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

La virtuosità dei territori

• L’aumento della pressione fiscale fiacca le aree più deboli del Paese.

• Le aree più povere diventano sempre più povere.

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20/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Fabbisogni standard

• Quantitativo considerato ottimale per garantire livelli di servizi essenziali tenuto conto delle condizioni demografiche, morfologiche, economiche e sociali di ogni Comune

• Non tengono però conto della quantità e qualità dei servizi offerti

• Distorsione tra enti locali «spreconi» e «risparmiatori»

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21/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Costi standard o «costi ottimali»?

• Il D.Lgs. sui fabbisogni standard degli enti locali (D.Lgs. 26 novembre 2010, n. 216), che dà attuazione ad alcune disposizioni della legge delega n. 42 del 2009, definisce il fabbisogno standard come l'indicatore che, coniugando efficienza ed efficacia, dovrà consentire la valutazione dell'azione pubblica.

• Nuovi parametri cui ancorare il finanziamento delle spese fondamentali di comuni, città metropolitane e province (funzioni generali di amministrazione, di polizia locale, viabilità, istruzione pubblica ed altre), al fine di assicurare un graduale e definitivo superamento del criterio della spesa storica.

• Andranno stabiliti gli obiettivi di servizio connessi ai livelli essenziali delle prestazioni da erogare.

• La metodologia per la determinazione dei fabbisogni costituisce tuttavia un’operazione tecnicamente complessa.

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22/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

La strada dei «costi ottimali» (1)

Consumi intermedi - euro procapite (1)

1.456

1.552

1.633

1.662

1.662

1.688

1.710

1.719

1.767

1.777

1.805

1.857

1.876

1.926

1.931

2.009

2.015

2.053

2.355

2.498

3.345

CAM

CAL

ABR

VEN

PUG

MAR

SIC

BAS

EMR

UMB

MOL

Media

PIE

TOS

FVG

LOM

LIG

SAR

TAA

LAZ*

VDA

Dipendenti pubblici - ogni mille ab. (2)

44,3

48,7

52,6

53,8

55,5

55,9

57,7

58,8

59,2

59,8

60,2

63,4

63,6

64,5

65,0

65,1

66,2

69,0

69,2

77,0

83,8

LOM

VEN

PIE

EMR

PUG

MAR

Media

CAM

TOS

ABR

UMB

SIC

TAA

BAS

LIG

CAL

SAR

MOL

FVG

LAZ

VDA

Costo personale - euro per dipend. (3)

27.935

30.641

30.902

31.110

31.119

31.149

31.454

31.629

31.796

32.220

32.506

32.550

32.748

32.948

32.982

33.078

33.134

34.174

35.513

39.056

39.617

MOL

LOM

BAS

CAL

LIG

PIE

VEN

MAR

EMR

CAM

Media

SIC

ABR

TOS

PUG

UMB

SAR

FVG

LAZ*

VDA

TAA

Fonte: elaborazione su dati Conti Pubblici Territoriali e Ragioneria Generale dello Stato

In Italia i livelli di spesa pubblica sono differenti nelle diverse regioni

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Il concetto di “costi ottimali”: l’idea consiste nell’applicazione di parametri condivisi (presi come benchmark), in modo da

adeguare l’organizzazione dell’intera PA a quella della realtà territoriale più virtuosa.

Si applicano, pertanto, a tutte le aree geografiche del Paese e a tutti i livelli di governo ( «Centro» e «Periferia»).

Il progetto dei costi standard, invece, si ferma attualmente a poche e limitate funzioni di Comuni e Province;

dal 2013 è valido anche per le Regioni nel campo della sanità, mentre lo Stato centrale ne rimane escluso.

Sarebbe necessario applicare lo strumento a tutta la PA.

La strada dei «costi ottimali» (2)

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Il residuo fiscale: confronto tra regioniItalia. Residuo fiscale delle Amministrazioni pubbliche per regione. Valori pro capite in euro.

Media anni 2010-2012

Nel triennio 2010-2012 il Veneto ha registrato in media un residuo fiscale pari a 19,3 miliardi di euro, ossia 3.944 euro per abitante, collocandosi nelle prime posizioni delle regioni in avanzo fiscale (Lombardia 5.562 euro, Emilia-Romagna 4.351 euro).

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25/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Gli studi di Unioncamere Veneto hanno dimostrato che i Paesi federali sono più efficienti dei Paesi unitari.

Una maggiore autonomia e responsabilità stimola una migliore gestione delle risorse pubbliche.

Un federalismo da salvare? I vantaggiIndice di funzionamento standardizzato. Media 2000 -2004

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26/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

• Riprendere il percorso di attuazione del federalismo fiscale

• Avviare risparmi di spesa pubblica

• Individuare “costi standard” ottimali

• Accrescere le risorse destinate all’investimento

• Riformare il fisco

• Contrastare l’evasione fiscale

• Differenziare le manovre per aree macroregionali

• Ridefinire il rapporto con l’Europa

• Attuare l’art. 116, terzo comma, della Costituzione e acquisire l’autonomia differenziata

• Attuare l’art. 118 della Costituzione e acquisire maggiore autonomia amministrativa

Cose serve oggi al Paese?

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27/27EURAC, Bolzano, 10 ottobre 2014

Unioncamere Veneto

Via delle Industrie, 19/d30175 Venezia ITALIAPh. +39 041 0999 311

Fax: +39 041 0999 303

www.unioncamereveneto.it

[email protected]@ven.camcom.it

Grazie per l’attenzione!